9 dicembre forconi: 09/24/19

martedì 24 settembre 2019

NUOVA STANGATA DALLE BANCHE: I DEPOSITI CI COSTANO 7,5 EURO IN PIÙ


SECONDO BANKITALIA LA CAUSA È L'INCREMENTO DEL CANONE DI BASE E DELLE CARTE DI DEBITO (IL BANCOMAT) 
GLI ISTITUTI HANNO MODIFICATO LE CONDIZIONI CONTRATTUALI RIALZANDO LE COMMISSIONI PER ESEGUIRE UN BONIFICO, LE SPESE PER PRELEVARE O PER EFFETTUARE UN PAGAMENTO POS...

Patrizia De Rubertis per il “Fatto quotidiano”

Mentre gli italiani ancora non si sono ripresi dall'addio dei dispositivi fisici di sicurezza (le chiavette e i token fisici) per dare l'avvio alla nuova era dei pagamenti digitali, per i correntisti arriva un' altra brutta notizia che, quando si ha a che fare con le banche, equivale a una stangata.
BANKITALIA 3BANKITALIA 

Non si ferma, infatti, la corsa delle spese per la gestione dei conti correnti: nel 2018 sono cresciute per il terzo anno di fila con un aumento medio di 7,5 euro, in netta accelerazione rispetto al 2017 (1,8 euro) e al 2016 (1,1 euro) portando la spesa media a 86,9 euro. I tre aumenti annui consecutivi fanno seguito ai cali registrati nel 2015 (-5,8 euro) e nel 2013 (-6,9 euro). Il report di via Nazionale evidenzia come anche per i conti correnti postali la spesa di gestione è sensibilmente aumentata (+4,9 euro dopo i +2,1 euro nel 2017). Si conferma, invece, l' economicità dei conti online con una spesa rimasta sostanzialmente invariata a 15,5 euro.

Bankitalia spiega che "le spese sono aumentate principalmente per effetto dell' incremento dei canoni di base e dei canoni delle carte di debito", cioè il bancomat. Inoltre un contributo pesante è arrivato anche "dalla crescita congiunta del numero di operazioni e delle corrispondenti commissioni applicate sui pagamenti automatici e sulle spese di scritturazione e sui bonifici online". Cosa significa? Che le banche spessissimo hanno modificato le condizioni contrattuali del conto corrente modificando all' insù le singoli voci come le commissioni per eseguire un bonifico, le spese per prelevare con il bancomat o la carta di credito o per effettuare un pagamento Pos.
attenzione al bancomatATTENZIONE AL BANCOMAT

Voci che non vengono conteggiate dall' Indicatore sintetico di costo (Isc), vale a dire l'indice voluto dalla Banca d' Italia nel nome della trasparenza che consente di confrontare il costo dei conti per 6 diversi profili di operatività (giovani; famiglie con operatività bassa, media, elevata; pensionati con operatività bassa e media) e per i conti correnti a consumo con un unico profilo (operatività particolarmente bassa). L'Isc, infatti, ha anche un evidente limite: somma solo i costi annuali, fissi e variabili, escludendo le altre voci che non sono standard ma che poi vanno a incidere sull' esborso finale. È, per esempio, il caso dell' imposta di bollo (34,20 euro).

Una media del pollo di Trilussa che alla fine rilascia un quadro poco veritiero visto che l' Isc conferma solo che la spesa di gestione dei conti correnti tende ad aumentare man mano che si richiedono più servizi, diminuendo invece per quei profili caratterizzati da un' operatività relativamente semplificata ("giovani", "famiglie", "pensionati" a bassa operatività).
bancomat i11 imagesBANCOMAT

Così, secondo il monitoraggio effettuato da Bankitalia, emerge che le spese fisse ammontano a 55,5 euro (2,7 euro in più del 2017) e rappresentano circa i due terzi della spesa complessiva. La crescita maggiore è quella per i canoni di base (3,9 euro, 3,0 nel 2017), per effetto dell' aumento del costo del canone (da 42,2 a 52,7 euro).
Meno significativo è stato l' aumento della spesa per le carte di debito (1,1 euro).

Pressoché invariato, poi, l'esborso per le carte di credito: il calo dei clienti detentori di almeno una carta (scesa dal 38 al 36 per cento) è stato perlopiù compensato dall' aumento del costo di una singola carta. Sono, invece, diminuite le spese legate all' invio dell' estratto conto, quelle per le comunicazioni di trasparenza e, infine, quelle connesse a servizi residuali quali, ad esempio, la tenuta dei dossier titoli o la liquidazione periodica degli interessi. Le spese variabili sono cresciute di 4,8 euro, raggiungendo l' importo di 31,4 euro.

Eppure quando i clienti si accorgono che un conto è arrivato a costare decisamente troppo hanno un' arma importante: la portabilità che ne consente la chiusura a costo zero e il trasferimento, da parte della banca vecchia a quella nuova, nel giro di 12 giorni lavorativi.

SPORTELLO BANCARIOSPORTELLO BANCARIO
E, dopo anni di affossamento della legge, le banche non possono più rallentare la procedura a coloro che le vogliono abbandonare, con la scusa di lungaggini burocratiche e informazioni fuorvianti date agli sportelli, con l' unico scopo di tenersi il cliente per decenni. Se il trasferimento non viene completato nel termine previsto, per il solo fatto del ritardo si ha diritto a un indennizzo fisso e automatico di 40 euro, più una maggiorazione per ogni giorno di ritardo, commisurata alle somme presenti sul vecchio conto.

Bastone e carote. Muoversi fra le commissioni, confrontare i tassi, scegliere il conto migliore per le proprie tasche resta un dilemma. Anche se tutti questi calcoli dovrebbero essere facilmente confrontabili su ComparaConti.it (l' ex Pattichiari), il sito dell' Associazione bancaria italiana, dal 15 marzo 2017 il motore di ricerca è sospeso, perché manca l' adeguamento alla nuova direttiva europea sui pagamenti (Payment accounts directive). Fonte: qui

IL DENARO DEL VATICANO - BILANCI NON PUBBLICATI, NOMINE NON FATTE, LE FINANZE IN MANO ALLO SCISMATICO TEDESCO CARDINALE MARX E LO IOR CHE RIPULITO RENDE MOLTO POCO: L’ECONOMIA DI FRANCESCO NON GIRA PER NIENTE


I CINQUANTA MILIONI PERSI A LONDRA CON L’AFFARE GROLUX  E I MISTERIOSI CONTI IN SVIZZERA DA 7 MILIARDI

Maria Antonietta Calabrò per www.huffingtonpost.it

papa francesco reinhard marx 2PAPA FRANCESCO REINHARD MARX 
Doveva essere il fiore all’occhiello del Pontificato, la prima delle mission d’ingaggio nelle richieste dei cardinali elettori. E invece, l’economia di Francesco non gira per niente. Non girano i conti (deficit raddoppiato nel 2018 a settanta milioni). E non gira la governance.
papa francescoPAPA FRANCESCO







Posti chiave, come quello di Prefetto dell’Economia, dopo quasi due anni di “congedo” del cardinale Pell (condannato in primo grado e in appello in Australia per abusi sessuali su minori) , è scoperto a tutti gli effetti da febbraio 2019 senza che ancora sia stato nominato un successore. Mentre le cariche di Presidente dell’Aif ( che controlla l’antiriciclaggio) e di Presidente dello IOR , la cosiddetta banca vaticana sono scadute da mesi, senza che siano state prorogate o rinnovate.

O almeno senza che lo si sappia. Perché questo è un altro aspetto inaspettato delle vicende delle finanze vaticane, nell’era di Francesco: dopo l’impegno proclamato allo spasimo per la trasparenza nei primi due anni di papato, adesso non si sa più nulla.

IL CARDINALE GEORGE PELLIL CARDINALE GEORGE PELLpapa francesco 1PAPA FRANCESCO
Caso emblematico quello di oggi. L’incontro non programma fra il Consiglio per l’Economia e i rappresentanti dei dicasteri e degli enti vaticani ( presenti i capi dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa sede e dello Stato della Città del Vaticano) è stato confermato dal Portavoce della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ma senza nessuna informazione sui contenuti del vertice. All’ordine del giorno c’erano le comunicazioni del coordinatore del Consiglio per l’Economia, il cardinale tedesco Reinhard Marx sulla necessita’ urgente di un piano di tagli di spese per far fronte al crescente deficit nei bilanci vaticani.

reinhard marxREINHARD MARX
Ma - in base ai racconti di chi era presente - non si è andati al di là di un appello rivolto a tutti a contenere i costi. Senza, si dice, piani specifici. Nonostante il Papa abbia scritto lo scorso maggio proprio al cardinale Marx per sollecitare interventi drastici, come ha riferito il Wall Street Journal.

papa francesco reinhard marx 3PAPA FRANCESCO REINHARD MARX 3






E proprio il fatto che attualmente sia Marx il responsabile ultimo delle finanze dimostra un po’ la paradossalità della situazione. Visto che lo stesso cardinale è il presidente della Conferenza episcopale tedesca che all’inizio del mese è stata “ufficialmente” ripresa da Vaticano (con tanto di lettera) per aver organizzato in Patria un Sinodo dal vago sentore scismatico (relativo al sacerdozio alle donne eccetera).
VATICANO, SEDE IORVATICANO, SEDE IOR


“Il cardinale Marx è tutto preso dalla Germania, viene in Vaticano, una volta ogni tre mesi, certamente non si può concentrare sui nostri problemi” si sente dire in Vaticano.


conte papa francescoCONTE PAPA FRANCESCO








Il fatto che non si pubblichino i bilanci è un chiaro indizio di una situazione grave, anche se i numeri sono complessivamente modesti se paragonati ad altri stati. Aumentano le spese e gli introiti in molti casi sono diminuiti. Lo IOR , ripulito , ormai rende molto poco, perché non è’ riuscito a sviluppare un modello etico di business e quindi contribuisce pochissimo al bilancio ( 15 milioni contro gli 82 milioni del 2012).

BASTIONE IORBASTIONE IOR
Solo di recente si è appreso di gravi perdite accumulate all’estero dopo enormi operazioni immobiliari sbagliate a Londra , effettuate dall’APSA per 100 milioni al massimo della bolla speculativa, e da cui il Vaticano non si è’ ritirato per non pagare ( sembra con il consenso scritto di Francesco) alcuni milioni di penali. Quell’investimento, l’affare Grolux, oggi si può dare per dimezzato, anche a motivo dell’ incertezza della Brexit.
papa francesco 1PAPA FRANCESCO 1

C’è poi la questione irrisolta dell’opacità di due conti dell’Apsa presso banche private svizzere per ben 7 miliardi di euro con numeri bancari internazionali irregolari, il che li rende difficili da tracciare. L’esistenza di questi due conti offshore a Lugano sono stati rivelati dal National Catholic Register lo scorso luglio.

Fonte: qui