9 dicembre forconi: 12/16/18

domenica 16 dicembre 2018

"SIAMO PRONTI, CON FINCANTIERI, A RIFARE IL PONTE IN UN ANNO”



PIETRO SALINI: “IN ITALIA DA MOLTI ANNI NON FACCIAMO PIANI ORGANICI PER LE INFRASTRUTTURE 

PER IL BENESSERE FUTURO SERVE UNA CLASSE POLITICA CHE SAPPIA STACCARSI DAL CONSENSO IMMEDIATO. IN DEMOCRAZIA BISOGNA RICERCARLO MA NON SI PUÒ FARE TUTTI CONTENTI, AD UN CERTO PUNTO BISOGNA ASSUMERE LE DECISIONI…”

Luca Iezzi per “la Repubblica”

«Siamo a Genova per spirito di servizio, in un progetto come la ricostruzione del ponte Morandi non si entra per fare utili. Tanti nostri operai che lavorano al Terzo valico sono liguri e noi vogliamo essere loro vicini. Con Fincantieri e gli altri partner ci sentiamo attrezzati per aiutare una città che senza quel ponte sta morendo, non può aspettare oltre. L' ho detto più volte e lo confermo: si può fare in un anno».
PIETRO SALINIPIETRO SALINI

L'ad di Salini-Impregilo, Pietro Salini è pronto a cominciare. La cordata di cui fa parte è data in pole per ottenere i lavori di ricostruzione. Sa che la capacità e la velocità con cui Genova potrà tornare alla normalità sarà un banco di prova per l'intero sistema-Paese. Ma il manager va oltre e spera che la voglia di ricostruzione sia contagiosa: «In Italia da molti anni non facciamo piani organici per le infrastrutture, la politica non riesce a dare una chiara prospettiva di sviluppo, a dire cosa vogliamo come Paese e che futuro vogliamo per noi e per i nostri figli. Il vero cambiamento di oggi sarebbe avere finalmente un piano chiaro per i trasporti, per l' energia, per l' acqua, per i rifiuti».

Il mondo dell' impresa non si sente capito da questo governo e teme che diventi un freno ad una crescita già traballante. È d' accordo?
«Siamo in un momento delicato, il ciclo economico è nuovamente in frenata, in Europa e nel mondo. In un contesto di questo tipo ogni ulteriore rallentamento o difficoltà può essere fatale. Faccio una considerazione da primo anno di economia. Se la domanda si ferma, ci insegna Keynes, gli investimenti pubblici sono la chiave per farla ripartire. Le infrastrutture sono in cima alla lista.

pietro salini con la mogliePIETRO SALINI CON LA MOGLIE
Strade, ferrovie aeroporti creano posti di lavoro, danno certezza alle imprese e attirano nuovi investimenti. In America fanno così e non è un caso se sono sempre i più rapidi nell'uscire dalle recessioni. In Italia, paese che è rinato dopo la seconda guerra mondiale con il miracolo economico basato su infrastrutture ed edilizia, non lo sappiamo più fare, siamo come paralizzati.

Dobbiamo uscire in qualche modo da questo stato di paura del fare, e recuperare lo stesso coraggio di chi 50 anni fa ha deciso di costruire infrastrutture visionarie come l'Autostrada del Sole o l'alta velocità ferroviaria. Due progetti che nascevano da un' idea forte: collegare il Nord e il Sud. Ci sono enormi capitali disponibili, il risparmio privato è ai più alti livelli di sempre eppure non si investe, prevale un sentimento di incertezza e di attesa».

Le forze ora in maggioranza hanno cavalcato questo sentimento.
«Non è un problema di questo momento o di alcune forze politiche, è una tendenza che c'è da tempo e non è un problema solo italiano. Programmare oggi una autostrada che si fa in 7 anni non ottiene consenso politico perché le persone vogliono soldi da spendere in cose che si vedono subito, questa è l'era della democrazia istantanea, ma per il benessere futuro serve una classe politica che sappia staccarsi dal consenso immediato.

NUOVO LOGO SALINI IMPREGILONUOVO LOGO SALINI IMPREGILO
In democrazia bisogna ricercarlo ma non si può fare tutti contenti, ad un certo punto bisogna assumere le decisioni, altrimenti sommiamo a un declino di fondo che viene da lontano, nuove crisi congiunturali e settoriali. Oggi godiamo di una redistribuzione della ricchezza che 50 anni fa non era nemmeno immaginabile, eppure mentre allora c' era la speranza di un futuro migliore che favoriva investimenti e crescita, oggi il futuro è senza certezze»

Negli ultimi giorni sembra che il governo voglia dare più ascolto a imprenditori e sindacati. Se dovesse suggerire una misura concreta?
«Lavoro. Creare posti di lavoro deve essere l'imperativo. Quando vado in giro la richiesta continua che ricevo è questa, è il problema di moltissimi ed il problema per la maggior parte dei nostri ragazzi».
ponte morandi genovaPONTE MORANDI GENOVA

Ne deduco che non la convince il reddito di cittadinanza
«Nessun sussidio dà la dignità di un vero lavoro, non sono contrario a misure temporanee di sostegno, ma concentriamo attenzione sulla produzione di ricchezza e su come dare lavoro e prospettive al Sud, poi anche sul modo più equo per redistribuire la ricchezza creata e aiutare chi è in difficoltà, costruendo un welfare che il Paese possa permettersi in modo duraturo e sostenibile. Non possiamo rubare il futuro ai giovani».

A proposito di difficoltà, nel settore delle costruzioni è in atto una vera emergenza.
«Parlano i dati: in 3-4 anni 120 mila imprese perse e 600 mila lavoratori in meno. Ora anche i grandi gruppi portano i libri in tribunale con effetti a cascata sulla filiera e le banche. Ma se nuovi lavori non si pianificano, e quelli già approvati non si fanno o lo Stato non paga, non può andare diversamente. Che Natale passeranno le famiglie che sanno di avere il proprio lavoro in bilico mentre lo Stato non sa dare certezze?".
matteo salvini luigi di maioMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO

Salverete Astaldi?
«Abbiamo fatto una prima proposta, ne faremo una più articolata. Astaldi è un gruppo importante: se si fermasse avrebbe effetti a cascata su tutto il sistema economico di filiera e sul sistema finanziario. Per questo stiamo cercando anche partner tra le banche e le istituzioni che hanno come noi l' interesse a evitare un blocco del settore. Siamo un'azienda forte che continua a crescere all' estero dove realizza il 92% del fatturato, nonostante notizie a volte fuorvianti come quella dell' arbitrato sul Canale di Panama.

astaldi costruzioniASTALDI COSTRUZIONI
Per noi non è un nuovo costo o imprevisto, si tratta di anticipi regolarmente iscritti nel bilancio del consorzio e che dovevamo restituire. Abbiamo appena concluso la vendita del segmento plants and paving della Lane incassando oltre 575 milioni di dollari. Siamo una società molto solida, assolutamente in grado di garantire un piano industriale di crescita ad una azienda italiana in difficoltà, per preservare lei e il lavoro che genera anche nel nostro Paese».

Fonte: qui

Toscana, entro Natale legge contro il dl Salvini. Rossi: “Migranti(anche quelli illegali) sono persone e hanno diritto a salute, casa e istruzione”


La norma annunciata dal governatore potrebbe essere già varata lunedì in giunta regionale e poi passare al Consiglio, che la dovrebbe discutere con l'anno nuovo. Con il decreto 4.500 dei 10mila ospiti di Cas e Sprar "entreranno in clandestinità – spiega l’assessore all’Immigrazione Vittorio Bugli - e noi non possiamo avere migliaia di persone in strada". 

Lega: "E' una mossa elettorale"

Una legge regionale per neutralizzare gli effetti del decreto Sicurezza. E’ questa l’idea del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che “entro Natale” presenterà in giunta una proposta di legge per tutelare i migranti (regolari e non) dopo l’entrata in vigore del decreto legge che prevede una stretta sull’immigrazione e sulla protezione internazionale dei nuovi sbarcati.
Nel testo ad hoc che sarà varato dalla giunta regionale prima delle vacanze natalizie, il principio chiave sarà quello di garantire ai migranti l’assistenza sanitaria, sociale, abitativa e il diritto all’istruzione. “Presenteremo questa legge perché non vogliamo buttare per strada nessuno – ha annunciato il governatore Rossi – chi sta in Toscana, anche se non ha la cittadinanza è comunque una persona e, per principio, ha diritto all’assistenza, alla salute e all’istruzione, chiunque sia”.
L’idea, ovviamente, non è piaciuta per niente alla Lega Toscana che in primavera proverà a conquistare Firenze, Prato e Livorno dopo la presa di Pisa, Siena e Massa e nel 2020 la Regione. “Quella di Rossi è una mossa elettorale – attacca parlando con IlFattoQuotidiano.it il deputato del Carroccio e sindaco-ombra di Pisa, Edoardo Ziello –, un governatore non dovrebbe opporsi a una norma approvata per il bene degli italiani dal governo centrale: il governatore dovrebbe farsene una ragione e applicare la legge”.
Cosa prevede la nuova legge – Chi sta lavorando alla bozza del testo assicura che non sarà solo una proposta di legge simbolica per contrapporsi alle misure leghiste in materia di immigrazione. Uno degli effetti maggiori del dl Sicurezza potrebbe essere quello di aumentare gli immigrati irregolari sul territorio toscano come effetto della cancellazione della protezione umanitaria: secondo le stime della Regione, dei 10mila migranti ospitati tra Cas e Sprar, potrebbero essere 4.500 i “nuovi” irregolari a cui saranno tolti alcuni diritti fondamentali.
Inoltre, il decreto fortemente voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini prevede l’abolizione dei corsi di italiano nei Cas e dell’assistenza legale. Così l’idea della giunta Rossi è proprio quella di garantire l’assistenza sanitaria, abitativa e di istruzione ai migranti rimpiazzando i tagli del governo con fondi regionali. Per questo è in corso un continuo dialogo tra Regione e mondo delle associazioni, parrocchie, volontariato, enti locali e scuole per stipulare accordi che possano permettere di tutelare i migranti.
“Non possiamo lasciare migliaia di persone in strada” – “Con il decreto Sicurezza ci ritroveremo con molte persone che usciranno dal sistema di accoglienza ed entreranno in clandestinità – spiega al Fatto.it l’assessore regionale all’Immigrazione Vittorio Bugli – e noi non possiamo avere migliaia di persone in strada senza un tetto, un pezzo di pane o un’assistenza sanitaria degna di questo nome. Così abbiamo pensato di attivare un dialogo con associazioni, parrocchie ed enti locali per continuare a fare politiche di integrazione. La Toscana non può prescindere da questo principio”. La norma potrebbe essere già varata lunedì in giunta regionale e poi passare al Consiglio che la dovrebbe discutere con l’anno nuovo.
Non è la prima volta che la Regione Toscana si oppone ad una legge del governo nazionale in materia di migranti: già nel 2010, la giunta regionale varò una norma che garantiva servizi sociali e sanitari a tutti i migranti (regolari e irregolari). Il governo Berlusconi fece ricorso alla Corte Costituzionale che però lo dichiarò inammissibile, facendo esultare il governatore della Toscana. Oggi, questa prospettiva potrebbe ripetersi per la seconda volta, anche se con un governo non di centrodestra.
Lega: “Rossi fa campagna elettorale” – La legge regionale che sarà proposta dalla giunta Rossi troverà il parere contrario soprattutto della Lega Toscana che da gennaio punterà tutta la campagna elettorale per le amministrative proprio sul tema dei migranti e della sicurezza nelle città. “Non è vero che il decreto Sicurezza crea più clandestini – ribatte alle stime della Regione il deputato Ziello –, non è retroattivo e non va a colpire persone che si trovano già all’interno di un percorso di integrazione. Quindi la mossa di Rossi è solo politica: il governatore si è sempre caratterizzato per le sue politiche di accoglienza spinta, dal sostegno a Don Biancalani al suo rapporto con i nomadi”. “E poi – conclude Ziello – mi dispiace che vengano buttate via queste risorse quando la Regione potrebbe impegnarle per le imprese toscane, per progetti sociali per gli italiani o per tagliare le liste di attesa negli ospedali”. La campagna elettorale in Toscana è già iniziata.
Fonte: qui

PARTITO IL CONTO ALLA ROVESCIA PER LA FATTURAZIONE ELETTRONICA OBBLIGATORIA: DAL 1 GENNAIO 2019 LA VITA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI CAMBIERÀ PER SEMPRE. MA L’INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA È PRONTA?


LA GUIDA: ECCO CHI È OBBLIGATO E CHI NO

Isidoro Trovato per www.corriere.it

Fatturazione elettronica: la partenza
FATTURAZIONE ELETTRONICAFATTURAZIONE ELETTRONICA
Il conto alla rovescia segna meno tre settimane. Tanto manca all’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione tra privati, provvedimento che dall’1 gennaio 2019 stravolgerà la vita degli imprenditori italiani. Ma il sistema delle imprese è pronto per questa rivoluzione culturale? E prima ancora, l’infrastruttura tecnologica del Paese è pronta a sostenere questo nuovo adempimento? Gli obiettivi dichiarati sono due: semplificazione amministrativa e contrasto alle false fatturazioni.

partite iva 1PARTITE IVA 1


Ma chi pagherà il costo sociale di queste operazioni? Le piccole e micro imprese sono in ebollizione e con loro i professionisti che li assistono, abituati a vedere che le riforme presentate dalla Pubblica amministrazione come semplificazioni si sono sempre trasformate in nuovi oneri e adempimenti. «Siamo a ridosso dell’avvio di questa operazione e le aziende non hanno ancora certezze, specialmente dopo le osservazioni del garante della privacy — commenta Marina Calderone, presidente dei consulenti del lavoro —. In questo momento il dilemma è se dover subire le sanzioni per il mancato rispetto della normativa sulla fatturazione elettronica ovvero per quella sulla tutela dei dati sensibili. Per non parlare delle diverse velocità di connessione alla rete Internet esistenti nel Paese».

Chi è obbligato e chi no
PARTITE IVAPARTITE IVA
Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica tra privati riguarda le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti, stabiliti o identificati nel territorio dello Stato. Le operazioni possono riguardare sia la pubblica amministrazione che la fatturazione tra privati. Sono esonerati dall’emissione della fattura elettronica i soggetti che rientrano nel regime di vantaggio, nel regime forfettario e i piccoli produttori agricoli. In attesa della conversione definitiva del decreto legge 119/2018, sono stati esclusi anche i medici e i farmacisti per le operazioni che già comunicano telematicamente al sistema tessera sanitaria nazionale.

Coinvolte tre milioni di Partite Iva
FATTURAZIONE ELETTRONICAFATTURAZIONE ELETTRONICA
Tutto inizia con la legge di bilancio per il 2018 che ha introdotto l’obbligo con decorrenza dal 1° gennaio 2019. Ogni fattura elettronica dovrà essere trasmessa tramite il Sistema di Interscambio (SdI) in formato elettronico e quindi transitare dall’Agenzia delle entrate. Secondo le previsioni della stessa Agenzia delle entrate, la fatturazione elettronica dovrebbe garantire un introito di circa 1,9 miliardi visto che saranno poco più di 3 milioni le partite iva coinvolte. «Invece noi – osserva Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani – riteniamo probabile che in termini di gettito i risultati non si discosteranno molto da quelli ottenuti con lo spesometro».

I nodi al pettine
AGENZIA ENTRATE ROMAAGENZIA ENTRATE ROMA


L’operazione richiederà un importante impegno di risorse fisiche e economiche di professionisti e imprenditori. Malgrado questo, non è stato previsto alcun credito d’imposta a copertura degli investimenti effettuati. I costi per la gestione invece lievitano. Inoltre bisognerà fare i conti con il digital divide presente in alcune zone d’Italia e non solo al Sud. Situazione che impedirà una gestione fluida dei rapporti informatici con Agenzia delle entrate. A ciò si aggiungono le perplessità del Garante per la privacy che ha definito la fattura elettronica una «sproporzionata raccolta di informazioni con relativi rischi di usi impropri da parte di terzi».

Fonte: qui

Il mistero dell'attività bancaria ombra e come emanciparsene



Quando la FED ha avviato il QT alla fine del 2017, ha fatto credere agli attori di mercato che il suo piano fosse col pilota automatico: le sue azioni avrebbero intaccato solo marginalmente i mercati. Tenendo presente che la politica monetaria funziona con un ritardo temporale di 12-18 mesi, questa politica restrittiva in un'economia debole è veleno per tutte quelle attività che hanno beneficiato dalla manna monetaria. Ed i risultati attesi stanno iniziando a comparire: tassi d'interesse sui mutui sono aumentati, i mutui stanno calando ed il settore immobiliare ne sta soffrendo. Ciò alla fine si tradurrà in un minor numero di nuovi acquisti di case, una formazione di famiglie più lenta ed un rinnovato indebolimento generale dell'economia. La FED dovrà invertire la rotta e tagliare i tassi, o almeno "fare una pausa" nel suo processo di "rialzo" dei tassi. I banchieri centrali sanno che una recessione arriverà prima o poi e dopo un decennio di politiche monetarie senza precedenti stanno cercando di ricaricare il loro arsenale (sotto forma di tassi più alti e un bilancio ridotto), in modo che possa usarlo quando sarà il momento.




Il nuovo allentamento arriverà prima attraverso la forward guidance e poi con pause nei rialzi dei tassi, fino ad invertire le riduzioni di bilancio espandendolo di nuovo attraverso il QE4, se necessario. Questo almeno è quello che si vede e di cui parlano anche i canali mainstream. Cos'è che non si vede? Andate sul sito del BLS e cercate "Inflation calculator". È la seconda voce in "Inflation and consumer spending". Una volta cliccato sul link apparirà il calcolatore dell'inflazione. Scrivete 1000 nel box rettangolare, quindi cliccate sulla freccia verso il basso per inserire la data: 1913. Infine cliccate su "Calculate". Vedrete quanti soldi ci servirebbero oggi, al netto delle tasse, per eguagliare il potere d'acquisto di $1000 nel 1913 , l'anno in cui la FED aprì i battenti. Per comprendere il "successo" della politica monetaria della FED, bisogna ricordare che l'oro oggi è a circa $1200/oncia. Nel 1913 era a $20. Cioè, l'oro oggi è 60 volte più prezioso, valutato in dollari, di quanto non fosse nel 1913. Confrontatelo con la cifra risultante nel calcolatore dell'inflazione.

Ciò che vediamo è una serie infinita di menzogne ​​sulla stabilità economica, sul denaro stabile e sulla necessità di un monopolio statale per controllare la politica monetaria. Queste bugie non sono nuove e nonostante il passare del tempo rimangono sempre le stesse. Non sono errori, sono bugie. Chiunque nel mondo accademico, o bancario, inizia a dire la verità scoprirà che il suo reddito, espresso in dollari o altra valuta fiat, scenderà molto più rapidamente del deprezzamento del dollaro. Quindi le bugie non vengono messe in discussione. Sono semplicemente accettate.

Ma il monopolio sul denaro sta svanendo. Nuove forme di denaro hanno sostituito M-1 e le sue componenti: valuta in circolazione e conti correnti. Adesso abbiamo anche M-2, M-3, MZM. Gli esperti non sono d'accordo su quali sia "il denaro vero". Non sono sicuri di quale offerta di denaro abbia maggiore influenza. Le banche centrali non le controllano direttamente. A volte, come oggi, le banche centrali non sembrano controllarle neanche indirettamente. I banchieri centrali hanno perso il controllo sul denaro e sull'economia. Le nuove tecnologie hanno indebolito qualsiasi controllo centralizzato.







John Maynard Keynes, apologete ed architetto del sistema monetario di oggi, una volta disse: "Nel lungo termine, siamo tutti morti". Aveva ragione, lo saremo; ma la domanda è: come dovremmo vivere nel frattempo?

Se avete scommesso il vostro futuro sulla produttività delle bugie dello stato, dovreste essere consapevoli di una cosa: il lungo periodo economico potrebbe arrivare prima che moriate. Il potere delle forze del libero mercato è maggiore del potere di Powell e dei suoi pari in altre banche centrali. 

ANDARE AVANTI SENZA CAPIRE I FONDAMENTALI

Questo argomento è stato affrontato già diverse volte su questo spazio divulgativo, ovvero, come le banche centrali in realtà abbiano solo la capacità d'influenzare l'ambiente economico e non hanno il controllo di niente, né dei tassi d'interesse né sulle diverse offerte di denaro. È solo fumo negli occhi. Ma questa cortina di fumo ha richiesto un ingente costo da pagare per essere portata avanti. Ha praticamente portato all'asfissia del panorama economico più ampio attraverso anni e anni di investimenti improduttivi e sostegno ad aziende zombi (sia nel settore bancario che in quello commerciale). Le menzogne sulla stabilità e sul controllo adesso si stanno ritorcendo contro coloro che le hanno spacciate, poiché hanno scelto di provare a tutti i costi ad incapsulare un qualcosa di dinamico in un quadro di riferimento statico.

Sebbene le leggi dell'economia possano essere aggirate, non possono essere violate. E questo significa che verrà pagato un prezzo per questa arroganza. Non solo, ma non controllando niente i pianificatori centrali si ritrovano su una macchina che dopo aver imboccato una strada in pendenza, la scarsa manutenzione della stessa adesso la sta facendo fermare. Quando accadrà, si tornerà indietro e ci si schianterà alla fine della discesa. Qualunque cosa facciano i pianificatori centrali non possono cambiare questa inevitabilità, ma solo sperare che non ci siano ostacoli lungo la corsa. Spingere sul freno non aiuterà, la macchina è rotta. Ed è così che stanno le cose, soprattutto quando prendiamo in considerazione un fatto alquanto prevedibile in questo mondo economico: il 75% di ogni soldo tassato viene speso in attività improduttive.

Negli Stati Uniti, ad esempio, durante il secondo trimestre di quest'anno il governo federale ha speso $4,450 miliardi. Solo $3,470 miliardi sono stati finanziati da entrate federali, mentre i restanti $983 miliardi sono stati finanziati a debito. In altre parole, ci sono volute tutte le entrate solo per coprire il welfare state e gli interessi per il servizio del debito. Nei mercati finanziari, quando si accende un prestito per pagare gli obblighi che non ci si può permettere, è un fenomeno noto come "schema di Ponzi". (Nonostante ciò ci sono ancora delle facce toste che hanno il coraggio di definire in tal modo Bitcoin, quando in realtà esso è il contrario e praticamente è la soluzione agli schemi di Ponzi statali.)

Il problema è il massiccio aumento della spesa in deficit che alimenta l'illusione temporanea di una crescita economica. Poiché la maggior parte del debito emesso dagli Stati Uniti è stato sperperato in seguito all'aumento dei programmi di assistenza sociale, vi è un ritorno negativo sull'investimento. Più grande diventa il debito, più è distruttivo, poiché devia una quantità sempre crescente di dollari da investimenti produttivi verso investimenti improduttivi. E attualmente ci vogliono $3 di debito per creare $1 di crescita.




Ma non è solo il debito federale il problema, è tutto il debito. Quando parliamo del settore delle famiglie il debito è stato utilizzato per sostenere uno standard di vita ben al di là di quello che il reddito e la crescita dei salari potevano sostenere. Questo modo di fare ha funzionato finché la possibilità di sfruttare l'indebitamento era un'opzione. Il problema è che quando l'aumento dei tassi d'interesse raggiunge un punto in cui l'ulteriore leva finanziaria diventa problematica, non è possibile ottenere ulteriori risultati economici "positivi".

Il problema è che il continuo declino della crescita economica negli ultimi 35 anni ha impedito alla classe media americana di conservare il proprio tenore di vita. Poiché la crescita dei salari reali è rimasta stagnante, i consumatori sono stati costretti a ricorrere al credito per colmare il divario nel sostenere il loro attuale tenore di vita.





E come dettagliavo in un altro articolo, anche le condizioni delle aziende zombie continuano a deteriorarsi man mano che non possono più attingere al bacino dei risparmi reali per deviare ricchezza reale a loro favore e a scapito dei creatori genuini di ricchezza reale. La loro disperazione, come ci racconta il Financial Times, le sta portando addirittura ad utilizzare parte del denaro rimpatriato per ricomprare azioni proprie e grassare in questo modo ancora per un po' il mercato azionario. Ma come già accaduto durante la bolla dotcom, il mercato azionario adesso si regge solo sulle spalle di una manciata di azioni che ancora riescono a lasciare un segno positivo nella loro performance. Infatti le FANG sono l'ultimo puntello che sta sorreggendo la bisca clandestina che è diventato il mercato azionario al giorno d'oggi, e quando il denaro facile si esaurirà del tutto ed inizieranno i fallimenti, il ridimensionamento di queste aziende sarà epocale... insieme a tutto il comparto azionario eccessivamente gonfio.




E con le banche centrali che sono diventate praticamente degli hedge fund al soldo di stati e grandi banche commerciali, rischiano grosso anch'esse. In primis la BNS, la quale è follemente esposta al mercato azionario USA. In secondo luogo la BOJ, il cui bilancio adesso supera addirittura il PIL del Giappone. In terzo luogo la BCE, la cui campagna monetaria in cui ha acquistato diverse obbligazioni IG sta iniziando ad avere un effetto boomerang.

Queste scelte hanno creato un "boom indotto dal credito" che ha ormai raggiunto la sua inevitabile conclusione. Mentre la Federal Reserve riteneva che la creazione di un "effetto ricchezza" attraverso la soppressione dei tassi d'interesse avrebbe riparato ai mali economici della Grande Recessione, ciò che ha creato invece è stata solo una "bolla del debito" ancora più grande. Questo boom insostenibile del credito ha incanalato gli investimenti in asset sempre più rischiosi alla ricerca di rendimenti decenti e ad una diffusa serie di errori. Nel 2007 erano i mutui subprime e gli strumenti derivati; oggi i riacquisti di azioni, le emissioni di debito di bassa qualità, i dividendi finanziati dal debito e gli investimenti speculativi senza un rischio ponderato alla realtà.

Quando la creazione di credito non può più essere sostenuta, i mercati devono eliminare gli eccessi prima che possa iniziare il ciclo successivo. Solo allora le risorse possono essere ridistribuite verso usi più efficienti. Questo è il motivo per cui tutti gli sforzi delle politiche keynesiane per stimolare la crescita nell'economia hanno fallito. Le politiche fiscali e monetarie, dal TARP al QE, ai tagli delle tasse, ritardano solo il processo di compensazione.

Il rischio maggiore nella prossima recessione è la potenziale profondità di tale processo di compensazione. Con l'economia che richiede circa $3 di debito per creare $1 di crescita economica, un ritorno ad un livello di debito strutturalmente gestibile comporterebbe una riduzione di quasi $40,000 miliardi nel mercato del credito rispetto ai livelli attuali.




Queste sono le attuali fondamenta marce delle principali economie mondiali e le banche centrali non hanno alcun controllo sulla disgregazione a cui stiamo assistendo. Tutte le tue strategie finanziarie a lungo termine dovrebbero basarsi sul presupposto che i banchieri del mondo finiranno per commettere un errore, un grande errore. Non sono superuomini e il sistema, come abbiamo visto, è vulnerabile. le valute fiat sono condannate nel lungo termine, a causa del debito pubblico, incluso il debito delle pensioni. Ci sarà un Grande Default, ma sarà camuffato dall'inflazione monetaria.

Al fine di trasferire i rischi dei banchieri commerciali alle vittime, depositanti ed elettori, le banche centrali non potranno far altro che ricorrere ulteriormente all'inflazione monetaria, altrimenti i grandi banchieri commerciali ne soffrirebbero. Perché? Perché le grandi banche commerciali sono piene di certificati di debito pubblico. Hanno comprato titoli di stato. Alla fine tale debito verrà ripudiato. Esiste una legge universale che riguarda il debito pubblico: i creditori alla fine vengono derubati.

COME BITCOIN PUÒ MIGLIORARE IL DENARO ED AGGIUSTARE I MERCATI DEI CAPITALI

Perché agiscono così? Perché gli stati concedono loro il monopolio sulla riserva frazionaria e poi chiedono prestiti. E in questo ambiente i titoli di stato sono diventati "denaro" essi stessi. Non solo, ma in suddetto ambiente nessuno sa quale asset è di chi e se ne perde traccia della proprietà creando rivendicazioni multiple su uno stesso asset. Entrambi questi problemi hanno alimentato la gigantesca bolla del debito che abbiamo oggi e a cui le banche centrali non sanno come rispondere, poiché ormai la situazione è sfuggita di mano come abbiamo visto nella sezione precedente. Prima di capire quale sia la soluzione a questi due problemi, approfondiamo meglio le cause. Nel 1983 Murray Rothbard scrisse Il Mistero dell'attività bancaria, spiegando in modo dettagliato come funzionasse un sistema a riserva frazionaria, ovvero, come un dollaro creato venga poi moltiplicato diverse volte finendo in M-2.

Nel corso del tempo il sistema monetario e finanziario, però, si è evoluto ed il concetto di denaro ha assunto una connotazione "più ampia". Infatti oggi dovremmo parlare del mistero dell'attività bancaria ombra. Al giorno d'oggi il denaro è tutto ciò che può essere finanziato, come fanno ad esempio i Primary Dealer con la FED attraverso il mercato repo: titoli di stato, MBS, obbligazioni societarie, ecc. Lo stesso si può dire con la BCE o la BOJ con i titoli IG per la prima e gli ETF per la seconda. C'è stato un momento negli ultimi dieci anni in cui questi titoli sono stati trattati ad interesse negativo, data la scarsità che avevano assunto visto che tutti i grandi player volevano impossessarsene e "darli in pegno" in cambio di un prestito da parte della banca centrale. Il grafico qui sotto ci mostra chiaramente la discrepanza tra la quantità di credito "illegittima" (circulation credit) e quella legittima (commodity credit).

La quantità di credito legittima, rappresentata dalla linea verde, è quella sostenuta da risparmi all'interno del panorama economico ed è per questo che Mises la definiva commodity credit; la linea rossa, invece, è la quantità di credito creata in eccedenza ai risparmi e per tal motivo possiamo definirla illegittima. Il divario al giorno d'oggi è di circa $40,000 miliardi solo negli Stati Uniti.


Fonte: Federal Reserve Z.1 e BEA

Inutile sottolineare come il colossale errore di sganciare il dollaro dall'oro abbia alimentato questa baldoria di credito facile e cascata di debiti. In realtà, c'è un secondo errore connesso a questo di cui pochi parlano e di cui lo stesso Rothbard non ha parlato nel suo libro (non per colpa sua ovviamente, visto che all'epoca i comunicati della FED venivano rilasciati al pubblico anni dopo la loro stesura). Nel 1982 la FED cambia il suo target riguardo la politica monetaria, ovvero, al posto di "guardare" M-1 da quel momento in poi avrebbe guardato al tasso dei Fed Funds. In parole più semplici, invece di orientare la sua politica monetaria in base alla quantità di credito da quel momento in poi l'avrebbe fatto in base al prezzo del credito. Non è un caso, quindi, che la linea rossa nel grafico qui sopra sia esplosa da allora. Nel corso del tempo gli investimenti improduttivi hanno eroso costantemente la ricchezza reale della società e, come abbiamo visto nella sezione precedente, adesso questa è stata ridotta di molto rispetto al suo stato iniziale nel 1971.

Sino ad allora il debito equivaleva praticamente ai risparmi e l'oro manteneva onesto il sistema; successivamente l'economia più ampia è stata parassitata da un settore finanziario che ha avuto luce verde da stati e banche centrali. E tale risultato non è altro che l'arroganza di queste ultime entità che ritengono di poter controllare capillarmente l'ambiente economico. Allo stato non interessa il "bene comune"; allo stato interessa solamente sopravvivere un giorno in più, visto che le sue attività non sono in sintonia con un ambiente economico libero e prono ai segnali di mercato. Per sopravvivere lo stato deve imbrogliare e truffare, e non è un caso che questa caratteristica si sia rispecchiata nel sistema finanziario.

Pensate ad un momento come sia cambiato nel tempo per farvi un'idea. In passato la società che emetteva una obbligazione consegnava direttamente tale prodotto finanziario nelle mani dell'investitore ed ovviamente era costretta a pagare interessi e capitale. Oggi, invece, la società che emette una obbligazione non è affatto costretta a pagare interessi e capitale all'investitore. Tra la società e l'investitore ci sono una serie di intermediari che sono obbligati al settlement tra di loro e in ultima analisi all'investitore (ecco perché quando vi recate in banca ci vogliono diversi giorni per smobilitare posizioni nei mercati). Lungo questa catena d'intermediazione il titolo viene impegnato più volte come garanzia per altri prestiti e questo ovviamente diffonde rischi di controparte, rischi operativi ed emissioni in massa di titoli che non valgono niente. A tal proposito è utile consultare l'esempio della Dole, dove alla fine della fiera c'erano più possessori di titoli che titoli azionari stessi.

I detrattori delle criptovalute dovrebbero studiare l'attuale sistema finanziario prima di gettare fango su un ecosistema tecnologico che potrebbe mettere fine a questo baraccone. Ma probabilmente questa gente è la stessa che si fida delle Poste, senza sapere che Deutsche Bank è responsabile dei depositi...Ma sto divagando, torniamo alla nuova era della riserva frazionaria, perché il titolo più posto come collaterale sui mercati è senza dubbio il decennale USA. Uno studio di un economista del FMI dimostra che in media lo stesso titolo viene reipotecato 3 volte. Questo significa che solo una entità su tre detiene realmente l'asset che tutte le parti dicono di possedere e tale moltiplicazione ha raggiunti cifre impressionanti. È così che funziona fondamentalmente la riserva frazionaria nell'attività bancaria ombra.

Fortunatamente sin dal 2009 abbiamo avuto la prova che esiste una via d'uscita da questo sistema corrotto e truffaldino. La tecnologia blockchain/Bitcoin è una struttura regolata dalla matematica e non da regole arbitraria di un qualsiasi comitato o commissione, di conseguenza non può essere manomessa perché la matematica è immutabile. Essa permette a diversi utenti di verificare i dati nello stesso momento e lungo diverse distanze nel tempo, acquisendo quindi fiducia nella validità di ciò che si vede. Potremmo definirlo in termini semplici registro distribuito unico e immutabile, in cui ciò che viene scritto è verificabile da tutti e nessuno può manometterlo per i propri scopi. Nell'attuale sistema finanziario, invece, ogni banca ad esempio ha copia del proprio registro ed è un'informazione manipolabile e non verificabile.

La rivoluzione introdotta da Satoshi Nakamoto nel 2008 è stata quella di proporre la prima moneta decentralizzata e denazionalizzata nell'era digitale, andando a risolvere il cosiddetto Problema dei Generali Bizantini. In sintesi, quando l'informazione viaggia attraverso il tempo e lo spazio, come possiamo essere sicuri che non sia stata manipolata? La soluzione di Satoshi non è solo di natura tecnologica, è una combinazione anche di crittografia e Teoria dei Giochi (oltre ad un sistema di incentivi economici che hanno costituito un equilibrio inimmaginabile, capace di schermare il sistema da un qualsiasi attacco di hacking). Senza contare che non esiste alcun "consiglio di amministrazione" che decide aggiornamenti o cala dall'alto decisioni; tutti gli upgrade di sistema vengono eseguiti senza tirare giù la rete e con il consenso di tutti i nodi (in caso contrario, la blockchain effettua un fork e coloro contrari prendono la loro strada, come è accaduto l'anno scorso ad esempio con Bitcoin Cash).

OBIEZIONI AUSTRIACHE INFONDATE

In questo contesto, però, non tutti gli economisti Austriaci sono d'accordo sulla potenziale efficacia di Bitcoin come denaro. Anzi, diversi di loro sono alquanto scettici e tendono a scartarlo su basi aprioristiche, ignorando l'evoluzione dei tempi ed interpretando male la teoria che propugnano. Uno di questi fraintendimenti è quello riguardante il Teorema della Regressione e su queste pagine è stato ampiamente dimostrato che Bitcoin non lo viola affatto. Ma più di ogni altra cosa, il j'accuse più ripetuto negli ambienti Austriaci è il fatto che le criptovalute non siano coperte da niente. Questo perché hanno una visione del denaro che va a separare il mezzo di pagamento e l'infrastruttura per effettuare pagamenti, ovvero, il denaro fiat e le carte di credito. Bitcoin, invece, fonde questi due aspetti e le caratteristiche uniche del suo sistema, nonché la processazione dei pagamenti, conferiscono principalmente quel valore d'uso che tanti ancora non hanno compreso.

Il token e il sistema di trasmissione dei pagamenti sono fusi ed è questo che genera confusione in coloro che non hanno studiato Bitcoin. All'inizio della sua esistenza Bitcoin era solamente un'unità di conto su un registro, ma da quando gli individui hanno iniziato ad utilizzare tale registro esso ha acquisito quelle attenzioni che l'hanno reso prezioso agli occhi degli attori di mercato. Fermatevi un attimo a pensare a questa caratteristica di Bitcoin: il nuovo denaro creato finisce nelle mani di coloro che spendono risorse per tener aggiornato il registro distribuito, mentre nel sistema attuale la banca centrale inietta il nuovo denaro nell'economia sotto forma di finanziamenti allo stato. In Bitcoin coloro che ottengono i benefici dell'inflazione sono coloro che rendono sicura la rete e validano le transazioni, non un gruppo non eletto di individui che attraverso l'inganno deruba silenziosamente il resto della popolazione. Un processo arbitrario contro un processo calato dall'alto, eppure c'è chi si arrampica sugli specchi per definire Bitcoin denaro fiat.

Non solo, ma la quantità finita di Bitcoin a 21 milioni lo rende una risorsa scarsa da possedere e non esiste (almeno al momento) qualcosa di migliore di questa criptovaluta. La crescita del suo valore, quindi, non potrà mai far salire la sua offerta; potrà solo rendere il network più sicuro ed immune agli attacchi. Infatti i miner saranno attratti dalla possibilità di fare soldi nell'attività di mining e questo renderà il network più sicuro perché la potenza di calcolo aumenterà, e con essa la difficoltà di risolvere le operazioni matematiche che permetteranno di "scoprire" nuovi Bitcoin. Di conseguenza, Bitcoin e la crittografia sono tecnologie difensive: abbassano il costo di difendere proprietà ed informazioni, e fanno salire il costo di attaccarle.

Inoltre i detrattori dovranno mettersi il cuore in pace e rinunciare ad uno dei loro cavalli di battaglia, ovvero, "internet potrebbe essere spento". Buona fortuna con questo tipo di soluzione, soprattutto se si pensa a come funzionano oggi le banche ad esempio, ma al di là di ciò adesso esistono satelliti che possono fornire una connessione 24 ore su 24. Allo stesso modo, anche l'energia elettrica necessaria per far andare avanti il sistema è stato un cavallo di battaglia dei detrattori. Oltre a sorvolare su quanto costi mantenere in piedi l'attuale sistema delle carte di credito, dimenticano che è fondamentale che sia difficile e costoso ottenere nuovi Bitcoin altrimenti scomparirebbero tutti gli incentivi economici alla base della sua preservazione.

Ciò che ancora stenta a capire la maggior parte delle persone è che, oltre a rappresentare una rivoluzione all'interno del campo monetario, Bitcoin e la tecnologia blockchain rappresentano un allenamento alla libertà e alla responsabilità individuale. Ovvero, affrontare e risolvere in prima persona quei problemi che più rendono insoddisfacente la nostra vita, senza delegare a terze parti aspetti importanti e cruciali della nostra esistenza. L'eccessivo affidamento all'intermediazione ha alimentato il sistema corrotto in cui siamo immersi oggigiorno, creando quelle mostruosità finanziarie che fagocitano la speranza per il futuro e la ricchezza onestamente guadagnata degli attori di mercato. Bitcoin non è la soluzione perfetta, ma rappresenta la miglior occasione in mano agli attori di mercato per emanciparsi dalla trappola mortale che li vuole come garanzia collaterale dietro il caos nel mondo finanziario. 

CONCLUSIONE

Il controllo delle banche entrali sull'economia più ampia è solo una funzione della fiducia che gli individui ripongono ancora nelle valute fiat. Man mano che tale fiducia andrà svanendo., svanirà anche suddetta illusione. La FED sostiene di essere in grado di progettare un "atterraggio morbido", ma ciò non è mai accaduto nella realtà. È ancora meno probabile che accada in questo attuale ciclo a causa di quanto tempo è passato e di come i mercati finanziari e l'economia siano stati distorti. Nell'ultimo ciclo economico, dal 2002 al 2007, sono stati i mutui subprime a far saltare tutto, e nel ciclo attuale saranno le obbligazioni societarie a ricoprire tal ruolo, contagiando successivamente il mercato azionario statunitense.

Lo spread tra i titoli del Tesoro USA decennali/biennali è uno strumento utile per determinare quanto sia vicina una recessione. Questo spread è un indicatore estremamente accurato che ha messo in allerta riguardo ogni recessione negli Stati Uniti negli ultimi 50 anni, inclusa la Grande Recessione. Quando lo spread è compreso tra lo 0% e l'1%, si trova nella "zona di allerta" perché significa che il ciclo economico sta maturando e che una recessione è probabilmente a pochi anni di distanza. Quando lo spread scende al di sotto dello 0% è probabile che si verifichi una recessione entro l'anno successivo. Come mostra il grafico qui sotto, lo spread tra il decennale/biennale è già in profondità nella "Warning Zone" e si dirige verso la "Recession Zone" ad un ritmo allarmante.





La storia ha dimostrato più e più volte che l'ingerenza nei mercati da parte delle banche centrali porta a distorsioni economiche ed a crisi. In base all'attuale ambiente economico, non abbiamo imparato le lezioni che dovevamo imparare nel 1999 e nel 2008, quindi siamo condannati a ripeterle. Emanciparsi da questo ciclo di errori è possibile e l'occasione ci viene fornita dalle criptovalute, in particolare da Bitcoin, che grazie alla loro tecnologia e alla filosofia alle loro spalle rappresentano insieme ai metalli preziosi l'unico porto sicuro in cui rifugiarsi e successivamente ripartire una volta passata la tempesta.

Fonte: qui

IL FALLIMENTO DEL COMUNE DI CATANIA È IL PIÙ GRANDE D’ITALIA


ECCO COSA SUCCEDERÀ ORA. STIPENDI FERMI PER GLI OLTRE DUEMILA DIPENDENTI DEL COMUNE E NIENTE ILLUMINAZIONI NATALIZIE 

IL DEBITO DA 1,6 MILIARDI, LA LUNGA AGONIA E L’IMPOSSIBILITÀ DEL RISANAMENTO. IL RIMPALLO DI RESPONSABILITÀ TRA IL SINDACO POGLIESE E L’EX PRIMO CITTADINO ENZO BIANCO

A CATANIA DIVENTA UFFICIALE IL FALLIMENTO COMUNALE PIÙ GRANDE D’ITALIA
Gianni Trovati per www.ilsole24ore.com

Bandiera bianca, stipendi fermi per i 2.400 dipendenti del Comune e per quelli delle partecipate e niente illuminazioni natalizie. Da ieri notte Catania è ufficialmente la città in dissesto più grande d'Italia. Non è bastata una battaglia di mesi con la Corte dei conti, e nemmeno una coppia di emendamenti inseriti pochi mesi fa nel Milleproroghe estivo. Il debito da 1,6 miliardi, e la sua inevitabile ulteriore esplosione con il disavanzo da oltre 500 milioni trovato dai magistrati contabili nell'ultimo rendiconto finito sotto esame, sono stati più forti di qualsiasi tentativo di evitare il default. Votato nella notte dal consiglio.
SALVO POGLIESE NELLO MUSUMECISALVO POGLIESE NELLO MUSUMECI

La lunga agonia
La decisione della maggioranza che sostiene il sindaco di centrodestra Salvo Pugliese, eletto a giugno e alle prese con i drammi contabili dal suo primo giorno a Palazzo degli Elefanti, è stata inevitabile. E pone fine a sei anni di agonia, avviati nel 2012 con il piano di rientro tentato da un'altra giunta di centrodestra, quella guidata da Raffaele Stancanelli che ha anche firmato l'emendamento rivelatosi inutile. Il piano era stato ereditato e rivisto da Enzo Bianco, nome di peso del Pd ed ex ministro dell'Interno che ha amministrato la città con una maggioranza di centrosinistra dal 2013 al 2018. Ma non ha mai funzionato.

Risanamento impossibile
catania 6CATANIA 6
Il presupposto di ogni piano di rientro, con il meccanismo pre-dissesto introdotto dal governo Monti che ora vede impegnati con risultati deludenti anche Napoli, Messina e altre decine di Comuni quasi solo nel Centro-Sud, è il recupero dell'equilibrio con tagli di spesa e aumenti di entrate. Ma a Catania, come in tanti Comuni con i conti in crisi, le entrate scritte in bilancio trovano scarso riscontro in cassa per l'evasione diffusa e i buchi nella riscossione.
Nel 2015, spiega per esempio la Corte dei conti, Catania ha incassato solo il 11% delle multe, e l'anno dopo non è andata oltre il 6%. Per non parlare della lotta all'evasione, che nel 2015 ha raggiunto lo straordinario risultato di recuperare lo 0,45% dell'arretrato. Con risultati come questi, non esiste piano di rientro che tenga.
SALVO POGLIESE SINDACO CATANIASALVO POGLIESE SINDACO CATANIA

In fila per i pagamenti
E ora? Il maxidebito arretrato sarà affidato a una gestione commissariale, che dovrà gestire la fila dei creditori in fila per parare l'ennesimo colpo a un'economia territoriale già in difficoltà. E la Giunta dovrà gestire il bilancio “ripulito”, provando davvero ad affrontare qualcuno dei nodi strutturali che hanno reso impossibile la gestione dei conti catanesi. Per evitare di dover tornare fra pochi anni a parlare di un nuovo dissesto a Catania.

IL COMMENTO DEL SINDACO SALVO POGLIESE
Dalla pagina Facebook di Salvo Pogliese, sindaco di Catania

Come certamente saprete, il consiglio comunale, a tarda sera, ha dichiarato il dissesto economico finanziario del Comune.  Abbiamo provato in ogni modo a evitare il dissesto, coi mezzi legali e le norme previste dal decreto milleproroghe, ma la decisione dei giudici contabili non lasciava spazio a interpretazioni diverse dalla presa d’atto della condizione di dissesto.

catania 5CATANIA 
Un fatto traumatico anche perché, siamo la più grande città italiana in questa condizione di default, per via della situazione debitoria di 1,6 miliardi di euro che abbiamo trovato. E certo non è un caso che il legislatore abbia voluto che a decretare il dissesto fosse il consiglio comunale, cioè la massima espressione democratica, dove si raccolgono tutte le espressioni e le sensibilità politiche della città per comune assunzione di responsabilità.

Non è il momento di parlare come si è arrivati questo stato di cose, anche perché compete ad altri organi accertare le responsabilità; devo ricordare, però, che la Corte dei Conti ci ha imposto di adottare una delibera di misure correttive di 449 milioni di euro per le criticità gestionali rilevate nel triennio 2014-2017, varata nello scorso mese di settembre sempre da questo consiglio comunale.

enzo bianco e melania trumpENZO BIANCO E MELANIA TRUMP
Il mio impegno sarà totalizzante a far sì che il peso di questo dissesto non ricada sulle fasce più deboli della popolazione che ci impegniamo garantire in ogni modo. Non dobbiamo pensare che il dissesto sia l’Apocalisse, e questo messaggio positivo lo vedo recepito dalle tante risposte positive al nostro appello agli imprenditori a contribuire economicamente per accendere le luci di Natale, celebrando insieme un nuovo anno all’insegna del cambiamento.

Catania è abituata a risorgere dalle proprie ceneri e ci riuscirà anche stavolta.  Siamo abituati alle difficoltà, ma siccome sono un ottimista congenito, sono sicuro che ce la faremo anche stavolta a vincere la nostra partita, voltando finalmente pagina con l’impegno dei tanti che vogliono bene a questa città, a prescindere dalle appartenenze politiche.

14 Dicembre 2018

Fonte: qui