9 dicembre forconi: 09/07/18

venerdì 7 settembre 2018

DAL RAPPORTO DEI NAS EMERGONO ANOMALIE NEL CIBO E SCARSA IGIENE NEL 40% CIRCA DEGLI ESERCIZI CONTROLLATI NEL 2017



ESCREMENTI DI TOPI TRA I FORNELLI, SCARAFAGGI TRA I CIBI, PESCE COI VERMI, BLATTE DENTRO LE CONFEZIONI: ECCO TUTTE LE PORCATE CHE MANGIAMO AL RISTORANTE

ATTENTI AI LOCALI ETNICI, A QUELLI CHE OFFRONO PESCE CRUDO IN QUANTITA' ILLIMITATA 

ALCUNI CONSIGLI PER PROTEGGERE LA NOSTRA SALUTE

Azzurra Noemi Barbuto per Libero Quotidiano


ristoranti rapporto nasRISTORANTI RAPPORTO NAS
Non li vediamo, poiché lavorano dietro le quinte, ma grazie a loro possiamo goderci pranzi e cene fuori casa senza correre il rischio di ingerire sostanze nocive finendo al pronto soccorso. I carabinieri altamente specializzati dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità, N.A.S., svolgono ogni anno circa 15 mila controlli, di cui 6 mila solo nell' ambito della ristorazione. Nel 2017 codeste ispezioni hanno portato alla scoperta di 2425 non conformità, alla segnalazione all' autorità amministrativa di 273 persone e quella giudiziaria di 2731 soggetti, nonché a 4 arresti, 350 sanzioni penali e 3600 amministrative.

La mole di alimenti sequestrati all' interno di ristoranti, pizzerie e fast-food ammonta a un valore complessivo di 630 milioni di euro. Ecco perché i Nas sono l' incubo dei ristoratori furbetti e sciatti, di coloro che non rispettano le norme igieniche, neanche quelle basilari, i quali non hanno scampo nel momento in cui irrompono all' interno dei locali i carabinieri che hanno a cuore la nostra salute.
E la faccenda è importante.
ristorante scarafaggiRISTORANTE SCARAFAGGI

Anche perché sono tanti gli italiani che amano mangiare fuori casa: circa 13 milioni quelli che consumano dai quattro ai cinque pasti al ristorante o al bar ogni settimana, quasi 10 milioni tra i due o tre.

E son soldi: le stime del 2017 calcolano il giro d' affari in 83 miliardi. Tuttavia, i Nas non sono una sorta di Gestapo della filiera alimentare. «Non siamo persecutori. Ci rivolgiamo a gente che lavora e ci capita di complimentarci con i ristoratori virtuosi, che di solito sono quelli che amano il proprio mestiere e cercano di farlo al meglio. Alcuni sono addirittura maniacali nella pulizia», assicura il maggiore Salvatore Pignatelli, comandante dei Nas di Milano, nucleo competente anche sulle province di Como, Varese e Monza-Brianza, che fa circa 300 ispezioni al mese, almeno una decina ogni dì.

scarafaggioSCARAFAGGIO
LOCALI SEQUESTRATI Durante le sue indagini il comandante si imbatte in veri e propri orrori, ma ci conforta apprendere che, nonostante egli sappia bene che l' ambiente delle cucine può costituire un ricettacolo di batteri nonché la scena di turpi crimini, non abbia affatto perso la voglia di recarsi a cena fuori.

Solo qualche giorno fa i Nas di Milano sono entrati di sorpresa in una pasticceria della provincia trovandola infestata di insetti di ogni tipo. Come se non bastasse, il materiale che sarebbe servito per confezionare i dolci era poggiato all' esterno, sul marciapiede, sotto il sole cocente al fine di favorirne il processo di scongelamento. «Abbiamo chiesto l' immediato intervento del medico della Asl, dopodiché abbiamo posto sotto sequestro il locale, che non rispettava l' obbligo delle zanzariere», spiega il comandante.

raviolo scarafaggioRAVIOLO SCARAFAGGIO
Escrementi di topi tra i fornelli e nelle dispense, scarafaggi tra i cibi, sporcizia ovunque, pesce spada invaso dai vermi, blatte dentro le confezioni, sono solo alcuni degli spaventosi ritrovamenti a cui ha assistito Pignatelli. Nonostante il lavoro continuo ed infaticabile del nucleo, può di rado accadere che gli avventori incappino in alimenti nocivi.

Il maggiore ci narra che lo scorso anno 36 persone sono rimaste intossicate in un prestigioso ristorante italiano, sito nella nostra capitale della moda. I clienti sfortunati avevano ingerito pesce crudo che forse non era stato abbattuto oppure che era stato abbattuto ma poi conservato in modo non idoneo. «Chi ha l' autorizzazione a trattare le materie ittiche dovrebbe possedere ed utilizzare l' abbattitore. Purtroppo, essendo la procedura di abbattimento molto costosa e lunga, succede che alcuni la aggirino per risparmiare», commenta Pignatelli, il quale invita a consumare i cibi crudi con prudenza. Quest' anno altre 10 persone, sempre nella provincia di Milano, sono state ricoverate dopo avere gustato del tonno non cotto in un ristorante etnico specializzato in kebab.
BLATTEBLATTE

Tuttavia, la Lombardia presenta una qualità igienico-sanitaria buona e le carenze evidenziate non sono ascrivibili solo, come si crede, ai ristoranti etnici, ma anche a quelli italiani ed europei. Il problema è un altro, secondo il comandante Pignatelli. «Da un lato, è aumentata l' offerta della ristorazione fusion, che mescola cucine e culture molto lontane; dall' altro è cresciuta l' esigenza della clientela di provare nuove combinazioni. Questo porta al proliferare di ristoranti: alcuni sono ottimi, altri lasciano a desiderare». La voglia di sperimentare conduce spesso l' avventore ad una leggerezza eccessiva nel ingurgitare piatti di cui si ignora il contenuto. A questo proposito, Pignatelli sottolinea che occorre pretendere che nel menù sia specificato ogni ingrediente.

pesce coi vermi ristorantePESCE COI VERMI RISTORANTE
Nel 2017 i NAS di Milano hanno fatto 3500 ispezioni, di cui 1100 solo nella ristorazione, altre in farmacie, ospedali, cliniche, centri estetici, negozi di parrucchieri e altri. Di questi 1100, 318 controlli sono stati effettuati nella ristorazione generale, italiana; 368 in quella etnica (cinese, asiatica, ecc.). A questi si aggiungono 300 accertamenti nella ristorazione veloce. «Abbiamo recuperato 2000 kg di cibarie scadute o mal conservate solo nell' ambito dei ristoranti», dichiara Pignatelli. A questo tipo di attività si affiancano le verifiche nel settore delle carni, del pesce e delle farine, che hanno condotto al sequestro (nel corso di un anno e nelle sole quattro province su cui hanno competenza i NAS di Milano) di 173 mila kg tra olio, uova, carne e prodotti ittici, per un valore complessivo di almeno 10 milioni di euro.


ristorante cineseRISTORANTE CINESE
REGOLE DA SEGUIRE Meglio restare a casa e declinare ogni invito a cena? Secondo Pignatelli, non è il caso di assumere posizioni categoriche, anche perché «siamo uno dei pochi Paesi al mondo ad avere una forza di polizia preposta solo a questo genere di ispezioni. Dunque, mangiare fuori in Italia è addirittura più sicuro che farlo all' estero».
Per proteggere la nostra salute è sufficiente adottare alcuni stratagemmi. Innanzitutto, sarebbe opportuno evitare pesce, carne, verdura e uova crudi, a meno che non ci troviamo in un locale di fiducia.

«Un elemento da considerare è il prezzo. La qualità costa. I ristoranti che offrono pesce crudo in quantità illimitata e a prezzi irrisori dovrebbero destare dei ragionevoli sospetti», afferma il maggiore, che consiglia di affidarsi ai propri sensi, vista, olfatto, gusto, infallibili nel farci percepire ciò che sarebbe meglio evitare. Infine, non sottovalutate il ghiaccio. «Le macchine che lo producono spesso non vengono pulite e possono creare parassiti», conclude il comandante. Fonte: qui
ristorante sporciziaRISTORANTE SPORCIZIA

L' INCHIESTA SUL NUOVO STADIO DELLA ROMA SI ALLARGA: ALTRI POLITICI COINVOLTI”

IL FARO DEI PM E’ RIVOLTO SUI LEGAMI OPACHI DELLA FAMIGLIA DI COSTRUTTORI CON I PALAZZI DEI POTERE, RACCONTATI IN UN’INTERCETTAZIONE: "SPENDERÒ QUALCHE SOLDO SULLE ELEZIONI 
DICEVA LUCA PARNASI A UN COLLABORATORE È UN INVESTIMENTO MOLTO MODERATO RISPETTO A QUANTO FACEVO IN PASSATO..."

Michela Allegri per il Messaggero

PARNASIPARNASI
Gli atti già in mano ai pm basterebbero per arrivare subito al processo sull' affaire Tor di Valle. Ma la procura di Roma vuole continuare a indagare sul cosiddetto sistema Parnasi, perché stanno emergendo presunte responsabilità di altri politici e di altri funzionari capitolini, rispetto a quelli già travolti dal ciclone dell' inchiesta che, il 13 giugno, aveva portato in carcere lo stesso imprenditore Luca Parnasi e i suoi collaboratori, e aveva fatto finire ai domiciliari uno dei consulenti di punta della sindaca Virginia Raggi, l' avvocato Luca Lanzalone.

LANZALONE E RAGGILANZALONE E RAGGI
Il faro dei pm è rivolto verso i legami opachi della famiglia di costruttori con i palazzi del potere, allacciati anche molti anni fa e che sono raccontati dall' intercettazione che meglio di tutte riassume il modus operandi del gruppo Parnasi, cioè la corruzione intesa come asset d' impresa: «Spenderò qualche soldo sulle elezioni - diceva Luca Parnasi a un collaboratore - è un investimento che devo fare, molto moderato rispetto a quanto facevo in passato, quando ho speso cifre che manco te le racconto».

Partendo da quella conversazione captata e, soprattutto, dalla ricerca delle «cifre spese in passato», l' inchiesta si è allargata, tanto da convincere la pm Barbara Zuin a procedere con il rito ordinario: concedersi altro tempo per indagare, evitare il rito immediato, che costringerebbe gli inquirenti a una discovery degli atti in loro possesso e porterebbe l' imprenditore e i suoi soci sul banco degli imputati saltando la fase dell' udienza preliminare.

parnasi e salvini allo stadioPARNASI E SALVINI ALLO STADIO
Ora, i pm puntano a un maxi-processo, mentre gli indagati diventano più di trenta. L' ultimo a confrontarsi con i magistrati è stato l' ex vicepresidente del consiglio regionale, Adriano Palozzi (FI), tuttora ai domiciliari.

Parnasi, invece, è stato mandato ai domiciliari il 7 luglio, dopo 37 giorni di carcere e due interrogatori. Il gip Maria Paola Tomaselli ha deciso di alleggerire la misura cautelare a suo carico dopo il secondo interrogatorio con i pm e dopo le ammissioni sull' ormai ex consulente ombra della sindaca, Lanzalone, incaricato di seguire per il Campidoglio il progetto stadio. Ma non è stato l' unico argomento finito sotto torchio.

L'INTERROGATORIO L' interrogatorio di Parnasi è stato in gran parte secretato, perché da lì sono partite le nuove indagini. Gli inquirenti gli hanno chiesto conto di quell' intercettazione, del metodo di corruzione «stile anni 80» - diceva intercettato un suo collaboratore - che consisteva, da sempre, nel pagare tutti per ottenere favori. Sarebbero emersi altri nomi, rispetto a quelli già citati nelle carte.

parnasi giorgetti lanzalonePARNASI GIORGETTI LANZALONE
Le indagini non riguardano più solo la consulenza da 25mila euro alla società Pixie riconducibile a Palozzi, o la presunta corruzione dell' ex assessore Michele Civita (Pd) - l' assunzione del figlio in cambio dell' appoggio nell' affaire «stadio» - o il favore a Paolo Ferrara, ex capogruppo dei Cinquestelle in Campidoglio che, in cambio di presunte intercessioni, avrebbe ottenuto un progetto per il restyling del lungomare di Ostia da rivendicare con l' elettorato. Dalle indagini sarebbero emersi legami opachi con altri esponenti dei palazzi del potere e funzionari, che avrebbero favorito le aziende di famiglia - Eurnova e, prima ancora, Parsitalia - quando era ancora in vita il capostipite della famiglia, Sandro Parnasi, che aveva avviato il progetto dello stadio.
stadio olimpico romaSTADIO OLIMPICO ROMA

LA LISTA Ai magistrati, Luca Parnasi aveva consegnato la lista dei quindici candidati sostenuti alle ultime elezioni regionali e politiche con finanziamenti in chiaro ma rigorosamente sotto soglia - 4.500 euro a testa - in modo da non essere obbligato a metterli a bilancio. Un elenco che si aggiungeva ai dieci nomi che risultavano già dalle intercettazioni e sui quali sono in corso accertamenti del Nucleo investigativo dei carabinieri. L' imprenditore avrebbe fornito elementi che fanno fare all' inchiesta un salto oltre i confini del Campidoglio e oltre al caso del nuovo stadio della Roma.

Fonte: qui


NELL’INCHIESTA SUL NUOVO STADIO DELLA ROMA EMERGONO ALTRE ACCUSE PER L’IMPRENDITORE: ECCO TUTTI GLI INCONTRI COL SUPERCONSULENTE DELLA RAGGI LANZALONE 

I SOLDI DISTRATTI DAI CONTI DELLA SOCIETÀ EURNOVA E UTILIZZATI PER RISTRUTTURARE IL SUPERATTICO DOVE ABITA COSTERANNO A PARNASI UNA NUOVA ACCUSA…

Michela Allegri per il Messaggero

luca parnasiLUCA PARNASI
Sono le pagine inedite del verbale della segretaria di Luca Parnasi, Elisa Melegari, a fornire nuovi particolari sull' affaire Tor di Valle. Contengono i dettagli estrapolati dall' agenda elettronica dell' imprenditore e tutti gli incontri con l' ex consulente di punta del Campidoglio, l' avvocato Luca Lanzalone, ai domiciliari per corruzione, e informazioni sui primi contatti tra i due, avvenuti quando il progetto del Nuovo Stadio della Roma era a rischio.

Ma non è tutto. Perché i soldi distratti dai conti della società Eurnova e utilizzati per ristrutturare il superattico dove abita e dove si trova agli arresti, in piazza Don Minzoni, con ogni probabilità costeranno una nuova accusa a Parnasi, ora ai domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di politici e funzionari comunali.

LANZALONE E RAGGILANZALONE E RAGGI
In vista della chiusura delle indagini, la Procura sta valutando di contestargli anche le false fatturazioni, di cui dovrebbe rispondere insieme a due dipendenti.Circa 150mila euro di interventi di restauro, infatti, sarebbero stati fatti passare come lavori effettuati negli uffici di una nuova società del gruppo, la Ampersand.

L' AGENDA La Melegari, interrogata subito dopo l' arresto di Parnasi e dei suoi collaboratori, il 13 giugno, ha ricostruito con la pm Barbara Zuin tutti gli appuntamenti tra il suo capo e Lanzalone. Un passaggio è significativo e, per gli inquirenti, potrebbe essere una prova dell' inizio della collaborazione - illecita - tra il consulente e il costruttore: «Ho visto il biglietto da visita di Lanzalone e lo ho inserito tra i nostri contatti quando la Raggi voleva bloccare il progetto dello Stadio. Lanzalone era stato nominato consulente del Comune. Luca mi aveva chiesto di chiamare la sua segreteria per fissare con lui un pranzo».

parnasi e salvini allo stadioPARNASI E SALVINI ALLO STADIO
Poi, la Melegari ha mostrato ai magistrati l' agenda elettronica in cui ha annotato tutti gli incontri. Il primo appuntamento è dell' 11 maggio 2017. Ne seguono molti altri, sia a Roma che a Milano. Il consulente e Parnasi si vedono da soli il 27 luglio 2017 e il 4 agosto. Cenano a piazza di Pietra, a Roma, il 14 settembre, mentre il 3 ottobre fanno colazione al bar Ciampini, a piazza San Lorenzo in Lucina. Il 25 ottobre si incontrano da Doney, in via Veneto. Si vedono tante altre volte, «il 20 dicembre 2017 e ancora il 29», dice la segretaria. Parnasi incontra anche i soci di Lanzalone a Milano il 25 gennaio scorso. Tra gennaio e giugno, si contano altri 7 appuntamenti.

PARNASIPARNASI
La segretaria parla anche dei contatti tra il suo capo e l' ex capogruppo dei Cinquestelle in Campidoglio, Paolo Ferrara, accusato di avere ricevuto da Parnasi un progetto per il restyling del lungomare di Ostia da spendere con l' elettorato. Agenda alla mano, la Melegari ricostruisce: «Un incontro il 16 gennaio 2018 al Trinity College; un altro il 26 gennaio in Parsitalia e ricordo altri appuntamenti a Ostia».

I POLITICI Nello stesso verbale, la Melegari aveva fornito agli inquirenti un elenco dei politici che aveva visto sfilare negli uffici di Eurnova e che Parnasi aveva finanziato in chiaro. «Il gruppo usava fare erogazioni liberali in favore di politici; avevo i nomi dei beneficiari e l' importo era sempre lo stesso, ossia 4.500 euro. Alcuni, come Ciocchetti e la Polverini, hanno avuto bonifici di 4.500 euro». E ancora: «Un giorno Luca è venuto da me insieme all' avvocato Mauro Vaglio. Mi dicevano che il bonifico non era andato a buon fine; il mandatario di Francesco Maria Giro mi ha chiesto la delibera ed è stata fatta il giorno stesso, benché retrodata».
LANZALONELANZALONE

La donna ha parlato anche di Adriano Palozzi, l' ex vicepresidente del consiglio regionale che si trova ai domiciliari, e di Davide Bordoni, capogruppo di FI in Campidoglio, indagato: «Ho visto Bordoni più volte nel nostro ufficio, sapevo che era un politico e credevo fosse un amico di Parnasi. Anche il suo nome era tra i beneficiari delle erogazioni». Ricorda di colloqui con Michele Civita, ex assessore regionale in quota Pd: «Il curriculum di suo figlio mi è passato tra le mani, il figlio ha avuto un colloquio con Parnasi». Circostanza che, ora, costa al politico l' accusa di corruzione.

Fonte: qui

LE DIETE LOW-CARB FANNO MALE: I RISULTATI DI UNA RICERCA DELL’UNIVERSITA DI LODZ: CHI NON MANGIA CARBOIDRATI HA UN AUMENTO DELLA MORTALITÀ DEL 32%

IL PERICOLO DI TUMORI SALE DEL 35%, QUELLO DI ICTUS E INFARTI DEL 50

Elena Meli per www.corriere.it
Uno studio per capire
La ricerca è stata avviata per cercare di fare chiarezza su un tema ancora poco chiaro, benché molto di moda: le diete low-carb che abbondano in proteine e grassi sono infatti sempre più consigliate per una perdita rapida del peso ma come spiega Maciej Banach dell’Università polacca di Lodz, che ha coordinato l’indagine, «la sicurezza a lungo termine di questi regimi alimentari così drastici non è ben definita e diverse ricerche hanno prodotto risultati contrastanti sul rischio di malattie cardiovascolari, tumori e mortalità».
Dati da migliaia di persone
Per arrivare a una conclusione abbastanza certa, Banach ha analizzato i dati raccolti su quasi 25mila persone dall’US National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) fra il 1999 e il 2010, mettendo in correlazione il tipo di alimentazione seguita e la probabilità di infarti, ictus, cancro e mortalità per tutte le cause nell’arco di circa sei anni. Il risultato è stato quindi confrontato con la metanalisi di sette ulteriori studi che hanno coinvolto complessivamente quasi 450mila persone, seguite in media oltre 15 anni.
Tagliare i carboidrati fa male
pasta alla norma 5PASTA ALLA NORMA
La prima indagine ha provato come chi ha un introito di carboidrati molto basso abbia un aumento della mortalità del 32 per cento rispetto a chi ne mangia una quantità più elevata; il pericolo di tumori sale del 35 per cento, quello di ictus e infarti di circa il 50 per cento.
proteinePROTEINE
Il secondo studio, su numeri ancora più grandi e con soggetti seguiti ancora più a lungo, mostra che il rischio di tumori, malattie cardiovascolari o morte sale dell’8-15 per cento se si tagliano troppo i carboidrati. La correlazione è particolarmente forte in chi non è obeso, stando ai ricercatori.
Squilibrio nella dieta
WORLD PASTA DAY -1WORLD PASTA DAY 
Perché mangiare pochi carboidrati è così deleterio? Secondo Banach, il motivo è tutto nello squilibrio che si viene a creare nell’alimentazione: tagliando i carboidrati la bilancia alimentare pende tutta dalla parte delle proteine e come sempre gli eccessi, in qualunque verso siano, sono deleteri.
«Chi mangia pochi carboidrati spesso esagera con le proteine animali, introducendo con queste anche troppi grassi saturi e colesterolo. Se a tutto ciò si associa anche uno scarso consumo di frutta e delle fibre di cui questa è ricca, si possono avere carenze in minerali, vitamine e altre sostanze che potrebbero avere un ruolo nel proteggere dalle malattie», dice il ricercatore.
PROTEINEPROTEINE
Utile nel breve termine
«Le diete low-carb possono tuttavia essere utili nel breve termine come strumento per perdere velocemente peso, ridurre la pressione e migliorare il controllo glicemico. Vanno però seguite per poco tempo, possibilmente dietro consiglio del medico: protrarle a lungo è deleterio e deve essere evitato», conclude Banach. 
Fonte: qui

Guerre dei dazi: è la fine del dollaro e la nascita di una moneta unica mondiale

L’effetto boomerang dello slogan “America great again” di Donald Trump. La sua politica porterà al crollo dei cespiti finanziari e degli immobili. I Paesi emergenti in difficoltà.
Milano (AsiaNews) - La gran parte dei commentatori economici mondiali sta fornendo all’opinione pubblica una versione profondamente errata degli effetti delle “guerre commerciali” in atto e scatenate dalle sanzioni commerciali alla Russia ed all’Iran e da ultimo dalle politiche tariffarie di Trump nei confronti della Cina e dell’Europa (di fatto contro l’industria automobilistica tedesca).
La gran parte di questi commentatori, ne sono convinto, sbagliano in perfetta buona fede. Sono, infatti, giornalisti che mai hanno studiato economia (economia politica, non economia aziendale –management – che è tutt’altra cosa – e nemmeno finanza, che pure è altra cosa).
Pochi ne capiscono davvero qualcosa.

L’effetto netto delle politiche economiche di Trump non è quello di riequilibrare gli sbilanci commerciali tra le diverse aree economiche del mondo. Il deficit del commercio estero statunitense è ai massimi da 10 anni ed è più che ovvio che l’economia americana sia in una fase di grande euforia, con crescita e forte riduzione della disoccupazione. Con tali premesse ci mancherebbe altro!
Chi loda Trump per questi successi, però, sbaglia di grosso. A questa fase apollinea ne seguirà una dionisiaca e distruttiva, nel più classico degli scontatissimi schemi hegeliani: tesi, antitesi, sintesi. La fine del QE [Quantitative Easing] è imminente, anche perché il denaro facile non può durare all’infinito. In questo sbagliano di grosso i cosiddetti sovranisti, tipo alcuni degli economisti nostrani – di fatto keynesiani e “di sinistra” senza saperlo, con il loro accentuare lo statalismo nell’economia: la spesa pubblica in deficit prima o poi si paga.

Mi preme invece segnalare l’articolo di Brandon Smith in Alt-Market.com che riporto qui di seguito, perché dirama molta nebbia propalata ad arte.

La fine della QE, in tutto il mondo, comporta in primo luogo il crollo dei cespiti finanziari e di tutti i cosiddetti assets patrimoniali, azioni ed obbligazioni in primo luogo ma anche, seppure probabilmente in forma minore, gli immobili. Se ne dovrebbero avvantaggiare le materie prime, ma la caduta della produzione industriale, conseguente alla fine del QE all’infinito, induce a pensare che forse anche alcune materie prime industriali, come i metalli non ferrosi, non se la passeranno bene. Solo i beni rifugio, come i metalli preziosi, avranno una buona domanda ed aumenti delle quotazioni. Soprattutto però l’effetto combinato delle guerre tariffarie e di sanzioni varie comporterà delle difficoltà per i Paesi emergenti e la fuga di questi ultimi dal dollaro.

La conseguenza sarà lo sviluppo di sistemi di pagamento alternativi al dollaro negli scambi commerciali mondiali. Sarà la fine del ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale.

In tal modo ci sarebbe la fine del sistema che ha dominato gli ultimi decenni, anzi gli ultimi 70 anni, da Bretton Woods ad oggi.

Questo dunque è il paradosso: Trump, che vuole fare l’America di nuovo grande finirà per affossare il sistema finanziario basato sul dollaro.

Non so se Trump ne sia consapevole. Certo alla Fed lo sono, perché lì ci sono persone che di economia se ne intendono davvero. Sono però tutti keynesiani e perciò il loro scopo ultimo è la moneta unica mondiale, i Diritti Speciali di Prelievo, SDR in inglese. È infatti quello che auspicava Keynes, intellettuale progressista, libertino “laico”.

La moneta unica mondiale comporterà una forma di “governance” mondiale. A questo ci dobbiamo preparare perché questo governo mondiale sarà “laico”, progressista, libertino, senza confini nazionali, tollerante di ogni deviazione ma del tutto intollerante nei confronti di ogni vera opposizione.

Huawei ha battuto Apple: i telefoni cinesi si mangiano la mela


Huawei supera apple

Il mercato degli smartphone subisce un calo, ma conferma che la vera sfida ormai si gioca tra Cina e Corea

Huawei ha compiuto lo storico sorpasso: i suoi telefoni sono più venduti di quelli Apple. Una scalata lunga ma che si rivela vincente, ma resta l’altro grande colosso da battere. Samsung infatti resiste al primo posto

Huawei batte Apple, la mela non vale più la candela

Il sospetto c’era già, basta confrontarsi con gli amici più tech: Apple sta perdendo colpi, e i suoi smartphone non sono più così competitivi sul mercato. Adesso però è arrivata la conferma definitiva dai dati diffusi daGartner, che incorona Huawei come il secondo produttore mondiale di smartphone. Nel secondo trimestre i cinesi hanno infatti superato Apple, confermando che il mercato ruota intorno alla sfida tra Cina e Corea. Le vendite di smartphone targati Huawei sono cresciute nell’ultimo trimestre del 38,6%. «Gli investimenti, la costruzione del marchio e il posizionamento dei dispositivi Honor hanno contribuito a incrementare le vendite – spiega Anshul Gupta, research director di Gartner – il suo investimento nei canali, la costruzione del marchio e il posizionamento dei dispositivi Honor hanno contribuito a spingere le vendite». Sono i modelli Honor infatti a trainare la crescita e vengono distribuiti in 70 mercati in tutto il mondo. Le vendite quest’anno ammontano a 49.8 milioni, facendo salire la quota di mercato al 13.3%: un anno fa le vendite avevano raggiunto i 35.9 milioni di un anno fa. «Huawei continua a introdurre funzionalità innovative nei suoi smartphone e a proporre dispositivi per coprire più segmenti di consumatori – ha spiegato Anshul Gupta – mentre la domanda per l’iPhone X ha iniziato a rallentare molto prima quest’anno rispetto agli anni precedenti». Apple infatti è slittato al terzo posto con una quota di mercato del’11.9%. Un calo rispetto al 12,1% dello scorso anno, sebbene le vendite siano leggermente aumentate raggiungendo i 44.7 milioni di iPhone venduti.

Huawei batte Apple, ma Samsung resiste

Samsung con i suoi 72,3 milioni di smartphone venduti si aggiudica anche quest’anno il posto più alto nel podio, ma anche l’azienda sudcoreana ha risentito del calo della domanda: le sue vendite scendere del 12,7%. «Samsung deve affrontare il rallentamento della domanda globale e la concorrenza sempre crescente dei produttori cinesi» ha spiegato Gupta. Se da un lato Huawei gli sta alle calcagna, anche Xiaomi comincia a far sentire la sua influenza. Nella graduatoria di Gartner risulta al quarto posto, ma è salito del 5.8%. Tra le armi vincenti c’è il  sottomarchio low cost Pocopone. Il modello F1 arriverà in Italia il 30 agosto e, a parte forse un look molto più spartano, non ha nulla da invidiare agli hardware dei concorrenti.
Fonte: qui

LA MAXI RICERCA SU 195 PAESI DEL MONDO: IL CONSUMO DI ALCOLICI È RESPONSABILE DI OLTRE 60 MALATTIE ED È LA PIÙ GRAVE CAUSA DI MORTE PREMATURA E DISABILITÀ TRA I 15 E I 49 ANNI

Alberto Mantovani* per il “Corriere della Sera”
*Direttore scientifico IRCCS Humanitas e docente di Humanitas University
Sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet i risultati emersi da un' analisi cosiddetta Gbd, acronimo di Global Burden of Disease Study. Si tratta dello studio più estensivo mai effettuato sugli effetti dell' alcol, condotto su 195 Paesi in un arco temporale compreso fra il 1990 al 2016.
I dati mostrano chiaramente, a livello mondiale, i danni realmente globali di questa sostanza. Nel 2016 era il settimo fattore di rischio non solo di morte prematura, con 2,8 milioni di morti (circa il 10%, maggiore per i maschi), ma anche di perdita di salute.
Non solo. Il consumo di questa sostanza rappresenta la più grave causa di morte prematura e disabilità fra i 15 e i 49 anni.
La diatriba sul fatto che ci sia o meno una soglia di consumo al di sotto della quale l' alcol non fa male - o, al contrario, addirittura farebbe bene - è un tema ricorrente sia nella letteratura scientifica sia nelle conversazioni al ristorante.
Ma lo studio Gbd sembra spazzare via ogni dubbio: i dati indicano chiaramente che il livello di consumo di alcol che rende minimo il rischio di danno alla salute è zero. Di fronte a una tale affermazione non possiamo non ricordare che l' alcol costituisce un enorme problema di salute globale.
alcol e salute 8ALCOL E SALUTE
Che, come accade sempre, affligge maggiormente i più poveri. L' alcol è responsabile di oltre 60 malattie, fra cui quelle cardiovascolari, diversi tumori (ad esempio mammella e fegato), tubercolosi, diabete, patologie infiammatorie. Per avere un' idea dell' impatto delle malattie causate da questa sostanza, nel 2010 in tutto il mondo si sono registrati 493 mila morti per cirrosi epatica e 80.600 per cancro del fegato.
alcol e salute 6ALCOL E SALUTE
Ma in che modo agisce l' alcol, al di là degli aspetti comportamentali? Attraverso meccanismi in larga misura di tipo infiammatorio: provoca danno ai tessuti, che mandano un segnale di allarme al nostro sistema immunitario.
Si scatena così una risposta infiammatoria fuori controllo, a sua volta causa di danno ai tessuti. Questa infiammazione fuori controllo, sostenuta da cellule del sistema immunitario chiamate macrofagi, è causa - o concausa - di malattie apparentemente così diverse, dai tumori alle patologie cardiovascolari.
alcol e salute 13ALCOL E SALUTE
Viene da chiedersi, dunque, perché consumiamo alcol? Certamente non me ne tiro fuori: mi piace bere un bicchiere di vino rosso a tavola, sarei un ipocrita se non lo dicessi. Per il nostro Paese, fino agli inizi del 900 povero, i motivi del consumo di alcol sono storici: forniva una quota importante di calorie, in un mondo dove c' era poco da mangiare e molto da lavorare.
ALCOL-ADOLESCENTI-CopiaALCOL-ADOLESCENTI-COPIA
Ma non possiamo dimenticare che si tratta di una sostanza che crea dipendenza fisica: come tale, è una vera e propria droga. Una delle due al momento legalizzate nel nostro Paese, insieme al fumo di tabacco. I dati di quest' analisi sono dunque motivo di forte preoccupazione. Vedo un cambiamento di usi e costumi, soprattutto fra le persone giovani, pericoloso.
Nella mia esperienza internazionale ho visto spesso, all' estero, una cultura diffusa del consumo di alcol - al di fuori di ogni limite ragionevole - al venerdì e al sabato sera. Un' abitudine che non c' era nel nostro Paese e che invece oggi vedo - purtroppo - più presente.
Di fronte a noi abbiamo dunque una battaglia culturale importantissima da combattere. Contro le droghe, legalizzate e non solo, e contro gli eccessi. Personalmente - non lo nascondo - continuerò a bere un bicchiere vino rosso a tavola con gli amici.
vino bere in gravidanzaVINO BERE IN GRAVIDANZA
Apprezzando la qualità straordinaria dei vini italiani e in particolare dei vitigni di casa nostra, unici al mondo. Ma sarà sempre e comunque un solo bicchiere, ricordando una massima del Manzoni: «Pedro, adelante con juicio», come disse ne I promessi sposi (capitolo XIII) il gran cancelliere spagnolo Ferrer per indurre il suo cocchiere ad avanzare cautamente, con la carrozza, tra la folla.
Fonte: qui