I CINQUANTA MILIONI PERSI A LONDRA CON L’AFFARE GROLUX E I MISTERIOSI CONTI IN SVIZZERA DA 7 MILIARDI
Maria Antonietta Calabrò per www.huffingtonpost.it
Doveva essere il fiore all’occhiello del Pontificato, la prima delle mission d’ingaggio nelle richieste dei cardinali elettori. E invece, l’economia di Francesco non gira per niente. Non girano i conti (deficit raddoppiato nel 2018 a settanta milioni). E non gira la governance.
Posti chiave, come quello di Prefetto dell’Economia, dopo quasi due anni di “congedo” del cardinale Pell (condannato in primo grado e in appello in Australia per abusi sessuali su minori) , è scoperto a tutti gli effetti da febbraio 2019 senza che ancora sia stato nominato un successore. Mentre le cariche di Presidente dell’Aif ( che controlla l’antiriciclaggio) e di Presidente dello IOR , la cosiddetta banca vaticana sono scadute da mesi, senza che siano state prorogate o rinnovate.
O almeno senza che lo si sappia. Perché questo è un altro aspetto inaspettato delle vicende delle finanze vaticane, nell’era di Francesco: dopo l’impegno proclamato allo spasimo per la trasparenza nei primi due anni di papato, adesso non si sa più nulla.
Caso emblematico quello di oggi. L’incontro non programma fra il Consiglio per l’Economia e i rappresentanti dei dicasteri e degli enti vaticani ( presenti i capi dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa sede e dello Stato della Città del Vaticano) è stato confermato dal Portavoce della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ma senza nessuna informazione sui contenuti del vertice. All’ordine del giorno c’erano le comunicazioni del coordinatore del Consiglio per l’Economia, il cardinale tedesco Reinhard Marx sulla necessita’ urgente di un piano di tagli di spese per far fronte al crescente deficit nei bilanci vaticani.
Ma - in base ai racconti di chi era presente - non si è andati al di là di un appello rivolto a tutti a contenere i costi. Senza, si dice, piani specifici. Nonostante il Papa abbia scritto lo scorso maggio proprio al cardinale Marx per sollecitare interventi drastici, come ha riferito il Wall Street Journal.
E proprio il fatto che attualmente sia Marx il responsabile ultimo delle finanze dimostra un po’ la paradossalità della situazione. Visto che lo stesso cardinale è il presidente della Conferenza episcopale tedesca che all’inizio del mese è stata “ufficialmente” ripresa da Vaticano (con tanto di lettera) per aver organizzato in Patria un Sinodo dal vago sentore scismatico (relativo al sacerdozio alle donne eccetera).
“Il cardinale Marx è tutto preso dalla Germania, viene in Vaticano, una volta ogni tre mesi, certamente non si può concentrare sui nostri problemi” si sente dire in Vaticano.
Il fatto che non si pubblichino i bilanci è un chiaro indizio di una situazione grave, anche se i numeri sono complessivamente modesti se paragonati ad altri stati. Aumentano le spese e gli introiti in molti casi sono diminuiti. Lo IOR , ripulito , ormai rende molto poco, perché non è’ riuscito a sviluppare un modello etico di business e quindi contribuisce pochissimo al bilancio ( 15 milioni contro gli 82 milioni del 2012).
Solo di recente si è appreso di gravi perdite accumulate all’estero dopo enormi operazioni immobiliari sbagliate a Londra , effettuate dall’APSA per 100 milioni al massimo della bolla speculativa, e da cui il Vaticano non si è’ ritirato per non pagare ( sembra con il consenso scritto di Francesco) alcuni milioni di penali. Quell’investimento, l’affare Grolux, oggi si può dare per dimezzato, anche a motivo dell’ incertezza della Brexit.
C’è poi la questione irrisolta dell’opacità di due conti dell’Apsa presso banche private svizzere per ben 7 miliardi di euro con numeri bancari internazionali irregolari, il che li rende difficili da tracciare. L’esistenza di questi due conti offshore a Lugano sono stati rivelati dal National Catholic Register lo scorso luglio.
Fonte: qui
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