9 dicembre forconi: 01/01/18

lunedì 1 gennaio 2018

IRAN - STUDENTI E INTELLETTUALI MANIFESTANO CONTRO GLI AYATOLLAH MA IL REGIME AGGREDISCE LA PROTESTA TRASPORTANDO DALLE PROVINCE A TEHERAN MIGLIAIA DI FILO-GOVERNATIVI

DOPO GLI SCONTRI FRA POLIZIA E STUDENTI SCATTANO LE MANETTE: 52 ARRESTI 

E A DOROOD I PASDARAN USANO LA FORZA E UCCIDONO SEI PERSONE

Giordano Stabile per “la Stampa”

MANIFESTAZIONI IN PIAZZA IN IRANMANIFESTAZIONI IN PIAZZA IN IRAN
Nel terzo giorno di manifestazioni contro gli ayatollah, nelle strade di Teheran si sono confrontati due Iran. Il governo, dopo aver cercato di mettere la sordina alle proteste, ha deciso di reagire e ha messo in campo i suoi sostenitori, nel tentativo di eclissare i dimostranti che continuano a cantare «abbasso Rohani», «abbasso il dittatore» e «libertà, libertà».

Centinaia di pullman hanno trasportato dalla provincia nella capitale migliaia di uomini in uniforme nera, e soprattutto donne, anche loro vestite di nero, velate e con in mano i ritratti di Khomeini e Khamenei. Le immagini del grande raduno, vicino al mausoleo dove è sepolto il fondatore delle Repubblica islamica e al grido «morte ai sediziosi», hanno saturato i media filo-governativi.

MANIFESTAZIONI IN PIAZZA IN IRANMANIFESTAZIONI IN PIAZZA IN IRAN
La manifestazione pro-governativa si tiene ogni anno per ricordare la «vittoria» contro l' Onda verde del 2009, quando i riformisti vennero schiacciati dalla milizia basij di Mahmoud Ahmadinejad, ma adesso è arrivata in parallelo con la prima ondata di arresti, almeno 52, e l' avvertimento del ministro dell' Interno Abdolrahman Rahmani Fazli a evitare «raduni illegali» per «non creare problemi a sé e agli altri».

Le manifestazioni sono continuate lo stesso. Sul Web sono apparsi video che mostrano centinaia di persone, vestite all' occidentale, marciare a Teheran ma anche nella città santa di Qom, culla dello sciismo iraniano, e scandire slogan contro il regime, per la liberazione «dei prigionieri politici», contro i soldi indirizzati negli interventi in Siria e Iraq «mentre noi siamo costretti a chiedere l' elemosina», e persino a favore dello scià Reza Pahlavi, deposto nel 1979: «Che riposi in pace».

negozio tehranNEGOZIO TEHRAN
Altri filmati sono arrivati da Rasht, Hamedan, Kermanshah, Qazvin, dove la polizia ha disperso i dimostranti con i cannoni ad acqua. A Dorood, nella provincia del Lorestan, invece, i pasdaran sparano sulla folla uccidendo tre persone, ma sul sito di «Al Arabiya», che cita fonti locali, si parla di sei vittime. La risposta delle autorità è stata comunque più contenuta, finora, rispetto al 2009.

Pur diffuse in tutto il Paese, le manifestazioni non hanno ancora le dimensioni massicce dell' Onda verde. Anche la direzione politica è poco chiara. Il movimento sembra spontaneo, una reazione rabbiosa agli aumenti dei prezzi nei beni di prima necessità, dalla benzina agli affitti, non più calmierati dai sussidi, ridotti nell' ultima legge di bilancio, e anche al fallimento di fondi di investimento legati a istituti religiosi, che hanno bruciato i risparmi di intere famiglie.

moschea al nabi di qazvinMOSCHEA AL NABI DI QAZVIN
Le riforme promesse dal presidente Hassan Rohani, eletto per la prima volta nel 2013, sono rimaste a metà del guado. I benefici dell' accordo sul nucleare, finalizzato due anni fa, nel dicembre del 2015, ancora non si vedono, anche se le grandi imprese europee sono tornate in Iran con investimenti per decine di miliardi. Ora Rohani dovrà decidere se cedere alle pressioni degli oltranzisti o continuare a usare la mano morbida. Il governo appare diviso.

Uno dei vicepresidenti, Massoumeh Ebtekar, ha accusato i dimostranti di essere «eterodiretti» da potenze straniere (Usa e Israele), anche se ha ribadito il loro «diritto a manifestare». Dal fronte più riformista, Hesamoddin Ashena, consigliere culturale del presidente, ha insistito sul fatto che «il popolo ha diritto di essere ascoltato» mentre il Paese «affronta sfide difficili, disoccupazione, carovita, corruzione, mancanza di acqua, diseguaglianze e ingiusta ripartizione del bilancio pubblico».
mercatino usato a qazvinMERCATINO USATO A QAZVIN

In pratica tutte le storture che Rohani aveva promesso di raddrizzare. Gli oppositori fanno notare come negli Anni Duemila, segnati dai due disastrosi mandati di Ahmadinejad e dalle sanzioni internazionali, il Pil dell' Iran, che era superiore a quello della Turchia, adesso sia soltanto la metà, nonostante la produzione di quattro milioni di barili di petrolio al giorno. Ma anche il campo dei conservatori sta manovrando, e paradossalmente potrebbe sfruttare a suo vantaggio il malcontento. Lo stesso Ahmadinejad conduce una campagna sotterranea in vista delle prossime elezioni politiche del 2020, fatta di dichiarazioni pubbliche e messaggi sui social network.

festa per accordo sul nucleareFESTA PER ACCORDO SUL NUCLEARE


Se le manifestazioni dovessero assumere una tinta apertamente anti-governativa, a Rohani resteranno pochi spazi di manovra. Un primo assaggio si è visto ieri all' Università di Teheran, al centro dei movimenti di protesta già nel 1999, poi nel 2003, fino alla sanguinosa repressione nei dormitori studenteschi del 2009. Da allora l' ateneo è una «linea rossa» per il Governo. Ieri un piccolo raduno di universitari è stato sopraffatto dalla manifestazione pro-regime. Gli ayatollah sanno bene come il movimento studentesco possa fare da carburatore a tutte le rivoluzioni. E faranno di tutto per soffocarlo in tempo.

Fonte: qui

A CHI GIOVA LA TASSA SUI SACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILI PER FRUTTA E VERDURA?

ALLA “NOVAMONT”, AZIENDA DI NOVARA CHE PRODUCE I BIO-SACCHETTI, IL CUI AMMINISTRATORE DELEGATO È CATIA BASTIOLI, UNA CAPACE MANAGER CHE HA INCROCIATO PIÙ VOLTE LA STRADA DEL PD E DI RENZI. NEL 2011 PARTECIPA COME ORATORE ALLA SECONDA EDIZIONE DELLA LEOPOLDA…

Giuseppe Marino per “il Giornale”

sacchetto di plasticaSACCHETTO DI PLASTICA
L' obbligo di comprarli scatta da domani, ma nei supermercati si respira già il malumore dei clienti per la «tassa sui sacchetti». Quel che non è ancora chiaro a chi fa la spesa, è chi incasserà i proventi della nuova subdola imposta. Per capire chi in queste ore sorride al pensiero dei sacchetti a pagamento bisogna mettere insieme alcuni fatti, qualche sospetto e un numero impressionante di coincidenze.

Che hanno una data d' inizio: 3 agosto 2017. È il giorno in cui viene approvato in commissione, con voto compatto del gruppo del Pd, l' emendamento che introduce il balzello. In pieno clima di ferie il Parlamento sente l' esigenza di accelerare la norma infilandola in una legge che c' entra ben poco, il Dl Mezzogiorno.

CATIA BASTIOLICATIA BASTIOLI
Col paradosso che in un provvedimento che dovrebbe portare sviluppo al sud compare un emendamento, firmato dalla deputata Dem Stella Bianchi, i cui frutti saranno goduti molto più a Nord, e precisamente in Piemonte. Vedremo dopo per quali strade.
Prima è meglio dare un' occhiata a come è stato congegnato l' emendamento. Da una parte si impone il divieto di usare i sacchetti ultraleggeri di plastica, quelli che servono a pesare la frutta o a incartare formaggi e salumi.

Fin qui è l' attuazione di una direttiva europea che ha uno scopo condivisibile, ridurre il consumo di plastica e il suo impatto ambientale rendendo obbligatori i sacchetti con almeno il 40% di componente biodegradabile. Il Pd aggiunge però un altro meccanismo diabolico: ai supermercati è vietato regalarli ai clienti, pena una multa salatissima, fino a 100mila euro.

SACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILISACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILI
Una misura spacciata per incentivo a ridurre il consumo di sacchetti che, pur biodegradabili, sono per più di metà ancora composti di plastica. Eppure il fine nobile della sanzione durissima è completamente vanificato da un' altra norma: è vietato riciclare i sacchetti. Né, per motivi igienici e di taratura delle bilance, è possibile portarsi da casa borse o contenitori di tipo diverso che finiscano a contatto diretto con gli alimenti e con le bilance.

Dunque, se non posso portarmeli da casa e non ho altre alternative che usare quelli forniti dal supermercato, il disincentivo del pagamento, obbligatorio per legge, non può scoraggiare il consumo. I dirigenti di alcune catene di supermercati, sentiti dal Giornale, confermano i dubbi sul meccanismo cervellotico e sugli effetti perversi. E allora, chi ci guadagna?

NOVAMONTNOVAMONT
La norma sgrava la grande distribuzione, che in Italia conta un player storicamente legato alla sinistra, la Coop, dal costo degli shopper, riversandolo sul cliente. Ma non è poi un grande vantaggio, perché i negozi dovranno fronteggiare la rabbia dei clienti. C' è anche perplessità sulla scelta di non regolamentare il prezzo dei bio-sacchetti che, essendo un bene ormai obbligatorio per legge, è esposto a possibili speculazioni sul prezzo.

Gli unici ad applaudire pubblicamente la norma sono i vertici di Assobioplastiche, il cui presidente, Marco Versari, è stato portavoce del maggiore player del settore, la Novamont, già nota per aver inventato i sacchetti di MaterBi, il materiale biodegradabile a base di mais. E infatti l' azienda di Novara sul suo sito, senza ironia, pubblica un sondaggio secondo cui i consumatori italiani sarebbero in maggioranza contenti di pagare.
Intorno a Novamont si concentrano altre coincidenze.

SACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILISACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILI
L' amministratore delegato è Catia Bastioli, una capace manager che ha incrociato più volte la strada del Pd e di Renzi. Nel 2011 partecipa come oratore alla seconda edizione della Leopolda, quella in cui esplode il fenomeno Renzi. Molti degli ospiti di quell' evento oggi occupano poltrone di nomina politica.

E Catia Bastioli non fa eccezione: nel 2014, pur mantenendo l' incarico alla Novamont, viene nominata presidente di Terna, colosso che gestisce le reti dell' energia elettrica del Paese. Con i buoni uffici del Giglio magico, si dice all' epoca. A giugno 2017 Mattarella la nomina cavaliere del lavoro.

NOVAMONTNOVAMONT
L' azienda che guida è l' unica italiana che produce il materiale per produrre i sacchetti bio e detiene l' 80% di un mercato che, dopo la legge, fa gola: inizialmente i sacchetti saranno venduti in media a due centesimi l' uno. Le stime dicono che ne consumiamo ogni anno 20 miliardi. Potenzialmente dunque, è un business da 400 milioni di euro l' anno. Il 15 novembre scorso Renzi ha fatto tappa con il treno del Pd proprio alla Novamont. Ha incontrato i dirigenti a porte chiuse e all' uscita ha detto ai giornalisti: «Dovremo fare ulteriori sforzi per valorizzare questa eccellenza italiana». Promessa mantenuta.

Fonte: qui