9 dicembre forconi: 02/07/17

martedì 7 febbraio 2017

OLIVER STONE PUNTA IL DITO CONTRO LE GRANDI TESTATE D’INFORMAZIONE: “SONO LORO A GENERARE FAKE NEWS."

“LA RIVOLUZIONE IN UCRAINA? E’ STATA FINANZIATA DAGLI USA PER COLPEVOLIZZARE LA RUSSIA E PER GIUSTIFICARE L’ESISTENZA DELLA NATO. TRUMP ELETTO DA PUTIN? RIDICOLO”


Chi è il responsabile della circolazione delle tante "fake news", le notizie false in circolazione nel mondo? 

Oliver Stone non ha dubbi: non sono i canali non convenzionali ma, al contrario, le testate giornalistiche più prestigiose.

Presentando il documentario Ukraine on Fire, di cui è produttore e che racconta la rivoluzione ucraina del 2014, Stone ha voluto raccontare il suo punto di vista, secondo il quale a generare fake news sono prima di tutto i canali di stampa tradizionali e che quella rivoluzione, la cui responsabilità è stata attribuita alla Russia di Putin, è stata invece elaborata e finanziata dagli Stati Uniti per colpevolizzare la Russia e per giustificare ancora l'esistenza della Nato. 

Stone ha anche definito "ridicola" la teoria secondo la quale Donald Trump sarebbe stato eletto grazie alle interferenze di Putin.

OBAMA PUTINOBAMA PUTIN
Il documentario, presentato nel corso della prima edizione di Filming on Italy, evento di promozione dell'Italia quale set cinematografico, nato grazie ad un accordo tra Agnus Dei Production di Tiziana Rocca, l'Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles e il Consolato Generale d'Italia a Los Angeles, è diretto dal regista ucraino Igor Lopatonok mentre Oliver Stone ne è il produttore e l'intervistatore dei protagonisti di questa vicenda, Vladimir Putin e Viktor Yanukovych, ex presidente ucraino, deposto a seguito di quella che è stata fatta passare per una rivoluzione partita dal basso ma che invece, secondo la teoria raccontata nel documentario, è stato un vero e proprio colpo di stato che ha goduto dei finanziamenti degli stessi Stati Uniti.

Viktor Yanukovich PutinVIKTOR YANUKOVICH PUTIN
"L'America ha un ruolo enorme e una grossa responsabilità e continua a negarlo - ha detto il regista, premio Oscar per Fuga di mezzanotte, Platoon e Nato il 4 Luglio - E' una situazione dolorosa per la gente ucraina. Quello che noi raccontiamo non è la narrativa ufficiale, ma è quello che è accaduto. Non lo vedrete mai sui media americani, ma troveremo un modo di fare vedere in nostro documentario, sia pure su Youtube".


putin a cavalloPUTIN A CAVALLO
Stone ha pesantemente attaccato la stampa americana, colpevole di accettare la versione governativa senza indagare, senza andare a fondo: "Dov'è andato il giornalismo degli anni Settanta, quello che ha portato allo scandalo del Watergate e ha mostrato la vera faccia della guerra in Vietnam? - si chiede Stone - Ad un certo punto ha smesso di avere senso critico. La funzione del giornalismo dovrebbe essere quella di analizzare le teorie delle fonti ufficiali e criticarle. Non lo sta più facendo e questo documentario mostra chiaramente che ha fallito.

New York Times, Washington Post e tutte le altre prestigiose testate americane non stanno facendo più il loro lavoro". Stone ha commentato anche l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e bollato come ridicole le teorie di ingerenza russa nelle elezioni. "Sono gli Stati Uniti che hanno una lunga tradizione di ingerenza nella politica di altri paesi, non la Russia".

tasti falso e veroTASTI FALSO E VERO
Filming on Italy proseguirà il 7 febbraio con un incontro con l'attore, regista e produttore Riccardo Scamarcio, che porterà negli Stati Uniti Pericle il nero (2016) di Stefano Mordini, e con la giovane regista emergente Irene Dionisio, di cui verrà proiettato il documentario Sponde (2015). Sempre il 7 febbraio Cecilia Peck sarà ospite dell'evento per celebrare il centenario della nascita del padre Gregory Peck - indimenticabile protagonista di Vacanze Romane, cult movie ed emblema dell'Italia quale location cinematografica - con la proiezione del trailer "Gregory Peck and Italy".

Fonte: qui

LA POPOLARITA', IN USA, DI TRUMP MIGLIORA

UN ISTITUTO SERIO E OBIETTIVO COME RASMUSSEN REPORT, CHE AZZECCÒ AL MILLESIMO VOTO ELETTORALE, DICE CHE IL 54% DEGLI AMERICANI STA COL PRESIDENTE, CONTRO UN 42 DI CNN, UN 44 DI GALLUPP

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

TRUMP TOM BRADY1TRUMP TOM BRADY1
Grande confusione del lunedì mattina e siamo solo alla terza settimana. Se Donald Trump aveva promesso di trasformare i primi 100 giorni della sua presidenza in un gigantesco casino, vedete come ci sta riuscendo, e d'altra parte se ha ancora tutti contro, esattamente come durante l'intera campagna elettorale, come volete che governi se non decidendo di essere lui quello che esalta lo scontro?

Oggi, freschi di Super Bowl, abbiamo la puntata numero 3 e 4 dello scontro sul bando, e abbiamo le reazioni scioccate, addirittura, per le dichiarazioni durante una intervista sui rapporti con la Russia e sulla coscienza sporca degli Stati Uniti. Poi c'è la rissa sui sondaggi, che è sempiterna e un po' ha scocciato, ma che ha un suo perché nella storia del rapporto diretto di Donald J Trump con i suoi elettori.

trump molla la mano di melania per applaudireTRUMP MOLLA LA MANO DI MELANIA PER APPLAUDIRE
Un tweet dopo l'altro, il giudice che ha bloccato il temporaneo divieto di ingresso ai cittadini di 7 paesi del Medio Oriente nei quali i controlli antiterrorismo non sono affidabili, secondo uno studio gia’ preparato dall'amministrazione Obama, viene definito un fazioso antiamericano, e l'intera categoria dei giudici liberal minacciata di scontro senza fine dal presidente.

La Corte d'Appello del distretto dello stato di Washington, che secondo alcuni giuristi illustri non avrebbe comunque giurisdizione sufficiente sull'argomento, ha respinto il ricorso della Casa Bianca e chiesto altri documenti alle due parti; alcuni illustri giuristi sostengono che il giudice federale non aveva autorità per bloccare il bando di ingresso in tutti i 50 Stati, ma solo nei due per i quali era stato presentato un ricorso, ovvero Washington e Minnesota.

Fatto sta che il casino è alle stelle e ci si sono messi anche ex ministri a fare appelli contro il bando e le aziende miliardarie di Silicon Valley capitanate da Facebook e Microsoft a preparare contributi al ricorso il nome della violazione dell'equità di regole di ingresso nel paese.

TOM BRADY TRUMPTOM BRADY TRUMP
Secondo il New York Times, Trump sarebbe in realtà furioso con i suoi collaboratori che gli hanno messo fretta e non hanno studiato bene le implicazioni legali del bando e addirittura questo incidente farà sì che l'intero approccio al governo cambi e diventi meno improvvisato. È un punto di vista, l'altro è che tutto questo sia invece concertato, che faccia parte integrante del metodo Trump.

Probabilmente finirà alla Corte Suprema, possibilmente con calma, in modo che il giudice Gorsuch, nominato una settimana fa da Trump come nono giudice al posto del defunto Scalia, abbia il tempo di insediarsi, e la composizione della Corte incaricata di applicare la Costituzione sia di nuovo 5 contro 4, ovvero cinque conservatori contro quattro liberali.

James Robart e TrumpJAMES ROBART E TRUMP
A quel punto se la Corte Suprema deciderà che un bando temporaneo per misure di sicurezza, per altro già applicato nel passato da altri presidenti, non viola la Costituzione, nessuno potrà più dire nulla, e forse è proprio questo che Trump vuole ottenere, ed è per questo che ha alzato il polverone; nel frattempo mentre si decide, può sempre incolpare giudici e avversari politici di qualunque problema di sicurezza che dovesse sorgere.

Non pago della raffica di tweet contro i giudici liberal che gli vogliono impedire di governare secondo il programma della campagna elettorale, Donald Trump ha rilasciato una intervista a Fox News, al sempre polemico O’ Reilly, nel corso della quale a domanda sui rapporti con la Russia ha risposto che preferisce avere buoni rapporti, se possibile, invece che rapporti di scontro e di tensione continui.

PROTESTE CONTRO TRUMPPROTESTE CONTRO TRUMP
Roba da scomodare Monsieur de Lapalisse non fosse che l'intervistatore, che è un grande provocatore, gli ha risposto che Putin è un killer, un assassino. 

Trump non si è perso d'animo, a rialzare la palla non lo frega nessuno, e ha risposto perché noi abbiamo la coscienza pulita?”. 

Apriti cielo, è partito lo scandalo sui giornali perché praticamente il presidente ha accusato gli Stati Uniti di essersi macchiati di qualche colpa. La cosa più surreale è che a indignarsi sono gli stessi liberal pacifisti che da decenni in cori con gli antiamericani d'Europa, si lamentano delle cattiverie guerrafondaie e imperialiste commesse dagli americani nel mondo. Inevitabile corollario, ma anche il governo russo ha protestato ufficialmente e vuole le scuse di Fox News.

Twitta Trump che gli americani stanno con lui sulle misure di sicurezza e che i sondaggi delle varie CNN ABC, del Washington Post, del New York Times, sono falsi oggi come erano falsi durante la campagna elettorale. L'argomento non è risibile perché l'8 novembre Donald Trump è stato eletto contro tutte le previsioni dei sondaggi della vigilia, e quello sì che è stato uno shock per i seguaci della Clinton.

trump versus jeb bushTRUMP VERSUS JEB BUSH
L'argomento è di grande attualità perché comunque di sondaggi gli Stati Uniti si nutrono e anche un giornale come politico.com che Trump po' lo detesta, ha dovuto scrivere una inchiesta alla fine della quale si capisce che il problema è l'impostazione, la somministrazione, e la lettura del sondaggio, non l'istituto del sondaggio.

Se domando a qualcuno se vorrebbe chiudere le frontiere del Paese, quello risponde di no, se però gli chiedo se gli sta bene che vengano chiuse per tre mesi per attuare dei controlli sicurezza sul pericolo del terrorismo, risponde di sì. Se gli faccio fare una domanda su una decisione controversa del presidente Trump, e glielo domando al telefono chiedendogli nome e cognome, la risposta è di un certo tipo; se invece lo chiedo in forma anonima magari via internet, oppure al telefono ma attraverso un computer che fa la domanda, la risposta e’ di un altro tipo.

KISSINGER CON DONALD E MELANIA TRUMPKISSINGER CON DONALD E MELANIA TRUMP
Ecco che sull'intero operato del presidente, e sulle sue intenzioni, un istituto serio  e obiettivo come Rasmussen report, che azzeccò al millesimo voto elettorale e voto popolare, dice che il 54% degli americani sta col presidente, contro un 42 di CNN, un 44 di Gallupp.
Fake news? La battaglia è appena iniziata, come quella del bando ai 7 paesi per 90 giorni.