LE PROVE CONTRO DI LORO ERANO “GRANITICHE”, SCRIVEVA IL GIP A SETTEMBRE, E ORA È INTERVENUTO PURE IL CAMPIDOGLIO
Lorenzo De Cicco per www.ilmessaggero.it
Licenziate in tronco, «senza preavviso», come si legge nelle lettere appena spedite dal Campidoglio, e soprattutto senza aspettare la sentenza definitiva. L'amministrazione di Roma ha messo alla porta cinque insegnanti comunali. Lavoravano tutte nell'asilo nido Papero Giallo, al Torrino, periferia Sud della Capitale, e da settembre erano indagate per maltrattamenti pluriaggravati nei confronti dei loro piccoli alunni. Bimbi tra i 19 e i 32 mesi «trascinati per i capelli», schiaffeggiati, «rinchiusi per ore in una stanza» al buio, come hanno ricostruito gli investigatori, che hanno incastrato le maestre grazie alle telecamere nascoste nelle aule.
I PROVVEDIMENTI
Condotte «gravissime» che hanno convinto il Comune a chiudere il procedimento disciplinare il prima possibile. Le lettere di licenziamento sono state recapitate a inizio settimana. Sono stati contestati i comportamenti «diseducativi, improntati all'aggressività fisica e alla scurrilità verbale».
Atteggiamenti «contrari ai principi educativi che devono essere attuati negli asili nido e anche alle leggi che regolano i rapporti di lavoro all'interno della pubblica amministrazione», si legge in una delle missive dell'ufficio disciplinare del Campidoglio.
«Chi tocca i bambini va punito», commentavano ieri le colleghe delle insegnanti licenziate, accanto all'ingresso della scuola, in via del Fiume Giallo. «Il Comune ha fatto bene, per noi questa storiaccia è stata un danno, alcuni alunni hanno cambiato asilo. Ora andiamo avanti».
Le prove contro le maestre violente, che hanno un'età che va dai 52 ai 65 anni, erano «granitiche», aveva scritto a settembre, nell'ordinanza cautelare, il gip Clementina Forleo. Le indagini dei carabinieri della compagnia Eur erano partite dopo la denuncia di quattro genitori insospettiti dai comportamenti dei figli. «Non volevano più andare a scuola, mimavano i gesti delle percosse», hanno raccontato ai militari.
SCHIAFFI E INSULTI
Le riprese hanno fatto il resto. «E muoviti!», urlava una maestra strattonando una bambina. «Sei proprio un idiota», strillava un'altra. «Sai che somigli alla mamma? Avete la stessa faccetta da c...». E ancora: «Pensa quanto rompe il c... tua nonna». E giù gli schiaffi. L'8 giugno scorso le telecamere hanno ripreso una delle scene più brutali: due bimbi sono stati trascinati in una stanza vuota e senza luci. E lì sono rimasti segregati per oltre un'ora. L'insegnante, sentendo piangere i piccoli, li prendeva a ceffoni. Un'altra intimava invece agli allievi di restare «con le magliette sollevate fin sopra l'ombelico», in modo che prendessero freddo e il giorno dopo, malati, rimanessero a casa. Ora, invece, a casa resteranno loro.
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