"E' TUTTO NOSTRO": VISIBILMENTE ALTERATI, HANNO INSULTATO E PRESO DI MIRA IL CAPOTRENO ED ALCUNI PASSEGGERI
HANNO SVUOTATO UN ESTINTORE, SONO VOLATI SPUTI, INSULTI E MINACCE A CHI CERCAVA DI CALMARLI
POI ALL'ARRIVO DI UNA PATTUGLIA DI CARABINIERI ECCO COSA E’ SUCCESSO...
Marco Filippi per http://tribunatreviso.gelocal.it
Un intero treno ostaggio per un’ora di cinque giovani stranieri, visibilmente alterati, che hanno insultato e preso di mira il capotreno ed alcuni passeggeri. È stato svuotato un estintore, sono volati sputi, insulti e minacce ai viaggiatori che cercavano di calmarli. Poi, all’arrivo di una pattuglia dei carabinieri, c’è stato il fuggi-fuggi generale dei protagonisti.
C’è chi si è calato dai finestrini del treno fermo alla stazione di Castello di Godego, chi invece è fuggito dalle porte del convoglio. Sembra che un paio dei protagonisti del caos sul treno della linea Venezia-Bassano sia stato preso e identificato dai militari della compagnia di Castelfranco. Un viaggio da incubo, documentato, oltre che dalle testimonianze di alcuni viaggiatori, anche da alcune foto coraggiosamente scattate durante il parapiglia generale.
L’incredibile vicenda è avvenuta sabato sera, sulla linea Venezia-Bassano, tra le stazioni di Castelfranco e Castello di Godego. In treno c’erano decine di viaggiatori, in particolare trevigiani e bassanesi. Erano le 21.30 passate quando il treno proveniente da Venezia è arrivato alla stazione di Castelfranco. Lì un nutrito gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini, visibilmente alterati, alcuni con in mano delle bottiglie di alcolici, sono entrati nel treno diretto a Bassano ed hanno subito iniziato a litigare con un giovane. Lo hanno spinto fino in fondo al treno. Del gruppo, cinque erano particolarmente esagitati. Alcuni passeggeri hanno cercato d’intervenire per calmare gli animi, ma l’opera, seppur nobile nelle intenzioni, ha soltanto contribuito ad accenderli ulteriormente.
Un 57enne di Bassano del Grappa, che rientrava con la moglie da una giornata trascorsa alla Biennale di Venezia, testimone di una vicenda “surreale”, come lui stesso la definisce, racconta quello che è successo “perché spero che non si possa più ripetere in futuro un viaggio in treno del genere”.
«Stavo tornando a Bassano con mia moglie dopo aver trascorso una giornata alla Biennale di Venezia», racconta. «Il viaggio è filato via liscio fino a Castelfranco, quando è salito un gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini. Erano alterati, probabilmente dall’alcol. Alcuni avevano delle bottiglie di alcolici in mano. Se la sono presa con un giovane.
Non so se fosse salito con loro o addirittura facesse parte del loro gruppo. So soltanto che l’hanno spinto ed insultato per più di mezzo treno. Il nostro era uno di quei convogli aperti, non separati dalle porte e quindi, sporgendosi verso il corridoio si poteva vedere tutto. Naturalmente ci siamo tutti impauriti per quel trambusto e soprattutto per l’aggressività ingiustificata di quei giovani. Nel frattempo il treno è ripartito ma gli animi, invece di quietarsi, si sono surriscaldati».
Arrivato a Castello di Godego il treno s’è fermato. «Penso - continua il viaggiatore - per quasi cinquanta minuti. Il punto è che alcuni viaggiatori hanno cercato di calmare gli animi. Ma invece di quietarli, li hanno riaccesi. Ci sono state urla, spinte nei confronti dei passeggeri, qualcuno ha attivato un estintore. C’erano mamme e bambini nel convoglio. Ciò che non capisco è che più volte abbiamo attivato l’impianto di allarme il pulsante di Sos ma non funzionava. Il capotreno è intervenuto ma cosa poteva fare da solo?»
Una situazione “surreale” così la definisce lo stesso viaggiatore. «Ad un certo punto ho iniziato a fotografare - spiega - e qualcuno di loro mi ha visto e mi ha minacciato “Ti spacco la faccia”, ha detto. Il treno a Castello di Godego è rimasto fermo per quasi un’ora, finché poi sono intervenuti i carabinieri».
Alla vista dei lampeggianti delle pattuglie dei militari dell’Arma di Castelfranco c’è stato il fuggi fuggi generale. Alcuni dei protagonisti si sono calati dai finestrini, altri sono usciti dalle porte del convoglio fermo a Godego. Pare che un paio siano stati anche identificati dai militari.
«Mi chiedo - conclude il viaggiatore - cosa sarebbe successo se in treno ci fosse stata una ragazza sola. Si parla di sicurezza ma poi non si può viaggiare tranquilli nemmeno quando si è in treno. Spero che episodi non possano mai più ripetersi»
Fonte: qui
Marco Filippi per http://tribunatreviso.gelocal.it
Un intero treno ostaggio per un’ora di cinque giovani stranieri, visibilmente alterati, che hanno insultato e preso di mira il capotreno ed alcuni passeggeri. È stato svuotato un estintore, sono volati sputi, insulti e minacce ai viaggiatori che cercavano di calmarli. Poi, all’arrivo di una pattuglia dei carabinieri, c’è stato il fuggi-fuggi generale dei protagonisti.
C’è chi si è calato dai finestrini del treno fermo alla stazione di Castello di Godego, chi invece è fuggito dalle porte del convoglio. Sembra che un paio dei protagonisti del caos sul treno della linea Venezia-Bassano sia stato preso e identificato dai militari della compagnia di Castelfranco. Un viaggio da incubo, documentato, oltre che dalle testimonianze di alcuni viaggiatori, anche da alcune foto coraggiosamente scattate durante il parapiglia generale.
L’incredibile vicenda è avvenuta sabato sera, sulla linea Venezia-Bassano, tra le stazioni di Castelfranco e Castello di Godego. In treno c’erano decine di viaggiatori, in particolare trevigiani e bassanesi. Erano le 21.30 passate quando il treno proveniente da Venezia è arrivato alla stazione di Castelfranco. Lì un nutrito gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini, visibilmente alterati, alcuni con in mano delle bottiglie di alcolici, sono entrati nel treno diretto a Bassano ed hanno subito iniziato a litigare con un giovane. Lo hanno spinto fino in fondo al treno. Del gruppo, cinque erano particolarmente esagitati. Alcuni passeggeri hanno cercato d’intervenire per calmare gli animi, ma l’opera, seppur nobile nelle intenzioni, ha soltanto contribuito ad accenderli ulteriormente.
Un 57enne di Bassano del Grappa, che rientrava con la moglie da una giornata trascorsa alla Biennale di Venezia, testimone di una vicenda “surreale”, come lui stesso la definisce, racconta quello che è successo “perché spero che non si possa più ripetere in futuro un viaggio in treno del genere”.
«Stavo tornando a Bassano con mia moglie dopo aver trascorso una giornata alla Biennale di Venezia», racconta. «Il viaggio è filato via liscio fino a Castelfranco, quando è salito un gruppo di giovani africani, in particolare maghrebini. Erano alterati, probabilmente dall’alcol. Alcuni avevano delle bottiglie di alcolici in mano. Se la sono presa con un giovane.
Non so se fosse salito con loro o addirittura facesse parte del loro gruppo. So soltanto che l’hanno spinto ed insultato per più di mezzo treno. Il nostro era uno di quei convogli aperti, non separati dalle porte e quindi, sporgendosi verso il corridoio si poteva vedere tutto. Naturalmente ci siamo tutti impauriti per quel trambusto e soprattutto per l’aggressività ingiustificata di quei giovani. Nel frattempo il treno è ripartito ma gli animi, invece di quietarsi, si sono surriscaldati».
Arrivato a Castello di Godego il treno s’è fermato. «Penso - continua il viaggiatore - per quasi cinquanta minuti. Il punto è che alcuni viaggiatori hanno cercato di calmare gli animi. Ma invece di quietarli, li hanno riaccesi. Ci sono state urla, spinte nei confronti dei passeggeri, qualcuno ha attivato un estintore. C’erano mamme e bambini nel convoglio. Ciò che non capisco è che più volte abbiamo attivato l’impianto di allarme il pulsante di Sos ma non funzionava. Il capotreno è intervenuto ma cosa poteva fare da solo?»
Una situazione “surreale” così la definisce lo stesso viaggiatore. «Ad un certo punto ho iniziato a fotografare - spiega - e qualcuno di loro mi ha visto e mi ha minacciato “Ti spacco la faccia”, ha detto. Il treno a Castello di Godego è rimasto fermo per quasi un’ora, finché poi sono intervenuti i carabinieri».
Alla vista dei lampeggianti delle pattuglie dei militari dell’Arma di Castelfranco c’è stato il fuggi fuggi generale. Alcuni dei protagonisti si sono calati dai finestrini, altri sono usciti dalle porte del convoglio fermo a Godego. Pare che un paio siano stati anche identificati dai militari.
«Mi chiedo - conclude il viaggiatore - cosa sarebbe successo se in treno ci fosse stata una ragazza sola. Si parla di sicurezza ma poi non si può viaggiare tranquilli nemmeno quando si è in treno. Spero che episodi non possano mai più ripetersi»
Fonte: qui
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