MORDONO E TRASMETTONO MALATTIE: ECCO QUALI
QUESTI PARASSITI SI RISVEGLIANO CON L'ARRIVO DELLA PRIMAVERA E RIMANGONO ATTIVE FINO ALL' AUTUNNO INOLTRATO…
Davide Michielin per la Repubblica
Non si tratterà dello scenario apocalittico dipinto da alcuni siti e amplificato dai social network, però una cosa è certa: il 2018 si sta rivelando un anno d' oro per le zecche. Sebbene il tasso di infezione delle malattie trasmesse sia rimasto pressoché costante negli ultimi vent' anni, la combinazione di temperature invernali miti e della buona piovosità quest' anno ha anticipato il risveglio di questi parassiti, la cui presenza è stata segnalata persino nelle zone di pianura, compresi i giardini pubblici di alcune città emiliane.
«Le zecche si risvegliano con l' arrivo della primavera e rimangono attive fino all' autunno inoltrato. Il periodo in cui si registra il maggior numero di segnalazioni di morsi è tra luglio e settembre ma quest' anno è iniziato un mese prima », spiega Roberto Luzzati, presidente della sezione del Triveneto della Società italiana di malattie infettive e tropicali.
Questi aracnidi sono diffusi lungo tutto lo Stivale. Così come le malattie che trasmettono. Seconde per efficacia solamente alle zanzare come vettore di malattie batteriche e virali, in Italia le zecche sono responsabili prevalentemente della trasmissione di tre malattie. Nelle Isole e nelle regioni tirreniche del Mezzogiorno si concentrano le segnalazioni di febbre bottonosa. Causata dal batterio Rickettsia conorii e propagata dalla zecca del cane, deve il suo nome alla tipica lesione cutanea di colore scuro che si forma attorno al morso.
Ha un periodo di incubazione di circa una settimana e provoca forti episodi febbrili associati a sintomi simil- influenzali. Il decorso della malattia è solitamente benigno e privo di conseguenze, con un corretto trattamento antibiotico. Più temibile ma poco diffusa è la cosiddetta encefalite trasmessa da zecche (Tbe), provocata dall' omonimo virus. Limitata pressoché al Friuli- Venezia Giulia e alla provincia di Belluno, «è estremamente difficile da riconoscere perché priva di sintomi specifici», chiarisce Anna Beltrame, infettivologa del Centro malattie tropicali del Sacro Cuore di Negrar. Se nella maggioranza dei casi l' infezione è priva di sintomi, in circa il 20% dei casi la malattia attacca il sistema nervoso centrale, provocando encefaliti e paralisi flaccide.
«Attualmente non esiste una terapia specifica, l' unica strada percorribile è la prevenzione continua Beltrame - come fatto in Friuli- Venezia Giulia, dove le campagne di sensibilizzazione della popolazione e la vaccinazione gratuita per i soggetti a rischio hanno fatto crollare drasticamente il numero di casi, ormai limitato a poche unità ogni anno » . La più diffusa e rilevante infezione trasmessa dalle zecche è però la borreliosi di Lyme, di cui diciamo nell' articolo in alto, per la quale esiste anche un vaccino.
Fonte: qui