DICIOTTI, TUTTI I MIGRANTI FUGGITI - STANZE VUOTE A ROCCA DI PAPA
MONDO MIGLIORE ROCCA DI PAPA
Un soggiorno lampo. Arrivati tra le proteste nella notte fra il 28 e il 29 agosto, poi fuggiti via prima alla spicciolata, quindi in gruppi più consistenti, al centro della Cei “Mondo Migliore” di Rocca di Papa, i cento eritrei della Diciotti sembrano ormai svaniti come in un ricordo lontano. Stanze vuote, corridoi liberi (restano gli ospiti non eritrei), gli ultimi tre hanno lasciato il centro venerdì alla volta delle diocesi di Ascoli Piceno, ma oltre la metà si erano già dileguati per conto proprio.
In 34 sono stati intercettati domenica sera dalla polizia a Ventimiglia mentre viaggiavano verso Campo Roja, il campo gestito dalla Croce Rossa, tappa segnata sulle rotte mai scritte della diaspora eritrea verso la Francia e il Nord dell’Europa. Erano a bordo di un pullman noleggiato dall’associazione Baobab experience di Roma, dove già in sedici erano stati individuati e fotosegnalati venerdì. Hanno snobbato vitto, alloggio e una protezione sicura.
In 53 si erano già dileguati volontariamente da Rocca di Papa e almeno 17 hanno lasciato nel frattempo le parrocchie sparse per l’Italia cui erano stati destinati. Insomma, togliendo i malati e i minori fatti sbarcare a Catania, oltre ai 4 presunti scafisti, i quaranta accolti in Albania e in Irlanda, gli eritrei della Diciotti in fuga dalla legge che li obbliga a rimanere in Italia, sarebbero almeno una settantina. Cifra parziale. «Alcuni giorni fa sono arrivati altri 14 stranieri della Diciotti», conferma Insa Moussa Ba Sané, responsabile del campo al confine italo-francese.
IVANO CICCARELLI
I trentaquattro facevano parte di un gruppo di 51 persone partite in pullman alle otto del mattino dal Baobab, tendopoli per migranti a due passi dalla stazione Tiburtina; circostanza che il responsabile, Andrea Costa, aveva fortemente negato nella stessa giornata a chi lo interpellava sull’allontanamento degli eritrei da Roma.
«Impossibile, hanno preso un bus di lunga percorrenza a Tiburtina», aveva detto, salvo poi essere identificato in serata con altri tre operatori, due donne e un eritreo detto “il geometra” da anni in Italia, di fatto l’interprete, a Ventimiglia, in veste di accompagnatore. «In quel momento - sostiene - non potevo parlare, avevamo deciso insieme di mantenere il segreto fino a destinazione. Abbiamo accompagnato 48 persone, tra cui donne, bambini e alcuni della Diciotti. Ma non è un reato, sono persone libere di potere girare nel nostro Paese». Con loro c’era, però, anche una troupe televisiva, i cui componenti sono stati anch’essi identificati.
IL CARDINALE KRAJEWSKI A PRANZO NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI ROCCA DI PAPA
LA COLLETTA
Alla polizia, Costa, che risulta segnalato nel 2004 per rifiuto di generalità, minacce, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali, ha riferito di avere pagato il noleggio del bus a una ditta romana utilizzando i soldi racimolati dall’associazione con una colletta. Fatto su cui sono in corso delle verifiche. Ieri al Baobab erano rimasti appena otto eritrei. Sono i tre che hanno richiesto l’asilo politico, più altri ragazzi che stanno ancora aspettando di ricevere i soldi da parenti e amici per muoversi.
Tra loro un 25enne sbarcato a Pozzallo e un suo amico; sperano di potere partire oggi, sempre in pullman, «ma ci hanno chiesto 25 euro per il biglietto e siamo ancora senza un telefonino». A differenza degli eritrei già partiti, tutti perennemente nei giorni scorsi alla caccia del wi-fi alla stazione per organizzare gli spostamenti. Al telefono con chi? Attorno a questi “fantasmi” senza documenti, a Roma si è subito dispiegata la rete di faccendieri che lucra sui viaggi in mare dalla Libia e che, secondo gli attivisti del coordinamento Eritrea Democratica in Italia «istiga i giovani eritrei a proseguire per l’Europa continuando a tenerli sotto ricatto».
ACCERTAMENTI MEDICI AL CENTRO BAOBAB
Spesso connazionali, a volte già “dublinati” (ossia rispediti indietro in virtù del trattato di Dublino), che si offrono come intermediari dietro la pretesa di una “stecca”. Un “pizzo”, per esempio, per fare passare sui propri conti i soldi trasferiti dall’Eritrea o dai familiari che li attendono in Francia, Germania o Svezia. «E c’è chi ha estorto loro anche 200 euro per un biglietto che ne costava 20 o 30», dicono dal Baobab, motivo per cui «abbiamo preferito aiutarli noi, sottraendoli ai trafficanti».
Campo Rojo è l’ultima tappa italiana prima di affrontare a piedi il “Col de la morte”, il valico della morte, un pericoloso sentiero che attraversa le Alpi Marittime e unisce Ventimiglia a Mentone, in Francia. I migranti che arrivano fin qui vengono avvicinati dai “passatori” che si offrono a pagamento come guide per attraversare il confine e rischiano ancora una volta la vita.
IL NAUFRAGIO
I MIGRANTI SBARCANO DALLA DICIOTTI
Di ieri la notizia rivelata da Medici Senza Frontiere di oltre 100 persone morte in un naufragio al largo della Libia il primo settembre. MSF riporta alcune testimonianze dei sopravvissuti, soccorsi dalla guardia costiera libica e trasferiti a Khoms (a est di Tripoli) il 2 settembre. Tra le vittime, ci sarebbero anche venti bambini tra cui due piccoli di 17 mesi. Solo due corpi sono stati recuperati.
Un sopravvissuto ha riferito che è stata contattata la Guardia costiera italiana, ma quando i «soccorritori europei sono giunti la barca era già affondata». Secondo le informazioni raccolte dall’organizzazione umanitaria, due gommoni erano partiti la mattina dalla Libia con a bordo oltre 160 persone ciascuno: si tratta di sudanesi, maliani, nigeriani, camerunensi, ghaniana, libici, algerini ed egiziani. Secondo il racconto del superstite sulla sua imbarcazione «solo 55 persone sono sopravvissute».
DICIOTTI
CHI AIUTA LA FUGA DEI MIGRANTI DELLA DICIOTTI (E L' ONU CI MANDA I CASCHI BLU ANTIRAZZISMO)
Francesco Borgonovo per ''la Verità''
Sono arrivati in pullman, scortati da alcuni attivisti e da una troupe televisiva (Piazza Pulita). Sono arrivati domenica sera al Campo Roja di Ventimiglia, un «centro di transito» gestito dalla Croce rossa italiana, che li ha presi in carico offrendo accoglienza, assistenza medica, vitto e alloggio. Secondo le forze dell' ordine si tratta di 34 eritrei, tutti provenienti dalla nave Diciotti: una parte dei 74 migranti che nei giorni scorsi sono fuggiti dal centro di accoglienza di Rocca di Papa allo scopo di lasciare l' Italia e dirigersi in Francia.
SALVINI
Altri 17 stranieri erano stati individuati alla fine della settimana scorsa proprio a Baobab, una sorta di centro sociale romano che funge da punto d' appoggio per i cosiddetti «transitanti», cioè gli stranieri che giungono qui irregolarmente e non vogliono presentare richiesta d' asilo in Italia. Raccontando la storia di questi 17 fermati, avevamo parlato di una rete - composta da attivisti e Ong - che aiuta i migranti ad attraversare l' Italia e giungere alle frontiere. Ed ecco che ieri, puntuale, è arrivata la conferma.
Non solo Baobab (assieme alla clinica mobile di Medici senza frontiere) offre riparo e assistenza ai migranti, ma addirittura si prodiga per accompagnarli al confine. Nel fine settimana, gli attivisti hanno noleggiato un pullman da una ditta romana, pagando circa 2.000 euro. Hanno fatto salire a bordo una cinquantina di persone, tutti migranti di cui almeno un clandestino. Poi si sono diretti a Ventimiglia.
PROTESTA A MONDO MIGLIORE CENTRO DI ACCOGLIENZA ROCCA DI PAPA
Arrivati al Campo Roja sono stati affidati alla Croce rossa. Laura Bastianetto, portavoce di Cri, spiega alla Verità che il percorso fatto da queste persone è più o meno quello che fanno tutti i «transitanti». «Campo Roja è un centro di transito», dice, «dove le persone vengono accolte temporaneamente dietro autorizzazione della Prefettura. Noi forniamo l' accoglienza di base: controlliamo l' identità, facciamo uno screening sanitario... Facciamo il nostro dovere insomma».
Sul posto, sabato scorso, si è recato anche il sottosegretario Nicola Molteni, che ha trovato una situazione decisamente migliore rispetto agli anni passati. Circa 270 ospiti (con gli ultimi arrivati fanno 300 o poco più) contro i quasi mille toccati nei mesi di punta dell' emergenza migratoria.
Segno che la politica di riduzione degli sbarchi paga.
MONDO MIGLIORE CENTRO DI ACCOGLIENZA ROCCA DI PAPA
Il grande problema del Campo Roja (come di vari altri) è che lì le persone non possono essere trattenute. Gli operatori della Croce rossa cercano di convincere i migranti a presentare richiesta d' asilo in Italia, ma spesso questi non ne vogliono sapere, così lasciano il campo e tentano di passare il confine illegalmente. In particolare, a tentare la sorte sono eritrei e senegalesi, la cui meta preferita è la Francia. A parte i 37 arrivati domenica, anche altri 21 eritrei provenienti dalla nave Diciotti sono arrivati a Ventimiglia nei giorni scorsi.
Ma soltanto 3 di loro pare che siano rimasti lì. In compenso, vicino agli scogli della città ligure è stato trovato il cadavere di un migrante nordafricano.
Ma torniamo al torpedone gentilmente approntato da Baobab. Sul pullman, oltre agli stranieri, c' erano anche quattro attivisti, due donne e due uomini. Uno di loro è Andrea Costa, classe 1967, segnalato alla polizia nel 2004 per rifiuto delle generalità, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.
Costa, al quotidiano online Tpi.it, ha spiegato che il pullman portava «48 migranti eritrei, donne, uomini e bambini piccoli, già schedati, già fotosegnalati, aventi diritti e protezione. I migranti», ha aggiunto, «hanno forse interesse ad andare in Francia, ma noi li abbiamo portati in un campo gestito dalla Croce rossa che vede la presenza di forze dell' ordine, quindi nessuna cosa losca o clandestina». Ma davvero? E allora che bisogno c' era di portarli a Ventimiglia? Bastava accompagnarli in questura a Roma, o riportarli a Rocca di Papa...
MONDO MIGLIORE CENTRO DI ACCOGLIENZA ROCCA DI PAPA
Per altro, la «consegna a domicilio» non è affatto piaciuta al sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano. «Quel che è successo è molto grave», ha detto a Sanremonews, «perché apre un precedente da tenere particolarmente sott' occhio.
Se dovesse diventare la normalità, potrebbe andare ad aggravare una situazione già difficile e movimentata». Secondo il primo cittadino, gli attivisti di Baobab hanno creato un problema agli stessi migranti.
«Molto spesso queste associazioni», ha detto, «sottostimano la realtà. Portandoli qui a Ventimiglia non hanno fatto loro un favore perché adesso inizia per loro l' iter più difficile. Per passare il confine si cercheranno un passeur e un modo non sicuro per attraversare la frontiera». A rigor di logica, dunque, gli attivisti (nel frattempo rientrati a Roma) potrebbero essere denunciati per favoreggiamento dell' immigrazione clandestina.
MONDO MIGLIORE CENTRO DI ACCOGLIENZA ROCCA DI PAPA
Ma è probabile che, alla fine, tutto passi in cavalleria. In fondo, in Italia si indaga il ministro dell' Interno per sequestro aggravato, ma ai fanatici delle frontiere aperte si riservano mille cortesie.