9 dicembre forconi: 01/05/17

giovedì 5 gennaio 2017

UN FINANZIERE ITALIANO RACCOGLIE TUTTI I SOLDI PARCHEGGIATI DAGLI EVASORI IN SVIZZERA E VUOLE CONVERTIRLI IN EURO. SONO DUE MILIARDI E MEZZO, LA CASSAZIONE HA RIAPERTO I TERMINI PER LA CONVERSIONE E IL REATO È ORMAI PRESCRITTO

A BANKITALIA E ANTIMAFIA NON RESTA CHE INDAGARE SULLA PROVENIENZA (SPORCHISSIMA) DELLE LIRE...

Da ''L'Espresso'' in edicola domani
EVASIONE FISCALEEVASIONE FISCALE

Ci sono ancora cinquemila miliardi di lire in circolazione. Lo scrive l'Espresso nel numero in edicola da domenica 8 gennaio, citando l'avvocato che rappresenta i venti proprietari dell'enorme tesoro rimasto finora nascosto a procure, forze di polizia e Fisco.

Evasione FiscaleEVASIONE FISCALE
La somma, pari a due miliardi e mezzo di euro, secondo lo stesso avvocato è frutto per lo più di evasione fiscale. Un reato ormai prescritto, visto che dall'introduzione dell'euro in Italia sono passati dieci anni, e per il quale i proprietari delle lire non possono dunque più essere perseguiti. Per questo motivo, e sfruttando la sentenza della Corte Costituzionale che nel 2015 ha riaperto i termini per la conversione delle lire, il legale chiede oggi alla Banca d'Italia di cambiare in euro i cinque mila miliardi, dicendosi disposto ad andare fino alla Corte di Giustizia europea se la sua richiesta non verrà esaudita.

caveau banca svizzeraCAVEAU BANCA SVIZZERA
Custodito in buona parte in Svizzera, il denaro è stato raccolto da Giorgio Ronchi, un finanziere italiano residente da anni in Canton Ticino. I legami professionali di Ronchi, che nel corso della sua carriera è stato membro di decine di consigli d'amministrazione, hanno portato però Banca d'Italia e Antimafia ad accendere un faro sulla reale provenienza dei cinquemila miliardi di lire.  

Fonte: qui

SCARPELLINI- MARRA, LA CORRUZIONE C'È. NON SI È TRATTATO DI UN PRESTITO DI DENARO

SCARPELLINI: ‘’COSA SONO QUESTE (SOMME)?’’ - SEGRETARIA: ‘’LE MAZZETTE!’’ - "SÌ, È VERO”

SCARPELLINI: “PER SBLOCCARE QUESTA COSA, DOBBIAMO CHIAMARE MARRA”. PAROLE CHE CONFERMEREBBERO DUE COSE: IL RUOLO DI POTERE CHE IL BRACCIO DESTRO DI VIRGINIA RAGGI VANTAVA IN CAMPIDOGLIO E IL RAPPORTO PRIVILEGIATO CON L'IMMOBILIARISTA ROMANO

I CARABINIERI HANNO TROVATO NEL CELLULARE UNA CHAT TRA MARRA E SALVATORE ROMEO, CAPO DELLA SEGRETERIA POLITICA DELLA SINDACA, CHE LO CHIAMA "CAPO"

SAREBBE STATO PROPRIO ROMEO A TRASMETTERE ALL'ALLORA CANDIDATA RAGGI UNA SERIE DI CONSIGLI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE SUGGERITO DA MARRA. CHE NON VOLEVA ESPORSI PERSONALMENTE PER NON "BRUCIARSI", MA VOLEVA AIUTARE LA CANDIDATA GRILLINA


1. IL SISTEMA SCARPELLINI "QUESTE LE MAZZETTE" E PER "SBLOCCARE" SI RIVOLGE A MARRA
Maria Elena Vincenzi, Giuseppe Scarpa per La Repubblica

Pochi giorni prima dell' arresto il costruttore Sergio Scarpellini parla con la sua segretaria, Ginevra Lavarello.
scarpellini raggi marraSCARPELLINI RAGGI MARRA
Lei sta sfogliando un documento Excel. Una lunga lista di numeri, una serie di importi. L'imprenditore chiede alla sua dipendente: Cosa sono queste?. Lei, come se fosse normale: Le mazzette. Lui, come se lo avesse dimenticato: Ah, sì, è vero.

È questa una delle conversazioni registrate che ieri la procura di Roma ha depositato al tribunale del Riesame, chiamato a decidere della scarcerazione di Raffaele Marra, il direttore del personale del Campidoglio arrestato per corruzione proprio insieme all' immobiliarista. I giudici della Libertà si sono riservati di decidere: hanno tempo fino all' 8 di gennaio.

MARRAMARRA
Ma l' accusa ha voluto portare altri atti per dimostrare che, secondo loro, la corruzione c' è. Che non si è trattato, come invece sostiene la difesa, di un mero prestito di denaro. Il pubblico ministero Barbara Zuin (che insieme all' aggiunto Paolo Ielo coordina l' indagine) non ha dubbi sulla natura di quel rapporto. Come ha sostenuto in aula, Scarpellini e Marra non avevano un rapporto di amicizia.

SERGIO SCARPELLINISERGIO SCARPELLINI
Nelle intercettazioni non ci sono dialoghi di alcun tipo tra i due. Eppure, i carabinieri del nucleo investigativo registrano una frase del costruttore: Per sbloccare questa cosa, dobbiamo chiamare Marra. Parole che confermerebbero due cose: il ruolo di potere che il braccio destro di Virginia Raggi vantava nell' amministrazione e il rapporto privilegiato che aveva con il costruttore.
SERGIO SCARPELLINISERGIO SCARPELLINI

Anche se la difesa dell' ex capo di gabinetto, affidata all' avvocato Francesco Scacchi, davanti al Riesame ha sostenuto la tesi opposta: ovvero che i due fossero legati da un antico rapporto di amicizia. E che quel denaro era un prestito che sarebbe stato restituito.

La procura ha presentato anche un' informativa dei carabinieri che spiega come Marra fosse assolutamente consapevole del trattamento di favore riservatogli da Scarpellini quando nel 2009 gli vendette un appartamento all' Eur a poco più di 700mila, scontandolo di circa 500 mila euro rispetto al reale valore di mercato. Quel reato sarebbe prescritto, ma per gli inquirenti è prova che già allora i rapporti tra i due erano di interesse.
Sergio Scarpellini saluta il Sindaco MarinoSERGIO SCARPELLINI SALUTA IL SINDACO MARINO

RAFFAELE MARRARAFFAELE MARRA
Come dimostrano i messaggi whatsapp riportati dagli investigatori in cui Marra, a giugno scorso, si accorda sul prezzo dell' immobile con il suo inquilino: il canone di locazione è di 2000 euro al mese. Non proprio in linea, secondo l' accusa, con il valore del bene dichiarato dalla difesa.

Non è tutto. I favori (estesi anche ad altri soggetti dell' amministrazione ancora oggetto di indagine), ha continuato l' accusa, sono proseguiti anche nel giugno del 2013 quando Marra ha potuto comprare l' immobile di via dei Prati Fiscali, poi intestato alla moglie, contando su un sostanzioso contributo di Scarpellini: 367mila euro usciti dai suoi conti correnti personali.

raffaele marra arrestatoRAFFAELE MARRA ARRESTATO
Insomma, secondo la procura Marra deve rimanere in carcere. Anche perché la tesi dell' accusa si sarebbe rafforzata dopo le perquisizioni fatte nel giorno dell' arresto. I carabinieri hanno trovato nel cellulare una chat tra Marra e Salvatore Romeo, capo della segreteria politica della sindaca, che lo chiama "capo". È pur vero che in passato Romeo è stato effettivamente un dipendente di Marra, ma il tono ossequioso fa ipotizzare che l' ex vicecapo di gabinetto eserciti una certa influenza in Campidoglio.

raffaele marra virginia raggiRAFFAELE MARRA VIRGINIA RAGGI
Sempre stando alle indagini, sarebbe stato proprio Romeo a trasmettere all' allora candidata Raggi una serie di consigli per la campagna elettorale suggerito da Marra. Che non voleva esporsi personalmente per non "bruciarsi", ma voleva aiutare la candidata grillina. Del resto sul suo cellulare Virginia Raggi è registrata come "mio sindaco".


2. MARRA DIETRO LA SCALATA DI RAGGI: COSÌ SUGGERÌ LE MOSSE ELETTORALI
LA CHAT SEGRETA SVELA CHE DECISE LUI LA MACROSTRUTTURA CAPITOLINA AVVERTIMENTO A ROMEO: NON ESPONETEMI, NON VOGLIO BRUCIARMI
Maria Elena Vincenzi per La Repubblica-Roma

VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRAVIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA
Non solo un uomo che in Campidoglio contava parecchio. Anche una specie di guru della campagna elettorale. Marra faceva di tutto, raccomandando però di non esporlo, per non bruciarlo. L' ex finanziere era un uomo al quale la sindaca dava retta. La procura è convinta che Marra fosse uno che sul colle più alto della città aveva un grande potere.

Gli accertamenti dei carabinieri di via in Selci depositati ieri dalla procura al tribunale del Riesame (che entro l' 8 gennaio dovrà decidere sulla richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa dell' ex capo del personale), dimostrano esattamente questo.
marraMARRA

Cosa della quale, sostiene l' accusa, era al corrente anche il costruttore Sergio Scarpellini che quel potere voleva sfruttare in tutti i modi.

Le indagini dell' Arma hanno, infatti, dimostrato non solo che il capo della segreteria politica della Raggi Salvatore Romeo si rivolgeva a Marra chiamandolo "capo", ma anche che lui si era fatto da tramite, durante la campagna elettorale per far arrivare alla candidata pentastellata una serie di consigli.

virginia raggi raffaele marraVIRGINIA RAGGI RAFFAELE MARRA
Sulle strategie per vincere le elezioni e anche, durante il ballottaggio, su come rispondere a Roberto Giachetti, suo avversario nella corsa a sindaco. Insomma, secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin, Marra era uomo di fiducia della prima cittadina. Tanto che, nel suo cellulare sequestrato il 16 dicembre scorso, giorno dell' arresto per corruzione dell' ex vicecapo di gabinetto, Raggi è memorizzata in rubrica con il nome "mio sindaco". Come a rivendicare il merito di averla forgiata.

Un contributo, il suo, che Virginia Raggi apprezza parecchio: è Romeo stesso a dire a Marra, dopo la vittoria, che la sindaca gli ha riferito che tutti gli assessori se lo litigano per averlo come capo di gabinetto.
SERGIO SCARPELLINISERGIO SCARPELLINI

Gli scambi via whatsapp tra Marra e Romeo sono piuttosto frequenti. Nella chat tra i due, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale hanno trovato uno schema con una nuova ripartizione dei dipartimenti comunali, che l' ex capo del personale chiama "macrostruttura". Effettivamente, la Raggi, a inizio novembre, ha firmato le delibere che danno il via alla rotazione dei dirigenti e ridefiniscono la riorganizzazione della macchina amministrativa del Campidoglio.

SCARPELLINISCARPELLINI
Si chiama proprio "macrostruttura".

Ed è proprio su questo che Virginia Raggi si gioca la possibile contestazione di falso: a metà dicembre la sindaca ha consegnato all' Anac una memoria difensiva in cui spiegava che le nomine (a partire dal quella di Renato Marra, fratello dell' ex capo delle risorse umane capitoline) erano state tutte decise da lei. E che il contributo dell' ufficio del personale, e in particolare di Raffaele Marra, era stato meramente tecnico.

SERGIO SCARPELLINI E SIGNORESERGIO SCARPELLINI E SIGNORESCARPELLINISCARPELLINI
Poi ci sono le accuse sull' appartamento di via dei Prati Fiscali. Il pm, che ha espresso parere negativo alla scarcerazione, ha ribadito che i circa 370 mila euro dati nel 2013 al dirigente comunale da Scarpellini per completare l' acquisto dell' immobile erano funzionali all' ottenimento di favori. Questa ricostruzione è stata contestata dall' avvocato di Marra, Francesco Scacchi, il quale ha sostenuto che quella somma di danaro era non solo un semplice prestito. E che l' incarico ricoperto dal suo assistito all' epoca dei fatti non consentiva, eventualmente, di "ricambiare" con favori legati all' attività immobiliare dell' imprenditore.
SCARPELLINI E FABIANISCARPELLINI E FABIANI

SERGIO SCARPELLINI CON BELLA SIGNORASERGIO SCARPELLINI CON BELLA SIGNORA
Eppure, a casa di Marra, i carabineri del colonnello Lorenzo D' Aloia, hanno sequestrato anche un accordo di programma tra il Comune e una società di costruzione. Un documento che ricalca quello firmato da Scarpellini con la società Acilia 91. Per chi indaga, è la prova del fatto che Marra non si occupava solo di personale ma anche di cose legate anche al business di Scarpellini: le costruzioni e l' emergenza abitativa.

Fonte: qui

BANCA INTESA FINANZIA UNA PRIVATIZZAZIONE IN RUSSIA CON LA BENEDIZIONE DI WASHINGTON

PRESTITO DA 5,2 MILIARDI AD UN CONSORZIO PER LA PRIVATIZZAZIONE DI ROSNEFTGAZ: L'AZIENDA RUSSA E' SOTTO EMBARGO, IL CONSORZIO NO 

IN QUESTA FASE DI DISGELO, GLI USA DANNO IL VIA LIBERA 

IL CAPO DI ROSNEFT E’ INTIMO AMICO DEL SEGRETARIO DI STATO SCELTO DA TRUMP…

Andrea Bassi per ''Il Messaggero''

GlencoreGLENCORE
È la più grande operazione finanziaria effettuata in Russia da quando, in risposta alla crisi con l' Ucraina, l' Unione europea ha deciso di imporre sanzioni economiche a Mosca. La privatizzazione di una quota del 19,5% di Rosneft, il più grande gruppo petrolifero controllato dal Cremlino, parla anche italiano.

Il gruppo Intesa Sanpaolo ha concesso un maxi-finanziamento da 5,2 miliardi al consorzio composto dagli anglo-svizzeri di Glencore e al Qatar Investment Authority, il fondo sovrano del Qatar, che hanno rilevato il pacchetto azionario da Jsc Rosneftegaz, la società pubblica che detiene la maggioranza del gruppo petrolifero e che scenderà dal 70% al 50,5% circa. Nel suo complesso l' operazione vale 10,2 miliardi di euro, finanziati per 300 milioni da Glencore, per 2,5 miliardi dal fondo del Qatar, e per il resto da Intesa e insieme ad altre banche.
ROSNEFTROSNEFT

L' INCONTRO

Poco prima della fine dello scorso anno, il numero uno dell' Istituto italiano, Carlo Messina e il presidente di Banca Imi, Gaetano Micciché, si sarebbero recati a Palazzo Chigi per illustrare al governo l' operazione. Anche perché la stessa Rosneft è sottoposta alle sanzioni economiche decise dall' Unione. La banca aveva già precisato che la decisione sarebbe stata condizionata al supporto di iniziative che abbiano come prerequisito il totale rispetto del sistema di sanzioni adottato dall' Unione Europea e dagli Stati Uniti nei confronti di entità della Federazione Russa.

carlo messinaCARLO MESSINA
E ieri ha ribadito che questo finanziamento, nel rispetto delle normative internazionali, supporta e consolida la relazione con due grandi players internazionali, nell' ambito di un' operazione di alto profilo e significativa redditività nonché di rilevanza per i mercati finanziari internazionali.

GAETANO MICCICHE DG INTESA S PAOLOGAETANO MICCICHE DG INTESA S PAOLO
Essendo quello di Intesa un finanziamento ad un consorzio non sottoposto ad embargo, rispetterebbe insomma tutte le regole. Del resto, operazioni di questo tipo vengono in genere sottoposte allo scrutinio del Comitato di sicurezza finanziaria del Tesoro, del quale fanno parte anche la Banca d' Italia, la Consob, la Guardia di Finanza e la Direzione antimafia.

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Dagli uomini di Pier Carlo Padoan non sarebbe stato posto nessun ostacolo alla concessione del maxi-finanziamento. Siccome Mosca è sottoposta a sanzioni anche da parte degli Stati Uniti, Paese dove Intesa è presente, sarebbe stato chiesto un preventivo parere legale a primari studi americani. Anche in questo caso non sarebbero emerse obiezioni.

Igor Sechin di rosneftIGOR SECHIN DI ROSNEFT
La privatizzazione di una quota di Rosneft ha per Vladimir Putin un elevato valore politico. Da un lato permette al leader russo di incassare 10,2 miliardi di euro per rimpinguare le casse pubbliche che hanno risentito dell' embargo. E dall' altro di dimostrare che la Russia, nonostante le sanzioni, è ancora in grado di attrarre investimenti stranieri in un settore strategico come quello petrolifero. Non va nemmeno dimenticato che a guidare Rosneft è uno degli uomini considerati più vicini a Putin, Igor Sechin. Quello stesso Sechin che può vantare solidi rapporti con Rex Tillerson, il numero uno della compagnia petrolifera Exxon indicato dal neo presidente americano Donald Trump come prossimo segretario di Stato.
REX TILLERSON E PUTINREX TILLERSON E PUTIN

LE PROSPETTIVE

C' è un altro aspetto sottolineato da Intesa nella sua dichiarazione rilasciata al termine dell' accordo, ossia che l' operazione avrà un' alta redditività. E solide garanzie. Non un dettaglio per un finanziamento di 5,2 miliardi di euro. In effetti, come ha riportato nei giorni scorsi l' agenzia Reuters, diversi analisti hanno sottolineato come l' acquisto del pacchetto azionario sia avvenuto ad un prezzo significativamente inferiore ad operazioni simili negli ultimi anni. Conseguenza anche delle sanzioni che hanno pesato sul titolo. In operazioni simili, in genere, le azioni sono poste a garanzia del finanziamento, che dunque potrà in qualche modo beneficiare di un eventuale apprezzamento nel caso in cui le sanzioni venissero ammorbidite o eliminate.

Fonte: qui