9 dicembre forconi: 11/13/18

martedì 13 novembre 2018

VIDEO: L'INCHIESTA DI 'REPORT' SU ANTONELLO MONTANTE, CHE HA INVENTATO UN PASSATO, HA COSTRUITO UN PRESENTE DA EROE DELL'ANTIMAFIA, ED È FINITO A PROCESSO PER CONCORSO ESTERNO


QUELL'ARCHIVIO PIENO DI DOSSIER SUI NEMICI (E PURE SUGLI AMICI)

VIDEO: L'ESTRATTO DELL'INCHIESTA DI ''REPORT'' SU MONTANTE, L'APOSTOLO DELL'ANTIMAFIA CHE HA INGANNATO UN PAESE INTERO, CREANDO DECINE DI FASCICOLI SU NEMICI (E PURE SUGLI AMICI)


QUI L'INCHIESTA INTEGRALE




Marta Silvestre per www.meridionenews.it

l inchiesta di report su antonello montante 4L'INCHIESTA DI REPORT SU ANTONELLO MONTANTE 
L'apostolo dell'antimafia. Per dieci anni è stato a capo degli industriali siciliani che si sono ribellati al pizzo ma, dallo scorso maggio, è in carcere con l’accusa di associazione a delinquere per corruzione e per aver creato una rete che spiava politici, giornalisti e magistrati. È Antonio Calogero Montante, per tutti Antonello, il protagonista della puntata di Report che andrà in onda domani, lunedì 12 novembre, su Rai3 in prima serata.

Un'inchiesta in cui Paolo Mondani, con la collaborazione di Norma Ferrara, ripercorre tutta la parabola dell'imprenditore siciliano, costruttore di biciclette nato a Serradifalco: dalla scalata ai vertici di Confindustria in provincia di Caltanissetta, fatta di presunte menzogne per creare il personaggio di paladino della legalità, ai rapporti con il boss mafioso locale Paolino Arnone a partire dagli anni '80 che, insieme al figlio Vincenzo, è stato anche il suo testimone di nozze.

l inchiesta di report su antonello montante 3L'INCHIESTA DI REPORT SU ANTONELLO MONTANTE 
Nella clip di anticipazione dell'inchiesta - che MeridioNews pubblica in anteprima - è l'imprenditore e assessore al Comune di Caltanissetta Pasquale Tornatore a raccontare il metodo usato da Montante per intimorire gli imprenditori che rompono con il suo sistema. Molti di questi nomi sono finiti nell'archivio pieno di fascicoli trovato nella sua casa a Serradifalco. Gli imprenditori nemici avrebbero ricevuto «ispezioni dalla guardia di finanza mentre, invece, venivano insabbiate quelle nei confronti di imprenditori in linea con lui», afferma Tornatore.

Il maggiore Ettore Orfanello, che ha diretto il nucleo tributario della guardia di finanza di Caltanissetta, attualmente si trova ai domiciliari indagato per corruzione e altri reati. «Teste di capretti sgozzati davanti alla sede di Assoindustria, scritte minacciose sui muri della villa di Montante e di Marco Venturi (ex assessore regionale fedelissimo di Montante, ndr) e buste con proiettili», stando alla narrazione fatta da Tornatore, sarebbero state azioni pianificate per «costruire la sua figura di persona per la legalità e contro la mafia che veniva minacciato».

Un connubio di finta antimafia e di lobby affaristica. È l'imprenditore Nino Grippaldi a raccontare che «l'oppio di una finta cultura della legalità serviva per consumare nell'illegalità i propri sporchi affari privati». Lui, che è stato presidente di Confidustria di Enna, ha deciso di lasciare, insieme ad altri 120 imprenditori, quando Montante mette al vertice degli industriali siciliani al suo posto Giuseppe Catanzaro, il re delle discariche in Sicilia, oggi indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti nello stesso procedimento di Montante

È nel 2010 che avviene lo scontro: Montante e Ivan Lo Bello, infatti, vogliono che Catanzaro realizzi la discarica più grande della Sicilia proprio in mezzo ai campi di grano nella valle del Dittaino, la zona dell'Ennese dove le aziende producono il pane dop. Facendo ricorso a una battuta, Grippaldi dice che Confidustria era diventata «Poltronissima».
l inchiesta di report su antonello montante 2L'INCHIESTA DI REPORT SU ANTONELLO MONTANTE

L'inchiesta procede analizzando la rete di Montante, fatta di figure ai vertici dei servizi segreti civili, di esponenti delle forze dell’ordine, per arrivare al senatore Renato Schifani e all’ex governatore della Sicilia Rosario Crocetta. Oltre a mettere in ordine i fatti, il filo conduttore è l'interrogativo sul fatto che Montante possa essere un pezzo di un sistema ancora più ampio. Sarebbe stato lui ad anticipare lo svuotamento della normativa sui certificati antimafia per le aziende e ad avere l'idea, che adesso sta tornando in voga, di consegnare ai privati la gestione dei beni confiscati alla criminalità quando, nel 2015, era nel comitato direttivo dell'Agenzia dei beni confiscati, prima di autosospendersi dopo le indiscrezioni di un’indagine per mafia a suo carico.

MONTANTE CROCETTAMONTANTE CROCETTA
L’inchiesta, insomma, va in cerca di risposte: chi ha creato questo falso eroe e perché? 

A cosa serviva la rete di spionaggio? 

Cosa avevano in comune importanti magistrati antimafia, uomini delle istituzioni, del mondo politico e della società civile con questo finto paladino della legalità? 

Quali accordi sono stati siglati "in nome dell'Antimafia" tra pezzi di Stato e pezzi di Confindustria? 

Chi ha pianificato la falsa rivoluzione degli industriali siciliani? Un supertestimone racconterà la genesi di una storia che parte dalla Sicilia per arrivare fino a Roma.

Fonte: qui
ANTONIO CALOGERO MONTANTEANTONIO CALOGERO MONTANTELO BELLO E MONTANTELO BELLO E MONTANTE

IL TRIBUNALE DEL RIESAME HA ANNULLATO L'ACCUSA DI OMICIDIO VOLONTARIO PER CHIMA ALINNO E BRIAN MINTHE, DUE DELLE PERSONE ARRESTATE PER LA MORTE DI DESIREE MARIOTTINI


IL TRIBUNALE HA DERUBRICATO L'ACCUSA IN ABUSO SESSUALE AGGRAVATO DALLA MINORE ETÀ DELLA VITTIMA E RICONOSCIUTO IL REATO DI SPACCIO PER ENTRAMBI 

I DUE RESTANO IN CARCERE

desireeDESIREE
(ANSA) - Il Tribunale del Riesame ha annullato l'accusa di omicidio volontario per Chima Alinno e Brian Minthe, due delle persone arrestate per la morte di Desiree Mariottini. In base a quanto si apprende il Tribunale della Libertà, accogliendo le istanze delle difesa, ha inoltre derubricato l'accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima e riconosciuto il reato di spaccio per entrambi. I due restano quindi in carcere.
desiree con la madreDESIREE CON LA MADRE



Per domani è prevista l'udienza del Riesame per Mamadou Gara, il terzo arrestato nell'ambito delle indagini per al morte della 17enne avvenuta in un'area occupata nel quartiere San Lorenzo di Roma. Sempre domani è previsto l'interrogatorio di garanzia del quarto arrestato, un pusher italiano che avrebbe ceduto la dose letale per Desiree.

Fonte: qui

UN NOBILE FIORENTINO RISCHIA DI ESSERE PROCESSATO PER FALSO IDEOLOGICO E FALSE DICHIARAZIONI ALLE AUTORITÀ


PER IL FISCO ERA IRREPERIBILE DA 20 ANNI MA CONTINUAVA A VIVERE IN OLTRARNO: TRA MULTE E ARRETRATI DEVE PAGARE CIRCA…


AGENZIA ENTRATEAGENZIA ENTRATE
È rimasto irreperibile per 20 anni dall'anagrafe del Comune di Firenze ma intanto continuava a vivere nell'Oltrarno, in via Maggio, mentre Palazzo Vecchio e l'Agenzia delle Entrate lo cercavano perché pagasse, tra multe stradali e arretrati col fisco, circa 98mila euro.

firenze oltrarnoFIRENZE OLTRARNO





Ora, un nobile fiorentino rischia di essere processato per falso ideologico e false dichiarazioni alle autorità. Il pm Christine von Borries gli ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. Gli accertamenti su di lui sono partiti da un esposto dell'avvocatura del Comune. Gli uffici, cercando di riscuotere il pagamento delle multe, avevano scoperto che il nobile risultava irreperibile dall'anagrafe fiorentina fin dal 1998, anno in cui aveva chiesto la cancellazione della residenza.

agenzia entrate firenzeAGENZIA ENTRATE FIRENZE
I vigili urbani, incaricati di rintracciarlo, hanno cercato altri luoghi di residenza ma non trovavano sue tracce in nessuno dei domicili ricavabili da atti pubblici, alcuni stilati con autocertificazione come per l'acquisto e il leasing di due automobili Mercedes. La sua presenza infatti non risultava né in via della Villa Demidoff a Firenze, né agli indirizzi di Bucine (Arezzo) e San Casciano Val di Pesa (Firenze).
firenzeFIRENZE










Alcuni indirizzi tentati dagli investigatori erano stati forniti da lui stesso in varie circostanze, anche in denunce e querele presentate ai carabinieri per fatti vari, un furto, un incidente stradale, un esposto per una questione di vicinato e altro.

firenze oltrarno 1FIRENZE OLTRARNO 
Le ricerche, attraverso un controllo incrociato delle banche dati hanno infine portato la polizia giudiziaria a bussare all'ultimo piano di un palazzo di via Maggio dove finalmente il nobile è stato rintracciato e la sua vicenda è stata interamente ricostruita.

Fonte: qui

SI AGGRAVA LA CRISI DI CARIGE: AL RAFFORZAMENTO PATRIMONIALE SOLLECITATO DA LUGLIO DALLA BCE, NEGLI ULTIMI GIORNI SI E’ AGGIUNTA CARENZA DI LIQUIDITÀ


SERVONO IN TEMPI BREVI CIRCA 400 MILIONI, E NON RIUSCENDO I SOCI FORTI FARVI FRONTE PER INTERO, BANKITALIA HA LANCIATO NUOVAMENTE UNA CHIAMATA ALLE ARMI ALL' INTERO CETO BANCARIO PER UN SALVATAGGIO DI SISTEMA…

Rosario Dimito per “il Messaggero”
CARIGECARIGE

Stato di allerta massima a Genova ma non per il pericolo nubifragi. La crisi di Carige si sta aggravando. Oltre al rafforzamento patrimoniale sollecitato da luglio dalla Bce, negli ultimi giorni si sarebbe aggiunta una carenza di liquidità. Conseguenza anche dello spread a quota 300.

Servono in tempi brevi circa 400 milioni, e non riuscendo i soci forti farvi fronte per intero, Bankitalia ha lanciato nuovamente una chiamata alle armi all' intero ceto bancario per un salvataggio di sistema fai-da-te attraverso lo Schema Volontario, il braccio del Fondo Interbancario partecipato da tutti gli istituti.

gabriele volpi1GABRIELE VOLPI1
Un modo anche di evitare l'intervento del governo con piani anti-spread non meglio definiti. Oggi alle 12 si riunisce a Roma il Consiglio del Volontario presieduto da Salvatore Maccarone. Ma il via libera alla ciambella da 400 milioni, come cintura di sicurezza rispetto all' apporto degli azionisti, è tutt' altro che scontato. Il Volontario potrebbe partecipare a condizione che i soci forti di Carige Malacalza, Volpi, Mincione, Spinelli facciano la loro parte sottoscrivendo un bond subordinato: ma Malacalza che pure era disponibile, nelle ultime ore, si sarebbe irrigidito per l'attendismo di Gabriele Volpi e a cascata di Raffaele Mincione.

Il board dello Schema Volontario si terrà in parallelo al cda della banca ligure che, oltre ad approvare i conti a settembre, dovrebbe lanciare il prestito subordinato ordinato dalla Bce a luglio scorso all' interno del «capital plan» entro il 30 novembre con possibilità di collocare il prestito entro fine dicembre in modo da osservare i requisiti patrimoniali. Ma la situazione di Carige è delicatissima e ieri ci sarebbe stata una riunione straordinaria del cda che ha smaltito i dossier ordinari per consentire al consiglio di oggi di discutere dei conti e del rafforzamento.
raffaele mincioneRAFFAELE MINCIONE

L'AUMENTO DI CAPITALE
Tra le opzioni oltre al bond, ci sarebbe il lancio di un aumento di capitale. Lo Schema Volontario, come recita lo statuto, può intervenire, secondo le regole del Testo unico bancario, in caso di dissesto e dopo che sono state esplorate soluzioni come la riduzione/conversione di strumenti di capitale di classe 1.

Inoltre le delibere richiedono una maggioranza qualificata del 90% dei depositi protetti dal Fondo e del 50% del numero di banche aderenti. Un percorso ad ostacoli che rende proibitivo il traguardo. Il presidente Pietro Modiano è in stretto contatto con la Bce, e anche ieri c' è stato un confronto.

vittorio malacalzaVITTORIO MALACALZA
L' intera manovra è quindi fortemente in dubbio: Francoforte ha chiesto entro fine novembre gli impegni dei sottoscrittori del bond. Moltissime banche, a partire da Intesa Sanpaolo e Unicredit che, per le dimensioni sono quelle chiamate a un contributo maggiore, nicchiano. Carlo Messina da maggio 2017, ha espresso contrarietà ad altre contribuzioni straordinarie che, aggiunte a quelle ordinarie, sono costate finora 11,9 miliardi.

In questi giorni sul tavolo degli istituti c' è un' operazione di finanziamento di 2,75 miliardi da erogare a favore del Fondo Interbancario, da cui a Natale del 2015 nacque lo Schema Volontario. Servirà di riserva per intervenire a tutela dei depositi fino a 100 mila euro, in caso di liquidazione di un istituto. Non è il caso di Carige che nonostante tutto, è ancora in bonis, sia pure a rischio dissesto.
vittorio malacalzaVITTORIO MALACALZA

Via Nazionale è in pressing sulle banche aderenti allo Schema Volontario. In campo, per scongiurare il default di Carige, c' è il governatore Ignazio Visco assieme alla sua squadra. Il timore è l' effetto contagio. I vertici di Bankitalia contano di sensibilizzare le banche su questo terreno. Ma non sarà semplice perché gli eventuali nuovi oneri andrebbero a pesare sui bilanci 2018 che devono già sopportare le conseguenze dello spread.

12 Novembre 2018

Fonte: qui

IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA BIN SALMAN, UN ANNO PRIMA DELL’OMICIDIO DEL GIORNALISTA JAMAL KHASHOGGI, AVREBBE DISCUSSO CON I SUOI FEDELISSIMI I PIANI PER ASSASSINARE I SUOI AVVERSARI POLITICI



LO SCRIVE IL “NEW YORK TIMES” SECONDO CUI NEL MIRINO DI RIAD C’ERANO FIGURE DI SPICCO DEL REGIME IRANIANO

KHASHOGGI: NYT, RIAD PIANIFICÒ ALTRI OMICIDI POLITICI - 007 VICINO A BIN SALMAN VOLEVA UCCISIONE GENERALE IRANIANO'
(ANSA) - Più di un anno prima dell'uccisione di Jamal Khashoggi nel consolato saudita a Istanbul il 2 ottobre scorso, alti funzionari di Riad, vicini al principe ereditario Mohammed bin Salman, avrebbero discusso piani per assassinare avversari politici.

mohammed bin salman trump visit da cbcMOHAMMED BIN SALMAN TRUMP VISIT DA CBC
Lo scrive il New York Times, secondo cui già in incontri del marzo 2017 a cui partecipò il generale Ahmed al Asiri - alto ufficiale d'intelligence e fedelissimo di bin Salman, cacciato il mese scorso con l'accusa di aver organizzato l'assassinio di Khashoggi - era stata sondata la possibilità di assoldare una compagnia privata con sede a Londra per uccidere figure di spicco iraniane, compreso il generale Qassem Suleimani, comandante delle forze al Quds dei Guardiani della Rivoluzione. Il piano sarebbe stato discusso a margine di colloqui con alcuni intermediari - in particolare l'uomo d'affari libanese-americano George Nader e l'israeliano Joel Zamel - che miravano inizialmente a mettere in campo un progetto di sabotaggio politico ed economico contro Teheran.
i principi carlo e william con il principe della corona saudita mohammed bin salmanI PRINCIPI CARLO E WILLIAM CON IL PRINCIPE DELLA CORONA SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN

KHASHOGGI: HUNT VOLA A RIAD, GB CHIEDE INCHIESTA TRASPARENTE
(ANSA) - La Gran Bretagna rompe il cordone sanitario diplomatico attorno a Mohammed bin Salman, il rampante erede al trono saudita finito nella bufera dopo l'uccisione del giornalista-dissidente Jamal Khashoggi nella sede del consolato di Riad a Istanbul. Lo fa con una visita del suo ministro degli Esteri, Jeremy Hunt, nei Paesi del Golfo tradizionali alleati di Londra, a cominciare proprio dall'Arabia Saudita.

bin salmanBIN SALMAN





Il Foreign Office rende noto che Hunt è partito oggi per Riad per incontri sia con re Salman sia con il principe Mohammed bin Salman. L'impegno è quello di rinnovare verso l'Arabia Saudita le pressioni del Regno Unito - secondo maggior fornitore di armi dopo gli Usa - a dar slancio al processo di pace Onu per mettere fine al "bagno di sangue nello Yemen", dove Riad guida una coalizione intervenuta militarmente al fianco del regime sunnita locale e contro i ribelli sciiti Huthi; oltre che a "collaborare con la Turchia per un'investigazione piena e credibile sulla morte di Khashoggi". Ma intanto l'isolamento è rotto. A seguire Hunt farà tappa negli Emirati Arabi Uniti.

Fonte: qui

SE L’ANNO PROSSIMO TUTTI I LAVORATORI CON QUOTA 100 (62 ANNI E 38 ANNI DI CONTRIBUTI) USCISSERO DAL LAVORO, LA SPESA PREVIDENZIALE AUMENTEREBBE DI 13 MILIARDI DI EURO


MA IL SILURO ARRIVA PER CHI ANTICIPA DI 6 ANNI LA PENSIONE: ASSEGNO PIU’ BASSO DEL 34% RISPETTO A QUELLO CHE AVREBBE AVUTO NEL 2025

Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”

LE LACRIME DI ELSA FORNEROLE LACRIME DI ELSA FORNERO
La crudezza dei dati colpisce nel caso si avverassero un paio di circostanze. Se l'anno prossimo tutti i lavoratori destinatari della riforma delle pensioni, che introduce la quota 100 (62 anni di età e 38 anni di contributi), decidessero di utilizzare questa formula per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, si avrebbe un aumento della spesa pensionistica lorda di 13 miliardi di euro.

L'altra circostanza che potrebbe avverarsi è riassumibile nella scelta di un lavoratore che, grazie a quota 100, decida nel 2019 di anticipare, rispetto ai requisiti previsti dalla riforma Fornero, il suo ritiro di ben 6 anni. In quel caso otterrebbe un assegno pensionistico più basso del 34% rispetto a quello che avrebbe avuto nel 2025 con l' uscita con l' età di vecchiaia (ossia 67 anni).

MATTEO SALVINI LEGGE FORNEROMATTEO SALVINI LEGGE FORNERO
I due dati: 13 miliardi di aumento di spesa per pagare le pensioni e un assegno pensionistico ridotto di oltre il 30% rappresentano in termini di costi gli effetti estremi della riforma previdenziale annunciata dal governo.

A esercitarsi sul calcolo sono stati i tecnici dell' Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), l'organismo che svolge le analisi e le verifiche sulle previsioni del governo in materia di conti pubblici. Tanto che Giuseppe Pisauro, presidente dell'Upb, durante l' audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla manovra economica, riserva un dettagliato passaggio alla revisione del sistema previdenziale del governo giallo-verde. Nell' analisi dei tecnici parlamentari sono contenuti molti dati utili per farsi un' idea di quali effetti avrà l' introduzione di «quota 100».
 
Una tabella in particolare (vedere in pagina) riassume le simulazioni dell' anticipo del pensionamento: l' uscita anzitempo può tradursi in una riduzione dell' assegno che va dal 5% fino, come detto, a oltre il 30%. La stima è che l' anno prossimo i lavoratori con il doppio requisito 62 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva saranno 437 mila. Una larga parte, circa il 90%, di questi potenziali pensionandi detiene, del resto, quei requisiti già con lo scadere del 2018. Così che ogni dieci nuove pensioni liquidate nel 2019 ce ne saranno sette riconducibili alla spinta generata dall' introduzione di quota 100.

Gli uomini farebbero la parte del leone con il 68% del totale di pensionamenti anticipati, poiché rispetto alle donne dispongono di «una maggiore maturità pensionistica». Il documento illustrato da Pisauro indica che circa la metà (52%) dei potenziali pensionandi grazie a quota 100 sarebbe destinataria di un assegno determinato con il criterio retributivo.

tito boeriTITO BOERI
Alle commissioni Bilancio è inoltre segnalato che «la potenziale platea è costituita per il 43% da dipendenti privati e per il 36% da dipendenti pubblici». L' Upb fornisce anche il dato sull' uscita anticipata rispetto all' attuale normativa: in media nel 2019 i beneficiari di quota 100 potrebbero andare in pensione 2 anni e mezzo prima del previsto. L'analisi dei tecnici del Parlamento non fa mistero che l' effettivo numero di coloro che aderirà alla formula 100 scaturisce da «molteplici fattori».

Dipende cioè, per esempio, dalla presenza di altri redditi personali o da altri stipendi percepiti nell' ambito familiare, piuttosto che dalle condizioni di salute e dalla soddisfazione di continuare a lavorare. Difficile stabilire, insomma, quanti effettivamente utilizzeranno la possibilità di uscire in anticipo. Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, finora ha ripetuto che la misura riguarderà il 60-70% dei potenziali destinatari, quindi anche il costo da sostenere sarà inferiore di circa il 30% a quanto stimato.

pensionati cantieriPENSIONATI CANTIERI
Di fronte alle previsioni su quanto potrebbe costare un'uscita anticipata dal mondo del lavoro Durigon non contesta le cifre. La preoccupazione dell' esecutivo è piuttosto specificare che la riduzione dell' assegno non è una sforbiciata, bensì la conseguenza dell' avere versato qualche anno in meno di contributi.

«Chi andrà in pensione con quota 100 non subirà nessun taglio. Non ci sarà nessuna penalizzazione sulla rata pensionistica. La nostra proposta - precisa Durigon - non toglierà nulla a chi andrà in pensione anticipatamente. È chiaro che chi uscirà con quota 100 avrà una rata basata sugli effettivi anni di contributi e non anche sugli anni non lavorati».

Fonte: qui

ARRIVA IL GENERALE HAFTAR: A PALERMO CACCIA A UN ACCORDO PER LA NUOVA LIBIA


L’UOMO FORTE DELLA CIRENAICA CONVINTO DA AL SISI A PARTECIPARE AL VERTICE NON HA VOLUTO SEDERSI A CENA ALLO STESSO TAVOLO CON SERRAJ, PREMIER DEL GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE DI TRIPOLI 

CONTE: “I COMPROMESSI SI FANNO CON GLI AVVERSARI” 

IL SOCCORSO RUSSO ALL’ITALIA

Marco Conti per “il Messaggero”

Convincere Serraj e Haftar a sedersi allo stesso tavolo è stato ieri più o meno complicato quanto mettere insieme Di Maio e Salvini. Al premier Giuseppe Conte i due leader libici hanno reso la serata difficile, quanto i due vicepremier che è costretto ormai ad incontrare separatamente. Alla fine però Conte ricava maggiori soddisfazioni a Palermo più che a Roma perché, dopo un lungo tira e molla, il generale Haftar cede e sale sull' aereo fornito dalla presidenza del Consiglio italiana che da Bengasi lo porta a Palermo.
conte haftarCONTE HAFTAR

LE DELEGAZIONI
A Villa Igiea sono già raccolte le trentotto delegazioni e una decina di capi di stato e di governo pronti per la cena e una serie di incontri bilaterali che Giuseppe Conte, in veste di padrone di casa, organizza. Il primo - in piedi e davanti ai reporter - è proprio tra il presidente del Consiglio italiano e l' uomo forte di Tobruk che per l' intera giornata tiene con il fiato sospeso palazzo Chigi e Ghassan Salamé, l' inviato delle Nazioni Unite in Libia.

conte haftarCONTE HAFTAR
Da giorni l' uomo forte della Cirenaica, che ambisce a restare alla guida dell' esercito libico anche dopo le agognate elezioni, faceva le bizze confermando e smentendo la partecipazione alla Conferenza di Palermo. L' arrivo del presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi - tornato in Italia dopo quattro anni - e la presenza del ministro degli Esteri francese Jean Yves Le Drian e del primo ministro russo Dmitrij Medved, devono alla fine aver convinto Haftar a varcare il Mediterraneo.

Alle otto e trenta di sera, senza divisa e chiuso in un abbottonatissimo cappotto, Haftar si presenta al cancello di Villa Igiea e viene accolto dal premier Conte visibilmente sollevato. Una stretta di mano, una chiacchierata in piedi, e la promessa di rivedersi l' indomani perchè Haftar non ha voluto sedersi a cena allo stesso tavolo con Serraj, premier del governo di unità nazionale di Tripoli, Aguila Saleh, presidente del parlamento di Tobruk e Khaled Al Meshri, presidente del Consiglio di Stato (Senato ndr) di Tripoli.
giuseppe conte incontra fayez al serraj 2GIUSEPPE CONTE INCONTRA FAYEZ AL SERRAJ 2

Una Conferenza sulla Libia senza il generale Haftar sarebbe stata poco concludente, ma per capire a quale prezzo l' Italia abbia ottenuto la presenza dell' uomo che più ha combattuto Serraj, occorre forse andare a quell' incontro che giovedì scorso a Mosca ha avuto Alberto Manenti, capo uscente dei servizi segreti italiani, con lo stesso Haftar.

Il leader di Tobruk stamattina tornerà a Villa Igiea e alle 8,30, prima della plenaria, incontrerà Conte, Haftar, al Sarraj, al Sisi, Medvedev, Le Drian, il presidente del Consiglio europeo Tusk, i leader di Tunisia e Algeria e l' inviato Onu per la Libia Salamè. Conte dopo il bilaterale di ieri sera con Haftar ha sottolineato che «il compromesso è l' arte della leadership e i compromessi si fanno con gli avversari, non con gli amici».

CONTE HAFTARCONTE HAFTAR
UN PROFILO BASSO
Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno mandato a Palermo David Satterfield, un ambasciatore assistente del segretario di Stato Usa Mike Pompeo. Anche se Washington non disdegna l' ingresso di imprese americane sul mercato del greggio libico, la defilata presenza della Casa Bianca dimostra ancora una volta che gli americani si occupano di Libia solo in termini di sicurezza e lotta al terrorismo. La Russia di Putin ha forti interessi geostrategici nell' area e la Libia ne è un caposaldo importante soprattutto in funzione siriana.

La Conferenza di Palermo permette a Putin di attrarre a sé l' Italia che, priva della sponda Europea per la defezione di Macron e Merkel, si è affidata anche ieri a Mosca. E così ottiene l' arrivo di Haftar ma rischia di compromettere il lungo legame dell' Italia con Sarraj, unico leader libico riconosciuto dalla comunità internazionale, che non sembra aver gradito la ribalta ottenuta dal generale e che rischia di indebolirlo ulteriormente.
AL SISIAL SISI

L' Italia di Conte si continua a muovere con estrema cautela in uno scenario dove gli interessi italiani non dovrebbero essere solo legati al blocco degli sbarchi e ai problemi relativi all' immigrazione. La Conferenza di Palermo può rappresentare un passaggio decisivo in vista di quella conferenza in Libia che si dovrebbe tenere a gennaio, così come previsto dal piano messo a punto da Salamé e che l' Italia, con il ministro degli Esteri Enzo Moavero, sostiene.

Per l' Italia è un successo aver portato a Palermo il presidente egiziano Al Sisi come il generale Haftar. Un obiettivo difficile da conseguire alla vigilia. Ma in Italia i successi internazionali non hanno quasi mai contribuito a sollevare i destini di un governo e Conte da domani, in vista della legge di Bilancio che inizia il suo iter in Parlamento, dovrà tornare ad occuparsi di come riportare Di Maio e Salvini al tavolo delle trattative.

Fonte: qui


LUIGINO È DIVENTATO PUBBLICISTA CON LA TESTATA DI POMIGLIANO “IL PAESE FUTURO”?

IL POLVERONE SU TWITTER SCATENATO DA RICCARDO PUGLISI E PIETRO PERONE 
L’ALLORA DIRETTORE NEGA: “NON ERA TRA I NOSTRI COLLABORATORI” 
GLI ARTICOLI CHE SCRIVEVA ALL'EPOCA: FAVOREVOLE AI FINANZIAMENTI PUBBLICI, ESALTAVA L’ACCOGLIENZA DEI RIFUGIATI E CONTRO “L’AMARCORD” DEL POSTO FISSO

Quando Di Maio, giornalista, si vantava di ricevere «finanzimenti pubblici»
Francesco Oggiano per www.vanityfair.it

quando di maio definiva amarcord il posto fissoQUANDO DI MAIO DEFINIVA AMARCORD IL POSTO FISSO
Anche Luigi Di Maio è stato uno «sciacallo». Per pochi anni e soltanto su un paio di giornali. Il vicepremier che oggi attacca i giornalisti italiani ha cominciato la sua attività giornalistica scrivendo per Il Paese futuro, settimanale di Pomigliano d’arco. Tanto gli è bastato per chiedere e ottenere il tesserino da pubblicista dall’Ordine dei giornalisti della Campania.
Lo stesso Ordine che ora ha avviato un’azione disciplinare in seguito alle sue parole contro la stampa italiana, accusata (in modo generico) di aver «infangato» la sua collega di partito Virginia Raggi.
Ma è stato in un’altra testata che il futuro ministro per lo Sviluppo si è formato giornalisticamente. È il 2006. Il 20enne Di Maio studia all’Università Federico II di Napoli. Dopo un primo anno a Ingegneria, si è trasferito alla facoltà di Giurisprudenza. E qui, tra un esame e l’altro, inizia a coltivare la sua passione per l’attivismo.
quando di maio era a favore dei finanziamenti pubblici all'editoriaQUANDO DI MAIO ERA A FAVORE DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI ALL'EDITORIA
Assieme a un collega di facoltà fonda Studentigiurisprudenza.it, un’associazione di studenti apartitica e senza fini di lucro che vuole informare su quello che avviene nell’ateneo e condurre battaglie per il diritto allo studio.
LA FONDAZIONE DEL MAGAZINE NEL 2006
La prima iniziativa del combattivo Di Maio è di comunicazione: crea l’omonima pagina Facebook e un periodico: Studentigiurisprudenza.it magazine, bollettino d’informazione universitaria, si chiama, e vuole diventare «il punto di riferimento principale per l’informazione universitaria».
Il primo numero esce a novembre 2006: quattro pagine, meno di 300 copie, stampate con una fotocopiatrice e grazie alle donazioni degli stessi studenti.

luigi di maio consigliere di facolta'LUIGI DI MAIO CONSIGLIERE DI FACOLTA'
Il giovane Di Maio, direttore dell’associazione, firma com’è naturale l’articolo di apertura, dal titolo: «Nuovo ordinamento 1+4: tutte le risposte». Il futuro leader dei 5 Stelle spiega il nuovo ordinamento, con un attacco ancora non fluidissimo: «Il nuovo ordinamento didattico, ribattezzato “1+4”, entra in vigore per la prima volta da quarto anno accademico e si connota per diversi accorgimenti che tendono ad agevolare l’iter didattico dello studente, cercando di eliminare quei ritmi frenetici di studio oramai una caratteristica del vecchio “3+2″».
GLI ARTICOLI DI DI MAIO
Nel secondo numero, pubblicato il mese successivo, Di Maio annuncia trionfante sul magazine un successo dell’associazione che pubblica il magazine: «Risolto il problema degli appelli a gennaio», è il titolo. Svolgimento: «Dopo una concreta campagna di dialogo intavolata dagli studenti con la Presidenza di Facoltà […] è stato svelato il mistero relativo alla possibilità di sostenere gli esami del secondo semestre nelle sessioni di gennaio febbraio e marzo». Conclusione: «Nonostante la conquista ottenuta, l’associazione continuerà a tenere alta l’attenzione sulla problematica in oggetto».
CONTRO L’«AMARCORD» DEL POSTO FISSO
DI MAIO NO TAVDI MAIO NO TAV
Col passare dei mesi sia il giornale che Di Maio continuano a crescere. Il primo ingrossa le sue fila. Affronta argomenti propriamente universitari, ma si occupa anche di tematiche nazionali: le Unioni civili allora in discussione in Parlamento, l’Aids, il bullismo e persino la macroeconomia.
Il secondo apre a Pomigliano il Meetup degli Amici di Beppe Grillo, diventa Consigliere di Facoltà e Presidente del Consiglio degli Studenti. Annuncia la candidatura con un’editoriale pubblicato in prima pagina, dal titolo «Partecipo ergo sum»: «La Democrazia è un principio non assodato ma che necessita di essere affermato e sorvegliato giorno per giorno.
Qual è la maniera migliore se non attivarsi in prima persona per rappresentare e assicurare gli interessi della collettività studentesca?». La democrazia partecipativa, otto anni prima. In seguito all’elezione, Di Maio lascia la direzione dell’associazione e assume la veste di associato. Ma non smette di scrivere.
E infatti, eccolo discettare di un «vero mercato liberale che manca in Italia». «In Italia non abbiamo mai assimilato il concetto di flessibilità», attacca, dichiarando sorpassato il posto fisso: «Lo stesso ‘“amarcord” di Tremonti (allora ministro dell’Economia, ndr) sul posto fisso, ne è la dimostrazione lampante».
«ALITALIA? VA VENDUTA AI FRANCESI»
Quindi, affronta il capitolo delle nazionalizzazioni: «La recente classe politica ha continuato a “drogare” il nostro mercato con incentivi alle aziende (sedicenti) in crisi e con “la nazionalizzazione” delle aziende fallite».
E fa l’esempio di Alitalia, l’azienda allora «salvata» dalla cordata Cai per volere del Governo Berlusconi: «In una normale economia liberale sarebbe stata acquistata dal miglior offerente (Air France), invece è stata salvata con fondi statali e poi fatta sembrare “l’operazione finanziaria di una cordata di imprenditori”». Così scriveva il Ministro che oggi prospetta una parziale nazionalizzazione di Alitalia con l’ingresso delle Ferrovie dello Stato e del Ministero delle Finanze, e si appella perché il vettore «resti dello Stato italiano».
GLI AIUTI DALL’UNIVERSITA’
Ma il tempo passa per tutti e con esso convinzioni che un tempo si credevano eterne. E così, l’uomo che oggi si scaglia legittimamente contro i finanziamenti pubblici all’editoria, otto anni fa si vantava di ricevere egli stesso finanziamenti in qualche modo pubblici. L’annuncio lo fa lui stesso nel numero di ottobre 2010.
Quattro anni dopo l’inizio dell’avventura di Studentigiurisprudenza.it, Di Maio firma un editoriale in cui elenca i successi ottenuti: «Siamo il primo giornale della Facoltà di Giurisprudenza per numeri e per persone in redazione. Il nostro sito ha superato il milione di accessi.». Quindi, l’annuncio orgoglioso: «L’Ateneo Federico II l’anno scorso ha deciso di finanziare il nostro progetto permettendoci di superare le 15 mila copie stampate».
Il magazine, di fatto un organo di propaganda di un’associazione di studenti, viene aiutato finanziariamente dall’Università. Un aiuto normale, e anzi lodevole da parte dell’ateneo, che ogni anno «mette a disposizione un fondo destinato a finanziare iniziative e attività culturali e sociali proposte da gruppi di studenti e associazioni studentesche» e investe soldi per garantire la pluralità di voci. Ma forse un’aberrazione per il Di Maio di oggi e per i grillini, che vogliono eliminare quasi tutti gli aiuti di Stato all’editoria.
«Libertà di informazione significa che un giornale dipende non dai soldi che gli dà la politica, ma dai soldi che fa vendendo il giornale», dice oggi Di Maio. Che di Studentigiurisprudenza.it non ha mai venduto una copia. Ma ha preso i soldi dell’Università che gli ha «permesso» di superare le 15 mila copie.

«Luigi Di Maio non ha preso il tesserino con Il Paese Futuro»
Gianmichele Laino per www.giornalettismo.com

account twitter di paese futuro seguito da luigi di maioACCOUNT TWITTER DI PAESE FUTURO SEGUITO DA LUIGI DI MAIO
La storia ha origine nelle parole del vicepremier Luigi Di Maio contro i giornalisti (definiti ‘infami’ o ‘infimi’ dopo l’assoluzione di Virginia Raggi) e nella sua stessa appartenenza all’Ordine dei Giornalisti – elenco pubblicisti – datata addirittura 4 ottobre 2007, quando quello che sarebbe diventato il leader politico del Movimento 5 Stelle aveva soltanto 21 anni. Una questione che si intreccia con la storia di un’altra testata, che ormai non esiste più, e che si chiama Il Paese Futuro.
Paese Futuro, la testata di Pomigliano d’Arco: ma c’entra con Di Maio?
Si tratta di un quotidiano stampato e diffuso gratuitamente a Pomigliano d’Arco, che aveva anche un sito internet (ilpaesefuturo.it). Ormai, questa testata non esiste più da almeno 5 anni e il suo portale web non risulta più attivo: l’ultimo tweet risale al 2013, al suo posto – nella sede e al numero di telefono che erano stati indicati come riferimento per i contatti – ora c’è l’Hotel Fortuna. Negli archivi del web – che possono essere consultati da chiunque -, però, si trova qualche traccia.
l'organigramma di paese futuroL'ORGANIGRAMMA DI PAESE FUTURO
Come, ad esempio, la lista delle persone che facevano parte della redazione della testata locale – che si occupava di tutte le vicende di cronaca, politiche, addirittura sportive di quella parte della regione Campania – nello stesso periodo in cui Di Maio prendeva il tesserino da pubblicista.
Oltre, ovviamente, ad alcuni articoli, nessuno dei quali a firma del leader del M5S. Per ottenere il tesserino da pubblicista, lo si ricorda, l’aspirante giornalista deve scrivere una serie di articoli (almeno 70) per un periodo di tempo continuato (due anni) con una o più testate e deve essere retribuito per questo motivo.
«Di Maio non ha mai scritto per Paese Futuro»
Nel 2017, un articolo de Il Giornale riporta il nome della testata presso la quale Di Maio ha lavorato per ottenere il tesserino. E si cita proprio Il Paese Futuro. Questa circostanza è stata ricordata su Twitter anche dagli account di Riccardo Puglisi e di Pietro Perone. Nel 2007, il direttore della pubblicazione era Francesco Di Rienzo, originario di Capracotta, attualmente responsabile dell’ufficio stampa di una delle più importanti società italiane nel settore dei beni culturali. «Avevamo diversi collaboratori in quegli anni – dichiara a Giornalettismo -, ma Luigi Di Maio non era tra questi. Avevamo circa una decina di ragazzi che iniziavano il loro periodo di lavoro al giornale, poi lo interrompevano, poi ne subentravano di nuovi. Ma da alcune verifiche che ho fatto con i miei collaboratori dell’epoca, posso affermare che Di Maio non faceva parte della nostra redazione».
Il sospetto che Di Maio potesse aver scritto per la testata era stato rafforzato dal fatto che, tra i pochissimi followers che conta l’account Twitter de Il Paese Futuro (122), ci fosse anche il vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Ma a quanto pare, la storia sta prendendo tutta un’altra direzione.
Le strade di Di Maio e de Il Paese Futuro si sono, infatti, incrociate raramente. Anna Paola Bove ha ricoperto ruoli di responsabilità nel giornale (che era una free-press) dal 2004 al 2013, dalla sua nascita alla sua fine. «A meno che non abbia una vera e propria amnesia, io non ricordo Di Maio qui – ha affermato ai nostri microfoni -. Non ha preso il tesserino con noi, né ha mai scritto un articolo. Certo, è stato intervistato dai nostri redattori perché lui, insieme a Dario De Falco (nello staff ministeriale di Di Maio, ndr), è sempre stato molto impegnato sul territorio».
Di Maio spieghi come ha ottenuto il tesserino da pubblicista
riccardo puglisiRICCARDO PUGLISI
Di Maio, stando alle fonti consultate, potrebbe aver conseguito il tesserino da giornalista in un’altra testata online, che però, non ci è stata al momento rivelata. D’altronde, altri suoi ex colleghi – che hanno scritto per la testata Il Paese Futuro – ci hanno confermato di non aver mai incrociato Luigi Di Maio all’interno della redazione di Pomigliano D’Arco e lo stesso dicasi per alcuni collaboratori occasionali, come un ex assessore comunale in quota DS al comune del Napoletano.
Resta dunque avvolto nel mistero, almeno per il momento, il percorso che ha portato Di Maio a ottenere il tesserino da pubblicista. Nel 2007 le testate online non erano particolarmente diffuse, a maggior ragione a livello locale: si parlava di blog e non di vere e proprie testate registrate presso un tribunale. Ora sta al vicepremier chiarire il suo percorso, dichiarando il nome della testata che gli ha permesso di acquisire il tesserino, esibendo gli articoli e le ricevute di pagamento degli stessi. Operazione che sembra quantomai opportuna in questo particolare momento storico, dopo le sue dichiarazioni sulla stampa italiana.
GLI ARTICOLI DI LUIGI DI MAIO PER “LA PROVINCIA ONLINE”
Dal profilo Facebook di Domenico Di Sanzo (giornalista de “il Giornale”)

gli articoli di luigi di maio per 'la provincia online'GLI ARTICOLI DI LUIGI DI MAIO PER 'LA PROVINCIA ONLINE'
Qualcuno si sta chiedendo dove fossero gli articoli scritti da Luigi Di Maio per diventare pubblicista. Cercando sul web se ne possono trovare alcuni del periodo in cui il vicepremier collaborava con il periodico della provincia di Napoli "La Provincia Online".
gli articoli di luigi di maio per 'la provincia online' 3GLI ARTICOLI DI LUIGI DI MAIO PER 'LA PROVINCIA ONLINE'
Grosso modo fino a quando è stato eletto alla Camera dei Deputati. Immettendo in questo link http://old.laprovinciaonline.info/ le chiavi di ricerca col nome e il cognome se ne possono trovare alcuni, tra cui uno in cui si esalta il modello di accoglienza dei rifugiati libici a Pomigliano d'Arco. E secondo la sua ex direttrice Gabriella Bellini si trattava di "un giovane bravo, puntuale e preciso, sempre sorridente ed affettuoso"
gli articoli di luigi di maio per 'la provincia online' 1GLI ARTICOLI DI LUIGI DI MAIO PER 'LA PROVINCIA ONLINE' gli articoli di luigi di maio per 'la provincia online' 2GLI ARTICOLI DI LUIGI DI MAIO PER 'LA PROVINCIA ONLINE'