9 dicembre forconi: 06/28/18

giovedì 28 giugno 2018

IL 29ENNE DEL GAMBIA CHE, A GROTTAFERRATA, HA PICCHIATO IL CLIENTE DI UN BAR E HA AGGREDITO I CARABINIERI ERA OSPITE DEL CENTRO DI ACCOGLIENZA STRAORDINARIA

L’UOMO, CHE SI E’ SPOGLIATO COMPLETAMENTE, ERA UBRIACO E ORA RISCHIA L’ESPULSIONE 

LA RABBIA DEI RESIDENTI

Daniele Fognani per “il Messaggero”

Picchia il cliente di un bar, si spoglia completamente nudo girovagando per le strade del quartiere e poi aggredisce i carabinieri. E' quanto accaduto martedì pomeriggio a Grottaferrata. L' uomo, 29 anni, cittadino del Gambia, è ospite del Centro di Accoglienza Straordinaria Mondo Migliore (a Rocca di Papa). Arrestato, ora rischia l' espulsione.
IMMIGRATO NUDO GAMBIAIMMIGRATO NUDO GAMBIA

LA RICOSTRUZIONE
L'episodio è avvenuto in località Squarciarelli, i carabinieri della stazione di Grottaferrata e di Frascati hanno arrestato il gambiano, in flagranza di reato, per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Il 29enne, nullafacente, attualmente domiciliato presso il centro di prima accoglienza di Rocca di Papa «era completamente ubriaco», hanno raccontato alcuni testimoni. «È una persona già conosciuta».

Prima dell' intervento dei militari, nei pressi del bar «black jack» completamente fuori controllo ha aggredito per futili motivi un 41enne di Frascati. E alla vista dei carabinieri intervenuti dopo le numerose telefonate dei cittadini, prima si è denudato e poi si è scagliato contro i carabinieri con calci e pugni che lo hanno immediatamente bloccato e arrestato.
Mentre il 41 enne è stato trasportato presso l' ospedale Civile di Frascati. L' uomo è stato arrestato e trattenuto in caserma in attesa del rito direttissimo.

GROTTAFERRATAGROTTAFERRATA
L'APPELLO
«Chiederò chiarimenti al Prefetto sull' episodio avvenuto ieri a Squarciarelli che va condannato senza mezzi termini - dice il sindaco di Grottaferrata, Luciano Andreotti - ed ho inoltre l' intenzione di costituire un comitato per l' ordine pubblico in coordinamento con le forze dell' ordine, che intendo presiedere personalmente di certo con il comandante della polizia locale».

POLEMICHE SUI SOCIAL
L'episodio ha scatenato, soprattutto su Facebook, sia le critiche contro il sindaco e l' Amministrazione comunale, accusati, soprattutto da militanti della Lega, di eccessivo buonismo, anche in vista dell' imminente arrivo di 76 rifugiati, per l' adesione della giunta allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che contro il Pd locale, favorevole al progetto.

Il sindaco poi dopo aver ringraziato i carabinieri per il tempestivo intervento ha espresso solidarietà a Silvana Pappaianni, segretaria del Pd di Grottaferrata «vittima di una ingiustificabile aggressione verbale - sono le parole di Andreotti - impregnata di volgare sessismo e razzismo pubblicata sulla pagina Facebook della sezione grottaferratese di un partito di governo».

Grottaferrata - ha ribadito il primo cittadino - è e resterà una cittadina solidale ed accogliente che rifiuta ogni forma di razzismo. Al cittadino del Gambia, già noto alle forze dell' ordine per ubriachezza molesta, è stato convalidato l' arresto per atti osceni in luogo pubblico e violenza e resistenza a pubblico ufficiale ed imposto il divieto di dimora nel territorio di Grottaferrata.

Fonte: qui

PARNASI VUOTA IL SACCO! NELL'INTERROGATORIO FIUME, L'IMPRENDITORE HA SVELATO AI PM LA RETE DI FAVORI PER OTTENERE IL VIA LIBERA SU TOR DI VALLE E ORA TREMANO TUTTI

DIETRO LE AMMISSIONI C'È LA PAURA DEL DEFAULT DEL SUO GRUPPO, PARSITALIA, CHE È IN LIQUIDAZIONE DA DIECI MESI E LE BANCHE L'HANNO MESSA DA TEMPO SOTTO OSSERVAZIONE PERCHÉ, SU UN TOTALE ACCORDATO DI 114,8 MILIONI, L'AZIENDA SI È SPINTA A SPENDERNE 123

PANICO TRA I PENTA-LEGHISTHI: LA RAGGI POTREBBE DOVER GESTIRE NUOVI SILURI. MA ANCHE LA LEGA, CHE DA PARNASI HA RICEVUTO FINANZIAMENTI, NON DORME SERENA. E GIORGETTI…

Sara Menafra per “il Messaggero”

Quando i giudici l' hanno interrogato a San Vittore dopo la prima notte di carcere, il costruttore Luca Parnasi aveva annunciato la sua strategia: «Parlerò, ma con i pm». Ieri pomeriggio, all' indomani del deposito della decisione del Riesame, che ha confermato l'esistenza di un'associazione a delinquere di cui sarebbe il capo, ha chiesto ai pm Paolo Ielo e Barbara Zuin di interrogarlo.
luca parnasi mauro baldissoniLUCA PARNASI MAURO BALDISSONI

E dalle 16, assistito dall' avvocato Emilio Ricci, ha cominciato a raccontare la sua galassia di relazioni e affari, retribuita con finanziamenti alla politica leciti e illeciti e pagamenti ai consulenti giusti. La prima puntata è cominciata ieri pomeriggio ed è finita a tarda sera, ma stamane si riprende alle 9.30 e non si sa fino a quando.

GLI AFFARI
LANZALONE E VIRGINIA RAGGILANZALONE E VIRGINIA RAGGI
Un colloquio fiume, nel corso del quale Parnasi sta raccontando la corsa verso la costruzione del nuovo stadio della Roma e con l'obiettivo di mettere a segno anche altre opere: un palazzetto per il basket e quello del rugby sempre nella Capitale, lo stadio del Milan, altri progetti immobiliari nel Lazio.

Per la procura di Roma, il quadro è già chiaro: la sua azienda, Eurnova, avendo siglato l'accordo con As Roma per la costruzione di un nuovo stadio a Tor di Valle, a pochi metri dal Tevere, avrebbe prima spinto per convincere la giunta comunale pentastellata a passare dal no al sì all' opera, costruendo un legame ben remunerato con l'avvocato e consulente plenipotenziario del Campidoglio, Luca Lanzalone.

stadio della romaSTADIO DELLA ROMA
E quindi, con tecniche più o meno simili, avrebbe aggirato altri ostacoli che separavano la Eurnova dalla realizzazione dello stadio: intoppi burocratici, vincoli architettonici, limiti ambientali, evitati grazie a contatti e contratti, ben remunerati, con tecnici o politici, a seconda della necessità. L'obiettivo, a veder bene, non era neppure costruire davvero lo stadio ma, una volta approntata ogni cosa, vendere terreno e progetto e andare all'incasso.

I RAPPORTI CON LANZALONE
giancarlo giorgettiGIANCARLO GIORGETTI
Le domande dei pm per la prima parte dell'interrogatorio sembrano essersi concentrate soprattutto sul legame col consulente di fiducia dei Cinquestelle e, da gennaio 2017 del Comune di Roma, Luca Lanzalone, oramai ex presidente di Acea. Che per il momento aveva ricevuto da Parnasi poco più di 12 mila euro, ma era d'accordo per ottenere incarichi del valore di circa 150mila euro.

LA POLITICA
È stato il civilista di Bogliasco a guidare Parnasi e i suoi nei rapporti con il Campidoglio e i Cinquestelle. Molto, Parnasi, sta spiegando anche sui soldi dati alla politica, dalle relazioni consolidate con il Pd, ultimo dei quali il finanziamento a Eyu, fino alle sponsorizzazioni a Radio Padania, passando per un elenco di contributi costanti, ad ogni scadenza elettorale, «Da anni 80» dicevano i suoi collaboratori intercettati.
luca parnasiLUCA PARNASI

Di certo, l'imprenditore ha di che essere preoccupato e non solo per l' arresto. Il suo fido in banca è sotto di 13 milioni, l'azienda di famiglia, Parsitalia, è in liquidazione da dieci mesi e le banche l' hanno messa da tempo sotto osservazione perché, su un totale accordato di 114,8 milioni, Parsitalia si è spinta a spenderne 123.

Il creditore principale è sempre Unicredit, che ha ereditato i rapporti di Banco di Roma con Sergio Parnasi, il padre, scomparso nel 2016. Da quel che si legge nelle intercettazioni, il costruttore puntava ad incassare qualche decina di milioni di euro per dare ossigeno al gruppo. Ma l'affare rischia di sfumare rapidamente, specie se il costruttore resterà in carcere a lungo.

Fonte: qui

''HO PAGATO TUTTI I PARTITI" 

PARNASI SPIEGA IL CONCETTO DI LOBBY AI MAGISTRATI: "DAZIONI FATTE PER ACCREDITARMI CON LA POLITICA, AVERE UN RAPPORTO CON TUTTI'' 

SONO LE PRIME INDISCREZIONI DALL'INTERROGATORIO DA 11 ORE, TENUTO NEL CARCERE DI REBIBBIA DOVE È STATO TRASFERITO DOPO L'ARRESTO E L'IMPRIGIONAMENTO A SAN VITTORE 

ORA ASPETTIAMO I NOMI...

(ANSA) - "Ho pagato tutti i partiti", è quanto avrebbe sostanzialmente confermato davanti agli inquirenti, Luca Parnasi, il costruttore romano interrogato per quasi 11 ore nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Nel corso dell'atto istruttorio, l'indagato avrebbe ammesso, in tema di finanziamenti alla politica, di avere elargito denaro. Dazioni fatte per un tornaconto personale, per accreditarsi, per avere rapporti con tutti i partiti, avrebbe ribadito a chi indaga così come emerge dalle carte dell'inchiesta. E' terminato l'interrogatorio, durato complessivamente 11 ore, di Luca Parnasi, figura chiave dell'indagine della Procura capitolina sul nuovo stadio della Roma. Dopo la prima tranche di ieri che si è protratta fino alle 22, oggi nuovo confronto tra il costruttore e i pm di piazzale Clodio durato circa cinque ore. L'atto istruttorio si è svolto nel carcere di Rebibbia dove Parnasi si trova detenuto dopo il trasferimento dal San Vittore di Milano.

Primo faccia a faccia tra il costruttore e i pm capitolini  - In una saletta del carcere di Rebibbia, si è svolto il primo confronto tra il costruttore Luca Parnasi e i pm della Procura capitolina che hanno chiesto il suo arresto nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Un atto istruttorio voluto dallo stesso Parnasi e che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella maxinchiesta dei pm di piazzale Clodio. L'imprenditore, accusato anche di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, aveva infatti scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip nell'interrogatorio di garanzia, svolto dopo il suo arresto a Milano. Un lungo faccia a faccia con gli inquirenti che puntano a chiarire il "sistema Parnasi", ossia quel meccanismo di finanziamento ai partiti, organizzazioni, associazioni e onlus che il 40enne romano ha fatto diventare una sorta di 'core business' della sua attività imprenditoriale. Questa prima tranche dell'interrogatorio avrebbe riguardato le contestazioni presenti nell'ordinanza di custodia cautelare, il suo ruolo nella società Eurnova e il rapporto con Luca Lanzalone, l'ex presidente di Acea, e consulente "di fatto" del Comune di Roma nella trattativa, datata gennaio-febbraio del 2017, per l'abbattimento delle cubature nel progetto stadio. Domani l'atto istruttorio potrebbe approfondire la pulviscolare attività di erogazione di denaro al mondo della politica, che avveniva spesso in modo del tutto tracciabile ma sulla quale i pm vogliono andare fino in fondo. Un approccio quello di Parnasi che emerge spesso nelle carte dell'inchiesta. "Io pago tutti", ammette Parnasi in una delle tante intercettazioni presenti negli atti. "Un investimento molto moderato - ammette in un altro dialogo registrato - rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto pero' la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono...". In base all'impianto accusatorio, il gruppo Parnasi avrebbe garantito finanziamenti a molte formazioni politiche o ad organizzazioni ad esse vicine. Nelle carte vengono citati i 250 mila euro erogati, tramite una societa' del gruppo, all'associazione "Piu' Voci" vicina alla Lega. E' lo stesso Parnasi ad ammettere nelle intercettazioni il suo modus operandi. In un dialogo si lamenta del fatto di dover "elargire somme ai politici" per avere "le autorizzazioni". In una informativa i carabinieri scrivono che "nella conversazione sul finanziamento ad esponenti politici, Parnasi indica nominativi e quote da corrispondere: Francesco Giro 5 (5000 euro), Ciocchetti 10 (10 mila euro), Buonasorte 5 (5000 euro): allo stato non e' chiaro se Parnasi stia parlando di finanziamenti leciti o meno, anche se il riferimento a fatture emesse a giustificazione dell'erogazione lascia presumere la natura illecita della stessa", annotano gli investigatori. In un passaggio il costruttore precisa: "domani c'ho un altro meeting dei Cinque stelle, perche' pure ai Cinque Stelle gliel'ho dovuti dare".

“NO AL PIANO MERKEL E MACRON” - PAOLO SAVONA METTE A PUNTO LA LINEA PER IL VERTICE UE: L'ITALIA CHIEDERA’ MENO RIGIDITÀ NEI MECCANISMI DI CONTROLLO SUI CONTI PUBBLICI

IL GOVERNO DIRA’ SÌ ALLA CONDIVISIONE DEL RISCHIO, MA NO ALLA PROPOSTA DI UN FONDO MONETARIO EUROPEO CHE, NELLA VISIONE DI FRANCIA E GERMANIA, PORTEREBBE LA TROIKA A METTERE MANO AI NOSTRI CONTI PUBBLICI

Giusy Franzese per “il Messaggero”

paolo savona col suo libro (2)PAOLO SAVONA COL SUO LIBRO (2)
Non farà parte della delegazione del governo che oggi affiancherà il presidente Conte al summit del Consiglio europeo. Ma il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, ha contribuito in modo sostanziale al documento che farà da base alla linea italiana nella parte che riguarda le modifiche da apportare all'architettura istituzionale della Ue.

E per renderlo evidente a tutti, nonostante a Savona il consiglio dei ministri nemmeno ieri abbia conferito le deleghe che gli avrebbero consentito di avere voce ufficialmente nella discussione sul bilancio europeo, il premier Conte ha voluto proprio lui al suo fianco (insieme al ministro Tria alla Camera e insieme al vicepremier Salvini al Senato) mentre faceva le comunicazioni in Parlamento in vista del vertice europeo.

giovanni triaGIOVANNI TRIA



C'è un punto - ha spiegato il premier - sul quale l'Italia punterà i piedi quando si parlerà di riforma della governance: in Europa serve meno rigidità nei meccanismi di controllo sui conti pubblici
Perciò l'Italia dirà sì alla condivisione del rischio, ma no alla proposta di un Fondo monetario europeo «che, lungi dall'operare con finalità perequative, finisca per costringere alcuni paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare, in autonomia, politiche economiche efficaci»

Insomma Merkel e Macron se lo possono scordare di fare con noi quello che hanno fatto con la Grecia. In Italia non ci sarà la troika a decidere al posto nostro.

merkel macronMERKEL MACRON
IL LIMITE
«Siamo contrari - ha sottolineato il premier - ad ogni rigidità nella riforma del Meccanismo europeo di stabilità, soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire, proprio essi, all’instabilità finanziaria anziché prevenirla». D'altronde, come Conte ha accennato, «il debito pubblico italiano è oggi pienamente sostenibile. Dobbiamo certamente puntare alla sua riduzione, ma in una prospettiva di crescita economica».

spreadSPREAD
Ai partner europei l'Italia ricorderà - ha aggiunto successivamente Savona - che il nostro debito pubblico «ha dietro un ingente patrimonio pubblico e privato, nell'ordine dei settemila miliardi di euro, una propensione al risparmio delle famiglie comparativamente elevata rispetto all'Europa e una solida economia, con una componente di rilievo capace di affermarsi nella competizione internazionale».

Gli attacchi sui mercati finanziari, con lo spread sul rendimento dei nostri titoli di Stato rispetto ai Bund tedeschi in poco tempo schizzato di 100 punti, secondo Savona non dipendono dalla sostenibilità del debito ma «dalle gravi lacune» dell'architettura europea. A partire dalla mancanza di «strumenti consueti per una Banca centrale».

spread btp bundSPREAD BTP BUND
Draghi «ha fatto un ottimo lavoro», ha chiarito il ministro, ora però i poteri della Bce andrebbero rafforzati. Invece «gli strumenti alternativi finora proposti per ovviare all’assenza di un prestatore di ultima istanza che contrasti la speculazione e per dotare l'Ue di un assetto istituzionale che affronti le crisi strutturali, non appaiono adeguati nei tempi di reazione, sempre lenti, e nella dimensione necessaria, sempre scarsa».

Gli stessi concetti il ministro Savona li aveva espressi anche nel messaggio inviato a Confindustria a commento della parte europea del rapporto del Centro studi presentato ieri. Per gli industriali «l'Europa rappresenta una opportunità e c'è bisogno di più Europa sebbene non di questa Europa». Di qui alcune proposte di interventi «ambiziosi ma realizzabili» con cui superare la visione tedesca. «Sono un'ottima agenda delle scelte che devono essere fatte» ha detto Savona, precisando di esser d'accordo sugli obiettivi, ma non su tutte le iniziative suggerite.

Fonte: qui

IN EGITTO HANNO SCOPERTO CHE SEI SCHELETRI SEPOLTI TRA I 1500 E I 3000 ANNI FA MOSTRAVANO I SEGNI RIVELATORI DEL CANCRO

I RESTI DIMOSTRANO CHE A QUEL TEMPO I TASSI DI TUMORE ERANO PIÙ BASSI: UN 5 PER MILLE

scheletri in egitto 5SCHELETRI IN EGITTO

Il tumore non è un male del nostro tempo: sei antichi scheletri egizi, ritrovati in un cimitero nel centro dell’Egitto, rivelano i segni rivelatori del cancro e che i tassi della mortale malattia negli ultimi 3000 anni è salito alle stelle.

I ricercatori hanno esaminato 1.087 scheletri sepolti in un cimitero nell’Oasi di Dakhleh nel deserto occidentale dell’Egitto tra 1500 e 3000 anni fa, tra cui quello di un uomo sui 50 anni con cancro del retto e un bambino con la leucemia.
scheletri in egitto 3SCHELETRI IN EGITTO 

I resti dimostrano che a quel tempo, il tasso di casi di cancro era basso: gli scienziati stimano un 5 per mille nell’antichità, 100 volte di meno rispetto ad oggi. Questo salto potrebbe essere il risultato dell’invecchiamento della popolazione: pochi antichi egizi vivevano oltre 60 anni e oggi ci sono tumori che compaiono in età avanzata.

Gli scienziati hanno esaminato i resti di lesioni che alcuni tumori lasciano sulle ossa e le hanno utilizzate per diagnosticare approssimativamente ogni caso, così come l’età e il sesso della persona, spiega il Daily Mail.

scheletri in egitto 2SCHELETRI IN EGITTO
Tra i sei scheletri, anche quelli di due donne più giovani con cancro alla cervice e un uomo con cancro ai testicoli che erano collegati al papilloma virus; i tre, avevano tra i 20-30 anni, un’età anomala anche ai giorni nostri.

«Quando i casi di Dakhleh sono stati presentati per la prima volta a incontri professionali, un commento comune contro l’accettazione della diagnosi di cancro era che la loro età era troppo giovane», scrive El Molto professore di antropologia alla Western University in Ontario, Canada, insieme a Sheldrick, medico di Chatham, Ontario.

scheletri in egitto 4SCHELETRI IN EGITTO
«L’HPV o papilloma virus, è una causa confermata di cancro della cervice uterina e dei testicoli, e si è evoluta in Africa molto prima che emergesse l’Homo sapiens. Le due sepolture femminili e maschili di Dakhleh, tutti giovani adulti, potrebbero aver rispettivamente sviluppato il cancro della cervice uterina e del cancro ai testicoli. Sappiamo dall’attuale ricerca epidemiologica sul cancro che entrambi i tipi di tumori raggiungono il picco nei giovani adulti».

scheletri in egitto 1SCHELETRI IN EGITTO










«Anche se gli antichi Dakhleh avessero avuto la stessa aspettativa di vita delle moderne società occidentali, è in dubbio che il tasso di cancro sarebbe stato equivalente”.

«L’effetto cancerogeno dell’ambiente sarebbe stato notevolmente minore di quello della moderna società occidentale», hanno concluso Molto e Sheldrick. I risultati dello studio sono stati pubblicati sull’International Journal of Paleopathology.

Fonte: qui

TERRIBILE INCIDENTE IN CINA: L’AUTISTA DI UN AUTOBUS HA PERSO IL CONTROLLO DEL MEZZO PRIMA DELL’INGRESSO IN GALLERIA



IL VEICOLO SI RIBALTA, UNA FIANCATA SI STACCA E I PASSEGGERI VOLANO SULL'ASFALTO 

IMMAGINI VIETATE A UN PUBBLICO IMPRESSIONABILE 


Terribile incidente su una strada di Zhuhai, in Cina: l’autista di un autobus ha perso il controllo del mezzo prima dell’ingresso in galleria. Il bilancio parla di tre morti e sette feriti gravi. Le immagini sono davvero impressionanti.

24 Giugno 2018

Capo Rosneft: “ci sarà un deficit di petrolio”

Il mercato mondiale del petrolio vedrà un deficit nei prossimi dieci anni, è stimato a 700-750 milioni di tonnellate(2 milioni di tonnellate al giorno) di produzione annuale entro il 2025, ha detto il direttore della società Igor Sechin all'assemblea generale annuale degli azionisti di Rosneft.
"Oggi il mercato è unanime riguardo l'opinione che siamo in attesa di una strutturale carenza di petrolio nei prossimi dieci anni: dopo la crescente domanda di petrolio si vedrà un calo della produzione dei giacimenti a causa della riduzione degli investimenti di capitale nel corso degli ultimi cinque anni. La carenza sarà dovuta all'eccesso di domanda rispetto all'offerta stimata a 700-750 milioni di tonnellate di produzione annuale entro il 2025" ha detto.
Secondo Sechin, per Rosneft, che ha una base di risorse di alta qualità, questa situazione rappresenta un'occasione unica per aumentare la quota nel mercato mondiale e per creare un valore aggiunto significativo per gli azionisti. Fonte: qui

TRUMP PREPARA UN ASSIST PER IL GOVERNO ITALIANO, CHE GLI PIACE MOLTO: UNO SCONTO SULLE SPESE DI DIFESA NELLA NATO.

DI QUESTO E ALTRO HA PARLATO IL SUPER-FALCO JOHN BOLTON INCONTRANDO A ROMA GIUSEPPE CONTE, IN VISTA DEL VERTICE PUTIN-TRUMP CHE VI ANTICIPIAMO ESSERE ORMAI CERTO IL 15 LUGLIO A VIENNA, COL PATROCINIO DI KURZ

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

Uno scontone dal creditore zio Sam. L’Italia spende molto nella Difesa e ospita a Napoli una base Nato tra le più importanti, perciò Trump, che al prossimo vertice dell'Alleanza Atlantica tornerà a esigere, e litigare se necessario, sull'adeguamento della quota dei Paesi membri al 2% del pil, potrebbe chiedere proprio a Bruxelles di sottrarre queste spese dalla cifra dovuta dall'Italia . Un grande favore, un assist a un alleato privilegiato, che è sul tavolo delle trattative.
JOHN BOLTON GIUSEPPE CONTEJOHN BOLTON GIUSEPPE CONTE

Che cosa si sono infatti detti il potentissimo John Bolton, esperto sommo di politica internazionale dai tempi di Ronald Reagan, falco dichiarato e raffinato intellettuale, da poco consigliere per la Sicurezza nazionale di Donald Trump, il quale ci ha messo più di un anno per riuscire a prenderlo con sé contro il parere delle colombe repubblicane? Perché Bolton in viaggio verso Mosca per preparare il vertice Putin Trump, che vi anticipiamo essere ormai certo il 15 luglio a Vienna, e dopo essere stato a Londra, che il presidente americano visiterà il 13 luglio, ha pensato bene di sostare anche a Roma?

CONTE PUTIN TRUMPCONTE PUTIN TRUMP

“Felice di aver ricevuto oggi l’ambasciatore John Bolton, Consigliere per la sicurezza americana, con cui abbiamo parlato del prossimo incontro con il presidente Donald Trump. A presto a Washington D.C.”. scrive in un tweet, con foto allegata, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Sicuramente del viaggio del premier italiano a Washington si è anche parlato; sarà entro pochi mesi, come già venuto fuori al vertice del G7 in Canada, ed è un grazioso cadeau di Trump a un governo che gli piace molto. Ma c'è altro.

donald trump giuseppe conteDONALD TRUMP GIUSEPPE CONTE






L'Italia è presidente di turno dell'Osce, l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea che monitora strettamente la situazione in Crimea, origine delle sanzioni alla Russia. Bolton si aspetta che si segua con attenzione senza pregiudizi verso Mosca il dossier, ma nello stesso tempo ha chiesto all'Italia di evitare troppo facili dichiarazioni sul fatto che si debbano togliere subito le sanzioni. Prudenza, vanno usate come strumento di trattativa con Putin.

TRUMP SALVINITRUMP SALVINI
Appena accennato invece, il contenzioso sull'Iran resta sospeso per trattative imminenti.. Sugli Ayatollah Bolton non sente ragione, è più falco di Trump. Il governo per ora si barcamena dopo l'adesione entusiastica del governo Gentiloni e l'irrigidimento delle altre nazioni Ue. Gli Stati Uniti, che hanno abbandonato l'accordo del 2015, sono pronti a sanzioni anche verso i Paesi europei che continuino a commerciare con l'Iran, oltre al fatto che gli affari con le banche americane finirebbero. Perciò una decisione si imporrà.

Con Matteo Salvini, Ministro dell'Interno, l'incontro invece è tutto dedicato al dossier Libia, le cui infiltrazioni terroristiche stanno soprattutto a cuore agli americani nel riassetto del casino mediorientale. Ma c'è anche un messaggio di complimenti da Washington per la nuova linea dura sull'immigrazione e la gestione pulita dell'affare spinoso della nave Aquarius.

Fonte: qui

IL VIAGGIO LAMPO DI SALVINI IN LIBIA HA MOSTRATO CHE SARÀ MOLTO DIFFICILE OTTENERE COLLABORAZIONE NELLA LOTTA AI TRAFFICANTI 

LA RUSPA FUNZIONA CON LE ONG E CON TONINELLI, MA NON CON AL SERRAJ, CHE (PER ORA) È L’UNICO INTERLOCUTORE RICONOSCIUTO DAL VIMINALE 

L’EFFETTO FINALE È QUELLO DI CREARE UNA DIVISIONE SEMPRE PIÙ AMPIA CON GLI ALLEATI DI GOVERNO, CHE…

Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

salvini sull aereo militare verso la libiaSALVINI SULL AEREO MILITARE VERSO LA LIBIA
È una sfida alle Ong ma anche ai 5 Stelle quella che il ministro dell' Interno Matteo Salvini lancia sui salvataggi in mare. Perché quando dice che «Toninelli avrebbe tutto il mio appoggio se ordinasse alla Guardia costiera di non rispondere agli Sos» sembra voler mandare un segnale preciso rispetto a possibili cedimenti sulla linea di fermezza che ha imposto sin dall' arrivo al Viminale.

matteo salvini con il vicepremier libico ahmed maitigMATTEO SALVINI CON IL VICEPREMIER LIBICO AHMED MAITIG







I dubbi del titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli sulla chiusura totale dei porti sono ben noti, tanto che le dichiarazioni di ieri sera del vicepremier Luigi Di Maio sulla possibilità che la «Lifeline» alla fine approdi in Italia sono servite proprio a dargli sostegno. E tanto basta a comprendere che la questione all' interno del governo è ormai ufficialmente aperta. Anche perché Salvini non può non sapere che la Guardia costiera ha l' obbligo di dare seguito alle richieste di aiuto, come previsto dai trattati internazionali, ma anche dal codice penale.

TONINELLITONINELLI
Il viaggio lampo di Salvini a Tripoli ha mostrato quanti ostacoli ci sono per riuscire ad ottenere la collaborazione nella lotta ai trafficanti. Il «no» del vicepresidente Ahmed Maiteeq alla creazione di hotspot in Libia ha fatto comprendere che non basteranno le 20 motovedette promesse e soprattutto che sono molte le parti da soddisfare.

Al momento l' unico interlocutore scelto dal titolare del Viminale «è quello riconosciuto a livello internazionale», vale a dire il premier Fayez Al Serraj: resta fuori - almeno ufficialmente - il generale Khalifa Haftar, fuori anche i capi tribù. E questo certamente avrà un peso nelle trattative. In attesa delle nuove istanze - compresa l' autostrada promessa nel 2013 dall' allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ieri sono tornati a mettere sul piatto del negoziato - il titolare del Viminale decide di alzare ulteriormente i toni sia contro le Ong, sia contro gli Stati europei che non collaborano, Francia in testa.

AL SERRAJAL SERRAJ
Ma l' effetto finale è quello di creare una divisione sempre più ampia con gli alleati di governo. Sulla scelta di far entrare a Pozzallo il mercantile Alexandre Maersk alla fine ha pesato il ruolo avuto dal centro di coordinamento di Roma per le operazioni di soccorso, ma anche il richiamo esplicito del garante per i detenuti Mauro Palma che in una lettera inviata all' ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Guardia costiera, ha sottolineato come i 113 migranti a bordo «si trovano di fatto privati della libertà personale, pur non essendoci ovviamente alcun ordine in tal senso, impugnabile di fronte all' autorità giudiziaria, ai sensi dell' articolo 5 della Convenzione europea per i diritti umani». E poi il fatto che non si trattasse di una Ong.

matteo salvini il ministro dell’interno libico abdulsalam ashourMATTEO SALVINI IL MINISTRO DELL’INTERNO LIBICO ABDULSALAM ASHOUR




Su questo Matteo Salvini continua a mantenere il punto con un intento chiaro: chi si trova in difficoltà in acque internazionali e chiede soccorso deve essere indirizzato a Tripoli, Tunisi o Malta, perché non deve essere il centro di Roma a coordinare le operazioni.

Fonte: qui











L’AUSTRIA FA UNA MEGA ESERCITAZIONE ANTI MIGRANTI AL CONFINE CON LA SLOVENIA: CENTINAIA DI POLIZIOTTI E BLINDATI NELLA CITTÀ DI SPIELFELD PER FAR VEDERE ALL’EUROPA CHE KURZ È PRONTO A TUTTO 
IL MESSAGGIO È RIVOLTO ALLA MERKEL E A SEEHOFER: ECCO COSA SUCCEDERÀ SE CHIUDETE LA FRONTIERA BAVARESE… 

austria esercitazione anti migranti 16AUSTRIA ESERCITAZIONE ANTI MIGRANTI
Il governo di Sebastian Kurz domenica 1 luglio assumerà la presidenza semestrale dell’Unione europea, e ha pensato bene di far capire quali sono le sue intenzioni sui migranti.

La polizia austriaca ha fatto un’esercitazione anti migranti con centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa e veicoli blindati nella città di Spielfeld, al confine con la Slovenia. Ma il vero destinatario del messaggio, come scrive il Daily Mail, è la Germania: se il ministro dell’Interno tedesco Seehofer ha intenzione di andare avanti con la paventata chiusura della frontiera bavarese, allora l’Austria farà lo stesso. E i migranti si troveranno davanti questo.
austria esercitazione anti migranti 2AUSTRIA ESERCITAZIONE ANTI MIGRANTI 2

Sebastian Kurz ha deciso di mostrare i muscoli, dopo aver partecipato al summit del blocco di Visegrad, e la sua posizione potrebbe non dispiacere a Matteo Salvini, che cerca alleati europei dopo la toccata e fuga senza esito in Libia. La crisi dei migranti sta facendo implodere la diplomazia europea e Kurz teme che la crisi di governo tedesca porti alla chiusura del confine meridionale. A quel punto tutti alzerebbero un muro.

austria esercitazione anti migranti 3AUSTRIA ESERCITAZIONE ANTI MIGRANTI




Nessuno vuole i migranti. Non li vuole la Spagna, che aveva mostrato il suo volto caritatevole per la nave Aquarius. Non li vuole Macron, che va dal Papa a invocare la solidarietà ma poi spara a Ventimiglia, non li vuole l’Italia. Da qualche parte però dovranno pur andare. Di certo, è il messaggio di Kurz, non in Austria.

horst seehofer angela merkelHORST SEEHOFER ANGELA MERKEL




In realtà Spielfeld e la frontiera con la Slovenia non sono un luogo di passaggio per i profughi disperati. Ma è perfetto per testare per la prima volta l’unità di protezione dei confini “Puma”. “Vogliamo prepararci a qualsiasi sviluppo e inviare un segnale chiaro che non ci saranno le stesse disattenzioni del 2015”, ha detto il vice cancelliere Heinz Christian Strache.

austria esercitazione anti migranti 5AUSTRIA ESERCITAZIONE ANTI MIGRANTI
Parole che fanno eco a quelle di Kurz, che dopo il summit flop dello scorso fine settimana, e in vista del prossimo Consiglio europeo, ha detto che l’Austria “farà tutto il necessario per difendere i propri confini”.

L’Austria ha suggerito che, se non sarà possibile creare nuovi hotspot in Libia (come sembra) allora i clandestini potrebbero essere dirottati in Albania, per poi essere rimpatriati. “Stiamo lavorando anche con la Danimarca e altri paesi del Nord Europa per risolvere lo stallo”, ha detto Kurz. Ma intanto, i poliziotti sono pronti. È solo un’esercitazione, con dei figuranti. Per ora.

mario kusanek e herbert kicklMARIO KUSANEK E HERBERT KICKLaustria esercitazione anti migranti 17AUSTRIA ESERCITAZIONE ANTI MIGRANTI