9 dicembre forconi: 08/17/18

venerdì 17 agosto 2018

GENOVA: CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO




16 MESI PRIMA DEL CROLLO DEL PONTE LA SOCIETÀ AUTOSTRADE SAPEVA CHE I TIRANTI AVREBBERO POTUTO CORRODERSI, TANTO CHE ALMENO DA FINE 2016 STAVA PROGETTANDO UN MAXI-RESTAURO STRAORDINARIO MA RASSICURAVA LA REGIONE LIGURIA SUL FATTO CHE “NON C'ERA ALCUNA PROBLEMATICA STRUTTURALE O INFRASTRUTTURALE” 
IGNORATI I DOSSIER DEL POLITECNICO DI MILANO: "PILONI DEFORMI E CAVI OSSIDATI"


"NON C' È PERICOLO" LE RASSICURAZIONI PRIMA DEL DISASTRO
Roberto Sculli e Matteo Indice per “la Stampa”
Nota: al secondo 34 del video si nota una crepa abbastanza evidente sulla corsia di destra parallelamente alla direzione di marcia del veicolo.


CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
I cavi si stavano ossidando e i piloni cedevano da anni. Autostrade era stata messa in allerta nel 2001 da un dossier universitario, mentre una consulenza del novembre 2017 avrebbe ulteriormente alimentato le preoccupazioni (come spiegato dall' articolo qui sotto). Ma la società preferì rischiare e rassicurò nero su bianco la cittadinanza: nel 2014 e soprattutto nel 2017, con due documenti di cui si può oggi dare conto.
Nel frattempo l'esame dei primi video conferma il cedimento dei tiranti come probabile causa dello scempio, mentre la Procura è pronta a contestare l' omicidio stradale plurimo, oltre al disastro e all' attentato alla sicurezza dei trasporti già formalizzati nelle ultime ore.
Il carteggio più illuminante di ciò che sta dietro l'apocalisse di Genova ha una data precisa, 21 marzo 2017.
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Otto giorni prima il consigliere regionale d' opposizione Raffaella Paita (Pd), dato il dilatarsi dei tempi nella realizzazione della Gronda - la bretella che permetterebbe di dribblare il nodo genovese-, e il conseguente sovraccarico del ponte Morandi, chiede al presidente del consiglio regionale Roberto Bruzzone (Lega) e all'assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone (Forza Italia) di ottenere lumi da Autostrade sulle continue ristrutturazioni alle quali è sottoposto il manufatto, «considerato il particolare contesto urbano in cui è collocato, tale da richiedere assoluta garanzia di sicurezza».
Il tema è urgentissimo e Giampedrone si muove, ripresentandosi in aula a poco più d'una settimana: «Ho sentito personalmente - fa mettere a verbale - Stefano Marigliani (ingegnere e direttore di tronco per Autostrade, ndr ), mi ha comunicato che il viadotto al momento non presenta alcun problema di carattere strutturale e quelle attuali sono opere manutentive ordinarie, mentre sono in corso di progettazione due interventi strutturali da realizzarsi nel 2018, che consisteranno nel rifacimento degli stralli (nome tecnico dei tiranti, ndr ) e impalcati per il rafforzamento (sono proprio le parti che hanno ceduto, ndr ).
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
L'ingegner Marigliani mi ha pregato di riportare questa conversazione informale e tutto verrà inoltrato con una risposta scritta» (che in realtà non è mai arrivata, ndr ). 

In pratica: 16 mesi prima del collasso la società sa che i tiranti potrebbero corrodersi, tanto che almeno da fine 2016 sta progettando un maxi-restauro straordinario «per il 2018», ma rassicura la Regione sul fatto che «non c' è alcuna problematica strutturale o infrastrutturale».
A novembre 2017 riceve una nuova consulenza allarmante dal Politecnico di Milano, ma non fa altro che circoscrivere la procedura del bando organizzando una più snella gara «ristretta», per partire subito dopo l' estate e finire in 784 giorni (quindi nel 2021 e non nel 2018).
Nessun' altra dichiarazione d' emergenza e nessun blocco parziale del transito sul ponte. Pochi anni prima, 27 novembre 2014, era stato invece il dirigente di Autostrade Alberto Selleri a confortare il Comune in una seduta pubblica del consiglio: «Autostrade ha la concessione sul Ponte Morandi fino al 2038 e deve ridare l' opera in perfette condizioni di manutenzione. Questi interventi verranno eseguiti sperando di causare meno problemi possibili al traffico».
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
IGNORATI I DOSSIER DELL' UNIVERSITÀ "PILONI DEFORMI E CAVI OSSIDATI"
Roberto Sculli e Matteo Indice per “la Stampa”
Il Politecnico di Milano, ingaggiato come consulente da Autostrade per l' Italia, a metà novembre 2017 segnalò un' allarmante disparità di tenuta fra i tiranti che martedì hanno con ogni probabilità ceduto: «È probabile - precisavano gli ingegneri e docenti Carmelo Gentile e Antonello Ruccolo, in una relazione riservata consegnata alla società - che le differenze siano riconducibili a una diversa pre-sollecitazione generata, ad esempio, da fenomeni di corrosione nei cavi secondari, difetti di iniezione, ecc... in particolare gli «stralli» (nome tecnico di ciò che in maniera più generica può definirsi «tirante», ndr ) del sistema numero 9 (uno di quelli crollati, ndr ) si presentano con deformata modale non del tutto conforme alle attese e certamente meritevole di approfondimenti teorico-sperimentali».
Genova, le case di via Walter Fillak, sotto il ponte crollatoGENOVA, LE CASE DI VIA WALTER FILLAK, SOTTO IL PONTE CROLLATO
Il report ricevuto da Autostrade nove mesi fa chiudeva un cerchio d' inquietanti consulenze universitarie che si era aperto tra il 2001 e il 2003. Quando la facoltà di Architettura di Genova realizzò un particolare approfondimento sempre sulle caratteristiche degli stralli, anima in metallo circondata da calcestruzzo, i bracci che scendono dalla sommità dei piloni a disegnare una "V" rovesciata e dovrebbero reggere il piano su cui corrono i mezzi.
Genova, le case di via Walter Fillak, sotto il ponte crollatoGENOVA, LE CASE DI VIA WALTER FILLAK, SOTTO IL PONTE CROLLATO
Giovanna Franco, tuttora in servizio all' ateneo del capoluogo ligure, premetteva nel dossier trasmesso pure ad Autostrade che quel tipo di sostegno aveva manifestato da subito (il ponte fu inaugurato nel 1967) «difetti dovuti alla particolare aggressività dell' ambiente esterno, per la presenza di aerosol marino e d' inquinanti gassosi industriali». È vero che per un trentennio si andò avanti con interventi tampone, ma negli Anni 90 ci si rende conto che la guaina in calcestruzzo impedisce di vedere dentro. E ci si concentra in primis sull' ispezione dei tiranti più vicini al centro di Genova (quelli che hanno retto, ndr).
«La mappatura condotta con elettrodi posti sulla superficie dello strallo ha permesso di valutare il probabile stato di corrosione delle armature al suo interno». E quando finalmente si entra, è uno choc (siamo sempre negli Anni 90): «Le esplorazioni con endoscopio hanno messo in luce il grave stato di ossidazione dei cavi interni: numerosi trefoli (le singole "fibre") erano tranciati o fortemente ossidati, altri erano visibilmente rilasciati lasciando supporre una loro rottura a valle».
Vigili del fuoco al lavoro sulle macerie del ponte Morandi crollato a GenovaVIGILI DEL FUOCO AL LAVORO SULLE MACERIE DEL PONTE MORANDI CROLLATO A GENOVA
Si corre ai ripari con un massiccio rinforzo coordinato da un consulente, Francesco Pisani, ingegnere oggi ottantenne che in precedenza aveva partecipato alla progettazione del viadotto: «Mi chiesero d' intervenire solo sulla campata verso levante (quella che ha ceduto è invece tutta a ponente, ndr ), dicendo che le altre due erano in condizioni accettabili e sarebbero state controllate con attenzione».
Crolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVA
Nessuno ci ha tuttavia guardato dentro, perlomeno di recente, come si fece nel segmento ristrutturato, sebbene il Politecnico di Milano a novembre 2017 studiando solo la risposta alle sollecitazioni, avesse detto che qualcosa non quadrava. Non è bastato per bloccare la circolazione
Ma evidentemente si era materializzato un deterioriamento analogo a ciò che molto prima si era scoperto sui tiranti all' estremità opposta del viadotto. Fonte: qui
Crolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVA

CONVALIDATO IL SEQUESTRO DI 5 MILIONI DI EURO ALL'EX GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA, ROBERTO FORMIGONI

IL MOTIVO? IL "GRAVISSIMO SISTEMA ILLECITO DI STORNO DI DENARI PUBBLICI A FINI PRIVATI" CHE HA TROVATO "AMPI RISCONTRI, OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO" NELLE INDAGINI SUL CASO MAUGERI  

roberto formigoni (1)ROBERTO FORMIGONI
A dare l'ok è stato il giudice Vito Tenore con un provvedimento depositato la vigilia di Ferragosto e nel quale si accoglie la ricostruzione dei pm Antonino Grasso e Alessandro Napoli, guidati da Salvatore Pilato, che hanno contestato ai principali protagonisti della vicenda giudiziaria un danno erariale di circa 60 milioni di euro e, di conseguenza, hanno firmato provvedimenti cautelari bloccando le quote del presunto profitto realizzate da ciascuno per un totale di 30 milioni.

FONDAZIONE SALVATORE MAUGERIFONDAZIONE SALVATORE MAUGERI
In sede penale per la stessa vicenda che riguarda le tangenti nella sanità, Formigoni è già stato condannato a sei anni in primo grado, il prossimo 19 settembre è attesa la sentenza d'Appello. Quando nel mese di giugno uscì la notizia del sequestro preventivo, l'ex governatore, interpellato dai giornalisti, definì la notizia una 'fake news': "Nulla posseggo - disse all'epoca - tutto quanto possedevo (poco in realtà) mi è stato già sequestrato da anni, per ordine della magistratura".

PIERO DACCO'PIERO DACCO'
Come si legge nel provvedimento di convalida del sequestro conservativo milionario, si legge che c'è un "numero poderoso di riscontri probatori" che testimoniano un "danno erariale" dato dai "plurimi fatti corruttivi posti in essere dal 2006 al 2011 dai vertici della fondazione Maugeri (...) nei confronti di Formigoni", tramite Daccò e Simone, "per ottenere, con interferenze nel procedimento decisorio, più rilevanti finanziamenti pubblici regionali (rispetto a quelli dovuti per servizi innegabilmente resi dalla clinica Maugeri come riconosciuto anche in sede penale) e sviando inoltre poderose somme di denari pubblici - prosegue il giudice in un passaggio dell'atto datato 14 agosto - destinati ai fini di rilevante e basilare interesse sociale (cure mediche)".

formigoniFORMIGONI
Il giudice, che sposa in pieno la ricostruzione delle sentenze penali, ha ribadito che Formigoni, indicato come "pubblico ufficiale corrotto", avrebbe percepito "rilevantissime utilità, per oltre 5 milioni di euro", in viaggi, vacanze, ristoranti, alberghi, l'uso della villa in Costa Smeralda e così via, in cambio di interventi e atti amministrativi regionali "ispirati a una logica di evidente favoritismo" nei confronti della fondazione con sede a Pavia. Vicende queste che "non sono state plausibilmente smentite dal Formigoni fornendo spiegazioni alternative (...) ai fatti, specie con riguardo alle enormi ed anomale utilità ricevute".

Fonte: qui

SETTE GIORNI FA IL SINDACO DI BEIDA, IN LIBIA, AVEVA SEGNALATO ALLE AUTORITA’ LA PERICOLOSITÀ DEL PONTE DI WADI AL KUF, STRUTTURA GEMELLA DI QUELLA DI GENOVA: "CI RITENIAMO ASSOLTI DA OGNI RESPONSABILITÀ IN CASO DI UNA TRAGEDIA E DIO NON VOGLIA CHE ACCADA..."

Brahim Maarad per https://www.agi.it
PONTE WADI AL KUF IN LIBIAPONTE WADI AL KUF IN LIBIA
Sette giorni fa il sindaco di Beida, nel nord-est della Libia, scriveva al governo di Tripoli per segnalare la pericolosità e il rischio imminente di crollo del ponte sul Wadi al-Kuf, il gemello del Morandi di Genova.
"La struttura è in condizioni pessime, le crepe aumentano e diverse parti in acciaio sono mancanti. Abbiamo chiesto un urgente intervento di manutenzione alla società italiana e con questa nostra comunicazione ci riteniamo assolti da ogni responsabilità in caso di una tragedia e Dio non voglia che accada".
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Così il primo cittadino Ali Houssein Mohamed Abu Bakar in una lettera, datata 8 agosto 2018, e indirizzata al governo. Una delegazione municipale ha fatto l'ultimo sopralluogo cinque giorni fa. La circolazione dei mezzi pesanti sul ponte, lungo 477 metri, è vietata già da tempo.
Il ponte sul Wadi al Kuf, progettato da Riccardo Morandi, è stato costruito tra il 1967 e il 1971. Si trova a Gebel el-Achdar e collega le città di Beida e al-Marj. Il 26 ottobre dell'anno scorso era stato completamente chiuso al traffico a causa del deterioramento della struttura. Fonte: qui
ponte sul wadi al kuf di riccardo morandiPONTE SUL WADI AL KUF DI RICCARDO MORANDICROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA

LUCIA ANNUNZIATA CONTRO IL GARANTISTA MENTANA: ''LA REVOCA DELLA CONCESSIONE VA PROBABILMENTE CONTRO LO STATO DI DIRITTO. MA È DIFFICILE DIFENDERE I DIRITTI DI QUALCUNO CHE NON RISPETTA I DIRITTI DI TUTTI. DOVE E' LA CELEBERRIMA E IPERCOMUNICATIVA FAMIGLIA BENETTON? IN TRE GIORNI DI DOLORE E DISCUSSIONI, NON CI HANNO MAI MESSO LA FACCIA, NON SI SONO ASSUNTI NEMMENO LA RESPONSABILITÀ MORALE"

"GENOVA È LA PERFETTA RAPPRESENTAZIONE DI TUTTE LE RAGIONI DELLA RIVOLTA ELETTORALE CHE HA DATO LA STRAGRANDE VITTORIA AL POPULISMO''
Lucia Annunziata da huffingtonpost.it
lucia annunziata in mezz oraLUCIA ANNUNZIATA IN MEZZ ORA
Non sappiamo se Atlantia, azienda di proprietà del gruppo Benetton abbia un cuore, come suggeriva ieri sul Corriere della Sera Massimo Gramellini, ma se ce l'ha è certamente quello del coniglio. Dopo il primo smemorato intervento delle 13,39 in cui, a un'Italia con le mani nei capelli per l'orrore, Atlantia forniva un comunicatino senza un parola sulle vittime, la società dei Benetton non ha mai smesso di fuggire da ogni umana emozione, ma anche da ogni assunzione di responsabilità morale.
gilberto benettonGILBERTO BENETTON
Capiamo che nessuna azienda si prenderebbe mai la responsabilità diretta di un grave disastro, capiamo il terrore, l'autodifesa, gli avvocati. Ma qui si tratta di una reazione che fin dal primo momento, e ancora fino ad oggi, è segnata dalla fuga dalla realtà. Dove sono il Presidente Fabio Cerchiai, l'AD Giovanni Castellucci, i responsabili della comunicazione, o i proprietari, la celeberrima e ipercomunicativa Famiglia Benetton? In tre giorni di dolore e discussioni, Atlantia non ci ha mai messo la faccia – tranne che con il funzionario di zona, il responsabile del tronco di Genova.
TOSCANI BENETTONTOSCANI BENETTONautostrade benettonAUTOSTRADE BENETTON
Le prime ore dopo la tragedia sono forse le più dolorose da digerire per chi stava in quelle ore incollato alle immagini, in attesa di sapere che proporzioni avesse quell'apocalisse. Nel comunicato delle 13.39 che abbiamo appena citato, il crollo è derubricata a una vicenda locale: " I lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova". Alle 14.10 l'Ad della società Autostrade Giovanni Castellucci così risponde al giornalista del Gr1 che gli fa notare che da anni si diceva che il ponte fosse pericoloso: "Non mi risulta ma se lei ha della documentazione me la mandi. In ogni caso non è così, non mi risulta". Immaginiamo che la maleducazione fosse intesa a dimostrare che l'Azienda era tranquilla, ma forse l'Amministratore Delegato, ha confuso maleducazione con il senso di responsabilità. Alle 16.57 il povero Responsabile del tronco Genova entra in scena e dice che "il crollo è inaspettato"(!) e solo a fine giornata arriva un "cordoglio per le vittime e la profonda vicinanza ai loro familiari".
autostrade benettonAUTOSTRADE BENETTONTOSCANI BENETTONTOSCANI BENETTON
Purtroppo questo cordoglio non segna un cambio di toni, o di sensibilità. I comunicati del 15 e del 16 sono una girandola, evidentemente mirati a preparare la battaglia legale, con occhi soprattutto puntati sul rassicurare i mercati - "siamo stati corretti", "abbiamo fatto verifiche", "pronti a ricostruire il ponte in 5 mesi". Il primo cedimento nervoso di Atlantia avviene solo quando il governo minaccia di rescindere la concessione: " Da annuncio governo impatti su azioni e bond" , "impegnati per verità".
Toscani autostrade benettonTOSCANI AUTOSTRADE BENETTON
E sarà che è una girandola , ma alla fine il meccanismo si inceppa e la società, preoccupata del proprio futuro, sbraca nei modi e nei toni, ricorda che in caso di revoca le "spetta il valore residuo" del contratto. Nemmeno i gesti umanitari, che pure a questo punto offre come pegno di buona volontà, le riescono bene: il pedaggio di cui tutti chiedono la sospensione, viene sospeso infine sospeso, sì , ma "solo per le ambulanze". Nessuno nelle stanze degli avvocati o degli azionisti ha capito quanto macabra sia questa decisione?
GIOVANNI CASTELLUCCIGIOVANNI CASTELLUCCI
Sì, certo, lo Stato di diritto sarà sicuramente ferito dalla forzatura legale di avviare la procedura di rescissione della concessione. Che vi si arrivi o meno, certo la decisione ha tutte le stigmate di un governo che non vuole fare i conti con i diritti acquisiti, con le regole istituzionali. Ma, francamente, in questo caso è difficile difendere i diritti di una azienda che non ha a cuore i diritti di tutti.
Fabio Cerchiai ADSFABIO CERCHIAI ADS
Il caso Genova deve essere inserito profondamente nel dibattuto politico su cosa sta succedendo in Italia. La torre d'avorio in cui i Benetton, pur maestri di comunicazione, sono chiusi in queste ore; la cautela legale che travasa in pura indifferenza umana; la prevalenza della logica astratta del denaro sul servizio, sono la perfetta rappresentazione di tutte le ragioni della rivolta elettorale che ha dato la stragrande vittoria al populismo.

IL GOVERNO PUÒ DAVVERO REVOCARE LA CONCESSIONE AI BENETTON?

ECCO TUTTI I PROBLEMI DELLA MOSSA, DI GRANDE EFFETTO POLITICO, MA COMPLESSA A LIVELLO GIURIDICO 

NON È LA PRIMA MAGAGNA DI AUTOSTRADE: SONO CROLLATI CAVALCAVIA E PENSILINE, SONO USCITI DI STRADA BUS, C'È LA SENTENZA SULLA CONTRAFFAZIONE DEL TUTOR. 

MA LA ''GRAVE INADEMPIENZA'' BISOGNA DENUNCIARLA. 

E LA CONTROPARTE PUÒ OFFRIRSI DI RIMEDIARE: PER QUESTO I FURBETTI DEL MAGLIONCINO HANNO PROMESSO DI RICOSTRUIRE IL PONTE IN 5 MESI (NON POTEVANO FARLO PRIMA?)

Maurizio Caprino per www.ilsole24ore.com

autostrade benettonAUTOSTRADE BENETTON
Lo Stato può davvero revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia, come annunciato stamattina dai vicepremier Di Maio e Salvini e dal ministro delle Infrastrutture Toninelli? Pare difficile: ci sono problemi giuridici, politici e finanziari. Tutto induce a pensare che l’Italia non possa permettersi una misura così drastica. In ogni caso, questo dossier è davvero uno dei più probanti per un governo che si definisce «del cambiamento»: si tratta di incidere su assetti consolidati e per farlo occorre ben più degli annunci ferragostani.
In linea di massima, una concessione è revocabile, se ci sono gravi motivi. 
E la posizione di Autostrade per l’Italia si è fatta difficile con il crollo di Genova, che peraltro è l’ultimo di una serie di episodi perlomeno controversi: il crollo di un cavalcavia dell’A14 l’8 marzo 2017 e di alcune pensiline di caselli e portali segnaletici intorno al 2010, il sequestro per alcuni mesi nel 2014 di un altro cavalcavia a rischio, denunce pendenti presso varie Procure su altre opere con possibili problemi strutturali, la sentenza del 10 aprile scorso sulla contraffazione del brevetto del controllo della velocità Tutor e il processo di Avellino per la morte di 40 persone su un bus precipitato dal viadotto Acqualonga della A16 il 28 luglio 2013.
gilberto benettonGILBERTO BENETTON
In quest’ultimo caso, sono coinvolti direttamente i vertici aziendali e la sentenza di primo grado è attesa per il prossimo dicembre (sarà peraltro da valutare se eventuali condanne faranno perdere i requisiti di onorabilità previsti da alcune normative speciali, in assenza di specifiche previsioni statutarie).
Ma le incognite giuridiche su una possibile revoca sono tante, a partire dal fatto che non è mai stata mossa alcuna contestazione formale per gravi inadempienze, come richiesto in prima battuta dalla convenzione. Poi occorrerà vedere come il ministero delle Infrastrutture riuscirà a dettagliare le accuse che ora muove alla società.
Potrà farlo solo con il materiale in possesso della sua Svca (Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali, ex-Ivca, incorporato nel 2013 dopo che per decenni la vigilanza era stata discutibilmente affidata all’Anas), che non ha mai brillato per efficacia. Per esempio, i controlli sulle condizioni delle infrastrutture venivano svolti spesso da vetture in movimento, senza deviare il traffico per esami più approfonditi. La Svca, poi, non ha abbastanza personale per fronteggiare i suoi compiti istituzionali (problema comune a molti uffici ministeriali).
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Difficile stabilire se queste carenze del controllore siano dovute solo alla tradizionale inerzia della pubblica amministrazione o anche a collusioni (della politica e/o della dirigenza) con i controllati: ci sono stati tanti episodi dubbi, ma non ne è mai stata sancita una rilevanza penale. Sta di fatto che gli elementi in mano al ministero al momento per disporre la revoca non sono molti, tanto più che ad oggi Autostrade per l’Italia non ha riportato condanne nemmeno per gli episodi controversi citati prima. E per arrivare a una verità giudizialmente accertata su Genova ci vorranno anni.
Inoltre, è prevedibile che un eventuale provvedimento di revoca della concessione verrà impugnato da Aspi, aprendo un contenzioso che non potrà non essere lungo e combattuto data l’importanza della posta in palio.
Crolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVA
In ogni caso, al momento è difficile dire di più: le inadempienze del gestore vanno valutate alla luce delle convenzioni che regolano le concessioni loro affidate, che sono segrete. O, meglio, sono state rese pubbliche l’anno scorso dopo decenni di polemiche, ma con importanti omissis.
Il fronte finanziario
IL PONTE CROLLATO SULLA A14IL PONTE CROLLATO SULLA A14
Al di là dei tanti sospetti di collusione tra controllore e controllato (evocati esplicitamente anche oggi da Di Maio) dei rapporti tra politica e impresa che nascono dalle dinamiche del potere, nel caso delle autostrade c’è anche un problema concreto di finanza pubblica: lo Stato non ha soldi da mettere per nuove costruzioni e ampliamenti. Tutto viene finanziato con capitali trovati dai gestori, che vengono remunerati come previsto dalle concessioni: con aumenti tariffari e proroghe delle concessioni (tanto che spesso i gestori programmano investimenti che paiono dettati più dalla volontà di ottenere proroghe per continuare a incassare i pedaggi).
IL PONTE CROLLATO SULLA A14IL PONTE CROLLATO SULLA A14
Questo è, assieme alle eventuali collusioni, il motivo per cui lo Stato ha poco potere contrattuale nei confronti dei concessionari. E significa due cose:
- lo scarso potere contrattuale fa sì che le clausole previste dalle convenzioni diano pochi margini di manovra allo Stato per eventuali revoche delle concessioni;
- una revoca ingenererebbe tra gli investitori l’idea che finanziare il settore autostradale italiano non sarà più remunerativo come un tempo, provocando almeno nel lungo termine disimpegni e difficoltà nel reperire nuovi capitali.

Fonte: qui


“SE C’È LA PROVA DELLA COLPA DI AUTOSTRADE, IL GOVERNO NON DEVE PAGARE ALCUN RISARCIMENTO” 
A TRANQUILLIZZARE CONTE ARRIVA IL SUO MAESTRO, GUIDO ALPA, PROFESSOR DI DIRITTO CIVILE A “LA SAPIENZA” 
IL PUNTO CHIAVE È LA PROVA DELLA COLPA DELLA SOCIETÀ CONCESSIONARIA: SENZA, LA REVOCA NON È PENSABILE 
AUMENTO DEI PEDAGGI E INVESTIMENTI IN CALO, 
ECCO IL DOSSIER DEL MINISTERO CHE ACCUSA AUTOSTRADE


REVOCA CONCESSIONE AUTOSTRADE, IL 'MAESTRO' DI CONTE, GUIDO ALPA: ECCO QUANDO NON SI PAGA LA PENALE
Giulia Prosperetti per https://www.quotidiano.net

guido alpaGUIDO ALPA
Una questione intricata che, al di là di facili proclami dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, andrà ora analizzata attentamente dal punto di vista giuridico. Si parla di una penale da venti miliardi di euro nel caso in cui il Governo decidesse di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia ma per comprendere la faccenda in tutta la sua complessità occorre fare un passo indietro. A regolare il rapporto tra il ministero dei Trasporti e il concessionario Autostrade per l’Italia è la Convenzione unica del 12 ottobre 2007 con scadenza al 31 dicembre 2038.
Come previsto dagli articoli 8 e 9 della Convenzione, il Concedente (in questo caso il Mit) può revocare la concessione alla società Autostrade in caso di "accertamento di gravi inadempimenti del concessionario". Una volta effettuato l’accertamento, ed acquisite le prove di tali inadempimenti, la procedura prevede che Autostrade per l’Italia, entro un termine stabilito, fornisca le "proprie giustificazioni".
giuseppe conteGIUSEPPE CONTE
Solo in seguito, dopo aver respinto le giustificazioni presentate, il Concedente può avviare il procedimento. La decadenza della concessione (articolo 9) viene dichiarata nel caso in cui "perduri la grave inadempienza da parte del Concessionario agli obblighi" previsti (che in questo caso, presumibilmente, dovrà essere dimostrata attraverso una difficile analisi retroattiva). Tra questi (articolo 3, comma 1, lettera b) vi è il "mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse". 
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Sempre l’articolo 9 stabilisce che "il trasferimento della concessione è subordinato al pagamento del Concedente al Concessionario decaduto di un importo corrispondente al valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi costi, oneri, investimenti ed imposte prevedibili nel medesimo periodo" e aggiunge che "l’importo viene decurtato a titolo di penale di una somma pari al 10 per cento dello stesso salvo maggior danno subito dal Concedente". Tre parole che, nel caso in cui il Governo sia in grado di presentare le prove di «gravi inadempimenti», potrebbero significare un azzeramento dell’importo previsto.
Nel caso in cui, invece, il Governo procedesse alla revoca della concessione senza essere riuscito a dimostrare eventuali colpe da parte di Autostrade per l’Italia incorrerebbe nel risarcimento previsto dall’articolo 9 bis. Tale articolo prevede, infatti, "un indennizzo/risarcimento a carico del Concedente in ogni caso di recesso, revoca, risoluzione, anche per inadempimento del Concedente, e/o comunque cessazione anticipata del rapporto di Convenzione pur indotto da atti e/o fatti estranei alla volontà del Concedente anche di natura straordinaria e imprevedibile".
guido alpaGUIDO ALPA
"Se c’è la prova della colpa non si deve pagare niente. Anzi la stazione appaltante può chiedere il risarcimento del danno". Guido Alpa, professore ordinario di diritto civile alla Sapienza di Roma nonché docente del premier Giuseppe Conte, analizza la questione all’interno di un quadro giuridico più ampio. Il punto chiave della questione è la prova della colpa della società concessionaria. Senza di quella la revoca della concessione non è pensabile. Ma se si riesce a dimostrare l’inadempimento non esistono penali.
"Analizzando la situazione giuridica in astratto – spiega Alpa – c’è una disposizione del codice degli appalti (l’articolo 176 che recepisce l’articolo 44 della direttiva europea sugli appalti del 2014 n.23) che prevede la risoluzione del contratto di concessione quando c’è o la colpa della stazione appaltante o la colpa del concessionario.
AUTOSTRADE PER L ITALIAAUTOSTRADE PER L ITALIA
Una volta accertata la colpa, l’articolo 1453 del codice civile stabilisce che in caso di inadempimento del concessionario, il creditore – che in questo caso sarebbe la stazione appaltante – può chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno. Un risarcimento che può avvenire anche in forma specifica chiedendo che venga ripristinato il patrimonio che è stato leso con la ricostruzione del ponte a carico di Autostrade".
Per accertare la colpa ed eventualmente procedere alla revoca della concessione non bisognerà aspettare la sentenza dei magistrati. "I due procedimenti sono autonomi – afferma Alpa –. Può non esserci reato ma esserci inadempimento. Bisogna analizzare come si sono comportati nell’adempimento della concessione. E qui c’è un elemento in più che nessuno ha ancora messo in evidenza ed è il fatto che questo tratto di autostrada non è più fruibile perché è crollato il ponte. Vuol dire che, nel caso fosse accertata la colpa del debitore, a suo carico ci sarebbe anche l’impossibilità di svolgere la prestazione. Ma è ancora tutto da accertare".
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
AUMENTO DEI PEDAGGI E INVESTIMENTI IN CALO IL DOSSIER DEL MINISTERO CHE ACCUSA LA SOCIETÀ
Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
Aumenti dei pedaggi superiori a quelli dell' inflazione. 
Investimenti inferiori a quelli programmati. 
Crescita delle irregolarità riscontrate nelle ispezioni. 
Poche sanzioni. 
L' ultima relazione del ministero delle Infrastrutture sulla società Autostrade, ben prima del crollo del viadotto Morandi, evidenzia un rapporto sbilanciato ai danni dello Stato concedente e a favore del privato concessionario. 
La relazione riassume l' attività di vigilanza del ministero sulle aziende che gestiscono le autostrade. I poteri di vigilanza sono stati trasferiti dall' Anas nel 2012, non senza traumi.
Crolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVA
Nella prima fase la direzione generale del ministero incaricata dei controlli si è mossa con affanno e scarsi mezzi. L' allora direttore generale Mauro Coletta denunciava in Parlamento: ispettori prigionieri della burocrazia, rimborsati con cinque mesi di ritardo e privi di tutela legale.
Le ispezioni su Autostrade per l' Italia, che gestisce quasi 3 mila chilometri, sono solo 211 in tutto il 2014. Crescono fino a 453 nel 2016. Ma ancor di più aumentano le irregolarità: più che triplicate da 825 a 3568 in due anni. Alcune vengono sanate dall' azienda, altre restano: 100 nel 2014, 317 nel 2016 (anche in questo caso più che triplicate). Quanto alle nuove opere, le visite ispettive sono a dir poco sporadiche: 2 nel 2016. Scarse anche le sanzioni applicate dal ministero, per le quali la convenzione prevede una specifica procedura: una da 40 mila euro in tutto l' anno.
Crollo del ponte di GenovaCROLLO DEL PONTE DI GENOVA
Dalla relazione (un documento di 650 pagine che si occupa di tutti i gestori autostradali) emerge che la vigilanza sulle società concessionarie non sia la priorità del ministero. Nonostante ciò, alcuni dati sull' attività di Autostrade per l' Italia sono significativi, soprattutto se letti assieme. Il primo riguarda la tariffa. Tra il 2008 e il 2016 aumenta del 25%, a fronte di una crescita dell' inflazione dell' 11,5%.
Dunque più del doppio. Il resto dell' aumento dei pedaggi è motivato con il fatto che essi devono incorporare e remunerare gli investimenti(che ha fatto solo parzialmente) che Autostrade effettua per migliorare la rete.
Crollo del ponte di GenovaCROLLO DEL PONTE DI GENOVA
Questo nei piani. La tabella di monitoraggio degli investimenti racconta una realtà diversa. Nello stesso periodo gli investimenti effettuati sono 8,3 miliardi a fronte di 9,8 miliardi previsti. La differenza in negativo è di 1,5 miliardi, pari al 15%. In particolare su 9 anni monitorati ben 7 rilevano un saldo negativo sul fronte degli investimenti. Il trend di attuazione del piano investimento segna un peggioramento accentuato negli ultimi tre anni.
Tra il 2009 e il 2012 gli investimenti annui superano il miliardo di euro. Poi precipitano. Nel 2016 sono i più bassi: 612 milioni, 400 milioni meno del previsto. Un capitolo specifico del piano investimenti è rubricato «Autostrade A10 Genova - Savona, A7 Genova - Serravalle e A12 Genova - Sestri Levante: Gronda di Ponente e interconnessione A7/A10/A12». Lo stato di attuazione è tra i più bassi: nell' ultimo decennio spesi 76 milioni anziché i 280 preventivati. Il 73% in meno. Ma intanto i pedaggi correvano.
Crollo del ponte di GenovaCROLLO DEL PONTE DI GENOVA
Nel quadro generale vanno meglio le manutenzioni ordinarie: tra il 2008 e il 2016 l' impegno di spesa è stato rispettato, anzi aumentato del 2%. Ma nel 2016 mancano 3,5 milioni.
Inoltre il trend di spesa è decrescente: -8% nell' ultimo anno monitorato. Calano in particolare le spese in sicurezza (-20%); al contrario crescono quelle per rinnovare i caselli per la riscossione dei pedaggi (+16%).
Nello stesso decennio in cui diminuisce gli investimenti, Autostrade aumenta i ricavi in pedaggi da 2,9 a 3,8 miliardi. E il titolo di Atlantia, la holding di controllo, vola in Borsa. Cinque anni fa era scambiato a 14 euro. La mattina del disastro di Genova a 25.
Come mai gli investimenti calano ma i pedaggi crescono?
Crollo del ponte di GenovaCROLLO DEL PONTE DI GENOVA
Quali iniziative ha intrapreso il ministero nei confronti di Autostrade, per sollecitarla ad adempiere agli obblighi contrattuali? Le risposte sono negli atti del ministero: verbali delle ispezioni, carteggi con la concessionaria, piani economico-finanziari allegati alle convenzioni. Nel febbraio scorso, con una parziale operazione di trasparenza, l' allora ministro Graziano Delrio aveva pubblicato le convenzioni (l' osso), ma non i piani economico-finanziari (la polpa). Il Movimento 5 Stelle allora aveva protestato, ma finora non ha colmato la lacuna.
Fonte: qui

“NON SERVONO CODICILLI, LA GIUSTA CAUSA PER TOGLIERE LA CONCESSIONE SONO I MORTI” 
IL GOVERNO AVVIA L’ITER PER ANDARE ALLO SCONTRO CON LA SOCIETA’ AUTOSTRADE 
LA FAMIGLIA BENETTON PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO FACENDO TRAPELARE LA DISPONIBILITA’ A RICOSTUIRE IL PONTE A SUE SPESE E AD OFFRIRE UN SOSTEGNO ECONOMICO ALLE FAMIGLIE DELLE VITTIME E AGLI SFOLLATI CHE ABITAVANO SOTTO IL PONTE MORANDI  

toninelliTONINELLI
«NON CI SERVONO CODICILLI, LA GIUSTA CAUSA SONO I MORTI»
Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”
Prima l'annuncio via Facebook del ministro Danilo Toninelli: «Abbiamo avviato l'iter per la decadenza della concessione alla società Autostrade». Poi un comunicato stampa scritto in solitaria dal premier Giuseppe Conte, che conferma la strada intrapresa (per l'intera rete e non solo per l' A10) e considera la ricostruzione del ponte «un provvisorio risarcimento del danno», ma non «una contropartita». 
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
Infine, una lettera di Luigi Di Maio ai suoi parlamentari, che rivendica la linea dura. Tre passi nella stessa direzione, senza che ci sia stato alcun Consiglio dei ministri. E forse non è un caso, anche se tutti i protagonisti giurano di essere d' accordo sulla necessità della revoca. Matteo Salvini smentisce di aver preso in considerazione altre strade: «Non c'è nessuna divisione nel governo. Non stiamo contrattando, non siamo al mercato. Se facesse quello che ha detto di fare, Autostrade farebbe il minimo del dovuto».
La strada è presa e lo conferma Toninelli: «Il mio ministero ha inviato ad Autostrade la lettera con cui prende avvio la procedura per la decadenza della concessione». Eventuali ostacoli, come le penali, saranno oggetto di valutazione successiva. Il premier ribadisce che la procedura è avviata, che Autostrade ha facoltà di rispondere con controdeduzioni entro 15 giorni, «fermo restando che il disastro è un fatto oggettivo e che l' onere di prevenirlo era in capo al concessionario».
Sentenza già scritta, alla quale si aggiungono alcuni obiettivi annunciati: l' istituzione di una banca dati sulla manutenzione delle infrastrutture; il potenziamento dell' attività ispettiva del ministero; la convocazione a settembre dei concessionari delle infrastrutture per verificare risorse e tempi delle attività di manutenzione.
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
L'obiettivo del governo, spiega Conte, è di «rivedere integralmente il sistema delle concessioni». Di Maio va oltre. Attacca chi, come Enrico Letta, «è passato per il cda della società che gestisce le autostrade spagnole». L'ex premier fa sapere che «il giochino del fango con me non attacca» e spiega: «Sono entrato nel consiglio di Abertis alla fine del 2016, quando questa era una società spagnola e prima che venisse ventilata l'ipotesi di Opa da parte italiana. Da Abertis sono uscito, dimettendomi volontariamente, e dandone notizia nel maggio scorso, quando è cambiata la proprietà con l'ingresso di Atlantia. Proprio per evitare conflitti d'interessi».
ENRICO LETTAENRICO LETTA
Di Maio spiega poi il recesso: «Non servono codicilli o azzeccagarbugli, la giusta causa sono i 39 morti». E annuncia che saranno desecretati i contratti dei concessionari autostradali. Quanto al rifiuto di alcuni familiari dei funerali di Stato, spiega: «Non posso biasimarli. Lo Stato invece di proteggere i loro figli ha preferito favorire i poteri forti». L'opposizione, con Matteo Renzi, replica: «Di Maio dice che il suo governo è il primo a non aver preso soldi da Benetton o Società Autostrade: è falso». L' ex premier difende dalle accuse Graziano Delrio, «vigliacchi», e chiede che Toninelli «venga in Aula».
I BENETTON PROVANO A USCIRE DALL'ANGOLO UN PIANO DI AIUTI A GENOVA E ALLE VITTIME
Emanuele Rossi per “la Stampa” 
Uscire dal bunker comunicativo. Dal muro contro muro con il governo. E mostrare quel «segnale di dignità» evocato espressamente da Matteo Salvini. Con aiuti concreti alla popolazione genovese e alle vittime del disastro. Autostrade per l'Italia prova a tirarsi fuori dal gorgo di accuse e ribassi in Borsa (per la holding Atlantia) in cui la società è finita da martedì. Mentre il ministro Toninelli annuncia di aver avviato le procedure di revoca della concessione, dalla Lega arrivano inviti sempre più espliciti a mostrare «un segnale» anche per poter mettere da parte il tema e concentrarsi sull'emergenza.
gilberto benettonGILBERTO BENETTON
L' annuncio potrebbe arrivare già oggi, con una conferenza stampa di cui ieri si è discusso a Milano e a Genova. L'idea è stata partorita nel capoluogo lombardo, in una riunione ristretta, con l'amministratore delegato Giovanni Castellucci, i vertici della holding Edizioni, che controlla tutte le aziende del gruppo della famiglia Benetton, Marco Patuano e Fabio Cerchiai, e l' avvocato Francesco Gianni, uno dei massimi legali d'affari d'Italia.
giovanni totiGIOVANNI TOTI
Ma la notizia è rimbalzata anche a Genova, perché la conferenza stampa dovrebbe tenersi proprio nella città ferita. Sino a tarda sera, però, non è stato diramato alcun invito anche perché si è valutato con molta attenzione di non sovrapporre, a livello mediatico, gli eventuali annunci del gruppo con i funerali di Stato delle vittime.
Quali saranno i «segnali di dignità» evocati da Salvini e che la società Autostrade potrebbe dare? Un sostegno economico alle famiglie delle vittime e agli sfollati che abita(va)no sotto il Ponte Morandi sono tra le ipotesi circolanti. Ma al momento si tratta solo di voci.
La lista della Regione Intanto, però, la Regione Liguria e il Comune di Genova stanno lavorando per preparare tutte le schede con le spese previste per l'assistenza sociale, le attività di Protezione civile, il rinforzo del trasporto pubblico e la viabilità alternativa per rispondere al crollo del viadotto Morandi.
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
«Il conto complessivo? Sarà tra i cinquanta e i sessanta milioni di euro», è quanto filtra dagli uffici regionali. L'obiettivo è che il governo ne conceda più della metà e che Autostrade apra i cordoni della borsa. Non è ancora chiaro se il Consiglio dei ministri straordinario che doveva tenersi oggi dopo i funerali sarà rimandato, ma il conto (provvisorio) di danni e interventi dovuti per la Protezione civile è pronto e sarà presentato.
Toti commissario?
burlando al seggio elezioni regionaliBURLANDO AL SEGGIO ELEZIONI REGIONALI
Tra le iniziative previste dal governo c'è anche l'istituzione di una figura di commissario straordinario per sovrintendere alla ricostruzione e alle operazioni di ripristino dell' economia. L'ipotesi più accreditata è che il ruolo sia affidato al presidente della Regione Giovanni Toti, anche perché ci sono precedenti recenti: Claudio Burlando, il predecessore di Toti, era stato nominato commissario dei lavori sulla copertura del torrente Bisagno dopo l' alluvione di Genova. Della struttura commissariale faranno parte, probabilmente, anche tecnici della Protezione civile e del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVACROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
A chiedere espressamente che Toti ricopra quel ruolo per arrivare al nuovo viadotto sul Polcevera sono stati i parlamentari liguri di Forza Italia. Ma la decisione spetta al governo. Intanto, il presidente sembra già calato nel ruolo, mentre parla della sostituzione del Morandi: «Il governo oggi questo deve fare, una legge speciale per Genova che ci consenta di operare in modo celere e veloce. Si vuole ragionare di tutte le concessioni? Giusto, ha la legittimità per farlo. Ma in questo momento le emergenze e le necessità di Genova sono altre», ha detto durante uno dei sopralluoghi tra gli sfollati di via Fillak. «Roma ci aiuti a trovare la strada più breve e il soggetto più veloce per ricostruire il ponte di cui abbiamo estremo bisogno. Si può fare in un anno? Sì, se ci danno leggi speciali e andiamo ad assegnare i lavori senza gare. Oppure lo faccia a sue spese la concessionaria».
Il governatore non crede a una revoca immediata della concessione ad Autostrade: «Anche se si partisse subito, ci vorrebbero mesi e bisogna dimostrare la colpa grave». Pertanto, per avere un nuovo ponte prima che Genova sia stritolata dal traffico, con loro si dovrà parlare.
gilberto benettonGILBERTO BENETTON
RICOSTRUZIONE E AIUTI: IL PIANO DI AUTOSTRADE
Andrea Bassi per “il Messaggero” 
La lettera, già annunciata dal ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, è partita ieri. Una richiesta di chiarimenti ad Autostrade sul crollo del ponte di Genova alla quale la società dovrà rispondere entro 15 giorni. Il primo passo della procedura di revoca voluta dal governo e che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha in qualche modo rilanciato.
Genova, le case di via Walter Fillak, sotto il ponte crollatoGENOVA, LE CASE DI VIA WALTER FILLAK, SOTTO IL PONTE CROLLATO 
«Il disastro», ha detto, «è un fatto oggettivo e inoppugnabile e l' onere di prevenirlo era in capo al concessionario». Poi però ha aggiunto un particolare. «Si è diffusa la notizia che Autostrade per l' Italia sarebbe disponibile a ricostruire il ponte a sue spese. Se questa proposta arriverà», ha detto Conte, «il governo la valuterà, ma non come contropartita della rinuncia a far valere la voce di tutte le vittime di questa immane tragedia». La ricostruzione del ponte, insomma, sarebbe solo un acconto. Parole importanti, che comunque danno la sensazione che, dietro le quinte, un canale di dialogo tra governo e Autostrade si sarebbe attivato.
autostrade benettonAUTOSTRADE BENETTON
Il prossimo passo, adesso, spetta alla società. Il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton non solo sarebbe disposto a ricostruire in tempi brevissimi (entro cinque mesi dallo sgombero delle macerie) il ponte, ma sarebbe pronto a intervenire anche sulla sistemazione delle famiglie, sulla ricostruzione delle case, sugli indennizzi e, più in generale, vorrebbe farsi carico di tutto il problema viario del capoluogo ligure.
Genova, le case di via Walter Fillak, sotto il ponte crollatoGENOVA, LE CASE DI VIA WALTER FILLAK, SOTTO IL PONTE CROLLATO
Insomma, adottare, da un punto di vista stradale, Genova. Ieri i vertici delle tre società coinvolte, Autostrade per l' Italia, la capogruppo Atlantia e la controllante Edizione Holding della famiglia Benetton, si sono riunite in un vertice straordinario a Milano. Nel corso dell' incontro sarebbe maturata la volontà di presentare un «piano per Genova».
LA TEMPISTICA
I tempi per la formalizzazione delle intenzioni dovrebbero essere brevi. Già lunedì il piano potrebbe essere consegnato alle autorità locali per essere discusso. Poi ci dovrà essere un passaggio formale nei consigli di amministrazione di Autostrade per l' Italia e di Atlantia che si terranno martedì e mercoledì della prossima settimana, e che potrebbero essere chiamati a decidere sugli stanziamenti necessari ad implementare i progetti.
Vigili del fuoco al lavoro sulle macerie del ponte Morandi crollato a GenovaVIGILI DEL FUOCO AL LAVORO SULLE MACERIE DEL PONTE MORANDI CROLLATO A GENOVA
 Nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva chiesto ad Autostrade di stanziare subito 500 milioni di euro. Basterà? Secondo il mercato i costi dell' operazione potrebbero essere superiori, anche fino al miliardo di euro. Di nuovo, basterà a raffreddare l' incendio con il governo? Il vice ministro delle infrastrutture Edoardo Rixi, in un' intervista, ha fatto chiaramente capire che tutto dipenderà dall' atteggiamento della società. Che in queste ore sta mutando rispetto alle prime affrettate mosse.
gilberto benettonGILBERTO BENETTON
I MERCATI
Intanto Atlantia dopo le forti vendite in Borsa seguite al disastro di martedì scorso si è ripresa a Piazza Affari. Ma la Consob ha avviato accertamenti sull' andamento del titolo, nonostante le schiarite che hanno riportato le quotazioni a 19,35 euro in crescita del 5,7% e chiudendo a 19,35. Il bilancio del post incidente sui listini azionari resta fortemente deficitario: -22,2% in tre giorni con una capitalizzazione di Borsa passata da 20,5 miliardi a 16 miliardi.
fratelli benettonFRATELLI BENETTON
Lo scenario di una eventuale revoca della concessione ad Aspi ha portato le agenzie di rating ad allertare gli investitori: Standard&Poor' s ha emesso un «creditwatch negativo» mantenendo per ora invariato il rating, Moody' s ha avvertito sulla possibilità di una revisione del rating «in caso di qualsiasi intervento governativo formale volto alla revoca della concessione o a intraprendere azioni che potrebbero essere dannose per l' azienda». Gli analisti sull' azionario continuano a ritenere poco probabile lo stop alla concessione, pur non escludendo una sanzione significativa e una negoziazione sui maggiori investimenti necessari alla rete autostradale in gestione.
Crolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVACrolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVACrolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVACrolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVACrolla il ponte Morandi a GenovaCROLLA IL PONTE MORANDI A GENOVA
Fonte: quiIL PONTE CROLLATO SULLA A14IL PONTE CROLLATO SULLA A14