9 dicembre forconi: 02/15/18

giovedì 15 febbraio 2018

PER COMBATTERE L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO, LA GERMANIA PENSA A BUS E METRO GRATIS PER TUTTI


E’ LA PROPOSTA DEL GOVERNO ANCHE PER SCONGIURARE UN PROCEDIMENTO DI BRUXELLS PER ECCESSIVI VALORI DI DIOSSIDO DI AZOTO NELL’ARIA  
Flaminia Bussotti per il Messaggero

inquinamento atmosfericoINQUINAMENTO ATMOSFERICO
Autobus e metro gratis per tutti? Non è un'utopia, è la proposta che contempla il governo tedesco per combattere l'inquinamento atmosferico, e che ha inoltrato via lettera a Bruxelles per scongiurare un procedimento per eccessivi valori di diossido di azoto nell'aria. L'idea piace alle associazioni dei consumatori e agli ambientalisti.

Barbara HendricksBARBARA HENDRICKS
La notizia gira da un paio di giorni, da quando la ministra in carica dell'ambiente Barbara Hedricks (Spd), assieme al collega del traffico, Christian Schmidt (Csu) e al ministro alla Cancelleria, Peter Altmaier (Cdu) ha firmato e spedito martedì una lettera alla Commissaria Ue per l'ambiente, Karmenu Vella. In essa si avanzano diverse proposte per ridurre l'inquinamento atmosferico.

LA COMMISSIONE UE
Peter Altmaier ministro EconomiaPETER ALTMAIER MINISTRO ECONOMIA
La Germania è nel mirino della Commissione per sfondamento del tetto di emissioni di diossido di carbonio e rischia un procedimento davanti alla Corte europea e una multa salata. Da qui l'idea di abolire il biglietto per autobus e metropolitana nei centri urbani. Per ora la proposta è solo in stato di embrione ma sono state già prese in conto cinque città per l'esperimento pilota: Bonn, Essen, Herrenberg, Reutlingen, Mannheim con tassi di inquinamento misti, basso, medio ed elevato.

Una volta che il test dovesse partire, esso avrebbe almeno in un primo momento durata limitata nel tempo. Si tratta di offerte di trasporto gratuito dei comuni di durata temporanea, che dovranno essere appoggiate dal governo centrale, ha sottolineato ieri il portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert. Dubbi sono stati avanzati dall'associazione dei Comuni.

Fonte: qui



AUTO AD ELETTRICITA': SOLO CHE DA NOI NON SE LA COMPRA NESSUNO. COME MAI? 

GLI INCENTIVI SONO FRA PIÙ BASSI D’EUROPA E CI SONO POCHE COLONNINE PER LA RICARICA. IN NORVEGIA LO SCORSO DICEMBRE IL 52% DELLE AUTO IMMATRICOLATE ERA ELETTRICO 

IL PREZZO DI UNA BATTERIA AL LITIO È CALATO DEL 73% IN 6 ANNI E IN CINA IL MERCATO E' IN PIENO BOOM

Milena Gabanelli e Andrea Marinelli per www.corriere.it

dataroom auto elettrica 8DATAROOM AUTO ELETTRICA 
AUTO ELETTRICAAUTO ELETTRICA








Le emissioni dei gas di scarico delle automobili contribuiscono al riscaldamento del pianeta. Per questo, i governi di tutto il mondo — nell’accordo di Parigi sul clima sottoscritto da 196 Paesi nel dicembre 2015, da cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di ritirarsi — hanno stabilito di mettere fine alla vendita di automobili a benzina o diesel: oggi in tutto il pianeta ne circolano più o meno un miliardo. Per riuscire a contenere il riscaldamento medio del pianeta sotto i due gradi, come proposto a Parigi, è necessario che entro 20 anni si arrivi a 600 milioni di auto elettriche. Oggi sono appena 2 milioni, lo 0,2% del totale.

Le vendite di auto elettriche nel 2017

La Cina è il Paese dove ne vengono vendute di più. Nel 2009 il Governo aveva messo a punto un piano di incentivi ancora in vigore per diventare leader entro il 2012: lo scorso anno le vendite di auto elettriche sono quasi raddoppiate arrivando a 652 mila, anche se la cifra è irrisoria se paragonata al numero totale di vetture vendute che ammonta a 28,9 milioni. Il 2017 è stato un anno importante anche per gli Stati Uniti che, nonostante il mercato delle auto sia calato per la prima volta dal 2009, sono diventati il secondo mercato al mondo per vendita di vetture elettriche grazie anche agli incentivi dell’era Obama: le immatricolazioni sono state 199.826 su un totale di circa 17,2 milioni.
dataroom auto elettrica 7DATAROOM AUTO ELETTRICA 

Nel 2017 il mercato è cresciuto anche in Europa, del 43,6%, ma a un passo più lento rispetto a Cina e Stati Uniti: le elettriche sono state 149.086 mila su un totale di 15.131.778 milioni, lo 0,9% del mercato. Oggi, per le strade del Vecchio Continente, circolano 501.798 vetture elettriche.

In classifica l’Italia non compare proprio. Nel 2017 le vendite sono aumentate, per un totale di 1.967 vetture in tutto il Paese, ma le vetture elettriche rappresentano appena lo 0,1% del mercato. Sono raddoppiate le auto ibride rispetto al 2016 — per un totale di 66 mila — ma a dominare il mercato continuano a essere le auto a benzina o diesel: secondo il focus della Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, nel 2017 ne sono state vendute 1.970.962, con un aumento del 7,9%.
olanda auto elettricaOLANDA AUTO ELETTRICA

Il problema delle batterie

C’è un motivo che contribuisce a frenare le vendite di automobili elettriche in Italia: gli incentivi sono fra i più bassi d’Europa — circa 3.000 euro contro una media di 9.000 — e ci sono poche colonnine per la ricarica. La più virtuosa invece è la Norvegia che, con una politica attenta all’ambiente, fra bonus governativi e una capillare rete di ricarica è riuscita ad avere un deciso impatto sul mercato. Il 52% delle auto immatricolate a dicembre 2017 era elettrico, così come lo sono circa il 20% delle auto in circolazione: l’obiettivo e di arrivare al 100% entro sette anni.
dataroom auto elettrica 6DATAROOM AUTO ELETTRICA 


A bloccare il mercato, per ora, è anche il prezzo delle vetture: in media si aggira sui 30 mila euro, su cui pesa fino al 50% la batteria. Secondo uno studio di Bloomberg, tuttavia, dal 2010 a oggi il costo delle batterie al litio è diminuito del 73% — passando da 1.000 dollari per kWh a 273 dollari nel 2016 — e la previsione è che i prezzi caleranno ulteriormente nei prossimi vent’anni. Questo crollo è dovuto anche ai produttori di auto elettriche, in particolare Tesla, che per rendere più abbordabili le proprie vetture puntano a far scendere i prezzi delle batterie fino a 124 dollari per kWh. Le batterie, inoltre, saranno meno ingombranti, più leggere – oggi pesano una tonnellata – e più veloci da ricaricare.


E quello delle colonnine di ricarica

RICARICA AUTO ELETTRICARICARICA AUTO ELETTRICA
Se si guarda al rapporto fra costo di ricarica e chilometri percorsi, le auto elettriche sono più convenienti di quelle a benzina ed eliminano il problema delle polveri sottili, però serve un’enorme quantità di energia elettrica: con 1,4 euro si percorrono 18 chilometri con una vettura a benzina o diesel, 23 con una elettrica ricaricata in un colonnino pubblico e addirittura 39 ricaricandola a casa. I dubbi più comuni, tuttavia, riguardano la ridotta autonomia, i tempi di ricarica troppo lunghi — strettamente legati alla capacità della batteria, alla potenza della colonnina e a quella del caricabatteria installato a bordo — e, soprattutto, la scarsa diffusione delle colonnine di rifornimento.

dataroom auto elettrica 5DATAROOM AUTO ELETTRICA 




In Italia sono 4.207 in 2.108 postazioni, una ogni 14.388 abitanti. La Germania è la migliore in Europa: 22.708 colonnine, una ogni 3.620 persone. In Norvegia invece le colonnine sono 7.855, ma ce n’è una ogni 671 persone. In totale, in Europa sono 70 mila i punti di ricarica pubblici, mentre nel Mondo si arriva a 1,45 milioni di colonnine. Siamo indietro, nonostante siano stati stanziati 33 milioni e mezzo per costruire infrastrutture di ricarica: l’impiego, però, è in ritardo.

Verso la rinuncia alle auto a benzina

colonnine auto elettriche5COLONNINE AUTO ELETTRICHE
In questa direzione, ad ogni modo, stanno andando quasi tutti i Paesi mondiali: la Norvegia ha deciso di eliminare completamente le auto a benzina o diesel entro il 2025 disincentivandone l’acquisto attraverso pesanti imposizioni fiscali; l’Olanda ne vuole vietare la vendita a partire dal 2025 e proibire la circolazione entro il 2035, per arrivare nel 2050 all’obiettivo zero emissioni; la Germania, principale mercato europeo delle auto tradizionali per vendite e produzioni, ha messo il limite a partire dal 2030. In Italia, invece, una risoluzione del Senato ha posto l’obiettivo del 2040, quando verrà vietata la vendita di auto a benzina e diesel: a mancare, però, è un programma chiaro per raggiungere l’obiettivo.
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Un’economia che scende

Insieme al mercato delle auto a combustione interna, ci sarà anche un’intera economia che progressivamente scomparirà. Secondo uno studio del Financial Times, ad esempio, la proliferazione delle vetture elettriche farà crollare del 90% la richiesta di riparazioni in garage, perché la manutenzione dei motori elettrici è più semplice: basta pensare che il motore di una macchina Tesla è composta da appena 18 parti mobili. Con loro, ovviamente, se ne andranno i benzinai, gli autotrasportatori che consegnano carburante e, in generale, è minacciata l’intera industria del petrolio: un rapporto di Fitch Ratings, non a caso, consiglia alle compagnie petrolifere di «non mettere la testa sotto terra di fronte alle nuove tecnologie, altrimenti saranno guai».
colonnine auto elettriche6COLONNINE AUTO ELETTRICHE

Un’economia che sale

Aumenterà vertiginosamente, invece, la richiesta di energia elettrica per alimentare le colonnine e ricaricare le vetture. Da qui al 2030, per esempio, in Inghilterra le auto elettriche passeranno da 90 mila a 9 milioni e, secondo uno studio del colosso energetico National Grid, questo aumento non sarà sostenibile per la centrale nucleare di Hinkley Point C, di proprietà della stessa multinazionale di Warwick: nello scenario più estremo saranno necessarie sei centrali per soddisfare la richiesta. Stando a National Grid, tre delle quattro soluzioni prevedono principalmente l’utilizzo di energia solare, da integrare con la costruzione di nuove centrali nucleari e con lo shale gas, che dovrebbe diventare a zero emissioni.
dataroom auto elettrica 3DATAROOM AUTO ELETTRICA 


Da dove arriverà l’energia nel futuro

Lo conferma al Corriere della Sera Davide Tabarelli, presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia, società di ricerca sull’energia e l’ambiente, secondo il quale la domanda mondiale continua a salire, e quindi dovrà crescere la produzione. L’obiettivo è che una soluzione arrivi dalle fonti rinnovabili, è cioè dal sole, ma in futuro, secondo Tabarelli, il fabbisogno sarà soddisfatto per il 30% dal carbone, per una altro 30% dallo shale gas, per il 15% dall’idroelettrico, per un altro 15% dalle nuove rinnovabili e per il 10% dal nucleare.


dataroom auto elettrica 2DATAROOM AUTO ELETTRICA 
Tabarelli, tuttavia, è scettico sul fatto che si possa arrivare a far circolare milioni di auto elettriche entro il 2040 e vede un pericolo «nell’equilibrio fra le aspettative e i numeri»: il suo timore è che «Tesla possa diventare la nuova Enron», la multinazionale energetica americana protagonista di uno dei più fragorosi fallimenti della storia. Lo conferma l’investitore americano Jim Chanos, che si arricchì scommettendo contro il colosso texano, secondo il quale l’azienda produttrice di auto elettriche è «strutturalmente non redditizia» e continua a rimandare i propri obiettivi. «Tre anni fa si diceva che oggi sarebbe stata in attivo, oggi si dice che lo sarà fra tre anni», ha dichiarato a Bloomberg.

Insomma: si va verso l’elettrico, ma non sappiamo bene come e siamo ben distanti dalla soluzione del problema. Quello che serve, più di ogni altra cosa, è un’educazione a consumare meno e a usare, quando possibile, i mezzi pubblici. Anche questo andrebbe insegnato nelle scuole ai nostri figli.

Fonte: qui

dataroom auto elettrica 1DATAROOM AUTO ELETTRICA 

GLI USA HANNO APPROVATO AL BILANCIO UN PROGETTO DELLA NASA PER UN AEREO SUPERSONICO CHE TOCCHERÀ I 1800KM/H E VOLERÀ DA LONDRA A NEW YORK IN APPENA TRE ORE.

POTREBBE ARRIVARE SULLE PISTE NEL 2021




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La Nasa sta lavorando a un aereo supersonico futuristico chiamato QueSST che punta ad abbattere il boato sonico che si crea quando un oggetto supera la velocità del suono.

Il progetto dell’agenzia spaziale è stato approvato nell’ultimo bilancio degli Stati Uniti e la Lockheed Martin sta preparando i primi disegni di progettazione per l’aeroplano.

Dopo l’ok di Donald Trump sembra dunque che una nuova generazione di aerei supersonici silenziosi faranno presto a loro apparizione tra le rotte aeree commerciali.

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QueSST è un acronimo per ‘Quiet Supersonic Transport (Trasporto Supersonico Silenzioso) e i suoi ingegneri sostengono di poter abbattere il boato creato da questi aerei quando superano la velocità del suono, intorno agli 1.4 Mach (1770 kmh).

Se tutto va secondo i piani, QueSST spiccherà il volo nel 2021 e potrà trasportare i passeggeti da Londra a New York in appena tre ore.

DAGONEWS

PAMELA MASTROPIETRO POTREBBE AVER SUBITO UNA VIOLENZA DI GRUPPO PRIMA DI ESSERE ASSASSINATA. C’ERANO TRACCE DI LIQUIDO SEMINALE E SALIVA SUI RESTI DEL SUO CORPO

LA RAGAZZA POTREBBE ESSERE MORTA A SEGUITO DI COLTELLATE INFERTE AL FEGATO. E' STATA ACCERTATA ANCHE UNA ECCHIMOSI SU UNA TEMPIA, A DIMOSTRAZIONE DEL FATTO CHE LA VITTIMA SAREBBE STATA FERITA. 

LA NUOVA AUTOPSIA RIVELA ANCHE CHE DAL CADAVERE, A DIFFERENZA DI QUANTO EMERSO ALL'INIZIO, NON È STATO ASPORTATO ALCUN ORGANO INTERNO

SI RINCORREVANO VOCI SECONDO CUI ALLA RAGAZZA SAREBBE STATO ASPORTATO IL CUORE COME IN UN RITO TRIBALE. SUI TRE NIGERIANI UN NUOVO SOSPETTO: POTREBBERO AVER FATTO... 

«PAMELA, VIOLENZA DI GRUPPO PRIMA DI ESSERE ASSASSINATA»
Daniel Fermanelli Andrea Taffi per “il Messaggero”

pamela mastropietroPAMELA MASTROPIETRO
C'erano tracce di liquido seminale e di saliva sui resti del corpo di Pamela. Le conferme ufficiose che arrivano dal Ris stanno per chiudere un altro tassello della ricostruzione nella casa dell' orrore dove il 30 gennaio è barbaramente morta Pamela Mastropietro. Così, da ieri, l'idea di una violenza sessuale del branco è un po' più vicina alla formalizzazione dell'accusa e un po' meno ipotesi campata per aria. I timori che il meticoloso lavoro di pulizia con la candeggina avesse vanificato l'indagine per ora sono fugati e sostengono la ricostruzione di una violenza di gruppo.

L'ultimo diaframma che separa le ricerche dalla conferma delle ipotesi di un abuso sulla 18enne romana, stordita dall'eroina, è la comparazione del liquido dei tre arrestati. Andrà esclusa, in sostanza, la possibilità che appartenga all'uomo di Mogliano che il giorno prima dell'omicidio era stato con Pamela in un garage di Corridonia. Intanto la Procura chiederà «quanto prima» il giudizio immediato dinanzi alla Corte di Assise per Luca Traini, accusato di strage aggravata per il raid xenofobo a colpi di pistola del 3 febbraio.
la morte di pamela mastropietro il fossato in cui e stato ritrovato il corpoLA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO IL FOSSATO IN CUI E STATO RITROVATO IL CORPO

GLI INTERROGATORI
L'ipotesi dei carabinieri resta quella di una violenza su Pamela, poi difronte alla sua ribellione si è scatenata una furia omicidia a cui è seguito il depezzamento sul terrazzo della mansarda di via Spalato. I particolari affiorano nel giorno in cui il Gip convalida il fermo di Desmond Lucky e Lucky Awelima: per ora resteranno nel carcere di Montacuto, in isolamento, al pari del loro amico Innocent Oseghale.
innocent oseghaleINNOCENT OSEGHALE

Lucky e Awelima ieri sono arrivati a Macerata su un mezzo della polizia penitenziaria. Il Gip Giovanni Maria Manzoni ha deciso che entrambi debbono rimanere dietro le sbarre per i gravi indizi di colpevolezza. Riconosciuti tutti i reati ipotizzati dalla Procura: omicidio volontario, distruzione, occultamento e vilipendio di cadavere.
alessandra verni madre di pamela mastropietroALESSANDRA VERNI MADRE DI PAMELA MASTROPIETRO

A differenza della posizione del connazionale Innocent Oseghale, 29 anni - il cui arresto è stato convalidato, sulla base della prima autopsia escludendo l'omicidio - determinanti sono stati i risultati della perizia bis effettuata dal professor Mariano Cingolani, secondo cui Pamela potrebbe essere morta a seguito di coltellate inferte all'altezza del fegato.

Accertata anche una ecchimosi su una tempia, a dimostrazione del fatto che la vittima sarebbe stata ferita. Ieri solo Desmond Lucky, assistito dall' avvocato Gianfranco Borgani, ha risposto alle domande dei magistrati. «Non ho mai visto Pamela, non le ho ceduto la droga - ha ribadito -. È vero, ho telefonato ad Oseghale, ma solo per parlare di alcune puntate alla Eurobet».
pamela mastropietroPAMELA MASTROPIETRO

Però secondo l' analisi delle celle telefoniche il 30 gennaio si trovava nella casa in cui Pamela è stata uccisa e fatta a pezzi. Awelima, difeso dall' avvocato Giuseppe Lupi, si invece è avvalso della facoltà di non rispondere. C' è anche un quarto indagato nigeriano, che secondo la Procura avrebbe un ruolo marginale. «Ha fin da subito collaborato con gli inquirenti», spiega il suo avvocato Paolo Cognini. Ha detto di avere ricevuto una telefonata o un sms da Oseghale, che gli chiedeva aiuto perché Pamela si sentiva male. «Ma non sono mai andato nell' appartamento», ha detto l' indagato.
LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO - LUCKY AWELIMALA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO - LUCKY AWELIMA

MACERATA, FERMI CONFERMATI «MA NESSUN ORGANO SPARITO»
Chiara Giannini per “il Giornale”

Lucky Desmond e Awelima Lucky resteranno in carcere. Ieri il gip del tribunale di Macerata ha, infatti, convalidato il fermo dei due nigeriani accusati, insieme al connazionale Innocent Oseghale, di aver barbaramente ucciso la 18enne Pamela Mastropietro e di averne fatto a pezzi il cadavere, per poi occultarlo.

Cadavere da cui, rivelano adesso ambienti investigativi, non è stato asportato, al contrario da quanto sostenuto in queste settimane, alcun organo interno. Da giorni si rincorrevano voci secondo cui alla ragazza sarebbe stato asportato il cuore o altro, e fatto sparire, come in un rito tribale o di affiliazione. Invece, a quanto pare, ciò non è avvenuto.
LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO -DESMOND LUCKYLA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO -DESMOND LUCKY

L' avvocato Gianfranco Borgani, legale di Desmond Lucky, ieri mattina ha spiegato ai giornalisti che il suo assistito «ha negato di essere stato in quella casa». E ha proseguito: «Ha detto che conosceva Innocent Oseghale, ma non Pamela». Ma la sua posizione resta al vaglio degli inquirenti, proprio perché le celle telefoniche, tra le 12 e le 18 del 30 gennaio scorso, giorno in cui la ragazza fu uccisa, agganciarono le utenze dei cellulari dei tre accusati. Ciò prova che i tre uomini fossero nell' appartamento di via Spalato in cui la 18enne fu uccisa.
PAMELA MASTROPIETROPAMELA MASTROPIETRO






Per Desmond, oltre al concorso in omicidio, si sospetta anche lo spaccio di una dose di eroina, quella che sarebbe stata iniettata nel braccio di Pamela. C' è un quarto indagato, che però ha una posizione marginale e che starebbe collaborando con gli inquirenti, che ha spiegato che Innocent Oseghale quel giorno lo avrebbe chiamato per informarlo che Pamela stava male e per chiedergli aiuto, ma lui si sarebbe rifiutato di dargli una mano.

Il suo avvocato, Paolo Cognini, ha chiarito che il nigeriano «ha cooperato sin dall' inizio con gli inquirenti, rispondendo alle loro domande». Il movente del delitto resta tuttora un mistero. Esclusa, come detto, l' ipotesi di riti vodoo, che non troverebbe alcun fondamento, anche se in Nigeria la pratica è molto diffusa.
PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNIPAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI

Ma c' è anche chi avanza sospetti sul passato dei tre nigeriani. «Che siano legati a Boko Haram, l'organizzazione terroristica jihadista sunnita diffusa nel nord di quel Paese?», si chiede qualcuno. Oltretutto, in Italia sta crescendo la diffusione della mafia nigeriana, dedita allo spaccio di eroina e al traffico di prostitute (basti ricordare l' operazione Boga della Guardia di Finanza) e che collabora con la criminalità organizzata, soprattutto al sud.

LA MORTE DI PAMELA MASTROPIETROLA MORTE DI PAMELA MASTROPIETRO





Certo è che il passato dei tre è al vaglio degli inquirenti. Di Oseghale si sa che prima di arrivare in Italia faceva il decoratore per una ditta di costruzioni di Doha, di Desmond che stava partecipando a un progetto d' accoglienza e che era ospite dell' associazione Perigeo. Viene da Benin City, nell' Edo State, ma per un periodo aveva vissuto a Kaduna, per poi partire alla volta dell' Italia a bordo di un barcone.

pamela mastropietroPAMELA MASTROPIETRO

Si apprende, peraltro, che l' uomo viveva insieme a uno dei feriti nella sparatoria messa in atto da Luca Traini. A salvare la vita all' uomo originario del Mali e di nome Mohamed Touré, sono stati due uomini della squadra antidroga della Polizia di Stato, uno dei quali è il responsabile. Due facce della stessa medaglia di una città, Macerata, in cui gli agenti impegnati a disinnescare la «bomba» stupefacenti, laddove necessario, si mettono anche a disposizione della collettività.
pamela mastropietroPAMELA MASTROPIETRO

Quanto ad Awelima Lucky, anche lui è, come l' altro accusato, richiedente asilo. Arrivò in Italia nel 2016, sbarcando ad Augusta dopo essere stato recuperato da una carretta del mare.
Non resta che attendere i risultati degli esami medico legali e del Ris dei carabinieri. Risultati per i quali, purtroppo, occorrono ancora alcuni giorni e che serviranno ad accertare le responsabilità di chi ha ucciso, a questo punto pare appurato con due coltellate al fegato, la giovane Pamela.

Fonte: qui


IL GINECOLOGO SEVERINO ANTINORI CONDANNATO A 7 ANNI E 2 MESI ...

NEL PROCESSO MILANESE CON AL CENTRO UN PRESUNTO PRELIEVO FORZATO DI OTTO OVOCITI AI DANNI DI UNA GIOVANE INFERMIERA SPAGNOLA AVVENUTO IL 5 APRILE 2016 ALLA CLINICA MATRIS DI MILANO

(ANSA) - Il ginecologo Severino Antinori è stato condannato a 7 anni e 2 mesi di carcere nel processo milanese con al centro un presunto prelievo forzato di otto ovociti ai danni di una giovane infermiera spagnola avvenuto il 5 aprile 2016 alla clinica Matris di Milano. Lo ha deciso l'ottava sezione penale, presieduta da Luisa Ponti, condannando anche altri 4 imputati a pene fino a 5 anni e 2 mesi. L'inchiesta, che aveva portato ai domiciliari il ginecologo, era partita due anni fa dopo la denuncia della giovane.

Fonte: qui
SEVERINO ANTINORI 9SEVERINO ANTINORI 

COLOMBAN – L’EX ASSESSORE DI ROMA SI SFOGA: "NON VOTEREI LA RAGGI E MANCO L' M5S ''



"IL DEFICIT DEL CAMPIDOGLIO E’ DI 15 MILIARDI, ED AUMENTA DI 500 MILIONI OGNI ANNO''

Stefano Lorenzetto per il Corriere della Sera

Non è certo il tipo da buttarsi giù, per così poco, da una delle 400 finestre di Castelbrando, l' antico maniero che ha trasformato in hotel di lusso a Cison di Valmarino (Treviso). Però Massimo Colomban, 68 anni, fino allo scorso ottobre assessore alle Partecipate del Comune di Roma, sprizza amarezza da tutti i pori, seppure tamponata con velluti veneti: «Beppe Grillo mi presentava così: "Ecco il nostro superministro dell' Economia". Mi pregò di aiutare il sindaco Virginia Raggi, con l' intesa che poi avrei scritto il programma di riforme per l' Italia. Diceva di volerlo mettere ai voti sulla piattaforma Rousseau. Invece... Non sono riuscito a cambiare né lui né il Movimento 5 Stelle».

raggi mazzillo colombanRAGGI MAZZILLO COLOMBAN
Da qualche giorno la delusione di Colomban ha raggiunto il diapason: «Parlamentari che non versavano i rimborsi sulle loro indennità; miserabili vicende di scontrini e di pasti; David Borrelli, un amico, numero 3 del M5S, che a Strasburgo si dimette dal gruppo adducendo motivi di salute... Sembra di leggere le cronache di un partito qualunque. Che tristezza».

Di imprese difficili il fondatore e presidente onorario della Permasteelisa, multinazionale delle costruzioni, ne ha compiute parecchie e tutti gli riconoscono una notevole abilità nel dare forma ai sogni dei visionari, come ha fatto con le archistar Frank Gehry, Norman Foster e Richard Rogers: sono made in Treviso la Freedom Tower e altre due delle cinque torri sorte attorno al cratere di Ground Zero, le vele della Sydney opera house in Australia, le sedi del Parlamento europeo a Strasburgo e Bruxelles e quella della Apple a Cupertino, a forma di astronave, una commessa da circa 400 milioni di dollari. Ma in politica il sarto dei grattacieli ha dovuto deporre ago e filo: «Più facile vestire gli edifici con vetro e metallo - facciate continue, si chiamano - che togliere la camicia rossa ai grillini».

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Colomban pensava di applicare la sua teoria: «Fino ai 30 anni s' impara, fino ai 60 si fa, fino ai 90 s' insegna». Voleva lasciare in eredità al M5S un patrimonio di esperienza, come quando regalò il 40 per cento di Permasteelisa agli 83 manager più meritevoli (il resto delle azioni, in parte proprie, era quotato alle Borse di Milano e Singapore). «Mia moglie Ivana, a distanza di 20 anni, ancora mi rimbrotta: "Sei stato troppo generoso". Ma non si è mai troppo generosi».

Come ha conosciuto Beppe Grillo?
«Attraverso Gianroberto Casaleggio. Poco prima delle elezioni politiche del 2013 mi telefonò, raccontandomi della nonna nata a Oderzo. Era rimasto impressionato dal programma del mio movimento Rete SI, acronimo di Salviamo l' Italia. "Voglio adottarlo", mi disse. Venne a trovarmi con Grillo al Bhr hotel di Treviso. Portò il figlio Davide, che ascoltava senza intervenire. In seguito anche Luigi Di Maio è salito a Castelbrando per chiedermi suggerimenti».

Che impressione le fece Grillo?
«Un istrione e un sognatore. Di economia capisce poco. Adatta il socialismo reale al terzo millennio. Tende a mandare in vacca gli argomenti. Se affronti una questione seria, svia il discorso, prende tempo».

Ma se ne andrà dal M5S o resterà?
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«Il 95 per cento delle decisioni le prende lui. Nessuno ha il coraggio di contraddirlo. Chi lo fa, viene messo in disparte».

Che tipo di Italia si prefigura Grillo?
«Ha presente la Città del Sole immaginata da Tommaso Campanella? Utopia pura. Mi toccava riportarlo con i piedi per terra. Beppe, questo lo faranno i nostri nipoti, lo raffreddavo. Per lui le auto devono essere tutte elettriche e in grado, marciando, di produrre un surplus di energia che illumini le città».

L' elettricità si ricava dagli idrocarburi.
«"Tu ami suv e gru", mi prendeva in giro. Io gli rispondevo che la Silicon Valley è avveniristica perché prima i vari Steve Jobs hanno fatto i soldi con cui costruirla. Il fatto è che Grillo disegna un modello di società che non deve creare ricchezza. E pretende che a guidarlo sia solo lo Stato, con la Cassa depositi e prestiti a finanziare le imprese».

Un vecchio comunista.
«L' ha detto lei».

Suona come una conferma.
castel brando castelbrando di massimo colombanCASTEL BRANDO CASTELBRANDO DI MASSIMO COLOMBAN
«È un fatto che Casaleggio, alla fine di un raduno al Circo Massimo, invitò i presenti a intonare Bandiera rossa e fui costretto a dissociarmi. Beppe mi dà del nazileghista. Durante le nostre colazioni all' hotel Forum di Roma gli ho affibbiato vari soprannomi: Raúl, come il fratello di Fidel Castro, Chávez, Maduro. Vuoi ridurmi l' Italia come il Venezuela, lo rimproveravo. Una cosa è sicura: se arriva al governo, lo sviluppo si ferma. Grillo pensa che sia un pericolo».

Per questo lei se n' è andato?
«Ho esaurito la pazienza. Pretendeva di convertirmi alla sua filosofia. O a quella del sociologo Domenico De Masi, che per il 2025 prevede un saldo negativo di 9 milioni fra i posti di lavoro creati e quelli distrutti dai robot. Una tesi per giustificare il reddito di cittadinanza. E io a dirgli: Beppe, ma chi paga? Non lo spiega. Però si capisce benissimo dove andrà a parare».

Dove?
«Tassa sui patrimoni. Tassa sulle eredità. Tassa sulle rendite speculative».

È come Robin Hood. Toglie ai ricchi per dare ai poveri.
BEPPE GRILLO IN CARLO MARXBEPPE GRILLO IN CARLO MARX
«Raffronto improprio. Togliere alle imprese per dare a chi non fa neppure la fatica di cercarsi un lavoro, è una follia».

A quanto ammonta il deficit di Roma?
«A circa 15 miliardi di euro. Ogni anno le partecipate lo aggravano di 500 milioni, una perdita generata per il 90 per cento dall' Atac. Mi sono ritrovato a gestire 13 sigle sindacali e autisti pagati per sei ore al giorno che prestavano servizio per quattro».

Il suo rapporto con Virginia Raggi?
«Di rispetto reciproco. Forse, per la mia età e per i miei trascorsi, mi vedeva come un controllore».

Ha dato buoni consigli al sindaco?
«Non me li ha mai chiesti. Non si lascia guidare da nessuno. È una stakanovista ambiziosissima».
GRILLOGRILLO

La voterebbe?
«Vivo a Conegliano, dove c' è già un bravo sindaco, Flavio Chies, un umile ingegnere che ascolta tutti e poi fa sintesi delle idee migliori».

Le ripeto la domanda: la voterebbe?
«No».

È dura per un veneto governare la Capitale?
«Il primo giorno arrivai in Campidoglio alle 8. Gli uscieri erano ancora senza giacca e senza cravatta. Il mio dipartimento funzionava come un' azienda, orario continuato fino alle 20. Unico svago: i 40 minuti di corsa alle 6 del mattino, tra Fori imperiali e Colosseo, con il mio braccio destro Paolo Simioni, che oggi è amministratore delegato dell' Atac».

Un marziano a Roma. L' episodio più surreale?
«In via della Madonna dei Monti, dove abitavo, mi ero stufato di vedere cicche per strada e auto parcheggiate sulle strisce pedonali. Con il permesso del sindaco, convocai Diego Porta, il comandante dei vigili urbani. Gli dissi: lo sa che a Conegliano chi getta a terra una sigaretta paga 300 euro di multa? Strabuzzò gli occhi: "Dotto', qui nun se po fa'!". Allora mandi almeno gli agenti a controllare se bar e ristoranti pagano il plateatico per i tavolini all' aperto, insistetti. Con Grillo alla fine avevo individuato un generale a riposo che ristabilisse legge e ordine, come fece Rudolph Giuliani a New York. "Ma voi siete matti!", insorse Virginia Raggi».

Ha fatto molte nomine?
l ex presidente chavez e maduroL EX PRESIDENTE CHAVEZ E MADURO
«Non io: la sindaca. Ogni tanto si degnava di sottopormele, spesso dopo aver già individuato i candidati. Alcuni di dubbia professionalità».

Ma è riuscito a combinare qualcosa di buono?
«Grazie alla legge Madia, ho deliberato la chiusura di 20 delle 31 aziende partecipate, senza licenziare nessuno. In Permasteelisa avevo 42 società in quattro continenti e una sola regola: the best is the standard, la migliore è il modello. Ho ordinato una comparazione fra le città metropolitane. Milano ha gli stessi abitanti dell' area di Roma e vanta una produttività dal 15 al 30 per cento superiore alla Capitale. Se non si riparte da qui, è tempo sprecato».

Chi comanda nella Città Eterna? Il sindaco? Il Papa? Francesco Gaetano Caltagirone?
francesco gaetano caltagironeFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE
«La burocrazia. Più del sindaco, più dei ministri. Il Papa non fa sentire il suo peso, al contrario dell' editore Caltagirone, che tiene un profilo basso però mette sul piatto della bilancia Il Messaggero e il suo 5 per cento in Acea, la società multiservizi che eroga acqua, luce e gas».

Luigi Di Maio sarebbe un buon premier?
«È uno dei migliori. Ma è circondato da troppi pasdaran. Ha le idee giuste. Bisogna vedere se Grillo gli consentirà di applicarle all' economia».

Pare che in Veneto le urne gli daranno poche soddisfazioni.
«Siamo gente pragmatica. Qui ogni famiglia è un' azienda».

Lei lo voterà?
«Sono un liberal-sociale. Dobbiamo produrre più di quello che consumiamo. Non credo nei sogni social-comunisti».

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