Recentemente l’Ocse(al servizio degli usurai!) ha suggerito all’Italia di introdurre una tassa patrimoniale per ridurre la disuguaglianza. Un caso di attacco alla sovranità nazionale
Tutti i maggiori quotidiani italiani hanno dato spazio, a suo tempo, alle raccomandazioni di un corposo report pubblicato dall’Ocse. Titoli importanti sulla stampa italiana: “Ocse, patrimoniale è la strada per ridurre le disuguaglianza(ENNESIMA CAZZATA RACCONTATA DAGLI USURAI, IN REALTA' LA SOLUZIONE E' L'ESERCIZIO DELLA SOVRANITA' MONETARIA!)” e così via. La stampa francese non di sinistra, legge un report del tutto diverso: “pour l’Ocde, l’impôt sur la fortune n’est pas un outil efficace” (Le Figaro). The Guardian, giornale inglese laburista, la vede come Repubblica e altri giornali mainstream.
Ma cosa dice il report e su quale base dà consigli all’Italia?
Domande giustificate dal fatto che con buona probabilità nessuno dei giornalisti in questione ha letto più di due o tre paginette delle 114 pubblicate. Noi ne abbiamo lette molte di più (ci vuole tempo, ahinoi) e bisogna riconoscere che il report è ricco di spunti interessanti, seppur non del tutto originali. La premessa del report descrive una realtà di crescente concentrazione della ricchezza, più ancora che del reddito disponibile, in praticamente tutti i paesi oggetto dello studio. L’Italia non è tra i paesi peggiori. Le tasse patrimoniali o successorie possono ridurre l’inequality, ma si riconosce che vi sono contraddizioni nei dati storici, distorsioni, costi amministrativi elevati e quindi le evidenze scientifiche non sono così univoche.
Con grande sorpresa per i lettori dei titoloni dei più importanti quotidiani, non ci sono raccomandazioni specifiche per l’Italia, ma è chiaro il messaggio generale di prendere in considerazione le tasse patrimoniale e successorie come uno degli strumenti chiave di lotta alla inequality. Per comprendere l’impatto di alcune ricerche economiche prodotte da organizzazioni sovranazionali, bisogna pensare che alcune di esse diventano poi la “base scientifica” per una pressione politica fortissima da parte dei paesi “leader” nei confronti di paesi politicamente più deboli, tra cui l’Italia.
Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania sono in una posizione di notevole potere nelle organizzazioni economiche sovranazionali e hanno da sempre esercitato una notevole influenza sui trend di politica fiscale ed economica. Inutile dire quindi che presso la sede (a Parigi!) dell’Ocse, i veri problemi di disuguaglianza e disgregazione sociale che sempre più affliggono l’Italia non interessano a nessuno. L’importante, per Ocse, “Bruxelles” nelle sue varie forme, Onu, Banca Mondiale, ecc. è progressivamente eliminare la sovranità nazionale soprattutto nei paesi deboli, limitare la loro influenza internazionale, indebolire la coesione sociale e, in questo specifico dibattito, non lasciare a tali paesi nemmeno la libertà di come tassare i propri cittadini.
Due appunti finali.
1) La parte politica che oggi vede di buon occhio una tassa patrimoniale per ragioni di equità, l’anno scorso ha approvato una legge che permette a un ricco straniero che sposta la residenza in Italia di essere tassato con un forfait di 100mila euro su tutto il suo reddito estero e sulla sua ricchezza. In nome di che cosa? Della progressività ed equità fiscale?
2) Ma il gettito delle tasse patrimoniali/successorie viene poi largamente redistribuito alle classi povere? Ne riparleremo.
Fonte: qui
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