9 dicembre forconi: 04/16/18

lunedì 16 aprile 2018

LA VITA A PREMI DEI SOCIAL CINESI, DOVE I CITTADINI SARANNO RICOMPENSATI O PUNITI CON UN’APPLICAZIONE

TI SEI COMPORTATO MALE? TI SARÀ LIMITATO INTERNET E NON POTRAI SALIRE SU TRENI E AEREI 

SI CHIAMA CREDITO SOCIALE E ALLA BASE DI TUTTO C’È UN ALGORITMO CHE DÀ UN VOTO ALLE PERSONE COME UN RISTORANTE SU TRIPADVISOR…

Francesco Radicioni per “la Stampa

Sono milioni i cinesi che dal primo maggio non potranno prenotare un biglietto aereo o salire su un treno ad alta velocità. 

Il motivo? Essere stati dei cattivi cittadini. 

Il loro nome compare nella blacklist con cui Pechino colpisce quelli che hanno diffuso notizie false o tentato di usare biglietti scaduti, provocato problemi o acceso una sigaretta dove non è permesso fumare.
un voto ai cittadini come su tripadvisorUN VOTO AI CITTADINI COME SU TRIPADVISOR

Il programma è parte del Social Credit System sviluppato dalla Repubblica popolare per valutare i propri cittadini «premiando l’affidabilità» e «sanzionando chi si comporta male». Sotto la lente d’ingrandimento delle autorità cinesi finirà ogni momento della vita quotidiana: gli acquisti online e le scelte di consumo, la condotta sui social, la puntualità nei pagamenti e le piccole infrazioni.

L’algoritmo elabora i dati raccolti che sono poi sintetizzati in un singolo numero: «l’indicatore della fiducia». 

Una cifra attraverso cui si determinano punizioni e privilegi. 

Se l’algoritmo ti giudicherà «inaffidabile», allora la connessione Internet rallenterà e scatteranno limitazioni alle tue possibilità di consumo - per esempio, nel frequentare alberghi e ai ristoranti - così come incontrerai ostacoli per lavorare nel settore pubblico e per mandare i tuoi figli nelle scuole più esclusive.

una poliziotta cineseUNA POLIZIOTTA CINESE
Premi e sconti sono invece previsti per i cittadini virtuosi. Per i critici, il sistema rischia di realizzare la distopia immaginata nella serie Black Mirror o nel grande fratello orwelliano. Per altri, Pechino vuol semplicemente far aumentare i consumi sviluppando un sistema per la concessione di prestiti in assenza di garanzie tradizionali e di dati storici consolidati.

Già decine sono i progetti-pilota di social credit avviati dai governi locali in Cina fin dall’inizio degli Anni 2000, anche se nei piani di Pechino questi dovranno essere integrati e armonizzati in un unico sistema nazionale entro il 2020. La missione è «far crescere il livello di fiducia nella società cinese» con le stesse modalità con cui si assegnano le stelline di gradimento su eBay e TripAdvisor.

la cina come black mirrorLA CINA COME BLACK MIRROR
Per esempio, attraverso la app Honest Shanghai, le autorità della metropoli cinese sono in grado di tracciare un profilo dei residenti e delle imprese attraverso la raccolta «di 3000 tipi d’informazioni da oltre 100 uffici governativi». Oltre ai governi locali, negli ultimi anni anche i giganti di Internet della Repubblica popolare hanno lanciato programmi di credito sociale.

cina credito socialeCINA CREDITO SOCIALE
È il caso di Sesame Credit di AliPay, sviluppato da Ant Financial, il braccio finanziario con 520 milioni di utenti del colosso dell’e-commerce Alibaba, e da Tencent, sviluppatore dell’onnipresente WeChat, usato da quasi un miliardo di persone. Le piattaforme di Alibaba e Tencent dominano ogni aspetto della vita in Cina: senza mai uscire dalle app si può chattare con i propri contatti, condividere un pensiero sui social, prenotare il biglietto di un treno, pagare ristoranti, taxi e anche trasferire denaro tra gli utenti.

black mirrorBLACK MIRROR
È proprio l’enorme mole di big data prodotta ogni giorno dalle attività online e dai consumi degli utenti di AliPay e di WeChat ad aver fornito ai colossi di Internet in Cina le informazioni per tracciare profili di affidabilità. L’algoritmo usato è segreto, anche se Sesame Credit ha diffuso i parametri attraverso cui valuta i propri utenti: per esempio, calcolando la puntualità con cui si pagano le bollette.

Tra i criteri ci sono anche le abitudini di acquisto. «Chi gioca per dieci ore al giorno ai videogame può essere considerato pigro», diceva in un’intervista alla rivista Caixin, il direttore del programma di social credit di Alibaba, Li Yingyun. «Mentre chi acquista spesso pannolini è probabile che sia un genitore, quindi più responsabile».

sorveglianza cina 9SORVEGLIANZA CINA 
Per Sesame Credit anche la rete sociale di cui ci circondiamo ha un suo peso: condividere e comunicare sui social messaggi «positivi» può far aumentare il punteggio. «Se la fiducia si rompe in un luogo, le restrizioni potranno essere applicate ovunque». 

Per ora, l’adesione a questi programmi è volontaria, anche se a spingere milioni di cinesi a partecipare sono state le ricompense: dall’ottenere un prestito per acquisti online sulla piattaforma Alibaba a poter prenotare un hotel senza dover lasciare una cauzione, fino a facilitazioni per l’ottenimento di un visto per viaggiare all’estero. Così che sui social cinesi è anche già iniziata la rincorsa a chi può vantare un credito sociale più alto. Pechino è così riuscita a trasformare la propria ossessione per la stabilità sociale in un gioco a premi.

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IN RUSSIA È STATA BLOCCATA TELEGRAM, CHE NON VOLEVA DECRIPTARE I MESSAGGI DEGLI UTENTI PER DARLI AI SERVIZI SEGRETI

IL FONDATORE PAVEL DUROV È L’ANTI-ZUCKERBERG: “I DATI PERSONALI NON SI VENDONO” 

MA IL TRIBUNALE DÀ RAGIONE A PUTIN: “LA USANO I TERRORISTI”…

Giuseppe Agliastro per “la Stampa

telegram app per messaggiTELEGRAM APP PER MESSAGGI
Nuovo giro di vite sul web per la Russia di Putin. Al tribunale Tagansky di Mosca sono bastati 18 minuti per accogliere la richiesta delle autorità e consentire l’immediata chiusura dell’app di messaggistica Telegram. La società del «programmatore dissidente» Pavel Durov si è rifiutata di fornire ai servizi segreti le chiavi per decriptare i messaggi degli utenti e la risposta del Cremlino non si è fatta attendere.
pavel durovPAVEL DUROV

Anzi, giusto per non perdere tempo, la corte ha dato esplicitamente il diritto a Roskomnadzor - l’ente che controlla comunicazioni e media - di bloccare Telegram senza attendere il ricorso in appello dell’azienda. L’intelligence russa sostiene di aver bisogno dei codici perché Telegram è usato dalle organizzazioni terroristiche, Isis compresa. E se ne sarebbe servito pure l’attentatore suicida che l’anno scorso si fece esplodere nel metrò di San Pietroburgo, uccidendo 15 persone. Ma il programma è molto utilizzato anche dai dissidenti in Iran per il suo sistema di criptaggio.

Ed è proprio quest’occhio di riguardo per la privacy che gli ha fatto superare i 200 milioni di utenti. Molti osservatori interpretano la batosta riservata a Telegram come un’ennesima restrizione delle libertà in Russia. Stavolta con il pretesto della lotta al terrorismo. Una possibilità concessa dal controverso pacchetto di misure Yarovaya approvato due anni fa: provvedimenti in stile Grande Fratello che obbligano le società di telefonia e internet a conservare per sei mesi i dati di traffico, inclusi video, foto, audio e messaggi.

vladimir putin vince le elezioniVLADIMIR PUTIN VINCE LE ELEZIONI
Per Amnesty International si tratta «dell’ultimo di una serie di attacchi contro la libertà di espressione sul web». Pavel Chikov, uno degli avvocati di Telegram che ieri hanno disertato l’aula per protesta, ha definito le richieste del Cremlino «incostituzionali e non esaudibili».

Secondo l’azienda, il criptaggio avviene infatti a livello dei singoli account e non esiste quindi una chiave universale per accedere alle chat. Una spiegazione che evidentemente non soddisfa le autorità russe. Mosca si appresta così a tarpare le ali all’aeroplanino di carta di Telegram, come ha già fatto la Cina. E stando ai media l’operazione inizierà di fatto lunedì prossimo.

pavel durov il suo profilo su vkontaktePAVEL DUROV IL SUO PROFILO SU VKONTAKTE




Ad alimentare i sospetti che quella di Mosca sia una mossa politica è inoltre la storia dell’ad di Telegram, il giovane e aitante Pavel Durov. Il 33enne di San Pietroburgo è soprannominato lo «Zuckerberg russo» per aver fondato nel 2006 VKontakte, una sorta di Facebook molto popolare nelle repubbliche ex sovietiche. Ma al contrario del suo collega americano, si presenta come uno strenuo difensore della privacy. Nonché come avversario di Putin.

Durov, che ha vissuto a Torino per diversi anni da ragazzino, voleva fare di VKontakte uno spazio online dove tutto fosse condivisibile: film, musica, ma anche opinioni. Nel 2011, i servizi segreti gli chiesero di chiudere 7 pagine usate dagli organizzatori delle proteste che allora scuotevano la Russia. Lui rispose pubblicando l’immagine di un cane che fa la linguaccia. Disse «no» alla richiesta di bloccare le pagine di EuroMaidan in Ucraina. Si trovò sollevato dall’incarico di ad della sua stessa società, che ora, guarda caso, è controllata da un miliardario vicino al Cremlino, Alisher Usmanov. Durov vive in esilio volontario all’estero. Promette battaglia: «Utilizzeremo metodi automatici per bypassare il blocco. La privacy non si vende e i diritti umani non possono essere sacrificati per paura o avidità».

Fonte: qui

PRIVATIZZAZIONI ALL'ITALIANA - TELECOM ITALIA

MELETTI SU "IL FATTO QUOTIDIANO": "CON LA BOLLETTA GLI ITALIANI HANNO PAGATO I DEBITI DI ALTRI ANZICHÉ LA QUALITÀ DELLA RETE 

QUEI 75 MILIARDI PAGATI DI INTERESSI SUL DEBITO FATTO DA COLANINNO, SPONSOR IN MEDIOBANCA D'ALEMA, PER ACQUISTARE LA COMPAGNIA TELEFONICA 

IN UN PAESE CIVILE UNA COSA DEL GENERE NON SAREBBE STATA CONSENTITA"

Giorgio Meletti per il “Fatto quotidiano”

paul singer fondo elliottPAUL SINGER FONDO ELLIOTT
La politica non riesce a fare il governo ma è impegnatissima nell' ennesima stucchevole discussione a vuoto sul futuro della rete telefonica. Ai cittadini - che pagheranno come al solito un conto salato alle brillanti idee di certi Soloni talvolta interessati - bisognerebbe spiegare la differenza tra il "mondo di sopra" (i finti temi apparentemente in discussione) e il "mondo di sotto", le verità che nessuno - ministri, politici in genere e opinionisti sponsorizzati - osa pronunciare.
FABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNAFABIO GALLIA CLAUDIO COSTAMAGNA


Il mondo di sopra è noto. Il fondo Elliott punta a sottrarre ai francesi di Vivendi il controllo di Telecom Italia (Tim). Il governo spalleggia gli americani ordinando alla Cassa Depositi e Prestiti di spendere 750 milioni del risparmio postale per comprare il 4,26 per cento di Tim e farlo pesare all' assemblea degli azionisti. Elliott (che propone per il vertice Tim alcuni vecchi boiardi a 24 carati) punta, con il governo, a scorporare da Tim la rete telefonica per fonderla con Open Fiber, la nuova rete in fibra ottica finanziata da Enel e Cdp, cioè dallo Stato.

DI MAIO TIMDI MAIO TIM






Siccome la rete Tim fa schifo e abbiamo una qualità di connessione Internet tra le peggiori d' Europa (ma forse Cipro e Portogallo stanno messi peggio), e siccome gli azionisti di Tim non hanno mai voluto sacrificare i loro dividendi agli investimenti, il governo Renzi pensò di sfidarli investendo miliardi pubblici su una nuova rete in concorrenza.

CARLO CALENDACARLO CALENDA

Siccome però l' operazione Open Fiber è economicamente insensata, il governo Gentiloni spende per l' unificazione delle due reti che il governo Renzi aveva speso per averle divise e in concorrenza. Con spreco di quantità ancora ignote di denaro pubblico. Le vestali del libero mercato gridano allo scandalo, e sul punto abbiamo assistito a una sapida polemica via Twitter tra il ministro Carlo Calenda e il presidente dell' Istituto Bruno Leoni, Franco Debenedetti, che nella nostra economia sfasciata svolge il ruolo di Pontefice della religione liberista.

franco debenedettiFRANCO DEBENEDETTI
Il mondo di sotto è quello che né Calenda né Debenedetti osano nominare perché nasconde il contributo concreto della mistica liberista alla rovina del Paese. Dal 2000 al 2017, in 18 anni, Tim ha pagato alle banche interessi per 75 miliardi di euro, cinque volte il suo attuale valore di Borsa. Per scalare Telecom Italia, l' Olivetti di Roberto Colaninno nel 1999 si fece prestare i soldi dalle banche. Poi fuse l' Olivetti e la Telecom, così il colosso telefonico si è trovato a dover pagare per l' eternità decine di miliardi di debiti fatti per scalarlo.

DE PUYFONTAINE BOLLOREDE PUYFONTAINE BOLLORE







In un Paese civile una cosa del genere non sarebbe stata consentita. In Germania e Francia i telefoni sono rimasti statali e pare che funzionino lo stesso. In Italia, invece, essendo molto moderni, abbiamo applaudito la genialità del "ragioniere di Mantova", sponsorizzata dall' allora premier Massimo D' Alema

E indovinate da che parte stava Debenedetti? 

Se allora avessimo avuto un governo degno del nome - anziché quelli guidati da D' Alema, Giuliano Amato e Berlusconi - l' Italia avrebbe una rete telefonica con fili d' oro e velocità di connessione da 300 miliardi di giga al secondo. Invece, in nome del libero mercato, si è permesso che certi "salotti" (le banche in testa, non dimentichiamolo mai) si appropriassero di Tim, della rete e degli immobili, più i 75 miliardi e i dividendi.
MATTEO COLANINNO MASSIMO DALEMAMATTEO COLANINNO MASSIMO DALEMA

RETE TIMRETE TIM
Ecco perché la discussione di oggi è inutile. Con la bolletta gli italiani hanno pagato i debiti di altri anziché la qualità della rete. 

Lo Stato dovrà pagare il conto per forza. Non è statalismo constatare la porcata che è tra le ragioni del declino economico italiano. Quindi lo Stato (noi) pagherà di nuovo. 

A meno che la mistica liberista dell' Istituto Bruno Leoni non conosca la tecnica per rimettere il dentifricio nel tubetto.

Fonte: qui


ROMA: RIMPROVERA 3 UBRIACHI, UN AUTISTA DELL’ATAC PESTATO A SANGUE

CACCIA AI TRE BALORDI, DI CUI 2 DI COLORE 

L' ASSALTO SULL' AUTOBUS IN PIENO CENTRO ALLE QUATTRO DI NOTTE

Elena Panarella per il Messaggero

atac aggressioneATAC AGGRESSIONE
Lo hanno picchiato davanti agli altri passeggeri, perché aveva osato riprenderli, invitandoli ad abbassare i toni. La violenza torna ad abbattersi sugli autisti dei mezzi pubblici della Capitale. Vittima del branco, questa volta, è un dipendente Atac, che aveva chiesto a un gruppo di tre uomini sulla trentina, di cui due di colore, presumibilmente ubriachi, di non urlare tra gli altri passeggeri.

Un invito che ha provocato la reazione rabbiosa dei tre, ora ricercati dalle forze dell' ordine. Erano da poco passate le quattro quando, in corso Vittorio Emanuele, all' altezza di piazza della Cancelleria (a due passi da piazza Navona) l' autista, di 47 anni, è stato oggetto delle attenzioni del branco. Più precisamente tre balordi in preda ai fumi dell' alcol, che lo hanno ripetutamente colpito con calci e pugni. Non si sono fermati nemmeno quando il conducente dell' autobus è caduto a terra, pregandoli di smetterla. Eppure l' unica colpa era stata quella di avergli chiesto di abbassare i toni, di non urlare, di non prendere a calci i sedili e le porte.

atac aggressioneATAC AGGRESSIONE
NOIA E RABBIA Nelle notti della movida un filo comune c' è. Seppure sottilissimo: quello della violenza fuori controllo, spesso perpetrata da parte di ragazzi, anche minorenni, annoiati e in cerca di emozioni forti, accecati dalla rabbia. Magari da riprendere con il cellulare e da diffondere sui social.

Delinquenti quando spuntano bottiglie, spranghe o coltelli come capita spesso a Campo de' Fiori o piazza Trilussa ma anche al Gianicolo (dove due notti fa sono stati danneggiati i busti dei patrioti e dove, ogni weekend, si radunano centinaia di giovanissimi, spesso ubriachi). Vandali e maleducati che, in questo caso, pensavano persino di potersi impossessare di un mezzo pubblico con i loro schiamazzi, la prepotenza e la musica alta.

È questa la peggio gioventù romana che se ne va in giro a dettare regole e che usa i pugni o le bottigliate al posto delle parole. E così basta pochissimo per far scattare la scintilla, proprio come è avvenuto la notte scorsa. Ma non è certo la prima volta che un autista Atac viene aggredito in servizio: soltanto l' anno scorso sono stati oltre 50 i dipendenti dell' azienda di trasporto pubblico capitolina che hanno dovuto far ricorso alle cure mediche in seguito a episodi brutali avvenuti durante i loro turni di servizio.
atacATAC

LA RICOSTRUZIONE In questo caso i tre aggressori erano saliti qualche fermata prima (ed erano già su di giri). A quel punto il conducente della linea N5 li ha rimproverati scatenando così la loro reazione. L' uomo è stato aggredito e trascinato prima fuori dalla cabina poi fuori dal mezzo e pestato con violenza: lo hanno preso ripetutamente a calci e pugni al volto e all' addome, tanto da mandarlo in ospedale in codice giallo.

LE INDAGINI Sulla vicenda sono in corso indagini del commissariato Trevi. Al vaglio degli investigatori le registrazioni delle telecamere del mezzo pubblico e della zona che potrebbero aver ripreso gli istanti dell' aggressione e della fuga a piedi dei responsabili

L' autista, trasportato dal 118 in ospedale, ha una prognosi dei 25 giorni ed ha riportato anche fratture alle ossa nasali e una vistosa ferita lacerocontusa al sopracciglio. Cinque i punti di sutura necessari a ricucire la ferita. «Un atto intollerabile - spiega l' assessore alla Mobilità, Linda Meleo - Le indagini sono partite subito. Esprimo la mia vicinanza nei confronti di chi ogni giorno compie il suo dovere per svolgere un servizio pubblico». 

Fonte: qui


ALITALIA – PRESENTATI 7 MILA RECLAMI PER UNA RICHIESTA DI RIMBORSO DI 24,5 MILIONI

MA LA COMPAGNIA CONTA DI PAGARNE LA META’ 

I BRASILIANI SONO I PIU’ FUMANTINI 

SOLO DALL’ITALIA 7 MILA LETTERE DI PROTESTA

Leonard Berberi per il Corriere della Sera

handling alitaliaHANDLING ALITALIA
Quasi settemila contenziosi con i passeggeri e le agenzie di viaggio e il rischio di dover pagare almeno 24,5 milioni di euro. I disservizi imputati ad Alitalia — in Italia e all’estero — sono una parte rilevante nella gestione in amministrazione straordinaria dell’ex compagnia di bandiera. Tanto da comparire in uno dei documenti del 26 gennaio scorso, pieno di omissis, scritto dal trio dei commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Disservizi, va detto, che dovranno poi essere attribuiti o meno al vettore tricolore da un giudice, ma forniscono un’idea delle sfide meno note per la società.

I RECLAMI IN ITALIA
bagagli alitaliaBAGAGLI ALITALIA
Nel documento viene fatta una distinzione territoriale (contenziosi in Italia e all’estero) e temporale (richieste fino al 31 dicembre 2017 per quelle italiane, fino al 30 novembre per quelle straniere). Su un totale di 6.780 reclami sul territorio italiano gli «atti di citazione pendenti al 31.12.2017) sono 4.511», contabilizzano i tre commissari. La richiesta complessiva è di quasi 7 milioni di euro (6.978.741,61 per la precisione). Calcolatrice alla mano vuol dire una media di 1.547 euro. Nel solo 2017, poi, di «atti» ne sono arrivati 2.469, più della metà del totale delle richieste pendenti, con un ammontare di poco meno di 2,4 milioni (2.389.000 per l’esattezza), cioè quasi 968 euro per passeggero/agenzia.

IL FONDO ACCANTONATO
COMMISSARI ALITALIA GUBIOSI PALEARI LAGHICOMMISSARI ALITALIA GUBIOSI PALEARI LAGHI
Ma, come scritto, non è detto che poi Alitalia sia ritenuta responsabile del disservizio. Così come non è assicurato che il passeggero vada fino all’ultimo grado di giudizio in tribunale. Per questo «al fondo rischi trasportistico per l’Italia al 30 novembre 2017 sono stati accantonati 2,8 milioni di euro», comunicano i commissari.

Chiarendo che «l’importo è stato determinato considerando un abbattimento del rischio di causa sulla base dell’esperienza pregressa relativamente ai costi sostenuti dalla compagnia per le sentenze di condanna». Il documento rivela anche che la cifra sborsata da Alitalia per i procedimenti definiti in transazione dal 2016 fino al 1° maggio 2017 «è di circa 357 mila euro laddove il costo stimato per l’azienda era pari a 850 mila euro».

BRASILIANI «LITIGIOSI»
tifose brasilianeTIFOSE BRASILIANE
Capitolo importante è la voce «contenziosi esteri» al 30 novembre 2017. Dove sono stati presentati 2.269 rivendicazioni, cioè — come sintetizzano i commissari — «un numero molto consistente di procedimenti, soprattutto nelle aree geografiche dove l’indice di litigiosità è più elevato rispetto ad altri Paesi, aventi per oggetto, oltre ai disservizi legati all’attività di trasporto aereo, altre questioni connesse (infortuni e rivendicazioni di agenzie)». In questo caso «il rischio complessivo di soccombenza è stimato tra il 50% e il 100%» delle richieste.

SCIOPERO ALITALIASCIOPERO ALITALIA
Nel calcolo vengono fuori le contestazioni record in Brasile (1.587) che sono più del doppio rispetto a quelle inoltrate da Europa, Medio Oriente e Africa messe assieme (640). In tutto dall’estero chiedono ad Alitalia 17,6 milioni di euro, mentre la compagnia aerea ne ha accantonati 5,6 milioni perché alla fine stima di dover pagare circa la metà, 8.655.000.

LE LAMENTELE NEGLI USA
ALITALIAALITALIA
Nella relazione sugli atti arrivati dall’estero viene precisato che «l’Amministrazione Straordinaria, che permette di effettuare un discrimine tra gli eventi ante e post 2 maggio 2017, non è applicabile in tutti i Paesi». Secondo il Dipartimento Usa dei Trasporti l’anno passato contro Alitalia sono stati presentati 124 reclami presso gli scali americani, ma non è detto che poi siano diventati anche contenziosi legali: più di un terzo (42) aveva al centro la gestione del bagaglio, in 23 si sono lamentati per i rimborsi relativi ai biglietti, altri 18 per generici problemi relativi al volo, 15 per criticità all’imbarco o all’assegnazione del posto. Nell’elenco compaiono anche 4 reclami da parte di viaggiatori con disabilità.

Fonte: qui

CERUME

Silvia Turin per www.corriere.it

Che cos’è il cerume e come si forma

«Il cerume - spiega Claudio Albizzati, del servizio di otorinolaringoiatria dell’ospedale Multimedica di Milano - è il risultato del duro lavoro di due tipi di ghiandole che si trovano nel terzo più esterno del condotto uditivo: quelle sebacee, che producono sebo, e le apocrine modificate ceruminose, a cui si deve la “fabbricazione” della sostanza base che forma il cerume».


A cosa serve il cerume: le proprietà

«Prima di tutto il cerume funziona come lubrificante - spiega Claudio Albizzati - , poi impedisce, fra l’altro, l’ingresso di insetti e altro materiale indesiderato, infine è una barriera contro le infezioni da funghi e probabilmente anche da quelle sostenute da batteri. Dovrebbero essere argomenti sufficienti a convincerci che la produzione di cerume è indice di un orecchio sano e non di un orecchio sporco». 
La protezione contro gli insetti è dovuta alla natura appiccicosa della sostanza base del cerume, mentre quella contro le infezioni è dovuta alla lisozima, un enzima antibatterico.

cerumeCERUME

L’annoso dibattito: pulirsi le orecchie o no?

Se vogliamo sentire bene non puliamoci le orecchie. Non è l’invito a un’igiene approssimativa. Detergere bene il padiglione è sacrosanto, ma fermiamoci lì: il condotto uditivo lasciamolo stare, perché se la cava bene da solo, salvo eccezioni, e non gradisce intrusioni. Chi pensa di levarsi il cerume dall’orecchio non si fa affatto un favore. Va bene - si dirà - ma quando è troppo è troppo: se forma un “tappo” finisce che ci impedisce di sentire bene e magari ci fa venire anche le vertigini o ci fa “sentire i fischi” (i più o meno famosi “acufeni”). Vero, però se bisogna proprio toglierlo meglio non fare da soli. «Normalmente il cerume migra da solo verso l’esterno, insieme con la pelle del condotto uditivo, in piccole scaglie, senza bisogno di nessun intervento», spiega Claudio Albizzati . «Se però ristagna e diventa un tappo, va rimosso da uno specialista, con idonei mezzi meccanici o con aspirazione». Spesso questo procedimento però si rende necessario solo nel caso di persone che portano apparecchi acustici che impediscono all’orecchio di svolgere le sue normali funzioni, come quella della pulizia.

No ai bastoncini di cotone

Premesso quindi (vedi la scheda precedente) che la pulizia all’interno del condotto uditivo va fatta fare solo dallo specialista e in casi selezionati facciamo un po’ di chiarezza sui vari metodi usati (spesso fai-da-te). 

I bastoncini di cotone
«Vanno benissimo per altri usi, se però si introducono nel condotto uditivo per togliere il cerume c’è il rischio che invece lo spingano più in fondo», dice il professor Albizzati. «Fra l’altro anche toccare continuamente la zona non fa altro che incrementare la produzione del cerume perché si verifica un “effetto mungitura” nei confronti della ghiandole apocrine, che così aumentano la loro attività». 

Il lavaggio auricolare
«Il lavaggio auricolare praticato con siringa, anche se tradizionale - chiarisce Claudio Albizzati - , può dare luogo a complicazioni come acufeni, rottura del timpano e lacerazioni del condotto, stando a un recentissimo studio scozzese, in un caso su mille, cioè moltissimo, visto quanto è diffusa questa procedura». 

La “speratura dell’orecchio”
cerumeCERUME
è una pratica della medicina “alternativa” che utilizza una candela fatta come un tubo cavo di cera d’api o paraffina da inserire nell’orecchio e bruciare all’estremità esterna. L’idea è che il calore all’interno della candela attiri il cerume fuori dal condotto uditivo. Una teoria assolutamente non suffragata in alcun modo.

La micro-aspirazione
il metodo più usato (e con successo) dallo specialista è la micro-aspirazione, con l’intera procedura che viene eseguita mentre di guarda nel condotto uditivo con un microscopio.

Il cerume delle balene come gli anelli di accrescimento degli alberi

La più notevole scoperta scientifica degli ultimi tempi relativa al cerume è quella di un tappo auricolare di cera di 24 centimetri di una balena blu. A differenza degli esseri umani, che riversano all’esterno il loro cerume nel corso dei mesi, le balene lo conservano e quindi il caratteristico accumulo di cera registra gli eventi della vita dei mammiferi come gli anelli degli alberi rivelano l’alternarsi delle stagioni aride e umide.


Il cerume in particolare è stato analizzato da Sascha Usenko, uno scienziato ambientale presso la Baylor University di Waco, in Texas. Lui e il suo team hanno scoperto che durante i 12 anni di vita la balena era entrata in contatto con 16 diversi tipi di sostanze inquinanti come i pesticidi. Il cerume aveva anche registrato alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, in corrispondenza del raggiungimento della maturità sessuale da parte dell’animale, quando l’esemplare (un maschio) si era trovato in competizione per una femmina

Qualche curiosità

In passato il cerume per le sue proprietà di lubrificazione è stato utilizzato nella preparazione di balsami per le labbra e per le punture di insetti. 
Nel corso della vita cambia: gli anziani, per esempio, ne producono di più, e altrettanto accade anche nel corso di alcune patologie. 
Varia anche a seconda delle stagioni: siccome ha proprietà igroscopiche, d’estate si gonfia e ne abbiamo di più. 
Infine: «Recenti ricerche - spiega Claudio Albizzati - suggeriscono che può anche indicare un accumulo di sostanze inquinanti nel corpo, come nel caso della presenza di metalli pesanti nell’ambiente e che il suo odore potrebbe invece essere utilizzato per diagnosticare alcune malattie genetiche».

Fonte: qui

Latina, maxi operazione antiriciclaggio: arrestati anche imprenditori

La polizia e la guardia di finanza hanno effettuato una vasta operazione antiriciclaggio tra Roma e Latina nei confronti di un'associazione per delinquere responsabile di imponenti frodi fiscali. Diverse le persone arrestate, tra cui anche commercialisti e imprenditori, alcuni dei quali coinvolti in passato nell'amministrazione del Latina Calcio. Colpiti anche i patrimoni accumulati illecitamente per oltre 60 milioni di euro.
Fonte: qui

LATINA CALCIO, RICICLAGGIO E FRODE: 13 ARRESTI, ANCHE EX DEPUTATO FDI

Il procuratore: "Indagini in corso"

Latina, frode fiscale e riciclaggio: imprenditori e commercialisti nei guai, tra gli arrestati anche l'ex deputato Pasquale Maietta. 
Inchiesta si intreccia sul suicidio dell'avvocato Censi


La maxi operazione condotta da parte degli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia di Latina che ha portato all’arresto di 13 persone rappresenta l’ennesimo capitolo nerissimo per il calcio a Latina: come è noto, i fatti contestati di riferiscono agli anni in cui (ovvero tra il 2013/2014 e il 2016/2017) la società laziale militava ancora nel campionato di cadetteria, prima della retrocessione in Serie C e del fallimento dichiarato il 9 marzo del 2017, con tanto di radiazione da parte della FIGC e “rinascita” avvenuta lo scorso agosto quando alla Serie D fu iscritta la Società Dilettantistica a.r.l. Latina Calcio 1932: le forze dell’ordine hanno infatti sgominato una vera e propria associazione a delinquere a cui vengono contestati i reati di frode fiscale e riciclaggio che, grazie ad alcuni conti e società fantasma in Svizzera, sarebbero serviti per finanziare l’attività della società sportiva che allora si disimpegnava in Serie B. Nella conferenza stampa in cui è stata presentata l’operazione, il procuratore capo Andrea De Gasperis ha parlato anche del suicidio del penalista Fabio Censi che curava gli interessi di due degli imprenditori di Latina coinvolti, vale a dire Paola Cavicchi e suo figlio Fabrizio Colletti. “Forse temevano di essere intercettati e si scrivevano: probabilmente erano a conoscenza delle indagini” ha detto il procuratore, precisando che sul suicidio di Censi le indagini sono ancora in corso: l’uomo infatti si sarebbe tolto la vita a seguito delle pressioni ricevute per la difficoltà a far rientrare in Italia alcuni capitali. (agg. di R. G. Flore)

SOCIETA' E CONTI IN SVIZZERA

La maxi operazione antifrode ed antiriciclaggio messa in atto da questa mattina dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Latina ha portato a diversi arresti esemplari, tra cui spicca anche l'ex deputato di Fratelli d'Italia, Pasquale Maietta e della sua socia Paola Cavicchi, entrambi coinvolti nella gestione del Latina Calcio. In manette anche il figlio della Cavicchi, Fabrizio Colletti, anche lui in passato socio della stessa società, ed altre sette persone tra imprenditori e commercialisti del capoluogo pontino. Gli investigatori, spiega Leggo.it, si sono concentrati in modo particolare sull'esistenza di società e conti in Svizzera e sulle varie attività di riciclaggio del denaro utile a finanziare Latina Calcio. Come riporta Il Messaggero, l'intento dunque era quello di trasformare la società calcistica in una vera e propria "cassaforte" con l'intento primario di riciclare denaro, ancor prima che mandare avanti la stessa società. Già nel 2016 una precedente operazione aveva fatto luce sulla gestione dello stadio e sui raggiri finanziari che ruotavano attorno alla squadra, smascherando una diffusa illegalità. Per Maietta era stato chiesto l'arresto, ma in quell'occasione l'ordinanza era stata annullata. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

LA MAXI OPERAZIONE

Dalle prime ore dell'alba di oggi, lunedì 16 aprile 2018, uomini della Polizia e Guardia di Finanza di Latina hanno avviato un'operazione congiunta mirata a sgominare un'associazione per delinquere finalizzata a frodi fiscali e riciclaggio. A darne notizia è stata lanciata da TgCom24 che ha specificato come siano già stati eseguiti diversi arresti che coinvolgono numerosi commercialisti ed imprenditori, alcuni dei quali già coinvolti in passato nell'amministrazione del Latina Calcio. Le notizie sulla maxi operazione in corso sono ancora scarne ma secondo le prime informazioni oltre agli arresti, le indagini avrebbero portato anche all'individuazione di diversi patrimoni accumulati in modo illecito per un totale di oltre 60 milioni di euro. Sarebbero al momento dieci gli arresti eseguiti nell'ambito del maxi blitz avvenuto questa mattina ma maggiori dettagli saranno resi noti nelle prossime ore in occasione di una conferenza stampa che si terrà a partire dalle ore 11 presso la Procura di Latina.

PASQUALE MAIETTA TRA GLI ARRESTATI

Dalle prime notizie che emergono in merito alla maxi operazione compiuta a Latina e che ha portato all'individuazione dei reati di frode fiscale e riciclaggio, tra gli arrestati ci sarebbero anche due nomi "noti". Ad essere infatti raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare, tra gli altri ci sarebbero anche l'ex deputato di Fratelli d'Italia, Pasquale Maietta, la sua socia Paola Cavicchi ed il figlio di lei. Lo rivela il quotidiano Il Messaggero online, che specifica come l'ordinanza a carico di Maietta sia stata notificata in una clinica privata dopo un incidente domestico che lo aveva visto vittima. Le altre ordinanze di custodia avrebbero invece riguardato diversi commercialisti e imprenditori di Latina, anche loro coinvolti nell'associazione a delinquere individuata dalla Guardia di Finanza e dalla squadra mobile del capoluogo pontino e finalizzata a imponenti frodi fiscali e al riciclaggio. Nello specifico, l'attenzione degli inquirenti si è concentrata su società e conti in Svizzera oltre che su attività di riciclaggio di denaro che sarebbero servite a finanziare il Latina Calcio. Fonte: qui