9 dicembre forconi: 09/12/18

mercoledì 12 settembre 2018

MICROONDE: CON LE NUOVE FREQUENZE 5G L'ELETTROSMOG SUPERERÀ OGNI RECORD, E ANCORA NON SAPPIAMO DAVVERO TUTTI I DANNI CHE CI PUÒ FARE


LA RICERCA MEDICO-SCIENTIFICA PERÒ DICE CHE IL PERICOLO ESISTE ED È FONDATO, MA LE LINEE GUIDA SONO VECCHIE E BASATE SU UN USO E UNA POTENZA DEI TELEFONI E DELLE ANTENNE CHE NON HA NIENTE A CHE FARE CON LA REALTÀ DI OGGI

Maurizio Martucci per www.ilfattoquotidiano.it

Mondiale, la posta in ballo è straordinariamente alta. Non solo nel business, ma nella tutela della salute pubblicaL’ho scritto (denunciandolo) nel mio ultimo libro inchiesta. Lo scontro è tra titani. “Era da aspettarselo – scrive su Facebook, polemizzando con la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp), Fiorella Belpoggi, ricercatrice dell’Istituto Ramazzini, a capo del più grosso studio al mondo sugli effetti nocivi delle radiazioni da antenne di telefonia mobile (banda 3G) – ora chi di dovere si prenderà la responsabilità di ignorare un pericolo”.
inquinamento elettromagneticoINQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO

Tra le polemiche, la partita è tutt’altro che chiusa e, clamorosamente, potrebbe riaprirsi: c’è attesa per le nuove linee guida sulla sicurezza per l’esposizione all’elettrosmog, depositati i risultati dell’istituto bolognese (condotto su cavie umane equivalenti, riscontrati tumori maligni su cervello, cuore e infarto) e dell’americano National Toxicology Program (cancro da cellulare),  la scorsa settimana bollati come “poco affidabili” dall’Icnirp, ma presto al vaglio dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.

le onde elettromagnetiche in casaLE ONDE ELETTROMAGNETICHE IN CASA

Forse per questo, senza dar troppo nell’occhio, negli ultimi mesi stiamo assistendo a una forsennata corsa contro il tempo per implementare l’infrastruttura tecnologica di quinta generazione. Lo dimostrano i 500 milioni di euro prestati dall’Europa a Nokia, i 200mila lampioni LED/Wi-Fi appena installati a Roma e le mini-antenne accese a Torino: se l’Organizzazione Mondiale della Sanità dovesse rivalutare (al rialzo) la classificazione delle radiofrequenze, inserendole tra i “probabili” (Classe 2B) se non addirittura tra i “certi” (Classe 1) agenti cancerogeni per l’umanità, dall’oggi al domani crollerebbe l’intera impalcatura su cui – sbrigativamente – lobby dell’industria wireless e (spregiudicata) politica negazionista stanno costruendo il sogno digitale del 5G.

Perché saremo tutti irradiati da una sommatoria multipla e cumulativa di nuove frequenze oggi all’asta, spingendo (presto con riforma di legge?) il campo elettrico nell’aria da 6 V/m a 61 V/m. Ovunque, uno tsunami di microonde millimetriche ci sommergerà: con quali conseguenze? Ecco:
inquinamento da wifiINQUINAMENTO DA WIFI

Aumento del rischio di tumori del cervello, del nervo vestibolare e della ghiandola salivare sono associati all’uso del telefono cellulare. Nove studi (2011-2017) segnalano un aumento del rischio di cancro al cervello dovuto all’uso del telefono cellulare. Quattro studi caso-controllo (2013-2014) riportano un aumento del rischio di tumori del nervo vestibolare. Preoccupazione per altri tumori: mammella (maschio e femmina), testicolo, leucemia e tiroide. Sulla base delle prove esaminate, è nostra opinione che l’attuale classificazione delle radio frequenze come cancerogeno per l’uomo (Classe 2B) dovrebbe essere aggiornata a cancerogenico per gli esseri umani (Classe1)”.
inquinamento elettromagneticoINQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO


L’aggiornamento della ricerca medico-scientifica nei risultati dei nuovi studi parla chiaro. Il pericolo esiste ed è fondato. E non è uno scherzo, se si pensa all’uso compulsivo degli smartphone: le linee guida redatte nel 1998 dall’Icnirp sono vecchie, se non altro superate dall’incontrastato avanzamento tecnologico, più veloce per sfornare merce Hi-Tech priva di valutazione preliminare del rischio sanitario: l’aggiornamento è urgente! Non è procrastinabile.

“Usano le parole magiche ‘incoerenti’ e ‘inaffidabili’ per minare le ultime scoperte – critici, sul blog scrivono i tecnoribelli di No Radiotion for you – accettando e promuovendo studi che mostrano un’immagine più sicura: l’Icnirp si dimostra ancora una volta inadeguato, insignificante e irrilevante”.

ANTENNE TELEFONICHEANTENNE TELEFONICHE
 L’appunto non è da poco: la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti è quell’organismo (privato) accreditato Iarc-Oms su cui alla fine degli anni 90 l’Unione Europea si basò nel considerare i soli effetti termici (cioè il surriscaldamento del corpo umano irradiato dall’elettrosmog, simulato con manichini riempiti di gel), ignorando le evidenze sui danni biologici.

“E’ giunto il momento di aggiornare e rivedere giudiziosamente le linee guida dell’Icnirp”, afferma l’ex membro (ci lavorò 12 anni) Jim Lin, mentre – come il noto Angelo Gino Levis (ex mutagenesi ambientale Università di Padova) anche Dariusz Leszczynski (scienziato tra i massimi esperti al mondo, studiò il progetto Interphone Iarc-Oms) – sostiene l’inaffidabilità dell’Icnirp per dettare l’agenda governativa in materia di regolamentazione del rischio sulle pervadenti onde invisibili.
ANTENNE tv localiANTENNE TV LOCALI

Allora: se gli esiti Icnirp sono superati, vecchi di 20 anni, cosa succederà se la massima autorità sanitaria del mondo recepisse le più aggiornate prove scientifiche sulla cancerogenesi dell’elettrosmog? Il danno biologico evidenziato dagli studi (con finanziamenti pubblici) di National Toxicology Program e Istituto Ramazzini? Che sarà del 5G? E della conseguenze a cui, come cavie, senza informarci ci stanno esponendo?

Fonte: qui


UN RAGAZZO DI 26 ANNI MUORE IN UN INCIDENTE E I GENITORI DECIDONO DI FAR PRELEVARE IL SUO SPERMA E FARLO CONGELARE PER UN ANNO



LA COPPIA INGLESE PUR DI AVERE UN NIPOTE HA SBORSATO TRA LE 60MILA E I 100MILA STERLINE PER UN EREDE IN PROVETTA DEL FIGLIO MORTO

Costanza Cavalli per "Libero Quotidiano"

feconfdazione in vitroFECONFDAZIONE IN VITRO
In Inghilterra c' è un bimbo nato nel 2015, il cui padre è morto in un incidente automobilistico nel 2014. Il padre, a sua volta, non aveva moglie, né fidanzata, né un'amante; aveva 26 anni e probabilmente l' idea di avere un figlio l' aveva sfiorato e poi si era disfatta, come capita ai giovani uomini di quell' età.

Com' è possibile, quindi, che il bambino sia nato nel 2015 quando il padre è morto nel 2014?

È nato usando tre "soggetti": lo sperma di quell' uomo, estratto postumo, una donatrice di ovuli e una madre surrogata. L' idea è venuta a una coppia inglese, i genitori del ventiseienne, che pur di avere un nipote (il Times lo definisce "nipote di design") ha sborsato tra le 60mila e le 100mila sterline, ovvero tra i 67mila e i 110mila euro per le spese ospedaliere, i pagamenti alla donatrice di ovuli e quelli alla madre surrogata.

david smotrichDAVID SMOTRICH
IL PROCEDIMENTO I nonni biologici del piccolo, che sono però diventati i suoi genitori legali, hanno avuto accesso al corpo del figlio solamente due giorni dopo l' incidente che l' aveva ucciso.

Un urologo è riuscito comunque a recuperare dello sperma e l' ha immediatamente congelato. Quasi un anno più tardi, il campione è stato trasportato negli Stati Uniti da un corriere medico specializzato, ed è stato utilizzato a La Jolla, una clinica di fecondazione in vitro di San Diego, in California.

fecondazioneFECONDAZIONE
Nel Regno Unito, infatti, le tecniche di "gender selection", ovvero la selezione di genere che ha permesso ai nonni/genitori di poter scegliere di avere un erede maschio, non sono legali.

Della coppia si sa poco: «Sulla cinquantina e di una famiglia illustre», ha raccontato a The Mail on Sunday il dottor David Smotrich, ostetrico e ginecologo che gestisce la clinica californiana.

«La coppia inglese ha perso il figlio nelle circostanze più tragiche», ha detto il medico, «volevano disperatamente un erede e un nipote che fosse a sua volta in grado di avere un erede.

fecondazione in vitro tecnica sperimentaleFECONDAZIONE IN VITRO TECNICA SPERIMENTALE
È stato un privilegio essere in grado di aiutarli». E non è stato facile perché «generare un bambino usando sperma postumo (estratto cioè dopo la morte del donatore, ndr) è estremamente raro. L' ho fatto solo cinque volte nella mia carriera», ha spiegato ancora Smotrich.

Che ha aggiunto: «La coppia è stata molto specifica sull' aspetto della donatrice e della madre surrogata, insistendo su un tipo di donna che credevano che il loro figlio avrebbe desiderato sposare, sia in termini di aspetto fisico che di intelligenza e istruzione».
fetoFETO

In effetti, questo è il primo caso britannico di un figlio nato da sperma estratto postumo (altri casi sono stati registrati in India, Stati Uniti, Australia). Mentre nel Regno Unito, in media, nascono cinque bambini l' anno generati usando la fecondazione in vitro post mortem, ma con lo sperma estratto quando gli uomini sono ancora in vita, fenomeno in continuo aumento soprattutto in Israele: lì sono almeno 5mila gli uomini, la maggior parte soldati, che hanno sottoscritto questa scelta nel loro testamento, e già una cinquantina i figli nati da sperma conservato di uomini deceduti.

la famiglia israeliana 1LA FAMIGLIA ISRAELIANA 
IL CASO DI ISRAELE Nella terra di Davide, il primo caso di "padre dall'aldilà" è stato nel 2002: un soldato venne ucciso da un cecchino nella Striscia di Gaza e la madre fece prelevare in tempo lo sperma dal cadavere. Ci vollero otto anni di carte bollate, ma alla fine i genitori ottennero il permesso di utilizzare il seme del figlio, e ora hanno un nipote.

la famiglia israeliana 2LA FAMIGLIA ISRAELIANA 
In Israele, però, un Paese che si stente minacciato nella sua stessa esistenza, è una pratica sentita quasi come una necessità, che nasce dall' istinto di sopravvivenza. Tanto che la fecondazione in vitro è pratica comune e finanziata dal governo, adottata anche dagli ultraortodossi.

Qui Irit Rosenblum, avvocato di diritto di famiglia, ha fondato nel 1998 l' organizzazione New Family e si è mossa perché fosse legalizzata la fecondazione in vitro post mortem. Poi, s' è inventata The Biological Will (il testamento biologico): prima e unica banca biologica del mondo per aiutare i malati terminali, le famiglie in lutto e i soldati a creare la loro eredità biologica.
la famiglia israeliana 6LA FAMIGLIA ISRAELIANA 

Di tutti queste procedure, però, nessuna in Inghilterra è legale senza l' esplicita volontà del donatore da vivo: non l' estrazione di sperma post mortem, non l' uso dello sperma, non la selezione di genere (che consente di scegliere il sesso del figlio).

Secondo Allan Pacey, professore di andrologia all' università di Sheffield e ex presidente della Fertility Society britannica, «se il figlio non aveva firmato i moduli di consenso necessari per il recupero postumo, l' immagazzinamento e l' uso del suo sperma, è probabilmente avvenuto un reato. E anche il medico che ha estratto lo sperma ha violato la legge, così come la struttura che ha congelato e esportato il campione». Fonte: qui
fecondazione in vitro 1FECONDAZIONE IN VITRO 

IL GOVERNO ITALIANO DOVREBBE SBATTERE LA PORTA E USCIRE DAL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI, CON L'ALTO COMMISSARIO MICHELLE BACHELET (GRANDE AMICA DI CASTRO, CHAVEZ E MADURO) CHE SI PERMETTE DI MANDARE GLI ISPETTORI IN ITALIA

IL CONSIGLIO HA CONDANNATO 68 VOLTE ISRAELE E MAI VENEZUELA, CINA, O ARABIA SAUDITA, CHE ANZI L'HA PRESIEDUTO, MENTRE DECAPITAVA GLI OPPOSITORI POLITICI E TENEVA LE DONNE SEGREGATE IN CASA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia
michelle bachelet nicolas maduroMICHELLE BACHELET NICOLAS MADURO

Provate a immaginare procedure speciali aperte contro l'Italia, ispettori che vengono a mettere il naso in campi rom e centri di accoglienza, con il loro manuale politically correct che tutti condanna e indica come colpevoli di poca solidarietà, ma che assolve sempre loro, gli ispettori del Grande Fratello, quelli che “ce lo dice l'ONU”, che fa a gara con “ce lo dice l'Europa”.

A loro invece dice che sono impuniti comunque, le violenze sui bambini, gli stupri delle donne, la testa girata da un'altra parte quando ci sono le stragi, l'inutilità di grandi missioni internazionali, l'insipienza dimostrata per anni in Libia, le abitudini e vizi da satrapi, non costituiscono responsabilità alcuna.
michelle bachelet lula chavezMICHELLE BACHELET LULA CHAVEZ

Provate a immaginare una nazione democratica messa sotto accusa da esponenti e amici di dittatori, affamatori, corrotti. Non è arrivata l'ora di dire basta, non bisogna cogliere l'occasione offerta dalla gentile signora Michelle Bachelet per sbattere la porta e dire tanti saluti e fuori dalle palle i vostri ispettori?


michelle bachelet fidel castroMICHELLE BACHELET FIDEL CASTRO







Gentile Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che, a meno di un mio errore, non ha finora ritenuto di dire una parola sulla gravissima vicenda degli ispettori del Consiglio per i Diritti Umani Onu, e non vorremmo che imparasse troppo dai silenzi del presidente Mattarella; gentile ministro Matteo Salvini, che è il vero obiettivo dell'attacco di Ginevra, e che ha risposto duramente, ma non basta minacciare ritorsioni economiche; gentile ministro Enzo Moavero, che rappresenta l'Italia all'estero, e che ha con un qualche ritardo emesso un comunicato che mi azzardo a definire di flebile difesa della nostra democrazia e della pazienza degli italiani nell'accoglienza;
michelle bachelet chavezMICHELLE BACHELET CHAVEZ

signori rappresentanti del governo, dal cosiddetto Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, che è fin dalla sua creazione, per la sua composizione, per le scelte attuate, per l'antisemitismo dominante, per lo strapotere di dittature musulmane, l'ultimo scherzo del carrozzone illiberale delle Nazioni unite, è doveroso, dopo un'offesa così grave al popolo e alle istituzioni italiane, ritirarsi.
michelle bachelet chavezMICHELLE BACHELET CHAVEZ






E certamente una decisione impegnativa, ma è anche una decisione dovuta agli italiani dal governo del cambiamento nel quale, così ci dicono rilevazioni e sondaggi, ripongono grande fiducia nonostante attacchi nazionali e internazionali furibondi e scomposti.

L'imminente Assemblea Generale annuale delle Nazioni Unite a New York è l'occasione giusta per un annuncio del genere. Basta fare come hanno fatto gli Stati Uniti due mesi fa con la loro ambasciatrice Nikki Haley.

"Prendiamo questa decisione perché il nostro impegno non ci permette di continuare a far parte di un'organizzazione ipocrita e asservita ai propri interessi che ha fatto dei diritti umani una barzelletta. Gli Stati Uniti si ritirano da questa fogna di pregiudizio politico”. Semplice, efficace, definitivo.
MICHELLE BACHELETMICHELLE BACHELET


Apprendiamo invece del sito della Farnesina che l'Italia in quel Consiglio ci vuole entrare, e con orgoglio. Cito.
“Nell’autunno 2018 si svolgeranno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite le elezioni per il rinnovo parziale del Consiglio Diritti Umani (CDU) per il triennio 2019-2021. L’Italia ha presentato la propria candidatura perché conduce da sempre un’azione convinta di tutela e promozione dei diritti umani.

Il Consiglio Diritti Umani (CDU) è il consesso elettivo più prestigioso e importante delle Nazioni Unite dopo il Consiglio di Sicurezza. Istituito nel 2006, il CDU prosegue il lavoro della Commissione Diritti Umani, che dal 1946 aveva assicurato massima risonanza internazionale all’esigenza del rispetto dei diritti umani nel mondo. Il CDU è composto da 47 Stati membri eletti per un mandato triennale dall’Assemblea Generale, con seggi ripartiti secondo il principio dell’equa distribuzione geografica. Il Consiglio si riunisce in sessione ordinaria tre volte all’anno (marzo, giugno e settembre) e in sessione speciale su richiesta di 1/3 dei suoi membri.
donne arabia sauditaDONNE ARABIA SAUDITA

L’Italia, che è già stata membro del Consiglio Diritti Umani nei mandati 2007-2010 e 2011-2014, ha presentato ufficialmente i propri impegni e priorità in vista della auspicata elezione al CDU, e attualmente segue con assiduità e partecipa ai lavori come Paese osservatore. Tra i temi per noi prioritari figurano: la lotta contro ogni forma di discriminazione, i diritti delle donne e dei bambini, la moratoria universale della pena di morte, la libertà di religione o credo e la protezione delle minoranze religiose, la lotta contro la tratta di esseri umani, i diritti delle persone con disabilità, la protezione del patrimonio culturale e religioso, i difensori dei diritti umani.

DONNE ARABIA SAUDITADONNE ARABIA SAUDITA
Si tratta di una richiesta avanzata nel marzo scorso, hai elezioni politiche italiane già avvenute, ma ancora con il precedente ministro degli Esteri e il precedente governo. Dunque, c'è tutto il tempo è l'occasione per tirarsi indietro e magari per chiedere che vengano dimenticate espressioni come “consesso più prestigioso” o “equa distribuzione geografica”’, Anche perché se già ci siamo stati per due volte, e osserviamo in modo attento e assiduo, non dovrebbero esserci rimaste residue speranze su che cosa sia il consiglio per i Diritti Umani dell'Onu.
ESECUZIONI ARABIA SAUDITAESECUZIONI ARABIA SAUDITA

Istituito con grande pompa nel 2006, in luogo della precedente commissione, nei primi dieci anni di attivita il Consiglio ha condannato 68 volte Israele, 20 volte la Siria, 9 volte la Corea del Nord, 6 volte l’Iran e mai Venezuela, Arabia Saudita o Cina.

Veniamo all'equa distribuzione geografica ricordata dalla Farnesina, perché il Consiglio prevede 47 membri eletti dall’Assemblea generale, con una maggioranza di seggi (13+13) all’Africa e all’Asia, 8 al Sud America e ai Caraibi, 6 all’Est europeo, 7 seggi in tutto per la Ue e il resto dell’Occidente.
moavero salviniMOAVERO SALVINI






Quando misero in piedi questa meraviglia di arbitrio, la presidenza Bush disse grazie no, e resto’ fuori, poi arrivo’ Barack Obama e si affrettò ad aderire.
Seguirono scelte eclatanti.

Nel 2014 sono stati eletti tra i membri del Consiglio Cina e Arabia Saudita, noti campioni di diritti umani. Non basta, nel 2015 l’ambasciatore saudita Faisal bin Hassan Trad è stato eletto a capo del Consiglio per l’anno 2016.

Esercito contro i monaci tibetaniESERCITO CONTRO I MONACI TIBETANI
Ora, qui nessuno è caduto con l'ultima pioggia e si sa che l'economia e il petrolio contano. Ma di qui a mettere a vigilare sui diritti umani nel mondo un Paese che ha il quarto record mondiale di esecuzioni capitali, molte per decapitazione, ma resta tempo per crocifiggere alcuni condannati, che non garantisce il diritto di stampa, espressione, libertà religiosa, che tratta come schiavi gli stranieri entrati per lavoro, che nega i diritti delle donne, tenute in tutela e segregazione tutta la vita, che mette fuorilegge e riserva pene durissime agli omosessuali, un paese che non ha mai firmato la Dichiarazione universale dei Diritti Umani, ecco, dovrebbe intervenire un minimo di pudore. Invece no .

Invece no, perché alle Nazioni Unite noi paghiamo, gli altri comandano. Un solo esempio. Nel 2016 l'Arabia Saudita era stata condannata per i bombardamenti in Yemen che avevano ucciso centinaia di bambini. Una sorta di Blacklist dalla quale però l'allora segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, fu convinto a recedere perché a lui e alla dirigenza arriverà una serie di minacce pesanti e di ricatti da parte non solo dei sauditi ma di tutti i Paesi dell’Organizzazione della cooperazione islamica.

ManganellateMANGANELLATE
Se la distribuzione geografica non è equa figuratevi quella economica. Fare i conti veri dei costi dell’Onu e delle sue agenzie è praticamente impossibile. Diciamo circa 6 miliardi di dollari di bilancio ordinario si raddoppiano e arrivano a 12 con le agenzie tra cui anche il Consiglio per i Diritti Umani con sontuosa sede a Ginevra. L'Italia è tra i primi 10 finanziatori, 95 milioni di dollari nel 2017, ma ci dovete aggiungere 4 milioni di dollari per i tribunali internazionali e circa 30 milioni di dollari solo nel primo semestre 2017 per le missioni di peacekeeping. Poi ci sono le missioni direttamente finanziate come quella al confine tra Libano e Israele.

Una manifestante pro TibetUNA MANIFESTANTE PRO TIBET
UN Watch ed altri organismi internazionali di controllo producono regolarmente materiale su uno stato delle cose incredibilmente illegale e corrotto. Altro che la casta italiana! Le denunce cadono regolarmente nel vuoto perché i Paesi finanziatori non intervengono, Donald Trump è stato il primo a cominciare a passare dalle parole ai fatti.

Di Michelle Bachelet, già presidente del Cile, da un mese alto commissario per i Diritti Umani, Un Watch ricorda che quando morì Fidel Castro lo definì «un leader per la dignità e la giustizia sociale a Cuba e in America Latina», poi andò in visita da Raul Castro. Ma si rifiuta di incontrare qualunque esponente dell'opposizione cubana.

Forze antisommossa cinesiFORZE ANTISOMMOSSA CINESI
Quando morì Chávez lo ricordò come un «grande amico», col merito di “aver sradicato la povertà, generato una vita migliore per tutti, e per il suo profondo amore per l' America Latina”. Naturalmente è una grande amica del brasiliano Lula, e anche ora che Maduro ha condotto il Venezuela alla fame, ha dichiarato che e' solo colpa della mancanza di dialogo”.

 Ora inaugura la sua attività di Commissario annunciando : "Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e rom”.
salvini e conte guardia di finanzaSALVINI E CONTE GUARDIA DI FINANZA

A una così si risponde sbattendo la porta, non bussando per entrare.

Fonte: qui

TUTTI I MIGRANTI DELLA DICIOTTI SONO FUGGITI. A ROCCA DI PAPA, DOVE ERANO STATI ACCOLTI IN UNA BELLA STRUTTURA DELLA CEI VISTA LAGO, LE STANZE SONO VUOTE


IERI IN 34 SONO STATI TROVATI A VENTIMIGLIA, PORTATI IN PULLMAN DAGLI ATTIVISTI DEL CENTRO ROMANO BAOBAB

CHIEDERANNO ASILO POLITICO IN ITALIA? 

MANCO PER NIENTE: ECCO COSA FARANNO ADESSO

DICIOTTI, TUTTI I MIGRANTI FUGGITI - STANZE VUOTE A ROCCA DI PAPA
Alessia Marani per ''il Messaggero''

mondo migliore rocca di papaMONDO MIGLIORE ROCCA DI PAPA
Un soggiorno lampo. Arrivati tra le proteste nella notte fra il 28 e il 29 agosto, poi fuggiti via prima alla spicciolata, quindi in gruppi più consistenti, al centro della Cei “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, i cento eritrei della Diciotti sembrano ormai svaniti come in un ricordo lontano. Stanze vuote, corridoi liberi (restano gli ospiti non eritrei), gli ultimi tre hanno lasciato il centro venerdì alla volta delle diocesi di Ascoli Piceno, ma oltre la metà si erano già dileguati per conto proprio.

In 34 sono stati intercettati domenica sera dalla polizia a Ventimiglia mentre viaggiavano verso Campo Roja, il campo gestito dalla Croce Rossa, tappa segnata sulle rotte mai scritte della diaspora eritrea verso la Francia e il Nord dell’Europa. Erano a bordo di un pullman noleggiato dall’associazione Baobab experience di Roma, dove già in sedici erano stati individuati e fotosegnalati venerdì. Hanno snobbato vitto, alloggio e una protezione sicura.

In 53 si erano già dileguati volontariamente da Rocca di Papa e almeno 17 hanno lasciato nel frattempo le parrocchie sparse per l’Italia cui erano stati destinati. Insomma, togliendo i malati e i minori fatti sbarcare a Catania, oltre ai 4 presunti scafisti, i quaranta accolti in Albania e in Irlanda, gli eritrei della Diciotti in fuga dalla legge che li obbliga a rimanere in Italia, sarebbero almeno una settantina. Cifra parziale. «Alcuni giorni fa sono arrivati altri 14 stranieri della Diciotti», conferma Insa Moussa Ba Sané, responsabile del campo al confine italo-francese.
ivano ciccarelliIVANO CICCARELLI

I trentaquattro facevano parte di un gruppo di 51 persone partite in pullman alle otto del mattino dal Baobab, tendopoli per migranti a due passi dalla stazione Tiburtina; circostanza che il responsabile, Andrea Costa, aveva fortemente negato nella stessa giornata a chi lo interpellava sull’allontanamento degli eritrei da Roma.

«Impossibile, hanno preso un bus di lunga percorrenza a Tiburtina», aveva detto, salvo poi essere identificato in serata con altri tre operatori, due donne e un eritreo detto “il geometra” da anni in Italia, di fatto l’interprete, a Ventimiglia, in veste di accompagnatore. «In quel momento - sostiene - non potevo parlare, avevamo deciso insieme di mantenere il segreto fino a destinazione. Abbiamo accompagnato 48 persone, tra cui donne, bambini e alcuni della Diciotti. Ma non è un reato, sono persone libere di potere girare nel nostro Paese». Con loro c’era, però, anche una troupe televisiva, i cui componenti sono stati anch’essi identificati.
il cardinale krajewski a pranzo nel centro di accoglienza di rocca di papaIL CARDINALE KRAJEWSKI A PRANZO NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI ROCCA DI PAPA

LA COLLETTA
Alla polizia, Costa, che risulta segnalato nel 2004 per rifiuto di generalità, minacce, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, ha riferito di avere pagato il noleggio del bus a una ditta romana utilizzando i soldi racimolati dall’associazione con una colletta. Fatto su cui sono in corso delle verifiche. Ieri al Baobab erano rimasti appena otto eritrei. Sono i tre che hanno richiesto l’asilo politico, più altri ragazzi che stanno ancora aspettando di ricevere i soldi da parenti e amici per muoversi.

Tra loro un 25enne sbarcato a Pozzallo e un suo amico; sperano di potere partire oggi, sempre in pullman, «ma ci hanno chiesto 25 euro per il biglietto e siamo ancora senza un telefonino». A differenza degli eritrei già partiti, tutti perennemente nei giorni scorsi alla caccia del wi-fi alla stazione per organizzare gli spostamenti. Al telefono con chi? Attorno a questi “fantasmi” senza documenti, a Roma si è subito dispiegata la rete di faccendieri che lucra sui viaggi in mare dalla Libia e che, secondo gli attivisti del coordinamento Eritrea Democratica in Italia «istiga i giovani eritrei a proseguire per l’Europa continuando a tenerli sotto ricatto».

accertamenti medici al centro baobabACCERTAMENTI MEDICI AL CENTRO BAOBAB
Spesso connazionali, a volte già “dublinati” (ossia rispediti indietro in virtù del trattato di Dublino), che si offrono come intermediari dietro la pretesa di una “stecca”. Un “pizzo”, per esempio, per fare passare sui propri conti i soldi trasferiti dall’Eritrea o dai familiari che li attendono in Francia, Germania o Svezia. «E c’è chi ha estorto loro anche 200 euro per un biglietto che ne costava 20 o 30», dicono dal Baobab, motivo per cui «abbiamo preferito aiutarli noi, sottraendoli ai trafficanti».

Campo Rojo è l’ultima tappa italiana prima di affrontare a piedi il “Col de la morte”, il valico della morte, un pericoloso sentiero che attraversa le Alpi Marittime e unisce Ventimiglia a Mentone, in Francia. I migranti che arrivano fin qui vengono avvicinati dai “passatori” che si offrono a pagamento come guide per attraversare il confine e rischiano ancora una volta la vita.

IL NAUFRAGIO
I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTII MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI
Di ieri la notizia rivelata da Medici Senza Frontiere di oltre 100 persone morte in un naufragio al largo della Libia il primo settembre. MSF riporta alcune testimonianze dei sopravvissuti, soccorsi dalla guardia costiera libica e trasferiti a Khoms (a est di Tripoli) il 2 settembre. Tra le vittime, ci sarebbero anche venti bambini tra cui due piccoli di 17 mesi. Solo due corpi sono stati recuperati.

Un sopravvissuto ha riferito che è stata contattata la Guardia costiera italiana, ma quando i «soccorritori europei sono giunti la barca era già affondata». Secondo le informazioni raccolte dall’organizzazione umanitaria, due gommoni erano partiti la mattina dalla Libia con a bordo oltre 160 persone ciascuno: si tratta di sudanesi, maliani, nigeriani, camerunensi, ghaniana, libici, algerini ed egiziani. Secondo il racconto del superstite sulla sua imbarcazione «solo 55 persone sono sopravvissute».

diciottiDICIOTTI
CHI AIUTA LA FUGA DEI MIGRANTI DELLA DICIOTTI (E L' ONU CI MANDA I CASCHI BLU ANTIRAZZISMO)
Francesco Borgonovo per ''la Verità''

Sono arrivati in pullman, scortati da alcuni attivisti e da una troupe televisiva (Piazza Pulita). Sono arrivati domenica sera al Campo Roja di Ventimiglia, un «centro di transito» gestito dalla Croce rossa italiana, che li ha presi in carico offrendo accoglienza, assistenza medica, vitto e alloggio. Secondo le forze dell' ordine si tratta di 34 eritrei, tutti provenienti dalla nave Diciotti: una parte dei 74 migranti che nei giorni scorsi sono fuggiti dal centro di accoglienza di Rocca di Papa allo scopo di lasciare l' Italia e dirigersi in Francia.
salviniSALVINI

Altri 17 stranieri erano stati individuati alla fine della settimana scorsa proprio a Baobab, una sorta di centro sociale romano che funge da punto d' appoggio per i cosiddetti «transitanti», cioè gli stranieri che giungono qui irregolarmente e non vogliono presentare richiesta d' asilo in Italia. Raccontando la storia di questi 17 fermati, avevamo parlato di una rete - composta da attivisti e Ong - che aiuta i migranti ad attraversare l' Italia e giungere alle frontiere. Ed ecco che ieri, puntuale, è arrivata la conferma.

Non solo Baobab (assieme alla clinica mobile di Medici senza frontiere) offre riparo e assistenza ai migranti, ma addirittura si prodiga per accompagnarli al confine. Nel fine settimana, gli attivisti hanno noleggiato un pullman da una ditta romana, pagando circa 2.000 euro. Hanno fatto salire a bordo una cinquantina di persone, tutti migranti di cui almeno un clandestino. Poi si sono diretti a Ventimiglia.

protesta a mondo migliore centro di accoglienza rocca di papaPROTESTA A MONDO MIGLIORE CENTRO DI ACCOGLIENZA ROCCA DI PAPA
Arrivati al Campo Roja sono stati affidati alla Croce rossa. Laura Bastianetto, portavoce di Cri, spiega alla Verità che il percorso fatto da queste persone è più o meno quello che fanno tutti i «transitanti». «Campo Roja è un centro di transito», dice, «dove le persone vengono accolte temporaneamente dietro autorizzazione della Prefettura. Noi forniamo l' accoglienza di base: controlliamo l' identità, facciamo uno screening sanitario... Facciamo il nostro dovere insomma».

Sul posto, sabato scorso, si è recato anche il sottosegretario Nicola Molteni, che ha trovato una situazione decisamente migliore rispetto agli anni passati. Circa 270 ospiti (con gli ultimi arrivati fanno 300 o poco più) contro i quasi mille toccati nei mesi di punta dell' emergenza migratoria.

Segno che la politica di riduzione degli sbarchi paga.
mondo migliore centro di accoglienza rocca di papaMONDO MIGLIORE CENTRO DI ACCOGLIENZA ROCCA DI PAPA
Il grande problema del Campo Roja (come di vari altri) è che lì le persone non possono essere trattenute. Gli operatori della Croce rossa cercano di convincere i migranti a presentare richiesta d' asilo in Italia, ma spesso questi non ne vogliono sapere, così lasciano il campo e tentano di passare il confine illegalmente. In particolare, a tentare la sorte sono eritrei e senegalesi, la cui meta preferita è la Francia. A parte i 37 arrivati domenica, anche altri 21 eritrei provenienti dalla nave Diciotti sono arrivati a Ventimiglia nei giorni scorsi.

Ma soltanto 3 di loro pare che siano rimasti lì. In compenso, vicino agli scogli della città ligure è stato trovato il cadavere di un migrante nordafricano.
Ma torniamo al torpedone gentilmente approntato da Baobab. Sul pullman, oltre agli stranieri, c' erano anche quattro attivisti, due donne e due uomini. Uno di loro è Andrea Costa, classe 1967, segnalato alla polizia nel 2004 per rifiuto delle generalità, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.

Costa, al quotidiano online Tpi.it, ha spiegato che il pullman portava «48 migranti eritrei, donne, uomini e bambini piccoli, già schedati, già fotosegnalati, aventi diritti e protezione. I migranti», ha aggiunto, «hanno forse interesse ad andare in Francia, ma noi li abbiamo portati in un campo gestito dalla Croce rossa che vede la presenza di forze dell' ordine, quindi nessuna cosa losca o clandestina». Ma davvero? E allora che bisogno c' era di portarli a Ventimiglia? Bastava accompagnarli in questura a Roma, o riportarli a Rocca di Papa...
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Per altro, la «consegna a domicilio» non è affatto piaciuta al sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano. «Quel che è successo è molto grave», ha detto a Sanremonews, «perché apre un precedente da tenere particolarmente sott' occhio.
Se dovesse diventare la normalità, potrebbe andare ad aggravare una situazione già difficile e movimentata». Secondo il primo cittadino, gli attivisti di Baobab hanno creato un problema agli stessi migranti.

«Molto spesso queste associazioni», ha detto, «sottostimano la realtà. Portandoli qui a Ventimiglia non hanno fatto loro un favore perché adesso inizia per loro l' iter più difficile. Per passare il confine si cercheranno un passeur e un modo non sicuro per attraversare la frontiera». A rigor di logica, dunque, gli attivisti (nel frattempo rientrati a Roma) potrebbero essere denunciati per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina.
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Ma è probabile che, alla fine, tutto passi in cavalleria. In fondo, in Italia si indaga il ministro dell' Interno per sequestro aggravato, ma ai fanatici delle frontiere aperte si riservano mille cortesie.

Fonte: qui