''NOI PARIOLINI UCCIDEVAMO E STUPRAVAMO PERCHÉ ERAVAMO GUERRIERI''
NON SOLO IL CIRCEO: ''ERAVAMO A CORTINA. STEFANO E FRANCESCO ERANO ADDENTRO A QUESTE STORIE MASSONICHE, ALLA RICERCA DI UNA VERGINE PER UN RITO DI INIZIAZIONE''
''GIANNI ERA UN BELLISSIMO RAGAZZO, IL PADRE ERA IL NUMERO DUE DELLA BNL, LA MADRE UN'ARMATRICE. CONOSCEVA ROSSELLA, 17ENNE CICCIOTTELLA E TONTOLONA. DOPO 25 GIORNI DI PRIGIONIA, ABBIAMO BEVUTO IL NOSTRO SANGUE E L'ABBIAMO POSSEDUTA A TURNO. E LEI...''
Olivia Bonetti per ''Il Gazzettino''
«Andiamo a fare foto insieme?». È così che Rossella Corazzin, la 17enne sparita da Tai di Cadore il 21 agosto 1975, sarebbe stata attirata nella trappola da Gianni Guido. Lo racconta Angelo Izzo, il mostro del Circeo. L' orrore di quel sequestro e omicidio della giovane ragazza di San Vito al Tagliamento (Pn) è nelle 70 pagine dei verbali degli interrogatori all' ergastolano, che arrivò a Belluno, il 12 agosto 2015 e il 9 dicembre 2016. Ecco il suo racconto di quel presunto sequestro, stupro e omicidio, ricostruito attraverso gli stralci dei verbali dell' inchiesta.
I MOSTRI
«Eravamo guerrieri, quindi stupravamo, rapinavamo, rubavamo. Questo come la nostra mentalità, aveva anche lo scopo di legarci tra noi, personaggi dell' ambiente pariolino», dice Izzo. E Rossella? «Facemmo la stessa cosa del Circeo. Il Circeo se lo rilegge alla luce di quanto le ho detto si accorgerà che è esattamente la stessa storia».
L' INCONTRO
«Incontrai questo Francesco Narducci e Stefano D.L., che erano più addentro a queste storie massoniche e mi dissero: Se riusciamo prendiamo una vergine, sarebbe l' ideale per la cerimonia e facciamo un' iniziazione di massa». «Gianni Guido - prosegue Izzo - era in vacanza a Cortina, già aveva fatto due o tre mesi lì. Mi dicono che ha conosciuto una ragazza vergine. Era perfetta in quanto vergine, tontolona, insomma, molto semplice da... Era di Pordenone, aveva 17-18 anni».
«E come la rapiscono? Le ha detto se c' era stato qualche approccio precedente con questa ragazza», chiede il procuratore. «Questa ragazza con Gianni si era vista qualche volta. Credo che non sia successo...ecco se intendiamo un approccio di sesso, credo di no. Però che si erano conosciuti, che Gianni l' aveva un po' corteggiata, insomma, a modo suo. Gianni era un bellissimo ragazzo, tra l' altro...Aveva la casa a Cortina. Diciamo che è una famiglia...il padre era il numero due della Banca nazionale del lavoro e la mamma un' armatrice. Era gente ricca insomma».
Gianni Guido dà un appuntamento a Rossella, quel pomeriggio a Tai, con la scusa di fare delle fotografie, così dice Izzo, che prosegue: «Lei è salita tranquilla in macchina, senza insospettirsi».
IL RAPIMENTO
«Mi hanno raccontato che sono riusciti a farla salire senza problemi. Erano armati comunque. Il rapimento l' hanno fatto penso sul Land Rover ci doveva essere alla guida Marco A., poi ci doveva essere Gianni Guido.
Non so se in quella macchina, perché c' era un' altra macchina, quindi non so come erano disposti. E questa (riferendosi a Rossella ndr) a un certo punto si è agitata, evidentemente ha capito qualche cosa, quando però era già in macchina e quindi erano preoccupati che qualche passante, o qualcuno potesse aver visto qualcosa, cioè, per cui se...la targa del Land Rover era pericoloso insomma. Questa era la questione. Così quando si è agitata l' hanno addormentata col tampone di etere. Comunque se la portarono via. Inizialmente a Perla Verde, dove Giampiero P. aveva un casale dietro Riccione. Era praticamente disabitato, infatti noi ci facemmo pure un omicidio là dentro».
LA DESCRIZIONE
«Andai a trovare questa ragazza che stava prigioniera là, la tenevano piena di sonniferi».
Izzo non avrebbe partecipato al sequestro, visto che era in ferie a Positano, e racconta che tutte le informazioni le apprende al telefono dal Andrea Ghira e Gianni Guido. Quando incontra Ghira al Circeo, gli amici gli avrebbero detto: «Abbiamo trovato una per la cerimonia, la vuoi vedere?».
E Izzo: «Io dissi: ormai non posso farci niente, che deve stare vergine, ma mi portarono a Perla Verde. La tenevano imbottita di sonniferi, infatti io ci ho provato a parlarle, ma non... stava lì rimbambita, insomma. Era una ragazzetta così, non particolarmente attraente, poco truccata, un po' cicciottella con i capelli ondulati, non tanto alta. Era in camicia da notte». Per Rossella, secondo il racconto di Izzo saranno 25 giorni di prigionia fino alla «consegna ai perugini» e alla cerimonia che sarebbe avvenuta sul lago Trasimeno a metà settembre del 1975.
LA CERIMONIA
Un cerimoniale di sangue che lui definisce «cavalleresco» e non satanico «perché si giurava su Dio e sul Vangelo», e che racconta così. «Avviene all' interno di un salone di questa villa, su un grosso tavolo di legno. Serafino D.L. è il gran maestro e davanti a lui ha una specie di spada in mano. Ognuno va là e recita il giuramento dei Templari».
I partecipanti si fanno un piccolo tagli sui polsi. «Bastava che uscisse qualche goccia di sangue che è mischiata al vino, poi beviamo tutti dalla stessa coppa. Poi uno per volta possediamo la vergine. Non so che fine ha fatto, però sarà morta sicuramente. Il sangue perso dalla ragazza ha sicuramente macchiato il tavolo, un tavolo di legno massiccio ed antico di grandi dimensioni, lungo almeno 3-4 metri».
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