9 dicembre forconi: 02/22/18

giovedì 22 febbraio 2018

“Operazione Impensabile” e la minaccia di guerra USA-NATO alla Russia

Cinque giorni prima della celebrazione del 71° anniversario della capitolazione della Germania nazista alle truppe sovietiche e alleate nella Seconda guerra mondiale, il nuovo comandante supremo della NATO in Europa, Curtis Scaparrotti, annunciò che era venuto per battere i tamburi di guerra. Ignorando fatti storici e legittimi interessi russi, nel primo discorso dopo aver assunto l’incarico condannava il presunto “comportamento aggressivo russo che sfida le norme internazionali” e incitava i membri del blocco a “combattere stasera se la deterrenza fallisce”. Tale dichiarazione era correlata alla strategia militare e mediatica adottata dalla classe dirigente occidentale da decenni. Anche mettendo da parte la ben argomentata tesi secondo cui l’ascesa di Hitler a fuhrer del Terzo Reich nella Germania umiliata del dopoguerra fu un’operazione attentamente pianificata e condotta dall’intelligence militare statunitense, per metterla contro l’Unione Sovietica, l’analisi dei fatti disponibile dimostra che il nucleo del nazismo fu profondamente favorito dai centri ideologici occidentali molto tempo prima della sconfitta nel maggio 1945. Non c’è paradosso qui: la lotta per il dominio globale era (ed è ancora) l’idea fissa di molte élite nella storia dell’umanità, e su tale retrospettiva il fenomeno del nazismo tedesco va considerato come mero strumento dei suoi istigatori per raggiungere tale obiettivo. Nonostante alcune difficoltà tattiche (ad esempio, nel marzo 1939 Hitler improvvisamente fece il proprio gioco, ma fu ricondotto all’obbedienza nel maggio 1941), lo sviluppo generale del conflitto globale a metà del XX secolo fu ammissibile per le élite. Almeno alla Conferenza di Bretton Woods tenutasi nel luglio del 1944, il mese dopo che gli Alleati sbarcarono in Francia per controbilanciare l’offensiva sovietica in Oriente (che a quel punto avrebbe inevitabilmente portato alla sconfitta unilaterale dei nazisti da parte dell’URSS), fissò le regole chiave del monopolio finanziario del dollaro della Federal Reserve. (Secondo l’Atto finale di Bretton Woods, tutti i tassi delle valute internazionali erano legati a un paniere al 96% col dollaro della Federal Reserve e al 4% della sterlina inglese, potendo acquisire l’oro solo attraverso questo tasso; la Nota della Federal Reserve era quindi eguagliata all’oro come misura universale di valore).
La sfida principale che gli autori di Bretton Woods affrontarono all’inizio dei colloqui era l’atteggiamento sovrano della delegazione sovietica. Dovevano attirare l’Unione Sovietica in tale sistema draconiano con qualsiasi mezzo. Mentre Stalin e i suoi inviati non mostravano alcuna intenzione di essere tentati dalla carota, Wall Street dovette prendere il bastone. L’idea era raggiungere una tregua separata con la Wehrmacht sui teatri occidentale e meridionale per rinforzare il fronte orientale tedesco (in particolare, i documenti relativi all’operazione Sunrise nel marzo 1945 non ancora declassificati dagli Stati Uniti). A causa della tempestiva contromisura da parte dell’intelligence sovietica e dopo un duro scambio diplomatico, i tre colloqui per la tregua a Lucerna, in Svizzera, furono sospesi, ma i contatti clandestini nazisti-statunitensi procedettero. Di fatto, dalla fine di marzo 1945, senza alcuna tregua formale le truppe tedesche iniziarono ad arrendersi massicciamente alle forze anglo-statunitensi che avanzarono rapidamente verso Berlino incontrando i sovietici sull’Elba il 25 aprile 1945. Non sorprende che la famigerata rete Odessa (Organizzazione degli ex-membri delle SS) venisse attivata nello stesso momento permettendo a 30mila(!) criminali di guerra nazisti di fuggire dall’Europa attraverso “finestre” nella zona di occupazione anglo-statunitense. Molti furono in seguito legalizzati negli Stati Uniti per servire lealmente i nuovi padroni…
Una volta scomparso il “fattore tedesco”, gli “alleati” si affrettarono ad elaborare segretamente un nuovo piano di guerra per sconfiggere militarmente l’Unione Sovietica, esaurita dalla drammatica campagna durata quattro anni. Il dossier dell’Operazione Impensabile fu declassificata nel 1998. Secondo essa, il 1° luglio 1945 gli “alleati” previdero l’attacco alle forze sovietiche in Europa e alle aree industriali chiave dell’URSS. L’obiettivo era “imporre alla Russia la volontà degli Stati Uniti e dell’Impero inglese”. Così nell’estate 1945 Wall Street pianificò Barbarossa 2.0 per aggredire l’URSS, come quella lanciata dalla loro frenetica creatura Hitler quattro anni prima.Operazione impensabile: URSS: minaccia alla civiltà occidentale“, Gabinetto di guerra inglese, Staff della pianificazione congiunta (Bozze e rapporti finali: 22 maggio, 8 giugno e 11 luglio 1945), Ufficio del registro pubblico, CAB 120/691/109040/002. (declassificato nell’ottobre 2004)
Il motivo per cui il piano non fu mai attuato fu che gli esperti militari occidentali valutarono “l’equilibrio delle forze” in Europa insufficiente per un’efficace rapida sconfitta dei sovietici. Gli Stati Uniti possedevano in esclusiva la bomba atomica e speravano che tale minaccia avrebbe impressionato Stalin tanto da ratificare Bretton Woods. L’episodio di Potsdam tuttavia dimostrò il contrario, così gli Stati Uniti decisero di rendere questa minaccia più vivida. La certezza di 200mila morti giapponesi non significò molto per il presidente Truman nel suo Grande Gioco per l’egemonia della Federal Reserve. La conseguente Guerra Fredda (dopo che Stalin aveva definitivamente rifiutato la ratifica degli accordi di Bretton Woods nel dicembre 1945) va oltre l’ambito del presente articolo. Il fatto comunque è che la grandiosa e continua operazione mediatica per eguagliare Stalin e Hitler e rivedere e distorcere le verità fondamentali della storia moderna presso le persone “istruite” nel mondo, è solo un aspetto dell’agenda globale elitaria per sopprimere la prima potenza che si oppone al loro dominio illimitato sul mondo. Gli strumenti per creare tale dominio sono gli stessi: creazione di un progetto chimerico controllato (al-Qaida o nazismo ucraino) e interpretare il ruolo di “peacekeeper” e “filantropi” nel sanguinoso caotico conflitto.
Oriental Review, 9 maggio 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Stati Uniti: le patologie del più grande Stato fallito

Si potrebbe dire, dopo aver letto alcuni dei miei saggi più recenti: “Non preoccuparti, andrà tutto bene! Non tutto è perduto!” Potrei guardarvi educatamente e dirvi gentilmente: “A dire la verità, non penso che prendiamo sul serio il collasso” Perché? Quando guardiamo seriamente al collasso statunitense, osserviamo una serie di patologie sociali emergenti. Non di qualche tipo. Nemmeno problematici, preoccupanti o pericolosi, ma strani e bizzarri; unici, singolari e spaventosi mai visti, a parte nelle distopie scritte da Dickens e Orwell, ma non nella storia. Ciò suggerisce che qualunque “numero” usiamo per rappresentare la debacle, contrazione del reddito reale, disuguaglianze e così via, in realtà ignoriamo ciò che gli esperti chiamano “costo umano”; ma persone sensibili come noi dovrebbero semplicemente pensare a schiacciante disparità, rabbia e ansia di vivere in una società al collasso. Lasciatemi parlare di cinque esempi di quelle che chiamerò patologie sociali del collasso: nuove, strane, rare e terrificanti malattie, non solo quelle che non vediamo nelle società sane, ma che non abbiamo mai visto in alcuna società moderna.
Gli Stati Uniti hanno avuto 11 sparatorie a scuola negli ultimi 23 giorni (nota: questo articolo fu pubblicato il 25 gennaio). Una media di due giorni, più o meno. Tale statistica è allarmante di per sé; ma è solo una cifra. I confronti vanno dati in prospettiva, quindi la metterò in un altro modo. Gli Stati Uniti hanno avuto 11 sparatorie a scuola negli ultimi 23 giorni, più che da qualsiasi parte del pianeta, compresi Afghanistan o Iraq. In effetti, il fenomeno delle regolari sparatorie a scuola appaiono una caratteristica unica del collasso degli Stati Uniti, semplicemente non accade in un altro Paese, e l’inserisco nelle “patologie sociali del collasso”: nuova, bizzarra, terribile malattia che colpisce la società. Perché i ragazzini statunitensi si ammazzano? Perché la loro società non si preoccupa d’intervenire? Beh, probabilmente perché hanno rinunciato a vivere, come i loro genitori. O forse avete ragione, non è così semplice. Anche così, cosa fanno i ragazzini che non si uccidono a vicenda? Bene, molti sono sempre impegnati ad uccidersi. C’è anche naturalmente l'”epidemia degli oppiacei”. Usiamo tale espressione un po’ casualmente, ma è molto più inquietante di quanto appaia a prima vista. Ecco cos’è veramente curioso. In molti Paesi del mondo, in Asia o Africa, si possono acquistare tutti gli oppioidi in qualsiasi farmacia locale e senza prescrizione medica. Potreste quindi supporre che l’abuso di oppiacei sia un’enorme epidemia globale. Tuttavia, non vediamo epidemie di oppiacei da alcun’altra parte, se non negli Stati Uniti, in particolare niente di così vizioso e diffuso da ridurre l’aspettativa di vita. Quindi “l’epidemia di oppiacei”, l’automedicazione di massa con uno dei farmaci più pesanti, è di nuovo una via al collasso sociale: un’esclusiva della vita statunitense. Non è ben compreso coi numeri, ma l’unico vero confronto è quando lo vediamo in prospettiva globale, potendo giudicare su quanto sia unica e veramente problematica la vita statunitense. Perché le persone abusano di oppiacei in massa come in alcun’altra parte del mondo? Devono vivere vite veramente traumatiche e disperate, dove c’è poca salute mentale, quindi devono autogestirsi contro il terrore. Ma perché sono così disperati? Bene, considerate un altro esempio: i “nomadi in pensione”. Vivono nelle loro auto. Passano da un posto all’altro, stagione dopo stagione, perseguendo qualsiasi lavoro sottopagato che possono: in primavera da Amazon; a Natale da Walmart. Ora, si potrebbe dire: “Bene, i poveri hanno sempre seguito lavori stagionali!”. Ma non è questo il punto: c’è assoluta impotenza e totale indegnità. In alcun altro Paese vedo pensionati che, avendo risparmiato abbastanza, vivere in auto alla ricerca di un lavoro per mangiare per non morire; nemmeno persone disperatamente povere, ma che almeno vivono in famiglia, condividono risorse e si prendono cura degli altri. Questa è un’altra patologia del collasso unica degli Stati Uniti: totale impotenza a vivere con dignità. Le cifre non lo mostrano, ma i confronti dipingono un paesaggio cupo. Come hanno fatto gli statunitensi a finire truffati senza dignità? Dopotutto, anche i Paesi poveri e disperati hanno “sistemi informali di supporto sociale”, come famiglia e comunità. Ma negli Stati Uniti c’è un catastrofico collasso dei legami sociali. Il capitalismo estremo ha frantumato la società in modo tale che la gente non può preoccuparsi degli altri come accade in Paesi come Pakistan o Nigeria. I legami sociali, le relazioni stesse, sono diventati lussi molto costosi, ancor più che nei Paesi poveri: questa è un’altra patologia sociale esclusiva del collasso degli Stati Uniti.
Il crollo degli Stati Uniti è peggiore di quanto pensiamo
Tuttavia, quelli che una volta erano Paesi poveri fanno passi da gigante. I costaricani ora hanno aspettative di vita più elevate degli statunitensi perché hanno l’assistenza sanitaria pubblica. L’aspettativa di vita statunitense cala come in alcun’altra parte del mondo, tranne il Regno Unito, perché non succede. E questa è l’ultima patologia: è una delle anime, non una delle pieghe come le altre menzionate. Gli statunitensi sembrano piuttosto felici guardandosi morire nei modi suddetti. Sembrano non esserne disturbati, agitati o neanche colpiti dalle quattro precedenti patologie: i loro figli si uccidono a vicenda, i loro legami sociali collassano, non possono vivere con dignità e devono anestetizzare il dolore in qualche modo. Se tali patologie accadessero in qualsiasi altro Paese ricco, anche povero, la gente ne sarebbe inorridita e certamente si mobilierebbe per impedirlo. Ma negli Stati Uniti, beh, non si sono nemmeno rassegnati, sono indifferenti. Quindi l’ultima patologia è la società predatrice. Una società predatoria non significa solo oligarchi che truffano finanziariamente la gente. In verità, significa che le persone annuiscono, sorridono e si fanno i fatti loro mentre vicini, amici e colleghi muoiono nel fosso. I predatori nella società statunitense non sono solo i super-ricchi, ma anche una forza invisibile e insaziabile: la normalizzazione di ciò che nel resto del mondo è vista come dolorosa sconfitta morale, storica, generazionale, se non addirittura criminale, cioè diventano semplici questioni mondane per cui non è necessario piangere o preoccuparsi. Forse vi sembra gretto, no? Ora che vi ho dato alcuni esempi, e ce ne sono molti altri, delle patologie sociali del collasso, permettetemi di condividere tre punti che mi vengono presentati.
Tali patologie sociali sono uno strano e spaventoso nuovo ceppo di malattie che infettano il corpo sociale. Gli Stati Uniti sono sempre stati un pioniere; solo che oggi ospitano non solo problemi che non si vedono nelle società sane. Sono l’avanguardia di nuove patologie sociali che non sono mai state viste nel mondo moderno al di fuori degli Stati Uniti attuali. Cosa ci dice questo? Il crollo degli Stati Uniti è più grave di quanto supponiamo. Ne liquidiamo la grandezza, non sottovalutiamola. Intellettuali, media e pensiero statunitensi non pongono i propri problemi nella prospettiva globale o storica; ma se visti in questo modo, i problemi degli Stati Uniti non si rivelano come fastidi quotidiani di una nazione in declino, ma come un corpo improvvisamente attaccato da malattie inimmaginabili. Visto con precisione: il collasso statunitense è una catastrofe umana senza pari oggi. E perché il disastro che gli USA si sono inflitti, quindi, è così unico, singolare, perversamente speciale; perché anche il trattamento dovrà essere nuovo. L’esclusività di tali patologie sociali ci dice che il collasso statunitense non è il ritorno alla miseria o la caduta di un corso. È qualcosa fuori dalla norma. Qualcosa al di là di dati e statistiche. È come la meteora che spazzò via i dinosauri: un’anomalia delle anomalie, un evento estremo. Questo perché le nostre narrative, strutture e teorie non riescono a capirlo, tanto meno a spiegarlo. Abbiamo bisogno di un linguaggio completamente nuovo, e di un nuovo modo di vedere, per iniziare a darvi un senso. Ma questo è il compito degli Stati Uniti, non del mondo. Il dovere del mondo è questo. Se segue il modello del capitalismo statunitense fino all’estremo, con zero investimenti pubblici, crudeltà come stile di vita, perversione delle virtù quotidiane, allora subirà tali nuove patologie. Sono nuove malattie del corpo sociale emerse con la dieta del cibo spazzatura, media spazzatura, scienza spazzatura, cultura spazzatura, sondaggi spazzatura, economia spazzatura, e di persone che si trattano reciprocamente, e la loro società, come spazzatura, che negli Stati Uniti nutrono da tempo.
Umair Haque, Mision Verdad 19 febbraio 2018
Umair Haque è un economista e autore di numerosi libri sull’economia capitalista. È tra i pensatori più influenti nella lista dei 50 Pensatori (2013).
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Sprecare tempo e denaro: nessuno comprerà lo tsunami di bond in arrivo


L'economia americana sta vacillando non tanto per una bassa spesa in infrastrutture, quanto per il debito eccessivo -- $67,000 miliardi tra debito pubblico e privato totale, per essere precisi. Sembra quindi che i bond vigilantes stiano tornando dopo 24 anni di letargo proprio nel momento giusto.

Come se l'imminente collisione per l'anno fiscale 2019 tra $1,200 miliardi di nuovi debiti del Tesoro USA e la campagna obbligazionaria (QT) da $600 miliardi della FED il prossimo ottobre non fossero sufficienti, ora si dice che la prossima State of the Union (SOTU) esporrà un piano infrastrutturale di spesa da $1,700 miliardi.

Con oltre $1,000+ miliardi di deficit che già rimbombano nelle sale di Capitol Hill, l'idea stessa di un massiccio prestito finanziato dal debito e spese per 104 mesi durante un'espansione del ciclo economico è pura follia.

E non credeteci sulla parola. Con il breakout di questa mattina al 2.72% sul decennale USA, è molto probabile che sia iniziata la fuga precipitosa dalle obbligazioni.

Per esempio, il più grande trade mai inventato finora è stato il front-running coi pronti contro termine (cioè, il 95% del denaro preso in prestito) per scendere in campo nella massiccia campagna di acquisti obbligazionari ordita dalle banche centrali: il costo di carry era gratuito, il prezzo delle obbligazioni era sicuro che salisse, i segnali della politica delle banche centrali erano chiari e attraverso di essi tutti i trader di obbligazioni hanno dormito sonni tranquilli.

Vale a dire, oltre ai $20,000 miliardi dell'offerta di obbligazioni che le banche centrali hanno eliminato dal mercato con crediti creati dal nulla sin dal 1995, migliaia di miliardi di più sono stati assorbiti dagli speculatori con una leva finanziaria con cui compravano oggi ciò che le banche centrali avrebbero comprato domani.

Inutile dire che la doppia levitazione del prezzo delle obbligazioni è finita. Con le banche centrali che liquidano rapidamente i loro acquisti di obbligazioni, gli smart money stanno per fare la loro mossa. Cioè, vendere ciò che le banche centrali keynesiane venderanno, mentre queste ultime si disperano per rimpicciolire i loro bilanci e cercano di creare spazio di manovra per combattere la prossima recessione.

A tal fine, val la pena di notare che il rendimento del decennale è ora raddoppiato dal suo minimo di chiusura di tutti i tempi registrato il 5 luglio 2016. Dopo essere passati da un rendimento del 15.86% a settembre 1981 a uno dell'1.36%, possiamo dire questo: un calo del rendimento del 92% in 37 anni ha definito un'era aberrante che ha praticamente distrutto una determinazione onesta dei prezzi nei mercati obbligazionari.

Né gli algoritmi di trading né i venditori di fumo di Wall Street hanno finora mai conosciuto un periodo prolungato di aumento dei rendimenti.






Hanno operato per tutta la vita in mercati dove massicci e costanti acquisti di obbligazioni da parte delle banche centrali hanno deformato qualsiasi dinamica ordinaria nei fondamentali della domanda e dell'offerta. Di conseguenza gli abitanti delle odierne bische clandestine non conoscono una "determinazione onesta dei prezzi" e non possono immaginare uno scenario in cui le banche centrali non coprono loro le spalle.

Ma questo è esattamente il motivo per cui uno "shock dei rendimenti" è imminente. Infatti arriverà un cosiddetto cigno nero con una tonalità di arancione però; Il SOTU di Trump potrebbe essere l'ago che l'attuale bolla finanziaria sta cercando dall'8 novembre 2016.

Nell'attuale scenario irreale, non ci vorrà molto per innescare una svendita nel mercato delle obbligazioni che infine farà crollare l'intero castello di carte alimentato dal debito.

In questo contesto, abbiamo anche scommesso sul fatto che il grafico qui sotto non è mai stato visto all'interno della Casa Bianca. A differenza delle fantasie che vengono messe in campo da vecchi dinosauri come Steve Forbes e Stephen Moore, questo grafico parla della vera economia del nostro tempo.

A gennaio 2017 le principali banche centrali stavano risucchiando i titoli dall'offerta delle obbligazioni ad un ritmo annuo di $2,100 miliardi, iniettando uno tsunami di denaro nei casinò azionari che poi è finito in titoli societari, obbligazioni spazzatura, ETF, short vol trade e speculazioni ancora più rischiose.

Ma con la FED che ora sta scaricando il suo bilancio a $20 miliardi al mese, il ritmo di acquisto delle obbligazioni da parte della banca centrale è già sceso a $1,500 miliardi l'anno. Inoltre entro la fine dell'anno questi ultimi diventeranno a malapena $300 miliardi su base annua, dato che la FED aumenta la sua vendita di obbligazioni di $10 miliardi al mese ogni trimestre e, come confermato da un membro di spicco del consiglio della BCE questo fine settimana, la zona Euro la farà finita col QE entro settembre.

In breve, tra un anno il bilancio collettivo delle banche centrali del pianeta si ridurrà per la prima volta nella storia moderna.






Infatti le cattive notizie per le obbligazioni continuano ad arrivare a frotte. L'esuberanza della spesa natalizia da parte delle famiglie statunitensi è stata finanziata al margine da prestiti. Di conseguenza il tasso di risparmio personale segnalato per dicembre era il tasso mensile più basso in 13 anni, e tra i più deboli mai registrati.

Quindi se non saranno le famiglie americane, la FED, la BCE, o anche la PBOC, chi comprerà tutto il debito che il tesoro americano emetterà nel momento in cui le banche centrali smetteranno di schiacciare il loro pulsante "comprare"?

Scommetteremmo su nessuno, soprattutto nessuno sano di mente, o almeno non su un rendimento vicino al 2.72% sul decennale






[*] traduzione di Francesco Simoncellifrancescosimoncelli.blogspot.it