9 dicembre forconi: 01/21/19

lunedì 21 gennaio 2019

La dissoluzione dell'Euro è evitabile?

L'analista, Russel Napier, dice che può innescare un crollo devastante


Mentre l'economia della zona euro rallenta e la Banca centrale europea (BCE) a corto di modi per alimentare il mercato, stratega di mercato Russell Napier ha detto l'euro potrebbe essere nei guai.
Parlando con FT, l'analista ha affermato con fermezza che il sistema monetario globale sta iniziando a mostrare gravi vulnerabilità, osservando che la fine dell'euro potrebbe innescare il collasso del sistema finanziario esistente.

Perché gli analisti sono preoccupati per l'euro?

Molte delle principali regioni della zona euro, tra cui Germania, Francia e Italia, hanno faticato a fronteggiare un tasso di crescita generale in calo e un indebolimento delle prestazioni delle grandi istituzioni finanziarie.
Russel Napier ha scritto :
La conseguenza principale di questo crollo sarà la distruzione dell'euro. L'atteso successo dell'estrema destra e dell'estrema sinistra nelle elezioni parlamentari europee nel maggio di quest'anno fa presagire l'inizio della fine per l'unione monetaria. Entrambi gli estremi condividono un impegno per il ritorno della sovranità ai loro parlamenti che è incompatibile con una moneta unica
Secondo Napier, il probabile approccio della BCE e delle autorità dell'UE per imporre rigorosi controlli sui capitali a breve termine potrebbe avere un effetto negativo sulla performance a lungo termine dell'euro.
Mentre i controlli sui capitali inaspriti e la limitazione sia per gli individui che per le imprese di inviare l'euro al di fuori dell'area dell'euro potrebbero impedire la svalutazione dell'euro nel prossimo futuro, potrebbe anche causare sofferenze alle compagnie nazionali.
Le società locali con portafogli diversificati o piani di espansione al di fuori della zona euro potrebbero incontrare difficoltà e l'afflusso di capitali dagli Stati Uniti e dall'Asia verso il mercato europeo potrebbe diminuire.
All'inizio di questa settimana, un rapporto di The Economist ha rivelato che la Germania ha impedito in modo stretto una recessione in piena regola nel 2018 senza segni di crescita nell'ultimo trimestre del 2018.
Alcuni analisti ritengono che l'Eurozona non subirà una recessione devastante quest'anno dato che l'economia della zona euro dovrebbe crescere dell'1,5 percento entro i quattro quarti del 2019.
Ma, con la BCE che lotta per trovare strumenti per stimolare l'economia della zona euro e le imprese nazionali che vedono debolezze in molte aree, l'economia europea potrebbe sperimentare un graduale declino nel lungo periodo.
Felix Huefner, un analista di UBS, ha dichiarato :
Non è più specifico per paese o settore. La debolezza è diffusa.
Video correlato:

Quale sarà la causa dell'euro?

Se il Regno Unito esiste l'Unione europea (UE) con un accordo Brexit completo o no, in un evento in cui l'euro perde la maggior parte del suo slancio e l'economia dell'eurozona diminuisce sostanzialmente nei prossimi anni, il mercato del Regno Unito potrebbe fare appello agli investitori un paradiso potenzialmente sicuro.
"Il Regno Unito, dove la democrazia e lo stato di diritto rimarranno in gran parte incontrastati, diventerà un attraente rifugio sicuro per gli investitori europei che affrontano regimi sempre più autoritari e il sequestro di proprietà sul continente"
Napier ha aggiunto.
Nelle ultime settimane, l'euro ha mostrato perdite nei confronti sia del dollaro canadese che del dollaro USA, portando gli operatori a temere per l'andamento a breve termine della valuta.
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Fonte: qui

"CONCORSI PILOTATI", UNA NUOVA INCHIESTA SCUOTE L'UNIVERSITÀ DI FIRENZE: 14 INDAGATI TRA I DOCENTI DI MEDICINA


COINVOLTE FIGURE AL VERTICE DELL’ATENEO E DELL’OSPEDALE CAREGGI 

L'INCHIESTA È PARTITA DA UN ESPOSTO DI UN PROFESSORE ASSOCIATO


concorsi medicinaCONCORSI MEDICINA
Una nuova inchiesta sui concorsi truccati scuote l'università di Firenze. Sono 14 i professori indagati per aver alterato i concorsi per le cattedre di Medicina.
Abuso d'ufficio e turbamento del procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando sono i reati contestati. E sui docenti pende anche una richiesta d'interdizione dai pubblici uffici.
L'inchiesta è partita da un esposto di un professore associato, che ha denunciato diverse violazioni. Poi mesi di indagini con intercettazioni telefoniche e microspie, tramite le quali è emerso che erano i docenti a decidere, nei loro uffici, chi meritasse il posto e chi no.
concorsi medicinaCONCORSI MEDICINA
Nel settembre 2017 un'inchiesta simile, sempre a Firenze, coinvolse i "baroni" del diritto tributario.

Fonte: qui

A MESTRE IL CORTEO FUNEBRE ENTRA IN RITARDO AL CIMITERO E SCATTA LA MULTA ALLA VEDOVA



SENZA PIETÀ PER IL LUTTO, LA MUNICIPALIZZATA CHE GESTISCE IL CONTRATTO DI SERVIZIO HA APPLICATO ALLA LETTERA IL REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA MORTUARIA CHE PREVEDE IL PAGAMENTO DI…

Elisio Trevisan per www.ilgazzettino.it

FUNERALEFUNERALE
Il marito è mancato il giorno di Natale, il corteo è arrivato al cimitero, con parenti e amici, una ventina di minuti in ritardo. Veritas ha multato l’impresa di pompe funebri che a sua volta ha caricato i 70 euro della sanzione sul conto presentato alla signora, una psichiatra di Mestre. Non è tanto la cifra a pesare ma dover pagare una multa perché si arriva in ritardo alle esequie del marito.

Non basta il dolore della separazione? Il Regolamento comunale di Polizia mortuaria per i 16 cimiteri cittadini prevede da nove anni una “maggiorazione sepoltura in ritardo” che vale il 25% della tariffa per ritardi che superano i 15 minuti.

rissa funerale 8RISSA FUNERALE 
Non era quasi mai stato applicato forse perché ci si rendeva conto della delicatezza del momento che imporrebbe di non mettere ansia alle persone colpite dal lutto o ai preti perché accorcino la predica. Dopo aver avvertito, alla fine del 2017, dell’intenzione di attenersi al Regolamento, e dopo alcuni mesi di avvisi bonari , Veritas, che ha la gestione del contratto di servizio, da gennaio quando scatta il quarto d’ora dà la multa. E per i familiari è un pugno allo stomaco.

il corteo funebreIL CORTEO FUNEBRE
Veritas, quando un anno fa sono apparse le prime proteste, ha accusato le agenzie di pompe funebri di «applicare alle famiglie dei defunti costi notevolmente superiori rispetto a quelli previsti nel tariffario per i servizi cimiteriali» e alcune di loro di «non comportarsi come la situazione e le regole imporrebbero per collaborare con chi deve gestire le operazioni». E per gestire la situazione ha istituito un turno di operai in reperibilità.

SERVE UN ACCORDO
Il funerale del marito della psichiatra era in ritardo perché l’auto dell’agenzia di pompe funebri ha atteso, prima di entrare in cimitero, che parenti e amici trovassero parcheggio: non sarebbe stato appropriato andare ad aspettarli con la bara davanti al loculo, interrompendo il mesto corteo. Questo è uno dei motivi che portano a superare il quarto d’ora, poi ci sono il traffico, i parenti che si fermano fuori della chiesa a salutarsi e i parroci che ci mettono circa 45 minuti per dire la messa.

VERITAS MESTREVERITAS MESTRE
«Abbiamo detto a Veritas, se ha il coraggio, di inviare una lettera alle chiese perché accorcino la cerimonia. Ci ha risposto che non è sua competenza - racconta Fabio Pitzalus, responsabile delle Iof San Marco che hanno organizzato il funerale in questione -. Mentre noi imprese chiediamo un po’ di tolleranza come in passato, quando capita che ad essere in ritardo sia Veritas è sempre giustificata».

Le imprese di onoranze funebri avvisano nel contratto che c’è il pericolo di dover pagare la multa, «ma non ci sembra il modo corretto di agire. Sarebbe più opportuno, data la delicatezza della questione, sedersi attorno a un tavolo con Veritas e il Comune e discutere per trovare una soluzione condivisa che non pesi, economicamente e psicologicamente, su delle persone che hanno appena subito una grave perdita».

Fonte: qui

NEGLI ULTIMI 12 ANNI LE SOCIETÀ OFFSHORE SI SONO AGGIUDICATE 2 MILIARDI DI APPALTI PUBBLICI ITALIANI


LO STUDIO CHE TRACCIA LE SEDI DEI VINCITORI DEI BANDI DI GARA: LA METÀ PROVENGONO DA SVIZZERA E HONG KONG 
L’EUROPA A PAROLE FA LA GUERRA AI PARADISI FISCALI, MA IN UN DECENNIO HA FATTO USCIRE 56 MILIARDI
Giorgia Pacione Di Bello per “la Verità”
paradiso fiscalePARADISO FISCALE

Gli appalti pubblici piacciono alle società offshore. In Italia, secondo lo studio «Tenders in Eu: how much goes to tax havens», pubblicato da Datlab (società di analisi dati focalizzata sul settore degli appalti pubblici) negli ultimi 12 anni aziende con sede diretta o indiretta in paradisi fiscali hanno vinto gare pubbliche per 2,13 miliardi di euro. Le aziende che hanno maggiormente vinto risultano essere collegate con due centri offshore in particolare: la Svizzera (per 1 miliardo di ricavi) e HongKong (per 194 milioni di ricavi). Ma l' Italia non è l' unico Paese a livello europeo che ha fatto vincere società collegate a paradisi fiscali attuali o passati.

Lo studio stima infatti che l' Unione europea abbia fatto guadagnare a queste aziende circa 56 miliardi di euro, negli ultimi dodici anni. Quota che risulta essere più che raddoppiata nell' ultimo decennio.

Entrando nel dettaglio. A livello Ue, il Paese che ha fatto vincere il maggior numero di gare pubbliche a società offshore è stato il Regno Unito, seguito dalla Spagna, dalla Polonia, dall' Estonia, dal Portogallo e dai Paesi Bassi. L' Italia, a livello europeo, si posiziona invece al nono posto, tra la Lituania e la Svezia.

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È stato dunque tracciato come nel Regno di sua maestà Elisabetta II il 13,4% degli appalti sia stata vinta da società che si appoggiano ad un paradiso fiscale per una somma superiore ai 10 miliardi di euro. Nel caso inglese le società che più spesso vincono le gare hanno legami con le Bermuda, le Isole vergini inglese e la Svizzera. Al secondo posto, nel Portogallo, ben distanziato dal Regno Unito, solo il 6% degli appalti è stato vinto da questo genere di società. Le somme rimangono però molto alte. Si parla infatti di circa due miliardi di euro di guadagno.

appalti PUBBLICIAPPALTI PUBBLICI
In questo caso, come per l' Italia, le società hanno legami in particolar modo con la Svizzera. A livello generale si osserva dunque che il paradiso fiscale maggiormente collegato alle società offshore vincitrici risulta essere proprio la Svizzera (45%), il che non sorprende più di tanto visti i suoi legami economici con l' Unione europea e la posizione geografica privilegiata. Al secondo posto le Bermuda (12%) seguite dalle Isole Vergini (11%), Cayman (8%), Curacao (5%), Qatar (4%), Hong Kong (4%), Emirati Arabi Uniti (3%), Liechtenstein (2%) e Corea del Sud (1,5%).

Se si guarda invece all' andamento delle vincite, si può notare come nel corso degli ultimi 12 anni la percentuale di gare vinte da società che hanno legami con i paradisi fiscali ha visto un momento di calo tra il 2008 e il 2009, dove hanno ottenuto solo il 3% delle vittorie.
soldi in svizzera 7SOLDI IN SVIZZERA
La risalita c' è stata tra il 2010 e il 2011, quando la percentuale è salita al 4,5%. Dal 2011 in poi le percentuali sono rimaste costanti intorno al 4%. Ma nel 2017 c' è stato di nuovo un picco, facendo arrivare i valori ad un +5,2%.

Se si osservano invece i nomi dei paradisi fiscali che maggiormente risultano essere coinvolti si può notare come tutti rientrino all' interno della lista dei paradisi fiscali dell' Unione europea (lista nera e grigia), pubblicata a fine 2017 e poi svuotata sistematicamente nel corso del 2018. Eppure, nonostante ciò, la stessa Europa ha fornito per gli ultimi 12 anni, 56 miliardi di euro a questi stessi paradisi fiscali.

soldi in svizzera 6SOLDI IN SVIZZERA
Se in molti campi può essere difficile limitare l' intromissione di paradisi fiscali, il settore degli appalti pubblici dovrebbe invece essere più facilmente controllabile. E questo perché il governo nazionale potrebbe infatti spingere l' azienda in questione a trasferirsi fuori dal paradiso fiscale, dove ha la residenza, se vuole partecipare ad una determinata gara.

Inoltre, a livello europeo con la nuova direttiva contro il riciclaggio di denaro l' esclusione di queste aziende dovrebbe essere ancora più semplice, dato che si parla di dare il via ai registri pubblici dei beneficiari.

necker island paradiso fiscaleNECKER ISLAND PARADISO FISCALE
Questo comporterebbe dunque che ogni Paese dovrà avere un registro dove vengono segnati i reali nomi dei proprietari effettivi di tutte le aziende presenti in quella giurisdizione. E in questo modo si potrà sapere esattamente a chi è intestata una determinata società e in quale Paese. I ricercatori dello studio hanno dunque chiesto, alla luce di ciò, se fosse dunque possibile escludere automaticamente tutte le società, collegate a paradisi fiscali, dalle gare pubbliche.

L' Ue, stando a quanto riportato nello studio, non ha risposto né «sì» né «no». Ha infatti ammesso, cautamente, che ci sarebbe questa possibilità, ma prima di escludere un' azienda bisognerebbe dare modo alla società in questione di dimostrare che è in regola dal punto di vista fiscale e legale. Si lascia dunque alla buona volontà di ciascun Stato membro decidere se estromettere le società collegati a paradisi fiscali o se chiudere un occhio in alcuni casi.

Fonte: qui