9 dicembre forconi: 11/14/17

martedì 14 novembre 2017

PRONTO IL RICORSO CONTRO LA SENTENZA DI CARMINATI. PER LA PROCURA I SUOI METODI ERANO DA VERA MAFIA, PER I GIUDICI NO.

NELLA SENTENZA SCRIVONO: “NON AVEVA QUELLA CARICA INTIMIDATRICE, TIPICA DELLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE” 

PIGNATONE: “MA SE TUTTA ROMA SAPEVA QUALI ERANO I SUOI METODI…”
Michela Allegri per il Messaggero

giuseppe pignatone (2)GIUSEPPE PIGNATONE (2)
Non usa giri di parole e va dritto al punto: «Rispettiamo la sentenza di primo grado sul Mondo di mezzo, ma non la condividiamo e stiamo scrivendo l'appello», dice il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, intervenuto ieri a Palermo al ventennale della redazione di Repubblica.

La sentenza in questione è quella del processo Mondo di mezzo, che ha escluso l'esistenza di quell'associazione di stampo mafioso capeggiata da Massimo Carminati e dal ras delle coop Salvatore Buzzi che, per la procura di Roma, per anni avrebbe tenuto sotto scacco la Capitale d'Italia. Il capo dei pm di piazzale Clodio sottolinea che il Mondo di mezzo di Buzzi e Carminati «non dominava un territorio ma un settore di affari e, soprattutto, una serie di rapporti con un pezzo dell'amministrazione comunale. Carminati otteneva il controllo con il metodo mafioso attraverso la violenza».

CARMINATICARMINATI
Dalla parte dell'ex Nar e dei sodali, secondo la ricostruzione della procura, il curriculum criminale del presunto boss e, soprattutto, i legami con la Banda della Magliana

«Tutti lo sapevano - aggiunge Pignatone - Carminati aveva alle spalle un pedigree noto a Roma. C'erano, secondo noi, le condizioni per il riconoscimento del carattere mafioso». Un carattere che, per gli inquirenti, derivava dalla paura e dal senso di riverenza nei confronti dell'ex Nar.

«Dal 2012, dopo il mio arrivo a Roma, era pacifico per ministri e prefetti che nella Capitale non ci fosse la mafia. Io ho iniziato a fare indagini per scoprire se fosse vero e sono uscite le piccole mafie - compresa quella di Carminati, prosegue Pignatone - L'articolo 416 bis del codice penale non punisce solo le mafie tradizionali. Le piccole organizzazioni criminali, piaccia o non piaccia, hanno piena cittadinanza per essere punite, e sono tali se usano il metodo mafioso».
buzzi carminatiBUZZI CARMINATI

LA SENTENZA
L'appello verrà presentato contro la sentenza della X sezione penale che, il 20 luglio scorso, ha escluso proprio l'esistenza di quel metodo, facendo cadere l'accusa di associazione mafiosa contestata a 19 imputati.

Per il collegio, infatti, il gruppo capeggiato da Carminati e dal ras delle coop non aveva un reale controllo del territorio e, soprattutto, non aveva quella «carica intimidatrice» intesa come «caratteristica specifica del modello associativo delineato dall'articolo 416 bis, attraverso cui l'associazione si manifesta concretamente», si legge nelle 3.200 pagine di motivazione della sentenza con cui il Tribunale ha condannato l'ex Nar a 20 anni di reclusione e il suo braccio destro imprenditoriale a 19 anni.

massimo carminatiMASSIMO CARMINATI
Una sentenza che ha previsto pene molto dure anche per gli altri imputati - 250 anni complessivi di carcere - ma che ha rifiutato di riconoscere che quel gruppo fosse un'unica organizzazione mafiosa. 

Si tratta, per il collegio, di due associazioni criminali distinte: una dedita ad attività di usura ed estorsione, l'altra in grado di arrivare ai piani alti della pubblica amministrazione a suon di tangenti, pilotare appalti milionari, inserirsi nel business dei centri di accoglienza per immigrati e raggiungere politici di destra e di sinistra.

Per la procura, invece, esiste un'unica organizzazione, che è una vera e propria cupola: «Abbiamo letto la sentenza e riteniamo di non concordare - conclude Pignatone - Stiamo scrivendo l'appello perché riteniamo che la costruzione accusatoria abbia una sua validità. Noi siamo fiduciosi su ulteriori sviluppi».

Fonte: qui

In Italia mai più turisti presi per scemi

Vorrei riflettere sull’episodio di alcuni giorni fa avvenuto a Venezia, in cui tre turisti britannici di origine asiatica hanno speso oltre cinquecento euro per un pranzo di pesce al ristorante e se ne sono giustamente lamentati. 

Il ristoratore, per giustificare il conto, sostiene che hanno pagato ciò che hanno ordinato, mentre gli interessati smentiscono, affermando inoltre che non capivano l’italiano. 

Quello che più colpisce sono a mio parere le parole del sindaco di Venezia, che intervistato, li definisce dei pezzenti, che non hanno neppure lasciato una mancia, colpa loro se non parlano l’italiano e manco un po’ di veneziano(sì, non strabuzzate gli occhi) e si deve sapere che chi viene a Venezia deve spendere! 

Bene, andiamo avanti così, sicuramente il turismo italiano prospererà sempre più, con simili episodi e simili amministratori! 

Ora non conosciamo esattamente come siano andate le cose, intanto immagino che i turisti britannici parlassero l’inglese e sovente i camerieri e i gestori italiani non lo parlano correttamente o affatto, anche in città di standing internazionale, quindi è assolutamente probabile non si siano capiti nell’ordinazione

Non è necessario che turisti stranieri parlino la nostra lingua, praticata solo in Italia, ma è piuttosto necessario che operatori del commercio nelle città italiane più visitate al mondo da gente di ogni paese, parlino l’inglese fluentemente

Questo mi sembra un episodio di furbizia italica sia da parte del comune cittadino, il ristoratore, che da parte del politico, il sindaco, i quali, per dirla in modo semplice, “ hanno girato la frittata a loro favore”. 

In questo momento in cui ancora siamo miracolosamente immuni da attentati terroristici, per cui risentiamo positivamente di un maggior numero di persone che scelgono l’Italia per motivi di sicurezza, dovremmo fare tesoro di questa opportunità, invece di sputtanarci all’estero con episodi di furberie squalificanti, o piccola criminalità, come furti, borseggi, che fanno sì che i turisti rientrino nei luoghi di origine con la sensazione di un paese bello ma poco accogliente, poco sicuro e senza regole

Le classifiche internazionali mettono ai primi posti di presenze, diverse città asiatiche come Hong Kong, Bangkok, Singapore , Kuala Lumpur e via discorrendo, facendo retrocedere le europee, comprese le nostre italiane, e persino le americane come New York. 

Indubbiamente se le cifre sono calcolate attraverso gli aeroporti, saranno compresi i viaggi d’ affari e gli scali intermedi dei passeggeri, ma non vi è altrettanto dubbio che l’Oriente sia in grande espansione sia economica che turistica, dati i miliardi di persone che lo popolano. Se riuscissimo ad intercettare anche solo una parte di essi, il nostro pil lieviterebbe di colpo

Sicuramente però, a mio parere, non con gli episodi di furbizia italica sopra citati e con la scarsa lungimiranza politica, o addirittura con la presuntuosa stupidità del primo cittadino di Venezia! 

Il cliente pagante, si ricordi, sindaco, è sempre ben accolto!

Fonte: qui

STANDARD & POOR’S DICHIARA IL “DEFAULT SELETTIVO” PER IL VENEZUELA: NON HA RIMBORSATO UN BOND DA 200 MILIONI DI DOLLARI

IN REALTA’ IL DEBITO DI CARACAS VERSO CREDITORI PRIVATI AMMONTA A 60 MILIARDI DI DOLLARI 

L’INCONTRO CON IL GOVERNO E’ DURATO SOLO 30 MINUTI 

Da Ansa

S&P's ha dichiarato il Venezuela in 'default selettivo' per il mancato rimborso di 200 milioni di dollari di bond: l'agenzia, prima ad adottare una misura simile, ha detto in una nota di aver preso la decisione dopo una "pausa" di 30 giorni.
l ex presidente chavez e maduroL EX PRESIDENTE CHAVEZ E MADURO

il presidente maduroIL PRESIDENTE MADURO













"Abbiamo abbassato il rating di due livelli a 'D' e tagliato il rating a lungo termine a 'SD' (default selettivo)", ha reso noto l'agenzia

L'incontro convocato dal governo coi creditori privati sul rimborso di 60 miliardi di dollari, si è chiuso ieri a Caracas dopo soli 30 minuti con un nulla di fatto. 

Fonte: qui

Central Banks Finally Hit Their Targets... Just In Time For Another Crisis

They finally did it.
Since 2008, Central Banks have been desperately trying to generate inflation.
They know they cannot produce growth (hence why both the Fed and the ECB abandoned this as a goal in their statements back in 2013)… so they have chosen to “target” inflation.
To that end, Central Banks have maintained Zero Interest Rate Policy (ZIRP) as well as Negative Interest Rate Policy (NIRP) for the better part of eight years. They’ve also printed over $14 TRILLION in new capital and funneled it into the financial system.
These two policies failed to create inflation for the simple reason that the money never made it into the economy. Banks simply were not lending. So all this cheap money just sat on bank balance sheets (earning interest for the banks) and the velocity of money continued to drop in a deflationary spiral.
This all changed in August 2016.
That’s when the Bank of Japan began a policy of targeting a 0% yield on the 10-Year Japanese Government Bond or JGB.
And this was a game-changer.
Instead of periodically buying bonds from banks (which would then park this cash on their balance sheets) this policy opened the door to endless money printing.
Put simply, if the yield on the 10-Year JGB rose above 0%, the Bank of Japan would simply print Yen to buy bonds, thereby driving the yield down.
And unlike QE, which is usually limited in both scope and time period, this policy is open-ended and can occur as frequently and for as long as the financial system can take it.
Put simply, the Bank of Japan began a campaign of abject intervention in the bond markets. And it has unleashed a tsunami of liquidity into the system.
Indeed, between this, and the ECB’s decision to maintain “emergency” levels of QE despite the fact that the EU’s economy is not only well out of crisis-mode but is in fact now in danger of heating up too rapidly, inflation has finally arrived in the financial system.
Why does this matter?
Because the Bond Bubble trades based on inflation.
When inflation rises, so do bond yields to compensate.
When bond yields rise, bond prices FALL..
And when bond prices fall, the Everything Bubble bursts.
With that in mind, take a look at global bond yields and you will see them breaking out to the upside across the board. Indeed, Japan’s 10-year JGBs (bottom box in the chart) are the only bonds to remain below their long-term downward trendlines and that’s because of the aforementioned ABJECT intervention!
Put simply, BIG INFLATION is THE BIG MONEY trend today. And smart investors will use it to generate literal fortunes.
Imagine if you'd prepared your portfolio for a collapse in Tech Stocks in 2000... or a collapse in banks in 2008? Imagine just how much money you could have made with the right investments.
THAT is the kind of potential we have today. And if you're not already taking steps to prepare for this, it's time to get a move on.
We just published a Special Investment Report concerning FIVE secret investments you can use to make inflation pay you as it rips through the financial system in the months ahead
The report is titled Survive the Inflationary Storm. And it explains in very simply terms how to make inflation PAY YOU via smart investment strategies.
We are making just 100 copies available to the public.
To pick up yours, swing by:
Best Regards
Graham Summers
Chief Market Strategist

Geopolitical Tsunami: Pax Americana, Petrodollar, & The Coming Crisis In The Gulf

It’s easy to get lost in all things Middle East, especially concerning the chaotic events that unfolded over the weekend in Lebanon and Saudi Arabia.
Three days after the most stunning purge in recent Saudi history - which was really a countercoup, that led to the arrest of dozen of Saudi Arabian royals, ministers and businessmen to further the control of the Kingdom - Saudi Arabia called Yemen’s missile launch on Riyadh an ‘act of war’ by Iran, and also played victim by saying Lebanon has declared war against the Kingdom.
How to make sense of this all? 
An author on twitter by the handle Black Pigeon Speaks beautifully outlines today’s events in an easy to understand video titled: PAX AMERICANA, PetroDollar & the Coming CRISIS in the GULF… 
The author of the video focuses on the Middle East and says a perfect storm is gathering upon the horizon, as the whole world is changing and the only way to change it for the better is to understand the world around you.
This was done by a widespread arrest of royals, ministers and businessmen who have large sums of money and control key parts of the economy and parts of the military. Such an unorthodox move is bound to force internal conflict with-in the country that could very well spillover.
In the next section, the author says “this comes all at a time of seeming change for the Kingdom”. Allowing women to drive was merely a window dressing event and the real issue is the country’s economic transition away from oil. The problem resides around the world’s most generous social welfare systems of which most citizens do not work. The money transfer from state to citizens is similar to the United States social programs, but the objective in Saudi Arabia has been to sedate the populace from expressing any collective opposition to the kingdom. It is easy to understand how fragile the house of Saud really is….
Moreover as what was highlighted by the recent arm sales via the Trump administration. The country is armed with the most technological weapons in the world, as it has completely abandoned the line of succession through a stunning weekend purge.
The idea that Saudi Arabia is trying to cement a new era for the kingdom at the expense of those who have been purged could pose serious problems. And how the author puts it, “you have a recipe for civil war– for two reasons:
  • Those who have been purged will claim they’ve a legitimate claim to power. These individuals are very wealthy and have the means to buy mercenary armies to fight for their claim
  • Breakdown of the social welfare program
The outlook for Saudi Arabia is bleak and in our view, the conditions are perfect for a civil war. The probability of an expansionist war also increases as the kingdom has Iran and Lebanon in its crosshairs.
11 Novembre 2017
Fonte: qui

Real Motive Behind Saudi Purge Emerges: $800 Billion in Confiscated Assets


From the very beginning, there was something off about Sunday’s unprecedented countercoup purge unleashed by Mohammad bin Salman on alleged political enemies, including some of Saudi Arabia’s richest and most powerful royals and government officials: it was just too brazen to be a simple “power consolidation” move; in fact most commentators were shocked by the sheer audacity, with one question outstanding: why take such a huge gamble? After all, there was little chatter of an imminent coup threat against either the senile Saudi King or the crown prince, MbS, and a crackdown of such proportions would only boost animosity against the current ruling royals further.
Things gradually started to make sense when it emerged that some $33 billion in oligarch net worth was “at risk” among just the 4 wealthiest arrested Saudis, which included the media-friendly prince Alwaleed.
One day later, a Reuters source reported that in a just as dramatic expansion of the original crackdown, bank accounts of over 1,200 individuals had been frozen, a number which was growing by the minute. Commenting on this land cashgrab, we rhetorically asked “So when could the confiscatory process end? As we jokingly suggested yesterday, the ruling Saudi royal family has realized that not only can it crush any potential dissent by arresting dozens of potential coup-plotters, it can also replenish the country’s foreign reserves, which in the past 3 years have declined by over $250 billion, by confiscating some or all of their generous wealth, which is in the tens if not hundreds of billions. If MbS continues going down the list, he just may recoup a substantial enough amount to what it makes a difference on the sovereign account.”
Then an article overnight from the WSJ confirmed that fundamentally, the purge may be nothing more than a forced extortion scheme, as the Saudi government – already suffering from soaring budget deficits, sliding oil revenues and plunging reserves – was “aiming to confiscate cash and other assets worth as much as $800 billion in its broadening crackdown on alleged corruption among the kingdom’s elite.
As we reported yesterday, the WSJ writes that the country’s central bank, the Saudi Arabian Monetary Authority, said late Tuesday that it has frozen the bank accounts of “persons of interest” and said the move is “in response to the Attorney General’s request pending the legal cases against them.” But what is more notable, is that while we first suggested – jokingly – on Monday that the ulterior Saudi motive would be to simply “nationalize” the net worth of some of Saudi Arabia’s wealthiest individuals, now the WSJ confirms that this is precisely the case, and what’s more notably is that the amount in question is absolutely staggering: nearly 2x Saudi Arabia’s total foreign reserves!
As the WSJ alleges, “the crackdown could also help replenish state coffers. The government has said that assets accumulated through corruption will become state property, and people familiar with the matter say the government estimates the value of assets it can reclaim at up to 3 trillion Saudi riyal, or $800 billion.”
While much of that money remains abroad – and invested in various assets from bonds to stocks to precious metals and real estate – which will complicate efforts to reclaim it, even a portion of that amount would help shore up Saudi Arabia’s finances.
A prolonged period of low oil prices forced the government to borrow money on the international bond market and to draw extensively from the country’s foreign reserves, which dropped from $730 billion at their peak in 2014 to $487.6 billion in August, the latest available government data.
Confirming our speculation was advisory firm Eurasia Group, which in a note said that the crown prince “needs cash to fund the government’s investment plans” adding that “It was becoming increasingly clear that additional revenue is needed to improve the economy’s performance. The government will also strike deals with businessmen and royals to avoid arrest, but only as part of a greater commitment to the local economy.”
Of course, there is a major danger that such a draconian cash grab would result in a violent blowback by everyone who has funds parked in the Kingdom. To assuage fears, Saudi Arabia’s minister of commerce, Majid al Qasabi, on Tuesday sought to reassure the private sector that the corruption investigation wouldn’t interfere with normal business operations. The procedures and investigations undertaken by the anti-corruption agency won’t affect ongoing business or projects, he said. Furthermore, the Saudi central bank said that individual accounts had been frozen, not corporate accounts. “It is business as usual for both banks and corporates,” the central bank said.
However, this is problematic: first, not only is the list of names of detained and “frozen” accounts growing by the day…
The government earlier this week vowed that it would arrest more people as part of the corruption investigation, which began around three years ago. As a precautionary measure, authorities have banned a large number of people from traveling outside the country, among them hundreds of royals and people connected to those arrested, according to people familiar with the matter. The government hasn’t officially named the people who were detained.
… but the mere shock of a move that would be more appropriate for the 1950s USSR has prompted crushed any faith and confidence the international community may have had in Saudi governance and business practices.
The biggest irony would be if from this flagrant attmept to shore up the Kingdom’s deteriorating finances, a domestic and international bank run emerged, with locals and foreign individuals and companies quietly, or not so quietly, pulling their assets and capital from confiscation ground zero, in the process precipitating the very economic collapse that the move was meant to avoid.
Judging by the market reaction, which has sent Riyal forward tumbling on rising bets of either a recession, or devaluation, or both, this unorthodox attempt to inject up to $800 billion in assets into the struggling local economy, could soon backfire spectacularly.
Meanwhile, for those still confused about the current political scene in Saudi Arabia, here is an infographic courtesy of the WSJ which explains “Who Has Been Promoted, Who Has Been Detained in Saudi Arabia
All images are from Zero Hedge.

NYT: "conseguenze catastrofiche" per furto di armi informatiche all'NSA

L'agenzia di sicurezza nazionale USA è in crisi dopo il furto dei programmi usati per penetrare nei dispositivi e reti di tutto il mondo da parte degli hacker nel 2016, scrive il quotidiano New York Times
Un gruppo di hacker, gli Shadow Brokers, ha pubblicato il codice di programmazione dei software rubato alla NSA. Lo ha poi usato per creare un virus che ha causato gravi danni ai computer in tutto il mondo.
La NSA non ha ufficialmente commentato la situazione, ma il New York Times ritiene che il programma sia stato rubato ai servizi segreti, informazione confermata al giornale da ex ed attuali dipendenti delle agenzie di sicurezza nazionale, secondo cui le azioni degli Shadow Brokers hanno avuto "conseguenze disastrose per la sicurezza nazionale": la capacità di proteggere potenti armi informatiche, ma la sicurezza nazionale stessa, è così in discussione.
"L'agenzia, che è considerata leader mondiale nell'hacking delle reti informatiche avversarie, non ha potuto proteggere la propria rete" scrive il giornale.
Il giornale osserva che il furto di documenti è paragonabile "al terremoto che ha scosso la NSA prima della fondazione". Si presume che il danno degli Shadow Brokers possa essere molto di grave di quello compiuto dall'ex dipendente della CIA e NSA, Edward Snowden, che ha rivelato il nome dei programmi di sorveglianza di massa, pubblicato il codice sorgente dei programmi, permettendo che terzi lo utilizzassero. Secondo il New York Times, i servizi segreti americani non possono nemmeno definire il modo in cui si è verificato il furto e se è coinvolto qualcuno dei dipendenti. Verifiche su larga scala sono in corso. "Presso la sede dell'agenzia in Maryland e negli uffici in tutto il paese i dipendenti della NSA sono sottoposti ai test del poligrafo. La morale è bassa, gli esperti lasciano l'agenzia per lavori pagati meglio, per imprese, che proteggono i computer dalle intrusioni con l'utilizzo di strumenti NSA", scrive il giornale. Dal 2015 tre dipendenti sono stati arrestati per il furto di dati, ma non è chiaro se la situazione è migliorata.
Un ex dipendente del dipartimento, l'hacker Jake Williams, il cui nome e il luogo di lavoro sono stati resi noti dagli Shadow Brokers, ha descritto la situazione "come un disastro a più livelli". Ha confermato che le forze dell'ordine "danno la caccia" al criminale, ma finora nessuno è stato catturato. Come scrive il giornale, uno dei principali sospettati rimane la Russia, che ha già rinnegato le accuse dei servizi segreti americani. Il giornale non ha presentato alcuna prova del coinvolgimento russo. Il New York Times ha detto solo che la società Kaspersky Lab è stata una delle prime a "decriptare" la divisione hacker dell'Agenzia di sicurezza nazionale e ha elaborato il suo software di protezione dalla NSA. In più "ha ridotto il flusso di informazioni di intelligence", sottolinea il quotidiano. Nel 2017 l'amministrazione americana ha vietato l'uso di prodotti Kaspersky nei computer del governo federale.
Fonte: qui