9 dicembre forconi: 09/13/18

giovedì 13 settembre 2018

The End Of Cheap Debt: The Fall & Rise Of Interest Rates

Perhaps the greatest single trend impacting the next decade

Total debt (public + private) in America is currently at a staggering $67 trillion.
That number has been rising fast over the past 47 years, following the US dollar's transformation into a fully-fiat currency in August of 1971.
Perhaps this wouldn't be such a big concern were America's income, measured by GDP, growing at a similar rate. But it's not.
Growth in debt has far outpaced GDP, as evidenced by this chart:
In 1971, the US debt-to-GDP ratio was 1.48x. That's roughly the same multiple it had averaged over the prior century.
But today? That ratio has spiked to to 3.47x, more than doubling over just 4 decades.
There are many troubling conclusions to draw from this, but here's a simple way to look at it: It's taking more and more debt to eke out a unit of GDP growth.
Put in other words: the US economic engine is seizing up, requiring increasingly more effort to function.
At some point -- quite possibly some point soon -- the economy will no longer be able to grow because all of its output must be used to service the ballooning debt load rather than future investment.
Accelerating this point of reckoning are two major recent trends: rising interest rates and the end of global QE.
Why? Because much of the recent explosion in debt has been fueled by central bank policy:
  • Interest rates have been on a steady decline since the 1980s, making debt increasingly cheaper to issue and to service.
  • Since 2008, central banks have been voracious buyers of debt. Countries/companies have been able to borrow $trillions, enabled (both directly and indirectly) by these "buyers of last resort".
But both of those trends are ending, fast.
Interest rates have been rising off of their all-time rock-bottom lows over the past two years. While still low by historic standards, the rise is certainly material enough already to make the US' $70 trillion in total debt more expensive to service, putting an even greater weight on America's already-burdened economy.
And all indicators point to even higher rates ahead; with the Federal Reserve expected to increase the federal funds rate another 50% by 2020:
These higher rates make the US debt overhang even more expensive to service, while also forcing valuations downwards for major asset classes like bonds, housing and equities (the prices of which are derived in part by interest rates, as explained here).
These higher expected rates also co-incide with the cessation of global quantitative easing (QE). The world's major central banks have announced that they will cease making purchases by 2020:
Without these indiscriminate buyers-of-last-resort, debt issuers will need to offer higher rates to entice the next marginal buyer. How much higher will rates need to rise as a result? It's pretty easy to make the argument for "a lot".
We've been talking quite a bit recently about the implications of hitting America's "Peak Debt" threshold with David Stockman in preparation for our upcoming seminar with him next week. He's extremely concerned. Here's what he has to say on the matter (4m:42s):
He also fears that we have the exact wrong expertise in place inside our financial markets to deal with the coming crisis, as there's an entire generation of Wall Streeters who have never seen rates as high as they are today. More than that, there's virtually no one left in today's financial industry with actual experience operating within a rising interest rate environment (2m:09s):
James Howard Kunstler, another co-presenter at next week's seminar, is similarly worried that the current state of the financial system is so fragile that a "convulsion" (i.e., a painful downdraft that violently reprices assets) is inevitable at this point (5m:46s):
If you're wondering what warning signs to watch for closely, or what steps to take in advance of the market convulsion predicted by Kunstler and Stockman, we'll be diving deeply into those at next week's Peak Prosperity New York City Summit on Sunday, Sep 16, 2018. You'll have the chance to meet these experts personally, spend the day with them, and ask them your most burning questions.
Fonte: qui
To learn more about this event, click here.
Creativa Images/Shutterstock

La sorte che spetta a Salvini


Marcello Veneziani, uomo di destra a tutto tondo, si chiede, dopo l’agrigentino avviso di garanzia, quale sarà la sorte si Matteo Salvini.
Il titolo del suo pezzo è assertivo e profetico: “Ecco come andrà a finire”. Veneziani prevede che Salvini, malgrado sulla questione dell’immigrazione goda di un consenso oceanico, sarà fatto fuori. Da chi? Dall’onnipotente solita élite oligarchica in sodalizio con la sinistra in tutte le sue sfumature.

Veneziani conclude quindi il suo articolo scrivendo:

«Per questo so come andrà a finire. Il consenso a Salvini prima o poi si sgonfierà, quando vedranno che non potrà dare i frutti sperati, che il loro Tribuno sarà isolato, le sue decisioni saranno sistematicamente smantellate dai Palazzi. Allora gli italiani si adatteranno, come sempre hanno fatto, abbozzeranno perché non vogliono mica imbarcarsi in una guerra civile. Si rifugeranno nelle tv e negli smartphone. E quello stanno aspettando gli sciacalli e le iene variamente disseminati nei media, nei tribunali, nei palazzi di potere. D’altra parte, è vero, non si può pensare di governare senza creare una classe dirigente, senza dotarsi di una strategia, ma soltanto a pelle, a orecchio, a botte di tweet, video e like. E così resterà quel divario assoluto tra la gente e il potere, ognuno troverà l’alibi per farsi i fatti suoi. E l’Italia sarà bell’e fottuta».

Al giudizio apologetico di Salvini e della sua crociata anti-immigrati fa da contraltare quello sprezzante, rancoroso sul “popolino italiano”.

E’ plausibile che vada a finire così?

Sì, lo è. E’ possibile che Salvini, lasciato eventualmente solo dai Cinque Stelle e dai boiadi nordisti della Lega, venga lasciato solo e che a qual punto il sistema, dopo avergli permesso di salire alle stelle lo getti nelle stalle. Una delle tante meteore italiane insomma.
Andrà a finire così se Matteo si lascerà inchiodare alla croce dell’immigrazione. Se insomma resta prigioniero del suo ordine del giorno, che è oramai ben accetto dall’élite e su quell’albero vorrà impiccarlo.

Non andrà a finire così se Salvini farà finalmente la mossa del cavallo.
Dovrebbe smettere di picchiare ossessivamente sul tasto dell’immigrazione, prendere atto che facendolo fa il gioco dei suoi nemici.
Dovrebbe cambiare spartito e musica e picchiare sul tasto che l’élite davvero teme, quello della politica economica e sociale. Nove italiani su dieci (anche quelli che hanno votato a sinistra e a destra) sperano che questo governo imprima una svolta seria per quanto attiene a lavoro, pensioni, reddito, sanità, scuola…

Lo farà?

Lo vedremo presto, nei prossimi mesi.
Vedremo se davanti all’euro-oligarchia si farà paladino della sovranità popolare e nazionale (per ciò stesso democratica) o se diventerà uno dei tanti Masaniello d’Italia.


Ps Con tutto il rispetto che si deve a quella figura  tragicomica di Masaniello, capopolo, fatto diventare Viceré, e poi finito ammazzato da scagnozzi dall’aristocrazia.

Da: Sollevazione

Fonte: qui

SALVINI, OSSIA IL TORTO DI AVER RAGIONE. Non sarà perdonato.

In Italia “le cose vanno selvaggiamente”  (Irlmaer)

Salvini si è messo nei guai veramente con la sua dichiarazione su Facebook. Non mi sembra se ne renda conto. Forse non conosce appieno il potere in mano alla casta giudiziaria, che ha così esplicitamente sfidato. Un potere di triturare un uomo fino  alla morte, di fronte al quale non c’è scudo. Non certo nel voto degli elettori.
Forse era troppo giovane ai tempi di Enzo Tortora  e dei tanti “suicidi” in carcere al tempo di Mani Pulite. O   non ricorda decenni in cui  hanno triturato Andreotti con un pentito,  che lo acusava di afer “baciato Riina”.
Salvini si è posto nella  classica  situazione di essersi messo dalla parte del torto pur avendo sostanzialmente, profondamente ragione. Questa è la situazione preferita dalla magistratura quando ti ha scelto come nemico, perché la “legge” vive di forma e non  di sostanza.
Nel suo linguaggio da “giovane”, poco sottile  e poco articolato  nella sfera leguleia, Salvini intendeva dire una cosa che i suoi seguaci hanno capito al volo: voi magistrati  avete dimostrato di non essere   “terzi”; avete ostentato il  vostro essere “di  parte”; insomma vi comportate contro la Lega e contro di me non come un ordine neutrale, ma  come un partito avverso. Ora, io vi dico:  visto che siete un partito, fatevi votare,  come  io sono stato votato. Combattete ad armi pari.
Che i magistrati –   almeno quelli che hanno perseguito Salvini – siano “di parte”,   è perfino  inutile farlo notare, tanto è evidente. Il pm di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha incriminato Salvini per i “sequestrati” della Diciotti,  è stato fotografato mentre partecipa a un incontro presieduto da Matteo Renzi e dal suo ministro della Giustizia, Orlando (e dopo, Renzi profetizzò che Salvini sarebbe caduto “per via giudiziaria”). Niente di male, si sono subito affrettati a  dire  i media. Io sono abbastanza vecchio da ricordare un tempo in cui un magistrato, specie  in provincia, non partecipava a  feste  e  inviti di persone importanti, ancor meno politici, perché non si potesse sospettare che  era “amico” di gente che, magari, avrebbe dovuto inquisire.
Lo so, sembra impossibile, ma c’è stato un tempo in cui i magistrati sapevano che la loro funzione esigeva questo appartarsi ascetico:  per la salvaguardia dell’autorità,  che è cosa molto diversa dal potere, e della dignità dell’Ordine.  Era prima dell’avanzameno automatico nelle carriere .  Non a caso “Ordine” si  chiamava quello giudiziario, un ricordo di una laica investitura  sacerdotale.  I magistrati d’oggi  si sono conquistati la prerogativa di giocare su tutti i tavoli:  lasciare i tribunali per farsi eleggere in un partito, poi tornare  in aula come giudicanti o accusatori, fare comunella con  amici di  partito e anche  con avvocati, diventare addetti di un ministro e poi tornare procuratori. Ebbene: questo è patologico, ed è per questo che noi italiani  dei giudici abbiamo paura, non rispetto.
La  parzialità del  pm Patronaggio è dimostrata da altri fatti,  molto più gravi  a  mio giudizio ddella foto con Renzi.  Abbiamo visto che l’avviso che ha mandato a Salvini contiene una sola accusa, il sequestro di persona.
E’ una salutare diminuzione. Perché, secondo Repubblica, alla Procura di Palermo il Patronaggio aveva mandato  una memoria in cui aveva accumulato una dozzina di capi d’importazione contro Salvini.  Riporto:

Articolo 289 ter del codice penale. “Sequestro a scopo di coazione”.   Per “costringere” l’Unione Europea alla redistribuzione dei migranti contro la convenzione di Dublino.
Articolo 605. “Sequestro di persona”. Articolo 606, “Arresto illegale”.
articolo 328 .Articolo 323. Abuso d’ufficio.

Violazione, inoltre, dell’ “articolo 5 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. “Nessuno può essere privato della sua libertà”,  e quindi  dell’art. 13 della Costituzione (“La libertà personale è inviolabile”), e   dell’articolo 10 comma tre della Costituzione, che prevede il diritto di asilo allo straniero “al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche”.

Non basta ancora. Patronaggio voleva accusare Salvini anche di “violazione del Regolamento di Dublino del 2013, che stabilisce i criteri per le richieste di “protezione internazionale”.  Dell’articolo 10 ter del Testo unico sull’immigrazione: il quale prevede che i migranti vengano “tempestivamente informati” del diritto all’asilo. Dell’articolo 47 della legge 7 aprile 2017 (Legge Zampa), che prevede il rilascio del permesso di soggiorno ai minori non accompagnati.  Dell’articolo 60 della Convenzione di Istanbul e l’articolo 7 del decreto legislativo del 19/11/2007, numero 251: norme che prevedono la massima tutela per le donne che hanno subito violenza. Infine, il delitto di non aver indicato subito il porto di sbarco,  previsto da norme internazionali, come il “Safety of life” del 1974, ma anche dalla procedura di coordinamento fra Viminale e Guardia costiera (la “Sop 009/2015”).

Il codice usato come mitraglia

E’ evidente da questa serqua che il pm,  contro Salvini, ha voluto usare  il codice penale come un randello  in una rissa;  più precisamente come una mitragliatrice o – se vogliamo –  un  fucile a pallettoni:  gli sparo tutta la mitraglia, qualche spezzone lo beccherà.  La pretestuosità  della massima parte  di tali accuse è stata poi  comprovata dal fatto che i poveri profughi clandestinis enza documenti,   se la sono squagliata dal centro d’accoglienza, e la UE ha rimproverato l’Italia per questo dicendo che andavano detenuti in centri chiusi.  Patronaggio  poi, passata   la rabbia, ha contenuto   la mitraglia ad una sola accusa mirata. Bene così,ma è  stato evidente che ha agito  per animosità di fazione.  Impulsivamente, come ha agito Salvini: ma a un magistrato l’impulsività non produce danni, al politico sì.
La parzialità –  nel senso di essere di parte, politicamente aderente a fazione – del procuratore di Genova Francesco Cozzi, che “dà la caccia” ai 46 o 49 milioni della Lega  (che non sono mai esistiti)
non ha nemmeno bisogno di essere intuita, perché è scritta nella sua biografia: è stato direttore dell’ufficio dei rapporti con il Parlamento per un ministro del governo Prodi (1996-98),   l’allora ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick, che dell’indipendenza dell’ordine giudiziario fece strame quando fece ri-arrestare Eric Priebke nel 1996, dopo  che costui era stato assolto dal tribunale militare. Ed oggi Flick,  importante genovese, ha espresso un giudizio radicalmente negativo sul governo “del cambiamento”, con termini, usati da tutto  l’Establishment (da Amato, da Cacciari…) che  bollano questo governo come eversivo, illegittimo, da rovesciare  con ogni mezzo.

Procuratori da ricusare?

E’ un procuratore che i difensori della Lega potevano “ricusare”   – nella causa sui fondi della Lega    con la motivazione che non appare credibilmente “terzo” ? Potevano invocare la”legittima suspicione”, ossia il  “legittimo sospetto che, nel corso di un processo, testimoni e giudici possano essere influenzati da circostanze ambientali”?  Non so abbastanza di legge per saperlo. Da cittadino, posso  attestare che ho avuto un “presentimento”  anche sulla causa che questo procuratore s’è trovato in mano, il collasso del ponte Morandi. Infatti dopo due settimane,  ha iscritto come indagati soprattutto dei dirigenti del Ministero Trasporti; e certo, alcuni singoli individui di Autostrade,  per omicidio”colposo”, reato comparabilmente lieve. Per Autostrade  (che  non ha nemmeno nominato) il pm  ha detto: «L’iscrizione avviene anche nei confronti di una società, c’è un’ipotesi di iscrizione per violazione delle legge 231»
Si tratta di “responsabilità amministrativa”,  una responsabilità secondo me minore  di quella  penale .  Mi pare un reato da Corte dei Conti.  Come ha detto lo stesso Cozzi, essa “ è ricollegata all’unico reato che può essere presupposto dalla 231, tra quelli per i quali c’è l’iscrizione, che è omicidio colposo con violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro».   Altri reati visibili ad occhio nudo, dalla segretezza del contratto di Concessione agli immensi profitti concessi da   governanti molto amici,  e alla riduzione all’osso   delle spese di manutenzione promesse e non adempiute, fino ai funzionari pubblici che vengono assunti con grossi stipendi da Atlantia –   su questi, cade l’amnesia.  I padroni se la cavano con  qualche risarcimento.
Ma torniamo al dunque. A Salvini che sfida questi magistrati dicendo, “io sono stato votato e  voi no”.  Intende dire: voi siete di parte, come sono di parte  io: ma io lo sono legittimamente, perché  mi sono esposto al suffragio popolare, voi no.
Ha ragione nella sostanza, ed è questo che suscita la sete di sangue nella magistratura, che  sente come un delitto da punire.  Lesa maestà!  Ha smascherato la ipocrita finzione  di “terzietà”    della casta, ed  questo che essa non perdona, perché la colpisce nel potere indebito che ha conquistato da Mani Pulite: il  “potere ispettivo”  preventivo sulla società, gli agenti economici, la politica,  i governanti. Che fa della magistratura il vero gruppo di governo:  deep state  improprio e indebito, “legale”  nella forma  e radicalmente anti-democratico, radicalmente ingiusto nella sostanza.
Quindi  Salvini è nei guai grossi. Perché  ha smascherato questa  finzione della magistratura “terza” e neutrale, significa averla contro con la rabbia che le ci fa’ paura, e  non aver più una difesa “legale” su cui contare e fidare.  Ha solo  la “legittimità” che gli viene dal voto.   Che non ha nessun potere reale, nel  senso di concreto.  I giudici possono intercettarlo, accusarlo di qualunque cosa, mandare la polizia ad arrestarlo in via preventiva, e lui non può  farci niente.  Nella pratica, per  mettersi contro un potere del genere,  capace di tali esorbitanze, un politico dovrebbe avere un partito armato  – perché qui si esce dalla “legalità” e   si entra in un’altra sfera  della politica, che non voglio evocare, e che se si vice viene chiamata “lotta di liberazione”). Inutile dire  che non ha un partito armato,  mentre le procure hanno la polizia giudiziaria ai loro  ordini.
Siamo in una  (caotica,all’italiana) situazione di  conflitto  fra poteri che scivola, non ce lo nascondiamo, nelle vie di fatto, ossia nella guerra civile.  A questo  punto, c’è solo una figura che può  attenuare il conflitto e incanalarlo; come capo supremo dei tre ordini, come presidente del Consiglio Superiore della magistratura, può  chiedere ai giudici di riconoscere che  sono venuti meno alla loro “terzietà”,  ed hanno parteggiato, e  dopo esigere da  Salvini qualche riparazione severa.
Guardate che un presidente della Repubblica lo ha fatto.  Quando Craxi, capo del governo, accolse una delegazione  che  gli espose   le violazioni   giudiziarie   che stavano triturando Enzo Tortora, accusato di delitti da cui risultò alla fine completamente estraneo (ma dopo anni di galera e  lo sviluppo del cancro),  “il Consiglio Superiore della Magistratura voleva votare una mozione di censura del presidente del consiglio Craxi. Il presidente della repubblica, Cossiga,  rilevano l’enormità di questa pretesa  del parlamentino della giustizia di sfiduciare il  governo, minacciò di far intervenire i Carabineri per sciogliere  la seduta manu militari, se avessero osato insistere.
Perché il Consiglio “si è posto fuori dalla legge, ha gravemente compromesso i rapporti con altri organi dello Stato”, ha commesso una inaudita usurpazione di poteri e gravemente leso le prerogative del capo dello Stato”. ”
“Si piegarono.  Questo gesto di Cossiga  fu l’unico atto , in tanti anni, delle Istituzioni dello Stato per fronteggiare con la dovuta energia le esorbitanze  dell’ordine giudiziario e di chi pretendeva di rappresentarlo a quel modo” (Maurizio Mellini).http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/11/15/cossiga-csm-sei-fuorilegge.html
Orbene: vi pare che  l’attuale  abitante del Quirinale abbia la capacità di elevarsi “sopra le parti”,  e fare l’estremo garante nel conflitto  fra i poteri? Vi pare che abbia il senso dello Stato e i coglioni quadri del Gran Sardo?Giudicate voi.

Per questo ho citato Irmaer: “in Italia, “le cose vanno selvaggiamente”.
E  vado in vacanza per una  settimana.
Sperando che il Quirinale mi sorprenda.





Esiste una sola emergenza: il fascio grillismo

Al classico appuntamento di fine estate, quella che una volta era la festa dell’Unità, l’ex ministro Delrio ha dato voce al pensiero di tutta la sinistra. In Italia esiste un’ emergenza democratica, anzi l’emergenza democratica. Dopo la marcia su Roma del 4 aprile dei grillofascisti o fascioleghisti, gli esponenti del Pd chiamano alla Resistenza, anzi diremmo noi emiliani alla” resistenza”. 

Reduce dalle vacanze fuori dall’Italia, ho avuto un soprassalto, ho pensato che essendo parte dell’Italia che non  ha votato i grilloleghisti, la chiamata alle armi dei vari Calenda, Delrio e Renzi, riguardasse anche me, ma prima di partire per la Resistenza ho dovuto guardare se avevo qualcosa da mettermi, chessò un rolex come Gad Lerner, un abito di Brioni come gli esponenti della grande industria, una Ferrari come i grandi finanzieri o come Balotelli o un sito istagram ultravisto come molti artisti. Dato che il mio guardaroba era sfornito, mi sono chiesto perché dovevo arruolarmi, visto che giornalisti, magistrati, professori universitari, grand commis dello Stato, molto  engagè a sinistra, erano ancora tutti liberi, anzi impegnati ad occupare giornali e canali tv, mentre in Turchia Erdogan li aveva messi in galera. 

Poi ho pensato che non li avessero arrestati perché da noi mancano le carceri, infatti girano liberi anche stupratori e pedofili, per non parlare di spacciatori e ladri. Però anche i banchieri erano al loro posto e un colpo di Stato serio non lascia il controllo dell’economia nelle mani di gente legata all’opposizione, perfino Finmeccanica è ancora nelle mani di Profumo, uno che votava alle primarie del Pd, anche se per Rosy Bindi. Allora mi sono seduto e mi sono chiesto: non sarà che il Pd, non avendo uno straccio di idea, pardon di bandiera, ha tirato fuori dall’armadio il gonfalone decorato della Resistenza, dopo che in epoca renziana i partigiani dell’Anpi non venivano neppure invitati alle feste dell’Unità? 

Non erano i resistenti veri, quelli senza rolex, che venivano sbertucciati dalla Boschi, perché contrari alla riforma costituzionale renziana, che veniva applaudita dagli industriali, che, è vero, non avevano tutti il rolex, c’erano pure Patek Philippe, Vacheron e altre prestigiose marche,di Seiko non se ne vedevano molti. Non era lo stesso ministro Delrio ad accompagnare un Renzi trionfante a tenere un comizio pro riforma costituzionale, agli operai della Ferrarini, la cui Ad è vicepresidente di Confindustria? 

Oggi che quegli operai li vedrebbero molto volentieri, i nostri resistenti sono spariti. Prima della marcia giallo- verde, l’Italia era sotto il controllo assoluto del Pd: dal Presidente della Repubblica in giù, il Pd controllava tutto, eppure nessuno ha sentito il bisogno di tirare fuori dall’armadio il gonfalone della Resistenza, cosa è cambiato in questi tre mesi da giustificare un tale allarme democratico? 

Nulla. 

I nuovi governanti hanno inasprito la politica di Minniti sui migranti e fatto molto chiasso, dichiarazioni, tweet, insomma, chiacchiere. Cosa preoccupa allora l’establishment? 

Il voto degli italiani, così radicale che potrebbe spingere questi a far saltare il blocco di potere che frena questo Paese e lo porta alla morte, facendo emigrare gli italiani, oltre 5,5 milioni e illudendosi di sostituirli con immigrati,  senza le competenze e le intraprendenze di chi è stato costretto ad andarsene, perché stanco di un sistema relazionale, che “fotte” il merito e favorisce il clientelismo

I ricercatori se ne vanno perché l’Università italiana è pletorica e baronale, non perché c’è l’emergenza democratica. 

Anzi, sono i cantori della democrazia come i dirigenti del Pd, che “ chiagnono e fottono”, mentre gridano al fascismo avanzante, continuando a sistemare i loro amici. I poteri forti hanno paura e spingono il loro partito di riferimento, il Pd, alla lotta. Ora io non so se gli attuali governanti salveranno l’Italia,  personalmente ne dubito, ma sono lì da soli tre mesi. 

Di certo il ritorno al potere di questo Pd non è una soluzione e gli italiani questo lo hanno capito. Non sarà allora che il problema non è il fascismo, ma il voto degli italiani? I resistenti col rolex hanno sempre avuto un po’ di puzzetta sotto il naso.

Fonte: qui

he Amazon Business Model is A Job Killer: The Shift Towards E-Commerce. Artificial Intelligence (AI) and 31 Million Jobs Destroyed

Prominent in the news this past week was the report that Amazon and its CEO, Jeff Bezos, reached record levels of market valuation and wealth. Amazon is now worth more than $1 trillion and Bezos’s personal wealth stands at $165 billion. This of course is largely due to the stock price appreciation of the company, as investors in the US and worldwide pile into purchasing Amazon stock and thereby drive up its stock price, its market valuation and, in turn, Bezos’s share of that in terms of his own net worth.
Why so much investment money is surging into Amazon—and other tech company stocks like Google, Apple, and others—is a story in itself  but left here for another analysis.  Briefly, it has to do with the investor class’s accelerating capital gains from the $1 trillion a year distribution to them from Corporate America’s stock buybacks and dividend payouts. A trillion dollars a year, every year (2011 to 2017) for the past six years in buybacks and dividends by S&P 500 corporations alone. This year, 2018, buybacks and dividend payouts will set a record of more than $1.3 trillion in such distribution to investor-shareholders, pumped up by Trump tax cuts of more than $300 billion in 2018 that are doubling profits of S&P 500 companies.
According to a recent report by Zion Research, for the S&P 500 no less than 49% of their 2018 record profits has been due to the Trump tax cuts—a massive direct subsidy to corporate America without historical precedent in the US. For some sectors, like the telephone companies, 152% of their 2018 profits have been due to the Trump tax cuts.  The massive tax-driven profits are then redistributed to their shareholder-investors via stock buybacks and dividends well exceeding $1 trillion annually. The stockholder-shareholders then plow back the much of the $1 trillion back into the stock market, driving up stock prices further that are already rising due to the record profits and buybacks.  A good part of the ‘plowback’ into stocks has been going into the tech sector. The Apples, Googles, and of course Amazon especially—which leads to the company’s $1 trillion current market valuation and Jeff Bezos’s $165 billion personal net worth.














But to justify this obscene income subsidization of Corporate America by the US government—Trump and Congress—the political ‘spin’ is that it is creating jobs and wages are rising. But while wages are rising for a slice of workers in tech, healthcare, other high end professions, and salaries of managers, they are stagnant and falling for at least 133 million of the 165 million US labor force. (for more detailed analysis see my recent piece, ‘The Myth of Rising Wages’ at my blog, jackrasmus.com).
The other ‘spin’—that jobs are being created— is one that Amazon in particular has been promoting, as has most of the tech sector. But how true is that? What’s Amazon’s track record on jobs? And not just in 2018, but in recent years and, most importantly, in the decade to come?  How many jobs has Amazon created? How many has it destroyed in other companies? What’s been Amazon’s ‘net’ job effect?
Competitors Job Destruction
It’s no secret that Amazon’s business model has destroyed tens of thousands, perhaps hundreds of thousands, of jobs of US workers in industries like bookstores (independent and chains like Borders Inc.). Its business model then expanded beyond book selling to general retail and resulted in destruction of local electronic, toy stores, and other mom & pop retail. In recent years this effect has begun to expand to what are called ‘big box’ retail stores like Sears, JC Penny, and others. Severely weakened by Amazon competition, they have begun closing stores and thus eliminating thousands of jobs. Sears and others will likely not survive the next recession coming soon, and go out of business altogether.  While not totally due to Amazon competition, there’s little doubt that Amazon’s effect has been the ‘straw that broke the camel’s back’, as they say.
Amazon’s business model has not only contributed to job destruction directly by forcing companies to go out of business.  It does so indirectly as well. A good example is WalMart and Macys. They have been rapidly transitioning to Amazon’s model and emulating it by establishing their own online e-commerce sales. As they have begun to do so, they have also been shutting down hundreds of their brick and mortar stores in malls throughout the US. With those closures go tens of thousands of jobs. That’s indirect job destruction.
That process of forcing competitors to shift to e-commerce and close stores is soon to be replicated as well in the grocery store industry.  Regional grocery store chains are rushing to establish on line food sales and delivery. And once they do, good-bye to many of the tens of thousands of jobs in your local grocery stores (checkers, stockers, buyers)—as more reduce the items in them that are easily sold online as well as shut down many of their brick and mortar stores.
But what about jobs at Amazon itself? The spin is that Amazon is creating new jobs, replacing jobs being lost at its retail competitors, both large and small.  One hears of plans by Amazon to set up new warehouse outlets in the US (and abroad as well), in the process creating thousands of new jobs.  Cities across the US currently are intensely competing with each other in bidding for the new Amazon warehouse operations. They’re offering massive subsidies and tax cuts to Amazon to entice it to choose them as the company’s new warehouse locations. So doesn’t that mean new jobs replacing the old retail disappearing due to Amazon? Yes, but only in the very short term. In a soon-to-follow subsequent phase of operations, those jobs will disappear rapidly.
Amazon’s Job Destruction: Warehouse Automation
What Amazon doesn’t like to talk about is that it is currently running internal pilot projects in its existing warehouses that plan to eliminate thousands of jobs by using robots to order, shelve and retrieve stock, and deliver ordered goods. Unlike real workers, the ‘bots’ will work 24/7, never take lunch breaks or get sick and, just as important, never seek to form a union and push for higher wages and benefits. That is the future of jobs within Amazon. The jobs created today will soon go away. Within five to ten years, Amazon will be fully automated.  The jobs will go away, but the tax concessions and subsidies from local governments will remain. Amazon costs will continue to decline dramatically, and with it so too its profitability. That’s why, moreover, the investor class also continues to plow money into Amazon stock purchases, driving the company’s market valuation ever higher—and with it Jeff Bezos’s personal wealth!
But the accelerated shift to new technology within its warehouse operations is not the only way Amazon and Bezos are driving job destruction.  Amazon is not simply a warehouse company. It is not just a retail company.  It is a tech company. And that’s how Amazon will destroy most of the jobs over the next decade.
Drone Technology & Delivery Jobs Destruction
Amazon is a leading edge developer of drone technology. Its plan by the end of the next decade is to deliver most of its packaged products by means of drones. That will force major package delivery companies like UPS, Fedex, and the US Post Office to shift to drone delivery as well. That means fewer truck drivers. There are a million truck drivers in the US today. Most are local delivery workers, not the over the road 18-wheeler drivers. Their jobs are slated to disappear by the hundreds of thousands, as Amazon (and Google and others) perfect the drone delivery technology that will take deep hold in the next decade.
Alexa, Artificial Intelligence (AI) & 31 Million Jobs Destroyed











But automation of his warehouse operations and drone delivery technology negative impact on jobs will pale against what’s coming with Artificial Intelligence (AI) technology, of which Amazon is also a major innovator and driver.  So briefly what’s AI? Rudimentary AI is embodied in Amazon’s ‘Alexa’ intelligent ‘bot (home “butler”, as some call it).  Alexa is the hardware device, but it’s the software intelligence within it that is the AI.  Currently Alexa (and Google and Apple’s similar products) respond to simple voice commands from users. Simple tasks like ‘order this’ (from Amazon of course), ‘turn off the lights’, ‘change the thermostat’ temperature in the house, etc. But Alexa is going to get more intelligent, much more intelligent.  It will ‘learn’ to anticipate user commands of its users before they are even made. It will teach itself.
In a most basic sense, AI is nothing more than software (embedded in a hardware device) that employs techniques of advanced statistical data gathering and processing, based upon which it makes decisions. And the more requests by users, the more data gathered, the more processed, and the more decisions made—the more intelligent it becomes; the software ‘learns’ by means of AI techniques called ‘natural language processing’ and ‘deep learning’.
Over time the decision making becomes more accurate than if made by a human agent. This does not mean more accurate in the case of all decisions—i.e. for complex, creative tasks and decisions. That will still remain the realm of human decision making—albeit only for that minority of highly educated or trained workers capable of making such decisions.  The simple decisions, tasks, etc. made by the vast majority of workers will be increasingly assumed by future Alexa-like software driven devices. And that’s where massive job destruction will occur, and sooner than most anticipate. In fact, the major impact will begin around 2020 and will accelerate throughout that decade.
The devastation of AI on jobs and occupations will be clear by 2030, as no fewer than 50% of all companies will implement some degree of AI by 2030, according to McKinsey.
AI will create jobs at the ‘high end’ that require advanced education skills—i.e. what’s called ‘analytics’ of all kinds. But it will destroy many-fold more jobs and occupations where simpler decision making is involved—especially in retail, hospitality, basic services of all kinds, and will of course also accelerate further current job destruction already underway in manufacturing.
These are the job areas that have been already seriously impacted by what’s called ‘contingent’ job creation—i.e. part time, temp, on call, gig and other work. Contingent jobs number in the tens of millions in the US already, and similar tens of millions in Europe, Japan, Asia. But these already devastated job occupations—with lower wages and few benefits—will be totally eliminated as well by the millions as a consequence of the impact of AI in the next decade.
For example: nearly all customer service rep jobs will be replaced by even more intelligent AI-Alexa devices. This is already happening on a rudimentary level.  First and second tier call center inquiries and service inquiries have already been replaced. But as AI advances, even higher level inquiries, that only trained technicians now handle, will be replaced as well. In-home ‘virtual assistant’ roles now performed by devices like Alexa will proliferate throughout businesses and the economy over the next decade. Occupations like receptionists, ticket sellers, movie kiosk and concessions workers, phone sales reps, in store retail sales assistants, tellers of all kinds, food ordering and food preparation, and so on are prime job occupations destined for displacement.  AI will have a major impact as well on scores of maintenance and repair job occupations. AI will enable hardware devices of all kinds to self-maintain and even self-repair.  The auto industry will be heavily impacted by intelligent, self-maintenance and repair capabilities in new cars and trucks that will eliminate tens of thousands of auto mechanic jobs. Intelligent tires will learn to self-inflation and repair, cars to re-align themselves,  and filters self-clean. Local banking and insurance services, residential real estate, accounting occupations, marketing, and what are called business ‘back office’ functions will all be job-impacted by Alexa-like devices that expand from their current role as ‘home butlers’, become more advanced, up-graded, and penetrate business operations on a wide scale.  AI will also have a profound impact on educational services: K-12 and community college teachers will be de-professionalized and increasingly become in-classroom monitors of tech equipment, software and hardware based, that will deliver the standardized classroom instruction for many of the courses taught.  Online higher education instruction will increasingly become the norm as well. Wages and compensation of teachers and professors will stagnate and decline accordingly.
Amazon has plans to lead the tech industry with its Alexa product. Alexa as a residential ‘bot butler’ is just the beginning.  New, faster learning, self-teaching, more powerful, high end Alexa-like devices will target business enterprises over the coming decade. They will serve as technology Trojan horses that will wipe out entire business functions and, in the process, countless job occupations as well.
How many jobs will be destroyed? And what are the economic consequences?
The McKinsey Consultants Group 2018 Study
A glimpse into the job destruction future was provided early this September by an in-depth study by the well-known McKinsey Consultancy Group. The study estimated that 60% of the current job occupations in the US will be impacted by AI by 2030. And one third, 33%, of that 60% will experience a reduction in jobs and/or hours worked. (see p. 21 of that study).
There are approximately 165 million in the US workforce today. Assuming the long term trend of 1-1.5 million growth annually in that workforce over the next 12 years—the historical average—that means on average a175 million US work force over the next decade. Assuming McKinsey’s 60% impact, and 33% of that 60% experiencing reduced employment, the result is roughly 31 million jobs will be lost, or have hours significantly reduced, due to the effects of AI over the next decade.
According to the McKinsey study, the ‘cost’ to workers will be $7 trillion. AI will reduce corporate costs by 50% where introduced, thereby boosting ‘profits’ to business from introducing job-killing AI by $13 trillion. In other words, AI will dramatically accelerate the already devastating income inequality trends in the USA.  Having declined already from 64% to 56% of total national income, Labor Share will thus decline even more sharply by 2030.
Unless there is a massive government financed program of technical job retraining, a basic restructuring of the US educational system, and some sort of guaranteed annual income for those workers too old or unable to make the rapid changeover to an AI driven economy, there will be a significant negative impact to household consumption and therefore the economy in general.  This will require a major restructuring of the current tax system that reverses the $15 trillion in tax cuts for corporations and investors that has been implemented since 2001.
Given the current political leadership in America at present, however, it is highly unlike the tax changes and funding shift will be implemented.  Republican Congresses and presidents will argue that GDP is growing despite the job destruction, AI created jobs will be over-estimated and jobs destroyed under-estimated, and income inequality will be blamed on workers displaced not re-educating themselves and becoming more productive (and useful to tech driven economic growth).  Policies will continue to provide credit and debt to households as a substitute to actual wage growth. Guaranteed annual income supplements will be called ‘socialism’, while actual subsidization of capital incomes by the government via tax cuts and cheap money—i.e. actual ‘socialism for investors and business—continue by another name. Democrats during worst times will be given a shot at the changes but will deliver too little-too late in token adjustments, thus laying the ground work for a return of Republican-Corporate solutions that claim will resolve the problem while actually making it worse.
In other words, the policy process that has characterized the last three and a half decades will likely continue into the next.  AI in net terms will make the rich much richer, provide job and attractive wage opportunities for perhaps the top 10% of the US work force, leave maybe another third continuing to thread economic water, while thrusting the bottom 50% of workers in America into a still more desperate economic condition than they already experience.
Over the 2020 to 2030 decade, Amazon the tech company will be at the leading edge of AI development and its devastating negative impact on the majority of jobs and wages. Simultaneously, in the shorter run, Amazon the warehouse company will start eliminating its jobs by the thousands as it automates its warehouse operations; and Amazon the retail giant will continue to directly, and indirectly, destroy retail jobs as its competitors—small and large alike—attempt to adjust to Amazon’s job destruction machine.
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Dr. Rasmus is author of the recently published book, “Central Bankers at the End of Their Ropes: Monetary Policy and the Coming Depression”, Clarity Press, August 2017, and the forthcoming companion critique of US fiscal-trade-industrial policy, “The Scourge of Neoliberalism: Economic Policy from Reagan to Trump”, also by Clarity Press. He blogs at jackrasmus.com and his twitter handle is @drjackrasmus. He is a frequent contributor to Global Research.