9 dicembre forconi: dicembre 2019

giovedì 26 dicembre 2019

FIORAMONTI PUBBLICA UN LUNGO POST PER SPIEGARE LE SUE DIMISSIONI, CORREDATO DALLA FOTO DELLA SUA SCRIVANIA VUOTA.



E I RENZIANI NON PERDONO L'OCCASIONE PER INFILZARE IL MINISTRO CHE PIÙ DETESTAVANO: ''NON ERA MAI PRESENTE NELLE SEDI ISTITUZIONALI, VOLEVA CAMBIARE SCUOLA? ERA SEMPRE ALL'ESTERO, A PRESENTARE LIBRI O FARE CONFERENZE STAMPA''

GOVERNO: IV, FIORAMONTI MAI PRESENTE,VOLEVA CAMBIARE SCUOLA? 
luigi di maio lorenzo fioramontiLUIGI DI MAIO LORENZO FIORAMONTI
(ANSA) - "Se veramente ci si vuole battere per avere più risorse per la scuola bisogna stare in Parlamento non all'estero, non a presentare un libro o a fare conferenze stampa". Così Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura a Camera e Senato, sulle dimissioni del ministro Lorenzo Fioramonti. "In quattro mesi - ricordano - questa maggioranza ha votato un decreto scuola, con 50 mila assunzioni e risorse.
Non è quanto volevamo, ma nella legge di Bilancio, di risorse per l'istruzione, ci sono. Tutto questo grazie ai parlamentari di maggioranza, perché di contributi del Miur ne abbiamo visti pochi e soprattutto non abbiamo mai visto il Ministro". Alla luce di queste considerazioni la dimissioni di Fioramonti, stupiscono: se veramente ci si vuole battere per avere più risorse bisogna essere presenti nelle sedi istituzionali in cui si decide e non all'estero o a presentare libri. Ora auspichiamo che chi arriva in Viale Trastevere, abbia a cuore la scuola, l'Università e la ricerca, e non la propria visibilità".
daniela sbrolliniDANIELA SBROLLINI
FIORAMONTI, DAL GOVERNO SERVIVA PIÙ CORAGGIO
 (ANSA) - "La verità è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella 'linea di galleggiamento' finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l'università e la ricerca. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c'è la volontà politica". Lo scrive su Fb l'ex ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che nelle ultime ore ha rassegnato le sue dimissioni.
FIORAMONTI:FONTI M5S,FIDUCIA IN CONTE PER NUOVA NOMINA
 (ANSA) - “Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l’istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c’è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell’istruzione, la scuola non può aspettare”. Lo sottolineano fonti del M5S dopo l'annuncio delle dimissioni da parte del ministro Lorenzo Fioramonti.
GOVERNO: RUGGIERI (FI), EREDITÀ FIORAMONTI? USCITE DELIRANTI
andrea ruggeri foto di bacco (1)ANDREA RUGGERI 
(ANSA) "Le dimissioni di Fioramonti certificano che il Governo, mai votato dagli italiani, di estrema sinistra e tassatore seriale, è anche schiavo della ricerca di consenso dei partiti che lo compongono, anziché determinato a governare". Così Andrea Ruggieri, deputato di Forza Italia, a commento delle dimissioni del ministro dell'Istruzione. "Detto ciò - prosegue - Fioramonti non lo rimpiangerà nessuno. Lo ricorderemo per uscite deliranti come 'Il Crocifisso va rimosso dalle aule', 'La storia va narrata diversamente', 'Siete giustificati se fate sega a scuola per scioperare con Greta', e 'Mettiamo nelle scuole i distributori di succo d'arancia anziché le merendine'. Se gli investimenti che chiedeva servivano a tutto ciò, meglio sparire", conclude Ruggieri.
Fonte: qui

LA LETTERA DI FIORAMONTI A CONTE ERA GIÀ STATA CONSEGNATA ALCUNI GIORNI FA. ORA A PALAZZO CHIGI SI CHIEDONO: SICURI CHE UN POSSIBILE GRUPPO DI "CONTIANI" FAREBBE BENE AL PREMIER? DI MAIO NON LA PRENDEREBBE AFFATTO BENE...

IL NOME PER IL SUCCESSORE GIÀ CI SAREBBE: NICOLA MORRA, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA CHE GIÀ QUEST'ESTATE ERA IN PREDICATO DI PRENDERNE IL POSTO

Marco Antonellis per Dagospia
LORENZO FIORAMONTI GIUSEPPE CONTELORENZO FIORAMONTI GIUSEPPE CONTE
Il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ha dato le dimissioni ieri con una lettera al premier Giuseppe Conte. E mentre per la sua sostituzione in queste ore circola insistentemente il nome di Nicola Morra, in realtà a quanto apprende Dagospia Fioramonti aveva consegnato la lettera di dimissioni a Conte già alcuni giorni fa.
Nella lettera Fioramonti scrive, tra l'altro, che si dimette perché secondo lui bisognava rivedere l’IVA, anche lasciandola aumentare, per incassare i 2-3 miliardi che chiedeva per il suo ministero. "Ovviamente questo non è stato possibile" fanno sapere a stretto giro i vertici pentastellati. Ora la partita che si apre è un'altra: formerà un suo gruppo per sostenere il governo? I nomi che potrebbero costituire un futuro nuovo gruppo vanno da Trizzino a Paolo Lattanzio ma circolano anche i nomi di De Toma, Cataldi, Aprile, Angiola, Rospi, Rossini, Silvestri.
NICOLA MORRA SERVE LE PIZZENICOLA MORRA SERVE LE PIZZE
A quanto si apprende da fonti qualificate il possibile gruppo parlamentare andrebbe a pescare anche nel misto dove molti fuoriusciti dal movimento avrebbero la possibilità di ottenere qualche benefit in più aderendo a un vero e proprio gruppo parlamentare. E senza obbligo di fare le ormai classiche "restituzioni" grilline. Ma il punto è un altro: sicuri che un possibile gruppo Conte farebbe bene al Premier? È questa la vera posta in gioco. Perché dalle parti dei 5Stelle non ne vogliono sapere di un gruppo di fuoriusciti a sostegno del Premier e se Conte non vuole avere problemi in futuro farebbe meglio a dissuadere il suo ex Ministro dal far nascere i "contiani". Di Maio non la prenderebbe affatto bene.
nicola morraNICOLA MORRA
(…) nel Movimento Cinque Stelle in queste ore circola anche anche il nome del sostituto: Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, già in predicato questa estate, ai tempi della formazione del governo Conte-bis, di diventare ministro dell'Istruzione. Poi ebbe la meglio Fioramonti. In queste ore gli occhi sono puntati anche su una pattuglia di deputati che potrebbe uscire dal M5S con l'ex ministro per creare un gruppo autonomo sempre di sostegno a Conte.
Fonte: qui

 

GLI EX GRILLINI ALL'ATTACCO DEL SISTEMA CASALEGGIO: "ECCO COME FA GLI AFFARI"

LA DEPUTATA ELENA FATTORI, USCITA DAL MOVIMENTO DUE MESI FA DOPO AVER VOTATO CONTRO I DUE DECRETI SICUREZZA VOLUTI DA SALVINI: ''CI METTEVA IN CONTATTO CON LE AZIENDE''

CANESTRARI, IL SUO EX DIPENDENTE: ''CASALEGGIO OTTIENE CONSULENZE PERCHÉ È BRAVO O PERCHÉ PUÒ CONDIZIONARE IL GOVERNO?''

Domenico Di Sanzo per www.ilgiornale.it

Chi è dentro, di solito prima di criticarlo chiede l'anonimato. Chi poi va fuori lo mette subito nel mirino. All'ultima categoria appartengono alcuni ex grillini, o personaggi che comunque gravitavano intorno all'universo del M5s.
davide casaleggio luigi di maioDAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO
Tra di loro, l'ultima a parlare è stata la senatrice Elena Fattori, uscita dal Movimento due mesi fa dopo aver votato contro i due decreti sicurezza voluti dal leader della Lega Matteo Salvini. In un'intervista al giornale online Linkiesta ha rivelato, tra le altre cose: «Davide organizzava i gruppi di lavoro per il programma elettorale e poi metteva in contatto gli organizzatori di questi gruppi con persone che dicevano di avere affari in comune con lui». Fattori ha detto anche di aver incontrato nel suo ufficio Gianfranco Grieci, un imprenditore nel campo dell'agroalimentare, che le avrebbe detto di «lavorare a un progetto con Davide Casaleggio». Circostanza smentita dalla Casaleggio Associati, che ha precisato che Grieci non è mai stato cliente dell'azienda guidata dal presidente dell'Associazione Rousseau.
elena fattoriELENA FATTORI
E ieri, sempre a proposito dei presunti conflitti di interesse di Casaleggio, è tornato sulla vicenda l'ex dipendente della srl milanese Marco Canestrari. In un'intervista a La Repubblica, l'informatico si è posto delle domande sull'operato di Casaleggio, dopo la consulenza prestata al governo per il Piano Innovazione e il contratto del guru grillino con la società dell'armatore Onorato: «Casaleggio ottiene consulenze perché è bravo o perché può condizionare il governo?» si è chiesto l'ex dipendente e coautore, insieme al giornalista Nicola Biondo, dei libri Supernova e Il sistema Casaleggio.
Biondo, che è stato capo dell'ufficio comunicazione del M5s alla Camera, ha firmato l'intervista alla Fattori. Ed è un altro personaggio adesso attivissimo nella denuncia dei presunti conflitti di interesse di Casaleggio. Con una battuta al veleno, al Giornale dice: «Siamo passati da Salvini che chiedeva i pieni poteri per sé, a Casaleggio che vuole i pieni poteri per il suo business». Poi chiede a Casaleggio: «Dato che lui ha fatto una bandiera della trasparenza, dovrebbe rendere pubblica la lista dei suoi clienti e dei suoi fornitori».
davide casaleggio luigi di maio marcello minennaDAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO MARCELLO MINENNA
Una questione, quella degli affari del figlio del fondatore del M5s, che secondo alcuni rumors parlamentari potrebbe arrivare presto in Aula. Si parla di richieste formali al governo da parte dell'opposizione, con Forza Italia in prima linea, di riferire ufficialmente sulle ombre di conflitto di interessi che aleggiano sulla società del capo dell'Associazione Rousseau.
Un ex grillino che è finito in Tribunale per aver criticato Casaleggio è Giovanni Favia. Già astro nascente del Movimento, ex consigliere regionale del M5s in Emilia Romagna, infine espulso senza tanti complimenti. È stato querelato dal fondatore Gianroberto, perché nel 2014 aveva espresso dubbi sui bilanci della Casaleggio Associati in merito ai guadagni che arrivavano dal Blog di Beppe Grillo, allora gestito dalla società milanese. Molto più duro l'ex attivista napoletano Angelo Ferrillo, poi espulso per alcune frasi su Facebook, che è stato querelato da Casaleggio nel 2015 per averlo definito «un fallito e truffatore con sede legale a Milano».

Fonte: qui

''FIORAMONTI? CHI HA CORAGGIO NON SCAPPA''. DA COSA SI CAPISCE CHE L'EX MINISTRO DELL'ISTRUZIONE VUOLE DIVENTARE IL PERNO DEL PARTITO CONTIANO ALLA CAMERA?

DAGLI ATTACCHI CHE ARRIVANO DA DENTRO IL M5S E DAI RENZIANI!

LA PRIMA FRASE È DELLA MINISTRA DADONE, CHA AGGIUNGE: ''SCUSE, INCAPACITÀ, PROTAGONISMO, GOSSIP''. AMMAZZA!

E POI ARRIVA IL DIMAIANO CARELLI: ''DIMISSIONI INCOMPRENSIBILI, ABDICA ALLE SUE RESPONSABILITÀ. SE LE VOCI DI UN GRUPPO POLITICO SONO VERE…''

DAL PD SILENZIO O ATTESTATI DI STIMA

FIORAMONTI: DADONE, CHI HA CORAGGIO NON SCAPPA
francesco boccia fabiana dadoneFRANCESCO BOCCIA FABIANA DADONE
 (ANSA) - "Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche. Se hai coraggio, non scappi. Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso). La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità". Lo scrive, senza mai citare Lorenzo Fioramonti, il ministro per la Pa Fabiana Dadone in un post su Fb.
FABIANA DADONEFABIANA DADONE
"Dividere l'opinione pubblica scappando dalle responsabilità con scuse variopinte premia nell'immediato. La stampa ha bisogno di gossip, ma le persone hanno bisogno di gente che sappia governare. Governare è difficile, perché riduce al nulla gli slogan o le promesse senza criterio. Governare non è per tutti, perché bisogna parlare poco e lavorare molto. Governare spesso non è trendy, non è pop e non è "social". La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità", continua Dadone.
LORENZO FIORAMONTI GIUSEPPE CONTELORENZO FIORAMONTI GIUSEPPE CONTE
"La perseveranza, invece, è coerenza che si fa impegno quotidiano e punta a cambiare, nel tempo e con concretezza, le cose. Il coraggio in politica è anche ammettere che non si è in grado di governare, è saper chiedere scusa se non si ha più coraggio. Il resto non è certamente coraggio, sono scuse, incapacità, protagonismo, gossip. Tutto alla fine viene a galla. Tempo al tempo... che come sempre saprà essere galantuomo!", conclude Dadone.
FIORNAMONTI: CARELLI, SUE DIMISSIONI INCOMPRENSIBILI
luigi di maio lorenzo fioramonti 1LUIGI DI MAIO LORENZO FIORAMONTI 
 (ANSA) - "Proprio ora che il M5S ha rilanciato la propria azione attraverso una nuova organizzazione interna spiace registrare le dimissioni del Ministro Fioramonti. Le sue sono dimissioni ancor più incomprensibili in quanto nell'abdicare alle proprie responsabilità di governo, accusando il governo stesso, promette appoggio all'esecutivo". Così Emilio Carelli, deputato e facilitatore dell'area comunicazione del M5S. "Spero infine che vengano presto smentite le voci di un nuovo gruppo politico con una ventina di deputati da lui guidati", aggiunge.
"È veramente un peccato che Fioramonti non abbia continuato a lavorare come tutti noi, nonostante le difficoltà, per migliorare il quadro complessivo della situazione", sottolinea ancora Carelli che, sul possibile nuovo gruppo guidato dal ministro uscente, osserva: " e così fosse infatti ci troveremmo di fronte ad un'operazione politica tanto precisa quanto poco trasparente nei confronti dei cittadini".
luigi di maio lorenzo fioramonti emilio carelliLUIGI DI MAIO LORENZO FIORAMONTI EMILIO CARELLI
FIORAMONTI: NOBILI (IV), SOLO REGOLAMENTO CONTI TRA GRILLINI
 (ANSA) - "La tassa sulle merendine, la rimozione del crocifisso, la iena Giarrusso a controllare i concorsi. Sarà doloroso rinunciare alle sue mosse geniali ma una cosa è certa: la scenata natalizia di Fioramonti con la scuola non c'entra nulla. È solo un regolamento di conti tra grillini". Così su Twitter Luciano Nobili, deputato di Italia Viva.
GOVERNO: PORTAS (IV), PERDE MINISTRI COME FOGLIE D'AUTUNNO
emilio carelli luigi di maioEMILIO CARELLI LUIGI DI MAIO
 (ANSA) - "La vicenda Fioramonti dice che questo governo perde i ministri come le foglie d'autunno di un albero. La sua credibilità è ridotta a zero, e ogni giorno sono sempre più convinto di aver fatto bene a non votare la fiducia". Lo afferma il leader dei Moderati Giacomo Portas, indipendente deputato di Italia Viva.
MISIANI, 'FIORAMONTI? CATTIVA NOTIZIA, MA BENE LA MANOVRA'
 (ANSA) - 'Nonostante tutto, il governo esce più forte dall'approvazione della legge di Bilancio. L'abbandono di Fioramonti è una cattiva notizia ma la mia valutazione di fondo non cambia'. Lo afferma il viceministro dell'Economia Antonio Misiani, del Pd, in un'intervista all'Eco di Bergamo, a proposito delle dimissioni del ministro dell'Istruzione che non ha approvato lòe scelte dell'esecutivo sulla scuola.
luciano nobiliLUCIANO NOBILI
 'Non era semplice costruire un percorso comune tra forze che si erano duramente contrastate fino a pochi mesi fa - osserva Misiani - La manovra ha dimostrato che si può fare, è stato un banco di prova complessivamente positivo per la nuova maggioranza. Abbiamo discusso tanto, a volte troppo, tuttavia abbiamo portato a termine insieme una legge di bilancio che rilancerà lo sviluppo del Paese'.
Fonte: qui

mercoledì 25 dicembre 2019

Ecco perchè in VenezuItalia il Declino è Irreversibile....

Sostanzialmente Ricolfi nell'articolo che trovate più avanti ci racconta quello che vi descrivo ed anticipo da anni nel mio blog: non vi sto a linkare le decine e decine di post nei quali analizzo proprio le tendenze che sono descritte oggi dal sociologo.
Ma ormai in VenezuItalia da tempo il punto di non ritorno è stato superato:
il trend del Declino è Irreversibile proprio perchè è causato dalla maggioranza degli italiani in negazione della realtà e dunque - in democrazia a suffragio universale - non è possibile invertire il trend perchè la politica è specchio della maggioranza.
Dunque andrà molto peggio prima di NON andare meglio.

Ieri un caso esemplare: su facebook mi ritrovo a parlare con un pensionato siciliano ex-prof di filosofia alle scuole statali dunque ex-dipendente pubblico.
Gli dico che lui sostanzialmente è un MANTENUTO e lui naturalmente si picca rispondendo che ha versato anni di contributi INPS e persino due anni in più del dovuto.
Purtroppo la maggioranza è come lui: o se ne frega oppure è male informata&crede alle fole (non a caso è simpatizzante dei super-populisti a 5 stelle che urlano "le pensioni non si toccano" senza nemmeno sapere di che stiano parlando...ed hanno preso un ciulo di voti proprio al sud promettendo cose impossibili a nastro in totale dissociazione dalla realtà).

La realtà è che l'INPS è schema Ponzi sempre più insostenibile che si regge ancora grazie a 108mld di trasferimenti fiscali ed ogni anno sempre di più per semplice trend demografico da ospizio...dunque l'ex-prof può aver versato tutti i contributi che vuole ma in teoria dovrebbe essere consapevole che li avrebbe buttati nel cesso, non ci fossero una marea di tasse a copertura che affondano però l'economia del Paese + le nuove generazioni che non avranno la pensione a "mantenerlo" (oggi i contributi INPS sono esproprio forzoso a fondo perduto).
Però nessuno INFORMA realmente l'ex-prof ma tutti a raccontargli belle fole assistenzialiste e senza basi reali.

Allo stesso tempo - visto che vive a Palermo - è pure nella Regione col peggiore residuo fiscale negativo in Italia...traduzione = si fa mantenere una seconda volta perchè - senza i trasferimenti dalle regioni del Nord - domani mattina in Sicilia chiuderebbero ospedali, uffici pubblici, uffici postali, anagrafe, servizi comunali, mezzi pubblici etc etc etc
Però nessuno INFORMA realmente l'ex-prof ma tutti a raccontargli belle fole assistenzialiste e senza basi reali.

Ebbene, con questo piccolo caso reale - che purtroppo rappresenta la situazione maggioritaria di un Paese in totale dissociazione dalla realtà - capirete ancora meglio l'analisi di Ricolfi qui di seguito.
Che prima condizione per risolvere un Problema è risconoscere che Esiste:
mentre invece in VenezuItalia a livello maggioritario NON c'è alcuna consapevolezza
ed una politica populista assistenzialista che pensa solo al consenso di breve periodo, continua a cavalcare questa inconsapevolezza.
#BUONAPROSECUZIONEDIDECLINO
#NOHOPEFORTHISITALY

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SIGNORILI SI NASCE


Luca Ricolfi racconta l’Italia: un Paese diventato società signorile di massa e che vive al di sopra delle proprie possibilità.
Ma fino a quando?

Luca Ricolfi, sociologo, classe 1950, insegna Analisi dei dati nell’Università di Torino ed è Presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume.
È uno dei pochi che ci stanno capendo qualcosa e che sa anche dirlo numeri alla mano.
Il suo ultimo lavoro si intitola La società signorile di massa, in libreria con La Nave di Teseo.

Che cos’è la società signorile di massa? È l’Italia di oggi, un posto dove si produce poco ma si consuma moltissimo.
Un posto dove i cittadini che non lavorano hanno superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano, dove larga parte della popolazione ha accesso a consumi opulenti e dove allo stesso tempo la produttività è ferma da vent’anni.


E malgrado tutto questo, si continua a vivere alla grande.
Com’è possibile?
Perché il conto qualcuno dovrà pur pagarlo.
Ricolfi proprio questo ha intuito..............................

chi, come e quando pagherà il conto.

Ricolfi, La società signorile di massa si regge su tre pilastri.
Il primo è la ricchezza accumulata dalle generazioni dei nonni e dei padri: come hanno fatto ad accumularla?

Le condizioni fondamentali che nel secondo dopoguerra hanno permesso di accumulare ricchezza sono essenzialmente tre.
La prima è la disponibilità della popolazione a fare sacrifici in vista di benefici futuri, un fattore che è venuto meno già verso la fine degli anni ‘70.
La seconda è la contenuta pressione fiscale, di cui abbiamo smesso definitivamente di beneficiare dalla metà degli anni ’80 in poi.
La terza è il cocktail di svalutazioni competitive e indebitamento pubblico, che ha drogato la crescita economica nel ventennio 1972-1992.
Quest’ultimo fattore è venuto meno con gli accordi di Maastricht (1992) e l’ingresso nell’euro (1999).

Le tre condizioni precedenti sono sostanzialmente irripetibili.
Salvo forse quella della pressione fiscale, che in teoria potrebbe scendere un po’, anche se difficilmente al livello dei primi anni ’80 (sotto il 35%, contro il 42% di oggi).

Secondo pilastro su cui regge la società signorile di massa è la distruzione della scuola, che in sostanza ha prodotto e produce incolpevoli velleitari totalmente impreparati al lavoro.
È un punto in cui ho rivisto un po’ de la Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura.
Cosa è andato storto? Si studia troppo o troppo poco? Ci si laurea “male”?

La Teoria della classe disagiata è probabilmente il testo più profondo, e libero da preconcetti ideologici, che io abbia letto sull’Italia di oggi, e sui giovani in particolare.
Su questo punto, quello della condizione giovanile, il quadro che dipinge Ventura ha molti punti di contatto con quello che ho provato a tracciare io, una prima volta in un capitolo de L’enigma della crescita (Mondadori 2014), poi ne La società signorile di massa (La Nave di Teseo 2019).
Lei mi chiede che cosa è andato storto, e dove si è sbagliato nella scuola.
A me pare che gli errori capitali siano due, uno antico e mai corretto, l’altro moderno e orgogliosamente rivendicato.

L’errore antico è la svalutazione della cultura scientifica e del sapere pratico, un errore che – più che uno sbaglio vero e proprio – è un aspetto della nostra mentalità e della nostra cultura, che è sempre rimasta fondamentalmente e romanticamente anti-industriale e anti-moderna.

L’errore più recente, invece, è la scelta di tutti – politici, insegnanti, genitori – di abbassare gli standard dell’istruzione, sia nel senso di diluire i programmi (più nell’università che nella scuola) sia, soprattutto, di abbassare l’asticella della sufficienza.

In concreto questo ha significato tre cose.
Primo, svalutare e disincentivare la formazione professionale.
Secondo, favorire gli studi più facili o ritenuti tale, a scapito delle materie scientifiche e delle materie umanistiche più impegnative come latino e greco.
Terzo, rilasciare titoli di studio fasulli, illudendo i giovani di essere pronti per mestieri che la maggior parte di loro non era preparato a svolgere.
Con una conseguenza drammatica: ai ceti subalterni è stata tolta l’unica risorsa – la cultura – che avrebbe loro permesso di competere sul mercato del lavoro con i ceti medi e alti.

Terzo pilastro è “l’immigrazione incontrollata, che ha favorito la formazione di un’infrastruttura para-schiavistica”.
Ma a questo punto non converrebbe gettare la maschera?
E accettare apertamente quanti più migranti possibile proprio per metterli in queste condizioni paraschiavistiche e proseguire nella nostra – infame, per carità – vita da rentier?
È quello che sta succedendo.
I ceti popolari non amano gli immigrati perché li vedono – realisticamente – come concorrenti nell’accesso ai servizi pubblici, come rivali nella conquista dei pochi posti di lavoro disponibili con conseguente dumping salariale, come minacce alla sicurezza nelle periferie e nei quartieri degradati.
I ricchi e i ceti medi, invece, li vedono un po’ cinicamente come candidati ideali ad occupare le posizioni più umili nella scala sociale: braccianti, muratori, magazzinieri, facchini, badanti, camerieri, lavapiatti, per non parlare dei servizi illegali, come lo spaccio di sostanze, la prostituzione, il gioco d’azzardo illegale.

Troppo spesso si dimentica che le differenze fra l’approccio ai problemi dell’immigrazione tipico dei “signori” e quello delle persone umili sono normalissime differenze di interessi materiali, e non differenze di cultura o di umanità.
Chi è sotto non vuole concorrenti, chi è sopra è ben felice di disporre di servizi a basso costo.
Questo punto, curiosamente, viene quasi sempre dimenticato dai mass media e dagli studiosi, che preferiscono pensare i ceti popolari come rozzi e sobillati dalla propaganda, e i “ceti medi riflessivi” come portatori di una superiore razionalità e coscienza morale.
Non arrivo a dire, come fa il giovane filosofo Diego Fusaro, che la macchina dell’accoglienza è un sistema per effettuare “deportazioni di massa” a beneficio di imprenditori e signori di varia specie, ma è vero che in una società signorile di massa l’apertura ai flussi migratori ha due facce.
Quella umanitaria di chi, come i radicali, sogna un mondo senza frontiere in cui a tutti siano garantiti alcuni diritti fondamentali, e quella più prosaica di quanti, come i datori di lavoro e i membri della “classe agiata”, hanno bisogno di forza lavoro e servitù.

Nella società signorile di massa i giovani – diciamo i trenta, quarantenni – sono sia privilegiati che vittime.
Privilegiati perché di certo non rischiano la vita: hanno un tetto, cibo, affetto genitoriale, meno spesso un lavoro.
In fondo però più che vivere, sopravvivono.

Si può arrivare così a cinquant’anni senza che si rompa qualcosa?
Sì e no.
Si può andare avanti così nei ceti alti e medio-alti, non si può nei ceti medio-bassi.
Tutto dipende da quanto è grande il patrimonio familiare, e quanto lunga è l’aspettativa di vita dei genitori.
Ma la conseguenza principale della dilazione delle scelte occupazionali, per cui si posticipa di 10 o 20 anni l’ingresso definitivo nel mercato del lavoro, è di tipo pensionistico: chi fino a 40 anni lavoricchia, e solo dopo i 50 ha un vero lavoro, inevitabilmente andrà in pensione con un reddito molto basso.

Ha detto che “Diventeremo come i nobili decaduti, nevroticamente impegnati a sostenere il nostro modo di vita facendo debiti, coscienti che tra un po’ il mondo dorato non esisterà più”.
Sarà una discesa lenta o ci saranno degli strappi?
Faremo la fine del conte Mascetti, “Non vi preoccupate: tra tre giorni mi ammazzo”?
Direi piuttosto, con Keynes: “nel lungo periodo saremo tutti morti”.
Il declino dell’Italia è sufficientemente lento da permetterci di autoingannarci, pensando che i problemi verranno al pettine solo “nel lungo periodo”, ovvero quando non ci saremo più. Il guaio è che, fra 20, 30 o 40 anni i nostri figli e nipoti ci saranno eccome: sono loro che pagheranno il prezzo del nostro ostinato rifiuto di riconoscere il piano inclinato su cui stiamo scivolando.
La “condizione signorile” degli italiani è caratterizzata da consumi opulenti e non è una condizione felice: i soldi non danno la felicità, e lo sappiamo da qualche millennio.
Quali sono le patologie e le dipendenze nella società signorile di massa?
Le dipendenze principali a mio parere sono quattro:
consumo patologico di alcol e droghe leggere;
consumo di cocaina e eroina;
gioco d’azzardo, legale e illegale;
ludopatia, sia su internet sia da giochi elettronici.
A queste quattro dipendenze occorre però aggiungere una forma di dipendenza più sottile e forse più grave.
La patologica dipendenza dal giudizio degli altri, che ci porta a diventare – attraverso internet e i social – patetici gestori della nostra reputazione e della nostra immagine.

La “condizione signorile” non porta quindi a una società felice, ma allora cosa serve per avere una società felice?
La felicità va distinta dalla soddisfazione o dalla contentezza, e infatti la maggior parte delle lingue – ma curiosamente non l’inglese – hanno due parole distinte.
Come ebbe una volta ad osservare Albert Hirschman la parola inglese “happiness” ha un significato molto più debole dei corrispondenti termini italiano (felicità), francese (bonheur), tedesco (glücklichkeit).
Se ci atteniamo alle analisi più profonde del concetto di felicità – ad esempio quella di Ortega y Gasset nel Discorso sulla caccia – alla felicità sono essenziali almeno tre cose:
l’attesa, qualche tipo di sforzo, un certo grado di incertezza del risultato.
Tutti elementi che una società signorile di massa tende a sopprimere.


Un portato abbastanza inevitabile in un Paese che consuma ma non produce è la decrescita: difficilmente quella sarà “felice”.
Come potrebbe decrescere l’Italia?
Io vedo una grande continuità fra governi di destra e di sinistra, fra governi europeisti e populisti.
E anche fra Conte 1 e Conte 2.
Nessuno dei governi degli ultimi dieci anni ha seriamente affrontato i due problemi cruciali dell’Italia, l’esplosione del debito e la produttività ferma da vent’anni,
tutti hanno preferito cercare consenso aumentando la spesa pubblica piuttosto che restituendo ossigeno all’economia.
La verità, temo, è che in Italia il “partito del Pil”, che vorrebbe far ripartire la crescita, è maggioranza nel Paese ma non nei palazzi della politica, dove a prevalere sono le spinte assistenziali.
In queste condizioni lo scenario più probabile mi sembra quello che ho chiamato “argentinizzazione lenta”: un indebolimento dell’economia e una disgregazione del tessuto sociale sufficientemente lenti da non provocare alcuna reazione.
Sempre che una crisi finanziaria internazionale, o una mossa avventata dei nostri politici, non faccia improvvisamente precipitare le cose, gettandoci in una situazione simile a quella della Grecia.

Ha detto che anche Francia e Belgio sono avviate sulla nostra stessa strada: che cosa abbiamo in comune con loro? E con la Grecia?
In comune con Belgio e Francia abbiamo consumi opulenti, poco tempo dedicato al lavoro, crescita asfittica.
Con la Grecia abbiamo in comune il tasso di occupazione più basso del mondo occidentale, ma divergiamo per il livello dei consumi e la crescita: noi siamo molto più ricchi dei greci, ma loro da un paio di anni sono tornati a crescere, mentre noi siamo in stagnazione, unico paese in Europa e più in generale nel mondo sviluppato.

Quando ci sveglieremo dal nostro sogno signorile?
Io credo che una parte minoritaria ma non trascurabile dei cittadini italiani già oggi si renda conto, più o meno confusamente, che viviamo in una società signorile, e che questa condizione non può durare.
Tuttavia penso anche che questa minoranza sia destinata a restare tale, perché la maggioranza non ha la minima intenzione di risvegliarsi dal sogno, e la lentezza del nostro declino le permette di nascondere la testa sotto la sabbia.
Fonte: qui

domenica 22 dicembre 2019

GIGGINO IL BIBITARO SI RIFIUTA DI DARE ARMI A SERRAJ PER CONTRASTARE L’OFFENSIVA DI HAFTAR: “LA SOLUZIONE PUÒ ESSERE SOLO POLITICA, NON MILITARE”



E COSÌ AD AIUTARE IL GOVERNO LIBICO LEGITTIMATO DALL’ONU CI PENSERÀ IL DITTATORE TURCO, MENTRE I MERCENARI DI PUTIN SONO ARRIVATI A SOSTEGNO DELL’UOMO FORTE DELLA CIRENAICA…
Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

LUIGI DI MAIO E SERRAJLUIGI DI MAIO E SERRAJ
Nel giro di poche ore Fayez Sarraj incassa i no della missione Onu in Libia, dell' Unione Europea e dell' Italia attraverso la Farnesina. Se il governo libico legittimato dall' Onu ha chiesto anche all' Italia aiuto militare, la risposta del ministero degli Esteri non poteva essere più esplicita: «La soluzione alla crisi libica può essere solo politica, non militare. Per questo motivo continuiamo a respingere qualsiasi tipo di interferenza, promuovendo invece un processo di stabilizzazione che sia inclusivo, intra-libico e che passi per le vie diplomatiche e il dialogo», hanno dichiarato fonti del ministero.
LUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTARLUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTAR

CONTE SERRAJCONTE SERRAJ
Il presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna), Fayez Sarraj, ha inviato lettere ai capi di governo di cinque Paesi considerati alleati: Algeria, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Turchia. Sarraj ha sollecitato «questi Paesi amici ad attivare gli accordi di cooperazione in materia di sicurezza per respingere l' aggressione contro la capitale libica, Tripoli, da qualsiasi gruppo armato che opera al di fuori della legittimità statale al fine di preservare la pace sociale e raggiungere la stabilità in Libia».

AL SERRAJ ERDOGANAL SERRAJ ERDOGAN
Nelle sue lettere, Sarraj ha anche invitato i cinque Paesi «a cooperare e coordinarsi con il governo di accordo nazionale nella lotta contro le organizzazioni terroristiche, come Stato islamico e Al Qaeda, poiché l' offensiva su Tripoli ha fornito loro l' opportunità e il clima appropriato per tornare in Libia, dove la loro attività è aumentata».

vladimir putin emmanuel macronVLADIMIR PUTIN EMMANUEL MACRON
La scorsa settimana il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aveva espresso la sua intenzione di inviare truppe in Libia se il Gna lo avesse richiesto. Ieri Erdogan ha dichiarato, in modo minaccioso, sull' influenza di Mosca: «Sfortunatamente si tratta di un gruppo creato dalla Russia ma che non ha la Russia tra i suoi membri, esattamente come sapete che gli Stati Uniti hanno agito in Afghanistan, attraverso mercenari. Si tratta del gruppo Wagner: agiscono come mercenari a sostegno dell' esercito di Haftar.

MACRON HAFTARMACRON HAFTAR
La Turchia certo non rimarrà in silenzio e faremo tutto quanto in nostro potere». Palazzo Chigi ha reso noto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Erdogan hanno avuto sempre ieri «una lunga e articolata conversazione telefonica» sulla crisi libica. Il potenziale dispiegamento di truppe turche in Libia preoccupa Mosca. Lo ha dichiarato ai giornalisti una fonte del ministero degli Esteri russo.
LUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTARLUIGI DI MAIO KHALIFA HAFTAR

Il maresciallo Haftar è atteso a Roma «nelle prossime settimane», aveva annunciato il ministro degli Esteri dopo la missione in Libia. Sta accelerando la ricerca del profilo giusto per il ruolo di inviato speciale dell' Italia in Libia: tra gli altri, circola anche il nome di Staffan de Mistura.

Fonte: qui

martedì 17 dicembre 2019

“SE I MINISTRI SONO COLPEVOLI DI CORRUZIONE VANNO TORTURATI”

IL PRESIDENTE DEL BRASILE, JAIR BOLSONARO, HA LA SUA RICETTA PER TENERE LE “MANI PULITE” ALL’ESECUTIVO: “DOVE VI È GOVERNO VI PUÒ ESSERE CORRUZIONE. IN QUESTO CASO APPENDEREMO IL COLPEVOLE AL 'PAU DE ARARA'” 
COS’E’? UN METODO DI TORTURA USATO DURANTE LA DITTATURA MILITARE PER APPENDERE A TESTA IN GIÙ I PRIGIONIERI E SOTTOPORLI A SCARICHE ELETTRICHE…

jair bolsonaroJAIR BOLSONARO
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha suggerito che i ministri del suo governo vengano torturati nel caso si rendano colpevoli di corruzione. "Il Brasile sta cambiando, ma è possibile che ci sia corruzione. Dove vi è governo vi può essere corruzione. In questo caso appenderemo il ministro al 'pau de arara', sempre se avrà qualche responsabilità, ovviamente", ha detto Bolsonaro, riferendosi ad un metodo di tortura usato durante la dittatura militare per appendere a testa in giù i prigionieri e sottoporli a scariche elettriche.
Bolsonaro non ha fatto nomi ma le sue parole sono arrivate dopo che è stata aperta una indagine per corruzione contro il suo ministro del Turismo, Alvaro Antonio. Fonte: qui

mercoledì 11 dicembre 2019

MES…MECCANISMO ESPOLIAZIONE SOCIALE!

Secondo Treccani, estrapolare significa estrarre qualcosa da un contesto, estendere la validità di un concetto, oltre i limiti entro i quali essi sono originariamente contenuti o definiti, nell’ipotesi che il loro andamento continui a obbedire alle stesse leggi che valgono entro quei limiti.
Oggi in Parlamento si voterà sul MES dopo le estrapolazioni di un manipolo di avventurieri che in questi anni ha votato ad occhi chiusi pareggio in bilancio e bail-in…
IL TEMPO@tempoweb
 
Conte alla prova del Il premier in chiede il via libera per il fondo https://bit.ly/359STeP  @filcal
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Estrapolazione, un oceano di balle vi hanno raccontato in questi giorni i giornali mainstream e i politici del Partito Democratico in particolare, l’ultima, quella che hanno sistemato la faccenda…
“E’ stata una giornata lunga, ma positiva – ha affermato Gualtieri in una straordinaria "supercazzola"-. E’ stato definito un accordo di principio” sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, “che dovrà essere finalizzato in linea con le procedure nazionali. Non è stato finalizzato stasera. Abbiamo ottenuto la possibilità di una subaggregazione dei titoli, che rende le Single-Limbe Cacs più simili alle Dual-Limb Cacs, un meccanismo intermedio, una cosa molto tecnica ma che per l’Italia era importante e che sarà esplicitamente contenuto nelle conclusioni di Mario Centeno. Questo aspetto richiederà un lavoro aggiuntivo all’inizio dell’anno nuovo, solo dopo il quale sarà possibile la finalizzazione dell’accordo. E poi, naturalmente, ci sarà la firma e le procedure di ratifica”.
Ovviamente si usano termini sempre più sofisticati, più o meno quello che fanno le caste dei tecnocrati e della finanza per non permettere alla gente comune di comprendere qualcosa, lui la chiama una cosa molto tecnica, ovviamente.
Importante è non far capire nulla alla gente comune, la quale vota senza conoscere i meccanismi spesso truffaldini che si nascondono dietro questa Europa.
Bene, quello che ha raccontato in questi giorni Gualtieri è stato smentito direttamente sul sito del MES. Per non sbagliarci andiamo direttamente su Google, visto che magari qualcuno crede che falsifichiamo anche il sito del MES…
Tradotto…
L’introduzione dei single-limb CACs non modifica l’attuale possibilità per i paesi di utilizzare la cosiddetta sotto-aggregazione, che è quella di detenere voti separati per diversi gruppi di emissioni obbligazionarie, aprendo la porta per offrire condizioni diverse a ciascun gruppo
Nella sostanza Gualtieri va in giro a dire a tutti che il singolo voto sulla ristrutturazione del debito non ci sarà più, mentre invece sul sito del MES si ribadisce quando già detto, il doppio voto con il quale serve la maggioranza di tutti i possessori di titoli e poi anche quella dei possessori di ogni singola emissione è solo un’ipotesi come un’ipotesi è pure la discussione su tutti i punti principali di un ipotetico pacchetto che comprenda unione bancaria e amenità varie.
Leggete qui…
Andrea Mazzalai@icebergfinanza
 
Mes, bozza maggioranza: escludere limiti sui BTp alle banche @sole24ore https://www.ilsole24ore.com/art/mes-la-risoluzione-maggioranza-l-opposizione-piazza-ACUO0D4 
(ANSA)

Mes, verso la risoluzione di maggioranza con l’opposizione in piazza

Il voto in Parlamento mercoledì dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Il nodo numeri al Senato è legato a doppio filo con la tenuta del gruppo M5S, dove resiste una fronda contraria al Mes
ilsole24ore.com
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Bozza maggioranza: approfondire criticità pacchetto
La maggioranza «impegna il governo» ad «assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria (cosiddetta logica di “pacchetto” Mes, Bicc, Unione bancaria) approfondendo i punti critici del pacchetto di riforme» si legge in una prima bozza di risoluzione di maggioranza sul Mes, su cui starebbe proseguendo il confronto. Nel testo si prevede «il pieno coinvolgimento del Parlamento in una eventuale richiesta di attivazione del Mes».
Escludere restrizioni titoli Stato banche
Non solo. La maggioranza «impegna il governo» ad «approfondire i punti critici» del pacchetto di riforme che include il Mes e «in particolare» escludere «in ogni caso interventi di carattere restrittivo sulla dotazione di titoli sovrani da parte di banche e istituti finanziari e comunque la ponderazione dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale».
Decisione solo dopo definizione regole Cacs
Infine si chiede di «condizionare l’adozione di ogni decisione vincolante in merito alla revisione del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) alla finalizzazione, ancora non conclusa, del suo processo di riforma attraverso la definizione delle regole e delle procedure delle Clausole di azione collettiva (che definiscono le procedure in caso di ristrutturazione di un debito sovrano dell’area euro e se il Paese chiede aiuto al Mes, ndr) evitando l’applicazione dei principi della single limb Cacs
Fin qui potrebbe anche andare bene, rispetto all’accordo sottobanco di giugno, il problema è che la storiella dell’accordo progressivo è davvero pericolosa o un pacchetto unico, che cancelli tutti i dubbi di questa riforma o nulla!
Il rischio è che questa riforma sia uno strumento il più semplice possibile attraverso il meccanismo del singolo voto per evitare anche a larghe maggioranze di risparmiatori al dettaglio di bloccare la ristrutturazione del debito.
Già sappiamo che con gli articoli 13 e 14 il nostro Paese viene di fatto escluso da alcune linee di credito in quanto si richiede un debito sostenibile e non sappiamo chi decide la sostenibilità del debito, se non qualche oscuro burocrate del MES il quale vuole pure l’immunità.
La favoletta del backstop che aiuterebbe le nostre banche in difficoltà, fa sorridere, visto che le banche in difficoltà in Europa oggi sono quelle tedesche e quelle francesi come racconta il modellino che gli amici di Machiavelli ben conoscono, inoltre il salvataggio scatterebbe solo dopo aver cancellato obbligazionisti senior e subordinati, azionisti ovviamente e buona parte dei depositi sopra i 100.000 euro visto che il bail-in c’è ancora sino a prova contraria.
I tedeschi da sempre in questa crisi hanno dimostrato di essere davvero furbi, figurarsi se questi mollano l’unione bancaria senza richiedere ristrutturazioni del debito o di vietare acquisti del suddetto da parte delle banche.
Ovviamente loro sono bravissimi a raccontarla come si deve ai loro connazionali, loro sono sempre le vittime, soprattutto dopo aver imposto il salvataggio delle loro banche attraverso il primo fondo salvastati.
Risultati immagini per cartoons esm
Il resto è storia e la verità figlia del tempo!
Fonte: qui

martedì 10 dicembre 2019

UN MOLDAVO È STATO PRESO A CALCI E PUGNI PER 100 EURO NEL PARCHEGGIO DI UN SUPERMERCATO DI ROMA: QUATTRO ROMENI SENZA FISSA DIMORA LO HANNO CIRCONDATO E PESTATO, POI GLI HANNO RUBATO IL PORTAFOGLIO


GLI AGGRESSORI SONO STATI INDIVIDUATI POCO DOPO VICINO AL LUOGO DELL’AGGRESSIONE E ARRESTATI. LA VITTIMA NEL FRATTEMPO ERA…

pestaggioPESTAGGIO

Calci e pugni per 100 euro. I carabinieri della Stazione di Roma Ponte Milvio hanno arrestato quattro uomini, tutti romeni senza fissa dimora, di 36, 45, 52 e 59 anni, con l’accusa di rapina aggravata in concorso ai danni di un cittadino moldavo di 52 anni. L’uomo, ieri sera, è stato aggredito dai quattro all’interno del parcheggio di un supermarket di corso Francia mentre passeggiava.
pestaggio.PESTAGGIO.


Lo hanno bloccato e colpito con pugni al volto e calci poi gli hanno sottratto il portafoglio con 100 euro e i documenti personali. Dopo la rapina, l'uomo ha chiesto aiuto al 112. I militari hanno raggiunto la vittima, e dopo aver raccolto la testimonianza di alcune persone, oltre alla sua, sono riusciti ad individuare il quartetto a poca distanza dal luogo dell’aggressione. La vittima nel frattempo è stata soccorsa e trasportata presso il pronto soccorso dell’Ospedale San Carlo di Nancy dove è stata trattenuta in osservazione, dai medici, per la frattura del setto nasale e del pavimento orbitale sinistro.

Fonte: qui