9 dicembre forconi: 09/04/18

martedì 4 settembre 2018

ECCO I 30 NOMI CONSEGNATI DALLA FINANZA ALLA PROCURA DI GENOVA PER IL CROLLO DEL PONTE SUL POLCEVERA

DA QUESTA LISTA SARANNO INDIVIDUATI GLI INDAGATI PER IL DISASTRO DEL VIADOTTO 

GLI INQUIRENTI SI SONO CONCENTRATI SOPRATTUTTO SULL’INTERVENTO DI RINFORZO DEL PONTE, MAI REALIZZATO: NELL’ELENCO CI SONO GLI UOMINI PIÙ IMPORTANTI DI AUTOSTRADE. L’AD CASTELLUCCI, IL PRESIDENTE CERCHIAI E L’EX MINISTRO DI PRODI PAOLO COSTA, MA ANCHE…

Cesare Giuzzi e Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCIFABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI
La Guardia di Finanza ha consegnato in Procura la sua lista: una trentina di nomi. Si tratta di dirigenti, funzionari, manager e tecnici che si sono occupati a vario titolo del ponte Morandi negli ultimi sei anni. Da quando, cioè, la vigilanza sulle concessionarie autostradali è stata trasferita dall' Anas al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dove nel 2012 è nata una specifica Direzione generale.

Premessa, nessuno è ancora indagato e molti potrebbero non esserlo mai. Ma da questa lista la Procura di Genova conta di individuare i nomi di chi verrà iscritto con l' ipotetica accusa di omicidio plurimo colposo, di disastro colposo e di attentato colposo alla sicurezza dei trasporti, nell' ambito dell' inchiesta sul crollo di Ponte Morandi che il 14 agosto scorso fece 43 vittime.
IL MOMENTO DEL CROLLO DI PONTE MORANDI A GENOVAIL MOMENTO DEL CROLLO DI PONTE MORANDI A GENOVA

Due i «ministeri» coinvolti: quello pubblico delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), proprietario del Ponte Morandi; e quello privato, Autostrade per l' Italia del gruppo Atlantia controllato dalla famiglia Benetton, concessionario e gestore.

Gli inquirenti si sono concentrati soprattutto sull' intervento di rinforzo strutturale del viadotto Polcevera, tecnicamente retrofitting, che avrebbe dovuto potenziare i tiranti di sostegno del ponte, vecchi di mezzo secolo.

Paolo CostaPAOLO COSTA
Un progetto che nasce nel 2014 e che ha visto un' improvvisa accelerazione nell' autunno del 2017, arricchito da un paio di studi esterni, senza però mai essere realizzato, visto che il ponte è crollato prima e forse proprio per il cedimento di un tirante.

Nella lista della Finanza ci sono nomi del presente e del passato. Fra i più importanti della galassia Autostrade quelli dell' ad Giovanni Castellucci, del presidente Fabio Cerchiai, del direttore centrale operativo Paolo Berti, del responsabile delle opere di manutenzione Michele Donferri Mitelli e dell' ingegner Paolo Strazzullo, responsabile del Procedimento di retrofitting.

ponte morandiPONTE MORANDI





A livello locale, il responsabile del Tronco autostradale di Genova Stefano Marigliani e il suo predecessore Riccardo Rigacci. E poi ci sono quelli di Spea, la controllata del gruppo Atlantia che ha fatto il progetto. Qui spicca l' ex ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa, presidente della società.

roberto ferrazzaROBERTO FERRAZZA
Con lui l' ad Antonino Galatà, il direttore tecnico Massimiliano Giacobbi e il suo collega Emanuele De Angelis che firmarono il progetto, mentre l' ingegner Massimo Bazzarelli sottoscrisse il Piano di sicurezza.

A livello ministeriale, Vincenzo Cinelli, il direttore generale della vigilanza del Mit che l' 11 giugno scorso ha dato l' ok al progetto. Con lui il suo predecessore Mauro Coletta e i responsabili di divisione Bruno Santoro e Giovanni Proietti.

Per Genova il personaggio più in vista è il Provveditore interregionale per le opere pubbliche Roberto Ferrazza. Segnalati anche i suoi sottoposti Alessandro Pentimalli e Salvatore Buonaccorso, entrambi presenti alla riunione dello stesso Comitato tecnico.
renzo piano giovanni toti progetto ponte morandi genovaRENZO PIANO GIOVANNI TOTI PROGETTO PONTE MORANDI GENOVA

Infine Carmine Testa, responsabile dell' articolazione locale della Direzione di vigilanza.
Fra un nome e l' altro c' è spazio anche per un giallo. È legato alla notte tra il 14 e il 15 agosto. Poche ore dopo il crollo del Ponte Morandi, mentre ancora i soccorritori scavavano a mani nude, i vertici di Autostrade hanno contattato i responsabili del centro di ricerca Cesi di Milano per chiedere la relazione realizzata tra ottobre e novembre 2015 sul ponte Morandi.

ponte MorandiPONTE MORANDI






Gli inquirenti stanno cercando di capire per quale ragione, a meno di 24 ore dal crollo, l' attenzione del gestore autostradale si era concentrata sullo studio eseguito due anni prima e che già aveva rilevato la necessità di «ulteriori analisi e approfondimenti».

il crollo del ponte morandi a genovaIL CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA



Da Autostrade, intanto, arrivano chiarimenti sulla questione dei «sensori» di controllo che erano stati consigliati dagli esperti del Politecnico di Milano: «La raccomandazione fu accolta dal progettista di Spea che inserì il sistema di controllo suggerito nel progetto - spiega Autostrade -. Nessuno ravvisò, analogamente al progettista, elementi di urgenza».

E nessun campanello d' allarme venne rilevato anche dalla Direzione di Tronco guidata da Marigliani: «Né dalla sorveglianza né dalle strutture che si occupavano del progetto di retrofitting, che avendo potuto esaminare i documenti poi inseriti nel progetto non hanno ritenuto di rilevare alcun elemento da porre alla mia attenzione».

Fonte: qui

I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE SUL PONTE MORANDI FURONO PROPOSTI NEL 2015 MA IL VIA LIBERA DI “AUTOSTRADE” E’ ARRIVATO SOLO 2 ANNI DOPO 

TRA RITARDI, RINVII, ALLARMI INASCOLTATI, COSI’ SI E’ ARRIVATI ALLA TRAGEDIA DELLO SCORSO 14 AGOSTO

GLI STUDI E IL SISTEMA DI MONITORAGGIO SULLA SICUREZZA SUGGERITO FIN DAL 2016 NON DOVEVANO SPINGERE "AUTOSTRADE" A PROGRAMMARE PRIMA QUELLA RISTRUTTURAZIONE?

IL MINISTERO POTEVA SUPPLIRE A UNA EVENTUALE MANCANZA DEL CONCESSIONARIO?

30 I NOMI DI DIRIGENTI E MANAGER CHE SI SONO OCCUPATI DEL PONTE. LA LISTA E' IN PROCURA

Marco Preve e Fabio Tonacci per la Repubblica

Quando Autostrade per l' Italia, il 30 ottobre 2017, portò al ministero delle Infrastrutture il progetto di ristrutturazione della pila numero 9, il destino delle 43 vittime del ponte Morandi era già compiuto.

Non c' era alcuna possibilità che il cantiere (e, dunque, la prevista riduzione notturna del traffico, che ne avrebbe alleggerito il carico) si potesse aprire prima del 14 agosto. E Autostrade aveva già deciso di non installare preventivamente i sistemi di monitoraggio aggiuntivi, suggeriti dalla società Ismes nel 2016 e dal Politecnico di Milano nel 2017, ma di inserirli nel pacchetto dei lavori da realizzare. Gli ormai famosi sensori che, secondo alcuni, avrebbero potuto segnalare il concreto e imminente rischio di crollo, mai rilevato dai controlli di routine. Quel destino, invece, poteva cambiare tre anni fa.

FAMIGLIA BENETTONFAMIGLIA BENETTON
Nel giugno del 2015, a distanza di ventidue anni dall' ultimo robusto intervento strutturale (riguardò la pila 11, per la pila 9, quella crollata, fu solo rinforzato il calcestuzzo con delle resine), la Direzione manutenzioni di Autostrade lancia il grosso progetto di "retrofitting" del ponte. È considerata un' opera come le altre, una ristrutturazione «per allungare la vita del Morandi fino al termine della concessione nel 2038». Da inserire nel piano degli investimenti da presentare al Consiglio di amministrazione, appena sarà ritenuto opportuno e ci saranno i soldi. Chiedono una consulenza ulteriore anche a Fabio Brancaleoni, professore della Sapienza. «Andai io all' archivio di Stato a prendere una copia del progetto originale di Morandi per consegnarlo ad Autostrade», racconta oggi.

genova ponte morandiGENOVA PONTE MORANDI
Stando a quando ha dichiarato Autostrade dopo il disastro , i controlli(sia quelli trimestrali, sia quelli più approfonditi a cadenza annuale, fatti dalla loro società Spea) non avevano mostrato nulla di più di un degrado compatibile con l' età del ponte. Niente, dunque, che imponesse la somma urgenza.

E però, nel giugno del 2015, succede anche un' altra cosa, su cui i finanzieri genovesi stanno indagando. Autostrade commissiona alla Ismes (gruppo Cesi) uno studio per verificare l' efficacia delle "procedure di sorveglianza" e del "sistema di monitoraggio statico" usate fino ad allora per il viadotto. Qualcuno evidentemente ha un dubbio.

sfollati ponte morandiSFOLLATI PONTE MORANDI
Tra il gennaio e il maggio del 2016 la Ismes consegna i report finali: suggeriscono di «aumentare la frequenza delle ispezioni» e di «implementare un sistema di monitoraggio continuo» per capire come il ponte si comporta durante il maltempo, le raffiche di vento, il traffico elevato, un terremoto. La seconda raccomandazione, così come quella sui sensori, verrà inserita nel progetto esecutivo. Che però, nel frattempo, non finisce mai al cda. Non rientra nel piano interventi del 2015, né in quello del 2016. Si arriva al 12 ottobre del 2017, quando ormai il tempo, come vedremo, è scaduto.

toninelliTONINELLI
Quel giorno il Cda di Autostrade dà il via al finanziamento. Il progetto viene inviato al ministero il 30 ottobre: per far partire il bando di gara da 20 milioni serve il parere positivo del Comitato tecnico del provveditorato di Genova, e un decreto di approvazione finale, che, in base al contratto di concessione, deve essere dato entro 90 giorni. Gli atti ufficiali e la corrispondenza interna dimostrano che, in questo iter burocratico, si perderà molto tempo. Perché? La Direzione generale della Vigilanza sulle concessionarie autostradali è da sempre sotto organico: «Siamo in 160 e dovremmo essere 250», dichiarò, nel 2016, l' ex direttore Mauro Coletta. Anche il provveditore di Genova lamenta, in una lettera del 2017, «scarsità di ingegneri in servizio».
Il Comitato tecnico viene convocato solo nel febbraio 2018.

il crollo del ponte morandi a genovaIL CROLLO DEL PONTE MORANDI A GENOVA
In appena quaranta minuti i membri approvano il progetto, di cui avevano avuto copia una settimana prima. Nessuno solleva la questione della chiusura preventiva del traffico, o per lo meno di una riduzione. Le carte tornano al ministero e, qui, si arenano di nuovo. Il 3 marzo il responsabile manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri, in una lettera di sollecito scrive: «L' espletamento delle procedure di affidamento, dopo il decreto di approvazione, può essere stimato in 13-15 mesi». Siamo a marzo 2018, cinque mesi e mezzo prima della strage. Per il cantiere se ne riparlerà «nel secondo semestre 2019 o inizio del 2020».

La cronologia dei fatti sposta il baricentro dell' inchiesta della procura di Genova sulla qualità del monitoraggio svolto negli ultimi anni. Poteva essere fatto meglio da parte di Autostrade? La Vigilanza del ministero, con i suoi ispettori, aveva la capacità di supplire a una eventuale mancanza del concessionario?
ponte morandiPONTE MORANDI
Sono domande che si stanno facendo i magistrati. Gli studi pubblicati finora, alcuni anche molto datati, sono campanelli d' allarme sul deterioramento del ponte Morandi. Era evidente anche a occhio nudo. Nessuno di questi parla esplicitamente del rischio del crollo. Ma, messi in fila, dovevano spingere Autostrade a programmare prima quella ristrutturazione?

Fonte: qui

ATLANTIA È SOCIO SOSTENITORE DELL’ASPEN E DELLA FONDAZIONE SYMBOLA DI REALACCI, GAVIO INVECE HA FINANZIATO LA “OPEN”, QUELLA CHE ORGANIZZAVA LE LEOPOLDE

DALL’ISPI ALL’ISTITUTO BRUNO LEONI, TUTTI I PENSATOI FORAGGIATI DAI CONCESSIONARI DELLE AUTOSTRADE PER TENERE SALDA LA PRESA SU AFFARI E PRIVILEGI

Stefano Sansonetti per www.lanotiziagiornale.it

fratelli benettonFRATELLI BENETTON
Le vie dei Benetton e dei Gavio sono infinite, soprattutto quelle funzionali a mantenere ben salda la presa su affari e privilegi. Alcune di queste vie, per dire, portano dritte alle casse di fondazioni, associazioni, think tank, pensatoi e istituti legati a doppio filo alla politica.

A quella politica, neanche a dirlo, a cui bisogna pur dare qualche segnale per restare i signori incontrastati del casello. In questo campo i Benetton, ora a dir poco in crisi dopo il crollo del Ponte Morandi sulla A10, col suo pesantissimo bilancio di 43 vittime, sono dei veri maestri.
AUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIOAUTOSTRADE GRUPPO SIAS GAVIO

Tanto per fornire qualche esempio Atlantia, la holding di famiglia che controlla Autostrade per l’Italia, e Aeroporti di Roma, anch’essa facente capo alla medesima holding, risultano tutt’ora soci sostenitori dell’Aspen, think tank filoamericano, in particolare sponda liberal, con dentro tanti ministri ed ex ministri italiani (il presidente è Giulio Tremonti).

ermete realacciERMETE REALACCI






La lista – Autostrade per l’Italia, a sua volta, compare nella lista dei soci sostenitori di Fondazione Symbola, guidata dall’ex Pd ed ex presidente di Legambiente Ermete Realacci, e nell’elenco dei soci ordinari della Fondazione Italiadecide, lanciata all’epoca dall’ex presidente della Camera Luciano Violante.

Altro spazio si trova all’interno dell’Ispi, Istituto di studi di politica internazionale. Qui, tra i soci, spunta fuori Autogrill, altro gioiello che ancora oggi, attraverso la società Schematrentaquattro, fa capo per il 50,1% alla Edizione della famiglia di Ponzano Veneto.

FABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCIFABIO CERCHIAI E GIOVANNI CASTELLUCCI
Poi naturalmente ci sono i pezzi grossi dell’organigramma del gruppo, che mostrano la loro vicinanza ottenendo posti in altri enti. Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia e Aeroporti di Roma, siede nel Consiglio della Fondazione Magna Carta, pensatoio presieduto dall’ex ministro di centrodestra Gaetano Quagliariello.

beniamino gavioBENIAMINO GAVIO






Lo stesso Cerchiai vanta uno scranno anche nel Consiglio di indirizzo dell’Istituto Bruno Leoni, pensatoio di ispirazione liberale che lo scorso 20 agosto, a pochi giorni dalla tragedia di Genova, ha rilanciato sul suo sito un articolo di Forbes in cui si metteva in guardia dalla tentazione di nazionalizzare le concessioni, con sottotitolo-domanda sin troppo eloquente: “Uno Stato che non ha saputo vigilare in modo efficiente potrebbe sobbarcarsi la gestione e la manutenzione delle autostrade?”. Tutto molto chiaro.
matteo renzi leopolda 2017MATTEO RENZI LEOPOLDA 2017

Gli altri – A livello di sostegno a think tank vari, i Gavio sono un po’ meno vistosi. Ma non al punto di non apparire in bella mostra nella lista dei vecchi finanziatori della fu renzianissima Fondazione Open, quella che organizzava le Leopolde. Nell’elenco spuntano fuori i contributi di due società della famiglia di Castelnuovo Scrivia: uno della holding del gruppo, la Aurelia, che ha versato 25mila euro, e uno della Sinelec, che ne ha versati 30mila. Ma si tratta solo di una delle tante vie attraverso le quali i signori del casello hanno goduto di inattaccabili rendite di posizione. Almeno finora. Fonte: qui
ponte morandi spinoza genovaPONTE MORANDI SPINOZA GENOVA

NAPOLI, GLI ULTIMI ISTANTI DI VITA DEL PREGIUDICATO GENNARO VERRANO, AVVICINATO E UCCISO DA FRANCESCO VALENTINELLI

IL KILLER LO ATTENDEVA NASCOSTO DA DONNE E STUDENTI 

SUCCEDE AI QUARTIERI SPAGNOLI, A POCHI PASSI DALLA CENTRALISSIMA VIA TOLEDO, META DI STRUSCIO E DELLO SHOPPING


Leandro Del Gaudio per www.leggo.it - 15:10:40

camorra uccide davanti a tutti a napoli 4CAMORRA UCCIDE DAVANTI A TUTTI A NAPOLI
Hanno incrociato il killer, quei tre studenti con lo zaino a tracolla, che tornavano a casa dopo una normale mattinata scolastica. E anche una coppia di anziani si è trovata al centro della scena, a pochi secondi dal fattaccio.

Piazzetta Santa Teresa agli Spagnoli, 17 novembre scorso, una manciata di minuti dopo le tre del pomeriggio, l'ennesimo regolamento di conti avviene così, tra un capannello di donne che «coprono» il killer e la vittima che, dal canto suo, riesce a malapena ad abbozzare un tentativo di fuga

camorra uccide davanti a tutti a napoli 6CAMORRA UCCIDE DAVANTI A TUTTI A NAPOLI 
Gomorra ai Quartieri spagnoli, a pochi passi dalla centralissima via Toledo, strada dello struscio e dello shopping, ora più che mai presa di mira dai tanti turisti che affollano Napoli. Film di violenza e paura, che racconta gli ultimi istanti di vita di Gennaro Verrano, pregiudicato 38enne ucciso a pochi passi da casa, mentre entra nell'orbita del killer, il 23enne Francesco Valentinelli, che lo attendeva nascosto da donne e ragazze di sua conoscenza. Lo centra e lo uccide, colpendo la vittima al petto mentre era in sella allo scooter; poi alle spalle, quando l'uomo ha lasciato il mezzo appoggiato al muro nel disperato tentativo di salvarsi la pelle.
camorra uccide davanti a tutti a napoli 5CAMORRA UCCIDE DAVANTI A TUTTI A NAPOLI

Esecuzione spietata, plateale. Il killer non ha badato al rischio di ferire o uccidere la moglie incinta di Verrano seduta sul lato posteriore dello scooter, né ha avuto compassione per il cagnolino accovacciato tra le gambe del suo padrone.

Salta dallo scooter e scappa via, il cagnolino impaurito dagli spari e dalle urla di dolore, magari imbucandosi sotto qualche auto in sosta. Scena corale, quella raccontata dal video finito agli atti del processo a carico di Valentinelli, arrestato dai carabinieri dopo una breve fuga fuori Napoli: venti settembre prima udienza preliminare, al termine delle indagini condotte dal pm Ludovica Giugni, nel corso di un fascicolo che ora fa i conti con le immagini recuperate dai militari agli ordini del comandante provinciale Ubaldo Del Monaco.

camorra uccide davanti a tutti a napoli 7CAMORRA UCCIDE DAVANTI A TUTTI A NAPOLI
Odio tribale tra due famiglie, quella dei Verrano e dei Valentinelli, ronde notturne di donne per cacciare la famiglia rivale, fino al regolamento di conti finale. Sono le 15.10, quando si vede la sagoma di Francesco Valentinelli che si accomoda su uno scalino, coperto da un capannello di donne.

Ha l'arma sotto la maglia, sa che il suo obiettivo passerà di lì a poco per tornare a casa. Chi è la vittima? È il padre di uno dei babykiller che ha insanguinato Napoli nel 2015, il famigerato Checco-lecco, attualmente in cella a scontare una condanna per l'omicidio Mazzanti.

camorra uccide davanti a tutti a napoli 9CAMORRA UCCIDE DAVANTI A TUTTI A NAPOLI
Ma torniamo al momento clou, al redde rationem dopo giorni di litigi familiari a colpi di mazze da baseball e urla ferine tra un basso e l'altro. Le immagini sono eloquenti. Valentinelli si alza di scatto, ha gli occhiali da sole e non immagina che la sua sagoma è catturata da una telecamera in zona. Attraversa il vicolo, lasciando di sorpresa le donne che facevano capannello attorno a lui, poi attende il momento giusto.

Questioni di istanti. Parte il primo colpo, centra Verrano, che può fare poco. Accosta al muro, mentre il cane e la moglie scappano in direzioni opposte. Per lui niente da fare. Ora la telecamera è impietosa, inquadra il killer che punta la pistola e fa fuoco alle spalle. Tutto sotto gli occhi di decine di donne, che hanno visto tutto, che conoscono il nome dell'assassino ma che si guardano bene dal raccontarlo ai carabinieri.

camorra uccide davanti a tutti a napoli 8CAMORRA UCCIDE DAVANTI A TUTTI A NAPOLI
Normalità del male ai Quartieri, dove le donne della scena si preoccupano di tutto tranne che di avvertire le forze dell'ordine. C'è una prima signora che si avvicina allo scooter, per spegnere il motore, usando la chiave lasciata dalla vittima prima della fuga, poi un folto gruppo di uomini e donne che «scendono nel vicolo» per capire cosa è accaduto.

Immancabile carosello di scooter che arrivano sul posto per capire chi è stato ucciso, in una routine di «stese» a colpi di pistola e paura, fino a quando sotto l'occhio della telecamera ritorna la moglie di Verrano.

Non sa ancora di essere vedova, dal momento che l'uomo morirà appena arrivato in ospedale, ma si preoccupa di recuperare «il mezzo». Si mette in sella allo scooter abbandonato dal marito, si guarda intorno, come se cercasse qualcosa prima di rincasare, forse pensando al cagnolino costretto alla fuga dagli spari e dalle urla della malanapoli.         

Fonte: qui

GRAN BAZAR – A ISTANBUL I MERCANTI SCAPPANO DALLO STORICO MERCATO COPERTO COSTRUITO NEL XV SECOLO: I TURISTI CALANO E GLI AFFITTI AUMENTANO

I COMMERCIANTI PREFERISCONO SPOSTARSI A BUDUA, IN MONTENEGRO 
IL GOLPE DEL 2016, GLI ATTENTATI E LA CRISI DELLA LIRA, LA CITTÀ È AL COLLASSO
Marta Ottaviani per “la Stampa”

gran bazar istanbul 5GRAN BAZAR ISTANBUL
Gran Bazar, addio. La crisi economica sta costringendo i negozianti e gli artigiani del mercato coperto più famoso del mondo a spostarsi altrove. Per la precisione in Montenegro, a quasi 1200 chilometri da casa.

Fino a questo momento sono circa 40 su circa 3.000 quelli che si sono trasferiti nella repubblica balcanica, soprattutto a Budua, città sulla costa adriatica, che sta diventando una località di riferimento sia per le vacanze sia per la vita notturna.

Sei secoli di storia
gran bazar istanbul 4GRAN BAZAR ISTANBUL


Sono principalmente tre le cause che stanno portando molti mercanti a lasciare il Gran Bazar, la cui costruzione è iniziata nel XV secolo: il calo dei turisti, l' aumento degli affitti e delle materie prime e la crisi valutaria.

A certificare la crisi dello storico mercato coperto, è stato Hasan Firat, presidente dell' Associazione commercianti del Gran Bazar: «Fino a questo momento sono circa 40 quelli che hanno scelto di andare a Budua, in Montenegro.

La città è caratterizzata anche da un vivace turismo dal mare, che nella stagione estiva fa arrivare circa 750 piccole imbarcazioni». Una volta il turismo delle crociere arrivava anche a Istanbul e a flusso continuo.
lampade in vendita al gran bazar di istanbulLAMPADE IN VENDITA AL GRAN BAZAR DI ISTANBUL

Ma con il golpe del luglio 2016 e l' ondata di attentati che ha colpito il Paese fino al 2017, il numero di grandi navi è diminuito del 50 per cento, provocando un calo di 100-150 mila turisti al giorno. «Dall' inizio dell' anno - ha continuano Firat - sono circa 100 i negozi che hanno cambiato proprietà». Ci sono poi i costi sempre più alti.

turiste in visita al gran bazar di istanbulTURISTE IN VISITA AL GRAN BAZAR DI ISTANBUL




L' affitto di un negozio di 25 metri quadrati al Gran Bazar costa minimo 50 mila dollari all' anno ai quali vanno aggiunti i costi di mantenimento della struttura, che sono enormi.

Via dalla città
E così, i mercanti e i commercianti, stanno iniziando a dire basta. A lasciare gli antichi corridoi affrescati, nei quali il sultano camminava in incognito per ascoltare le opinioni sul suo operato, sono proprio quelli che hanno reso Kapali Carsi, il Gran Bazar, appunto, famoso in tutto il mondo: gli orafi, i pellettieri e i tagliatori di pietre.

gran bazar istanbul 6GRAN BAZAR ISTANBUL



«L' oro ha raggiunto prezzi molto elevati e gli affari non sono più come quelli di una volta» spiega Ozgur. Lavora in uno dei negozi della celebre Kalpakçlar Caddesi, il viale dei gioiellieri, dove monili dal costo di decine di migliaia di dollari e chili di oro fanno bella mostra di sé nelle vetrine luccicanti, per la gioia delle signore, che vi si attaccano come ventose, e la preoccupazione dei loro mariti.
gran bazar istanbul 3GRAN BAZAR ISTANBUL 



In Montenegro possono contare su affitti bassi, costo della manodopera e delle materie prime affrontabile e un interesse per il gusto dell' antico impero ottomano che affascina non solo i turisti stranieri, ma quelli che arrivano dagli altri Paesi dei Balcani.

Una nuova vita, lontana dalla caotica e travolgente Istanbul, ma che garantisce ricavi abbondanti e con buone possibilità di crescita.
gran bazar istanbul 7GRAN BAZAR ISTANBUL









La fuga dei negozianti è il riflesso non solo della crisi vissuta dalla Turchia, ma di quella dello stesso Gran Bazar. Sono in difficoltà anche i venditori di borse, che spesso, oltre alla loro bottega all' interno del Gran Bazar, hanno show room immensi nei sotterranei dei palazzi vicini, con falsi di tutti i più grandi brand internazionali che farebbero impazzire qualsiasi fashion victim.

gran bazar istanbul 2GRAN BAZAR ISTANBUL
 «Una volta qui - spiega Evren, che lavora in uno di questi paradisi della contraffazione - venivano qui a decine, non lasciavano meno di 1000 euro. Russi, arabi.

Adesso il business si è ridotto molto, temo anche perché a causa della crisi siamo stati costretti ad aumentare i prezzi». Quello che i negozianti non dicono, o ammettono a fatica, è che il mitico Gran Bazar sta pian piano diventando un mercato come tanti altri, dove la massificazione ha portato molti negozi a vendere le stesse cose.
bandiere turche all'interno dello storico mercato del gran bazar di istanbulBANDIERE TURCHE ALL'INTERNO DELLO STORICO MERCATO DEL GRAN BAZAR DI ISTANBUL






La fuga degli artigiani e dei mercanti storici rischia di impoverire ancora di più quello che è il mercato coperto più grande del mondo. Fonte: qui

UNA DONNA POLACCA VA FUORI DI TESTA A MANTOVA E INIZIA AD ACCOLTELLARE I PASSANTI A CASO



PRIMA È ENTRATA IN UN MUSEO E HA UCCISO UNA DIPENDENTE, POI È USCITA IN STRADA E HA FERITO ALTRE DUE PERSONE 

PER FERMARLA È STATO NECESSARIO…


badante accoltella i passanti 5BADANTE ACCOLTELLA I PASSANTI
Il primo sabato di settembre di Canneto sull'Oglio, paese della provincia mantovana, è stato sconvolta dal pomeriggio di follia di una badante polacca di 58 anni - Barbara Chmurzynska - che, tenendo un coltello da macellaio per mano, prima è entrata nel museo civico che ospita la collezione del giocattolo storico, ferendo a morte una dipendente di 54 anni, e poi è uscita in piazza accoltellando chiunque le capitasse a tiro.

badante accoltella i passanti 1BADANTE ACCOLTELLA I PASSANTI





I suoi colpi hanno raggiunto due uomini, uno dei quali spingeva la carrozzina della madre invalida, che è caduta a terra rimanendo anche lei ferita. L'accoltellatrice è stata fermata con l'accusa di omicidio e lesioni dai carabinieri di Mantova, coordinati dal comandante provinciale Fabio Federici.

Le urla provenienti dal museo civico hanno richiamato alla finestra Marco Quatti, comandante della polizia locale di Asola (Mantova), in visita al padre nella casa di riposo vicino alla piazza.
badante accoltella i passanti 2BADANTE ACCOLTELLA I PASSANTI

L'uomo ha visto una carrozzina ribaltata ed è immediatamente corso ad aiutare la persona ferita: "C'era questa carrozzella a terra con una donna che si dimenava e un uomo di fianco a lei. All'inizio pensavo che fosse una discussione tra di loro, poi - racconta all'ANSA - quando mi sono avvicinato ho visto una donna che si allontanava: teneva in mano due coltelli da macellaio, aveva gli occhi fuori di testa e mi è venuta incontro per colpirmi.

Io le dicevo 'mettili giù' e lei mi urlava 'vai via'. Un amico è arrivato in bicicletta e io le ho lanciato la bici sulle gambe, disorientandola. Un'altra persona le ha dato una bastonata sulla mano, poi io le ho dato un calcio sulla pancia e lei ha mollato i coltelli.
badante accoltella i passanti 4BADANTE ACCOLTELLA I PASSANTI

Quindi è stato facile immobilizzarla fino all'arrivo dei carabinieri". "Aveva un'aria da matta, spiritata e secondo me - dice ancora il comandante dei vigili - aveva anche bevuto degli alcolici perché, quando la tenevo ferma, ho sentito che puzzava. Quando l'ho raggiunta, sembrava pronta a colpire la prima persona che incontrava".

Fonte: qui