9 dicembre forconi: 05/21/18

lunedì 21 maggio 2018

BENVENUTI NELL’INFERNO DEL BRASILE, DOVE LE PRIGIONI SONO GESTITE DA GANG DI ASSASSINI E STUPRATORI E LE DROGHE SONO INTRODOTTE DAGLI AGENTI

LE CHIAVI DELLE CELLE SONO NELLE MANI DEI BOSS, CHE VIOLENTANO E UCCIDONO CHI NON RISPETTA LE REGOLE DELLA GIUNGLA

I prigionieri sborsano una tassa settimanale e se non lo fanno vengono uccisi. Chi non si può permettere il “barraco”, dorme a terra nei corridoi. I “chaveiros”, che possiedono le chiavi, hanno stanze private con tv e servitù. 

Gli stupratori non indossano mai i profilattici, perciò qui il livello di HIV è altissimo, 42 volte maggiore rispetto al resto del Brasile...

Jay Akbar per “Mail On Line”

Le galere dello stato di Pernambuco, in Brasile, sono covi iniqui e senza legge gestiti da detenuti che vendono crack e cocaina all’interno e uccidono chiunque non saldi i debiti. I capi delle prigioni sovraffollate temono i detenuti e cedono il controllo ai più pericolosi, chiamati “chaveiros”, che mantengono l’ordine nelle varie zone.

spari e stupri nelle prigioni di pernambucoSPARI E STUPRI NELLE PRIGIONI DI PERNAMBUCO
La autorità danno il lavoro ad assassini, stupratori e spacciatori perché sono quelli che ottengono il rispetto degli altri. Lo ha raccontato un recluso allo “Human Rights Watch” (HRW). Le quattro galere di Pernambuco hanno una sola guardia per ogni 31 prigionieri. Gli spazi gestiti dai “chaveiros” sono un ricettacolo di malattie, dove i più vulnerabili sono violentati da gang.

I loro parenti, fuori dalle mura, sono ricattati e devono pagare i debiti di droga di chi sta dentro. In ogni cella convivono una dozzina di uomini, mentre i “chaveiros” godono di stanze private spaziose e con tv, frigoriferi, bagni e servitù personale composta da quelli che chiamano “chegados”, addetti al bucato e alle pulizie.
vittima della milizia carcerariaVITTIMA DELLA MILIZIA CARCERARIA






I detenuti devono racimolare nel cortile l’acqua per lavarsi, bere e pulire i water. L’acqua corrente arriva solo tre volte al giorno, per circa mezz’ora.

I prigionieri devono sborsare una tassa settimanale tra i 5 e i 15 reais - da uno a dieci euro circa - e se non lo fanno vengono uccisi. Questi signori della droga fanno soldi anche vendendo crack e cocaina introdotta dalle guardie e dagli agenti di polizia. Il debito lo pagano i parenti, che spesso sono costretti a vendersi tutto. Oppure i “chaveiros” vendono e affittano brande note come “barracos”, dai 140 ai 450 euro.

morti e feriti in cella a curadoMORTI E FERITI IN CELLA A CURADO
Regina, ha versato la cifra più alta per assicurare una sistemazione a suo figlio di 20 anni, finito in carcere per possesso di cannabis (del valore di 13 euro). Il figlio ha poi perso il privilegio perché il suo carnefice ha deciso di rinnovare la zona. Chi non si può permettere il “barraco”, dorme a terra nei corridoi. Quando i “chaveiros”, che possiedono le chiavi, rivogliono indietro una cella, sono soliti accusare gli altri prigionieri di qualche reato commesso, per farli sgomberare dagli agenti.

Un direttore del carcere ha dichiarato alla “HRW”: «Se uno dei capi viene in amministrazione e dice che una persona ha attaccato un’altra, portando testimoni, noi gli crediamo e puniamo chi ha sbagliato». 

Le zone interne alla prigione sono pattugliate da milizie, ovvero membri di gang che picchiano chiunque infranga le regole. 

E’ la legge della giungla che regna da quelle parti.
oltre trenta detenuti in cella a pjallbOLTRE TRENTA DETENUTI IN CELLA A PJALLB



I nuovi arrivati o i prigionieri più deboli, spesso disabili, sono confinati nell’aria protetta, ma spesso qui vengono violentati. Jorge, 28 anni, stava in una cella di Cotel con altri dieci uomini: gli hanno infilato una busta in testa, gli hanno legato le mani, ed è stato stuprato. Poi lo hanno minacciato di morte con un coltello, per ottenere il suo silenzio. Quando ha raccontato tutto ad una guardia, si è sentito rispondere: «I detenuti devono soffrire».
i prigionieri hanno acqua solo tre volte al giornoI PRIGIONIERI HANNO ACQUA SOLO TRE VOLTE AL GIORNO

Paulo, 34 anni e gay, divideva la cella di PAMFA con 67 uomini, qui è stato violentato ripetutamente lo scorso novembre. Lo raccontò ad una guardia che non gli credette. Gli aggressori non indossano mai i profilattici, perciò il livello di HIV è altissimo, 42 volte maggiore rispetto al resto del Brasile.
i prigionieri pagano una tassa agli aguzziniI PRIGIONIERI PAGANO UNA TASSA AGLI AGUZZINIi detenuti poveri dormono a terra in corridoioI DETENUTI POVERI DORMONO A TERRA IN CORRIDOIO













Le prigioni brasiliane ospitano 607.000 detenuti in spazi designati per 377.000. A Pernambuco vivono in 32.000, quando lo spazio è per meno di 10.000. Il 59% dei detenuti è in attesa di giudizio ma vive in celle con criminali già condannati, in violazione della legge brasiliana. Tutti i dati sono inclusi nel rapporto dello “Human Rights Watch” intitolato “The State Let Evil Take Over': The Prison Crisis in the Brazilian State of Pernambuco”.

Fonte: qui

IL CIELO SOPRA L'ISOLA BIG ISLAND ALLE HAWAII È STATO AVVOLTO DA UN FUMO TOSSICO BIANCO PROVOCATO DALLA LAVA DEL VULCANO KILAUEA CHE CONTINUA A RIVERSARSI NELL'OCEANO

LE NUBI SONO IL RISULTATO DI UNA REAZIONE CHIMICA 

ARRIVA IL PRIMO FERITO GRAVE

HAWAII: LA NUBE TOSSICA PROVOCATA DALLA LAVE CHE SI RIVERSA IN MARE

eruzione vulcano alle hawaii 2ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII 

Pennacchi di fumo tossico bianco provocati dalla lava del vulcano Kilauea che si riversa nell'oceano coprono il cielo dell'isola Big Island delle Hawaii.

Le nubi sono considerate tossiche a causa di una reazione chimica al contatto della lava con l'acqua salata, che sprigiona nell'aria acido cloridrico e minuscole particelle di vetro.

Le autorità hanno quindi consigliato alla popolazione di tenersi lontano da questa nuova minaccia.
eruzione vulcano alle hawaii 19ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII

A monte, intanto, fiumi di lava continuano a uscire dalle bocche e dalle fessure del vulcano formatesi nelle ultime settimane in un quartiere residenziale dell'isola. Secondo gli esperti, le emissioni di gas a base di diossido di zolfo in questa zona sono triplicate, peggiorando ulteriormente la qualità dell'aria, mentre sulla sommità del vulcano due ulteriori eruzioni esplosive hanno scaricato nell'atmosfera tonnellate di cenere.

eruzione vulcano alle hawaii 17ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII 
Domenica il vulcano ha fatto il suo primo ferito grave, un uomo colpito ad uno stinco da uno spruzzo di lava che in pochi secondi gli ha bruciato parte della gamba. Fonte: qui
eruzione vulcano alle hawaii 18ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII eruzione vulcano alle hawaii 12ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII eruzione vulcano alle hawaii 4ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII eruzione vulcano alle hawaii 5ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII eruzione vulcano alle hawaii 7ERUZIONE VULCANO ALLE HAWAII 

NELLE STRADE DELLA CAPITALE CI SONO SETTEMILA PROSTITUTE!

SONO QUASI TUTTE STRANIERE, MOLTISSIME NIGERIANE, SFRUTTATE DA BANDE DI ROMENI E ALBANESI 

C'È POI LA PROSTITUZIONE MASCHILE, E QUELLA TRANSESSUALE 

I CRIMINALI HANNO INIZIATO A RIVERSARE NELLE STRADE ANCHE MOLTE MINORENNI

PROSTITUZIONE A ROMAPROSTITUZIONE A ROMA

Girano in bikini e occhiali da sole fra le auto incolonnate che si muovono a passo d' uomo facendo lo slalom fra le voragini. Via Ardeatina, località Santa Palomba, alle cinque del pomeriggio. Il Raccordo anulare è lontano qualche chilometro, ma loro sono già lì. Sono tornate in massa, adesso si stima che siano più di 7mila. Un numero record per la Capitale che a ridosso dell' estate riscopre il fenomeno della prostituzione. Come prima, più di prima, sono quasi tutte ragazze straniere, per lo più sfruttate da bande di romeni, albanesi, più spesso nigeriane.

PROSTITUZIONE A ROMAPROSTITUZIONE A ROMA








Quelle che riescono a sopravvivere amministrandosi in proprio sono numerose, anche se si devono guardare dal racket del marciapiede - l'affitto al metro dei pezzi di asfalto dove stazionare in attesa dei clienti - è sempre presente. E in questo mondo chi sgarra la paga duramente. Per di più le pattuglie delle forze dell'ordine si sono fatti sempre più rari rispetto al passato, quando quasi ogni notte decine di prostitute venivano fermate e portate in ufficio per essere identificate, fotosegnalate e poi rilasciate.
PROSTITUZIONE A ROMAPROSTITUZIONE A ROMA

Adesso il controllo del territorio è affidato alle pattuglie che fanno quello che possono. E le organizzazioni criminali ne approfittano per far arrivare nuove ragazze, anche minorenni. La mappa aggiornata della prostituzione nella Capitale non si è arricchita di luoghi dedicati al meretricio, ma di giovani donne. Sono sempre di più, e con l'arrivo delle belle giornate si spogliano sulle consolari, in pieno giorno.

Sedute sui guard rail o sotto gli ombrelloni sull'Aurelia, su sedie di plastica sulla Portuense, in passerella sulla Salaria. Ricevono nella boscaglia, in discariche ai margini della carreggiata, negli anfratti di edifici abbandonati, quando non occupati. Non di rado, a causa di clienti che si fermano di colpo in mezzo alla strada per agganciare una di loro, accadono incidenti, anche gravi.

PROSTITUZIONE A ROMAPROSTITUZIONE A ROMA
Il territorio della Capitale è suddiviso in maniera netta: romene sulla Salaria, Colombo, Tiburtina, Tor Bella Monaca, Appia, Ardeatina, Aurelia (fino alle porte di Fregene), Ostiense, Castel Fusano; nigeriane e ghanesi fra Eur, Tiberina, Portuense, Prenestino e Collatino, ancora Aurelia, fino a Maccarese, le pinete verso Ostia. C' è poi la prostituzione maschile, e quella dei viados, nei luoghi storici, fra Villa Borghese, Valle Giulia, Caracalla, stazione Termini, da qualche tempo il Parco del Ninfeo e le Tre Fontane, all' Eur. Ma in realtà non ci sono posti prestabiliti. E appena al di là del Raccordo i controlli sono ancora più saltuari.
PROSTITUZIONE A ROMAPROSTITUZIONE A ROMA

Incontrare giovani italiane per strada è abbastanza raro, le asiatiche - come dimostrano le recenti operazioni di polizia, carabinieri e vigili urbani - vengono per lo più impiegate in falsi centri massaggi (salvo scoprire che anche giovani romane e romene hanno cominciato a lavorarci). Perfino le rovine dell' Antica Roma, come quelle a ridosso della Colombo, vengono utilizzate per incontri a pagamento.

C'è chi si mette in affari con gli sfruttatori, fino a diventare anch'essa una maitresse che gestisce le colleghe più giovani, ma c'è chi cerca disperatamente il coraggio per liberarsi dai «protettori», per scappare da un incubo fatto di soprusi e violenze. Sono quasi sempre africane le ragazze che si ribellano, aiutate dal progetto Roxanne del Comune, dall' azione di altre associazioni come la «Giovanni XXIII» di don Oreste Benzi.

PROSTITUZIONE A ROMAPROSTITUZIONE A ROMA
«Le giovani sfruttate sono aumentate negli ultimi anni a causa del massiccio flusso migratorio - spiega una volontaria -, reinserirle non è semplice. Serve un supporto psicologico perché dopo aver denunciato gli sfruttatori sono terrorizzate. Hanno bisogno di un sostegno vero, altrimenti sono perdute». L'ultima speranza che cambi qualcosa è il futuro Regolamento di polizia urbana: dovrebbe affrontare la questione senza far ricorso a ordinanze comunali a tempo che prevedono multe salate che poi però quasi nessuno paga. E per ridurre l' offerta sarà colpita la domanda.

Fonte: qui

LONDRA NON RINNOVA IL VISTO A ROMAN ABRAMOVICH

IL PROPRIETARIO DEL CHELSEA POTREBBE ESSERE COSTRETTO A TORNARE A MOSCA 

DIETRO IL RITARDO NELLE PROCEDURE, C'E' UNA “SANZIONE” POLITICA CONTRO PUTIN PER IL CASO SKRIPAL

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

roman abramovich e putinROMAN ABRAMOVICH E PUTIN
Il miliardario russo Roman Abramovich è al momento persona non grata nel Regno Unito: all' oligarca amico di Vladimir Putin, proprietario fra le altre cose della squadra di calcio del Chelsea, il governo britannico non ha infatti rinnovato il visto. Il magnate, che abitualmente risiede a Londra, avrebbe già fatto ritorno a Mosca. Si tratta chiaramente di una clamorosa conseguenza della crisi fra Gran Bretagna e Russia seguita all' avvelenamento col nervino dell' ex spia Sergej Skripal: l' attacco, avvenuto ai primi di marzo a Salisbury, è stato attribuito direttamente al Cremlino.

abramovich_putinABRAMOVICH_PUTIN




La reazione della Gran Bretagna e di tutti i Paesi occidentali si era concretizzata nell' espulsione di decine di diplomatici russi: un gesto cui Mosca aveva replicato con misure simmetriche. Ma in molti avevano fatto notare si trattava soltanto di una puntura di spillo, che non andava a scalfire i corposi interessi economici russi a Londra: nella capitale britannica tanti oligarchi legati a Putin hanno infatti investito le loro ricchezze, preso la residenza e impiantato le famiglie.

Negli ultimi anni la City ha profittato in maniera enorme del denaro che affluiva da Mosca: banchieri, avvocati, consulenti hanno fatto affari d' oro, mentre i russi facevano incetta di proprietà immobiliari e piazzavano i figli nelle più costose scuole private. Un groviglio di interessi che finora aveva impedito di intaccare seriamente la presenza dei «magnati venuti dal freddo». Ora il segnale che la musica è cambiata. Inviato al più alto livello. Abramovich è infatti strettamente legato a Putin e con la sua fortuna di oltre dieci miliardi di euro si piazza al tredicesimo posto fra le persone più ricche in Gran Bretagna.
skripal e la figliaSKRIPAL E LA FIGLIA

L'oligarca ha costruito la sua ricchezza ai tempi del «capitalismo di rapina» che ha segnato la Russia negli anni Novanta: dopo aver acquisito e rivenduto allo Stato importanti società petrolifere, ha spostato i suoi interessi in Inghilterra, dove nel 2003 è diventato proprietario del Chelsea. Ma si è anche «regalato» una imponente magione a Kensington Palace Gardens, l' indirizzo più prestigioso di Londra, noto come «la via dei miliardari», dove si trovano molte ambasciate e si affaccia il palazzo dove risiedono William e Harry con le loro mogli.

Abramovich non è neppure estraneo alle cronache mondane, pur avendo sempre mantenuto un profilo riservatissimo: dopo aver liquidato la moglie con una miseria (per lui, 300 milioni), ha sposato l' amante, la modella Dasha Zhukova, di cui ha sovvenzionato le velleità di mecenate dell' arte contemporanea.
Skripal e la figlia YuliaSKRIPAL E LA FIGLIA YULIA

Il visto di Abramovich è scaduto il mese scorso e dunque lui ha mancato la finale di coppa di sabato, dove giocava il Chelsea, e non si è neppure presentato in tribunale la scorsa settimana a un' udienza che lo opponeva ad altri due oligarchi russi. Fonti vicine al magnate, citate dal Financial Times, hanno precisato che il visto non è stato ufficialmente rifiutato, ma che le autorità britanniche stanno impiegando un tempo insolitamente lungo per rinnovarlo, senza fornire spiegazioni. «O c' è una motivazione innocente - ha commentato un deputato conservatore - oppure il governo sta diventando meno amichevole nei confronti degli oligarchi russi. In ogni caso, negare il visto agli oligarchi è potenzialmente una cosa importante».

boris johnsonBORIS JOHNSON
Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, parlando a Westminster sull' onda del caso Skripal, aveva fatto capire che i magnati russi non potevano sentirsi più del tutto tranquilli. Ma colpirli a partire dal più famoso di loro manda sicuramente un brivido in tutta la cosiddetta «Londongrad». Ma magari Putin non sarà del tutto scontento di veder tornare in patria i suoi «paperoni» emigrati all' estero.

Fonte: qui

AVVISATE DI MAIO E SALVINI: SCHIZZA IL DIFFERENZIALE TRA I TITOLI PUBBLICI ITALIANI E QUELLI TEDESCHI – TOCCATI I 173 PUNTI: NUOVO MASSIMO DA SETTE MESI

E PENSARE CHE LA BCE STA INTERVENENDO (E PURE PARECCHIO)

grafico spread a meta mattinata 21/5GRAFICO SPREAD A META MATTINATA 21/5
Lo spread tra Btp e Bund sale ancora e tocca i 175 punti base con il rendimento del titolo decennale italiano al 2,29%. Il differenziale si è poi leggermente ridotto e oscilla a quota 174 eviaggia così sui massimi da fine agosto 2017, mentre il rendimento del Btp a 10 anni è ai livelli più alti da dieci mesi, da metà luglio 2017. Ma a evidenziare la forte tensione sul debito italiano è l'impennata del rendimento dei titoli a due anni, sui massimi da settembre del 2015. Il tasso del biennale ha sfiorato la soglia 0,22% (0,2185%) dallo 0,10% registrato in avvio di seduta.
Piazza Affari intanto è in flessione nel giorno in cui i leader di M5S e Lega, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, salgono al Colle, nel pomeriggio, per presentare la loro squadra di governo.
Dopo avere comunciato gli scambi a -2%, il listino della Borsa di Milano ha recuperato terreno, pur restando in rosso: il Ftse mib cede l'1% a 23.200 punti. Sul mercato milanese pesano l'attesa del nome del nuovo premier, che oggi verrà comunicato al Quirinale da Lega e Cinque Stele e lo stacco della cedola per 19 'big' del listino. Intesa è la maglia nera (-6,7%), Unipolsai (-6,3%) e Italgas (-5%). Salgono invece Fca (+2,4%) e Cnh (+1,7%). Bene anche Exor (+1%) e Ferrari +0,6%. Fuori dallla galassia Agnelli sale St (+1,5%).

MADURO RIELETTO, CON IL 68% DEI VOTI, PRESIDENTE DEL VENEZUELA – HA VOTATO SOLO IL 48% DEI CITTADINI


Rocco Cotroneo per il Corriere della Sera

MADURO3MADURO
Tutto come previsto. In Venezuela il Governo chavista annuncia la rielezione di Nicolás Maduro alla presidenza per i prossimi sei anni, con un largo distacco sui tre candidati alternativi. Ma sia Henri Falcon sia il pastore Javier Bertucci non riconoscono la legittimità del voto, allineandosi così alla maggioranza dei partiti di opposizione che aveva chiamato l’elettorato a non presentarsi alle urne per carenza di garanzie.

MADURO2MADURO2




L’authority elettorale — da tempo struttura fantoccio del chavismo — ha dichiarato che l’affluenza alle urne è stata del 48 per cento, mentre oppositori e anche organizzazioni internazionali, ritengono che non abbia superato il 30 per cento, dopo che per tutta la giornata erano circolate foto di seggi semideserti. Pochi minuti dopo la proclamazione dei risultati, gli Stati Uniti hanno ribadito che non ne riconoscono la validità, anticipando che nuove sanzioni potrebbero essere inflitte al Venezuela, «compreso nel settore petrolifero», ha detto il sottosegretario di Stato John Sullivan.

Nelle ultime settimane anche l’Unione europea e buona parte dei Paesi latinoamericani avevano preannunciato il non riconoscimento delle elezioni, anticipate di molti mesi e fissate da una Assemblea costituente eletta anch’essa lo scorso anno con metodi sbrigativi.

VENEZUELA SEGGIO ELETTORALE VUOTO MADUROVENEZUELA SEGGIO ELETTORALE VUOTO MADURO
Secondo i risultati ufficiali, Maduro avrebbe ricevuto il voto di 5,8 milioni di elettori, il 68 per cento, staccando nettamente Falcon (1,8 milioni) e Bertucci (925.000). Senza nemmeno aspettare la proclamazione dei dati, Falcon ha parlato di forti irregolarità durante la giornata elettorale, non ha riconosciuto la validità del voto, chiedendo che si torni nuovamente alle urne in condizioni di maggior trasparenza. Le accuse del candidato si sono concentrate soprattutto sui «punti rossi», i gazebo del partito di governo che sono stati montati in prossimità dei seggi.
MADURO1MADURO





Qui gli elettori sono stati invitati a mostrare il cosiddetto «carnet della patria», la tesserina che dà diritto a pacchi di viveri e altri servizi sociali ed è l’unica forma di sopravvivenza per la maggioranza della popolazione ridotta alla fame dal crollo dell’economia. In alcuni casi, agli elettori è stato promesso direttamente un premio in denaro in cambio del voto a Maduro.
MADUROMADURO

Il presidente ha festeggiato la vittoria dal balcone del popolo del palazzo Miraflores, lo stesso dal quale Hugo Chávez arringava i suoi, affermando che mai in Venezuela un vincitore aveva inflitto un distacco così forte ai suoi avversari, 47 punti percentuali e che «la volontà del popolo ormai è permanente».

Fonte: qui

Come il Mossad esegue omicidi mirati in tutto il mondo




Lo scienziato palestinese Fadi Al-Batsh,

assassinato in Malesia dal Mossad



Una sparatoria mortale in Malesia evidenzia la politica dell'agenzia israeliana di spionaggio rivolta agli assassini di  funzionari palestinesi. 
L'assassinio dello scienziato palestinese di 35 anni Fadi Al-Batsh nella capitale malese, Kuala Lumpur, ha rivelato un programma segreto di assassini mirati dipalestinesi, considerati una minaccia da Israele.
Al-Batsh ha studiato ingegneria elettrica a Gaza prima di conseguire un dottorato sullo stesso argomento in Malesia. Si è specializzato in economia dei sistemi elettrici ed energetici e ha pubblicato numerosi articoli scientifici sull'argomento.
Hamas ha detto che Al-Batsh era un membro di spicco del gruppo e ha accusato il Mossad, l'agenzia israeliana di intelligence, di essere dietro l'assassinio.
Secondo Hamas, Al-Batsh era un membro "leale" e "uno scienziato membro dei giovani ricercatori della Palestina" che ha fatto "contributi significativi" e partecipato a forum internazionali nel campo dell'energia.

Il padre di Al-Batsh disse ad Al Jazeera che sospettava che il Mossad fosse dietro l'assassinio di suo figlio, e chiese alle autorità malesi di chiarire questa trama omicida il prima possibile.
Secondo il giornalista investigativo israeliano Ronen Bergman, uno dei principali esperti di intelligence israeliani e autore del libro Rise and Kill First: The Secret History of Israel's Targeted Assassinations, l'assassinio di Al-Batsh porta tutti i segni di un'operazione del Mossad.
"Il fatto che gli assassini abbiano usato una motocicletta per uccidere il loro bersaglio, usato in molte altre operazioni del Mossad, e che l'operazione sia stata eseguita in modo pulito e professionale, lontano da Israele, indica il coinvolgimento del Mossad", ha detto Bergman ad Al Jazeera in una telefonata.

Identificazione del bersaglio

Identificare un bersaglio per l'assassinio da parte dell'intelligence israeliana di solito comporta diversi passaggi istituzionali e organizzativi all'interno del Mossad, dell'apparato di intelligence israeliano e della leadership politica.
A volte l'obiettivo è identificato da altri servizi nazionali e militari.
Ad esempio, Al-Batsh avrebbe potuto essere identificato come bersaglio attraverso una raccolta di informazioni generali tramite unità all'interno delle organizzazioni militari israeliane e spionistiche che seguono Hamas.





Omaggio a Fadi al-Batsh a Gaza




Al-Batsh avrebbe potuto essere identificato anche attraverso altre operazioni di intelligence israeliane e le loro reti di spionaggio in tutto il mondo.
Fonti hanno riferito ad Al Jazeera che le comunicazioni di Hamas tra Gaza, Istanbul (Turchia) e Beirut (Libano) sono strettamente monitorate dalle reti di intelligence israeliane. Quindi, la selezione iniziale di Al-Batsh potrebbe essere stata fatta attraverso questi canali.
Gli amici di Al-Batsh che hanno parlato con Al Jazeera, a condizione di mantenere l'anonimato, hanno affermato di non aveva nascosto i suoi legami con Hamas. "Era conosciuto nella comunità palestinese per i suoi legami con Hamas", ha detto un amico.

Il processo dell'assassinio

Dopo che Al-Batsh fu identificato come bersaglio, il Mossad avrebbe quindi valutato le risorse dell'intelligence per decidere se doveva essere ucciso, quali sarebbero stati i benefici del suo assassinio e il modo migliore per eseguirlo.
Una volta che il file sul bersaglio è completato dall'unità specializzata del Mossad, riporta i risultati ai capi del comitato dei servizi segreti, composto dai capi delle organizzazioni israeliane di intelligence, e conosciuto con l'acronimo ebraico VARASH o Vaadan Rashei Ha-sherutim.





Il VARASH discuterà dell'operazione e contribuirà con consigli e suggerimenti. Tuttavia, non ha l'autorità legale per approvare un'operazione. Solo il primo ministro israeliano ha questo potere.
Secondo Bergman, i primi ministri israeliani preferiscono generalmente non prendere la decisione da soli per motivi politici.



"In generale, il Primo Ministro coinvolge uno o due altri ministri nell'approvazione della decisione, che spesso include il ministro della Difesa", ha dichiatato Bergman.
Una volta ottenuta l'approvazione, l'operazione ritorna al Mossad per la pianificazione e l'esecuzione, che potrebbero richiedere settimane, mesi e persino anni, a seconda dell'obiettivo.

L'unità di Caesarea

Caesarea è una succursale operativa sotto copertura del Mossad che si occupa dell'impiantazione e della gestione delle spie principalmente nei paesi arabi e in tutto il mondo.
L'unità è stata creata nei primi anni '70, uno dei suoi fondatori era una famosa spia israeliana di nome Mike Harari.
Cesarea usa il suo vasto anello di spionaggio negli Stati arabi e in tutto il Medio Oriente per raccogliere informazioni e condurre una sorveglianza contro obiettivi attuali e futuri.
Harari ha quindi creato la sua unità più letale, conosciuta in ebraico come Kidon ("baionetta"), composta da assassini professionisti specializzati in operazioni di assassinio e sabotaggio.
I membri di Kidon vengono spesso recuperati dalle sezioni militari israeliane incluso l'esercito e le forze speciali.
È probabile che i membri di Kidon abbiano assassinato Al-Batsh a Kuala Lumpur, hanno riferito fonti a Al Jazeera.
Il Mossad non ha preso di mira non i leader e gli operativi palestinesi, ma anche quelli siriani, libanesi, iraniani ed europei.

Uccisioni mirate

Caesarea è l'equivalente del CIA Special Activities Center (SAC), che è stato chiamato Special Activities Division prima della sua riorganizzazione e modifica del nome nel 2016.
La CIA conduce le sue missioni paramilitari top secret - che includono uccisioni mirate - attraverso il suo SOP (Special Operations Group), che fa parte del SAC e presenta alcune somiglianze con il Kidon israeliano.
Bergman scrive che fino al 2000, l'anno che ha dato il via alla seconda intifada nei territori palestinesi occupati, Israele aveva condotto più di 500 operazioni di assassinio che hanno provocato la morte di oltre 1.000 persone, tra cui passanti.
Durante la seconda intifada, Israele ha effettuato 1.000 operazioni aggiuntive di cui 168 hanno avuto successo, scrive nel suo libro.
Da allora, Israele ha effettuato almeno altre 800 operazioni per assassinare i leader civili e militari di Hamas nella Striscia di Gaza e all'estero.

Cooperazione araba con il Mossad

Il Mossad mantiene legami organizzativi e storici formali con alcuni servizi di intelligence arabi, in particolare le agenzie di spionaggio giordana e marocchina.
Più recentemente e alla luce delle alleanze mutevoli nella regione e delle crescenti minacce da parte di attori armati non statali, il Mossad ha ampliato i suoi legami con le agenzie di intelligence arabe per includere alcuni stati del Golfo e l'Egitto. Il Mossad mantiene un centro regionale per le operazioni in Medio Oriente nella capitale giordana Amman.

Quando il Mossad tentò di assassinare il leader di Hamas Khaled Meshaal ad Amman nel 1997 spruzzando una micidiale dose di veleno nel suo orecchio, il defunto re Hussein minacciò di revocare il trattato di pace con Israele, e chiudere la stazione dell'agenzia di spionaggio ad Amman e rompere i legami israelo-giordano, spingendo così Israele a fornire l'antidoto che salvò la vita di Meshaal.

Nel suo libro, Bergman cita le fonti del Mossad che dicono che il generale Samih Batikhi, a capo dello spionaggio giordano a quel tempo, fosse arrabbiato con il Mossad per non averlo informato del complotto perché avrebbe voluto pianificare l'operazione insieme.
Un altro paese arabo che ha forti legami con il Mossad sin dagli anni '60, è il Marocco, secondo la ricerca di Bergman.
"Il Marocco ha ricevuto preziose informazioni e assistenza tecnica da Israele, e in cambio [il defunto re] Hassan ha permesso agli ebrei del Marocco di emigrare in Israele e ha autorizzato il Mossad a stabilire una stazione nella capitale Rabat, dalla quale può spiare i paesi arabi", scrive Bergman.
La cooperazione raggiunse un tale picco che il Marocco permise al Mossad di installare microfoni nelle sale riunioni e nelle stanze private dei capi di stato arabi e dei loro comandanti militari durante il summit della lega araba tenuto in Rabat nel 1965.
Il vertice era stato convocato per stabilire un comando militare arabo congiunto.

I metodi della CIA e del Mossad

A differenza del Mossad e di altre organizzazioni di intelligence israeliane che hanno un ampio margine per decidere chi uccidere, la CIA statunitense segue un laborioso processo legale a più livelli che coinvolge l'Ufficio del Procuratore Generale della CIA (Office of General Counsel OGC). Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e l'Ufficio legale della Casa Bianca.

L'esecuzione di un'operazione di assassinio mirata da parte della CIA si basa in definitiva sull'autorizzazione presidenziale attraverso un documento legale spesso redatto dall'ufficio del Procuratore generale e dal dipartimento di giustizia, il Presidential Finding Authorization (PFA).

Questo documento conferisce il potere legale grazie al quale la CIA può eseguire missioni di assassinio mirate.
Un processo di revisione a vari livelli, condotto principalmente dagli avvocati del Dipartimento di Giustizia, della Casa Bianca e della CIA, avrà luogo prima che il Presidente firmi il PFA.
Si stima che Barack Obama, in quanto presidente degli Stati Uniti, abbia autorizzato circa 353 uccisioni mirate, principalmente sotto forma di attacchi di droni.
Il suo predecessore George W. Bush ha autorizzato circa 48 omicidi mirati.

Il processo giuridico

Un ex funzionario della CIA ha dichiarato ad Al Jazeera a condizione di mantenere l'anonimato che "la CIA non decide chi uccidere"
"Il processo giuridico rende molto difficile per la CIA uccidere qualcuno solo perché la CIA lo considera malevolo", ha detto.
La maggior parte delle uccisioni mirate della CIA comportano attacchi con droni e si basano sul permesso del presidente.

Parlando con Al Jazeera, l'ex capo delle operazioni Robert Baer ha dichiarato: "La Casa Bianca deve firmare per un'operazione di assassinio mirata, soprattutto se si tratta di un obiettivo di alto valore".
"Il caso è diverso, tuttavia, se l'operazione è condotta su un campo di battaglia o durante una guerra come in Afghanistan e in Iraq, in questo caso, gli ufficiali sul campo hanno un margine legale maggiore per eseguire i loro omicidi. mirati".

Nel Mossad, la legalità dell'assassinio di qualsiasi obiettivo è molto più liberale e non implica vincoli legali simili a quelli seguiti dalla CIA, secondo fonti vicine al processo.
"Fa parte della loro politica nazionale", ha detto Baer, ​​riferendosi alla politica di assassini mirati.


Ali Younes علي يونس : How Mossad carries out assassinations
Data dell'articolo originale: 22/04/2018



Traduzione per TLAXCALA di Alba Canelli