9 dicembre forconi: 06/27/18

mercoledì 27 giugno 2018

VORAGINE CAPITALE – FINALMENTE ROMA HA UN PRIMATO: QUELLO DEI RISARCIMENTI PER LE BUCHE IN STRADA. SOLTANTO NEL 2018 IL CAMPIDOGLIO DOVRÀ SBORSARE 15 MILIONI DI EURO PER LE VITTIME DEGLI INCIDENTI CAUSATI DAI CRATERI PER STRADA

IN NESSUN’ALTRA CITTÀ EUROPEA SI MUORE COSÌ TANTO PER STRADA

Beatrice Nencha per "Libero Quotidiano"

BUCHE ROMABUCHE ROMA
Finalmente Roma potrebbe avere un primato: quello del risarcimento danni più elevato per abitante (pedone, ciclista o moto-auto munito) incappato, a volte letteralmente risucchiato, nelle buche ormai celebri della Città eterna. La cui "eternità" potrebbe ricomprendere anche la vetustà di strade e marciapiedi rattoppati dal centro alle periferie.

Buche "democratiche" - a cui il Codacons ha deciso di ribellarsi con una manifestazione indetta oggi davanti a una esemplare voragine cittadina - che ai romani sono costate la bellezza di 31 milioni di euro dal 2015 al 2017. Fondi sborsati dalle casse del Campidoglio per risarcire le vittime degli incidenti dovuti a crateri e voragini.

Secondo i dati forniti dalle Assicurazioni di Roma, sarebbero circa 15 milioni di euro gli oneri potenziali per definire i sinistri avvenuti nel corso del 2018. Circa 8 milioni in più rispetto all' anno scorso, dovuti alle forti piogge che hanno peggiorato la già compromessa condizione dell'asfalto cittadino e agevolato la formazione di nuove buche.

O la riapertura di quelle frettolosamente chiuse. L' emergenza buche della capitale è divenuta un fenomeno endemico come i parcheggiatori abusivi o i camion bar davanti ai monumenti. Una piaga in crescita, imputabile soprattutto alla scarsa manutenzione delle strade, in particolare della viabilità secondaria che compete ai singoli Municipi. Visto che le richieste di risarcimento danni per sinistri riguardano circa 8mila chilometri di strade minori contro 800 della grande viabilità, secondo i dati prodotti dal Dipartimento dello Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana in commissione Trasparenza.
BUCHE ROMABUCHE ROMA

Ma Roma vanta un altro triste primato: è la città europea in cui si muore di più per strada. Come ci ricorda il recente incidente mortale in scooter dello chef stellato Alessandro Narducci, che segue di pochi giorni la morte, sempre per una caduta dalla moto, di Noemi Carrozza, campionessa di nuoto sincronizzato. Oggi i romani hanno iniziato a denunciare e a ribellarsi all' incuria inevitabile, che spesso è causa di incidenti quotidiani, a volte irreparabili.

buche romaBUCHE ROMA
Ma quasi tutti prevedibili, e prevenibili. A dare voce ai romani ci ha pensato il Codacons. L' appuntamento è alle 14.30 davanti alla voragine di Circonvallazione Appia 91 dove i rappresentanti dell' associazione daranno vita al «funerale dell' asfalto» e presenteranno la prima class action italiana per danni da scarsa manutenzione stradale.

Un' azione collettiva presentata al Tribunale di Roma ai sensi dell' art. 140 bis del Codice del Consumo, alla quale potranno aderire tutti i cittadini romani e chiedere 1.000 euro a testa di risarcimento per la presenza di buche, voragini e situazioni di dissesto sul manto stradale. Inciampare a Roma, da oggi, non sarà più un "danno collaterale". 

Fonte: qui
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A DETROIT UN RAGAZZO DI 17 ANNI ROTOLA TRA LE FIAMME E I ROTTAMI ED ESCE ILLESO DALLO SCHIANTO DI UN AEREO CESSNA

ENTRAMBI I GENITORI SONO MORTI 

I TESTIMONI AVEVANO PERSO LE SPERANZE DI TROVARE QUALCUNO ANCORA IN VITA QUANDO… (VIDEO)



Simone Pierini per "www.leggo.it"
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Un miracolato. Dopo un terribile schianto aereo, il velivolo ha preso fuoco ma, all'improvviso, si è visto un giovane spuntare ed emergere dai rottami sano e salvo. Purtroppo però a bordo c'erano anche il papà e la mamma, morti entrambi. 
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L'incidente è avvenuto a Detroit e ha interessato un Cessna precipitato per motivi ancora da chiarire. Le vittime si chiamano Greg Boaz e sua moglie Julie. I testimoni si sono precipitati sulla scena per cercare di aiutare le vittime. 
schianto cessna 7SCHIANTO CESSNA





Il video girato con un cellulare mostra suo figlio, Peyton Boaz, 17 anni, che fugge dal relitto mentre viene avvolto dalle fiamme. Il ragazzo è in ospedale gravemente ferito.

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MALTA, DOPO GIORNI DI INCERTEZZA E TRATTATIVE, LA NAVE “LIFELINE” CON A BORDO CENTINAIA DI MIGRANTI ATTRACCHERÀ A LA VALLETTA.

L’ANNUNCIO DEL PREMIER CONTE 

L’EQUIPAGGIO L’HA SCOPERTO DA TWITTER 

MALTA VUOLE CHE I PASSEGGERI SIANO DISTRIBUITI TRA GLI STATI DELL’UE: ITALIA, FRANCIA E PORTOGALLO SONO D’ACCORDO, MA NON C'E' ANCORA IL VIA LIBERA…


lifelineLIFELINE
Quattro Stati dell'Ue - Italia, Malta, Francia e Portogallo - hanno confermato di essere disposti ad accogliere parte dei migranti salvati dalla nave Lifeline, mentre altri tre paesi - Germania, Paesi Bassi e Spagna - stanno ancora "valutando" il caso.

E' la situazione, aggiornata a oggi pomeriggio, ricostruita dal quotidiano Times of Malta che attribuisce la notizia a proprie fonti. In un comunicato stampa, il governo maltese aveva parlato invece di sei Stati coinvolti nell'accordo

Conte: Lifeline approderà a Malta

LIFELINELIFELINE
Dopo giorni di incertezza e una lunga trattativa che ha coinvolto diversi paesi dell'Unione Europea tra cui l'Italia, oggi il premier Giuseppe Conte ha annunciato che la nave Lifeline attraccherà a Malta.  "Ho appena sentito al telefono il presidente Muscat: la nave della Ong Lifeline attraccherà a Malta. Con il presidente maltese abbiamo concordato che l'imbarcazione sara' sottoposta a indagine per accertarne l'effettiva nazionalita' e il rispetto delle regole del diritto internazionale da parte dell'equipaggio".
giuseppe conte emmanuel macron 3GIUSEPPE CONTE EMMANUEL MACRON

Lo dichiara il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.  "Coerentemente con il principio cardine della nostra proposta sull'immigrazione, secondo cui chi sbarca sulle coste italiane, spagnole, greche o maltesi, sbarca in Europa, l'Italia fara' la sua parte e accogliera' - annuncia - una quota dei migranti che sono a bordo della Lifeline, con l'auspicio - sottolinea il presidente del Consiglio - che anche gli altri Paesi europei facciano lo stesso come in parte gia' preannunciato". 

Malta: "Non c'è ancora via libera”
matteo salvini con i migrantiMATTEO SALVINI CON I MIGRANTI


Ma proprio sull'accordo per la redistribuzione dei migranti tra vari paesi ci sono frizioni. E per questo non c'è ancora il via libera di Malta all'approdo della Lifeline sull'isola. Lo riferiscono fonti del governo della Valletta a Malta Today, aggiungendo che il consenso all'attracco della nave dell'Ong è subordinato all'accordo tra 6 Paesi europei per la distribuzione dei migranti a bordo. Al momento, precisa il giornale maltese, manca il sì di altri due Paesi.    

migranti lampedusa 2MIGRANTI LAMPEDUSA


"Lo sforzo diplomatico del primo ministro di Malta e delle istituzioni europee sta portando a un accordo ad hoc per la distribuzione dei migranti che si trovano a bordo della Lifeline, tra un certo numero di Stati membri disposti". E' quanto ribadisce su Twitter l'ambasciatore maltese a Roma Vanessa Frazier.

"Nel caso in cui la nave entri nei porti maltesi - conclude in un altro tweet - verranno effettuate indagini ed intraprese possibili azioni nei confronti della Lifeline che ha ignorato le istruzioni impartite dalle autorità italiane, in conformità alle norme internazionali, determinando questa situazione"
migrantiMIGRANTI

La sorpresa di Lifeline: "Lo abbiamo saputo da Twitter" Sembra sorpreso l'equipaggio della nave, che dice di aver appreso la notizia da Twitter, come anche già avvenuto negli ultimi giorni, quando "nessuno ha mandato un messaggio diretto", scrivono. "Grazie per il sostegno di Malta ma ora abbiamo bisogno che i Paesi europei accolgano i migranti".

Fonte: qui



Lifeline, c'è l'accordo: "Permesso per attraccare a Malta nel pomeriggio"


Lifeline, c'è l'accordo: "Permesso per attraccare a Malta nel pomeriggio"
La nave Lifeline al largo delle coste maltesi (ansa)

L'annuncio del premier della Valletta Muscat. "Un caso unico". Otto i Paesi coinvolti: oltre a Malta sono Francia, Italia, Olanda, Portogallo, Belgio, Irlanda e Lussemburgo. Disponibile anche la Germania "ma solo se la nave verrà dismessa". L'imbarcazione sarà sequestrata. Salvini: "Un successo italiano"
La Lifeline avrà il permesso di attraccare a Malta questo pomeriggio. Lo ha annunciato il premier maltese Joseph Muscat. Anche l'Olanda ha appena confermato che darà assistenza, fa sapere sempre Muscat: sono così otto i Paesi che collaboreranno per assistere i 234 migranti a bordo, fatto che rende l'accordo raggiunto "un caso unico" per una nave "in cui il capitano ha disobbedito agli ordini".

DISPONIBILITA' DA 8 PAESI
I migranti saranno ricollocati, dopo le cure, in otto Paesi dell'Ue che hanno dato la loro disponibilità. Sono, oltre alla stessa Malta, Francia, Italia, Irlanda, Portogallo, Belgio, Olanda e Lussemburgo. Mentre, ha aggiunto Muscat, "altri Stati membri si sono rifiutati di accogliere i migranti". Anche il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer sarebbe favorevole all'accoglienza dei profughi della Lifeline, ma ad una serie di condizioni, prima fra tutte che la nave non venga più usata successivamente. Lo scrive la Dpa, citando la posizione assunta dal ministro in Commissione.
LA NAVE SARA' SEQUESTRATA
Il premier maltese ha ringraziato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, per aver proposto di ridistribuire i naufraghi. La Lifeline invece, ha spiegato, "sarà sequestrata per l'avvio di un'indagine: il capitano dell'imbarcazione ha ignorato le leggi internazionali, non si è trattato di uno scontro tra due Stati membri". "La nave fuorilegge Lifeline arriverà a Malta e lì verrà bloccata per accertamenti. Altro successo del governo italiano: dopo anni di parole, in un mese arrivano i fatti!", il commento del ministro dell'interno Matteo Salvini.

MARE GROSSO, TRE IN OSPEDALE
Stamattina la Lifeline aveva avuto il permesso di entrare in acque maltesi, e cercare così riparo dalle cattive condizioni meteo, come riferito dalla stessa ong via Twitter. Ancora all'alba dalla nave era partito un ultimo disperato appello alle autorità: "Fateci entrare in porto o fateci almeno riparare dal vento e dalle onde. C'è gente a  bordo che ha bisogno di cure intensive. In tre sono già stati portati in ospedale", la richiesta lanciata alle prime ore del mattino dal capitano Carl Peter Reisch. "Molti a bordo stanno soffrendo di mal di mare", scriveva su Twitter la ong. "Chiediamo ora se siamo autorizzati a proteggerci almeno dalle alte onde e dal forte vento al largo della costa maltese".
 
"SEEHOFER È IL SALVINI TEDESCO"
A ritardare finora l'ingresso a Malta della nave, al sesto giorno dal salvataggio dei 234 migranti, sarebbe stato il no della Germania all'accordo faticosamente raggiunto dai Paesi europei disposti a dividersi i migranti soccorsi. Questa l'accusa è del fondatore della ong, Alex Steier, che punta il dito contro il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer. Seehofer "agisce come una versione tedesca del collega italiano Salvini e rende il governo tedesco complice della mancata assistenza a persone in pericolo", le sue parole. "Se la situazione a bordo della nave subirà un'escalation a causa delle condizioni di sfinimento e debolezza delle persone a bordo, e del peggioramento del tempo, ne avrà piena responsabilità".

L'APPELLO DELLE ONG AI LEADER UE
"Chiediamo che tutte le parti permettano lo sbarco immediato delle oltre 230 persone soccorse in mare, tra cui bambini, minori non accompagnati e altri individui vulnerabili", a bordo della Lifeline. A scriverlo questa mattina in un comunicato congiunto numerose ong italiane e maltesi. "Pur comprendendo il bisogno di chiarire le responsabilità legali relative alla situazione, vogliamo sottolineare come la protezione della vita e della dignità umana debbano, in casi come questi, rimanere la priorità".

LA LIBIA: BENE SALVINI SUI PORTI CHIUSI ALLE ONG
Le dichiarazioni di Salvini "sono buone". Così il portavoce della Marina libica, Ayyoub Qasem, che delle parole del ministro dell'Interno apprezza soprattutto "la chiusura dei porti alle ong". Secondo Qasem, "queste dichiarazioni hanno avuto un riscontro positivo, ma noi aspettiamo i risultati", poiché "queste ong sono ancora presenti e ostacolano le attività della Guardia costiera libica".  Per Qasem, "nell'ultimo periodo il numero dei migranti è aumentato per più fattori. È la stagione adatta; le attività della Guardia costiera si sono intensificate; i trafficanti hanno la sensazione che quanto accadrà nel prossimo periodo non sarà positivo e vogliono liberarsi dei migranti".  Qasem si dice convinto che "l'assenza degli apparati di sicurezza abbia fatto sì che i trafficanti installassero le loro basi a Garabulli, a est di Tripoli". Proprio qui stamattina la Guardia costiera libica ha soccorso almeno 200 migranti su un'imbarcazione in panne diretta verso l'Italia. Nell'ultima settimana, quelli intercettati o salvati dalla Marina di Tripoli sono oltre duemila.

TONINELLI: SEEFUCHS E LIFELINE "IRRESPONSABILI, NON SOCCORRITORI"
Un nuovo atto d'accusa verso le ong attive nel Mediterraneo è arrivato oggi dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. "Ci sono due ong che navigano in maniera illegale. Battono bandiera olandese ma l'Olanda non le riconosce e navigano con una nave da diporto che potrebbe portare 50 persone trasportandone più di 200. Sono irresponsabili, non soccorritori", ha detto.

PRESO LO SCAFISTA DEL BARCONE SOCCORSO DAL CARGO DANESE
Dopo lo sbarco di ieri a Pozzallo, la polizia di Ragusa ha arrestato un presunto scafista, Abdallah Adam El Tayeb, 29enne nato in Sudan. Secondo i testimoni, sarebbe stato lui a condurre l'imbarcazione in legno partita dalle coste libiche con a bordo 113 migranti di varie nazionalità, in prevalenza sudanesi. I migranti sono stati soccorsi in mare dalla nave cargo Alexander Maersk, battente bandiera danese, poi approdata a Pozzallo.
Fonte: qui

LA CAMORRA NELLA PROCURA DI ROMA! - ARRESTATI SEI POLIZIOTTI E UNA DIPENDENTE DELLA PROCURA DI ROMA PER CORRUZIONE E RIVELAZIONE DI SEGRETI D’UFFICIO

TRA QUESTI C'E' SIMONA AMADIO, CANDIDATA NEL 2016 CON “NOI CON SALVINI”, CHE DICEVA: “SE IO VOGLIO ARRIVO DAPPERTUTTO E A ME NESSUNO MI DICE DI NO. QUESTA GENTE CHE PENSA…CHE IO DA 23 ANNI STO A PETTINARE LE BAMBOLE DENTRO ALLA PROCURA” 

COINVOLTO ANCHE UN PREGIUDICATO  


“Ma questa gente che pensa…che io veramente da 23 anni sto a pettinare le bambole dentro alla Procura, prima di Milano e poi quella di Roma…se io voglio arrivo dappertutto e a me nessuno mi dice di no”.

SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI
Parola di Simona Amadio, funzionaria della procura di Roma, finita in carcere assieme ad tre otto persone tra cui sei poliziotti, per avere informato un imprenditore Carlo D’Aguano. Gli indagati sono accusati a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e per l’esercizio della funzione, di essere entrati abusivamente nel sistema informatico e di aver rivelato segreti d’ufficio. Le indagini, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, hanno portato all’arresto anche di un pregiudicato.

L’operazione dei militari condotta con gli uomini della Squadra mobile della Questura di Roma, i quali hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip che ha emesso anche una misura interdittiva.
SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI

In carcere anche un dipendente che svolgeva alcune mansioni presso la Procura della Repubblica di Roma e un pregiudicato già noto agli inquirenti. La donna è stata candidata alle ultime elezioni amministrative del 2016 a Roma, nelle fila di Noi per Salvini. Da anni impiegata in procura, Amadio era compagna di Angelo Nalci (addetto all’ufficio scorte della Questura) anch’egli finito in carcere.

Nell’ordinanza del gip Cinzia Parasporo viene citato un dialogo tra i due, in cui lei “ripercorre una conversazione avuta con D’Aguano che aveva necessità di qualcuno che gli potesse fornire informazioni circa l’esistenza di procedimenti penali sul suo conto“. Amadio dice: “Io Carlo me lo voglio tenere, allora tu devi pensare amore, che come tutti ‘gli impiccionì lui ha amici poliziotti… la talpa in Procura… lui (D’Aguano ndr)…la prima cosa che mi ha chiesto è: ‘mi posso fidare?’…a lui gli serve un appoggio in Procura, cioè qualcuno che va ad aprire a va a vedere”. Ma questa gente che pensa – diceva mentre gli investigatori la intercettavano – …che io veramente da 23 anni sto a pettinare le bambole dentro alla Procura, prima di Milano e poi quella di Roma…se io voglio arrivo dappertutto e a me nessuno mi dice di no”.
SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI

“Il collega che mi ha fatto il favore di fare i tabulati – continua la Amadio richiamando un vecchio episodio -, lo sa che io mi faccio tagliare la gola ma i tabulati non escono fuori …a me nessuno mi dice di no…ma non perché sono un Padre eterno…perché in questi anni, forse, tra le tante sventure che mi sono capitate nella vita ho dato qualcosa a chi mi stava di fronte…quindi come si muovono, si muovono male“.

Fonte: qui









LA CAMORRA NELLA PROCURA DI ROMA! 

LA CANCELLIERA SIMONA AMADIO DAVA INFORMAZIONI SUL FASCICOLO DELL'OPERAZIONE “BABYLONIA”, CHE HA PORTATO LA DDA A SEQUESTRARE 280 MILIONI DI EURO AI CLAN 

CARLO D'AGUANO “COMPRAVA” I SEI POLIZIOTTI ARRESTATI CON SOLDI, MACCHINE E QUOTE SOCIETARIE 

UNO DI LORO, FRANCESCO MACALUSO, IL 17 APRILE SCORSO HA SALVATO UN GIOVANE DI 28 ANNI CHE STAVA PER LANCIARSI DA UN PALAZZO, RICEVENDO ANCHE L'ENCOMIO DEL CAPO DELLA POLIZIA...

POLIZIOTTI E TALPA IN PROCURA UNA RETE AIUTAVA LA CAMORRA

SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI
La rete della camorra era arrivata fino al primo piano della procura di Roma, quello del procuratore e degli aggiunti. Da lì la cancelliera Simona Amadio, candidata alle ultime amministrative a Roma con la Lega, girava le informazioni sul fascicolo dell' operazione Babylonia, che lo scorso anno aveva portato la Dda a sequestrare 280 milioni di euro all' organizzazione napoletana.

L'obiettivo per Carlo D'Aguano, precedenti per droga, era rientrare in possesso dei locali che il Tribunale di sorveglianza aveva sottratto ai boss e dei quali da anni era prestanome. Ora però a finire in manette sono sei poliziotti, con accuse che vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, per l'esercizio della funzione, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio.
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Una rete che sosteneva D'Aguano nei suoi affari. In cambio, gli agenti ottenevano quote societarie dei locali, intestate a parenti. E poche migliaia, qualche volta, centinaia di euro al mese. La cancelliera la talpa, come lei stesa si definiva, aveva ottenuto piccoli vantaggi l'acquisto di due auto, una per lei, l'altra per il compagno, ma puntava a cambiare vita.

La promessa era di entrare in affari con D'Aguano, visto che una delle società finite sotto sequestro stava per cedere un ramo d'azienda. Lei aveva già pronto il prestanome. L'ordinanza, eseguita ieri dai carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dall'aggiunto Michele Prestipino, rivela che l' inchiesta è tutt' altro che conclusa: gli omissis riguardano proprio la parte relativa agli amministratori giudiziari.

LA CANCELLIERA
Che la cancelliera Amadio avesse una certa pratica con la rivelazione del segreto d'ufficio è lei stessa a raccontarlo a marzo scorso al telefono al suo compagno, Angelo Nelci, anche lui in carcere: «Ma sta gente che pensa, che io veramente da 23 anni sto a pettinare le bambole dentro alla Procura, prima di Milano e poi quella di Roma. Cioè se io voglio arrivo dappertutto.. e a me nessuno mi dice di no. Il collega che mi ha fatto il favore di fare i tabulati - dice - lo sa che io mi faccio tagliare la gola ma i tabulati non escono fuori, a me nessuno mi dice di no. Ma non perché sono un Padre eterno...perché in questi anni, forse, tra le tante sventure che mi sono capitate nella vita ho dato qualcosa a chi mi stava di fronte, quindi come si muovono, si muovono male».

DIMMI SOCIO
SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI
E se Gianluca Famulari, il poliziotto del commissariato San Basilio che dovrebbe vigilare sulla libertà limitata di D'Aguano, gli risponde al telefono «Dimmi socio», diversi sono i rapporti con Francesco Macaluso, l'eroe, che socio in affari in un locale lo è davvero, ma del quale D'Aguano subisce anche le prepotenze, come racconta la moglie in una conversazione intercettata: «Pure le minacce che c'ha fatto! Di tutto, che gli avrebbe menato, che gli avrebbe mandato la finanza, che avrebbe mandato un controllo dei vigili...Francesco c'ha sempre rubato, cioè si sono fatti i conti, adesso che non c'è lui comunque si sta incassando fatalità, no?». È ancora contro Macaluso e Famulari che la moglie di D' Aguano sbotta, chiamandoli «i 5 per cento».

LA NOTIFICA
E' Federico Rodio, un altro poliziotto finito in carcere, a chiedere consigli il 26 marzo scorso a D'Aguano su come procedere con la notifica degli atti al fratello: «Mi hanno chiamato per tuo fratello dal tribunale di Sorveglianza di Napoli e in teoria mi sa che domani ci dovrebbe avere, un processo però loro non me lo hanno saputo dire, vuoi che glielo notifico o non vuoi che glielo notifico? Che vuole fare? Ci vuole andare a sto processo?».
SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI

IL CLAN DEGLI AGENTI SPIONI "AFFARI, BELLE AUTO E LOCALI"
Maria Elena Vincenzi per “la Repubblica - Roma”

Erano tutti in società con lui, Carlo D'Aguano, pregiudicato vicino alla Camorra, vecchia conoscenza del tribunale di Roma. Era lui che, grazie a una serie di partecipazioni nei suoi bar in giro per la capitale, garantiva ai poliziotti infedeli e alle loro famiglie una vita più agiata.
Belle macchine, palestre, ristoranti. E loro, gli agenti, in cambio gli assicuravano la loro protezione e la loro devozione.

Chi lo aiutava a risolvere, per come potevano, i suoi guai con la giustizia; chi interveniva quando i suoi locali venivano controllati; chi, invece, gli portava in giro, con la volante, il cibo da un bar all' altro. Insomma, una rete di gente in divisa alla quale D' Aguano, finito in carcere, si poteva rivolgere in caso di bisogno.

Per questo i carabinieri del nucleo investigativo, coordinati dai procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino e dal pubblico ministero Nadia Plastina, ieri hanno arrestato Simona Amadio, cancelliera da anni impiegata nella segreteria di un procuratore aggiunto e sei poliziotti oltre all' imprenditore.

SIMONA AMADIO CON MATTEO SALVINISIMONA AMADIO CON MATTEO SALVINI
Il compagno della cancelliera, che era stata anche candidata nella lista Salvini alle scorse comunali, Angelo Nalci, addetto al servizio scorte, due della squadra Volanti (Francesco Macaluso e Arturo Fasolino), due agenti del commissariato Fidene ( Alessandro Scarfò e Federico Rodio) e uno di quello di San Basilio (Gianluca Famulari). Nei loro confronti i pm contestano i reati di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione del segreto d' ufficio.

Uno di loro, Macaluso, il 17 aprile scorso ha salvato un giovane di 28 anni che stava per lanciarsi da un palazzo in zona piazza Bologna ricevendo anche l'encomio del capo della polizia. Peccato che, oltre a quel gesto di coraggio, fosse al soldo di D' Aguano.

Scrive il gip Cinzia Parasporo nell'ordinanza che il poliziotto eroe « metteva a disposizione l'esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri in favore» dell' imprenditore. E poi elenca le utilità: il 5 per cento delle quote e la partecipazione in nero agli incassi, quantificata in 600 euro mensili, della New Arcadia, società di D'Aguano, costituita per la gestione del locale Arcadia in via di Settebagni. Le quote erano intestate alla figlia della sua compagna.
SIMONA AMADIO E MATTEO SALVINISIMONA AMADIO E MATTEO SALVINI
Macaluso sognava in grande.

Voleva qualcosa in più. I carabinieri hanno intercettato una conversazione tra lui e D' Aguano in cui il poliziotto dice: «Però, ti ripeto, se lo devo fare con loro, Carlo, sempre a sto 5 per cento no.... io voglio, vorrei una cosa per me fissa, una cosa che mi garantisce un futuro, una cosa». La risposta dell' imprenditore, che alcuni suoi colleghi chiamo " boss",, è: « Ti fidi di me?» .
Ma le lamentele sono molte, l'agente vuole più che gli «spicci», per questo D'Aguano medita di includerlo in una nuova società, un altro bar da rilevare a piazzale Clodio. D'altronde è lui ad intervenire e avvisare quando la polizia municipale irrompe all'Arcadia per un controllo: l'agente che ci lavora, finge di essere lì a mangiare con la famiglia ma riferisce ogni cosa. Per D'Aguano, nonostante tutto (spesso ne parla male), è una figura di riferimento: basti pensa che è Macaluso a presentargli Simona Amadio, la " talpa" della procura che lo aiuterà con i suoi procedimenti penali.
PROCURA DI ROMAPROCURA DI ROMA

Le richieste degli agenti sono più o meno le stesse: tutti quelli finiti in manette sono in società, vera o promessa, con il pregiudicato. Tanto che la moglie di D' Aguano, a un certo punto, si sfoga con uno di loro, Fasolino dicendo del marito: «Vive di apparenze e si compra le persone. Si sta circondando di genere di m...a. Tutti a c...i loro, capito? Quello perché si vuole far comprare la macchina, quell' altro si è fatto pagare la palestra... cioè si può andare avanti così?».

E, in effetti, le carte raccontano elargizioni di ogni tipo e continue richieste di denaro. Nalci, addirittura, si fa aiutare nell' acquisto di un' Audi A5, mentre Famulari si fa prestare da D' Aguano la Ferrari. Ancora, agli atti risulta anche un bonifico da oltre 17mila euro all' Associazione Sportiva Dilettantistica Reparto Volanti, della quale Fasolino è il legale rappresentante. Il sospetto di chi indaga è che quei soldi siano poi finiti nelle tasche dei poliziotti. Che tra loro si conoscevano tutti. Un club, appunto, al servizio del boss.
NAPOLI - GUERRA DI CAMORRANAPOLI - GUERRA DI CAMORRA

«TI PRESTO LA MIA FERRARI» I REGALI DEL BOSS AGLI AGENTI
Valentina Errante per “il Messaggero”

Carlo D'Aguano, per gli uomini dello Sco che nel 2013 scoperto la san Basilio spa, centro di spaccio e smercio di cocaina, era il napoletano e si occupava della distribuzione al dettaglio nel quartiere. Ma adesso l'indagine della Dda, coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, rivela che il pusher di Roma sud gestiva altri affari: quelli legati ai clan della camorra che a giugno di un anno fa, nella maxi operazione Babylonia, avevano portato all' arresto di 23 persone, e a un sequestro di circa 280 milioni di beni, i locali a Roma continuava a gestirli. Dalla Tiburtina a Settebagni. Dalla Nomentana a Ponte Milvio. Montecarlo Cafè, Greta cafè, New Arcadia, bar La torre.

Se la cancelliera Simona Amadio che forniva informazioni dalla procura e sognava di aprire un centro estetico o un privé, c' era già un piccolo impero che i poliziotti, ora in carcere o contribuivano a gestire, in cambio di finanziamenti, regali in denaro e piccoli favori, ad esempio evitargli la scocciatura della libertà vigilata nel quartiere di San Basilio D' Aguano sapeva come essere riconoscente.

procura romaPROCURA ROMA
Ha fatto bonifici per un totale di 17mila 690 euro tra aprile e dicembre 2016 a favore dell' Associazione Sportiva Dilettantistica Reparto Volanti, gruppo di cui fanno parte tre degli arrestati. Ad un agente, Gianluca Famulari per una sera dello scorso autunno ha prestato la Ferrari. E li riempiva di regali e carinerie: «Io tutte le sere lo mando sempre alla caserma di via Guido Reni, robe, tramezzini, cose buone», dice ad un agente parlando dei prodotti del bar Mizzica, sebbene il locale fosse in amministrazione giudiziaria dallo scorso anno e dunque, in teoria, lontano dal suo controllo.

NAPOLI - GUERRA DI CAMORRANAPOLI - GUERRA DI CAMORRA
Poi c' erano le auto. Sono un' Audi A5 e un' Audi A3 che la Amadio e il suo compagno, il poliziotto Angelo Nelci avrebbero ottenuto grazie al rapporto con D' Aguano. E la donna litigando con il compagno lo insulta: «Ma tu la macchina con che cosa te la sei fatta? Fammi capire». E mentre sosteneva di «aver ampiamente guadagnato la somma di 4.000 euro con cui aveva acquistato la propria auto, a causa, tra l' altro, del rischio corso».

Se avesse subito un controllo fiscale, la cancelliera sapeva come giustificare l' acquisto: «Io all' Agenzia delle Entrate dico, guardi, è una cosa un po' privata, io ho una relazione con il concessionario». E Nelci racconta al telefono: «Ho un amico mio che gli ho fatto delle cortesie, dei piaceri, ma dei piaceri grossi, tramite Procura, che c' ha un concessionario proprio grosso qua a Roma, mi ha detto se passi ti faccio vedere una macchinuccia».

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Del resto la donna che a D'Aguanno diceva: «Carlè, noi ci capiamo al volo», offriva sempre la sua assoluta disponibilità. «Quella cosa lì in ufficio sta andando, si sta risolvendo, tu qualsiasi cosa ti serve, lo sai, io sto a disposizione», diceva. E per mediare gli affari del prestanome dei clan la donna chiamava anche i dirigenti del Tribunale per ottenere informazioni.


IL REGALO PER IL BAMBINO
BACIO DI CAMORRA ALLA FESTA DEI GIGLI A BARRABACIO DI CAMORRA ALLA FESTA DEI GIGLI A BARRA
La cancelliera Amadio, che al telefono rivendicava di poter arrivare «dove voleva», puntava ad un bar sulla Cassia e un centro estetico sulla Nomentana, dove impiegare un paio di amici. D' Aguano, che in un paio di occasioni le ha regalato 1000 euro in nero, contava su di lei per avere notizie del provvedimento di confisca dei beni. E la cancelliera era solerte nell' informarlo su tutto: «Gli ho portato questo regalo per il bambino... è rimasto così perché pensa che dico le cose per dire e invece, quando porto la carta...», racconta quando consegna a D' Aguano l' intero fascicolo per la confisca, all' amica che dovrebbe diventare sua socia e prestanome nel centro estetico Very well: «Carlo è una persona intelligente, ci siamo seduti e abbiamo parlato, ho visto il locale che ci vuole dare dobbiamo vedere tutte le sale, in una potremmo fare un priveè».

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