9 dicembre forconi: 03/16/18

venerdì 16 marzo 2018

“LA P3 ERA UN’ASSOCIAZIONE SEGRETA” - I GIUDICI DELLA NONA SEZIONE PENALE DI ROMA HANNO CONDANNATO A 6 ANNI E 6 MESI FLAVIO CARBONI

ASSOLTO L'EX SENATORE DENIS VERDINI, CHE PERÒ È STATO CONDANNATO AD UN ANNO E TRE MESI PER FINANZIAMENTO ILLECITO PIÙ IL PAGAMENTO DI UNA MULTA DI 600 MILA EURO


flavio carboniFLAVIO CARBONI
(ANSA) - Per i giudici della nona sezione penale di Roma la P3 fu una associazione segreta. Lo hanno affermato nella sentenza con cui hanno condannato, tra gli altri, a 6 anni e 6 mesi l'uomo d'affari Flavio Carboni. Assolto da questa accusa l'ex senatore Denis Verdini che però è stato condannato ad un anno e tre mesi per finanziamento illecito più il pagamento di una multa di 600mila euro.

I giudici hanno condannato per associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete anche l'imprenditore Arcangelo Martino a 4 anni e nove mesi. Il reato era contestato anche anche per il giudice tributarista Pasquale Lombardi morto il 2 marzo scorso. In totale il tribunale ha inflitto otto condanne. Per i reati non legati all'associazione per delinquere condannato a 10 mesi per diffamazione e violenza privata per l'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino. Inflitti due anni all'ex presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, per il reato di abuso d'ufficio. Per le altre posizioni i giudici hanno riconosciuto una serie di prescrizioni tra cui quella dell'ex governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci.

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Accusa di peculato, sequestrati 150 mila euro all’ex pm Ingroia

Da amministratore unico di Sicilia e Servizi, avrebbe percepito indebitamente rimborsi di viaggio e si sarebbe liquidato un’indennità di risultato sproporzionata rispetto agli utili realizzati

La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 150 mila euro all’ex pm di Palermo Antonio Ingroia nell’ambito dell’inchiesta in cui l’ex magistrato è indagato per peculato. Si tratta di un sequestro per equivalente disposto dal gip su richiesta della Procura del capoluogo. Da amministratore unico di Sicilia e Servizi, società a capitale pubblico che gestisce i servizi informatici della Regione siciliana, Ingroia avrebbe percepito indebitamente rimborsi di viaggio per 34 mila euro e si sarebbe liquidato un’indennità di risultato sproporzionata rispetto agli utili realizzati dalla società: 117 mila euro.

L’indennità

Nella vicenda è coinvolto anche Antonio Chisari, all’epoca dei fatti revisore contabile della società partecipata regionale Sicilia e-Servizi s.p.a. Anche lui come Ingroia è accusato di peculato. Le contestazioni mosse agli indagati nascono dalla natura riconosciuta alla Sicilia e-Servizi s.p.a. di società in house della Regione da cui deriva che entrambi abbiano rivestito la qualifica di incaricato di pubblico servizio. Ingroia, prima liquidatore della società (dal 23 settembre 2013), è stato successivamente nominato amministratore unico dall’assemblea dei soci, carica che ha ricoperto dall’8 aprile 2014 al 4 febbraio 2018. Le indagini hanno consentito di accertare che il 3 luglio 2014 l’ex pm si è autoliquidato circa 117.000 euro a titolo di indennità di risultato per la precedente attività di liquidatore, in aggiunta al compenso omnicomprensivo che gli era stato riconosciuto dall’assemblea, per un importo di 50.000 euro. Per gli investigatori l’autoliquidazione, che ha, di fatto, determinato un abbattimento dell’utile di esercizio del 2013 da 150.000 euro a 33.000 euro, sarebbe stata indebita. La violazione della normativa nazionale e regionale in materia di riconoscimento delle indennità premiali ai manager delle società partecipate dalle pubbliche amministrazioni è stata avallata dal revisore contabile, Chisari, che avrebbe dovuto effettuare verifiche sulla regolarità dell’operazione. Da qui l’inchiesta anche a suo carico.

Le spese per vitto e alloggio

Ingroia, che ora esercita la professione di avvocato e vive a Roma, si sarebbe, inoltre, indebitamente appropriato di ulteriori 34.000 euro, a titolo di rimborso spese sostenute per vitto e alloggio nel 2014 e nel 2015, in occasione delle trasferte a Palermo per svolgere le funzioni di amministratore, nonostante la normativa nazionale e regionale, chiarita da una circolare dell’Assessorato regionale dell’Economia, consentisse agli amministratori di società partecipate residenti fuori sede l’esclusivo rimborso delle spese di viaggio. L’ex pm aveva adottato un regolamento interno alla società che consentiva tale ulteriore indebito rimborso. Anche in questo caso la violazione della normativa è stata avallata dal revisore contabile che risponde di peculato in concorso con l’ex magistrato.

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Roma, se grillina cade nella buca e chiede i danni al Comune

SE TUTTE ‘LE VITTIME’ DELLE VORAGINI DISSEMINATE IN GIRO PER LA CITTÀ FACESSERO CAUSA, ALTRO CHE “BUCO” DI BILANCIO" PER LA RAGGI…

Francesco Curridori per il Giornale

paola giannone
PAOLA GIANNONE
Paola Giannone, aspirante assessora  i lavori pubblici bocciata dal sindaco Raggi in favore di Margherita Gatta, ora fa causa al Comune di Roma.

Ora, come racconta Repubblica Roma, l'architetto è caduta in una buca presente nell’atrio della scuola di via Fabiola sulla Gianicolense dove insegna e si è fratturata il setto nasale. Ha così deciso di citare per danni il Comune, responsabile dell’inesistente manutenzione dell’area esterna all’Istituto.

"Ironia della sorte — dice a Repubblica — l’attivista che voleva fare l’assessora è cascata nella buca. Una mia alunna era davanti a me, non ho visto la buca. Sono finita prima in ambulanza e poi in ospedale. Tutto a causa dell’inesistente manutenzione del manto di asfalto nel cortile della scuola".

raggiRAGGI
La Giannone ha presentato richiesta di risarcimento sia all'Inail sia al XII municipio e ad Assicurazioni di Roma per la scivolata “causata dall’importante disconessione nell’asfalto, dovuta da cattiva manutenzione”, allegando foto e regolare referto medico rilasciato dal pronto soccorso del San Camillo che ha certificato contusioni a una mano, alle ginocchia e una brutta frattura delle ossa del naso. "Si stanno defilando tutti — conclude la Giannone — e guarda un po’ anche le Assicurazioni di Roma che coprono il Comune. Il danno si aggira sui 40 mila euro. Se moltiplicato per tutti gli infortunati che cadono a causa delle voragini disseminate in giro per la città, altro che “buco” di bilancio".