9 dicembre forconi: 07/16/18

lunedì 16 luglio 2018

UN VENTOTTENNE AVEVA INTESTATE PIÙ AUTOMOBILI CHE UNA CONCESSIONARIA

 
PER UNA DECINA DI EURO A PRATICA SI FACEVA INTESTARE LE VETTURE DI SODALIZI CRIMINALI DI MEZZA EUROPA - NE AVEVA IN CARICO 386 PER UN VALORE DI OLTRE 3 MILIONI DI EURO 

LE AUTO USATE PER TRUFFE, FURTI, RAPINE E TRAFFICI CON STUPEFACENTI GIRAVANO PER TUTTA L'ITALIA, GERMANIA, SPAGNA, FRANCIA, UNGHERIA, BULGARIA, ROMANIA E SVIZZERA



AUTOAUTO
I carabinieri stanno eseguendo, su disposizione del Tribunale di Milano, il sequestro preventivo di 386 veicoli, del valore di circa 3 milioni di euro, intestati ad una "testa di legno" e usati da criminali per compiere truffe, furti, rapine e spaccio di droga.

I sequestri delle auto stanno avvenendo in vari paesi europei, eseguiti con la collaborazione di diverse polizie straniere. Il prestanome è stato denunciato per falsità ideologica continuata del pubblico ufficiale per errore determinato dall'altrui inganno.
CARABINIERICARABINIERI



L'attività investigativa (denominata "Ghost cars") nasce a seguito di accertamenti svolti su alcune auto utilizzate per commettere reati in danno di anziani e fasce deboli nella provincia veneziana ed ha permesso ai carabinieri di accertare come le stesse venissero utilizzate anche per commettere furti, borseggi, rapine, spaccio di stupefacenti e truffe alle assicurazioni in Italia e all'estero.

Per il momento l'unico indagato è un italiano di 28 anni a cui erano intestate tutte le auto oggetto del sequestro che ha sinora interessato le province di Milano, Reggio Emilia, Pistoia, Pavia, Parma, Venezia, Firenze, Torino, Massa Carrara, Como, Bologna e, grazie alla cooperazione internazionale attivata tramite Europol, 25 autovetture sono state sequestrate in Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Svizzera.
CAMION TRASPORTO AUTOCAMION TRASPORTO AUTO

È stato inoltre verificato accertato che l'indagato, in cambio di poche decine di euro, si prestava a fungere da "testa di legno", intestandosi le autovetture attraverso agenzie di pratiche auto della provincia di Milano (da qui il provvedimento da parte dell'autorità giudiziaria meneghina), che venivano utilizzate perlopiù da soggetti romeni di etnia Rom o nordafricani con precedenti penali o di polizia.

L'attività, rileva l'Arma, assume significativa importanza poiché colpisce un gran numero di gruppi criminali privandoli dei mezzi necessari ai loro spostamenti in totale anonimato in Italia ed Europa, molti dei quali risultati essere auto di grossa cilindrata riferibili alle più note case automobilistiche di pregio.

Fonte: qui

TRUMP CONTRO IL RESTO DEL MONDO

RUSSIA, UNIONE EUROPEA E CINA SONO ‘’NEMICI’’ DEGLI STATI UNITI 

CREDO CHE L'UNIONE EUROPEA SIA UN NEMICO, PER QUELLO CHE FA A LIVELLO COMMERCIALE’’ 

TRUMP HA RIBADITO DI AVERE “UN GROSSO PROBLEMA CON LA GERMANIA” 

IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO DONALD TUSK RISPONDE: ‘CHI DICE CHE SIAMO NEMICI DIFFONDE FAKE NEWS’’


trump merkelTRUMP MERKEL
Trump contro il resto del mondo. Russia, Unione europea e Cina sono «nemici» degli Stati Uniti. Lo ha affermato il presidente americano Donald Trump in un'intervista all'emittente statunitense Cbs. «Penso che abbiamo molti nemici, credo che l'Unione europea sia un nemico, per quello che fa a livello commerciale. Ora, non penseresti all'Unione europea, ma è un nemico», ha detto dal suo resort golfistico di Turnberr, in Scozia.

Secondo il leader Usa, che oggi incontrerà l'omologo russo Vladimir Putin, a Helsinki, anche «la Russia è un nemico per certi aspetti, la Cina è un nemico economicamente, certamente sono nemici, ma questo non significa che siano cattivi. Non significa niente, significa che sono competitivi».

TRUMP TUSKTRUMP TUSK
Trump ha quindi ribadito di avere «un grosso problema con la Germania». Riferendosi all'accordo fatto con la Russia sul gasdotto o Nord Stream 2, il leader Usa ha sottolineato che «c'è molta rabbia per il fatto che la Germania paghi miliardi di dollari alla Russia». «Penso anche che sia una brutta cosa, stanno sventolando una bandiera bianca?», ha aggiunto.

DONALD TRUMP SEIN KAMPFDONALD TRUMP SEIN KAMPF


Intanto l'Air Force One del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è partito ieri da Glasgow, in Scozia, diretto in Finlandia dove è in programma oggi l'atteso faccia a faccia con il leader russo Vladimir Putin.

«L'America e l'Ue sono i migliori amici. Chi dice che siamo nemici diffonde fake news». Il presidente del Parlamento europeo Donald Tusk risponde così su twitter alle parole del presidente Usa, Donald Trump. Fonte: qui

DA CHE PARTE STA TRIA? O CON GLI ITALIANI O CON LA UE?

SCONTRO APERTO TRA DI MAIO E IL MINISTRO DELL'ECONOMIA. I GRILLINI NON SI SENTONO PIÙ GARANTITI, SOPRATTUTTO IN VISTA DELLA BATTAGLIA PER IL VARO DEL REDDITO DI CITTADINANZA 

TRIA TROPPO PRONTO AD ASCOLTARE BRUXELLES (E MATTARELLA)

Roberto Giovannini, Ilario Lombardo per La Stampa

«O Tria sta con il nostro governo o è contro l' Italia». La frase, intercettata in molteplici sfoghi tra Luigi Di Maio e diversi sottosegretari grillini, svela come il nuovo approccio «sovranista» alla Matteo Salvini stia dilagando fino ai vertici del Movimento Cinque Stelle. E in questa convinzione il ministro del Lavoro, leader del M5S, ha trovato una forte spalla nel sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, sempre più sospettoso nei confronti degli ambienti del ministero dell' Economia e di Banca d' Italia, dove, ne è convinto, si muovono forze che vogliono contrastare il «governo del cambiamento». 
DRAGHI TRIADRAGHI TRIA

È un sovranismo che nasconde un nazionalismo di fatto, e che vuole costringere i ministri non allineati a «difendere il governo e gli interessi italiani». Cominciando dall' evitare critiche e prese di distanza.

Le frizioni tra il capo politico dei Cinque Stelle e il ministro dell' Economia Giovanni Tria sembrano a un passo dallo scontro aperto. A quanto risulta, Di Maio non si sente più garantito dall' economista di Tor Vergata , soprattutto in vista della battaglia campale per il varo del reddito di cittadinanza. Si fa strada l' impressione che Tria sia troppo pronto ad ascoltare le indicazioni che arrivano da Bruxelles.

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTELUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE
Che si preoccupi eccessivamente del rispetto delle compatibilità economiche, specie per quanto riguarda le coperture finanziarie ai molti ambiziosi progetti di spesa.
Altro capitolo, la situazione del viceministro dell' Economia Laura Castelli. È stata spedita al ministero per osservare da vicino le mosse del ministro, e per far pesare le indicazioni politiche del vicepremier Di Maio. 

A un mese e mezzo dal giuramento dell' Esecutivo, però, né Castelli né l' altro viceministro leghista Massimo Garavaglia hanno ricevute delle deleghe operative, indispensabili per poter esercitare una qualunque azione concreta. Su due giornali è stata riportato uno sfogo pesantissimo di Castelli contro Tria («Io questo lo asfalto»). Frase smentita come «pura invenzione», ma certamente è plausibile che la deputata torinese di M5S - che per ora resta sottosegretario - non sia molto contenta della situazione.

E poi c' è il caso Cdp. Di Maio e Salvini si erano già messi d' accordo: alla guida operativa della Cassa Depositi e Prestiti ci sarebbe andato come amministratore delegato Marcello Sala, monzese, considerato vicino alla Lega, già curatore fallimentare di Euronord Holding, la società nata dalle ceneri della banca leghista Credieuronord fallita nel 2004. 

LAURA CASTELLILAURA CASTELLI
In cambio ai Cinque Stelle sarebbe stata data la direzione generale di Cdp, promuovendo l' attuale direttore finanziario Fabrizio Palermo, gradito a Di Maio. E in più nella poltronissima di Direttore Generale del Tesoro sarebbe arrivata un' altra personalità «bollinata» dal ministro dello Sviluppo economico: l' attuale direttore generale di Mediobanca Antonio Guglielmi. 

Una intesa fatta saltare proprio dal ministro Tria, che per la poltrona più importante di Via Venti Settembre punta su Alessandro Rivera, attuale dirigente generale della Direzione del Tesoro. Rivera, però, non va bene né a Di Maio né a Giorgetti: è troppo in continuità con la gestione Padoan. E insospettisce anche il fatto che molte persone che facevano parte dello staff di Pier Carlo Padoan (o da lui nominate) continuino a vari livelli a ricoprire ruoli significativi. A cominciare dal Ragioniere Generale dello Stato Daniele Franco. Persone che pesano, e che condizionano secondo Di Maio e Giorgetti le decisioni di Tria.

Nella giornata di ieri tutti questi nodi sono venuti al pettine, sfruttando l' incidente di un «numeretto» tirato fuori per la prima volta dall' Inps, e poi finito nella relazione tecnica ufficiale del provvedimento che modifica i contratti a termine. Di Maio ha più volte ripetuto di non aver citato né il Mef, né la Ragioneria, né l' ex ministro del Pd. È vero: non lo ha fatto lui, ma lo ha fatto facendo filtrare informalmente dei virgolettati diramati utilizzando i canali tradizionali e «ufficiosi» del M5S.

DI MAIO CONTE GIORGETTIDI MAIO CONTE GIORGETTI
Un chiaro messaggio inviato al ministro Tria. Così come è un messaggio anche una frase pronunciata a Matera dal vicepremier durante un comizio: «È stato chiaramente un colpo basso - ha detto Di Maio - ci hanno voluto dare il "benvenuto" come governo, e ci dovremo aspettare molto di più». Ministro avvisato, mezzo salvato. O mezzo silurato.

Fonte: qui

È UN CITTADINO MAROCCHINO L'ASSASSINO DI SABRINA MALIPIERO, LA 52ENNE UCCISA CON UNA COLTELLATA ALLA GOLA, NELLA SUA CASA A PESARO

GLI INVESTIGATORI SONO RISALITI ALL'UOMO TRAMITE I CONTATTI TELEFONICI DEL CELLULARE DELLA VITTIMA 
IL MAROCCHINO È GIÀ NOTO ALL'ANTIDROGA, AVREBBE FREQUENTATO SPESSO LA CASA DI SABRINA MALIPIERO...


È un cittadino marocchino ultratrentenne l'assassino di Sabrina Malipiero, la 52enne uccisa con una coltellata alla gola, nella sua casa in via Pantano a Pesaro. L'uomo, uno della decina di persone su cui si erano focalizzate le indagini nelle ultime ore, è stato sentito contemporaneamente agli altri e ha negato per tutta la notte. Solo stamane ha confessato davanti al pm Silvia Cecchi e agli investigatori della Squadra Mobile pesarese.
sabrina malipiero omicidio pesaroSABRINA MALIPIERO OMICIDIO PESARO

Gli investigatori sono risaliti all'uomo tramite i contatti telefonici del cellulare della vittima, selezionando quelli più frequenti negli ultimi dieci giorni, a parte i familiari e gli amici più stretti. Il marocchino è già noto alla forze di polizia, in particolare all'antidroga della Questura di Pesaro Urbino, ma non ha condanne a suo carico. Secondo le prime informazioni avrebbe frequentato spesso la casa di Sabrina Malipiero, la donna gli aveva aperto la porta di casa senza problemi. 
sabrina malipiero omicidio pesaroSABRINA MALIPIERO OMICIDIO PESARO

Poi, una volta dentro, un brutale pestaggio e una o due coltellate alla gola, una delle quali ha raggiunto la 52enne, commessa in un supermercato e madre di due figli grandi, da tempo separata dal marito, alla giugulare, provocandone la morte per dissanguamento. L'uomo è poi fuggito con la Daewoo Matiz nera della vittima, trovata ieri sera in un'altra parte della città. Un omicidio per futili motivi, secondo gli inquirenti. Fonte: qui

SALVINI: "BOERI SI DIMETTA"

SCONTRO SENZA PRECEDENTI CON L'INPS E CON IL SUO PRESIDENTE, TITO BOERI, REO DI AVERE TRASMESSO UNA RELAZIONE 'PRIVA DI BASI SCIENTIFICHE' E, DI FATTO, ANCHE LA STESSA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO CHE HA BOLLINATO UNA RELAZIONE TECNICA CHE RIPRENDE IN TOTO LE STIME DELL'INPS"

IL SISTEMA E' INIQUO E NON ABBIAMO BISOGNO DI PERSONAGGI CHE PONTIFICANO SUL NULLA E MANTENGONO UN "STATUS QUO" INSOSTENIBILE DAGLI ITALIANI
 

C' E' NINO GALLONI CHE PUO' FARE CERTAMENTE MEGLIO DI TITO BOERI

II ministri dell'Economia e dello Sviluppo provano a dimostrare l'unità del governo, dopo le accuse di ieri per la presunta manomissione della relazione tecnica. In una nota scaricano in pratica la responsabilità sull'Istituto di previdenza. Provocando la reazione del suo presidente che parla di "negazionismo economico". E finisce di nuovo nel mirino del leader leghista

INPSINPS
Il governo prova a correre ai ripari rispetto al pasticcio del decreto dignità, con l'accusa di complotto lanciata ieri dal vicepremier Luigi Di Maio. Pomo della discordia, la stima di 8mila posti di lavoro persi all'anno inserita nella relazione tecnica. Di Maio e il ministro dell'Economia Giovanni Tria rispondono alle accuse con un comunicato congiunto. Che provoca però uno scontro senza precedenti con l'Inps e con il suo presidente, Tito Boeri.

DI MAIO E TRIA: "CERCHEREMO LA MANINA"
francia croazia salvini di matteo blancFRANCIA CROAZIA SALVINI DI MATTEO BLANC
Nella nota congiunta si afferma che nessuna accusa è stata mai formulata né contro il Mef né contro la Ragioneria ma si garantisce che sarà trovata la 'manina' che sta cercando di sabotare la legge-simbolo del M5s. E si scarica tutta la responsabilità sull'Inps. "Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio - si legge nella nota congiunta con Tria - non ha mai accusato né il ministero dell'Economia e delle Finanze né la Ragioneria Generale dello Stato di alcun intervento nella predisposizione della relazione tecnica al decreto dignità.
RAGIONERIA DELLO STATORAGIONERIA DELLO STATO

Certamente, però, bisogna capire da dove provenga quella 'manina' che, si ribadisce, non va ricercata nell'ambito del Mef". Nel comunicato si precisa poi che "in merito alla relazione tecnica che accompagna il Dl Dignità, il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ritiene che le stime di fonte Inps sugli effetti delle disposizioni relative ai contratti di lavoro contenute nel decreto siano prive di basi scientifiche e in quanto tali discutibili".

BOERI: "NEGAZIONISMO ECONOMICO"
DE BENEDETTI TITO BOERIDE BENEDETTI TITO BOERI
La reazione del presidente Tito Boeri non si fa attendere: "È un attacco senza precedenti alla credibilità di due istituzioni nevralgiche per la tenuta dei conti pubblici nel nostro paese e in grado di offrire supporto informativo alle scelte del Parlamento e all'opinione pubblica", dice Boeri. "Nel mirino l'Inps, reo di avere trasmesso una relazione 'priva di basi scientifiche' e, di fatto, anche la stessa Ragioneria Generale dello Stato che ha bollinato una relazione tecnica che riprende in toto le stime dell'Inps". "Quanto al merito - aggiunge Boeri - siamo al negazionismo economico".

SALVINI: "BOERI SI DIMETTA"
Matteo Salvini non si lascia sfuggire l'occasione per sferrare l'ennesimo attacco contro Tito Boeri. Parla da Mosca, prima ancora dell'intervento di Boeri. "Il presidente dell'Inps continua a dire che la legge Fornero non si tocca, che gli immigrati ci servono perché ci pagano le pensioni, che questo decreto crea disoccupazione", dice.

matteo salvini luigi di maioMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
E poi ne chiede sostanzialmente le dimissioni: "In un mondo normale se non sei d'accordo con niente delle linee politiche, economiche e culturali di un governo e tu rappresenti politicamente, perché il presidente dell'Inps fa politica, un altro modo di vedere il futuro, ti dimetti(CACCIALO!)".

L'obiettivo che Salvini persegue da settimane con attacchi ripetuti. Al leader leghista Boeri sceglie di rispondere utilizzando una frase già pronunciata in un precedente botta e risposta: "Consapevoli dell'incertezza che circonda le stime svolgeremo, come sempre, il monitoraggio attento, che peraltro la legge ci richiede. Ma sin d'ora, di fronte a questi nuovi attacchi - e a quelli ulteriori del ministro Salvini - non posso che ribadire che i dati non si fanno intimidire". E Salvini, twittando dallo stadio durante Francia-Croazia, rincara la dose.

INPS BOERIINPS BOERI
@matteosalvinimi
 Il presidente #Inps, nominato da #Renzi, continua a ripetere che la legge #Fornero non si  può toccare e che gli immigrati pagano le pensioni degli italiani.
Io penso che sbagli e che si dovrebbe dimettere.

FORZA ITALIA: "5STELLE INCAPACI DI GOVERNARE"
I deputati forzisti criticano duramente invece il vicepremier pentastellato. La capogruppo azzurra alla Camera Maria Stella Gelmini scrive infatti su Twitter: "È lampante: Il movimento cinque stelle è incapace di governare. Il primo provvedimento, il decreto dignità, è pieno di errori e la sua relazione tecnica smaschera gli effetti recessivi che avrà sulla nostra economia. Luigi Di Maio grida al complotto ma dovrebbe fare mea culpa. La Lega si svegli".

GELMINI - BERLUSCONI - BERNINIGELMINI - BERLUSCONI - BERNINI
Le fa eco il deputato forzista Alessandro Cattaneo, che su Facebook commenta facendo riferimento anche alla proposta di chiudere i negozi nei giorni festivi e all'annuncio di voler bloccare il Ceta, l'accordo commerciale con il Canada: "#DiMaio l'unico complotto è averti fatto ministro. Facciamo due conti: la Ragioneria generale dello Stato scrive che il #decretodignità farà perdere più di 80.000 posti di lavoro con un costo per le casse dello Stato di oltre 840 milioni. In più la misura di chiusura dei negozi nei festivi mette a rischio 400 mila posti di lavoro (per un fatturato di circa 20 mld di euro). Per non dimenticare l'accordo #CETA che Di Maio vuole affossare ma che in poco più di sei mesi ha fatto aumentare l'export dell'Italia verso il Canada dell'11%".

Al coro di critiche si unisce anche Unimpresa, l'associazione che rappresenta la micro-imprenditoria: 'Il ministro Luigi Di Maio ha mosso una accusa gravissima, senza precedenti: deve immediatamente chiarire chi, a suo giudizio e secondo le informazioni in suo possesso, ha modificato la relazione tecnica al decreto dignità, inserendo informazioni false", chiede la presidente Giovanna Ferrara, in una nota. "Manomettere un testo ufficiale non è come modificare una pagina di appunti", aggiunge. E conclude: "Intervenire su documenti di quel tipo non è possibile dall'esterno dell'amministrazione e delle istituzioni: chi ha in mente il ministro quando parla di lobby?".

Fonte: qui