9 dicembre forconi: 11/23/18

venerdì 23 novembre 2018

DE BENEDETTI - LE CLINICHE PRVATE (KOS) CHE GARANTISCONO IL 63% DEI SUOI 500 MILIONI DI RICAVI GRAZIE ALLE CONVENZIONI CON IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE (E L’AIUTINO DEL FONDO PUBBLICO)


I PREPENSIONAMENTI (CON L’AIUTO PUBBLICO) A ‘REPUBBLICA’ SENZA CRISI AZIENDALE. E QUELLA PASSIONE PER LE SCOMMESSE DI BORSA... 

LA GUERRA DEI VENT’ANNI CON IL FISCO CHIUSA CON UNA TRANSAZIONE DA 170 MILIONI

Estratto dall’articolo di Fabio Pavesi per ‘’il Fatto Quotidiano’’

CARLO DE BENEDETTI FANPAGECARLO DE BENEDETTI FANPAGE
Chiamasi “benefici indiretti del controllo”. Ogni padrone di giornali questo motto lo conosce a menadito. Con l’editoria (almeno in Italia) non si è mai diventati ricchi. Tanto meno negli ultimi 10 anni di crisi pesantissima. Ma avere un giornale ti dà un potere che va al di là della mera contabilità. Uno strumento formidabile di pressione…….

 ….. E sul podio dei padroni della stampa con interessi molteplici si erge di diritto la famiglia De Benedetti. Con l’ex gruppo Espresso Repubblica divenuto Gedi, dopo la fusione con l’Itedi degli Agnelli che ha portato in casa La Stampa e il Secolo XIX. Sotto il cappello del regno di Repubblica-Espresso (con una decina di testate locali più tre radio nazionali) c’è molto di più che non la carta stampata. Il gruppo Cir-Cofide che controlla Gedi sta da sempre su altre due gambe.


CARLO E SILVIA DE BENEDETTI A SANKT MORITZCARLO E SILVIA DE BENEDETTI A SANKT MORITZ
La componentistica auto con Sogefi e la sanità privata con Kos e le sue 81 tra residenze per anziani e strutture mediche per quasi 8mila posti letto. C’era fino a qualche anno fa una propaggine, una volta gioiello della corona e finito miseramente come pacco-dono alle banche creditrici, che era Sorgenia. Le centrali elettriche che la Cir possedeva e che entrate in crisi sono divenute il più grande smacco bancario della storia recente.

Carlo De BenedettiCARLO DE BENEDETTI




Già perché la famiglia degli imprenditori-editori, una volta compreso il disastro cui andava incontro Sorgenia, anziché farsene carico hanno pensato bene di rifilare il pacco da 1,8 miliardi di debiti alle banche creditrici. Divenute obtorto collo azioniste del gruppo in crisi finanziaria. La storia della beffa (per le banche) di Sorgenia, una vera e propria socializzazione delle perdite non la troverete certo sui giornali di casa che annotavano della vicenda in poche righe in cronaca senza evidenziare il coup de theatre dei De Benedetti…..

….. Nel 2013 Sorgenia fa un buco di 537 milioni. È il clou di una crisi che viene da lontano. Il paradosso è che più le cose vanno male più Sorgenia viene finanziata  arrivando a cumulare 1,85 miliardi di prestiti. E non c’è da stupirsi, chiamandosi De Benedetti, che la banca più esposta con oltre 600 milioni sia Mps.
BERLUSCONI E CARLO DE BENEDETTIBERLUSCONI E CARLO DE BENEDETTI

Ma i De Benedetti (Rodolfo in testa che è l’ideatore di Sorgenia) hanno già pronta l’exit strategy. Già nel 2013 azzerano il valore di Sorgenia nel bilancio di Cir. Una mossa propedeutica all’abbandono. Occorre mettere capitale. Le banche chiedono nel 2014 che la famiglia metta almeno 150 milioni. I De Benedetti non tirano fuori un euro e le banche si ritrovano in mano obtorto collo la Sorgenia in odore di crac.

mario calabresi carlo de benedettiMARIO CALABRESI CARLO DE BENEDETTI





Si dirà, forse i soldi non li avevano. E qui la tragedia si trasforma in farsa. Sempre nel 2013 i De Benedetti incassano 344 milioni sull’unghia dalla Finivest che ha perso il lodo Mondadori. Ironia della sorte giusto i capitali di Berlusconi il nemico storico. Non solo la Cir era comunque piena di liquidità per 538 milioni. Cdb se la tiene stretta alla faccia di Sorgenia. Finisce che le banche (la solita Mps in testa) fanno loro il salvataggio, I De Benedetti escono del tutto, deconsolidano da Cir quasi 2 miliardi di debiti e si ritrovano senza guai e con tanta liquidità….

carlo e rodolfo de benedettiCARLO E RODOLFO DE BENEDETTI
Se Sorgenia è l’apoteosi dello scarico delle perdite sui creditori, che dire di Kos? Il gruppo con le sue residenze per gli anziani fattura ormai quasi mezzo miliardo, ha margini vicini al 20% dei ricavi e utili nel 2017 per 29 milioni. Un affare. Che deve buona parte della sua forza al rapporto strettissimo con il pubblico. Le sue strutture sono convenzionate con il Sistema sanitario e il 63% del suo mezzo miliardo di ricavi arriva proprio da Regioni e Comuni. Non contenti di avere una fetta consistente del giro d’affari garantiti dalle casse pubbliche, i De Benedetti cercano ancora la sponda pubblica. Il fondo healthcare di F2i compra nel 2016 il 46% di Kos sborsando 292 milioni…….

rodolfo carlo edoardo de benedetti con il paadreRODOLFO CARLO EDOARDO DE BENEDETTI CON IL PADRE
 …..E poi ecco Gedi. O meglio l’ex gruppo Espresso. È aperta un’inchiesta giudiziaria su un eventuale abuso dei prepensionamenti “facili” (a spese dell’Inps) della società Manzoni la concessionaria di pubblicità. Ma al di là dell’inchiesta resta il fatto che il gruppo ha usufruito tra il 2011 e il 2015 di consistenti prepensionamenti di poligrafici e giornalisti, avvalendosi degli stati di crisi. L’ex Espresso però (ora Gedi) non ha mai chiuso, fino al 2017, i bilanci in perdita. Concedere gli stati di crisi aziendale a chi non ha mai fatto perdite è un altro regalo alla famiglia. ….

L’unico bilancio in rosso è quello del 2017 per 123 milioni. Pesa la chiusura di una lite fiscale, finita in Cassazione, e che riguardava atti elusivi nella fusione, addirittura del 1991 tra l’editoriale Repubblica e la Cartiera di Ascoli dopo la fine della guerra di Segrate. Il fisco chiedeva 389 milioni da allora, la Gedi alla fine ha transato chiudendo il contenzioso per un esborso di 175 milioni, di cui 140 pagati proprio nel 2017.

Un braccio di ferro con l’Erario durato oltre 20 anni. E poi c’è l’avventura ingloriosa della quotata M&C, il fondo salva-imprese, che a detta dell’Ingegnere doveva investire in aziende in crisi, risanandole. Ai tempi fu presentata come una grande iniziativa che doveva coinvolgere anche il nemico di sempre, cioè il Cavaliere. Uniti a salvare imprese. Alla fine M&C non ha salvato neanche se stessa. Di recente ha venduto in fretta e furia l’unico suo investimento nella tedesca Treofan portando a casa 30 milioni di perdite e cagionando ai soci di minoranza perdite sul titolo per oltre il 70% solo negli ultimi 4 mesi……
ezio mauro con matteo renzi e carlo de benedettiEZIO MAURO CON MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI(E LE BANCHE POPOLARI)

…… E’ nota la passione dell’Ingegnere per la finanza che pratica da trader smaliziato. Smaliziato e con accesso a informazioni privilegiate. Come non ricordare le visite a Palazzo Chigi e l’interesse sulla imminente riforma delle Popolari? Un interesse non certo intellettuale. Agli atti c’è l’intercettazione della Guardia di Finanza in cui l’Ingegnere ordina il 16 gennaio (il venerdì prima dell’approvazione del decreto) al suo broker di fiducia l’acquisto di titoli delle Popolari che sarebbero state rivendute subito dopo fruttando una plusvalenza in pochi giorni.

Un mordi e fuggi da speculatore ben informato. Il veicolo delle sue operazioni di Borsa è la Romed. La Romed vive di compravendite di azioni e derivati. Un vero giocatore di Borsa. In 3 anni ha portato a casa oltre 80 milioni di utili. I titoli in pancia a Romed valevano 65 milioni nel 2015. Sono saliti a 96 milioni. Poi ci sono i derivati per una trentina di milioni. Cdb scommette su azioni e futures. Il metodo è da corsaro della finanza. Cdb compra le azioni, le da in pegno alle banche da cui ottiene finanziamenti per comprare altre azioni. Nel frattempo l’operazione Gedi e la sua StamPubblica non sta dando i frutti sperati.

I ricavi sono aumentati di oltre il 10% ma i margini sono scesi di un buon 5%. Le maggiori dimensioni non fanno reddito. E i De Bendetti hanno già messo le mani avanti. Annunciati tagli dei costi tra cui quelli del lavoro per decine di milioni. Magari chiedendo un nuovo stato di crisi e il paracadute pubblico. 

Fonte: qui

ARRIVA LA CARNE IN PROVETTA


IL DIPARTIMENTO DELL’AGRICOLTURA E LA “FOOD AND DRUG ADMINISTRATION” AMERICANI DANNO IL VIA LIBERA ALLA BISTECCA SINTETICA 

È PRODOTTA DA CELLULE STAMINALI PRELEVATE DA POLLAME E BOVINI E TRASFORMATE IN TESSUTO MUSCOLARE. 

Attilio Barbieri per “Libero Quotidiano”

carne sinteticaCARNE SINTETICA
La carne artificiale ha ottenuto il semaforo verde negli Stati Uniti. A dare il via libera sono stati il Dipartimento dell' Agricoltura e la Food and drug administration (Fda in sigla), cui spetta l' ultima parola in termini di sicurezza alimentare. Le due istituzioni, fanno sapere in una nota congiunta, collaboreranno per «promuovere questo genere di prodotto alimentare innovativo e mantenere i più elevati standard di salute pubblica».

A darne notizia l' edizione online di Newsweek, che ha pure confermato le indiscrezioni circolate negli States nelle ultime settimane. Nulla a che vedere con l' hamburger vegetale annunciato il mese scorso da Bill Gates, il fondatore della Microsoft, come panacea per risolvere al tempo stesso il problema della fame nel mondo e quello delle emissioni di anidride carbonica, frettolosamente imputate all' allevamento intensivo di bovini.

carne sintetica 1CARNE SINTETICA 
Il Beyond Burger sponsorizzato dal miliardario americano contiene piselli come fonte di proteine, barbabietola che gli conferisce una colorazione rossa fin troppo accesa, olio di cocco e amido di patate per renderlo appetibile.

CELLULE STAMINALI
In quest' ultimo caso, invece, si tratta proprio di carne coltivata in laboratorio. Carne di sintesi. E la Fda sarà incaricata di regolamentare la raccolta, la conservazione e la «riproduzione» delle cellule utilizzate per produrre la carne artificiale, mentre il Dipartimento dell' Agricoltura svilupperà un sistema di etichettatura che consenta di distinguere gli hamburger nati in laboratorio da quelli naturali.

Le due istituzioni sono fiduciose «che questo quadro normativo possa essere attuato con successo e assicurare la sicurezza dei nuovi prodotti». Non mancano infatti le voci dubbiose se non proprio fortemente critiche verso la carne sintetica.
food and drug administrationFOOD AND DRUG ADMINISTRATION

Nel 2013 gli scienziati hanno creato il primo hamburger di carne «coltivata». Da allora i finanziamenti sulla carne artificiale sono letteralmente esplosi, con aziende e investitori istituzionali che hanno fatto a gara per investire nel business nascente.

Questo tipo di carne deriva da cellule staminali prelevate da pollame e bovini e trasformate in tessuto muscolare. Dunque, in teoria, oltre che per gli hamburger, potrebbe essere impiegata pure per realizzare finte bistecche o petti di pollo altrettanto artificiali.
carne sintetica 2CARNE SINTETICA 
In realtà non mancano le voci critiche, anche fra le associazioni dei consumatori.

Non a caso l' amministrazione federale Usa ha annunciato che sulla carne da laboratorio sarà attiva fino al 26 dicembre una consultazione pubblica, aperta a chiunque voglia esprimere il proprio parere.

CONSUMATORI PERPLESSI
Da noi la maggioranza dei consumatori è decisamente contraria. Tre italiani sui quattro che esprimono una opinione al riguardo giudica negativamente l' arrivo sul mercato di carne sintetica. Il dato emerge da una indagine condotta dall' istituto Ixè assieme alla Coldiretti.

carne sintetica 3CARNE SINTETICA 
Gli italiani sono preoccupati per le ripercussioni dell' applicazione di queste nuove tecnologie ai prodotti alimentari per le quali alle forti perplessità di natura salutistica si aggiungono quelle di carattere etico.

«L' annuncio è la dimostrazione che dietro ai ripetuti e infondati allarmismi sulla carne rossa c' è una precisa strategia delle multinazionali», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «si tratta di una abile operazione di marketing che punta a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione».

hamburger fatto in laboratorioHAMBURGER FATTO IN LABORATORIO
Perplessità esistenti anche negli Stati Uniti, dove alcune associazioni di categoria e ancora di più dei consumatori hanno chiesto l' introduzione di una simbologia per differenziare in maniera inequivocabile i tagli naturali dalla «carne frankenstein».

Mentre gli allevatori segnalano che nel mondo l' allevamento è all' origine appena del 15-18% delle emissioni globali di gas serra, non mancano le proteste perfino da parte dei vegani che vedono nella carne sviluppata in provetta una concorrenza sleale ai loro prodotti vegetali, ritenuti gli unici veramente politically correct .

Fonte: qui

COME CAMBIERÀ (FORSE) LA MANOVRA DEL GOVERNO DOPO LA SBERLA DI BRUXELLES

C’È CHI VUOLE TENERLA ESATTAMENTE COM’È E CHI, COME SAVONA, VUOLE SPINGERE SUGLI INVESTIMENTI COSÌ DA SFIDARE DAVVERO L’UE A BOCCIARE UN PROGRAMMA DI CRESCITA CHE L’ITALIA ASPETTA DA ANNI 

LA MALFA, VICINO A SAVONA: ‘IL GOVERNO STENDA IN TEMPI BREVISSIMI UN PROGRAMMA TRIENNALE DI OPERE PUBBLICHE. MA PER ORA NON SI METTONO D’ACCORDO…’

COME CAMBIERÀ (FORSE) LA MANOVRA DEL GOVERNO DOPO LA SBERLA DI BRUXELLES
Michele Arnese per www.startmag.it

Che cosa farà il governo dopo che la Commissione europea ha bocciato la manovra? Ossia: se e cosa cambierà l’esecutivo dopo la sberla ricevuta da Bruxelles.
Al di là delle dichiarazioni pubbliche del presidente del Consiglio e dei vicepremier, ci sono due linee che solcano la maggioranza di governo.

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONAGIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA
C’è chi ritiene che l’impostazione della legge di Bilancio non deve cambiare, salvo ritocchi secondari e di limitato impatto. E c’è chi pensa di poter e voler rimodulare l’assetto della manovra per venire incontro ad alcune delle indicazioni giunte da Bruxelles.

Il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, secondo le indiscrezioni di Start Magazine, è alla ricerca di soluzioni dal lato degli investimenti. Nel solco di sue recenti proposte illustrate pubblicamente.

In sostanza, la seconda linea all’interno della maggioranza di governo prevede un riequilibrio di risorse tra spese correnti e spese per gli investimenti.

Resta da vedere se i 5 Stelle di Luigi Di Maio saranno disposti a sacrificare una parte delle spese correnti previste per il reddito di cittadinanza. Ma può essere una soluzione utile anche per implementare con più accortezza e senza fretta uno strumento dalla realizzazione non semplice, come hanno rimarcato diversi osservatori e come ha approfondito ieri con Start Magazine l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

PAOLO SAVONAPAOLO SAVONA
Nell’entourage del dicastero degli Affari europei si vede con favore quanto auspicato oggi in un editoriale su Quotidiano Nazionale da Giorgio La Malfa, economista, già ministro delle Politiche comunitarie e amico di Savona da anni.

Ha suggerito La Malfa direttamente al premier Conte: “Il governo stenda in tempi brevissimi un programma triennale di opere pubbliche; stabilisca quanta parte del programma è già finanziario nel bilancio attuale e quanto invece deve essere spesa aggiuntiva. Rinunzi, in conseguenza di questo, ad alcune delle spese correnti che erano contenute nel progetto del bilancio attualmente in Parlamento”.

Una proposta che tocca anche la parte della manovra sulle pensioni voluta dalla Lega di Matteo Salvini.
PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINIPAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
La parola, ora, a Di Maio e Salvini.



GIORGIO LA MALFA SU QN DEL 22 NOVEMBRE 2018 ”LA CRESCITA CHE NON C’È”

Cari amici,
In questo articolo pongo soprattutto al leader della Lega il problema politico che nasce non tanto dal giudizio europeo sulla manovra ma dai dati oggettivi sulle prospettive dell’economia italiana che scaturiscono dall’ISTAT, dall’OCSE, dal FMI etc.

Il problema è che  la politica economica del governo non è in grado di realizzare l’obiettivo di sostenere l’economia italiana in un momento in cui la congiuntura sta peggiorando. Serve una manovra diversa nella sua composizione. I due partner di governo sono in un tale contrasto fra loro proprio sul tema degli investimenti che mantenere il governo significa NON fare la politica economica necessaria.  Fra qualche mese, quando tutto questo sarà evidente, l’opinione pubblica, specialmente quella del Nord, dove la Lega è più radicata, concluderà che Salvini ha fallito.

Naturalmente per uscire dall’impasse in cui si trova ci vuole molta determinazione. C’è tale determinazione?
paolo savona e giorgio la malfa (3)PAOLO SAVONA E GIORGIO LA MALFA

Giorgio La Malfa


A ottobre, nel presentare la manovra economica, il governo ammise che essa violava gli accordi europei, ma spiegò che si trattava di un complesso di misure capaci far ripartire l’economia italiana. Se fosse così, se cioè la politica italiana violasse le regole europee ma fosse efficace nel far ripartire reddito e occupazione, sarebbe legittimo non tener conto dell’Europa e dichiarare che l’Italia va avanti comunque.

Il vero problema  per il governo è che non è così: l’economia non riparte; anzi, si moltiplicano i segni di crisi, Di conseguenza diventa legittimo temere che anche il deficit possa schizzare oltre il 2,4%.
giorgio la malfaGIORGIO LA MALFA
Dunque il problema non è solo –anzi non è più- il fatto che l’Italia viola i limiti previsti dall’Europa, ma quello che praticamente nessuno crede che la politica del governo sia in grado di contrastare il rallentamento dell’economia e di tenere il deficit sotto controllo. Non lo crede la Commissione Europea, non lo crede l’Ocse, non lo crede il fondo monetario, non  lo crede l’Istat.
Del resto, nessuno nel governo sostiene che l’Italia stia ripartendo. Quindi, nell’interesse dell’Italia, bisogna cambiare immediatamente rotta.

Stamane uno dei ministri più autorevoli ha scritto esplicitamente che <<la strada intrapresa è la sola possibile, purché venga integrata al rilancio degli investimenti pubblici>>. Aumentare la spesa per investimenti mantenendo il bilancio sotto controllo vuol dire ridurre le spese correnti. Cioè riscrivere integralmente la manovra.

Ma è proprio su questo che sta emergendo il problema politico in seno alla maggioranza, perché non vi è accordo sugli investimenti e forse neppure sulla correzione della spesa corrente.
conte e triaCONTE E TRIA
Ma se fra le due componenti del governo non vi è un comune sentire, serve un chiarimento immediato prima che la paralisi politica aggravi la crisi. Conviene che qualcuno nei due partiti di maggioranza cominci a pensare che, come Macron è crollato dal 60 al 25 percento di consensi in 6 mesi, la stessa cosa può avvenire anche agli attuali protagonisti della vita italiana.

Fonte: qui

-----------------------------------------------------------------------------------------------

Gentilissimo Primo Ministro Dott. Giuseppe Conte

Lettera aperta


Siamo i rappresentanti dell'area politico-programmatica di coloro che i media e l'opinione pubblica identifica ancor'oggi come il “Movimento dei Forconi” che mobilitarono l'intero Paese nel gennaio 2012 ed il dicembre 2013 per evidenziare il disagio di milioni di italiani e opporsi al far-west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro di milioni di italiani, contro questo modello di Europa, per riprendersi la Sovranità popolare e monetaria, per il rispetto della Costituzione contro un Governo di nominati e per difendere la Dignità di tutti gli italiani.

Sosteniamo e apprezziamo quindi ufficialmente le azioni di governo ed i principi che stanno tenacemente cercando di affermare in Europa.
I “Forconi”, sono pronti a sostenerVi con tutti i propri mezzi mettendo a disposizione la nostra “disorganizzazione”, la credibilità e la purezza di valori che ancora oggi l'opinione pubblica ci riconosce e PRONTI COME SEMPRE A SCENDERE NELLE PIAZZE contro queste ignobili, disumane ed usuraie politiche economiche che vengono dettate dalla Commissione Europea e dalla BCE.
La repressione dei mercati finanziari e delle elites neoliberiste, globaliste, predatorie e speculative contro di noi italiani, sarà sempre più feroce! Siamo ad uno scontro epocale tra una visione del mondo basata sulla finanza ed il capitale ed una visione del mondo basata sull'uomo ed il suo diritto.


Con un atteggiamento critico ma nello stesso tempo costruttivo che possa far si che il nostro Paese torni ad essere libero e sovrano con proposte frutto di anni di analisi e valutazioni non dettate da esigenze propagandistiche a scopo elettorale o di visibilità,

La invitiamo a modificare la manovra di bilancio ed utilizzare le somma da spendere per il reddito di cittadinanza (in toto) ed in parte quelle accantonate per la riforma della legge Fornero, per finanziare investimenti e creare lavoro utile e dignitosamente remunerato , in modo da finanziare il processo di crescita economica, in una serie di importanti investimenti e nazionalizzazione di tutti i settori strategici e di interesse nazionale per il Paese con la creazione di necessari e vitali posti di lavoro e non di mero assistenzialismo;
Fornisca direttamente, senza intermediari, servizi di base necessari alla vita del singolo cittadino e che tuteli, in tutte le sue forme il risparmio, rilanciando nel contempo, attraverso la spesa pubblica – un ciclo espansivo per l'economia, che permetta di sviluppare un processo di riallocazione e di rilocalizzazione (no alla globalizzazione e allo sfruttamento degli esseri umani) delle attività produttive, tutelando sia il libero mercato che la piccola e media impresa. Pertanto indichiamo alcuni percorsi fondamentali da seguire nell'immediato:
-Un piano ventennale di investimenti per la ricerca, produzione, immagazzinamento e distribuzione di energie rinnovabili per coprire almeno l'80% del fabbisogno nazionale anche attraverso il nucleare;

-Una rilocalizzazione pianificata e sistematica di tutte le attività (agricoltura, industria, ecc ... ); e la riconversione progressiva di quelle non più utili e nocive con bonifica dei tanti territori inquinati.

-Investimenti diretti da parte dello Stato in tutti i settori strategici del Paese come infrastrutture, trasporti e comunicazioni.

-L'informatizzazione centralizzata della P.A. e lo sviluppo delle "autostrade digitali";

-Attuare un piano di salvaguardia, manutenzione e di riqualificazione energetica, ambientale ed antisismica, degli edifici pubblici e privati con incentivazione agli agricoltori per la manutenzione ordinaria dei terreni e dei territori a rischio idrogeologico;

-Attuare un piano di salvaguardia e di manutenzione straordinario del patrimonio storico, culturale ed artistico;

-Messa a sistema di tutto il comparto collegato all'internazionalizzazione del sistema Italia con la creazione di un'unica regia che dia un indirizzo comune, coordini e supporti le
iniziative di Fiere, Camere di Commercio, Ambasciate, Consolati, ICE, …

-Attuare un piano per il potenziamento del trasporto locale su ferrovia, dei servizi sanitari, della giustizia, della sicurezza e dell'istruzione pubblica;

-Avviare un piano di investimenti per l'educazione alla salute alimentare prima causa di patologie degenerative e tumorali. Priorità nella ricerca della cause delle malattie e non della loro cura. Particolare attenzione alla ricerca farmaceutica per la tutela del cittadino vittima del conflitto di interessi delle aziende farmaceutiche con la verifica di delle proprietà curative di quei farmaci derivati direttamente da prodotti naturali, e pertanto non brevettabili.
Nella speranza di un positivo riscontro per il bene del Paese e delle
nostre future generazioni salutiamo cordialmente,

Martino Morsello
Presidente
Movimento dei Forconi

Adolfo Bottiglione
Segretario Politico
Partito Nazionale 9 Dicembre Forconi per la Sovranità


Francesco Puttilli
Presidente
Partito Nazionale 9 Dicembre Forconi per la Sovranità


Fonte: qui