9 dicembre forconi: 12/05/17

martedì 5 dicembre 2017

Russia-China bond market play could kick-start new dollarless financial system

The Moscow stock exchange will soon issue nearly $1 billion-worth of yuan-denominated bonds. It could become the start of a new financial system not based on the US dollar, analysts say.
Russia will issue the 6 billion yuan (about $900 million) bonds with a five-year maturity in December or January. The Central Bank says it is testing the water for future investments.
“Such steps will make it possible to remove the dollar from mutual settlements and use only yuan and rubles (mostly yuan for the moment) in the mid-term, if more specialists from the Russian financial sector work in this direction,” Gleb Zadoya, Head of Analytics at Analitika Online told RT.
Russian bonds in yuan could be interesting for the Chinese, as China has trillions of dollars of excessive liquidity, as well as hundreds of thousands of new investors who are interested in trying new markets, the analyst said.
For Russia, facing a new round of US sanctions aimed at its bond market, it is a great opportunity to get closer to China, according to Zadoya.
Petr Pushkarev, Chief Analyst at TeleTrade, says investing in Russian yuan bonds is a great opportunity for Chinese investors to diversify their dollar-dominated portfolios.
“The step itself is more symbolic for now, because $1 billion is too little given the relations between Russia and China. Yet this is the beginning of a long journey, and this is a landmark move that shows the international monetary system is moving towards multipolarity, and that Russia is ready to take active steps in this direction with a certain development of events,” he told RT.
According to Pushkarev, It is very natural for China, Russia and other countries to want to create a dollarless system.
“By doing so, they can gradually abandon the obsolete system of dollar settlements, where the US dominates and doesn’t fully accept Russia or other countries as equal and respected partners,” said Pushkarev.
The Russian bonds boast high yields, and even western investors are likely to find ways to bypass any possible American sanctions, says Ivan Kapustiansky, Forex Optimum analyst.
“The five-year Russian euro bonds are trading at 3.2 percent per annum, and the Chinese government securities boast a 3.6-3.9 percent yield. However, Russian bonds in yuan are likely to offer a better yield than the Chinese national debt,” he told RT. 
Fonte: qui

L’Italia che non fa figli

Rapporto dell’Istat sulla natalità: nel 2016 sono stati iscritti all’anagrafe 473.438 bambini, oltre 12mila in meno rispetto al 2015. Matrimoni in crescita

Nell’arco di otto anni, dal 2008 al 2016, le nascite in Italia sono diminuite di oltre 100mila unità. A delineare il trend è l’Istat che nel Rapporto sulla natalità e la fecondità spiega come nel 2016 sono stati iscritti all’anagrafe 473.438 bambini, oltre 12mila in meno rispetto al 2015.

Il calo, spiega l’Istituto di statistica, è attribuibile principalmente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani. I nati da questa tipologia di coppia scendono a 373.075 nel 2016 (oltre 107mila in meno in questo arco temporale). “Ciò – si legge nel Rapporto – avviene fondamentalmente per due fattori: le donne italiane in età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una propensione decrescente ad avere figli”.

La fase di calo della natalità avviatasi con la crisi è caratterizzata da una diminuzione soprattutto dei primi figli, passati da 283.922 del 2008 a 227.412 del 2016 (-20% rispetto a -16% dei figli di ordine successivo).

La diminuzione delle nascite registrata dal 2008 è da attribuire interamente al calo dei nati all’interno del matrimonio: nel 2016 sono solo 331.681 (oltre 132mila in meno in soli 8 anni). “Questa importante diminuzione è in parte dovuta al contemporaneo forte calo dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze (57 mila in meno rispetto al 2008)”, spiega l’Istat.

Nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione della fecondità in atto dal 2010. Il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel 2010). Le donne italiane hanno in media 1,26 figli (1,34 nel 2010), le cittadine straniere residenti 1,97 (2,43 nel 2010).

L’effetto della modificazione della struttura per età della popolazione femminile è responsabile per quasi i tre quarti della differenza di nascite osservata tra il 2008 e il 2016. La restante quota dipende invece dalla diminuzione della propensione ad avere figli.

Dal 2012 diminuiscono, seppur lievemente (-7 mila), anche i nati con almeno un genitore straniero pari a poco più di 100 mila nel 2016 (21,2% del totale). Tra questi, a calare in maniera più accentuata sono i nati da genitori entrambi stranieri, che nel 2016 scendono per la prima volta sotto i 70 mila. Tra i nati da genitori stranieri, al primo posto si confermano i bambini rumeni (15.417 nel 2016), seguiti da marocchini (9.373), albanesi (7.798) e cinesi (4.602). Queste quattro comunità rappresentano il 53,6% del totale dei nati stranieri.

DENUNCIATI I QUATTRO OPERAI CHE HANNO USATO IL BARBECUE TRA I LOCULI DEL CIMITERO DI UN PAESE IN PROVINCIA DI SIRACUSA

DIPENDENTI DI UNA DITTA PRIVATA CHE CURA LA MANUTENZIONE DELLE TOMBE E L’INCISIONE DELLE LAPIDI, SONO INDAGATI CON L’ACCUSA DI VIOLAZIONE DI SEPOLCRO

Fabio Albanese per www.lastampa.it

Per giorni, quella singolare immagine ha girato sui social, con gli utenti a chiedersi se non si fosse trattato di un fotomontaggio: quattro persone che armeggiano attorno a un barbecue fumante tra i loculi di un cimitero. 

BARBECUE NEL CIMITERO IN PROVINCIA DI SIRACUSABARBECUE NEL CIMITERO IN PROVINCIA DI SIRACUSA
Ora si scopre che non si trattava di una foto falsa perchè i carabineri di Priolo Gargallo, comune a nord di Siracusa nel cuore di uno dei poli petrolchimici più grandi d’Europa, hanno denunciato i quattro «campeggiatori» del locale cimitero, con l’ipotesi di reato di violazione di sepolcro.

Sono quattro dipendenti di una ditta privata che cura la manutenzione delle tombe e l’incisione delle lapidi. Il più anziano ha 61 anni, il più giovane 27. Sono tutti originari di Siracusa e incensurati.  Secondo la ricostruzione dei carabinieri, i quattro hanno acceso il barbecue lo scorso 28 novembre, durante la pausa pranzo, grigliando bistecche e salsicce. 

Nel cimitero di Priolo non c’erano dipendenti comunali in quel momento, perchè la direttrice era anche lei in pausa pranzo e il custode era assente per malattia. Nessuno si sarebbe accorto di nulla se non fosse saltata fuori quella foto divenuta rapidamente virale sui social, con commenti tra lo sbalordito, l’ironico e l’indignato. 

L’amministrazione comunale ha avviato una indagine interna e anche i carabinieri si sono messi al lavoro, arrivando in poco tempo a individuare i quattro operai «grigliatori» che, al momento della denuncia, cadevano dalle nuvole: «Non pensavamo di fare nulla di male».  

Fonte: qui

AAA ITALIA VENDESI

IERI SERA SU ‘REPORT’(RAI): LA GERMANIA SI MANGIA LA FRANCIA, ANZI È LA FRANCIA CHE SI È MANGIATA NOI: UNICREDIT, TIM, GENERALI, MEDIOBANCA, BNL, CARIPARMA, MEDIASET, FENDI, BULGARI, BRIONI, GUCCI ECCETERA ECCETERA 

INTERVISTE A CALENDA, PRODI, BONO, SAPELLI (VIDEO)

IN ONDA IERI SERA 21.10, RAI 3

VIDEO - raiplay.it

GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
Adesso il governo fa la Golden Power, ci pensa su, dopo che questi hanno mentito davanti alla Consob. Fior fiore di avvocati italiani sostengono uno che nomina il top management e non ha il controllo di un’azienda? Ma ragazzi, se io se dovessi dire questo ai miei studenti mi pigliano a pomodorate no?

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO
romano prodiROMANO PRODI
Chi controlla Telecom ha la possibilità di controllare dati  e tabulati di 40 milioni di utenze tra fisse e mobili. Poi controlla anche la società   Telsy  che distribuisce telefonini e apparati criptati per le istituzioni nazionali e internazionali. Poi controlla anche Telecom San Marino, il gruppo Tim Brasil che ha oltre 60 mln di utenze. Poi path.net  che è la piattaforma dove viaggiano i dati della digitali della pubblica amministrazione. Poi Persidera che è l’operatore di rete indipendente dotato di cinque multiplex digitali nazionali.

Controlla anche Tivùsat, che è la piattaforma satellitare che veicola il digitale terrestre. Inwit  che è il primo gestore di torri per la telefonia mobile, il secondo in tutta Europa. Controlla soprattutto  Sparkle, che è praticamente la rete di cavi sottomarini che collega l’occidente, l’Italia, dove passa il traffico internet verso la Turchia, l’Iran e Israele.

BOLLORE BERLUSCONIBOLLORE BERLUSCONI
Insomma su quella rete, sulla rete Telecom passano le informazioni piu’ sensibili dei nostri ministeri, forze dell’ordine, degli apparati di sicurezza, degli ospedali, delle imprese, delle ambasciate, delle industrie. 

Ed è per questo che è considerato un asset strategico, e il governo può applicare  il golden power, cioè il potere di controllo, ma fino a dove arriva questo controllo?

Grazie ad un complesso schema di finanziarie controlla un gruppo che,  viene stimato, dovrebbe valere oltre  7 miliardi di dollari. È presente, oltre che in Europa, in Asia e Africa, ha interessi oltre che nelle banche, nelle assicurazioni, nelle telecomunicazioni,  nella produzione cinematografica e in quella dell’ intrattenimento. Anche  nei  trasporti, logistica, ferrovie, porti, componenti per auto elettriche. Ecco ha interessi anche nell’agroalimentare dove,  tra i prodotti che spinge di più sono i vini francesi di eccellenza. 

Ma Bollorè pare avere il vizietto delle scalate nell’ombra. Per aver tentato di scalare, dando informazioni fuorvianti e false al mercato, è stato sanzionato dalla Consob per 3 milioni di euro e interdetto all’occupare cariche per 18 mesi in società quotate. Questo perché aveva tentato di scalare la PREMAFIN dei LIGRESTI  Poi all’inizio di quest’anno, in seguito ad una denuncia di Berlusconi, è stato posto sotto indagine dalla procura di Milano, con l’accusa  di aggiotaggio per aver tentato di acquisire  la Mediaset.
SIGFRIDO RANUCCISIGFRIDO RANUCCI

Ecco, insomma, volendo prenderla un po’ a ridere, sulla rete che controlla Bollorè passano le telefonate della Consob che l’ha sanzionato, anche quelle nostre e della Rai che stiamo facendo un’inchiesta sul suo gruppo. Riuscirà il nostro governo a rimettere le mani sulla rete così strategica? L’ex premier Matteo Renzi aveva creato una società, Open Fiber, con pezzi di stato dentro, Enel e Cassa Depositi  e Prestiti.  Ed ora la partita si gioca sull’ultimo miglio. 

GIOVANNA BOURSIER

Vivendi ha la maggioranza in Cda da maggio 2017, ma è solo a fine luglio, quando l’amministratore delegato Flavio Cattaneo esce con 25 milioni di liquidazione e il Cda vota direzione e coordinamento, che il governo si accorge che dovevano notificargli il controllo. I francesi negano di averlo, ma il 13 settembre la Consob li smentisce: Vivendi ha il controllo di fatto di Tim. Il governo può applicare il Golden Power, cioè il potere speciale che gli consente di blindare le società strategiche per l’interesse nazionale.

JONELLA LIGRESTIJONELLA LIGRESTI
MINISTRO CARLO CALENDA
Io l’ho esercitato, secondo me, diciamo, quando c’erano gli estremi per esercitarlo.

GIOVANNA BOURSIER
Però loro controllano da prima perché quando è che salgono? Com’è che nessuno si accorge che a un certo punto Vivendi sta salendo nella maggioranza Telecom e governa tutto il Cda?

MINISTRO CARLO CALENDA
No, se ne sono accorti tutti del fatto che Vivendi stava salendo. Io come ho detto, come mi è capitato di dire al presidente allora che venne qui, gli ho detto questa è una operazione dove pensate di trattare noi come la Guiana francese.

GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Adesso Depuyfontaine è diventato presidente di Telecom, mentre il nuovo Amministratore Delegato è Amos Genish, entrambi Vivendi. A ottobre Calenda applica il Golden Power per la prima volta in Italia, sulla rete, compresa Sparkle, che è quella sottomarina, per interesse nazionale.

MINISTRO CARLO CALENDA
ligrestiLIGRESTI
Le prescrizioni del Golden Power prevedono una persona nel consiglio di amministrazione. Il fatto che loro non possono muovere asset dall’Italia che riguardano la sicurezza della rete, gli investimenti sulla rete, e tutta un’altra serie di prescrizioni molto dettagliate. Quello è interesse nazionale. Il fatto di disquisire sulla nazionalità degli azionisti non lo è, anche perché, faccio osservare, che non è che Telecom dagli azionisti italiani sia stata gestita così bene, no?

GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Ancora adesso Telecom ha debiti per 25 miliardi netti, su un fatturato di 19 miliardi.

GIOVANNA BOURSIER
A garantire quei debiti è la rete?

MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì, la rete potrebbe valere intorno ai 15 miliardi, ovviamente sarà il mercato a decidere

GIOVANNA BOURSIER
Ma è un peccato se ce la giochiamo, perché sarebbe un’azienda che invece potrebbe…

GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
GIOVANNA BOURSIERGIOVANNA BOURSIER
Senta, senta, noi quando è cominciata la telefonia mobile potevamo essere un’azienda leader, poi abbiamo cominciato a perdere i pezzi.

GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Intanto è diventata a maggioranza francese, e il problema del governo è diventato tenersi la rete. Già nel 2013, l’allora Presidente, Franco Bernabè, voleva scorporarla dalla telefonia, quando a scalare Telecom era la spagnola Telefonica, ma il governo Letta dice no. Adesso trattiamo per riprendercela. Perché ci passano i cavi, le informazioni, i dati.

GIOVANNA BOURSIER
Lei è per lo scorporo della rete?

MINISTRO CARLO CALENDA
Sì, io l’ho detto tante volte.

GIOVANNA BOURSIER
E se si scorpora la rete dobbiamo pagarla?

MINISTRO CARLO CALENDA
Io quello che non voglio fare è una cosa in cui lo stato italiano si mette a negoziare con un privato su una cosa di cui non sappiamo il valore, e finisce, nella storia dell’Italia, per pagarlo molto di più di quello che vale. Non ci credo a questo. Penso che la scelta giusta debba essere una scissione societaria che viene quotata sul mercato, come è stato fatto in Inghilterra, che ci siano due società, una che si occupa della rete e una dei servizi.
GIULIO SAPELLIGIULIO SAPELLI

STEFANO PILERI – AMMINISTRATORE DELEGATO ITALTEL
A questa rete è connesso, e sarà sempre più connesso, tutta la struttura industriale del Paese, la pubblica amministrazione.

GIOVANNA BOURSIER
Che cosa passa sulla rete?

STEFANO PILERI – AMMINISTRATORE DELEGATO ITALTEL
Le telefonate. E c’è un altro servizio importante che viaggia sulle reti di telecomunicazioni e che è diventato la… è diventato quello più utilizzato, è il servizio di accesso e navigazione ad internet. Se non evolve, sarà più difficile fare iniziative industriali.

GIOVANNA BOURSIER FUORI CAMPO
Per questo bisogna fare la fibra, che vuol dire sicurezza, velocità e sviluppo del Paese, che altrimenti resta indietro. Ma Tim, indebitata, la banda larga la promette da anni e manca sempre l’ultimo miglio, cioè il tratto fino a casa, che è ancora in rame. Per fare la banda larga nelle zone svantaggiate, due anni fa Renzi ha fatto Open Fiber, 50% Enel e 50% Cassa Depositi e Presiti. Presidente Franco Bassanini, ex Cassa Depositi e Prestiti. Anziché tenerci la rete e migliorarla, ne abbiamo fatta un’altra.

GIOVANNA BOURSIER
Quindi Renzi dice: Cassa Depositi e Prestiti è Enel, fatelo voi l’ultimo miglio perché Telecom non ha una lira.

MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì.

GIUSEPPE BONOGIUSEPPE BONO
GIOVANNA BOURSIER
Cioè uno dice: ci troviamo con due società della rete che adesso, tra l’altro, litigano?

MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì, questo è vero. Da una parte ci sono degli effetti positivi, in quanto Telecom in questi ultimi anni sta correndo, perché ha già cablato il 70% degli armadi, e sta correndo perché è entrata Open Fiber. Quindi si è creata una concorrenza che prima non c’era. Però, al tempo stesso, c’è il pericolo della duplicazione dei costi, cioè due operatori che costruiscono due reti parallele.

GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
Ma che bisogno c’era di fare..? Avevamo già una rete fissa. non c’era nessun motivo che, per avvantaggiare l’Enel che è un’azienda pubblica?

GIOVANNA BOURSIER
Il governo le risponderebbe che Telecom non l’avrebbe fatta la banda larga?

GIULIO SAPELLI- ECONOMISTA
In ogni caso io non mi metto a fare come azienda pubblica qualcosa che c’è già. Perché devo darla a un’altra impresa, all’Enel? Ma perché? Ma l’Enel poi fa energia elettrica, no? Non lo so. È un mondo fuori squadra e non si spiega se non per potentissime lobbies nascoste, italiane e non italiane, che lavorano e premono su i decisori politici.

GIOVANNA BOURSIER
Verrebbe da dire che forse Renzi era l’unico che si era accorto che il controllo di Telecom lo stavano prendendo i francesi, e quindi gli ha fatto una società italiana per fare concorrenza alla Francia…

MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Esattamente, esattamente, esattamente. Sembra una partita a scacchi tra i due governi.

GIOVANNA BOURSIER
mustierMUSTIER
Però l’ha fatta male, perché alla fine invece il grosso della rete ce l’ha Bollorè, ce l’ha Vivendi, e l’Italia si ritrova con una società che deve fare ‘sto ultimo miglio.

MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
C’è una situazione sicuramente di attrito conflittuale, sicuramente questo c’è. Il governo è stato molto aggressivo nei confronti di Telecom Italia. Però con la fusione delle due reti si possono dare tantissimi vantaggi agli italiani.

GIOVANNA BOURSIER
Bisogna vedere se i francesi adesso accettano di farla.

MAURIZIO MATTEO DECINA - ECONOMISTA DELLE TELECOMUNICAZIONI
Sì, secondo me si farà.

MINISTRO CARLO CALENDA
Dall’altro lato noi stiamo incominciando a ragionare su un’integrazione tra Naval Group, che è il gruppo francese che fa militare, e Fincantieri che fa militare e civile.  Nascerebbe un grandissimo player, il più grande del mondo.

GIOVANNA BOURSIER
Adesso i francesi vogliono ampliare l’accordo al militare: per fare le navi da guerra Fincantieri si allea con Naval Group, che è il triplo di noi, e il problema diventa Leonardo, l’ex Finmeccanica, che fornisce i sistemi di difesa, dai radar alle mitragliatrici, come la francese Thales con Naval Group. Se adesso le commesse in maggioranza vanno a loro, rischiamo di restare a bocca asciutta. L’amministratore delegato, Alessandro Profumo, è preoccupato. Si parla di centinaia di milioni di fatturato e circa 40mila lavoratori. L’amministratore delegato Fincantieri il 21 novembre, viene audito in Senato.

GIOVANNA BOURSIER
Però alla fine controllano i francesi questo accordo, perché l’1% è in prestito.

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
BNP PARIBASBNP PARIBAS
Controlla chi? Scusi eh: controlla chi è capace.

GIOVANNA BOURSIER
No, scusi , l’1% lo danno in prestito sotto verifica?

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Sono tutte fesserie. Noi non facciamo “Coppi e Bartali”, noi facciamo industria. Nell’industria vince chi sa fa le cose meglio, non chi comanda.
GIOVANNA BOURSIER
Però dott. Bono lei cercava di fare un accordo in cui l’Italia emergesse, no? Prendersi i cantieri coreani e riuscire a fare la nostra produzione con dei bacini lunghi un chilometro. È vero o no che i francesi l’han fermata?

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Non è vero per niente, non è vero per niente. Noi in Italia certamente abbiamo i bacini, lo spiegavo anche alla Commissione, abbiamo i cantieri che c’hanno più di 100 anni.

GIOVANNA BOURSIER
Cioè perché volevamo i cantieri coreani?

GIUSEPPE BONO- AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Noi partecipiamo al consolidamento dell’industria europea.

GIOVANNA BOURSIER
Il dubbio è che le condizioni le dettino i francesi.

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Ma no…

GIOVANNA BOURSIER
E allora perché Profumo è preoccupato? Dice tutte le attrezzature.

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Non lo so, non ne voglio parlare.

GIOVANNA BOURSIER
Non vuole parlare di Profumo?
alessandro profumoALESSANDRO PROFUMO

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Io parlo delle cose che facciamo noi e le navi militari le facciamo noi.

GIOVANNA BOURSIER
E Profumo però vuole continuare a fare, perché se no è un altro patrimonio italiano che ci giochiamo?

GIUSEPPE BONO - AMMINISTRATORE DELEGATO FINCANTIERI
Ma perché ce lo dobbiamo giocare? Se andiamo all’estero e il signor Pincopalla dice voglio i sistemi di Thales noi abbiamo stabilito che tanto i sistemi di Thales non ci possiamo fare niente perché se il cliente vuole quello, ci saranno le compensazioni tra di noi a favore di Finmeccanica.

GIOVANNA BOURSIER
E lì c’è Profumo preoccupato?


MINISTRO CARLO CALENDA
E c’ha ragione. Bisogna essere molto preoccupati. Ma noi non dobbiamo rinunciare a ingaggiarci, o a fare un grande progetto internazionale perché abbiamo paura di costruire una cosa e pensiamo di soccombere con i francesi. Dobbiamo porre delle condizioni che non ci facciano soccombere.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO
Ce la stiamo mettendo tutta per non soccombere: non è facile. Intanto Macron ha mostrato i muscoli, ha fatto saltare un accordo già raggiunto e c’ha infilato  una società francese che turba i sogni di profumo. Poi, per accontentarci, ci hanno affittato l’un per cento per controllare, e’ una golden share al contrario. Gli riesce facile a casa loro. 

philippe donnetPHILIPPE DONNET
Pero’ uno si chiede ma perche’ tanti pezzi d’italia in mano ai francesi. Consentiteci un ragionamento. In questi anni gli abbiamo consegnato il controllo di alcune banche :  Bnl  e’ della francese Bnp Paribas, Cariparma di Credit Agricole, hanno messo le mani pure sul credito valtellinese. Unicredit   ha come ad il francese Mustier, multato anche lui dalla Consob francese, per insider trading, Mustier, con Bollorè ha il 16% di un patto di sindacato che possiede a sua volta il 28% di Mediobanca e quindi ne controlla la Governance.

E Mediobanca a sua volta col 13% controlla il nostro piu’ grande gruppo assicurativo,  e il cui top manager  è il francese Donnet. Uomo sempre di Bollore’. Ne discende che 3 francesi, Mustier, Bollorè e Bonnet,  hanno in mano parti strategiche del sistema  finanziario italiano. Possono conoscere la solidita’ e le criticita’ delle nostre aziende, e se c’è qualcuna da scalare .

Chi appoggiano? Gli viene meglio se parla la stessa lingua.  Tornando alla nostra politica industriale, le banche creditrici  hanno avuto un ruolo anche in Sardegna.  Un ospedale costruito dal san Raffaele, sta per marcire, chiedono aiuto gli arabi. Che non vengono per beneficenza. Ma in cambio di pezzi di Costa Smeralda. Un piatto  ghiotto anche per altri  costruttori. Sempre che non si metta di traverso  un pastore sardo, cocciuto, che per non rinunciare alla  casa , e all’emozione di affacciarsi sul suo mare e’ disposto  a rinunciare a 700 milioni di euro.  

Fonte: qui

A Reggio Emilia la mafia non esiste

Processo Aemilia: le foto della prima udienza a Reggio Emilia

Le condanne del processo Aemilia, cento imputati, un manipolo di pentiti, omicidi e altri delitti ricostruiti, insomma una ganster story della ‘ndrangheta a Reggio Emilia degli ultimi decenni,  va in scena da mesi al tribunale di Bologna, come una serie tv, tipo Gomorra. 

Però la città è tranquilla perché, caso unico nella storia criminale del Paese, i mafiosi agivano senza coinvolgere tecnici, politici, imprenditori, pubblici funzionari. 

Insomma, costruivano pezzi di città senza che si sappia chi li ha autorizzati, s’ inserivano nei trasporti, senza che si conoscano i loro clienti, sembra incredibile, ma tanto basta alla città e ai suoi reggenti politici locali e nazionali, per sentirsi assolti. 

Poi accade che venga ucciso un parente di un pentito e una certa ansia percorre la città, vuoi vedere che la ‘ndrangheta esiste davvero e ammazza pure? 

Tranquilli, non era vero niente, dalle ultime notizie pare che lo sfortunato sia stato ucciso da un vicino, arrabbiato perché il nostro gli gettava le briciole nel giardino. 

Lo ammettiamo, a Reggio Emilia, Città delle persone, si è tirato un sospiro di sollievo! 

Certo uccidere uno per delle briciole è un atto d’ intolleranza o, se vogliamo, un eccesso di difesa, ma afferma ancora una volta che a Reggio la mafia non esiste e non uccide né d’estate, né d’inverno. 

Certo nell’ultimo periodo pare, dico pare, perché bisogna essere garantisti,  abbiano preso fuoco nove auto e, pur non essendo particolarmente caldo, siamo portati a credere  si tratti di fenomeni di autocombustione, poi il pizzo e l’usura sono fenomeni criminali minori e supponiamo che perciò resteranno irrisolti. 

Comunque non determinano l’esistenza della ‘ndrangheta, né alcuna collusione con la politica dominante. Resta solo qualche sprovveduto che continua a credere che a Reggio non manchino i reati, ma le indagini, visionari che credono che molte cooperative siano fallite e che molti fornitori, prestatori di denaro e lavoratori ci abbiano perso il posto e pure i soldi, ma è un’ illusione. 

La qualità della vita migliora e la democrazia è così forte, che ogni critica al sindaco è un attacco alla Costituzione. 

Comunque la cosa importante è che la ’ndrangheta non esiste, quindi non capiamo di cosa si stiano pentendo i pentiti, da noi la mafia non agisce, figuriamoci sotto Natale, siamo a Reggio Emilia, non a Reggio Calabria!

Fonte: qui