9 dicembre forconi: 05/27/18

domenica 27 maggio 2018

"IL PIANO TEDESCO È COME QUELLO DEI NAZISTI", PAROLA DI SAVONA

"IL TEMPO" RICORDA CHE NEL 2012 L'ECONOMISTA CHE PIACE A LEGA E M5s PUBBLICO' UN LIBRO SULL’EGEMONIA DI BERLINO IN EUROPA IN CUI SCRISSE: "LA POLITICA ECONOMICA DELLA GERMANIA VA NELLA DIREZIONE DI QUELLA DEL 1936. SE NON VOLETE CHE FINISCA ANCORA UNA VOLTA MALE, NON RESTA CHE..."
Estratto del libro di Paolo Savona “Lettera agli amici tedeschi e italiani” pubblicato da "il Tempo"

Cari amici tedeschi, nessuno nega che apparteniate a un grande popolo. I vostri filosofi, giuristi,musicisti,letterati e scienziati hanno contribuito a plasmare la civiltà dell’uomo in tutto il pianeta. Avete fatto degli errori, ma chi non li ha fatti? La storia degli stermini da parte di tutti i paesi del mondo è ben descritta nel voluminoso lavoro di Matthew White sulla storia delle atrocità compiute dall' uomo nel corso della sua storia millenaria. Ce n' è per tutti! Aveva quindi ragione Karl Popper: l' uomo è la peggiore bestia della Terra, perché rispetto agli animali mette coscientemente la sua intelligenza al servizio del male.

merkel vignetta oshoMERKEL VIGNETTA OSHO
Teniamoci fuori impedendo il rafforzamento delle radici della violenza, anche di natura economica. Intendo perciò sollecitare un vostro maggiore impegno nell' evitare che l' Europa si infili in una nuova tragedia - quella del ritorno alla povertà di alcuni popoli con gli odi e i conflitti che seguirebbero - operando in modo tale da garantire non solo una continuazione della crescita per il vostro paese, ma anche per tutti gli altri, in uno sforzo cooperativo.
(...) Ci ritroviamo con l' irreversibilità dell' euro - ovviamente di questo euro e non di quello che avremmo desiderato che fosse - nelle forme che impediscono il realizzarsi delle speranze che ne avevano suggerito la nascita: uno strumento per la crescita e la diffusione della pace e del benessere per tutti (...).
paola savona villa borghesePAOLA SAVONA VILLA BORGHESE

Ora prevale la competizione conflittuale Ma ancora più grave è il riproporsi, per fortuna in forme non militari, ma più subdole, della competizione conflittuale che ha causato le drammatiche vicende della guerra e aveva imposto una forte volontà di pace e guidato, sia pure tra sussulti, il processo di unificazione europea. Dai vostri recenti comportamenti collettivi, viene il sospetto che stiate scivolando nuovamente sul piano economico nella direzione proposta dal Piano Funk (dal nome dell' allora ministro delle Finanze tedesco, ndr) del 1936. La politica economica che voi suggerite getta le basi per una disgregazione del sogno europeo di pace e di un comune progresso civile. Il Piano Funk prevedeva che la Germania divenisse il «paese d' ordine d' Europa» ed è quello che ora proponete; che le monete nazionali «confluissero nell' area del marco» ed è ciò che desiderate e, in parte, avete ottenuto; che lo sviluppo industriale fosse di vostra esclusiva pertinenza, solo affiancati dall' alleato «storico» del vostro paese, la Francia, una soluzione che il mercato comune europeo e la moneta unica sta causando; che gli altri paesi dovessero dedicarsi all' agricoltura e ai servizi turistici, la qualcosa per vocazione e per necessità finirà con l' essere, prestando forza lavoro qualificata al disegno di vostra leadership.

draghi merkelDRAGHI MERKEL
Sono dalla parte di chi è convinto che la leadership di qualcuno o di qualche paese sia indispensabile non solo per la stabilità geopolitica, ma anche per il sano principio meritocratico che, per il bene di tutti, deve vincere il migliore; ma la leadership, soprattutto se praticata a livello sovranazionale comporta dei doveri in materia di sicurezza e di benessere, che (ad esempio) gli Stati Uniti hanno assolto egregiamente nel Dopoguerra(...).
L' esempio pragmatico degli Stati Uniti Gli interessi nazionali devono essere mantenuti in equilibrio con quelli delle collettività che compongono l' Europa e questi, a loro volta, con quelli della comunità internazionale; in politica estera questa si chiama strategia cooperativa (...).
paola savona villa borghesePAOLA SAVONA VILLA BORGHESE
Per evitare di incappare nelle reazioni dovute alla trasposizione in altro habitat politico del Piano Funk, occorre mettere mano al meccanismo creato a Maastricht e poi integrato a più riprese, ma sempre nella stessa direzione della stabilità considerata presupposto per lo sviluppo, mentre le conoscenze economiche indicano che devono stare allo stesso livello nell' impegno politico.
È ciò che gli Stati Uniti vanno facendo, ma la loro Banca centrale ha mani libere sui tre canali di creazione della base monetaria (Tesoro, banche ed estero) e una funzione di utilità che include lo sviluppo sotto vincolo di stabilità, e il governo ha la possibilità di agire sul disavanzo pubblico per combattere la disoccupazione (...).
paola savona villa borghesePAOLA SAVONA VILLA BORGHESE
L' organismo biogiuridico dell' euro e quello delle politiche fiscali europee presentano un tipo di funzionamento che rivitalizza la sostanza del Piano Funk, forse senza che lo vogliate veramente, ma vi preghiamo caldamente di chiarirvi le idee e chiarirci che cosa volete veramente, per decidere anche noi il da farsi. (...) Mettiamo quindi a fuoco questo importante aspetto del problema per continuare sulla strada dell' unificazione politica, senza la quale non possiamo contare nella definizione delle geopolitiche che guidano le sorti dei paesi europei. Non illudetevi di poter fare da soli o con pochi altri, avete e abbiamo bisogno di un' Europa unita.

paolo savonaPAOLO SAVONA
Non respingo l' idea che la Germania sia il paese che pone ordine in Europa, ma chiedo che al termine si dia un contenuto diverso. In assenza di sufficienti politiche compensative degli shock asimmetrici e di una vera libera circolazione degli input e degli output, il cambio dell' euro resterebbe per voi sottovalutato e per altri sopravvalutato e tenderebbe a inglobare nella vostra economia (il va sans dire, anche per vostro merito) i flussi di capitali internazionali e la crescita industriale; fa però arrancare lo sviluppo francese e deindustrializza l' Italia e la Spagna, spostando le loro energie verso la produzione agricola e turistica; di conseguenza induce nei paesi in difficoltà l' emigrazione, ma questa volta essa si deve realizzare in dura competizione con i paesi economicamente arretrati. Tutte queste implicazioni del meccanismo biogiuridico sono simili a quelle previste nel Piano Funk. Le politiche fiscali europee accelerano questo processo (...).

Meglio continuare verso l' unione politica Se non volete, come crediamo, che finisca ancora una volta male nelle relazioni tra i nostri popoli, non resta che ridiscutere seriamente quali debbano essere le correzioni da apportare ai patti che reggono l' Unione europea, anche a prescindere dal raggiungimento di quella che molti considerano la condizione indispensabile per contare nel mondo: l' unificazione politica. Non vi chiediamo di pagare i debiti altrui, perché non è tecnicamente possibile, né pensabile, ma di permettere che tutti li paghino razionalizzando le economie in modo da consentire loro di continuare sulla strada dello sviluppo. È ciò che fecero gli americani per l' Europa quando vararono il Piano Marshall.
Paolo Savona.

Fonte: qui

UCCISE LA SUA TERAPISTA: ASSOLTO! IL MAROCCHINO 54ENNE, CHE NEL FEBBRAIO 2017 ACCOLTELLO’ A MORTE LA DONNA, E' “INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE”

L'UOMO ANDRA' PER 10 ANNI IN UNA REMS: PER IL GIUDICE SI TRATTA COMUNQUE DI “UNA PERSONA SOCIALMENTE PERICOLOSA”...


nadia pulvirentiNADIA PULVIRENTI
Assolto perché incapace di intendere e di volere. E’ il verdetto emesso dal gup del tribunale di Brescia Alessandra Di Fazio nei confronti di Abderrhaim El Mouckhtari, marocchino di 54 anni, che a febbraio di un anno fa uccise con dieci coltellate - colpendola alle gambe e all’addome - la sua terapista per la riabilitazione psichiatrica Nadia Pulvirenti, 25 anni.

VESTITI SPORCHI DI SANGUE
Il delitto è avvenuto all’interno della Cascina Clarabella di Iseo, nel bresciano, dove lo straniero era ospite da cinque anni in uno degli appartamenti della struttura per la riabilitazione di persone con disabilità fisica e psichica. Ma quel tragico 24 febbraio qualcosa è scattato nella sua mente: l’uomo afferra un coltello da cucina e colpisce ripetutamente l’educatrice, lei tenta disperatamente di difendersi proteggendosi con le mani, gridando a squarciagola per attirare l’attenzione, ma non c’è nulla da fare, non riesce a sottrarsi alla furia omicida del suo paziente. Mentre il personale della struttura soccorre la giovane terapista, Abderrhaim El Mouckhtari fugge a piedi nei campi. Viene fermato poco dopo dai carabinieri, in stato confusionale, con i vestiti ancora sporchi di sangue.

Nadia-PulvirentiNADIA-PULVIRENTI
Portato in caserma e interrogato dagli inquirenti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Durante il processo le perizie hanno confermato le sue condizioni di alterazione mentale. Del resto, nel suo primo interrogatorio, ha chiesto di Nadia per poterle porgere le sue scuse e già questo rappresentava un sintomo evidente di come l’uomo in realtà non si fosse mai reso conto di avere massacrato Nadia a coltellate. Abderrhaim El Mouckhtari andrà ora in una Rems - le strutture che hanno sostituito i vecchi ospedali psichiatrici giudiziari - per la durata di dieci anni poiché, per lo stesso giudice, si tratta comunque di una persona socialmente pericolosa.

L’INCHIESTA PARALLELA
La vicenda processuale non è comunque finita qui. I genitori della giovane aspettano infatti l’esito di un’inchiesta parallela: quella che coinvolge i responsabili della cooperativa Diogene, alla quale sono affidati i servizi svolti all’interno della Cascina Clarabella di Iseo, e dei vertici dell’Asst di Chiari. In tutto sono una decina le persone indagate per omicidio doloso, un delitto che forse si sarebbe potuto evitare se all’interno della struttura fossero state adottate adeguate misure di sicurezza e prevenzione: è questa l’ipotesi al vaglio del sostituto procuratore Enrica Battaglia, che ha avviato il secondo filone d’inchiesta.
poliziaPOLIZIA

Quando venne assunta alla Cascina Clarabella, Nadia Pulvirenti si era laureata da poco all’Università di Verona in tecnica della riabilitazione psichiatrica e aveva fatto una breve esperienza a Trento. «La scelsi per l’entusiasmo. Perché condivideva il progetto di accompagnare le persone con disagio psichico all’autonomia. Per il modo in cui si era presentata, così, senza appuntamento, portando a mano le sue credenziali. Riconobbi subito in lei quello che fa la differenza nei lavori come il nostro: passione e dedizione», la ricorda il responsabile della cooperativa Diogene.

Fonte: qui

Russia, Siluanov: Pronti a usare euro anziché dollaro se UE si oppone alle sanzioni Usa

Così il ministro delle Finanze presente al Forum di San Pietroburgo.
La Russia è pronta a utilizzare gli euro anziché il dollaro Usa nel commercio estero se Bruxelles si dichiara contro l'aumento delle sanzioni anti-russe da parte degli Stati Uniti.
Lo ha detto il ministro delle Finanze, Anton Siluanov, parlando al Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF).

Fonte: qui

Moody's Warns Of A Junk Bond Default Avalanche As Rates Rise

Having peaked last summer after troughing in early 2016 following the 2015 oil crisis which led to a surge of E&P-linked defaults and prompted the Fed to quietly order banks to suspend marking-to-market their energy exposure, junk bonds have been gently leaking for the past year...
... and while spreads remain compressed - which is understandable in a world where any outsized yield is fiercely bought by managers of "other people's money" regardless of the underlying fundamentals - yields continue to creep higher, tracking the broader rates market, and it is only a matter of time before America's highly indebted, "zombie" corporations most of which are rated somewhere in deep junk territory, hit their tipping point and trigger a mass default avalanche.
That's the warning issued by rating agency Moody's, which writes that "low interest rates and investor appetite for yield has pushed companies into issuing mounds of debt that offer comparatively low levels of protection for investors." Actually that's a major understatement, because as documented previously, the prevalence of covenant-lite debt in circulation has never been greater, which suggests that during the next crisis recoveries on both secured and unsecured debt will be lower than ever before...
... something we first showed during the brief but acute 2016 E&P junk bond crisis.
But besides that technicality, Moody's is - for once -correct, and in a surprisingly dour assessment of the high yield market, Buffett's favorite rating agency warns that while the near-term outlook for credit remains "benign," that won't be the case when economic conditions worsen.
In the report Moody's senior credit officer, Mariarosa Verde, writes that "the prolonged environment of low growth and low interest rates has been a catalyst for striking changes in nonfinancial corporate credit quality," and adds that "the record number of highly leveraged companies has set the stage for a particularly large wave of defaults when the next period of broad economic stress eventually arrives."
She also notes that while the current high yield default rate is just 3%, it has been rising rapidly in recent months as shown in the chart below, and furthermore this artificially low default rates is predicated on favorable conditions that may will not last.
And here is a striking statistic from Moody's: since 2009, the level of global nonfinancial junk-rated companies has soared by 58% representing $3.7 trillion in outstanding debt, the highest ever, with 40%, or $2 trillion, rated B1 or lower. Putting this in contest, since 2009, US corporate debt has increased by 49%, hitting a record total of $8.8 trillion, much of that debt used to fund stock repurchases. Meanwhile, as a percentage of GDP, corporate debt is at a level which on ever prior occasion, a financial crisis has followed.
Furthermore, in the post financial crisis period, there has been a steady deterioration in debt issuance, with the share of investment-grade firms declining while junk-rated debt has increased.
The dynamic here is familiar, and is the basis of every post in which we lament the prevalence of "zombie" companies - those with insurmountable debt loads, kept alive only thanks to artificially lower interest rates:
"Strong investor demand for higher yields continues to allow all but the weakest issuers to avoid default by refinancing maturing debt," Verde wrote. "A number of very weak issuers are living on borrowed time while benign conditions last."
And here is Moody's as close at it will ever go to slamming central banks for being responsible for the next debt crisis. As paraphrased by CNBC's Jeff Cox, it is the easy credit conditions of the past decade that have allowed lower-rated companies to flourish and go to market, as global central banks have kept rates low while flooding the world with trillions in excess liquidity.
To be sure, there is a good side to this artificially extended existence: it has allowed some smaller firms, which otherwise would not have survived , to implement game-changing technologies into multiple industries, particularly energy.
Yet concurrently higher-rated companies have been issuing record amounts of debt, which they used to reward shareholders with buybacks and dividends. As a result, their debt, while still investment grade, has fallen to just a few notches about junk, with the very top of the ladder shrinking from 21 percent pre-crisis to 14 percent currently.
Here Moody's, like Bank of America recently, warned that the trend will result in a surge in "fallen angels," as investment grade companies are downgraded to junk, which incidentally Horseman Global recently said will be his favorite short this year.
Meanwhile, median debt to EBITDA levels have risen 30% for investment-grade companies and slightly less for junk, which means that an even smaller increase in rates will be sufficient to lead to mass defaults.
"For many speculative-grade issuers, debt capacity may have reached its limit but structural protections continue to weaken," Verde said. "Many of these highly leveraged borrowers have more latitude than at any other time in the past to engage in potentially credit-eroding activities such as asset sales or debt-accretive transactions without needing to get lender consent."
The moody's analyst also noted that it is only thanks to central bank intervention that lower-rated companies have managed to keep their defaults below the historical average even though their credit metrics are "deeply stretched."
"This extended period of benign credit conditions has helped many weak, highly leveraged companies to avoid default. These companies are poised to default when credit conditions eventually become more difficult."
Which incidentally, is precisely what the IMF warned one year ago, when it predicted that 20% of all US corporations are at risk of default once rates rise, as they have been for the past year. In fact, as the IMF chart below shows, some $3.9 trillion in corporate debt is at risk of defaulting when rates rise enough.
The only question is what is "enough?"
Fonte: qui

SPREAD E GOVERNO/ Potremmo tornare a quota 400, lunedì si decide tutto

Spread oltre i 200 punti, Ftse Mib in calo, Btp sotto pressione, banche ko. A Piazza Affari è stato un venerdì nero. "Siamo sul filo del rasoio".
LaPresse
Spread oltre quota 200, Piazza Affari in calo, rendimenti dei BTp 10 anni intorno al 2,50%, fuga dei capitali (secondo gli analisti della società di ricerca Epfr Global, nell'ultima settimana gli investitori hanno ritirato dai fondi azionari la cifra record di 380 milioni di dollari, la più alta da metà 2014). "Siamo sul filo del rasoio – avverte Alessandro Magagnoli, co-fondatore di Financial Trend Analysis (FTA online) –. Il mercato è pronto a muoversi in tutte le direzioni, e lo vedremo lunedì. Ma se il movimento sarà ancora al ribasso come oggi, confermando i livelli raggiunti in chiusura di ottava, non avremo più cuscinetti: al massimo potremo permetterci ancora una mezza giornata di confusione e di incertezza, ma oltre questo risicato limite non si sarà più da scherzare".
L'ex ministro Padoan ha dichiarato: "Con la Ue si può trattare, con i mercati no". Ieri lo spread ha superato il muro dei 200 punti e il rendimento del Btp ha sfiorato il 2,50%. In base all'osservazione dei grafici, è un avvertimento, un ultimatum o è partito l'attacco dei mercati contro l'Italia e il governo Conte?
Giovedì a Piazza Affari era successa una cosa strana, che aveva lasciato acceso un lumicino di speranza. È vero che lo spread tra Btp e Bund ha continuato a salire e, dopo aver toccato un massimo a 202,70, ha ripiegato intorno a 201, superando comunque la soglia dei 200 punti, che peraltro oggi è divenuta la base dalla quale far partire un nuovo rialzo. Il mercato azionario, però, ha continuato a oscillare attorno al supporto, molto importante, di 22.600, fermandosi senza mai violarlo. Quindi, la Borsa aveva manifestato fino a giovedì una discreta tenuta. Il taglio al ribasso, ieri, di area 22.600 rilancia invece un quadro ribassista preoccupante. Come già detto, si può ancora sperare che la sfuriata sia solo figlia dell'incertezza politica e del timore di rimanere con posizioni scomode in mano prima di uno stop di due giorni sui mercati, ma se lunedì questi prezzi verranno confermati bisognerà prendere atto dell'avvenuto cambiamento di tendenza. E si tratta di una tendenza che potrebbe anche estendersi nel medio periodo.
Anche la Borsa ha perso più dell'1,5%...
Il Ftse Mib scende non solo per motivazioni interne, ma anche sulla spinta degli altri indici europei, delusi e preoccupati per la debolezza della crescita tedesca, tanto che il Dax ha fatto segnare nel corso della settimana performance peggiori del nostro listino e ieri la Borsa spagnola si è dimostrata molto debole. Il calo generalizzato dei listini europei, rispecchiato anche dalla debolezza della moneta unica contro dollaro, non è certo solo figlio dell'incertezza italiana, ma contribuisce ovviamente ad affossare anche la nostra Borsa. La spia rossa, quindi, è ormai accesa.
In che senso?
Il Ftse Mib è sceso nelle ultime ore al di sotto del supporto dei 22.600 punti, un'area d'allarme, e se la violazione di questo supporto troverà conferma anche lunedì per il ribasso in atto dai massimi di inizio maggio più che di un ritracciamento ci sarebbe da iniziare a parlare di una vera e propria inversione dal trend rialzista.
Lo spread oltre i 200 punti che segnale rappresenta?
È una sorta di dichiarazione di guerra dei mercati, soprattutto se dovesse restare sopra questa soglia. Anzi, c'è addirittura chi teme che, qualora fosse infranto stabilmente il muro dei 210 punti, dove si collocano i massimi dell'aprile 2017, potremmo tornare a rivedere quota 400. A me personalmente sembra ancora un riferimento troppo lontano, ma è giusto ricordare che in un solo mese lo spread è raddoppiato, da 100-115 punti a oltre 200, e che a luglio del 2012 eravamo a 540 circa. Il ritorno a metà strada tra i massimi del 2012 e i minimi del 2015 riporterebbe lo spread a 310 punti circa. A ulteriore conferma che siamo in una fase difficile e delicata, è giusto ricordare che si sta ampliando anche lo spread con i Bonos spagnoli, in un momento in cui il quadro politico della Spagna non è certo positivo, visto che il governo Rajoy è sotto pressione per lo scandalo tangenti che ha coinvolto il Partito Popolare e che la partita con la Catalogna non è certo ancora chiusa. I 108 punti base sui Bonos rappresentano il massimo da sei anni a questa parte.
E il BTp?
Per il BTp future quota 130,50 rappresenta uno spartiacque importante. Il cedimento al di sotto di quei livelli avrebbe lo stesso effetto della violazione di area 22.600 da parte del Ftse Mib e costringerebbe a considerare il ribasso visto dai massimi di aprile e maggio allineati in area 140 non come una pausa correttiva, ma come l'inizio di una vera e propria tendenza destinata a durare.
Resta, dunque, forte la tensione sull'Italia. Quali sono gli indicatori e i livelli di guardia da tenere sotto stretta sorveglianza per capire la severità di giudizio dei mercati?
Segnalo una terna da monitorare con grande attenzione. Partiamo dai titoli di due banche: Intesa Sanpaolo e Unicredit. Giovedì in Borsa hanno calamitato il 24% degli scambi ed entrambi sono sotto l'influsso nefasto di un doppio massimo ribassista, una delle figure di inversione più conosciute da chi segue i grafici. Secondo indicatore: il Ftse Mib al di sotto del supporto dei 22.600 punti. Terzo: lo spread alle prese con quota 210-215.
Par di capire che sia una terna altamente infiammabile. Che cosa potrebbe succedere?
Il doppio massimo è già stato completato da Intesa Sanpaolo il 21 maggio, mentre nel caso di Unicredit la stessa tipologia di figura, che si è costruita in 10 mesi, è stata completata ieri con la discesa al di sotto dei 15,45 euro (minimo intraday a 15,35 euro, seguito da un rimbalzo nuovamente sulla soglia critica). Se la violazione del supporto troverà conferma anche lunedì, sarà lecito attendersi l'avvio di un'ulteriore scivolata che non si esaurirà in poche sedute, ma sarà ben più lunga e profonda. L'obiettivo del doppio massimo, calcolato come da manuale tramite la proiezione dell'ampiezza della figura dal suo punto di rottura, si colloca infatti a 12,50 euro circa. E se anche il Ftse Mib dovesse trascorrere un po' di tempo sotto i 22.600 punti e lo spread infrangesse stabilmente i 210 punti, direi che dobbiamo prepararci al peggio.
Perché?
Di cuscinetti non ne abbiamo più e, se a partire da lunedì dovessimo assistere a più di una mezza giornata di incertezza, non ci sarà più da scherzare. In quel caso i ribassi, anziché essere occasione d'acquisto come negli ultimi mesi, potrebbero diventare il tema dominante del mercato e costringerebbero a cambiare logica operativa, andando alla ricerca di livelli sui quali neutralizzare le posizioni in attesa di una schiarita, che - è bene sottolinearlo - potrebbe anche non arrivare subito.
Uno scenario allarmante. Non ci sono spiragli di speranza?
Se i tre indicatori sopra ricordati dovessero invece reggere alla prova di lunedì, sarebbe il segnale che il mercato ha solo voluto saggiare la loro tenuta. Qualora il tentativo di sfondare non andasse in porto, potremmo assistere a un movimento di ripresa che potrebbe essere anche robusto. E questo darebbe un respiro di sollievo.
Insomma, lunedì per Borse, spread e titoli di Stato sarà una giornata campale?
Siamo sul filo del rasoio, il mercato è pronto a muoversi in tutte le direzioni: in caso di tenuta, c'è la speranza che il mercato possa cambiare atteggiamento. In caso contrario, allacciamoci le cinture.
Fonte: qui

Bill Ryerson -- Dealing With The Elephant In The Room: Overpopulation

Strategies for dealing with this massive, third-rail issue

by Adam Taggart

Worldwide, three new humans are born every second. Every day, 225,000 more mouths are added to the global dinner table.
That adds up to 80 million new people per year -- the population equivalent of the five largest cities in the world. That's like a new Shanghai, a new Beijing, a new New Delhi, a new Lagos, and a new Tianjin being added every year.
This growth trajectory is simply not sustainable from a planetary resources standpoint. As the global population continues to grow at an exponential rate, its demand is causing key resources like fresh water aquifers, rainforest canopies, fishing stocks, fertile topsoils, etc to similarly deplete exponentially. These oppositional exponentials, mathematically, can only result in an evitable planetary 'overshoot' -- which many argue we are already well into.
What can be done? Bill Ryerson, president of the Population Institute, joins us to discuss the work of the Population Media Center in addressing the interconnected issues of the full rights of women and girls, population, and the environment. It's mission is to empower people to live healthier and more prosperous lives and to stabilize global population at a level at which people can live sustainably with the world’s renewable resources.
Our earlier podcast with Bill focused on the existential dangers of overpopulation (you can listen to it here). This week's podcast focuses on the strategies that show the most promise for slowing, or perhaps even reversing, world population growth, should we be willing to pursue them:
All of those new people on the planet have needs for food, shelter, housing, and clothing. When you look at their environmental impact, the number of new people is a major driver of lost biodiversity, and it's a significant factor in climate change.
Now, I've heard a lot of environmentalists say 'Well, population doesn't matter' because the real culprits in climate change are the high consumers of the West who each have a huge carbon footprint. But in fact, if you take the median projection of population growth by the UN Population Division from now to 2050 -- an additional 2.5 billion people -- and multiply that times the admittedly low per capita carbon emissions of a citizen in the developing world, it's the climate equivalent of adding two United States to the planet.
Put another way, projections show that whether we have a major effort to promote family planning and small family norms and delayed marriage and stopping child marriage, or a minor effort, that will result in a difference, from a climate standpoint, of 2 United States by 2050.
I would venture that the leaders of virtually every environmental group, if spoken to privately, would clearly recognize that population growth is a major threat to the environmental goals of their organization. And yet, publicly, they’ve made a decision not to touch that issue for fear that they'll get themselves in trouble. And part of the reason for that I think has to do with their approach to environmental issues.
Many environmentalists think in terms of regulation as the solution to everything: if we have a climate problem, let's have a carbon tax; if we have a pollution problem, let's have pollution laws and regulations. But if we have a population problem -- oops, what does that mean? Does that mean we have to tell people how many children to have? Therefore they conclude they better stay away from population because telling people how many children to have would obviously get them into trouble.
But what's very clear is that coercion, in addition to being a human rights violation, is not effective. Persuasion and modeling of behavior that helps people understand the benefits to them, of educating their daughters rather than selling them into marriage, of allowing women to have say in how many children to have and allowing women equal rights in the workplace outside the home and various other goals including information and access to family planning services – that all this, within a human rights context, has been the reason that countries like Thailand have moved from rapid population growth to below replacement-level fertility. Environmentalists just haven't come to grips with the fact, or realized that, indeed, the population problem can be much better resolved through human rights-based approaches.
Click the play button below to listen to Chris' interview with Bill Ryerson (41m:14s).
Fonte: qui

The European Crisis Is Back: Italian, Spanish Bonds Crash Amid Political Chaos

Just when you thought it was all over... the PIIGS chaos rears its ugly head as political crises start to spread across the periphery.
European stock markets are extremely mixed with the core relatively stable as the periphery plunges...
Italian banks stocks - so bloated with Italian sovereign debt - are accelerating lower...
Italian 2Y Yields are now at their highest since 2014...
As the entire BTP curve flattens dramatically...
And Italian sovereign risk is exploding...
Which leaves us wondering...
As if Italy was not enough, Spain is now under pressure as PM Rajoy is under pressure from a potential 'no confidence' vote and Spanish bond yields (and sovereign risk) is blowing out...
The widest spread to Germany in almost 6 months...
Which means only one thing... the PIIGS are coming back to life and there is little that Draghi can do this time...
And all of this is weighing on the euro...
And finally - the scariest chart of all - reflecting the reality of Italy's 'Mini-BoT' parallel currency concerns...

"Get back to work Mr. Draghi..."

Fonte: qui