9 dicembre forconi: 11/07/18

mercoledì 7 novembre 2018

IL MALTEMPO HA SRADICATO UN MILIONE DI ALBERI E 100 MILA ETTARI DI BOSCHI. SE LA REGIONE VENETO AVESSE PIÙ DI 20MILA GUARDIE FORESTALI COME LA SICILIA CI VORREBBERO POCHE SETTIMANE PER RIMUOVERE GLI ALBERI ACCATASTATI

A RISCHIO L’INTERA FILIERA DEL LEGNO



Alessandro Gonzato per “Libero quotidiano”

veneto alberi abbattutiVENETO ALBERI ABBATTUTI
Se il Veneto disponesse di oltre 20 mila guardie forestali come la Sicilia ci impiegherebbe non più di una manciata di settimane a rimuovere e accatastare le centinaia di migliaia di alberi che il maltempo ha abbattuto tra il Bellunese e l'Altopiano di Asiago. La sua gente, anziché lagnarsi e aspettare a braccia conserte l'aiuto dello Stato, sta spalando senza sosta il fango e si dà da fare per riparare le case.

Il Veneto ha le Dolomiti e dispone di un patrimonio verde ben più cospicuo della Sicilia, eppure di forestali ne ha appena cinquecento. Dunque, oltre a dover mettere in sicurezza le abitazioni degli sfortunati abitanti della montagna, a ripristinare l' elettricità e gli acquedotti, la Regione e la Protezione Civile si trovano alle prese anche con la complicata gestione degli alberi abbattuti.

Il vento ha sradicato 100 mila ettari di bosco, il che, oltre naturalmente ad aver provocato un danno paesaggistico enorme, significa che le aziende del settore del legno rischiano di perdere milioni con effetti disastrosi su tutto l'indotto. Molti, superficialmente, in questi giorni stanno collegando la perdita di alberi all' imminente avvio delle festività natalizie, dato che sono crollati soprattutto abeti rossi. Invece a rischio c' è l' intera filiera del legno.

MAGAZZINI VUOTI
maltempo venetoMALTEMPO VENETO
«Questo è il periodo in cui solitamente riempiamo il magazzino» ci dice Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Belluno e titolare della segheria "Traiber" di Val di Zoldo, uno dei comuni più colpiti dal maltempo. «Al momento» aggiunge «non c' è nessun divieto, potremmo proseguire l'attività, ma chi se la sente di entrare in questa distesa di alberi col rischio di causare nuove frane o la caduta di altri massi? In più i tronchi», prosegue, «sono accatastati, anche volendo non si potrebbero tagliare come se fossero stati abbattuti normalmente.

Aspettiamo disposizioni dalla Regione. Bisogna fare in fretta» conclude Scarzanella «perché le segherie locali oggi sono costrette a rifornirsi all' estero a prezzi gonfiati».
Oltretutto dall' Austria si stanno già facendo sotto i primi compratori di legname.

veneto alberi abbattutiVENETO ALBERI ABBATTUTI
La strategia è di acquistare a prezzi fortemente ribassati facendo leva sulla momentanea impossibilità di lavorare da parte delle aziende venete. «Sanno di essere gli unici in grado di comprare» ammette Stefano Colle, titolare dell' omonima segheria di Lentinai, tra Feltre e Belluno.

UN GIORNO COME UN ANNO
«Le segherie austriache più grosse tagliano in un giorno quello che noi tagliamo in un anno. Il prezzo del legno rischia di calare enormemente, nelle aree più pregiate prima poteva costare anche 140-150 euro al metro cubo, ora è difficilissimo dargli un valore. In più con tutti gli alberi a terra diventa anche difficile capirne la proprietà».

zaiaZAIA
Parliamo col presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Non c' è un attimo da perdere. Abbiamo appena finito una riunione tecnica a cui hanno partecipato anche gli esperti dell' Università di Padova. Con un satellite stiamo mappando scientificamente il territorio per prendere le decisioni migliori». Tra le ipotesi c' è quella di affidare a Veneto Agricoltura, ente della Regione, il ruolo di gestore unico della commercializzazione del legname caduto per evitare gli effetti distorti della concorrenza.

veneto maltempoVENETO MALTEMPO






PARASSITI DEL LEGNO

I problemi sono molteplici. In primavera torneranno i parassiti del legno che seccheranno le piante e a quel punto i boschi abbattuti saranno ad alto rischio di incendi. Il Veneto lavora a testa bassa alla ricostruzione ma mette anche il governo di fronte alle proprie responsabilità.

veneto franeVENETO FRANE
«Dato che paghiamo un sacco di tasse ci aspettiamo una bella risposta» dichiara il governatore leghista Luca Zaia. «Attendiamo un primo stanziamento delle somme urgenti, ma soprattutto l'ordinanza di Protezione Civile che dà incarico al commissario e poteri speciali. Il governo finora ci è sempre stato vicino. Molte imprese hanno già iniziato a versare sul conto corrente messo a disposizione dalla Regione rinunciando agli omaggi di Natale».

Fonte: qui

L’ONDA BLU DEI DEMOCRATICI? “È UN’INCRESPATURA” - I “LIBERAL” DOPO 8 ANNI RICONQUISTANO IL CONTROLLO DELLA CAMERA E CERCHERANNO DI METTERE I BASTONI TRA LE RUOTE A TRUMP (CHE SI TIENE IL SENATO) IN TUTTI I MODI


PRATICAMENTE È INIZIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE PER IL 2020 

I DEM SI SPOSTANO SEMPRE PIÙ A SINISTRA. 



MIDTERM: TRUMP PERDE LA CAMERA MA TIENE IL SENATO. COSA SUCCEDE ORA

donald trump iphone 1DONALD TRUMP IPHONE
Non c'è stata l'onda blu dei democratici nelle elezioni di mid-term in Usa. Ma i 'liberal' dopo otto anni hanno riconquistato il controllo della Camera. Il Senato invece è rimasto ai repubblicani. Questo il quadro, secondo le proiezioni dei principali network americani.

Nelle elezioni di metà mandato in Usa, i Democratici hanno strappato la maggioranza della Camera dei rappresentanti dagli Stati Uniti ai repubblicani. Si sono appena chiusi i seggi elettorali sulla costa occidentale, ma le proiezione danno che i democratici hanno vinto nella Camera bassa, conquistando i 23 seggi almeno di cui avevano bisogno per spodestare i conservatori: nonostante ancora manchi il conteggio complessivo, i democratici hanno già strappato almeno una decina di seggi della Camera dei rappresentanti ai repubblicani, probabilmente ne aggiungeranno almeno altri dieci e potrebbero, almeno secondo le proiezioni della Cnn, addirittura strappare 35 deputati al Gop.

donald trumpDONALD TRUMP
Cosa dicono le urne
Anche se il partito del presidente ha storicamente sempre 'sofferto' nelle elezioni meta' mandato - era successo anche ai democratici di Barack Obama nel 2010 - i risultati potrebbe rimodellare il panorama politico per anni, anche in vista della campagna presidenziale 2020.

L'elezione ha messo a nudo le difficoltà dei repubblicani in alcuni distretti in Florida, Denver e Virginia. In Virginia, l'attuale membro del Congresso del partito repubblicano Barbara Comstock ha perso il seggio nella Camera dei rappresentanti per il decimo distretto dello Stato cedendolo alla democratico Jennifer Wexton.

BARACK OBAMABARACK OBAMA
La 'corsa', in un quartiere periferico del nord della Virginia dove Hillary Clinton aveva vinto per 10 punti percentuali nel 2016, era considerata cruciale per le speranze repubblicane di mantenere il controllo della Camera. In Florida, la democratica Donna Shalala si è accaparrata il 27esimo distretto, che era in mano alla repubblicana Ileana Ros-Lehtinen dal 1989, che si è ritirata quest'anno; e la progressista Debbie Mucarsel-Powell ha sconfitto il conservatore Carlos Curbelo nel 26esimo distretto.

Mid term: Trump perde la Camera ma tiene il Senato. Cosa succede ora
donald trumpDONALD TRUMP
I repubblicani avevano fino ad oggi un vantaggio di 235 seggi a 193 nella Camera bassa, con sette seggi vacanti. Ora i democratici puntano ad avere risultati simili alle elezioni di midterm del 2006, quando conquistarono 31 seggi che erano in mano al partito repubblicano sull'onda del malcontento popolare per il presidente George W. Bush e la guerra in Iraq.

"Eccezionale successo stanotte. Grazie a tutti!", ha twittato il presidente Trump. Mid term: Trump perde la Camera ma tiene il Senato.
I Repubblicani difendono il Senato
Manca ancora la chiusura dei seggi sulla costa occidentale del Paese, ma il Grand Old Party è riuscito a strappare ai democratici almeno due seggi, i senatori dell'Indiana e de Nord Dakota; il che indica che potrebbero aumentare la maggioranza risicata detenuta finora (51 a 49) al Senato. Il presidente Donald Trump, sembra soddisfatto: "è stata una buona notte", ha commentato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders.

midterm 4MIDTERM 
Il partito dell'Asinello non è riuscito a vincere la scommessa in Texas dove il democratico Beto Rourke è stato sconfitto dal repubblicano Ted Cruz nella corsa per il Senato. Gli unici sostanziali trionfi al momento per i democratici sono le due prime donne musulmane elette al Congresso, Ilhan Omar e Rashida Tlaib, rispettivamente in Minnesota e Michigan; e la nuova star del Partito democratico, Alexandria Ocasio-Cortez, che ha vinto nel collegio elettorale 14 di New ork ed è stata eletta deputata ad appena 29 anni, la più giovane al Congresso americano.

BERNIE SANDERSBERNIE SANDERS


Andrew Cuomo è stato riconfermato governatore dello Stato di New York, sconfitto lo sfidante repubblicano Marc Molinaro: per lui sarà il terzo mandato, alla pari del padre Mario Cuomo, anche lui a capo dello Stato per tre legislature. E nel suo appassionato discorso della vittoria, Cuomo è sembrato echeggiare la possibilità che si possa candidare per le presidenziali del 2020. Scontata invece la vittoria del repubblicano Greg Abbott, 60 anni, grande sostenitore del presidente Donald Trump, rieletto governatore del Texas: si è aggiudicato senza problemi il suo secondo mandato alla guida dello Stato della stella solitaria battendo lo sfidante democratico Lupe Valdez, sceriffo della contea di Dallas.

Una prima lettura del voto
alexandria ocasio cortez bernie sanders 2ALEXANDRIA OCASIO CORTEZ BERNIE SANDERS
Il miglior segnale per i democratici americani era giunto non tanto dai sondaggi, quanto piuttosto dalla quantità di denaro affluito nelle casse dei loro candidati sotto forma di donazioni private. Soldi provenienti per lo più dal ceto medio.

I repubblicani non sono riusciti a raccogliere nemmeno la metà dei loro fondi. Segno della stanchezza di un Paese verso una politica urlata, che ha in Trump il suo principale interprete. Se queste elezioni sono state un referendum sul Presidente, questi esce non bene dalla sfida (la vittoria dei Repubblicani al Senato era ampiamente prevista), vittima forse delle stesse armi che lo hanno sospinto fino allo Studio Ovale esattamente due anni fa.

Il valzer dell’anatra zoppa
alexandria ocasio cortezALEXANDRIA OCASIO CORTEZ
Il presidente Donald Trump è dunque "un'anatra zoppa" dopo l'elezione di medio termine. Una spaccatura destinata ad incidere sull'agenda politica dei prossimi due anni, con tutti i riflettori già puntati sulle presidenziali del 2020. Trump non potrà lasciarsi alle spalle l'indagine sul Russiagate, ovvero sulle interferenze di Mosca e sulle possibili collusioni tra la sua campagna e il Cremlino nel 2016. Il deputato democratico Adam Schiff, in pole position per guidare la commissione Intelligence della Camera, ha già promesso di rilanciare l'inchiesta sui legami tra il miliardario e la Russia.
elezioni midtermELEZIONI MIDTERM

Le misure del presidente rischiano di naufragare alla Camera. L'Obamacare potrebbe essere salva e i finanziamenti per il muro al confine con il Messico venire meno. Anche i Dreamers, i giovani migranti portati negli Usa da piccoli da genitori clandestini dovrebbero venire tutelati così come non è da escludere una proposta di stretta sulle armi. Le sirene dell'impeachment potrebbero tornare a suonare. La messa in stato di accusa del presidente è proprio una prerogativa della Camera.
nancy pelosiNANCY PELOSI

Spetta tuttavia solo al Senato approvare le nomine, come quelle cruciali dei giudici della Corte Suprema. Prima di tutto pero' i democratici dovranno decidere chi sarà il loro leader. L'italo-americana Nancy Pelosi aveva fatto storia nel 2007 diventando la prima Speaker donna della Camera e sembra ansiosa di tornare al timone ma in seno al parito dell'Asinello c'è chi preme per un cambio generazionale.

Anche nella migliore delle ipotesi per i repubblicani, saranno i democratici da questo momento a dettare i termini dell’agenda politica, costringendo gli avversari e lo stesso inquilino della Casa Bianca a spostarsi verso il centro dello scacchiere politico. È questo il destino che toccò a Ronald Reagan dopo le elezioni di metà mandato del 1982 (addio alla Rivoluzione Conservatrice promessa nel 1980) come a Bill Clinton nel 1994 (fu l’addio al suo progetto di riforma sanitaria e l’inizio di uno spostamento sui contenuti dell’agenda politica conservatrice).

midtermMIDTERM
Ma attenzione: in entrambi i casi i presidenti usciti con le ossa peste dalle urne di metà mandato finirono rieletti a furor di popolo due anni più tardi. Segno che il futuro è di chi sa leggere cosa c’è davvero scritto nelle schede elettorali.

Riformisti 1, Progressisti 0
Non deve essere sottovalutato poi un altro aspetto di questo risultato: all’interno dei democratici il primo test match tra sinistra e centristi lo vincono questi ultimi. Dopo la sconfitta di Hillary Clinton nel 2016 l’ala più progressista (a cominciare dalla materia sociale) del partito è andata rafforzandosi, sulla spinta dell’affermazione politica di Bernie Sanders.
donald trumpDONALD TRUMP

In più di un’occasione la conta all’interno del partito è finita in parità o quasi. Oggi i centristi segnano un punto a loro favore: se avessero vinto i repubblicani alla Camera per loro ci sarebbe stata la pensione anticipata. Oggi invece respirano. Basterà per sopravvivere? Chissà. Ma in politica prima si vive, poi si filosofeggia.

Fonte: qui

“SERVE UNA NUOVA ÉLITE”


PAOLO BECCHI, NEL SUO NUOVO LIBRO “ITALIA SOVRANA”, INVOCA LA ROTTAMAZIONE DELL’ESTABLISHMENT: “PENSARE CHE IL POPOLO, DA SOLO, POSSA BATTERE L’ÉLITE È ILLUSORIO. HA BISOGNO DI FORMARE UNA CONTROELITE CHE SIA IN GRADO DI CONTRASTARE QUELLA DOMINANTE E…”

Estratto del libro “Italia Sovrana” di Paolo Becchi

ELITE CONTRO POPOLO
Per tornare grandi bisogna ricominciare a pensare in grande. E pensare in grande oggi vuol dire iniziare un nuovo Risorgimento, dopo anni di «dominazione straniera». Un nuovo Risorgimento non oppressivo, non calato dall’alto, ma che anzi parta dal basso, dalle comunita locali, e sappia trarre ispirazione da quel modello federale che nel primo Risorgimento risulto sconfitto.
PAOLO BECCHIPAOLO BECCHI

Ma per fare questo ci vorrebbe una nuova elite, simile a quella che Berlusconi e Bossi cercarono di costruire nel loro tempo. Perche senza una visione politica, senza una cultura politica, non si va da nessuna parte.

Nelle discussioni politiche attuali e ricorrente la contrapposizione tra elite e popolo, che pare avere persino sostituito quella tradizionale fra destra e sinistra. Si parla spesso di elite al potere, i cosiddetti poteri forti che di fatto governano sul popolo: pochi dominanti rispetto alla massa, al popolo subordinato. Ma le elite, in realta, sono da intendere al singolare, come una minoranza unica, omogenea e coesiva. Nonostante le molte differenze, Gaetano Mosca e Vilfredo Pareto andavano in questa direzione. A governare e una ristretta elite che perpetua se stessa, unita e impermeabile.
PAOLO BECCHI - ITALIA SOVRANAPAOLO BECCHI - ITALIA SOVRANA

Questo ragionamento presuppone un alto grado di coesione tra chi detiene il potere. Ma cio che emerge nelle nostre societa e nelle nostre democrazie pluralistiche e qualcosa di diverso, che supera la dicotomia, forse troppo semplicistica, elite-popolo. Cerco di spiegarmi.

Non c’e dubbio che oggi esista un’elite transnazionale, deterritorializzata e mondiale che controlla i mercati e la finanza globale. Questa elite e mossa da una logica «marittima», fluida, liquida. Nulla pero vieta che vi si possa opporre la logica «tellurica» di un’altra elite. La prima cosmopolita, la seconda, per cosi dire, di frontiera. La prima globalista, la seconda sovranista.

Non esiste un’unica elite. O almeno, accanto a un’elite dominante se ne puo costruire un’altra in opposizione. Insomma, il conflitto non e solo tra elite e popolo, ma tra elite diverse, fra loro contrapposte.

SALVINI DI MAIOSALVINI DI MAIO
A ben vedere, forse la politica di oggi e proprio que- sto: da una parte, un’elite che deriva il suo potere da coloro che nella societa globalizzata hanno ricchezza e successo; dall’altra, una possibile controelite sovranista che da voce a chi e stato socialmente marginalizzato dalla globalizzazione. Forse dobbiamo essere realisti e affermare che la democrazia diretta e un sogno che si puo realizzare solo in piccole comunita, ma il popolo deve avere almeno la possibilita di scegliere gli uomini che dovranno governarlo.

In Italia questo non accadeva da tempo, e in fondo e vero il significato del voto recente: la parola e stata restituita al popolo dopo le elezioni del 2013, che non ebbero alcun reale vincitore e la cui legislatura si e trascinata illegittimamente il piu a lungo possibile senza di fatto realizzare niente di utile per il Paese. Solo ora le cose sono cambiate, con la vittoria di due schieramenti politici antisistema e la formazione del nuovo governo.

matteo salvini luigi di maioMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO
Le forze politiche, nella loro pluralita, dovrebbero insomma esprimere elite diverse, che concorrono tra loro. E su questa base che si costruisce la democrazia rappresentativa. Pensare che il popolo, da solo, possa battere l’elite e illusorio. Il popolo ha bisogno di formare una controelite che sia in grado di contrastare quella dominante.

Solo il conflitto tra diverse elite conferisce all’elettore il vero potere potestativo, e con il nuovo governo in carica si sta creando lo spazio per la formazione di tale controelite.
Cerchero di chiarirlo meglio in seguito, ma l’idea di un sovranismo debole, di un populismo responsabile, basato cioe sul recupero della propria identita e su un’attenzione particolare alla «questione sociale» del lavoro, potrebbe diventare il leitmotiv di questa controelite, che e tutta da costruire, nonche indispensabile per lanciare un secondo Risorgimento.
Insomma, l’Italia ci riprova.

Fonte: qui

IL SENATO APPROVA IL DECRETO SICUREZZA


IL DL VOLUTO DA SALVINI CHE INTRODUCE RESTRIZIONI AI RICHIEDENTI ASILO È PASSATO (CON LA FIDUCIA) SENZA IL VOTO DEI RIBELLI GRILLINI 





DECRETO SICUREZZA, SÌ DAL SENATO (CON LA FIDUCIA). I RIBELLI M5S NON VOTANO
Dino Martirano per www.corriere.it

salvini decreto sicurezzaSALVINI DECRETO SICUREZZA
Il Senato ha approvato con il voto di fiducia (163 i sì e 59 no) il decreto sicurezza-immigrazione fortemente voluto dalla Lega e dal suo leader Matteo Salvini (cosa c’è nel testo). Il decreto - che introduce un forte giro di vite per i richiedenti asilo e la protezione umanitaria richiesta dai rifugiati e mette a disposizione dei poliziotti, tra l’altro, la pistola elettrica Taser - supera dunque il primo giro di boa e ora passa alla Camera. Hanno votato a favore Lega e M5S, esclusi quattro dissidenti grillini - De Falco, Nugnes, Fattori e Montero- usciti dall’aula al momento del voto.

gregorio de falco 4GREGORIO DE FALCO
Ma mancano all’appello altri 3 voti di grillini: si tratta di Vittoria Bogo Deledda e Michele Giarrusso (che erano in congedo dunque assenti giustificati), Virginia La Mura (assente ma che aveva firmato alcuni emendamenti assieme a De Falco); anche Carlo Martelli ( ex grillino, ora al gruppo misto) e si è astenuto. I senatori di Forza Italia, che apprezza il contenuto del provvedimento, sono rimasti in aula senza votare. Fratelli d’Italia, che pure tifa per il provvedimento sull’immigrazione, ha scelto l’astensione nel voto che, con il nuovo regolamento del Senato, non è equivale più a un voto contrario. Hanno votato contro il Partito Democratico, Liberi e Uguali e le Autonomie.

NUGNESNUGNES
Salvini, dunque incassa il risultato ed esulta esulta: «Ci stiamo lavorando da questa estate. Sono Contento». E ora tocca al M5S avere soddisfazione sulla prescrizione e sul ddl anticorruzione fermo alla Camera perché la Lega si è messa di traverso. Su questo punto Salvini è stato, a parole, accomodante: «Sulla prescrizione chiudiamo tra qualche ora. Tra persone ragionevole una soluzione si trova sempre».

La norma sugli sgomberi
Fratelli d’Italia ha denunciato che dal maxi emendamento approvato con la fiducia, il testo che sostituisce l’intero provvedimento, è saltato il comma che permetteva alle forze di polizia interventi immediati sulle occupazioni degli stabili. «Non ci siamo, questo è un tradimento bello è buono: ai cittadini onesti che aspettavano la loro rivincita, alle famiglie regolarmente in graduatoria per una casa popolare, ai proprietari di case espropriate dai movimenti per l’occupazione e di fatto requisite dallo Stato».
elena fattoriELENA FATTORI

L’imbarazzo del M5S
La dichiarazione di voto nell’aula del Senato del capogruppo del M5S, Stefano Patuanelli, è stata dedicata quasi interamente alla manovra economica, al contratto di governo e al decreto dignità già approvato dal Parlamento. Il rappresentante del M5S ha parlato di economia, occupazione e di delocalizzazione delle industrie. Solo al termine del suo intervento ha dedicato una manciata di secondi al merito del decreto sicurezza e immigrazione annunciando il voto favorevole dei senatori grillini.

Il non voto dei ribelli M5S
Come annunciato i dissidenti del Movimento cinque stelle non hanno partecipato al voto perché ritengono dannoso questo decreto sicurezza-immigrazione. Ma alla fine sono rimasti in quattro: Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori e Matteo Montero. Il comandante De Falco ha motivato il suo allontanamento al momento del voto con queste parole: «Rendere questo decreto aderente al dettato costituzionale era un preciso dovere di questo Parlamento come ci ha ricordato la più alta carica dello Stato. In ogni caso confermo la mia fiducia a questo governo...». Paola Nugnes, invece, è entrata nel merito del decreto, smontandolo pezzo dopo pezzo: «Tutti questi immigrati irregolari non spariranno certo per decreto». Elena Fattori, infine, ha aggiunto: «Questo decreto è contro tutto quello che c’è nel programma dei Cinque Stelle».
STEFANO PATUANELLI M5SSTEFANO PATUANELLI M5S

Il grazie della Lega
Il capogruppo dalla Lega Massimiliano Romeo ha ringraziato il Movimento cinque stelle per il contributo fornito al miglioramento del decreto sicurezza: «Il testo, dunque, non era blindato». Ma poi il capogruppo del Carroccio ha voluto ringraziare anche Forza Italia e Fratelli d’Italia e ha ricordato quando nel 2011 il governo di centrodestra portò a termine 71 mila espulsioni. Per la Lega, «i 100 mila immigrati invisibili che vagano per l’Italia» sono responsabilità dei governi precedenti del Pd che si «sono messi la mano sul cuore salvando tanti immigrati durante le traversate in mare». Alla Lega, poi, ha risposto, Forza Italia: «Lasciate questa alleanza con gente che è di sinistra, seguite l’invito che via ha fatto Silvio Berlusconi. Tornate a casa vostra nel centrodestra».

Il non voto di Forza Italia
salvini decreto sicurezza 1SALVINI DECRETO SICUREZZA 
Forza Italia non ha partecipato al voto perché non intende appoggiare il governo ma apprezza il contenuto del decreto. Maurizio Gasparri: «La fiducia non ve la possiamo dare perché poi ci saranno i compromessi tra Lega e M5S sulla prescrizione e i processi saranno infiniti. Quindi non votiamo la fiducia ma apprezziamo alcune misure di questo provvedimento. La tutela della sicurezza dei cittadini, in particolare. E per questo ci asteniamo dal voto. Noi diciamo sì alla sicurezza ma non al governo perché poi non si dica nei bar italiani che Forza Italia vota contro un provvedimento che punta alla sicurezza dei cittadini». Forza Italia, in particolare, la menta che la fiducia ha impedito di approvare alcuni emendamenti migliorativi: «Come quello - ha spiegato Gasparri - che elimina il reato di tortura che sta affliggendo tanti agenti di polizia. Ma La lega ci ha risposto che la tortura non è nel contratto di governo con il M5S».
davide faraone protesta contro decreto sicurezzaDAVIDE FARAONE PROTESTA CONTRO DECRETO SICUREZZA

Il Pd: «E’ il decreto clandestinità»
Il senatore dem Dario Parrini ha detto che questo «non è il decreto sicurezza ma il decreto clandestinità». E poi ha aggiunto: «È un testo illiberale e in tante parti incostituzionale perché ignora la lettera del Capo dello Stato che lo accompagnava e non rispetta la Costituzione in punti rilevanti quali il rispetto degli obblighi internazionali, la restrizione delle libertà personali, la questione della cittadinanza. Come si può credere che ci sarà più sicurezza senza il rispetto delle libertà civili fondamentali? Se non c’è libertà non c’è sicurezza. Infine, è stato portato avanti da Lega e M5s con prove di arroganza inquietanti. La maggioranza non ha il diritto di svilire il ruolo del Parlamento e di scaricare i suoi contrasti sulle opposizioni. Per tutti questi motivi il Pd vota no».

DECRETO SICUREZZA, L’UFFICIO BILANCIO DEL SENATO: «MANCANO LE COPERTURE»
Marco Galluzzo per www.corriere.it

Potrebbe essere considerata quasi un’inezia, visto il ben più ampio problema di finanza pubblica derivato dallo scontro in atto fra Roma e la Commissione europea sulla manovra economica, ma anche il decreto sicurezza sembra che non rispetti tutte le disposizioni vigenti in termini di copertura e di legislazione corrente di bilancio.

L’approvazione al Senato
matteo salvini con mojitoMATTEO SALVINI CON MOJITO
Come accaduto a proposito della manovra economica, è ancora una volta il Servizio Bilancio del Senato della Repubblica a segnalarlo: «Per i profili di copertura, andrebbe innanzitutto acquisita conferma in merito alle disponibilità relative alle autorizzazioni di spesa ivi indicate», scrivono i funzionari di Palazzo Madama, che aggiungono come vada «evidenziato che il provvedimento non è al momento corredato dall’allegato che evidenzia gli effetti sia in termini di competenza, che in termini di impatto sui saldi di finanza pubblica».

Insomma un modo di legiferare ancora una volta critico, quantomeno lacunoso, almeno a giudizio dei servizi studi del Senato, che si concentrano sulle coperture per svariate decine di milioni di euro che le diverse disposizioni del Decreto sicurezza prevedono attingendo a Fondi speciali sia del ministero dell’Interno che del ministero dell’Economia.

«La circostanza, premesso che disattende ad una precisa disposizione della legge di contabilità (articolo 17, comma 4) – scrivono ancora i funzionari del Senato - rende al momento impossibile a fornire evidenza della compensazione dei maggiori oneri per la finanza pubblica contenuto, nel provvedimento, tenuto in debito conto i diversi criteri di imputazione della spesa in termini di competenza finanziaria e quelli invece come noto previsti in termini di cassa e di competenza economica, per ciascun annualità, in considerazione delle risorse indicate a copertura».
CONTE DI MAIO SALVINICONTE DI MAIO SALVINI

Si evidenzia inoltre che sui fondi per coprire le nuove disposizioni del decreto sicurezza «andrebbe confermata l’esistenza delle relative risorse per ciascuna annualità in gestione libera da impegni già perfezionati o in via di perfezionamento». Insomma è come se il servizio Bilancio del Senato non si accontenti delle indicazioni contenute nel Decreto, ma vorrebbe maggiori certezze, soprattutto da parte della Ragioneria dello Stato.

Andrebbero anche fornite «rassicurazioni» sul funzionamento «ai sensi della legislazione vigente del Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive», visto che parte delle coperture vengono distratte dal Fondo, e dunque mancherebbero adeguate rassicurazioni «sull’adeguatezza delle residue risorse che perverranno al Fondo di solidarietà a fronte della copertura di oneri di funzionamento a carattere permanente e dei fabbisogni di spesa prevedibili».

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GROSSETO: PROVA A STUPRARLA, LEI GLI STACCA LA LINGUA A MORSI


A GROSSETO UNA 52ENNE AGGREDITA NEL PARCHEGGIO DA UN21ENNE EGIZIANO CHE LA PICCHIA, MA ALLA FINE È COSTRETTO A DESISTERE

Stefano Vladovich per il Giornale

tentato stupro grossetoTENTATO STUPRO GROSSETO
Gettata a terra, gli stacca la lingua a morsi. Si salva dallo stupro solo grazie alla sua reazione una 52enne di Grosseto, aggredita nel parcheggio delle mura medicee, in pieno centro storico, poco prima delle 7 del mattino. L' aggressore, un egiziano di 21 anni, in Italia con regolare permesso di soggiorno, adesso è in carcere con le gravi accuse di tentata violenza carnale aggravata e lesioni.

Accade tutto in una manciata di secondi, sulle scale a pochi passi dal varco Ztl del parcheggio Vallo degli Arcieri, quando la donna sta per raggiungere la propria auto per recarsi al lavoro.
È mattina presto, per strada non c' è anima viva. Lo straniero spunta dal nulla, come racconterà la poveretta ai carabinieri, le salta subito addosso ma lei reagisce. Lui prova allora a stordirla assestandole un pugno in pieno volto, quanto basta per farla cadere e gettarsi su di lei. Una volta giù, altri pugni sul naso e sulla mascella. Le strappa pure i vestiti di dosso Elsisi Mohamed Ismail Kamel, questo il suo nome, prima la giacca poi la camicetta, infine la gonna.

E prova a violentarla. La donna resiste lottando a più non posso e, quando il giovane prova a baciarla, lei non ci pensa un solo istante. Un morso con tutta la forza che può e gli lacera la lingua.
stuproSTUPRO
L' uomo urla, la donna ancora di più. Accorre un passante, l' egiziano, sanguinante, non può far altro che darsela a gambe. Il soccorritore lo vede bene in faccia, la sua descrizione alla pattuglia di carabinieri intervenuta sul posto è determinante. L' egiziano viene fermato poco dopo a un isolato da lì, mentre tenta una fuga impossibile fra le stradine attorno il Duomo. La vittima della violenza carnale viene soccorsa immediatamente e trasportata prima al pronto soccorso dell' ospedale Misericordia di Grosseto poi al Cto di Firenze. «La paziente ha subito delle lesioni facciali, a uno zigomo - spiegano i medici fiorentini - che necessitano di un intervento chirurgico in una struttura specializzata».

Il pm, Raffaella Capasso, ha chiesto al gip la convalida del fermo, avvenuta ieri dopo l' interrogatorio di garanzia.
stuproSTUPRO
«È stato accertato - scrive il procuratore - che lo straniero ha scaraventato a terra la donna, piombandole addosso e colpendola con pugni al volto e alla mascella». Per la Procura l' uomo non ha portato a termine la violenza «per cause indipendenti dalla sua volontà. Le ricerche sono state condotte con numerose pattuglie dei carabinieri che hanno permesso, grazie alle indicazioni fornite da una persona che aveva soccorso la vittima, di individuare l' autore della violenza mentre tentava di allontanarsi». 
L' egiziano, sanguinante, viene anche lui portato in ospedale. Ai medici dichiara di esser stato lui vittima di un' aggressione. A inchiodarlo, però, le testimonianze della grossetana e dell' uomo intervenuto in suo aiuto. Per la 52enne è stato attivato il Codice Rosa, ovvero il protocollo della Asl in caso di violenza sulle donne. Immediate le reazioni, a cominciare dal presidente di FdI: «L' ennesimo inaccettabile caso - twitta Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d' Italia -di violenza nei confronti di una donna. Non possiamo fingere di non vedere. Ora basta! Tolleranza zero».

5 Novembre 2018

Fonte: qui