9 dicembre forconi: CERUME

lunedì 16 aprile 2018

CERUME

Silvia Turin per www.corriere.it

Che cos’è il cerume e come si forma

«Il cerume - spiega Claudio Albizzati, del servizio di otorinolaringoiatria dell’ospedale Multimedica di Milano - è il risultato del duro lavoro di due tipi di ghiandole che si trovano nel terzo più esterno del condotto uditivo: quelle sebacee, che producono sebo, e le apocrine modificate ceruminose, a cui si deve la “fabbricazione” della sostanza base che forma il cerume».


A cosa serve il cerume: le proprietà

«Prima di tutto il cerume funziona come lubrificante - spiega Claudio Albizzati - , poi impedisce, fra l’altro, l’ingresso di insetti e altro materiale indesiderato, infine è una barriera contro le infezioni da funghi e probabilmente anche da quelle sostenute da batteri. Dovrebbero essere argomenti sufficienti a convincerci che la produzione di cerume è indice di un orecchio sano e non di un orecchio sporco». 
La protezione contro gli insetti è dovuta alla natura appiccicosa della sostanza base del cerume, mentre quella contro le infezioni è dovuta alla lisozima, un enzima antibatterico.

cerumeCERUME

L’annoso dibattito: pulirsi le orecchie o no?

Se vogliamo sentire bene non puliamoci le orecchie. Non è l’invito a un’igiene approssimativa. Detergere bene il padiglione è sacrosanto, ma fermiamoci lì: il condotto uditivo lasciamolo stare, perché se la cava bene da solo, salvo eccezioni, e non gradisce intrusioni. Chi pensa di levarsi il cerume dall’orecchio non si fa affatto un favore. Va bene - si dirà - ma quando è troppo è troppo: se forma un “tappo” finisce che ci impedisce di sentire bene e magari ci fa venire anche le vertigini o ci fa “sentire i fischi” (i più o meno famosi “acufeni”). Vero, però se bisogna proprio toglierlo meglio non fare da soli. «Normalmente il cerume migra da solo verso l’esterno, insieme con la pelle del condotto uditivo, in piccole scaglie, senza bisogno di nessun intervento», spiega Claudio Albizzati . «Se però ristagna e diventa un tappo, va rimosso da uno specialista, con idonei mezzi meccanici o con aspirazione». Spesso questo procedimento però si rende necessario solo nel caso di persone che portano apparecchi acustici che impediscono all’orecchio di svolgere le sue normali funzioni, come quella della pulizia.

No ai bastoncini di cotone

Premesso quindi (vedi la scheda precedente) che la pulizia all’interno del condotto uditivo va fatta fare solo dallo specialista e in casi selezionati facciamo un po’ di chiarezza sui vari metodi usati (spesso fai-da-te). 

I bastoncini di cotone
«Vanno benissimo per altri usi, se però si introducono nel condotto uditivo per togliere il cerume c’è il rischio che invece lo spingano più in fondo», dice il professor Albizzati. «Fra l’altro anche toccare continuamente la zona non fa altro che incrementare la produzione del cerume perché si verifica un “effetto mungitura” nei confronti della ghiandole apocrine, che così aumentano la loro attività». 

Il lavaggio auricolare
«Il lavaggio auricolare praticato con siringa, anche se tradizionale - chiarisce Claudio Albizzati - , può dare luogo a complicazioni come acufeni, rottura del timpano e lacerazioni del condotto, stando a un recentissimo studio scozzese, in un caso su mille, cioè moltissimo, visto quanto è diffusa questa procedura». 

La “speratura dell’orecchio”
cerumeCERUME
è una pratica della medicina “alternativa” che utilizza una candela fatta come un tubo cavo di cera d’api o paraffina da inserire nell’orecchio e bruciare all’estremità esterna. L’idea è che il calore all’interno della candela attiri il cerume fuori dal condotto uditivo. Una teoria assolutamente non suffragata in alcun modo.

La micro-aspirazione
il metodo più usato (e con successo) dallo specialista è la micro-aspirazione, con l’intera procedura che viene eseguita mentre di guarda nel condotto uditivo con un microscopio.

Il cerume delle balene come gli anelli di accrescimento degli alberi

La più notevole scoperta scientifica degli ultimi tempi relativa al cerume è quella di un tappo auricolare di cera di 24 centimetri di una balena blu. A differenza degli esseri umani, che riversano all’esterno il loro cerume nel corso dei mesi, le balene lo conservano e quindi il caratteristico accumulo di cera registra gli eventi della vita dei mammiferi come gli anelli degli alberi rivelano l’alternarsi delle stagioni aride e umide.


Il cerume in particolare è stato analizzato da Sascha Usenko, uno scienziato ambientale presso la Baylor University di Waco, in Texas. Lui e il suo team hanno scoperto che durante i 12 anni di vita la balena era entrata in contatto con 16 diversi tipi di sostanze inquinanti come i pesticidi. Il cerume aveva anche registrato alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, in corrispondenza del raggiungimento della maturità sessuale da parte dell’animale, quando l’esemplare (un maschio) si era trovato in competizione per una femmina

Qualche curiosità

In passato il cerume per le sue proprietà di lubrificazione è stato utilizzato nella preparazione di balsami per le labbra e per le punture di insetti. 
Nel corso della vita cambia: gli anziani, per esempio, ne producono di più, e altrettanto accade anche nel corso di alcune patologie. 
Varia anche a seconda delle stagioni: siccome ha proprietà igroscopiche, d’estate si gonfia e ne abbiamo di più. 
Infine: «Recenti ricerche - spiega Claudio Albizzati - suggeriscono che può anche indicare un accumulo di sostanze inquinanti nel corpo, come nel caso della presenza di metalli pesanti nell’ambiente e che il suo odore potrebbe invece essere utilizzato per diagnosticare alcune malattie genetiche».

Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento