POI AMMETTE: “NEL M5S IL DIRETTORIO NON C'È PIÙ”
Emanuele Buzzi per Corriere.it
La fine di un' era e una gaffe (con il Vaticano). Beppe Grillo torna a parlare. Dopo mesi di indiscrezioni, di ipotesi, di mezze frasi sulla struttura organizzativa dei Cinque Stelle, alla fine l' ammissione di un fatto ormai lampante la fa proprio il garante M5S: «Io faccio da pianificatore familiare. A decidere è il Movimento, il direttorio non c' è più».
Fine di un' epoca e inizio di una nuova parentesi transitoria. «Ci sono le commissioni e c' è un programma, quando le cose non sono nel programma si votano in Rete», spiega il leader in una lunga intervista a Euronews , proprio nei giorni del suo viaggio a Bruxelles con Davide Casaleggio. Una nuova fase «parlamentare» - come viene bollata nel Movimento - che molto probabilmente durerà qualche manciata di mesi.
I cinque esponenti dell' ormai ex direttorio mantengono le loro competenze: nei fatti continuano a lavorare sulle deleghe che avevano, ma la loro storia come cabina di regia si è esaurita a settembre, con la presa d' atto dichiarata (in uno dei vertici della crisi romana) della fine di un' era proprio da parte di uno dei rappresentanti dell' ala ortodossa.
Il futuro e l' organizzazione dei Cinque Stelle sono ancora un cantiere in divenire. Ciò che è certo è che a stretto giro di posta verranno scelti i probiviri. I vertici invece - dopo l' idea, al momento passata in secondo piano, di una delega (da affidare) per le strategie politiche - quasi sicuramente verranno scelti dalla Rete. Si passerà insomma direttamente dalla fase «parlamentare» a quella «governista».
Ed è sempre lo stesso Grillo ad anticipare la mossa: «Se dobbiamo andare al governo ci stiamo preparando per selezionare le persone, non è facile. Se andiamo alle elezioni ci presenteremo con un premier e una squadra condivisi dalla Rete.Io premier? No io sono escluso a priori». I rumors parlano di possibile voto del web, in caso di vittoria del No ed elezioni anticipate, già a gennaio 2017.
Nella stessa intervista il leader(PERACOTTARO del Movimento 5 Stelle) attacca la Santa Sede, commettendo però un errore. «I Musei Vaticani - afferma - sono del Comune e credo che non percepisca nessun affitto, parleremo con Bergoglio a meno che non lo sappia». In realtà il complesso sorge Oltretevere, come rimarca il dem Michele Anzaldi: «I Musei Vaticani non sono proprietà del Comune di Roma e non sono neanche su suolo italiano». Secondo l' esponente pd: «Grillo la spara grossa».
Il fondatore del Movimento difende anche l' operato della giunta capitolina targata M5S: «Virginia Raggi mi sta dando molte soddisfazioni. Questa ragazza è un' eroina», dice.«Raggi ha avuto qualche difficoltà a fare una squadra - ammette il garante M5S - ma adesso ci darà soddisfazioni».E sostiene: «Roma è un millefoglie. Ci sono duecentomila faldoni nelle cantine, sono 66 chilometri, abbiamo calcolato, è tutto il raccordo anulare».
Il garante pentastellato è già in piena campagna elettorale: «Con questo Italicum se andiamo al ballottaggio noi vinciamo, ora devono escogitare con i costituzionalisti qualche meccanismo per cui noi non avremo i numeri per andare al governo», attacca. E prosegue: «Renzi si affossa da solo. Sono persone con le quali io ho avuto un piccolo rapporto in streaming e ho capito com' erano». Ancora un affondo, poi: «Inutile che io stia a parlare con una persona che non è leale», conclude.
Il leader interviene anche sulla vicenda firme che coinvolge il Movimento a Palermo: «La firma falsa è una firma copiata, è l' oscar della stupidità - dice -, noi non riusciamo nemmeno a essere disonesti. In quella lista lì non è stato eletto nessuno». Anche in questo caso parte il contrattacco dem con Alessia Morani: «Prendiamo atto che con la dichiarazione di stasera sulle firme false a Palermo, Grillo abbia ammesso che il reato è stato commesso».
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