9 dicembre forconi: 10/03/17

martedì 3 ottobre 2017

IN VENETO UN INTERO TRENO OSTAGGIO PER UN’ORA DI CINQUE GIOVANI STRANIERI


"E' TUTTO NOSTRO":  VISIBILMENTE ALTERATI, HANNO INSULTATO E PRESO DI MIRA IL CAPOTRENO ED ALCUNI PASSEGGERI 

HANNO SVUOTATO UN ESTINTORE, SONO VOLATI SPUTI, INSULTI E MINACCE A CHI CERCAVA DI CALMARLI 

POI ALL'ARRIVO DI UNA PATTUGLIA DI CARABINIERI ECCO COSA E’ SUCCESSO...

Un intero treno ostaggio per un’ora di cinque giovani stranieri, visibilmente alterati, che hanno insultato e preso di mira il capotreno ed alcuni passeggeri. È stato svuotato un estintore, sono volati sputi, insulti e minacce ai viaggiatori che cercavano di calmarli. Poi, all’arrivo di una pattuglia dei carabinieri, c’è stato il fuggi-fuggi generale dei protagonisti.

IN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENOIN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENO
C’è chi si è calato dai finestrini del treno fermo alla stazione di Castello di Godego, chi invece è fuggito dalle porte del convoglio. Sembra che un paio dei protagonisti del caos sul treno della linea Venezia-Bassano sia stato preso e identificato dai militari della compagnia di Castelfranco. Un viaggio da incubo, documentato, oltre che dalle testimonianze di alcuni viaggiatori, anche da alcune foto coraggiosamente scattate durante il parapiglia generale.

IN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENOIN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENO
L’incredibile vicenda è avvenuta sabato sera, sulla linea Venezia-Bassano, tra le stazioni di Castelfranco e Castello di Godego. In treno c’erano decine di viaggiatori, in particolare trevigiani e bassanesi. Erano le 21.30 passate quando il treno proveniente da Venezia è arrivato alla stazione di Castelfranco. Lì un nutrito gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini, visibilmente alterati, alcuni con in mano delle bottiglie di alcolici, sono entrati nel treno diretto a Bassano ed hanno subito iniziato a litigare con un giovane. Lo hanno spinto fino in fondo al treno. Del gruppo, cinque erano particolarmente esagitati. Alcuni passeggeri hanno cercato d’intervenire per calmare gli animi, ma l’opera, seppur nobile nelle intenzioni, ha soltanto contribuito ad accenderli ulteriormente.

Un 57enne di Bassano del Grappa, che rientrava con la moglie da una giornata trascorsa alla Biennale di Venezia, testimone di una vicenda “surreale”, come lui stesso la definisce, racconta quello che è successo “perché spero che non si possa più ripetere in futuro un viaggio in treno del genere”.
IN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENOIN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENO

«Stavo tornando a Bassano con mia moglie dopo aver trascorso una giornata alla Biennale di Venezia», racconta. «Il viaggio è filato via liscio fino a Castelfranco, quando è salito un gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini. Erano alterati, probabilmente dall’alcol. Alcuni avevano delle bottiglie di alcolici in mano. Se la sono presa con un giovane.

Non so se fosse salito con loro o addirittura facesse parte del loro gruppo. So soltanto che l’hanno spinto ed insultato per più di mezzo treno. Il nostro era uno di quei convogli aperti, non separati dalle porte e quindi, sporgendosi verso il corridoio si poteva vedere tutto. Naturalmente ci siamo tutti impauriti per quel trambusto e soprattutto per l’aggressività ingiustificata di quei giovani. Nel frattempo il treno è ripartito ma gli animi, invece di quietarsi, si sono surriscaldati».

IN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENOIN VENETO UNA GANG PRENDE IN OSTAGGIO UN TRENO
Arrivato a Castello di Godego il treno s’è fermato. «Penso - continua il viaggiatore - per quasi cinquanta minuti. Il punto è che alcuni viaggiatori hanno cercato di calmare gli animi. Ma invece di quietarli, li hanno riaccesi. Ci sono state urla, spinte nei confronti dei passeggeri, qualcuno ha attivato un estintore. C’erano mamme e bambini nel convoglio. Ciò che non capisco è che più volte abbiamo attivato l’impianto di allarme il pulsante di Sos ma non funzionava. Il capotreno è intervenuto ma cosa poteva fare da solo?»

Una situazione “surreale” così la definisce lo stesso viaggiatore. «Ad un certo punto ho iniziato a fotografare - spiega - e qualcuno di loro mi ha visto e mi ha minacciato “Ti spacco la faccia”, ha detto. Il treno a Castello di Godego è rimasto fermo per quasi un’ora, finché poi sono intervenuti i carabinieri».

Alla vista dei lampeggianti delle pattuglie dei militari dell’Arma di Castelfranco c’è stato il fuggi fuggi generale. Alcuni dei protagonisti si sono calati dai finestrini, altri sono usciti dalle porte del convoglio fermo a Godego. Pare che un paio siano stati anche identificati dai militari.

«Mi chiedo - conclude il viaggiatore - cosa sarebbe successo se in treno ci fosse stata una ragazza sola. Si parla di sicurezza ma poi non si può viaggiare tranquilli nemmeno quando si è in treno. Spero che episodi non possano mai più ripetersi»

Fonte: qui

CHIUSA LA PORTA DELLA LIBIA, GLI IMMIGRATI PASSANO DALLA TUNISIA

SEMPRE PIU’ SBARCHI DI PROFUGHI PARTITI DA SFAX. A VOLTE ARRIVANO CON I CORRIERI DELLA DROGA 

IL FENOMENO PREOCCUPA: ERANO TUNISINI I COMPONENTI DELLE CELLULE TERRORISTICHE SCOPERTE IN EUROPA 

Chiara Giannini per il Giornale

migrantiMIGRANTI
La rotta libica verso l'Italia, grazie all'impegno del ministro dell'Interno, Marco Minniti e agli accordi col governo di Tripoli, oltre che alle attività attualmente in atto da parte della Guardia costiera di quel Paese e alle unità navali dell'operazione «Mare sicuro», non preoccupa quasi più, ma c'è un nuovo tragitto intrapreso dai migranti che ora desta reale attenzione. É la via che parte dalla Tunisia, terra in cui sono tornati a operare i trafficanti di esseri umani, che hanno capito che se da alcune terre non si può più partire, da altre è ancora possibile farlo.

rotta gommone tunisia marsalaROTTA GOMMONE TUNISIA MARSALA
Il nuovo fenomeno migratorio, che poi di fatto non è altro che un ritorno «in auge» di quella rotta percorsa dai tunisini subito dopo la Primavera araba, a cavallo tra il 2010 e il 2011, viene tenuto costantemente sotto controllo. L'altro ieri sera a Lampedusa sono arrivati circa cento immigrati, ma è solo l'ultimo dei dati che le forze dell'ordine, che si occupano di pattugliare il canale di Sicilia, hanno a disposizione.

Ciò che sorprende è che in arrivo non ci sono più libici o persone provenienti da Paesi in cui si muore di fame o i conflitti costringono alla fuga. Chi prende il mare attraverso quella rotta è tunisino, abitante di una terra in cui ancora sono aperti gli alberghi di Djerba e da cui si parte per altri motivi. Non sono neanche migranti economici, insomma. Cosa certa è che ne sono arrivati nelle aree di Porto Empedocle, Sciacca, Licata, nell'Agrigentino, su barconi di legno di 10-12 metri, che spesso vengono anche abbandonati. In alcuni casi gli occupanti delle imbarcazioni sono riusciti a scendere e far perdere le loro tracce, in altri gli uomini della Guardia di Finanza o della Capitaneria di porto li hanno individuati.
gommone tunisia marsalaGOMMONE TUNISIA MARSALA

Più a ovest, verso Trapani o Mazzara, gli immigrati sbarcano, invece, da gommoni che portano dalle 20 alle 40 persone alla volta. In alcuni casi, assieme agli esseri umani, sono stati recuperati anche carichi di sigarette o stupefacenti. E il controllo in mare da parte delle forze di polizia è sempre più assiduo proprio per questo motivo. Un contrabbando continuo, di merce che arriva per essere poi destinata al mercato europeo.

gommone tunisia marsala1GOMMONE TUNISIA MARSALA
Basti pensare alla recente operazione «Scorpion fish», portata avanti dal Gico della Guardia di Finanza di Palermo in sinergia con la compagnia di Marsala. Furono fermate numerose persone in tutto lo Stivale. Un'associazione per delinquere transnazionale che si occupava dei traffici illeciti finalizzati al contrabbando di tabacchi lavorati esteri e del favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Un'attività investigativa molto intensa che portò i suoi frutti, ma che fa capire come, anche grazie ai contatti della malavita tunisina con soggetti italiani, fosse facile condurre azioni di quel tipo. Traffici che, evidentemente, continuano. In quel Paese, infatti, sono numerosi i boss locali che si arricchiscono inviando migranti verso le coste della Sicilia, spesso dietro pagamento di cifre ingenti.
ANIS AMRIANIS AMRI

Il fatto è che il fenomeno migratorio che parte dalla Tunisia preoccupa anche perché molte cellule terroristiche, che poi hanno compiuto attentati, erano composte proprio da tunisini. Basti pensare ad Anis Amri, che fece una strage a Berlino e poi fu ucciso da due agenti italiani nel Milanese. Ecco perché si indaga anche per cercare di capire se tra i migranti in arrivo da quella terra ci siano potenziali jihadisti. Ed è grazie al controllo di internet e delle pagine Facebook, su cui liberamente si parla di partenze e arrivi, che spesso si riesce a risalire a chi sbarca in Italia.

I luoghi di origine dei viaggi? Come sempre Sfax, Zarzis, ma anche la parte più a nord di una terra contraddittoria i cui abitanti, spesso, parlano l'italiano prima di arrivare in Italia. Insomma, la nuova rotta per l'utopica Eldorado, insieme a quella che passa per l'Algeria, almeno secondo gli addetti ai lavori, è quella su cui, nei prossimi mesi, il governo avrà più da lavorare.

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ROMA FAR WEST: A CENTOCELLE UN UOMO RAPINA UN SUPERMERCATO ARMATO DI MANNAIA. MA UN MIGRANTE LO BLOCCA E LO FA ARRESTARE (VIDEO)

A PRIMAVALLE UN UOMO VIENE COLPITO A BOTTIGLIATE DA UNA COPPIA CHE VOLEVA RUBARGLI IL TELEFONINO: ORA RISCHIA DI RESTARE PARALIZZATO 



1 - ROMA, RAPINA CHOC DAVANTI ALLA FERMATA DEL BUS: COLPITO A BOTTIGLIATE, RISCHIA LA PARALISI

ROMA - RAPINA A UN SUPERMERCATO CON UNA MANNAIAROMA - RAPINA A UN SUPERMERCATO CON UNA MANNAIA
Per rubargli il cellulare due persone, un uomo ed una donna, lo hanno colpito con una bottiglia alla nuca e, una volta caduto a terra, hanno infierito su di lui picchiandolo con calci e pugni, tanto da procurargli gravi lesioni. È accaduto la scorsa notte in zona Primavalle mentre la vittima, un cittadino del Bangladesh, attendeva l'autobus.

I due sono poi fuggiti facendo perdere le loro tracce. Immediato l'intervento delle Forze dell'Ordine e del 118, che ha trasportato la vittima al Policlinico Gemelli, dove è tutt'ora ricoverato in gravi condizioni, con il rischio di rimanere paralizzato. Gli uomini della squadra investigativa del commissariato Primavalle hanno condotto le indagini in modo capillare e tempestivo e, grazie alle testimonianze fornite, hanno rintracciato gli autori poche ore dopo, nei pressi di via della Pineta Sacchetti.

ROMA - RAPINA A UN SUPERMERCATO CON UNA MANNAIAROMA - RAPINA A UN SUPERMERCATO CON UNA MANNAIA
Gli aggressori, senza fissa dimora e con problemi di alcolismo, identificati per D.I., 40enne romeno e B.E. 44enne, sua connazionale, entrambi pregiudicati per reati specifici, sono stati tratti in arresto per il reato di rapina aggravata e lesioni gravissime.

2 - ROMA, RAPINA IL SUPERMERCATO CON UNA MANNAIA: MIGRANTE LO BLOCCA E LO FA ARRESTARE

ROMA - RAPINA A UN SUPERMERCATO CON UNA MANNAIAROMA - RAPINA A UN SUPERMERCATO CON UNA MANNAIA
Tutti si sono scansati terrorizzati mentre il rapinatore usciva dal Carrefour Express, in piazza delle Conifere, con 400 euro in una mano e la mannaia nell’altra. Tutti tranne uno. Un ragazzo africano, che chiedeva l’elemosina di fronte al supermercato, gli si è parato davanti, lo ha placcato, disarmato e poi è andato via senza ricevere né gloria né onori per il suo coraggioso intervento. Un minuto dopo sono arrivati i carabinieri della stazione Centocelle della compagnia Casilina e hanno arrestato il ladro. Un italiano di 37 anni pluripregiudicato. In direttissima, dopo 24 ore dal fattaccio, è arrivata la condanna a 4 anni di carcere per rapina.

2 Ottobre 2017

Fonte: qui

“ORA AIUTATEMI A TROVARE UN LAVORO” 
PARLA JOHN OGAH, IL NIGERIANO RICHIEDENTE ASILO CHE SABATO HA BLOCCATO IL RAPINATORE CON LA MANNAIA FUORI DA UN SUPERMERCATO DI ROMA 
“NON SOPPORTAVO CHE PORTASSE VIA I SOLDI DEGLI ALTRI” 
“VOGLIO FAR ARRIVARE QUI LA MIA FAMIGLIA” 
Rinaldo frignani per il Corriere della Sera (ed. Roma)

JOHN OGAH 2JOHN OGAH 
La verità è che non aveva nessuna voglia di scappare. «Me l' ha detto una donna che passava e che aveva assistito a tutta la scena. Non so perché mi ha detto di andare via prima che arrivassero i carabinieri». John Ogah lo racconta con un po' di stupore. «Volevo restare, raccontare quello che avevo visto. Anche perché ero spaventato, è vero, ma non mi andava proprio giù il fatto che quel tipo, che potrebbe anche trovarsi un lavoro e che ha soprattutto i documenti in regola, si era invece preso i soldi di altri».

Ora oltre che un volto ha anche un nome il ragazzo che ha bloccato venerdì mattina un rapinatore in piazza delle Conifere, a Centocelle, facendolo arrestare dai militari dell' Arma. È nigeriano, ha 30 anni. Parla poche parole di italiano, ma l' inglese - come gran parte dei suoi connazionali - lo conosce benissimo. «Adesso il mio desiderio più grande è trovare un modo per mettermi a posto con i documenti di soggiorno. Non sono uno sbandato e nemmeno un clandestino. Ho vissuto per due anni ad Ancona, sono un richiedente asilo e ho anche un avvocato che segue la mia vicenda.

JOHN OGAH BLOCCA IL RAPINATOREJOHN OGAH BLOCCA IL RAPINATORE
A Roma invece - racconta ancora John - sono arrivato sette mesi fa in cerca di un lavoro. Ma anche qui è difficile proprio perché non ho un permesso di soggiorno». Ieri mattina il giovane è tornato davanti al supermercato «Carrefour» ad aiutare i clienti a riempire le buste della spesa alla cassa e caricarle in macchina. Solo che questa volta in tanti lo hanno guardato con occhi diversi: non più il ragazzo al quale lasciare qualche spicciolo ma una specie di eroe, un uomo coraggioso che ha fermato un rapinatore.

JOHN OGAHJOHN OGAH
«Sono contento che la pensino così, io non voglio problemi con nessuno, faccio questo lavoro per mangiare, ma quel tipo voleva colpirmi con l' accetta soltanto perché lo avevo bloccato. Gli ho detto che quei soldi non erano suoi, che non doveva prenderli dal supermarket. Ci siamo strattonati, siamo finiti a terra. Mi ha detto qualcosa? Non mi sembra e se pure l' ha fatto non l' ho nemmeno sentito. Adesso però ho paura al pensiero che possa tornare», aggiunge il ragazzo nigeriano che, visto il suo gesto, potrebbe avere i requisiti per ottenere un permesso di soggiorno per motivi di giustizia o comunque uno per lavoro se qualcuno dovesse dargli un' opportunità.

«Sono pronto a fare qualsiasi cosa. Vorrei vivere in modo dignitoso, adesso dormo in un palazzo a Tor Cervara con altri stranieri. Sono tutti amici è vero, ma non posso restare così per sempre. Vorrei una casa mia e far arrivare qui anche la mia famiglia», dice ancora John. La sua è una storia drammatica cominciata tanto tempo fa. «In Nigeria ho lasciato mia moglie e mio figlio, non me la sentivo di portarli qui con me - racconta -, dal mio paese sono dovuto scappare perché i terroristi mi stavano cercando, e anche dalla Libia, dove ho trascorso un periodo, non mi sentivo al sicuro.

JOHN OGAH BLOCCA IL RAPINATORE 2JOHN OGAH BLOCCA IL RAPINATORE
Così sono arrivato in Italia e mi hanno smistato con tanti altri nelle Marche, prima a Macerata, poi ad Ancona, dove ho cominciato le pratiche per chiedere asilo, ma è una procedura lunga e intanto vorrei lavorare, ma senza documenti a posto non mi prende nessuno». Stamattina John dovrebbe tornare come sempre al lavoro davanti al «Carrefour». Con la speranza che finalmente per lui arrivi un aiuto che possa cambiargli la vita.

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I CACCIATORI DI BALENE ALLE ISOLE FAROE

TRA LE ISOLE DEL NORD ATLANTICO, GLI ANIMALI VENGONO ATTRATTI NELL’ACQUA BASSA DOVE NON POSSONO PIÙ FUGGIRE ALLE LAME DEI CACCIATORI, MENTRE UNA FOLLA SI RIUNISCE PER ASSISTERE ALLA MATTANZA - VIDEO
VIDEO - I CACCIATORI DI BALENE ALLE ISOLE FAROE

caccia alle baleneCACCIA ALLE BALENE

Nel 2016 può ancora succedere una cosa del genere? Tra le isole della Nord Atlantico questa settimana si è svolta per l’ennesimo anno di seguito la ‘grindadrap’, un metodo crudele di caccia alle balene che consiste nell’attirarle nelle baie e tagliagli il midollo con dei coltellacci.

Rigirandosi in un mare scarlatto, le decine di balene non possono più sfuggire alla pioggia di lame. Spinte nell'acqua bassa, sono costrette a fare un bagno nel sangue dei loro compagni. Una volta che le hanno uccise, poi, con dei ganci e delle funi trasportano i loro corpi a terra, dove una folla di persone, tra cui molti bambini, si sono riuniti a guardare lo spettacolo.

E l’aspetto più tragico di questa pratica disumana è che le balene restano vittime di queste brutalità a causa del loro innato senso di lealtà. Tale è la loro devozione alla famiglia che se uno di loro viene colpito, l’intera cerchia di balene resterà al suo fianco, ponendo se stessi in pericolo. Se muore una, muoiono tutte. Ma muoiono insieme.

caccia alle balene 5CACCIA ALLE BALENE 
Queste, le immagini dell’ultimo grindadrap nelle Faroe Islands durante le quali sono state uccise almeno 120 balene. A quanto pare, questi tipi di pesca sono del tutto legali, ma gli attivisti stanno cercando di portare in tribunale la caccia alle balene in Danimarca.

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VIDEO: "LE IENE" PIZZICANO IL DEPUTATO CHE FA PROPOSTE INDECENTI ALLA STAGISTA (IN NERO)

FILIPPO ROMA INCHIODA L’ON. CARUSO DI SCELTA CIVICA (GRAZIE, A MARIO MONTI!)

LA SUA STAGISTA LAVORA GRATIS? CERTO, DEVE SOSTITUIRE IL FIGLIO DEL SOTTOSEGRETARIO DOMENICO ROSSI, ASSUNTO E PAGATO PER NON VENIRE IN UFFICIO. LEI ORA DENUNCIA TUTTO


Le Iene e le proposte indecenti dell'onorevole



VIDEO - ESTRATTO DAL SERVIZIO DI FILIPPO ROMA SULLA PARENTOPOLI ALLA CAMERA



1. IENE: ON. CARUSO ASSUME IL FIGLIO DEL SOTTOSEGRETARIO E UN'ASSISTENTE IN NERO
le iene su onorevole caruso e sottosegretario rossiLE IENE SU ONOREVOLE CARUSO E SOTTOSEGRETARIO ROSSI
Da www.affaritaliani.it - Lavoro nero e parentopoli in parlamento? Un vecchio leitmotiv che torna di nuovo con il servizio de Le Iene andato in onda in prima serata domenica sera su Italia Uno. Il servizio di Filippo Poma svela una vicenda quantomeno discutibile. Nel servizio una ex assistente di un parlamentare racconta di aver lavorato in nero, senza un contratto e senza neppure aver percepito uno stipendio.

le iene su onorevole caruso e sottosegretario rossiLE IENE SU ONOREVOLE CARUSO E SOTTOSEGRETARIO ROSSI
La donna ex portaborse racconta anche alle Iene che l'onorevole Mario Caruso (democrazia solidale centro democratico e membro della Commissione Difesa alla Camera) avrebbe anche assunto il figlio del sottosegretario Domenico Rossi che però, allo stesso tempo, non si presenterebbe mai a lavoro. Alle domande della ex assistente, con telecamera nascosta, spiega che lo avrebbe assunto per fare un favore al padre perché lui non poteva assumerlo direttamente.
le iene su onorevole caruso e sottosegretario rossiLE IENE SU ONOREVOLE CARUSO E SOTTOSEGRETARIO ROSSI

Né il sottosegretario Rossi né l'onorevole Caruso hanno voluto rispondere alle domande delle Iene. In pochi minuti le pagine Facebook dei due politici sono state inondate di insulti. Mentre Filippo Poma ha scritto sul suo profilo: "L'onorevole, l'assistente e il sottosegretario. Purtroppo non è un film con Renzo Montagnani ed Edwige Fenech ma una storia vera dell'Italietta dei nostri giorni".


LE IENE E IL MESSAGGIO EQUIVOCO DEL DEPUTATO ALLA SUA ASSISTENTE: «SONO A CASA…»
le iene su onorevole caruso e sottosegretario rossiLE IENE SU ONOREVOLE CARUSO E SOTTOSEGRETARIO ROSSI
Da www.giornalettismo.com - Un deputato non paga un’assistente parlamentare, peraltro priva di contratto, che lavora ininterrottamente per lui da un anno e mezzo. Viene regolarmente retribuito, invece, un altro portaborse, che risulta essere regolarmente assunto ma non si presenta mai a lavoro, figlio del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi. È un nuovo caso di parentopoli in Parlamento raccontato ieri dalle Iene, in un servizio firmato dall’inviato Filippo Roma che raccoglie la testimonianza della collaboratrice dell’onorevole.


la stagista e l onorevole carusoLA STAGISTA E L' ONOREVOLE CARUSO
LE IENE, ASSISTENTE RACCONTA LA PROPOSTA INDECENTE DEL DEPUTATO
Il protagonista della vicenda è Mario Caruso, deputato eletto nel 2013 nella lista Con Monti e attualmente iscritto al gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico. La sua assistente parlamentare racconta di non aver percepito nemmeno un euro nonostante varie promesse di pagamento e nonostante il suo costante e rigoroso impegno, dopo un iniziale stage non retribuito di tre mesi.

Ma la collaboratrice parla anche di proposte indecenti del parlamentare. «Oltre allo sfruttamento lavorativo – è il racconto dell’assistente – una sera mi ha proposto di andare a cena con lui, durante questa cena mi ha fatto capire che se fossi andata a letto con lui magari la mia situazione sarebbe cambiata. Dopo qualche giorno da questa cena mi ha inviato un messaggio, intorno alla mezzanotte, nel quale mi diceva ‘Io sono a casa valuta tu’». Messaggi equivoci e offensivi. «È uno schifo pazzesco. Mi sono anche sentita male nei giorni a seguire dopo quello che è successo – dice la collaboratrice di Caruso – perché avevo comunque il terrore che dal mio rifiuto lui potesse mandarmi via».

Fonte: qui

MARSIGLIA – UN UOMO AMMAZZA DUE DONNE A COLTELLATE ALLA STAZIONE GRIDANDO “ALLAH AKBAR”

L’ASSALITORE E’ STATO POI UCCISO DALLE FORZE DELL’ORDINE 
MARSIGLIAMARSIGLIA

1 Ottobre 2017 - Due donne uccise a coltellate alla stazione di Marsiglia. L'assalitore è stato ucciso dalle forze dell'ordine. L'attacco è avvenuto oggi alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, nel centro di Marsiglia dove un uomo ha attaccato i passanti a coltellate. L'area è stata isolata dalla polizia che ha invitato i cittadini a evitare la zona.
L’assalitore ha accoltellato due persone gridando Allah u Akbar, prima di essere ucciso dai militari. Lo riferiscono testimoni citati da France Info.
MARSIGLIAMARSIGLIA

Le due vittime dell'aggressore della stazione Saint Charles di Marsiglia sono due donne: secondo Bfm-Tv, una è stata sgozzata l'altra pugnalata.

Fonte: qui

IL KILLER DELLA STAZIONE DI MARSIGLIA FINO  A TRE ANNI FA VIVEVA AD APRILIA, LA MOGLIE, RAMONA, È ITALIANA 
AL MOMENTO VIENE ESCLUSO CHE L’ATTENTATORE POSSA AVER AVUTO CONTATTI CON I FONDAMENTALISTI QUANDO VIVEVA IN ITALIA. L' IPOTESI PIÙ PROBABILE È CHE SI SIA RADICALIZZATO DOPO ESSERE PARTITO

MARSIGLIA 2MARSIGLIA 
F.Sar. per il Corriere della Sera

La segnalazione delle autorità francesi è arrivata nella notte e all' alba di ieri è scattata la perquisizione a casa della suocera. Ahmed Hanaci, l' attentatore della stazione di Marsiglia che ha ucciso a coltellate due ragazze, era sposato con un' italiana, Ramona. Ha vissuto nel nostro Paese - ad Aprilia, in provincia di Latina - fino al 2014 e quando il suo matrimonio è finito ha deciso di trasferirsi in Francia.

Adesso sono in corso nuovi accertamenti dell' Antiterrorismo per scoprire se - come è emerso dai primi controlli - in questo periodo di tempo possa essere rientrato per sbrigare alcune pratiche. Ma anche per accertare se possa aver coltivato contatti con altri stranieri.

RAGAZZE UCCISE A MARSIGLIARAGAZZE UCCISE A MARSIGLIA
Tunisino di Bizerte, 30 anni, Hanaci arriva nel 2006. Vive di espedienti, ha precedenti penali per furto e spaccio. Stessi reati contestati alla moglie. I due si sposano nel 2008 e vivono insieme fino a tre anni fa.

Decidono di separarsi e lui abbandona l' Italia, poi parte anche lei. Ieri, quando la polizia è arrivata a casa, i familiari hanno spiegato che la donna si trova in Nordafrica.


Al momento viene escluso che Hanaci possa aver avuto contatti con i fondamentalisti quando viveva in Italia. L' ipotesi più probabile è che si sia radicalizzato dopo essere partito, anche se non è ancora chiaro quali fossero i suoi legami con i jihadisti in Francia. Non è infatti ancora escluso che la sua azione sia stata estemporanea, tipica di un «lupo solitario» e non di un appartenente a un' organizzazione strutturata.
MARSIGLIA 3MARSIGLIA 

Al momento gli inquirenti francesi hanno scoperto che il giorno prima dell' attacco nella stazione Saint-Charles di Marsiglia, era stato rilasciato dalla polizia che lo aveva arrestato a Lione per il furto di una giacca da 39 euro.

Non è la prima volta che emergono legami tra i fondamentalisti e l' Italia. Youssef Zaghba, uno dei tre attentatori del London Bridge del giugno scorso, aveva vissuto a Bologna con sua madre, Valeria Collina, sposata con un marocchino, ed era stato anche fermato all' aeroporto «Marconi» mentre cercava di partire per Istanbul e andare in Siria.

Fonte: qui

FINISCE LO STATO D’EMERGENZA IN FRANCIA, MA L’ELISEO VUOLE UNA LEGGE SPECIALE ANTITERRORISMO: PIU’ POTERI AI PREFETTI, PERQUISIZIONI (ANCHE SENZA AUTORIZZAZIONE, MA CON SOLA COMUNICAZIONE AL GIUDICE), PIU’ INTERCETTAZIONI E BRACCIALETTI ELETTRONICI 
UN CODICE ROCCO IN SALSA FRANCESE, INSOMMA…
Stefano Montefiori per La Repubblica

macron10MACRON10
Oggi a Tolosa si apre il processo a Abdelkader Merah, fratello di Mohamed e accusato di essere stato suo ispiratore e complice per gli assassinii di sette persone (tra le quali tre bambini), nel marzo 2012. Quei fatti furono l' inizio della lunga serie di stragi che hanno colpito la Francia e poi il resto d' Europa.

Da allora quattro leggi successive sono state approvate per rafforzare l' arsenale giuridico francese e combattere il terrorismo islamico, e domani l' Assemblea nazionale ne voterà solennemente una quinta, in sostituzione dello stato di emergenza che scade il 1° novembre. Molte voci, dall' Onu a Amnesty International, criticano misure che vengono accusate di tradire ciò per cui l' Occidente è in guerra, cioè la difesa delle libertà individuali e lo Stato di diritto.

MARSIGLIAMARSIGLIA
La sera dell' attacco al Bataclan, il 13 novembre 2015, il presidente François Hollande proclamò lo stato di emergenza, una misura eccezionale risalente alla guerra d' Algeria. Da allora il provvedimento è stato prorogato per ben cinque volte. Quando si pensò di non prolungarlo, all' inizio dell' estate 2016, l' attentato di Nizza del 14 luglio con i suoi 86 morti fece subito cambiare idea al presidente. Da allora la Francia non ha conosciuto altre stragi di massa, che si sono spostate in Germania e Regno Unito, ma molti attacchi falliti o episodi di minore entità, il più grave dei quali è l' accoltellamento di ieri a Marsiglia.
le foto mai viste di nizza pubblicate da paris match 1LE FOTO MAI VISTE DI NIZZA PUBBLICATE DA PARIS MATCH 

Il presidente Macron ha riconosciuto che uno stato di emergenza permanente è paradossale. Per questo il leader francese ha deciso di ricorrere a una nuova legge, ma con il rischio che i provvedimenti - eccezionali - dello stato di emergenza entrino a fare parte, definitivamente, del diritto comune. L' ispirazione di fondo è limitare il controllo dei giudici, ed estendere le prerogative del potere esecutivo.

MORTI FUORI DAL BATACLAN 02MORTI FUORI DAL BATACLAN
I prefetti e il ministro dell' Interno potranno ancora restringere la circolazione delle persone, autorizzare perquisizioni personali e delle auto in occasioni di grandi eventi, assegnare un sospetto a soggiorno obbligato (l' attuale stato di emergenza prevede in casa, la legge allarga l' area al comune), autorizzare perquisizioni amministrative previa semplice informazione del giudice delle libertà, ricorrere al braccialetto elettronico per persone non ancora condannate, aumentare i controlli delle comunicazioni (telefonini e Internet), rafforzare i controlli alle frontiere estendendoli a un' area di 20 chilometri quadrati attorno a porti, aeroporti e stazioni ferroviarie.

BRACCIALETTO ELETTRONICOBRACCIALETTO ELETTRONICO
Un modo, secondo le associazioni di aiuto ai migranti, di usare l' emergenza terrorismo per combattere in realtà l' immigrazione. «La normalizzazione dei poteri di emergenza minaccia gravemente la protezione dei diritti in Francia», ha scritto in un comunicato l' esperta Onu dei diritti dell' uomo Fionnuala Ní Aolain. Ma almeno serve? Di recente alcuni attentati sono stati sventati per caso (l' ultimo grazie a un idraulico che ha notato bombole di gas sospette in una casa) più che grazie alle indagini. Macron promette di affiancare a queste misure contingenti una strategia di più ampio respiro.

Fonte: qui

La commissione sulle banche è una presa per i fondelli

Diciamolo subito, la Commissione d’indagine sulle banche è una solenne presa per i fondelli, montata per fare ammuina e affidata a Pierferdinando Casini, che neppure la voleva e che rappresenta il trapassato remoto. 

Dalla rottamazione alla restaurazione, dai social al Congresso di Vienna, un’ ulteriore prova della democrastianizzazione del Pd e pure della peggiore. 

Ora già i giudici se la stanno prendendo comoda per Etruria, Mps, Vicenza e Veneto, si deve arrivare alla prescrizione, la lentezza è stata tale che Zonin ha trasferito ai famigliari i suoi beni ed è diventato nullatenente. 

Il problema è che, se pressati, i bancarottieri potrebbero decidere di parlare e rivelare le segrete connessioni, che ci hanno portato qui. 

Assunzioni di parenti di potenti, crediti senza garanzia agli amici di potenti e politici, crediti venduti da faccendieri contigui alla politica. Chi doveva e voleva sapeva, ma faceva comodo a tutti, nel Paese dei balocchi e della corruzione, che le cose andassero come vanno da tutte le parti, Università comprese. 

Così la Banca d’Italia spediva rapporti tardivi alle Procure, dove giacevano in attesa del crac, magari perchè, come ad Arezzo, il Procuratore Capo era anche consulente del governo, nulla di illegittimo, anzi stile consuetudinario nel Paese delle relazioni poco trasparenti. 

Di Mps neppure parlarne, del più grande scandalo bancario italiano, con annessa morte sospetta,non sappiamo nulla, neppure è uscita una piccola intercettazione, in un Paese dove sappiamo tutto delle scopate di Berlusconi, ma lì l’affare è grosso e forte è lo stantio odore di massoneria e di Pd, ma poi esiste la massoneria? 

Non sappiamo, di certo esisteva il Pd, nelle sue varie versioni. 

Ora tutto questo è costato ai contribuenti onesti, agli altri la cosa fa un baffo, 27 miliardi di euro, poi ci sono i 500.000, presi per il culo in forma diretta, ma temo finiranno mazziati e cornuti, del resto il buon giorno si vede dal Casini. 

Un uomo che è l’essenza del potere italiano, messo a difesa della sua salvezza, l’uomo del giurassico, prima democristiano, poi berlusconiano, ex Famiglia Caltagirone, poi montiano, ora renziano, sa che la verità sarebbe fatale ad una classe dirigente rapace e corrotta. 

Nel 94 estrassero dal cilindro Berlusconi, ora Renzi è un po’ suonato e bisogna giocare in difesa. Chi meglio di Pierferdinando può evitare i casini?

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"Dancing On The Rim Of A Volcano": Speculators Have Never Been More Short Volatility

With VIX ending Friday at its lowest weekly close ever, lowest monthly close ever, and lowest quarterly close ever - after the quietest September stock market in history - SocGen warned last Friday that the current situation is a "dangerous volatility regime" citing the strong mean-reverting tendency of uncertainty as a big reason for investors to brace themselves for trouble ahead.
Of course, judging by the new record short in VIX futures - extending last week's surge - the speculative public is as levered-long and complacent as it has ever been...
What could go wrong? SocGen's Arthur van Slooten explained late last week: "compare that with dancing on the rim of a volcano. If there is a sudden eruption (of volatility) you get badly burned"
Indeed, if CNN's Fear and Greed Index is anything to go by, investors are close to the 'most extreme' levels of greed in history...
However, it's not just volatility that is collapsing. Correlation has crashed, as JPMorgan's Marko Kolanovic recently pointed out.
Decline in correlations and parallels to 1994 and 2001
Over the past year, correlation of stocks and sectors declined at an unprecedented speed and magnitude (see figure below). A similar decorrelation occurred on only two other occasions over the last 30 years: in 1993 and 2000. Both of those episodes led to subsequent market weakness and an increase in volatility (in 1994, and 2001). The current decline in market correlations started following the US elections and was largely driven by macro (rather than stock-specific) forces. Expectation of fiscal measures, deregulation and higher interest rates set in motion large equity sector and style rotations. For instance, the correlation between Financials and Technology dropped to all-time lows (similar level during the tech bubble). The correlation between equity styles also dropped (e.g., Value was lifted by rates, and Low Volatility was impacted negatively). Declining correlations pushed market volatility lower (see here), and the ~25% market rally further suppressed correlations and volatility. To investigate what are potential implications for the future price action, we look at the 1993 and 2000 decorrelation events.
  • 1993/1994: Following the 1990-91 recession, interest rates declined and the market rallied. By late 1993, the market reached its highs (60% above recession lows) and volatility plummeted (VIX hit a record low on 12/22/1993). This also marked the low point of equity correlations. As interest rates increased in 1994, the market experienced a ~10% correction and posted a negative return for the year. Volatility and correlation increased, but the crisis was contained given the acceleration of growth (US GDP increased from 2.6% to 4.3% in the first half of 1994), and subsequent decline in bond yields.
  • 2000/2001: Following the 1998 crisis (LTCM, Russia), the market recovered and continued to rally. When the internet bubble was inflated, the market was 60% above 1998 lows. This period was marked with a strong decoupling of sectors (e.g., tech vs. financials), distorted valuations, elevated volatility and gradually rising interest rates. It ended with the tech bubble in March 2001, which marked the low point of equity correlation and start of recession. Subsequently, the market declined ~30%, bottoming in late 2002.
The current episode of correlation decline shares some similar features with both 1993 and 2000. The decline of correlation was in part driven by the market rally and elevated valuations; after a period of falling, interest rates are expected to rise (as in 1993), sector valuations (e.g., Internet) and sector rotations play an outsized role in market price action (similar to 2000), and record low levels of volatility increased the level of risk taking (as in 1993). Normalization of monetary policy will most likely lead to an increase of correlations and volatility, and that will at some point result in market weakness. While it seems that the 1993/1994 analogy is more appropriate (implying an orderly price action), investors should be aware of hidden leverage and tail risk of a more significant correction, such as the one in 2001.
Kolanovic concludes that "strategies that boost leverage when volatility declines, such as option hedging, CTAs and risk-parity, share similar features with the dynamic ‘portfolio insurance’ of 1987,” which “creates a ‘stop-loss order’ that gets larger in size and closer to the current market price as volatility gets lower.”  Additionally, growth in short-vol strategies suppresses both implied and realized volatility, and with volatility at all-time lows “we may be very close to the turning point.”
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Morgan Stanley: S&P 500 a nuovi record, poi crollo 


Per Wall Street la fase Orso arriverà presto, ma non prima aver toccato nuovi record. 


Ne è convinto Mike Wilson, analista di Morgan Stanley che, in un’intervista alla Cnbc, ha detto si aspettarsi che lo S&P 500 raggiunga il record di 2.700 punti a inizio anno, ovvero 200 punti oltre i livelli attuali. Per poi, a metà del 2018, ritornare a scendere, con un deprezzamento atteso intorno al 20%.


Una correzione di questa ampiezza – dice l’esperto – è normale per un mercato toro che dura ormai da otto anni. Un declino del 20% da 2.700 punti significa che lo S&P 500 raggiungerà quota 2.250 punti. In ogni caso, il target 2.700 rappresenta un incremento del 300% da marzo 2009, ovvero dal picco dell’ultima crisi finanziaria.


A sostenere la nuova ondata di rialzi, secondo Wilson, saranno soprattutto i risultati di bilancio relativi al terzo trimestre, che dovrebbero confermare una fase di espansione degli utili anche la riforma fiscale di Donald Trump, i cui primi dettagli sono emersi ieri durante un comizio del presidente Usa nell’Indiana. A questo proposito, l’analista ha detto:
“questo creerà euforia solo nelle prossime due settimane, ma non è escluso che dopo un paio di settimane ci sia l’inevitabile delusione”.

Per lo strategist di Morgan Stanley, lo S&P 500 riuscirà a toccare il target di 2.700 all’inizio del 2018, soprattutto se la riforma fiscale sarà approvata.
“Dopo il raggiungimento dell’obiettivo, l’inizio del mercato orso potrebbe verificarsi in qualsiasi momento”.

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