9 dicembre forconi: 08/13/19

martedì 13 agosto 2019

LA BRETELLA AUTOSTRADALE CHE LIBEREREBBE GENOVA DAL TRAFFICO È PRONTA, MA È BLOCCATA PER COLPA DELL’IMMANCABILE ANALISI COSTI-BENEFICI DI TONINELLI


IL MINISTRO AI TRASPORTI PER MANCANZA DI PROVE HA ANNUNCIATO “MIGLIORAMENTI PER RISPARMIARE” E NELLA CITTÀ LIGURE TREMANO 

CON UNA NUOVA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE SI RIPARTIREBBE DA ZERO


Michele Di Branco per “il Messaggero”

gronda genovaGRONDA GENOVA
È tutto pronto per la Gronda, l'opera che Genova attende da decenni, la bretella autostradale che consentirebbe di spostare fuori dalla città il traffico dei tir diretti verso il porto. Tutto pronto, peccato che non sia ancora disponibile l'immancabile analisi-costi benefici che il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, qualche giorno fa, ha promesso di rendere pubblica a breve. Un passaggio delicatissimo. «Si faranno tanti miglioramenti per renderla molto migliore e penso con un grandissimo risparmio di risorse» ha detto l'esponente pentastellato facendo rabbrividire i sostenitori della Gronda a Genova.
gronda genova 8GRONDA GENOVA 

danilo toninelli palestrato 2DANILO TONINELLI 
A cominciare da Autostrade per l'Italia. «Ad oggi fanno sapere dal quartier generale della società sono state già realizzate gran parte delle attività propedeutiche all'avvio dei lavori (indagini, espropri e spostamento di sottoservizi interferenti), con una spesa progressiva per l'intervento che ammonta, ad a oltre 140 milioni. Inoltre sono state avviate procedure di gara per ulteriori 700 milioni nonostante si resti in attesa della formale approvazione dei progetti esecutivi, da parte del Concedente, per poter procedere all'affidamento dei lavori».

L'INCAGLIO
I progetti esecutivi di tutti i 10 lotti, ricordano ancora da Autostrade, sono stati trasmessi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti tra febbraio ed agosto 2018. Come a dire: è tutto in ordine, cosa aspettiamo a muoverci? L'incaglio potrebbe essere l'ok, ma con riserve, da parte della commissione che, appunto, sta per pubblicare l'analisi costi-benefici.
 
Secondo la legge, infatti, qualunque variazione del progetto della Gronda che implichi una nuova valutazione di impatto ambientale farebbe ripartire da capo l'iter autorizzativo. Introdurre modifiche di tracciato anche in riduzione significherebbe insomma far ripartire il progetto e, considerata la complessità dell'opera, ci vorrebbero almeno altri 8 anni per ritornare al punto attuale. Inutile dire che si fermerebbero anche gli investimenti già previsti. E nei 4,3 miliardi di spesa complessiva per realizzare la Gronda sono compresi anche 30 milioni per opere a favore del territorio, che Aspi attuerà in accordo con gli enti locali.

gronda genova 7GRONDA GENOVA 7
Insomma, l'iter autorizzativo della Gronda, durato circa 16 anni, è concluso e per avviare i cantieri, manca solo il via libera del Mital al progetto esecutivo presentato da ASPI negli ultimi mesi del 2018. Secondo l'analisi costi benefici della Gronda, contenuta nella Valutazione di Impatto Ambientale, e costantemente aggiornata da ASPI, la realizzazione dell'opera genererà effetti concreti e positivi anche dal punto di vista occupazionale.

Fonte: qui

SALVINI ESCE DAL GOVERNO E RITIRA TUTTA LA SQUADRA: “NON CREDO CHE CONTE POTRÀ IGNORARLO. MOLTI M5S MI CHIAMANO, SONO PERSONE CON CUI HO LAVORATO BENE. E MI DICONO: 'NON VOGLIAMO PASSARE DALLA RIVOLUZIONE A MORIRE RENZIANI'”


DA ZOPPAS A RIELLO, DA BRIATORE A TONINO LAMBORGHINI, ECCO IL FRONTE DI IMPRENDITORI CHE SOSTIENE IL LEGHISTA…

Marco Cremonesi per www.corriere.it
DI MAIO SALVINI CONTEDI MAIO SALVINI CONTE

Il dado è tratto, le «notti insonni» di Matteo Salvini per le incognite della crisi sono finite. Con ogni probabilità, quella di oggi sarà la sua ultima giornata da vicepremier e ministro dell’Interno, e lo stesso vale per tutti i ministri e sottosegretari leghisti. Confortato dal sostegno anche di un cospicuo numero di imprenditori, l’idea è ritirare l’intera delegazione leghista: «Non credo che Giuseppe Conte possa ignorare l’assenza di quasi la metà del governo» confida prima di far perdere le tracce nella notte romana. Anche per togliere ai Cinque Stelle uno degli argomenti polemici di giornata: «I leghisti sfiduciano Conte ma non si dimettono».

salvini conteSALVINI CONTE
Il capo leghista suona la carica ai suoi parlamentari, confluiti dalle vacanze in una sala dell’hotel Palatino, con il nuovo spettro, il governo Renzi-Fico-Boschi: «Sarò grato a Renzi per la vita intera della sua uscita a favore dei grillini, ora tutti sanno che chi non vuole il voto è per il Salva-Renzi», e cioé l’uscita dal Parlamento dei fedelissimi dell’ex premier. Lui, Salvini, anche se al mattino a Genova sono previste le celebrazioni per il crollo del ponte Morandi, non recederà dalla sua richiesta di discussione in Senato già domani. Anche a costo di perderla: «Si capirà chi vuole votare per iniziare subito a lavorare alla manovra e chi vuole fare flanella...».

conte salviniCONTE SALVINI
E ancora, e qui torna a commuoversi come già era accaduto nel comizio di Pescara, «sono orgoglioso del lavoro fatto, ora bisogna scongiurare il ritorno della politica dei no, della giustizia forcaiola e della presunzione di colpevolezza» che arriverà «con il governo Renzi-Boschi-Fico». E se si formasse un esecutivo politico?

«Nei prossimi mesi andranno al voto Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia e Calabria. Saranno gli italiani a cacciare il governo dell’imbroglio agli italiani», definito con i suoi anche «un’ammucchiata di disperati e di stelle cadenti». Anche se su La7 dice che «molti M5S mi chiamano, sono persone con cui ho lavorato bene. E mi dicono: “non vogliamo passare dalla rivoluzione a morire renziani...”».

TONINO LAMBORGHINITONINO LAMBORGHINI
Resta il fatto che nuove elezioni porterebbero alla rinascita del centrodestra, da Salvini fin qui archiviato a fatto solamente locale. E invece utilissimo a conquistare i seggi nei collegi uninominali del Sud. Probabilmente Salvini incontrerà Silvio Berlusconi questa mattina, fino ad ora i rapporti sono stati tenuti soprattutto da Licia Ronzulli. Ma qui, sia lui che i leghisti diventano elusivi: «È chiaro — dice un deputato — che il tema è sul tavolo e ci sono posizioni che si sono ritrovate. Ma è certo che non imbarcheremo riciclati o gente che insulta».

In ogni caso, per Salvini è stato un balsamo la raffica di dichiarazioni da parte di imprenditori importanti a sostegno delle sue mosse. Aveva iniziato Flavio Briatore, poi è stata la volta di Tonino Lamborghini, il figlio del creatore delle dream car, che ha detto di «non vedere l’ora» del ritorno alle urne. Secondo il numero 1 di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas, nel governo «una rottura ci voleva» e «Salvini si è preso questa responsabilità». Molte delle attestazioni sono state raccolte da affaritaliani.it, tra cui quella del presidente di Aermec Sandro Riello. E poi, quella di Angelo Maci, il patron di Due Palme, gigante del vino pugliese, Gimmi Baldinini della omonima azienda produttrice di scarpe, il presidente degli imprenditori ippici Enrico Tuci («Auspico a breve un governo Salvini») e Luigi Bravi, dell’Orva, secondo produttore nazionale di pani morbidi. Annunciata anche la presa di posizione di Carla Spagnoli, nipote della grande stilista Luisa.

Fonte: qui 

LA RUSSIA PIOMBA NELL’INCUBO DI UNA NUOVA CHERNOBYL


ESPLOSIONE NUCLEARE NEL MAR BIANCO, IL LIVELLO DI RADIAZIONI È CRESCIUTO E LE AUTORITÀ HANNO DECISO DI SOSPENDERE LA NAVIGAZIONE. FORSE IL DISASTRO SU UNA PIATTAFORMA OFF-SHORE 

5 I MORTI TRA TECNICI E SCIENZIATI, L’EVENTO SAREBBE IL RISULTATO DEL TEST DI UN NUOVO MISSILE...

Guido Olimpio per corriere.it

Un sottomarino per operazioni speciali ad alta profondità. Un missile da crociera nucleare che dovrebbe perforare lo scudo di difesa nemico. Nell’arco di poche settimane questi apparati sono stati teatro di incidenti con conseguenze gravi e spiegazioni lacunose da parte delle autorità russe. Non dicono mai tutto e lasciano buchi che vengono colmati dall’esterno con molte teorie.

Ripartiamo dall’ultimo caso, l’esplosione a Nenoksa, centro dove studiano motori per missili intercontinentali nella regione di Arcangelo. Cinque i morti tra tecnici e scienziati. Uomini che potrebbero presto essere ricordati come eroi con una onorificenza postuma. Le fonti ufficiali hanno parlato di un problema durante un test ad un propulsore, in particolare ad un piccolo reattore. Spiegazioni incomplete aggravate dagli allarmi lanciati dai responsabili locali.
russia test nucleareRUSSIA TEST NUCLEARE

Secondo alcune rilevazioni il livello di radiazioni è cresciuto di molto e le autorità hanno deciso la sospensione della navigazione marittima. Misura che contrasta con le rassicurazioni iniziali accolte con scetticismo dagli abitanti della zona. Una situazione grave – secondo alcuni funzionari statunitensi citati dal New York Times – addirittura seconda sola al disastro di Chernobyl.

Pareri a parte, quanto è avvenuto ha spinto le intelligence ad accendere le antenne. Gli Usa hanno «guardato»con i loro satelliti-spia, gli esperti si sono messi al lavoro sul materiale a disposizione combinando i loro studi con indiscrezioni trapelate dal mondo delle spie. E’ possibile che il disastro sia avvenuto su una piattaforma off-shore usata per la messa a punto di un propulsore nucleare per il nuovo missile da crociera atomico SSC-X-9 (Burevestnick), un’arma potente e innovativa da offrire al Cremlino. Un ordigno che dovrebbe mettere in crisi gli avversari e per questo presentato con grande orgoglio dallo stesso Putin.

Jeffrey Lewis, uno tra i ricercatori più noti del Middlebury Institute di Monterey, ha sottolineato la presenza davanti alla base della nave-appoggio Serebryanka, già apparsa in occasione di altri esperimenti del nuovo missile. Dunque l’insieme di dati «aperti» e «segreti» potrebbe confermare la tesi del cruise, con tutte le conseguenze del caso.
russia test nucleareRUSSIA TEST NUCLEARE

Al tempo stesso siamo nel mezzo della nuova guerra fredda, c’è una sfida sugli armamenti Usa-Russia, ognuno cerca di enfatizzare i guai del rivale, problemi – come ammettono gli stessi russi – sono possibili. Già una precedente prova dell’ordigno era stata segnata da un rovescio. E se si vuole ampliare lo scenario vanno ricordate le presunte azioni clandestine per sabotare elettronicamente i programmi strategici iraniani o nord coreani, spesso rallentati da avarie ma non bloccati.

All’inizio di luglio il sottomarino russo Losharik e la sua nave-madre erano impegnati in un’esercitazione quando si è verificata un’esplosione. Si è ipotizzato che stessero testando il nuovo drone subacqueo Poseidon, anche questo dalle prestazioni significative. Quattordici i militari deceduti. Alcuni subito insigniti dell’onorificenza di «eroi»per il valore e il coraggio mostrati. Medaglie che sono un giusto omaggio alla memoria e un invito alla compattezza

Incidente nucleare in Russia, "feriti radioattivi". E il bilancio si aggrava


I chirurghi non erano stati avvisati. Si aggrava il bilancio dell’esplosione del missile


Manifestazione in Russia contro il pericolo nucleare
Manifestazione in Russia contro il pericolo nucleare

Roma, 18 agosto 2019 - Aumentano le vittime dell’incidente di Severodvinsk. Uno dei medici che hanno curato i feriti dell’incidente nucleare dell’8 agosto nel poligono di Nyonoksa, oblast di Arkangelsk, Russia europea artica – incidente nel quale è esploso in fase di test un missile da crociera Burevestnik e che ha fatto 7 morti e 15 feriti – è stato contaminato da cesio 137. L’isotopo radioattivo è stato trovato nei tessuti dei suoi muscoli dopo un controllo effettuato in un ospedale di Mosca. A rivelarlo è stato il Moscow Times.
Il ministero della Salute ha ammesso di aver "esaminato 91 medici dell’ospedale clinico regionale di Arkangelsk in seguito all’incidente di Severodvinsk dell’8 agosto" ma ha aggiunto che "in nessun caso ha mostrato un eccesso dei livelli accettabili di radioattività". Il che non significa che non sia stata trovata una contaminazione da cesio 137, o altro.
La contaminazione del medico è frutto del fatto che i sanitari non sono stati avvisati che le vittime dell’esplosione nel poligono erano state contaminate. I tre feriti, scrive il quotidiano moscovita, sono arrivati all’Arkangelsk Regional Hospital verso le 16.30, nudi e avvolti in teli di plastica. Lo stato dei pazienti ha fatto sospettare al personale che si trattasse di qualcosa di molto grave. "Ma nessuno ha notificato al personale che i pazienti erano radioattivi, lo sospettavamo ma non c’erano conferme", ha detto al Moscow Times uno dei chirurghi. Secondo tre dei medici, due dei tre pazienti che sono stati curati presso l’ospedale di Arkangelsk non sono nemmeno arrivati a Mosca, morendo durante il tragitto verso l’aeroporto.
Una dottoressa dell’ospedale di Arkangelsk ha invece parlato con il quotidiano locale Northern News. "I medici che hanno operato sui pazienti – ha confermato – non sono stati informati che i pazienti stessi erano radioattivi. Solo dopo qualche tempo hanno ricevuto dei grembiuli di piombo. Il personale medico è preoccupato. Una cinquantina di loro sono stati invitati ad andare a Mosca per controlli. Da Mosca è già arrivata la notizia che il primo lotto di medici e infermieri sottoposti ad esami di sangue e urine non mostra radioattività. Ma nessuno si fida. Nessuno". 

Alla vigilia di Ferragosto un rapporto del centro di ricerca francese Criirad ha sottolineato come il chiaro ma limitato picco di raggi gamma riscontrato a Severodvinsk l’8 agosto potrebbe nascondere una ben più ampia contaminazione da plutonio 238, che ha emissioni gamma limitate ma forti emissioni alfa ed è estremamente radiotossico se inalato. "In queste condizioni una moltiplicazione per 20 del rumore di fondo radioattivo – scrive il Criirad – può corrispondere, se confermata, a una contaminazione dell’aria estremamente elevata. Le autorità devono specificare la natura della sorgente radioattiva usata nel missile esploso". Fonte: qui

IL PEDOFILO BILLIONAIRE JEFFREY EPSTEIN AVEVA UN DIARIO SEGRETO IN CUI SCRIVEVA INCONTRI E INFORMAZIONI SULLE SUE AMICIZIE IMPORTANTI: DETTAGLI CHE POTREBBERO MANDARE NEL PANICO GLI AMICI CON CUI SI SOLLAZZAVA A COLPI DI RAGAZZINE

UNA FONTE RIVELA: “TENEVA IL DIARIO COME UNA SORTA DI “POLIZZA ASSICURATIVA”. C’È SCRITTO TUTTO CIÒ CHE JEFF AVEVA COMPRATO, COMPRESI I SUOI AMICI POTENTI CHE AVEVA FREQUENTATO IN PASSATO, IL PRINCIPE ANDREW E BILL CLINTON. SAPEVA CHE ESSERE INTIMO DI PERSONE FAMOSE GLI AVEVA PORTATO PROTEZIONE. ED È PER QUESTO CHE HA TENUTO UN DIARIO DETTAGLIATO "NEL CASO IN CUI NE AVESSE MAI AVUTO BISOGNO"




bill clinton jeffrey epsteinBILL CLINTON JEFFREY EPSTEIN
Jeffrey Epstein avrebbe tenuto un diario segreto che conteneva informazioni sulle sue amicizie con persone potenti. Secondo una fonte che ha parlato con il “Mirror” il finanziere, che aveva frequentato in passato il principe Andrew, Bill Clinton e Donald Trump, teneva il diario come una sorta di “polizza assicurativa”. Una notizia che potrebbe mandare nel panico gli ex amici con cui il miliardario si sollazzava.

jeffrey epstein e donald trumpJEFFREY EPSTEIN E DONALD TRUMP



«C’è scritto tutto ciò che Jeff aveva comprato, compresi i suoi amici - ha detto la fonte al Mirror - Ha usato la sua ricchezza per comprare amici e poi dare loro soldi per corteggiarli».
La fonte ha aggiunto che Epstein "sapeva" che essere amico di persone ricche e famose «gli ha portato protezione» ed è per questo che ha tenuto un diario dettagliato «nel caso in cui ne avesse mai avuto bisogno».
jeffrey epstein con il principe andreaJEFFREY EPSTEIN CON IL PRINCIPE ANDREA









La notizia del diario segreto di Epstein è venuta a galla quando le autorità federali hanno reso noto che intendono continuare a indagare su di lui, nonostante la sua morte.

EPSTEIN AVEVA UN PUSHER DI MINORENNI 
LE INDAGINI SI STANNO CONCENTRANDO SUL RUOLO DI JEAN-LUC BRUNEL, CAPO DI UN'AGENZIA DI MODELLE 
È ACCUSATO DI AVER PROCURATO AL MILIARDARIO ALMENO MILLE RAGAZZE, SCELTE TRA LE PIÙ POVERE E DISAGIATE 
UNA DONNA HA RACCONTATO ALL'FBI CHE BRUNEL AVEVA ASSUNTO PERSONE CON IL COMPITO DI INDIVIDUARE BELLE RAGAZZE IN SUD AMERICA, EUROPA E NELL'EX UNIONE SOVIETICA…
Massimo Basile per www.agi.it

Avido di sesso, presunto stupratore, disposto a concedere centinaia di sue modelle all'amico Jeffrey Epstein, con il quale si era creato un rapporto così forte da sancirlo con la formula della relatività di Einstein, E=MC2. La prima lettera indicava l'iniziale del cognome del finanziere newyorkese, le altre due il nome della sua agenzia di modelle fondata a Miami grazie al finanziamento di Epstein. E poi orge a base di champagne, e ragazze concesse a miliardari che pagavano anche centomila dollari per una notte di sesso.

jean luc brunelJEAN LUC BRUNEL
Sono i dettagli emersi sulla figura di Jean-Luc Brunel, 72 anni, francese, ex capo delle agenzie di modelle Karin Models e MC2, uno dei presunti appartenenti al "cerchio magico" di Epstein, il finanziere morto suicida sabato in cella, nel carcere federale di Manhattan, dove era rinchiuso da luglio con l'accusa di traffico sessuale di minorenni. Brunel avrebbe recitato un ruolo di primo piano nell'organizzazione, un sistema su cui gli investigatori stanno cercando di fare luce.

L'agente delle modelle è stata una delle persone che più ha frequentato Epstein per dieci anni: volò nel suo jet privato almeno quindici volte, era una presenza fissa a Palm Beach ed era andato a trovare il finanziere in carcere quasi settanta volte, quando era finito in carcere, una prima volta, nel 2008.
jean luc brunelJEAN LUC BRUNEL

Dai documenti desecretati sono emersi appunti confidenziali di Brunel per Epstein, tra cui uno, del 2005, con scritto: "Ho una maestra per insegnarti a parlare russo. Ha 28 anni, bionda. Le lezioni sono gratuite, puoi chiamarla già oggi". Una delle principali accusatrici di Epstein, Virginia Roberts Giuffre, ha detto di essere stata forzata ad avere rapporti sessuali con lo stesso Brunel, e lo ha accusato di avere usato, negli anni, la sua agenzia per procurare ragazze per Epstein, scelte soprattutto tra quelle più povere e disagiate, soprattutto nell'est Europa, occupandosi di tutto: dal reclutamento all'ottenimento del visto.

jean luc brunel 1JEAN LUC BRUNEL





Secondo Giuffre, Brunel avrebbe fornito a Epstein più di mille ragazze. Il racconto coinciderebbe con quello fatto da un'ex dipendente dell'agenzia MC2, Martiza Vazquez: la donna ha raccontato all'Fbi che Brunel aveva assunto persone con il compito di individuare belle ragazze in Sud America, Europa e nell'ex Unione Sovietica. Le più belle venivano mandate nell'appartamento di Epstein nell'Upper East Side e messe a disposizione di clienti che arrivavano a pagare fino a centomila dollari a notte. Se le ragazze non si fossero rese disponibili a "essere molestate", non sarebbero state pagate.

LA VILLA DI EPSTEIN ALLE ISOLE VERGINILA VILLA DI EPSTEIN ALLE ISOLE VERGINI
Brunel ha respinto con decisione ogni accusa, dicendo che la sua ex dipendente voleva vendicarsi per essere stata licenziata. Dopo lo scoppio del primo scandalo, che aveva portato all'incriminazione e alla condanna del finanziere nel 2008, tra Brunel ed Epstein era calato il gelo. Il francese gli aveva chiesto addirittura i danni a Epstein, sostenendo che il suo scandalo aveva danneggiato il suo "buon nome" nel mondo della moda, facendogli perdere milioni di dollari. 

Fonte: qui

Perché è un Cardinale africano ad angosciarsi per la fine della nostra civiltà

Cardinal Sarah:  “L’Occidente sembra odiare sé stesso. Certo, esso si sforza di aprirsi – e questo è lodevole – ai valori di fuori, ma non ama più sé stesso. Della propria storia, esso non ritiene ormai se non quanto è deplorevole e fu causa di rovine, non essendo più in grado di percepire quanto vi è di grande e di bello”.
Ognuno deve vivere nel suo Paese. Come un albero, ognuno ha il suo suolo, il suo ambiente, in cui può crescere perfettamente. […] Meglio aiutare le persone a realizzarsi nelle loro culture, piuttosto che incoraggiarle a venire in un’Europa in piena decadenza. È una falsa esegesi quella che utilizza la Parola di Dio per valorizzare la migrazione. Dio non ha mai voluto questi strappi.

Il cardinal Sarah ha scritto un libro di 440 pagine per la difesa appassionata della civiltà europea,    lanciando l’allarme:  essa sta morendo. Più esattamente, si suicida.

Chi ha “integrato” così bene Sarah?

Inviterei a vedere  nel cardinale nero, guineano, uno splendido esempio di integrazione.  Integrazione culturale, politica, storica . Un successo visibile  di chi?  Ma dei missionari francesi in Africa, e  più o meno direttamente di Monsignor Lefebvre, da giovane  nelle postazioni della brousse (la savana) , poi direttore di seminario in Gabon,  e poi  vescovo e  vicario apostolico a Dakar  dal 1947.
Monsignore da giovane missionario, e “il migliore dei miei delegati apostolici, disse Pio XII.
Duri, i missionari francesi in Africa: gente convinta che c’è una sola verità, e che la loro carità verso i neri consistesse nell’elevarli (sì, elevarli) alla cultura e civiltà d’Europa, la  sola, e  la più ambiziosa possibile:  nei seminari Tomaso d’Aquino, latino, greco, diritto romano,  Fénelon,  la Chanson de Roland, la chevalerie,  la grande storia di Francia nell’Europa.
Un’eredità che Sarah riconosce in pieno. Lui che sicuramente avrà imparato a scrivere compitando la frase   “nos ancetres le  Gaules…”,   “i Galli, nostri antenati”  che quei missionari   insegnavano a scrivere ai bambini  in Africa e in Vietnam, senza nessun rispetto multiculti –   chiama il suo libro “un grido d’allarme che è pure un grido d’amore. L’ho fatto col cuore pieno di riconoscenza filiale per i missionari occidentali che sono morti sulla mia terra africana. Voglio mettermi al loro seguito e raccogliere la loro eredità”,  perché oggi “Siamo così abituati alla barbarie, essa neppure ci sorprende più”.
Coloro che adottano “la falsa esegesi della  parola di Dio” per obbligarci alla “accoglienza  all’immigrato”  come fosse comandata dal Vangelo,  sorvolano  – con sintomatica disonestà intellettuale  – che ogni integrazione ha da essere  integrazione “in una cultura”: una precisa e particolare, la propria del popolo che accoglie, la cultura nazionale e storica. I missionari francesi tutti d’un pezzo volevano il meglio per i loro neri, quando gli insegnavano la  loro cultura, francese, europea, Fénelon, Racine, Montaigne, Le  Roman de la Rose;  da cui venne  un presidente del Senegal, Léopold Sédar Senghor (1906-2001) che si dilettava di scrivere esametri  latini.
“Nos ancetres les Gaules…”
Mai che, tra i nostri integrazionisti, se ne trovi uno che avesse, di fronte  ai  nigeriani e maghrebini, la carità ambiziosa di voler che sentissero Dante, Manzoni, Raffaello,  o Montale, come loro proprio- come li sentiamo noi. Ma li sentiamo nostri, noi?  Non dicono più nulla alla nostra vita comune.

Noi, senza civiltà, non possiamo integrare gli stranieri

Quindi “integrazione”  al livello  minimo, vitto alloggio e un po’ di “mediatori culturali”  fasulli; quel tanto che basta per lucrare la diaria di Stato, e tenersene la maggior parte  (e insegnare negri la disonestà spicciola di questo modo di essere “italiano”).  Il lavoro, integratore per eccellenza, non c’è nemmeno  – a livello alto – per i giovani laureati italiani, che devono andare all’estero a  250 mila all’anno. I nuovi arrivati, spesso già delinquenti nei loro  paesi, con quali “stili di vita” italiani  e  nostre “culture” in senso antropologico vengano a contatto, lo sappiamo dalla cronaca nera:  sono quelle delle  movide  e  dai parchi della cocaina e del “fumo”,   “nostri”  ragazzi  senza dignità  che chiedono a loro droga, discotecari  alcolici,  ragazze “che la danno”  (o hanno l’aria di darla), tutti italiani che per loro è naturale disprezzare.  E dalle gaie sfilate di sodomiti, che cosa volete che imparino  gli “Immigrati”, se non a disprezzarci?
Quando poi  hanno a che fare con “l’ordine costituito”, imparano presto la nozione che possono deridere, minacciare, pestare poliziotti e  carabinieri,  imparando subito che verranno ripetutamente rilasciati dai “giudici”  nonostante le recidive sempre più gravi. Stupratori seriali rilasciati per tornare a  violentare. Mafia nigeriana indisturbata dalla magistratura troppo occupata a cercare i soldi che Savoini ha ricevuto da MoscaIl giudice che rimette in libertà  l’immigrato che si è masturbato davanti alla poliziotta, ritenendo  ciò  – ossa  il vilipendio di pubblico ufficiale  –   “reato di lieve entità”. Provvedimenti di allontanamento mai eseguiti, nonostante le recidive criminali.  Accettazioni   di navi cariche di “minorenni non accompagnati” tutti nati  giusto 17 anni fa.  Il  pakistano che ha violentato due bambine ed aveva  ottenuto l’asilo “umanitario” dichiarandosi  omosessuale e dunque in pericolo nel suo paese musulmano – come volete che non disprezzi la nostra “civiltà”,  che è così palesemente  spregevole?
Pensate che faccia venir loro il desiderio,  la minima aspirazione, di “integrarsi” nella nostra “cultura”,  la  minima volontà  di  obbedire alle nostre leggi – che vedono disapplicate così spesso a loro favore, da  giudici mossi da odio ideologico verso il ministro degli Interni ? (che anche lui, quanto a buon esempio, non ne dà). Fanno presto a rendersi conto di essere arrivati  in una inciviltà e incultura, in un sistema dove propriamente nessuno mostra responsabilità di voler trasmettere una cultura degna di  rispetto.
Uno dei motivi più fondamentali per cui dobbiamo temere l’immigrazione di massa dall’Africa e dal mondo musulmano, è questache non  abbiamo una cultura degna di rispetto. Non abbiamo più una civiltà da trasmettere con dignità, senso di responsabilità  e  orgoglio. Quindi lasciamo questi spostati non integrati, non educati, non corresponsabili del  mantenimento del bene comune  – un “bene comune” su cui nemmeno tra noi sappiamo accordarci.
Il cardinal Marx, finanziatore delle ONG tedesche che ci scaricano i negri in Italia, s’è detto pronto a benedirer le “nozze” gay “caso per caso”…
E  tutto, senza vedere  la tragicità del passo storico in cui ci troviamo.  Quella che coglie il cardinal Sarah, e – sarà  un caso  –   anche uno storico francese di nome David Engels, docente in Polonia all’Istituto Zachodni e  all’università libera di Bruxelles.
Da tempo dedito a studiare nel declino di Roma i segni del collasso  della  civiltà Europea (nel 2013  ha scritto  Le Déclin. La crise de l’Union européenne et la chute de la République romaine , adesso ha pubblicato “ Que Faire? Vivre avec le déclin de l’Europe (Blue Tiger Media, 2019)  come “una guida di sopravvivenza per gli amanti dell’Occidente”.

Il collasso d’Europa è una tragedia storica che ci riguarda tutti

Il declino massiccio dell’Europa in quanto civiltà non è un fatterello di cronaca  di cui prendere nota  – dice Engels a Le Figaro. “E’ una vera tragedia storica che ci  coinvolge tutti, sia come collettività sia come individui.  Io soffro personalmente, enormemente, di questa fine annunciata della civiltà che amo con tutto il cuore”.
Engels rifiuta l’accusa di pessimismo eccessivo. “Preferireste andare da un medico che  vi cura per raffreddore e non vi dice che avete il cancro,  per non farvi star male  psicologicamente? Tacere volontariamente la realtà   gravissima dei processi culturali che si svolgono attualmente – l’immigrazione di massa e l’invecchiamento della  popolazione, l’islamizzazione, la dissoluzione degli stati-nazione, l’auto-distruzione del sistema scolastico e universitario, l’immenso ritardo dell’Europa sulla Cina,  la patologizzazione della democrazia i tecnocrazia – equivale a mio parere ad un alto tradimento, con effetti che dureranno.
Quando  la verità, ossia la irreversibilità del processo, si manifesterà in piena luce, anche gli ultimi resti di fiducia nel nostro sistema politico,  nella solidarietà sociale fra i gruppi sociali  e culturali voleranno  in mille pezzi..
Basta  passeggiare nelle periferie delle capitali, o nelle campagne sempre più deserte;  constatare  coi propri occhi il livello di  istruzione delle scuole e  università; studiare l’evoluzione dei tassi d’interesse ; parlare coi politici ed amministratori europei, sempre più autoreferenziali  e sconnessi dalla  realtà; basta sentire  il disorientato disamore di sempre più europei  per i loro sistemi politici,  per vedere che l’Occidente sta trasformandosi in modo radicale. Lo scoppio della grane crisi che tutti noi sappiamo avverrà, potrà essere ritardata mesi o qualche anno,   con grandi spese. Ma una volta che le casse saranno svuotate e la sicurezza sociale collasserà, vedremo che le manifestazioni dei Gilet Gialli non sono state che il preludio a  conflitti che saranno molto più violenti. E l’Europa che ne emergerà non avrà più molto a che fare con quella che conosciamo nei suoi ultimi  spasimi. Se vogliamo cominciare conservare almeno qualcosa di quel che amiamo  di  questa civiltà in declino,  è questo il momento.
Ma come? La  proposta di Engels:
Si tratta di conservare la nostra identità attraverso le crisi che ci attendono.   E’ gran  tempo di smettere di  chiederlo a ad un mondo politico indifferente o addirittura ostile alla vera cultura europea – e   che  comunque non sarà facile schiodare rapidamente –  e cominciare a difendere e rafforzare la nostra identità propria ,  giorno dopo giorno.  Nei fatti, noi constatiamo sempre più la forza interna delle “società  parallele” che ormai dominano le  nostre metropoli [gli islamici, i nigeriani, i Casamonica, il  Palamari , ndr.]  : se non agiamo rapidamente per riaffermare la nostra propria identità culturale, presto non avremo nemmeno più il diritto alla nostra “società  parallela”… Ormai, il tempo in cui  potevamo contare sulla stabilità insieme del nostro sistema  politico e di quello culturale, è finito;  se vogliamo proteggere la nostra eredità, la lotta deve essere doppia: da  una parte dobbiamo trasformare ciascun individuo, famiglia, ogni gruppo di amici, in una piccola fortezza dai valori ed identità fermi; dall’altra parte, dobbiamo sviluppare  una nuova ideologia politica che allei il conservatorismo culturale con la battaglia per l’Europa unita”.
Con l’avvertenza, aggiunge Engels, “di non confondere “Europa” con “Unione Europea”: per secoli, essa è stata culturalmente unita più di  oggi. Una sparizione dell’UE non significherebbe affatto la liquidazione dell’Europa in quanto civiltà. Il cui disfacimento viene dall’interno: la distruzione della famiglia, il relativismo culturale, il masochismo storico, lil politicamente corretto, la tendenza a censurare ogni opinione che spiace, il rimpiazzo di comunità omogenee e dunque solidali per giustapposizione di gruppi che cercano unicamente il proprio interesse particolare.  La polarizzazione sociale, il cinismo  con cui ogni nozione di verità assoluta è  sostituito con compromessi di “valori negoziati”….”.
Che per  questo titanico collasso simultaneo di tutto ciò che era “ civiltà” basti la proposta  di Engels, si può dubitare.  Ma almeno, egli pone il  problema, ed è già molto rispetto allo  zero italiota di intelligenza e irresponsabilità  storica.
Del resto egli  rimanda al  suo ultimo libro, che ha fatto uscire prima in lingua tedesca e poi uscirà in francese, polacco, inglese, italiano e spagnolo. Titolo:  Renovatio Europae. In latino.
Fonte: qui

Powell vuota il sacco: no Curva di Phillips, no party keynesiano








Giovedì è stato uno di quei giorni in cui il commento "ma non mi dire" è davvero appropriato. Ci riferiamo ovviamente all'audizione di Powell davanti al Senate Banking Committee, dove ha affermato che un maggior numero di persone che lavorano non causa inflazione.

"La relazione tra il rallentamento dell'economia, o la disoccupazione e l'inflazione, era forte 50 anni fa [...] e adesso non c'è più", ha detto Powell durante la sua testimonianza dinanzi al Senate Banking Committee. Ha aggiunto che il forte legame tra disoccupazione e inflazione è stato infranto come minimo 20 anni fa e che il rapporto "è diventato sempre più debole e debole".


Perché, sì, a quanto pare è completamente scomparso secondo il grafico qui sotto.

Sin dal minimo raggiunto dai posti di lavoro nel 2010, il tasso di disoccupazione (barre marroni) è passato da poco meno del 10% ad un minimo di 50 anni del 3,7%. Nonostante l'apparente uscita della "fiacchezza" dalla vasca da bagno economica degli Stati Uniti, gli aumenti settimanali reali dei maschi in età da lavoro (barre viola) sono stati sostanzialmente piatti negli ultimi otto anni.

Quindi potreste mettere una croce nella cosiddetta Curva di Phillips e farla finita. Ma in realtà la storia non finisce qui e la confessione di Powell implica molto più che l'equazione salario/occupazione.

Infatti schiaccia la tesi principale del sistema bancario keynesiano. Vale a dire, la politica della FED funziona in gran parte come una vasca chiusa del PIL interno e che alzando o abbassando il livello dell'acqua della "domanda" al suo interno, l'Eccles Building possa controllare a proprio piacimento l'inflazione interna, l'occupazione e la crescita economica.




Ovviamente non può e la ragione di ciò inizia con l'errata affermazione di Powell secondo cui il rapporto tra salari e lavoro "è andato via".

In realtà ciò che viene implicato qui è la legge fondamentale della domanda e dell'offerta, che non è scomparsa misteriosamente. Non è ovvio che centinaia di milioni di contadini sono stati prosciugati dalle risaie e dai villaggi asiatici e radunati in nuove fabbriche finanziate con il credito facile che i banchieri centrali possono stampare?

Quindi l'equazione interna domanda/offerta degli Stati Uniti è stata recisa come mostra il grafico sopra. Questo perché il prezzo cinese per i beni scambiati a livello globale e il prezzo indiano per i servizi forniti a livello globale guidano l'allocazione geografica della produzione e determinano il saggio salariale marginale nell'economia globale.

Detto in modo diverso, la metrica della disoccupazione U-3 è inutile. Detto in modo diverso, negli ultimi 10 anni di pseudo-ripresa economica, l'aumento della domanda interna di produzione e manodopera è migrata dalla vasca del PIL nazionale all'economia globale. E se i salari interni fossero aumentati rapidamente secondo la vecchia equazione della Curva di Phillips, ci sarebbe stata ancora più produzione e salari spostati all'estero (dato che l'allocazione delle risorse avviene al margine in un'economia globale aperta).

Infatti non c'è nulla di nuovo in questo fattore di dispersione della domanda. Soprattutto dopo la versione keynesiana di banca centrale da parte di Alan Greenspan negli anni '90, il fattore di dispersione è cresciuto perché la FED ha rifiutato di autorizzare i mercati finanziari nazionali a dirigersi verso la strada deflazionistica indicata.

Di conseguenza il divario tra costi e salari, tra la produzione nazionale e quella cinese/indiana, si è costantemente ampliato. Stimiamo che in termini nominali il divario medio tra gli stipendi degli Stati Uniti e quelli della Cina era di $10 l'ora alla fine degli anni '80 ed è salito di $25 ad oggi.

Questo crescente divario tra salari e costi negli Stati Uniti rispetto alla produzione offshore è ciò che sta bloccando i salari reali degli Stati Uniti. Tuttavia anche le tendenze dei salari reali relativamente piatte non sono state sufficienti a fermare la migrazione della domanda degli Stati Uniti verso terre straniere più economiche in termini di salari/costi, come è più che evidente nel grafico qui sotto.

Il grafico indicizza semplicemente le importazioni USA e le vendite finali agli acquirenti nazionali. Ciò che mostra è che le importazioni (linea viola) sono cresciute di quasi il 300%, o del 5,8% annuo negli ultimi 25 anni, mentre il bacino totale della "domanda" interna misurata dalle vendite nominali agli acquirenti nazionali (essenzialmente il PIL meno le esportazioni e le oscillazioni degli inventari) è salito del 195% e solo del 4,5% all'anno.

Quindi una quota materialmente crescente della torta della domanda interna è finita agli stranieri.

Il divario crescente nel grafico tra le due linee misura la perdita di domanda. E la causa della soppressione dei salari rimane un mistero per i nostri pianificatori monetari centrali, cioè, il distruttore della vecchia Curva nazionale di Phillips.




Certo, il grafico spiega molto di più che salari deboli rispetto ad un'occupazione presumibilmente forte. In realtà, spiega perché l'idea stessa di gestione keynesiana della domanda sia così distruttiva.

Cioè, l'Eccles Building può influenzare la domanda interna mediante la repressione dei tassi d'interesse, che, a sua volta, dovrebbe indurre i settori domestici ad accendere più prestiti e spendere di più di quanto potrebbe accadere altrimenti. Ma in un'economia globale efficiente dal punto di vista tecnologico e dei trasporti, una "domanda" potenziata non riempie necessariamente la vasca del PIL nazionale, facendo così salire i salari e assorbendo tutto il lavoro domestico disponibile.

Invece è una questione di prezzi, non di aggregati. Cioè, se i salari domestici, i prezzi ed i costi non sono competitivi con quelli stranieri (aggiustati ai costi di trasporto, ai costi d'inventario ed a premi simili sulle importazioni), tutta o parte della domanda incrementale finisce sulle coste estere, dove spinge verso l'alto posti di lavoro, produzione e salari.

In altre parole, la FED sta essenzialmente cercando di stimolare l'economia degli Stati Uniti con strumenti inefficaci, anche quando riesce a persuadere famiglie e imprese domestiche ad accendere più prestiti ed a spendere di più.

Ma anche quest'ultimo aspetto è ora in dubbio a causa di tre decenni di pompaggio di denaro e una massiccia crescita del debito e della leva finanziaria. L'abbiamo chiamato l'equivalente finanziario di un LBO nazionale. Quest'ultimo ha ora introdotto una condizione meglio descritta come Picco del Debito: una larga fetta dei bilanci delle famiglie e delle impreseè ormai satura.

Di conseguenza tagliare i tassi d'interesse avrà sempre meno effetti su Main Street a causa dello schiacciante livello d'indebitamento. A partire dal primo trimestre del 2019, infatti, il debito pubblico e privato totale ha raggiunto i $73.000 miliardi ed è aumentato di $21.000 miliardi rispetto al picco pre-crisi del quarto trimestre 2007.

Come illustrato di seguito, ora ci sono due giri di debito extra sul reddito nazionale (3,47X contro 1,48X) rispetto al vecchio rapporto di leva che ha prevalso per un secolo tra il 1870 e il 1970. In termini quantitativi, suddetti giri extra ammontano a $40.000 miliardi di debito extra trascinati dall'economia statunitense.

Inutile dire che sta diventando sempre più difficile per la FED stimolare più prestiti e spese rispetto ai $21.000 miliardi del reddito nominale della nazione. È semplicemente una questione di rendimenti decrescenti in quelli che sono già tassi ultra bassi, insieme all'esaurimento della capacità di bilancio.




Questo è particolarmente vero nel settore delle famiglie, dove la leva finanziaria è aumentata vertiginosamente tra il 1987 e la crisi finanziaria del 2008. Come illustrato di seguito, la leva finanziaria delle famiglie è rimasta a livelli storicamente elevati rispetto al reddito da stipendio, nonostante qualche lieve deleveraging sulla scia della crisi dei mutui nel 2008.




In breve, lo strumento "tasso d'interesse" della FED si sta indebolendo sempre di più; la crescita della domanda interna sulla scia di una maggiore leva finanziaria sta diminuendo; e qualsiasi incremento della domanda interna che la FED è in grado di stimolare finisce sempre più nell'acquisto di beni stranieri e in altri fattori di produzione esteri.

Oltre a ciò, anche la metrica U-3 non è più quella di una volta in termini di misurazione della "fiacchezza" nel mercato del lavoro interno. Ciò perché una quota in costante aumento di lavoratori disponibili e di ore lavorative non viene impiegata nell'economia nazionale, un fattore che la misura U-3 non può catturare.

Tale fattore mancante è evidente nel grafico qui sotto. Dal picco del quarto trimestre del 2000, il censimento dei potenziali lavoratori nell'economia statunitense è cresciuto del 21%, tuttavia le ore di lavoro effettivamente impiegate sono aumentate solo dell'11,9%.

Quindi il tasso di utilizzo reale del lavoro è diminuito drasticamente, a dispetto della metrica U-3 riportata dal BLS, che considera tutti i lavori uguali.




La popolazione adulta tra i 20 ed i 69 anni nel 2000 era di 175,5 milioni, il che implicava 351 miliardi ore di lavoro annuali disponibili in un anno standard.

Secondo il BLS le ore di lavoro effettive impiegate in quell'anno ammontavano a 229,5 miliardi, lasciando 121,5 miliardi di ore non utilizzate. Ciò significa che il tasso di disoccupazione complessivo era pari al 34,6% alla fine del secolo.

Attualmente la riserva di manodopera disponibile ammonta a 212,3 milioni di potenziali lavoratori, o 424,6 miliardi di ore annuali. Ciò si confronta con i 255,6 miliardi di ore effettive impiegate nell'ultima lettura. Quindi l'attuale tasso di disoccupazione complessivo è del 40,0%!

Ma ecco il punto: nell'aprile 2000 il tasso di disoccupazione U-3 era del 3,8%, praticamente identico al tasso attuale del 3,7%. Ma evidentemente c'è molta più "fiacchezza" nel bacino delle ore di lavoro oggi disponibile rispetto a 19 anni fa.

Certo, la ragione per cui attualmente ci sono 169 miliardi di ore disoccupate per gli adulti in base a questa misura del mercato del lavoro è che ci sono sempre più posti di lavoro part-time nel conteggio del BLS riguardo l'occupazione; e perché le persone scelgono di lavorare in famiglia, a nero, di usuvruire del welfare state, della disabilità, dei prestiti agli studenti, o di vendere lattine di birra usate su E-Bay nella cantina di mamma e papà.

Normalmente l'aumento dei salari reali interni avrebbe, al margine, spinto suddette persone a cimentarsi nel mercato del lavoro retribuito. Tuttavia, con un abbondante bacino di lavoro in eccesso a buon mercato all'estero che causa stagnazione dei salari reali interni, quelle 169 miliardi di ore di lavoro inutilizzate sono rimaste al di fuori della forza lavoro retribuita.

In ogni caso, piuttosto che vedere la morte della Curva di Phillips e di conseguenza della morte del sistema bancario keynesiano, Powell ha detto che prima o poi questa massiccia abbondanza di lavoro non utilizzato verrà assorbita e che sarebbe stato raggiunto il Santo Graal della pianificazione monetaria centrale. 

Cioè, più inflazione!

"Alla fine ci deve essere una connessione, perché il basso livello di occupazione farà salire i salari e, in definitiva, salari più alti faranno salire l'inflazione, ma ancora non abbiamo raggiunto quel punto. Questa connessione tra i due è piuttosto piccola in questi giorni", ha detto il capo della FED.


No, non lo farà. Non c'è limite al bacino di lavoro economico sul pianeta, il che significa che l'inflazione salariale che il nostro politburo monetario continua a promettere non arriverà tanto presto.

L'inflazione salariale è il Godot monetario che i capi della FED stanno aspettando. Ciò significa che credono di poter mantenere "stimolata" la domanda e falsificare i tassi d'interesse a tempo indeterminato, alimentando così una bolla sempre più grande a Wall Street e una giornata ancora più disastrosa quando alla fine scoppierà.

Ciò significa, naturalmente, che la FED sta sostenendo uffficiosamente la MMT. Infatti l'ignaro Powell l'ha ammesso in questo scambio con uno dei suoi principali sostenitori, Alexandra Ocasio-Cortez di Alessandria.

La strada per il socialismo in America potrebbe finire per essere imboccata attraverso la grande sala riunioni dell'Excles Building.

Nel frattempo le condizioni dell'economia globale stanno diventando sempre più deboli, una condizione che l'imminente campagna di taglio dei tassi della FED non potrà invertire.

Di conseguenza, quando la bolla finanziaria alla fine scoppierà, probabilmente accadrà nel mezzo di una recessione globale in cui la FED e il suo convoglio di banche centrali si ritroverà senza frecce nella sua faretra.




Nel frattempo il deficit di bilancio aumenta vertiginosamente, salendo del 23% a $747,1 miliardi nei primi nove mesi dell'anno fiscale, il che, a sua volta, ha indotto il Segretario al Tesoro americano a mettere in guardia che lo zio Sam potrebbe rimanere senza liquidità entro il Labor Day.

Poi la FED vuole tagliare i tassi, perché i suoi modelli keynesiani fasulli sono intenzionati a placare Wall Street. Inutile dire che questo ha scatenato ancora una volta la mania "buy the dip".

Ma almeno ora sappiamo che la Curva di Phillips è morta e se siamo fortunati, la morte del sistema bancario centrale keynesiano non sarà troppo lontana.










[*] traduzione di Francesco Simoncellihttps://www.francescosimoncelli.com/