9 dicembre forconi: 12/11/17

lunedì 11 dicembre 2017

Quevedo: «Il default del Venezuela? Non esiste, abbiamo sempre pagato»


Il default del Venezuela? 
Non esiste per Manuel Quevedo, il nuovo uomo forte del petrolio, appena insediato alla guida del ministero del Petrolio e della compagnia statale Pdvsa: «Abbiamo sempre pagato e continueremo a farlo», assicura il generale, avvicinato dal Sole 24 Ore alla prima uscita internazionale, a pochi giorni dalla nomina da parte del presidente Nicolas Maduro.
Fino all’ultimo minuto non era chiaro se Quevedo avrebbe partecipato al vertice Opec di venerdì scorso a Vienna. E quando è arrivato al quartier generale dell’Organizzazione, direttamente dall’aeroporto, è stata una sorpresa: niente divisa militare, ma un elegante completo blu di taglio sartoriale, camicia celeste e cravatta rosso-arancio.
Quevedo non si è risparmiato i prevedibili slogan politici, denunciando «manipolazioni» e «cospirazioni» (ovviamente con regia statunitense) all’origine della gravissima crisi del Venezuela. Ma le sue accuse appaiono comunque circostanziate e confermano le informazioni raccolte dal Sole 24 Ore presso fonti di Euroclear, la camera di compensazione europea, secondo cui Caracas avrebbe in effetti pagato tutte le cedole (comprese quelle per cui è andata in default), ma i fondi non sarebbero stati trasferiti agli obbligazionisti perché «invischiati in un meccanismo finanziario farraginoso».
«Ogni volta che c’e stata una scadenza abbiamo reso subito disponibile il denaro – assicura Quevedo –. Ma tutte le volte che si avvicina la data, allora comincia la cospirazione per far si che i pagamenti siano ritardati, comincia tutto un maneggio per far vedere che noi non stiamo pagando puntualmente».
«Noi abbiamo disponibilità di risorse, flussi di cassa sufficienti e produzione per pagare», insiste il generale, riferendosi alla compagnia Pdvsa, che – pur tra mille difficoltà – è ancora operativa
«Quando avviamo il trasferimento del denaro però la banca, per ordine degli Stati Uniti, inizia una operazione di blocco. Dicono che non l’hanno ricevuto, informano i creditori che il Venezuela andrà in default e così inizia un’ondata di rumor sulla nostra patria».
Quevedo accusa anche le agenzie di rating internazionali, come Standard & Poors’ e Fitch, che dopo il mancato pagamento di circa 400 milioni di dollari hanno dichiarato il «default selettivo» sul debito sovrano e su quello di Pdvsa. «Il rischio è manipolato per ragioni politiche e non valuta la salute finanziaria di Pdvsa – protesta il generale –. Pdvsa funziona, ha di che pagare e lo facciamo, non abbiamo mai saltato una volta, ma se il rischio è manipolato, è chiaro che subiamo una diminuzione del rating». 
Quevedo non nega i problemi di Pdvsa, la cui produzione di greggio a causa della crisi è crollata ai minimi da trent’anni sotto 2 milioni di barili al giorno. 
«Abbiamo la capacità di produrre anche un milione di barili al giorno in più – assicura – ma a patto che la nostra industria sia moderna ed efficiente. È per questo che abbiamo deciso di ristrutturare Pdvsa: per renderla efficiente».
Proprio durante il vertice Opec è arrivata la notizia dell’arresto dei due funzionari che un tempo ricoprivano gli incarichi assegnati a Quevedo: Eulogio Del Pino, che era ministro del Petrolio, e Nelson Martinez, che guidava Pdvsa. Entrambi avevano goduto di grande fiducia, prima da parte di Hugo Càvez, morto nel 2013, poi da parte di Maduro. Ma anche loro sono finiti in disgrazia, coinvolti nell’inchiesta anti-corruzione che ha già portato in carcere almeno altri 60 dirigenti della compagnia petrolifera: secondo gli oppositori del regime, si tratta di una purga politica, che tra l’altro avrebbe colpito anche un altro potentissimo ex ministro del Petrolio, Rafael Ramirez, che fonti Reuters sostengono sia stato rimosso dall’incarico di ambasciatore Onu.
«C’era un piano orchestrato», spiega Quevedo, intervistato prima che fosse reso noto l’arresto di Del Pino e Martinez. «Volevano che si ripetesse quello che era già successo in Venezuela nel 2002-03, un golpe contro il presidente Chavez. Stavolta c’era un piano per far declinare la produzione, ma sono stati scoperti».

Del Pino è accusato di malversazioni relative a Petrozamora, joint-venture tra Pdvsa e Gazprombank, che secondo gli inquirenti avrebbero causato la perdita di 15 milioni di barili di greggio e danni patrimoniali per mezzo miliardo di dollari. Anche l’Eni è presente in Venezuela attraverso varie jv». Ma Quevedo rassicura: «La nostra alleanza prosegue nel modo migliore, il lavoro coordinato nelle imprese miste sta funzionando. C’erano degli infiltrati nella parte venezuelana, ma per adesso non è emerso nulla. Ogni volta che facciamo alleanze strategiche internazionali ci sabotano immediatamente. Ma gli investimenti in Venezuela sono sicuri e sono protetti dalla legge in caso di contenzioso».
5 Dicembre 2017
Fonte: qui

PUTIN HA ORDINATO L'INIZIO DEL RITIRO DELLE TRUPPE RUSSE DALLA SIRIA

BLINDATO AL POTERE ASSAD E SCONFITTO IL CALIFFATO, LA RUSSIA RIPORTA A CASA I SUOI SOLDATI

1 - PUTIN IN SIRIA, INCONTRA ASSAD

(ANSA) - Il presidente russo Vladimir Putin ha visitato questa mattina la base aerea russa di Hmeimim, in Siria, dove ha incontrato il presidente siriano Bashar al Assad e il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu. Lo riferisce la Tass.

2 - PUTIN ORDINA RITIRO TRUPPE RUSSE

ASSAD PUTINASSAD PUTIN
(ANSA) - Vladimir Putin ha ordinato l'inizio del ritiro delle truppe russe dalla Siria: lo riporta la tv filo-Cremlino Russia Today riferendo di una visita a sorpresa del presidente russo nella base aerea russa in Siria di Hmeimim. "Ordino al ministero della Difesa e al capo di Stato maggiore di iniziare il ritiro del contingente militare russo verso le basi permanenti", ha detto Putin agli ufficiali, secondo quanto riporta la Tass. "Negli ultimi due anni - ha dichiarato il leader del Cremlino - le forze armate russe e l'esercito siriano hanno sconfitto il gruppo più combattivo dei terroristi internazionali. A questo proposito - ha proseguito Putin - ho preso una decisione: una parte considerevole del contingente russo schierato nella repubblica araba siriana tornerà a casa, in Russia".

Fonte: qui

IL GIUDICE MARIO PAGANO, MAGISTRATO AL TRIBUNALE DI SALERNO, IN SERVIZIO A REGGIO CALABRIA, È AGLI ARRESTI DOMICILIARI AL TERMINE DI INDAGINI DELLA PROCURA DI NAPOLI


PER I PM SI SAREBBE ADOPERATO NEL TEMPO PER FAVORIRE IMPRENDITORI AI QUALI ERA LEGATO DA CONSOLIDATI RAPPORTI DI AMICIZIA 

LA STORIA

(ANSA) - Il giudice Mario Pagano, già magistrato del Tribunale di Salerno, attualmente in servizio presso il Tribunale di Reggio Calabria, è agli arresti domiciliari al termine di indagini disposte e coordinate dalla Procura di Napoli. Secondo la Procura, Pagano "si sarebbe adoperato nel tempo per favorire imprenditori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia, trattando cause riferibili a tali amici con esito favorevole per questi ultimi" e "ricevendo dagli imprenditori utilità varie".

Pagano è uno dei sette destinatari delle ordinanze cautelari disposte dal Gip di Napoli: due ai domiciliari, quattro applicative del divieto di dimora ed una applicativa dell'obbligo di dimora. Ai domiciliari anche il funzionario giudiziario Nicola Domenico Montone. Divieto di dimora nei confronti degli imprenditori Luigi Celestre Angrisani, Riccardo De Falco, Giovanni Di Iura e Roberto Leone ed infine obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti del consulente fiscale Antonio Piluso.

magistratiMAGISTRATI
Secondo il quadro indiziario descritto nell'ordinanza cautelare, Pagano avrebbe "omesso di astenersi" dalle cause in questione "nonostante lo specifico obbligo imposto dalla legge e, prima ancora, adoperandosi perchè tali cause venissero assegnate a lui". Tra le utilità che gli sarebbero state corrisposte, "somme indebite a beneficio della società Polisportiva Rocchese (di cui - scrive il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino - direttamente e comunque per il tramite di congiunti, era responsabile) e, in altri casi, di forniture varie (cucine, impianti di climatizzazione) a beneficio di un agriturismo in Roccapiemonte riferibile allo stesso magistrato (quale contitolare di fatto della società Eremo, proprietaria della struttura) ed a componenti del suo nucleo familiare".

Fonte: qui

ITALIA NELLA MORSA DEL FREDDO: STRADE CHIUSE E TRENI IN TILT

AL SUD LE ONDE BLOCCANO I TRAGHETTI 

LA PENISOLA SOTTO IL PIUMONE: ALLARME ARANCIO IN LIGURIA, VIABILITA’ IN TILT IN CAMPANIA 

IL VENTO SPAZZA IL VESUVIO 


maltempoMALTEMPO
Il maltempo piomba sull'Italia. Situazione critica soprattutto al Nord, in particolare in Piemonte e Liguria, dove la Protezione civile ha diramato un'allerta meteo di livello rosso. Neve e pioggia ghiacciata causano disagi. Dopo i primi fiocchi a Milano, questa mattina la neve è arrivata anche a Torino, dove sono previsti 3-6 centimetri di neve in pianura e 5-10 centimetri in collina. L’Arpa regionale conferma anche per oggi un’allerta gialla. Chiusa l'autostrada Torino-Savona dopo tamponamenti per la pioggia ghiacciata. Sulla Torino-Aosta bloccati rimandati indietro i tir diretti verso il tunnel del Monte Bianco.

Problemi non solo su strade e autostrade. In alcune zone, in tilt anche i collegamenti ferroviari. Il traffico dei treni è infatti rallentato su alcuni punti della rete ferroviaria nazionale. Ad annunciarlo è Rete Ferroviaria Italiana. Rfi ha anche diffuso la mappa della situazione nelle regioni interessate dal maltempo: in Valle d’Aosta sulla Linea Ivrea-Aosta: riduzione dei servizi come previsto dal Piano neve. In Liguria sulle Linee Genova-Acqui Terme e Genova-Busalla-Arquata rimangono sospese al traffico ferroviario. In Liguria-Lombardia sulla Linea Milano - Genova via Mignanego: causa gelo nell’ambito della stazione di Ronco Scrivia circolazione fortemente rallentata.

maltempo 1MALTEMPO 
In Emilia Romagna/Toscana sulla Linea Bologna - Prato: dalle ore 5.30 circolazione fortemente rallentata. In Emilia Romagna/Liguria sulla Linea Parma - La Spezia: traffico sospeso tra Pontremoli e Parma con attivazione servizi sostitutivi con bus. Rete Ferroviaria Italiana, Gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, comunica inoltre che "il servizio potrà ridursi qualora la situazione dovesse peggiorare oltre le normali condizioni di circolabilità, in base alle previsioni meteorologiche della Protezione Civile".

Rfi invita a tenersi informati sulla situazione della circolazione dei treni in relazione all’evolversi delle condizioni meteorologiche, anche attraverso il sito web rfi.it e i mezzi di informazione del Gruppo FS Italiane: FSnews.it, FSNewsRadio dal sito web FSItaliane.it, e su twitter @Lefrecce e @FSnews_it.

LIGURIA

treni maltempoTRENI MALTEMPO
Problemi e disagi anche in Liguria, dove fino alle 23 è in vigore l'allerta meteo di livello rosso diffusa dalla Protezione civile e diramata da Arpal per tutto il Levante, nel Tigullio e nello Spezzino, dove questa mattina le scuole rimarranno chiuse. L'allerta rossa per piogge e temporali è scattata alla mezzanotte per quanto riguarda i bacini medi e grandi lungo la costa da Portofino fino al confine con la Toscana, compresa tutta la provincia della Spezia e l'entroterra di Valfontanabuona e Valle Sturla.

Sullo stesso territorio per i bacini piccoli rimarrà in vigore invece l'allerta arancione fino alle 23.59. Allerta arancione in vigore anche sull'entroterra di levante, in Valle Scrivia, Val d'Aveto e Val Trebbia, dalle 12 si salirà al livello rosso. A Genova dalle 9 di questa mattina è scattata l'allerta arancione che rimarrà in vigore fino alle 23.59 su tutte le classi di bacini: scuole aperte mentre sono sospese nel capoluogo ligure le attività in esterno, rinviato anche il match Genoa-Atalanta in programma allo stadio Ferraris.

maltempo AostaMALTEMPO AOSTA
Lo stesso livello di criticità arancione coinvolgerà anche il resto del territorio compreso tra le province di Savona e il genovesato, sulla costa da Spotorno a Camogli comprese le vallate, Val Polcevera e Alta Valbisagno. Le scuole rimarranno chiuse anche a Savona dove il sindaco Ilaria Caprioglio ha emesso un'ordinanza che dispone per tutta la giornata la sospensione dell'attività didattica di tutte le scuole e istituti scolastici, sia pubblici che privati, di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido e il campus universitario, ubicati sul territorio comunale di Savona.

Nel ponente estremo, sulla costa fino a Noli compresa l’intera provincia di Imperia e la valle del Centa, in vigore il livello di allerta arancione sui bacini medi e grandi dalle 9 di oggi, gialla invece sui bacini piccoli, fino alle 23.59. Criticità gialla invece nell'entroterra savonese e in Valle Stura fino all'alta Val Bormida, a partire dalle 12 di oggi. A preoccupare sono però anche il gelo nell'interno e le mareggiate lungo la costa. Venti da sud, in rinforzo con raffiche di burrasca forte, porteranno ad un ulteriore aumento del moto ondoso fino a molto agitato con probabili mareggiate intense su tutte le coste.Nella notte e fino alle prime ore della mattina il fenomeno delle gelate ha interessato diverse zone dell'entroterra, andate sotto zero.

Treno maltempo1TRENO MALTEMPO1
Grosse difficoltà nel genovesato fino al confine con il Piemonte in particolare sulla strada del Turchino e per i treni della linea Genova-Ovada: alberi caduti sul tracciato ferroviario con rallentamenti forti e strade provinciali impraticabili per nevischio e ghiaccio. Chiusa anche la provinciale del Faiallo. Nel savonese sull'autostrada A6 dalle 7 di questa mattina è stato chiuso il tratto da Savona a Ceva, inagibile per formazioni di ghiaccio sull’asfalto e sulla viabilità ordinaria chiusa anche la provinciale del colle di Cadibona.In Valbormida, nell'interno del savonese, temperature sotto lo zero e ghiaccio sulle strade. Da ieri sera è chiusa la provinciale 52 tra Bardineto e Calizzano. Sull'autostrada A7, Milano-Genova, sono in azione i mezzi spargisale nel tratto tra Bolzaneto a Serravalle.

CAMPANIA
Disagi anche al Sud. In Campania, Anas comunica che, in considerazione dell’allerta meteo diramata dalla Protezione Civile, rimane chiuso al traffico il tratto della strada statale 145 “Sorrentina” dallo svincolo di Castellammare Ospedale (km 3,600) a quello di Castellammare Villa Cimmino (km 9,700), comprese le gallerie ‘Varano’ e ‘Privati’, in provincia di Napoli.

maltempo mareggiate 1MALTEMPO MAREGGIATE 
Nel rispetto di quanto precedentemente comunicato da Anas lo scorso 22 novembre, in occasione del ripristino della transitabilità lungo la tratta stradale, l’interdizione al traffico è necessaria per motivi di sicurezza legati al limitato deflusso delle acque di monte, per effetto della ridotta sezione di scorrimento delle acque del torrente ‘Rivo Calcarella’, a seguito del franamento della ripa posta a valle, occorsa in conseguenza delle eccezionali precipitazioni dello scorso 6 novembre.

La riapertura del tratto stradale e il conseguente ripristino della regolare circolazione (sempre nella fascia oraria compresa tra le 6.30 e le 22.00, con la presenza della sorveglianza permanente) verranno effettuati in relazione alla cessazione della allerta meteo. Il traffico utilizza i percorsi alternativi precedentemente impiegati, ovvero viabilità locale ed ex strade statali 366 “Agerolina” e 145.

maltempo mareggiateMALTEMPO MAREGGIATE
Collegamenti a singhiozzo nel golfo di Napoli a causa delle avverse condizioni meteomarine. Il forte vento che sta sferzando le coste della Campania e il mare molto agitato hanno costretto allo stop gran parte degli aliscafi e dei traghetti che collegano i porti di Napoli, Pozzuoli e Sorrento con le isole Ischia, Procida e Capri.

SICILIA

In Sicilia, annullate le corse per Egadi e Ustica. Siremar rende noto che "a causa del persistere delle avverse condizioni metereologiche le corse mattutine da Trapani per le Egadi e da Palermo per Ustica sono state annullate".

Fonte: qui

Marx, Robotics, And The Collapse Of Profits

Whatever commoditized robots can produce is no longer profitable; rather, the production destroys capital.
Yesterday I discussed how robots only do work that's profitableas any enterprise buying, programming and maintaining robots to do unprofitable work will soon be out of business.
What few observers seem to grasp is that automation goes through two distinct stages of profitability: when robots/automation first replace high-cost human workers, profits soar. Observers then draw projections based on the belief that these initial profits will continue essentially forever.
But this initial boost phase of profits gushing from automation is short-lived; as the tools of automation are themselves commoditized and become available to anyone on the planet with some capital and ambition, lower cost automated competitors come to market, destroying the pricing power of the first adopter.
Once an enterprise is competing only with other automated enterprises, profits fall to near-zero as lower cost competitors emerge. Competitive advantages are small once a field has been commoditized/globalized, and there is little pricing power left except for brands that establish some cache people will pay extra to have and hold.
But everything that's been commoditized will no longer be profitable, as the competitive advantage of replacing human workers with robots vanishes once competitors have also replaced their human workers with robots.
Karl Marx described this dynamic of profits cratering and then vanishing in the 19th century. Marx described the consequences of over-investment in commoditized production and the resulting over-capacity: when anyone with access to investors or credit can buy the same machinery—that is, the machines are interchangeable commodities such as sewing machines, power looms, etc.--the capacity to produce rises as every competitor attempts to lower the unit cost of each product by producing more.
In other words, the only competitive advantage in an economy of commoditized machines and products is to increase production by over-investing in productive capacity. If competition has lowered the price of products, those who can double their production will achieve profitable economies of scale.
Over-investment and overcapacity are intrinsic dynamics of production; those who fail to invest heavily in increasing capacity will become unprofitable. Once their capital is destroyed, they vanish in insolvency.
Robot
As Marx explained, every enterprise is driven to pursue the same strategy, and the end result is massive over-investment and overcapacity. The flood of products overwhelms demand, and prices fall below the production costs.
Over-investment leads to overcapacity that devalues whatever is being produced.
This leads to a counter-intuitive result: over-investment destroys capital.
The naïve faith that robots will generate so much wealth that humans will have no work has it backward: over-investment in commoditized robots and their commoditized production will destroy capital, not create it.
Recall that enterprises don’t have profits, enterprises only have expenses. Robots will never be free, due to their intrinsic complexity and use of resources and energy. As robots and other tools of automation become commodities that anyone can buy, whatever robots can produce is devalued accordingly.
In other words, whatever commoditized robots can produce is no longer profitable; rather, the production destroys capital.
This leads to a startling conclusion: this destruction of capital must be subsidized by taxing whatever is still profitable, i.e. whatever cannot be commoditized or automated.
In other words, enterprises profiting from human labor that can’t be replaced by commoditized (interchangeable) robots will be subsidizing intrinsically unprofitable robotic production that destroys capital.
Exactly how will all these robots create unimaginable wealth when every moment they’re in production they’re destroying capital? It will fall to the remaining profitable enterprises and their human employees to subsidize the capital-destroying robots.
Robots can only perform profitable work, and in a fully commoditized production chain, very little production will be profitable. This raises a question: who will subsidize all the unprofitable robots? Who will buy them, program them, repair them and energize them? Who will subsidize all this capital-destroying work performed by robots?
The overcapacity intrinsic to automation destroys financial capital, globalized commoditization destroys social capital, and overconsumption destroys the planet’s natural capital.
The fantasy that robots will do all the work of stripmining the Earth to provide for our endless overconsumption, and generate vast profits doing so, is just another manifestation of an intrinsically destructive and unsustainable Mode of Production.

GLI ALTOATESINI SCRIVONO AL NUOVO PREMIER AUSTRIACO: ''VOGLIAMO LA DOPPIA CITTADINANZA, CI SENTIAMO PIÙ AUSTRIACI''.

TROPPI FONDI PUBBLICI (ITALIANI) DANNO ALLA TESTA 
LA LETTERA BIPARTISAN DI 19 CONSIGLIERI PROVINCIALI (SU 35) 
SOLO CHE GLI ITALIANI STRACCIONI CHE GLI PAGANO STIPENDI, SCUOLE E STRADE ...
Letizia Tortello per ''La Stampa''

Luis DurnwalderimagesLUIS DURNWALDERIMAGES
«Gli altoatesini hanno perso la loro cittadinanza austriaca con l' annessione involontaria dell' Alto Adige da parte dell' Italia. Il recupero della cittadinanza sarebbe ora un atto di riparazione». 

Inizia così, con frasi che per gli altoatesini significano rimediare ad un' ingiustizia storica, la lettera che 19 consiglieri provinciali su 35 hanno inviato a fine novembre al primo ministro austriaco, il popolare Sebastian Kurz, e al suo alleato della destra Strache, per chiedere di inserire nelle trattative di governo la questione mai risolta della loro doppia nazionalità.

Gli italiani del Sud Tirolo tornano a spingere di ottenere anche il passaporto austriaco. Lo chiedono «con uno spirito europeista», tengono a precisare. E mai come ora sono fiduciosi che qualche cosa si muoverà, visto che la destra ha conquistato l' Austria e sono arrivati al potere al fianco dei popolari dell' Övp (il partito di Kurz) i nazionalisti dell' Fpö.
STRACHE KURZSTRACHE KURZ
La doppia cittadinanza ai sudtirolesi era nel programma di Strache in campagna elettorale, e l' Övp non è contrario a priori.

Per questo, la lettera sottoscritta da 7 consiglieri di maggioranza della Südtiroler Volkspartei (Svp) e da 12 consiglieri delle opposizioni, tra cui gli indipendentisti dei Die Freiheitlichen e il Movimento 5 Stelle, non è caduta nel vuoto. A loro si sono aggiunti, con un' altra lettera, politici ed ex politici di peso, come lo storico ex presidente della provincia Durnwalder, che si dice «finalmente più ottimista. Noi siamo una minoranza austriaca, non c' è niente da fare». Per quanto la sua idea sia lontana dall' irredentismo e da spinte di «secessione dall' Italia».
KURZ 1KURZ 1

Le trattative con Kurz e Strache, dunque, sono aperte. I due leader hanno comunicato che vorrebbero giurare per il nuovo governo entro il 20 dicembre. Anche per la discussione preliminare sulla doppia cittadinanza, che sembra essere in calendario, sarebbe questione di giorni: «Incontrerò Kurz a breve - spiega Philipp Achammer, presidente dell' Svp -. Confidiamo che qualcosa verrà formalizzato, almeno una prima apertura». Per lui «la doppia cittadinanza italiana e austriaca è una questione emotivamente importante, non siamo revisionisti, piuttosto europeisti».
heinz christian stracheHEINZ CHRISTIAN STRACHE

A dargli manforte c' è anche il presidente della regione del Trentino-Alto Adige/Südtirol, Arno Kompatscher, che parla di una decisione «dall' altissimo valore emozionale». E guai a parlare di «spirito neoaustrungarico»: quello l' Svp lo lascia ai movimenti indipendentisti altoatesini, che chiedono per la provincia autonoma ancora più indipendenza.

Con l' occasione dell' Fpö al potere, i Freihetlichen sognano infatti che la doppia cittadinanza sia un primo passo per autodeterminarsi di più. Lo spiega Andreas Leiter-Reber, leader del partito: «La doppia cittadinanza sarebbe un' assicurazione». Per che cosa? «Per la nostra autonomia. Non è un passo indietro verso l' Austria, ma un passo avanti per poterci gestire su più fronti, dalle tasse, alla polizia. Da qui, vediamo purtroppo tutti i giorni come sta andando l' Italia».
DURNWALDERDURNWALDER

Ma per chi abita nella provincia più settentrionale del Belpaese, che è a maggioranza di lingua tedesca, quali sarebbero veramente i vantaggi di una cittadinanza austriaca? I diritti acquisiti, qualora l' Austria accettasse, sono tutti da discutere: a partire dal voto, che genererebbe il problema della rappresentanza nel parlamento nazionale a Vienna (nel Nationalrat non ci sono deputati che risiedono all' estero), alla «possibilità di fare il servizio militare» (che in Austria è ancora obbligatorio), dice Leiter-Reber.

Di certo, per la causa è l' identità a giocare il ruolo più importante: «Basta guardare le nostre città - ricorda l' ex parlamentare italiano Siegfried Brugger -, sono ben più simili alle città medievali ungheresi o cecoslovacche, che a quelle del centro Italia, questo nessuno lo può negare». Fonte: qui
ALTO ADIGE - CARTELLI STRADALI IN DUE LINGUEALTO ADIGE - CARTELLI STRADALI IN DUE LINGUE

L'ANTIFASCISMO È IL NUOVO OPPIO DEI POPOLI


IL FILOSOFO COMUNISTA ZIZEK: ''I PROGRESSISTI USANO LO SPAURACCHIO FASCISTA PER OCCULTARE I PROPRI FALLIMENTI E RICATTARE MORALMENTE GLI ELETTORI: O VOTI ME, O SEI UN TRADITORE DELLA DEMOCRAZIA'' 

COSÌ, INSEGUENDO 4 FACINOROSI NOSTALGICI NON DEVONO OCCUPARSI DI IMMIGRAZIONE, CRISI ECONOMICA, ISLAM RADICALE, DISOCCUPAZIONE E PRECARIETÀ

Riccardo Torrescura per ''La Verità''

SLAVOJ ZIZEKSLAVOJ ZIZEK
Contestare da destra la paranoia antifascista non è mai semplice: si viene accusati di essere di parte nonché ottenebrati dall' ideologia. Ecco perché vale la pena di citare ciò che ha scritto sul tema un comunista d' acciaio. L' uomo di cui stiamo parlando è il filosofo sloveno Slavoj Zizek, la cui ultima pubblicazione italiana consiste in un corposo saggio sull' attualità di Lenin.

Siamo di fronte a un insospettabile, dunque. A un pensatore che, per quanto fuori dagli schemi, si colloca con decisione sull' altra sponda del fiume rispetto al fascismo.

donald e marlaDONALD E MARLA
Ebbene, Zizek ha appena pubblicato sul quotidiano britannico The Independent un articolo bollente sul movimento antifascista. «Un nuovo spettro sta perseguitando la politica progressista in Europa e negli Stati Uniti, lo spettro del fascismo», scrive.

«Trump negli Stati Uniti, Le Pen in Francia, Orban in Ungheria: sono tutti demonizzati come il nuovo male contro cui dovremmo unire tutte le nostre forze. Ogni minimo dubbio e riserva è immediatamente giudicato un segno di collaborazione segreta con il fascismo». 

L' analisi è più che corretta e si può tranquillamente allargare alla situazione del nostro Paese.

A leggere i quotidiani degli ultimi giorni, infatti, sembra che il «pericolo fascista» sia più grave che mai. Un po' ovunque spuntano movimenti para nazisti e fanatici del totalitarismo, contro cui i movimenti progressisti - Partito democratico in primis - invitano a combattere. Chiunque si rifiuti di scendere in campo viene immediatamente etichettato come «traditore dell' Italia» (la definizione è del direttore di Repubblica, Mario Calabresi).
SLAVOJ ZIZEKSLAVOJ ZIZEK

Motivo per cui politici di vario ordine e grado stanno facendo professione di fede democratica, dichiarandosi pubblicamente «antifascisti», onde non venire sospettati di intelligenza col nemico. Un esempio lampante è il sindaco di Roma, Virginia Raggi, che ieri ci ha tenuto a ribadire «la forte natura antifascista del Movimento 5 stelle». 

Ecco, secondo Slavoj Zizek, forme simili di antifascismo sono il nuovo «oppio dei popoli».

«L' immagine demonizzata di una minaccia fascista», spiega il filosofo, «serve chiaramente come nuovo feticcio politico, feticcio nel semplice senso freudiano di un' immagine affascinante la cui funzione è di offuscare il vero antagonismo». A parere di Zizek, la «figura del fascista» serve ai liberal per «nascondere le situazioni di stallo alla base della nostra crisi». In sostanza, dice il pensatore sloveno, lo spauracchio del fascismo di ritorno è utilizzato per compattare il fronte progressista. «In Francia ogni scetticismo di sinistra su Macron fu immediatamente denunciato come sostegno alla Le Pen».

matteo salvini e marine le pen ballano in pista 14MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN BALLANO IN PISTA 
In questo modo, i democratici riescono a tamponare le falle interne e a non avere i proverbiali «nemici a sinistra».
«Quando ho richiamato l' attenzione su come parti della destra identitaria stavano affrontando i problemi della classe lavoratrice trascurati dalla sinistra liberal», spiega Zizek, «sono stato, come previsto, immediatamente accusato di invocare una coalizione tra sinistra radicale e destra fascista».

Sta avvenendo una cosa simile anche in Italia. Il Pd perde i pezzi, e non trova altro modo per recuperare consensi che evocare le minacciose forze della reazione in agguato. In questo modo, ottiene un duplice risultato: può invocare la repressione contro gli avversari politici e, allo stesso tempo, richiamare all' ordine i potenziali elettori delusi.

matteo salvini e marine le pen ballano in pista 13MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN BALLANO IN PISTA 
«La triste prospettiva che ci attende», chiosa Zizek, «è quella di un futuro in cui, ogni quattro anni, saremo gettati nel panico, spaventati da una qualche forma di "pericolo neofascista", e in questo modo ricattati, affinché esprimiamo il nostro voto per il candidato "civilizzato" in elezioni prive di significato. [...] Nel frattempo, potremo dormire nell' abbraccio sicuro del capitalismo globale dal volto umano(neo-liberismo). L' oscenità della situazione è da mozzare il fiato: il capitalismo globale ora si presenta come l' ultima protezione contro il fascismo, e se cerchi di farlo notare sei accusato di complicità con il fascismo. Il panico antifascista di oggi non porta speranza, uccide la speranza».

A dire tutto questo è un acerrimo avversario dei movimenti populisti e identitari.
RENZI ORBANRENZI ORBAN
Un avversario che ha il pregio di essere, oltre che lucido, anche onesto. Zizek, infatti, sostiene che la sinistra dovrebbe misurarsi sullo stesso terreno battuto dalla «destra alternativa», recuperando consensi attraverso un confronto davvero democratico. Secondo lui, la sinistra può battere i populisti solo tagliando i ponti con le assurdità politicamente corrette e ricominciando a occuparsi davvero dei lavoratori, dei problemi causati dalla globalizzazione e dal capitalismo finanziario senza regole. Nella sua prospettiva, la caccia al fascista è solo una scorciatoia vigliacca per evitare di affrontare la realtà.

Il fatto è che ha ragione

Il Pd, Repubblica e compagni vari possono fare tutte le campagne «antifasciste» che vogliono. 

Ma prima o poi dovranno spiegare ai loro lettori/ elettori come si risolve il caos dell' immigrazione, come si fa a uscire sul serio dalla crisi economica, come si combatte la minaccia dell' islam radicale, come si fronteggia l' aumento spaventoso della disoccupazione e della precarietà. 
Tutte questioni per cui, oggi, i progressisti non hanno soluzioni (e, quando le hanno, non sono efficaci). Il «ritorno del fascismo» potrà distrarre i cittadini per qualche settimana, ma poi i nodi arriveranno al pettine.
MERKEL ORBANMERKEL ORBAN

Verrà il giorno in cui i cari compagni non potranno più dare la colpa dei loro fallimenti al Duce. E, per loro, saranno guai seri.

Fonte: qui