9 dicembre forconi: 01/09/18

martedì 9 gennaio 2018

ASSOLTI ORSI E SPAGNOLINI, EX VERTICI DI FINMECCANICA E AGUSTA-WESTLAND ...

LA CORTE D’APPELLO HA STABILITO CHE NON CI SONO LE PROVE DELLA CORRUZIONE DI PUBBLICI UFFICIALI INDIANI NELLA COMMESSA DA 556 MILIONI PER LA VENDITA DI 12 ELICOTTERI 

ORSI E SPAGNOLINI FURONO ARRESTATI NEL 2013 E PERSERO LE LORO CARICHE

1.FINMECCANICA: ASSOLTO L'EX PRESIDENTE ORSI

 (ANSA) - La Corte d'Appello di Milano ha assolto l'ex presidente di Finmeccanica (ora Leonardo) Giuseppe Orsi e l'ex ad della controllata AgustaWestland, Bruno Spagnolini, nel processo di secondo grado 'bis' con al centro l'accusa di corruzione internazionale per presunte tangenti che sarebbero state versate a pubblici ufficiali indiani per far ottenere ad AgustaWestland una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri. Dopo le condanne nel primo processo d'appello la Cassazione nel dicembre 2016 ordinò il nuovo giudizio.
ORSI E SPAGNOLINIORSI E SPAGNOLINI

Anche l'India, da più di due anni ormai, si è messa ad indagare, anche con una serie di arresti, sul presunto caso di corruzione internazionale, tanto che il Ministero della Difesa indiano (alcuni rappresentanti delle autorità indiane erano oggi in aula) aveva chiesto come parte civile anche il risarcimento del danno agli imputati. Lo stessa parte civile aveva messo a disposizione, poi, una serie di atti delle autorità indiane alcuni dei quali sono entrati nell'appello 'bis'. Tra gli atti presentati dalla parte civile anche una "richiesta di giudizio", firmata da un organo investigativo indiano, che riguarda anche Orsi e Spagnolini, oltre, tra gli altri, all'ex capo di Stato maggiore dell'aeronautica militare indiana Sashi Tyagi, colui che nell'ipotesi d'accusa sarebbe stato corrotto.

Il procedimento era nato a seguito dell'inchiesta della procura di Busto Arsizio (Varese) con al centro la presunta maxi tangente a funzionari indiani, di cui una parte sarebbe finita all'influente famiglia di Tyagi per favorire AgustaWestland nella gara per vendere gli elicotteri al governo indiano, vinta dalla controllata di Finmeccanica nel 2010. Accuse che avevano retto solo in parte il giudizio di primo grado: nell'ottobre 2014 Orsi e Spagnolini erano stati assolti dall'accusa di corruzione internazionale e condannati a 2 anni di carcere solo per le false fatturazioni.
Giuseppe OrsiGIUSEPPE ORSI

In appello erano arrivate le condanne anche per corruzione internazionale perché, secondo i giudici milanesi, l'ex 'numero uno' di Finmeccanica Orsi aveva dato "il suo avallo alla prosecuzione dei rapporti" con la "famiglia Tyagi" ed alla "stipulazione dei contratti" che servivano "per la costituzione della provvista illecita".

Poi è arrivata la decisione della Cassazione di rifare l'appello e di risentire, tra gli altri, Guido Haschke, il consulente italo-svizzero ritenuto dalla Procura il mediatore dell'accordo corruttivo per la maxi commessa. Haschke ha patteggiato la pena, ma ha sempre negato la corruzione. Anche Agusta Westland spa e Agusta Westland nel 2014 avevano patteggiato davanti al gip di Busto la confisca di 7 milioni e mezzo di euro. Oggi le assoluzioni per Orsi e Spagnolini perché il fatto non sussiste, con la Corte che ha richiamato la 'vecchia' formula dell'insufficienza di prove.


2.FINMECCANICA: CORTE MILANO, NO PROVA CHE I FATTI SUSSISTANO
BRUNO SPAGNOLINIBRUNO SPAGNOLINI
 (ANSA) - Non vi è "prova sufficiente" per dimostrare che "i fatti sussistano". Con questa formula la terza sezione penale della Corte d'Appello milanese (giudici Marcelli-Nova-Gamacchio) ha assolto gli ex vertici di Finmeccanica e AgustaWestland Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini nel processo di secondo grado 'bis' con al centro l'accusa di corruzione internazionale per presunte tangenti che sarebbero state versate a pubblici ufficiali indiani per far ottenere ad AgustaWestland una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri.

I due imputati erano stati condannati in primo grado solo per l'ipotesi di frode fiscale e poi in appello anche per corruzione internazionale (4anni e 6 mesi a Orsi e 4 anni a Spagnolini), ma poi la Cassazione nel dicembre 2016 annullò con rinvio le condanne ordinando un appello 'bis' per riascoltare alcuni testimoni, sentiti nei mesi scorsi. Oggi le assoluzioni e ora la Procura generale potrebbe decidere di presentare ricorso in Cassazione per un altro giudizio.
GIUSEPPE ORSI IN AUTO VERSO IL CARCERE jpegGIUSEPPE ORSI IN AUTO VERSO IL CARCERE JPEG

3.FINMECCANICA: DIFESA ORSI, DIMOSTRATO NON CI FU CORRUZIONE
 (ANSA) - "Questo processo chiude una vicenda che sin dalle prime battute doveva essere chiara anche agli investigatori: non esiste alcun accordo corruttivo, non vi è prova alcuna che il denaro sia pervenuto al maresciallo Tyagi", ex capo dell'Aeronautica militare indiana. Così l'avvocato e professore Ennio Amodio, che difende Giuseppe Orsi, ha commentato l'assoluzione (le motivazioni tra 90 giorni) dell'ex numero uno di Finmeccanica nel processo d'appello 'bis' su presunte tangenti che sarebbero state versate a pubblici ufficiali indiani per far ottenere ad AgustaWestland una commessa da 556 milioni di euro per 12 elicotteri.

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSIPIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSI
Oggi è stato assolto anche l'ex ad di AgustaWestland Bruno Spagnolini, che venne arrestato, così come Orsi, nel 2013 e che uscendo dall'aula, a chi gli ha fatto presente che l'assoluzione dalle accuse di corruzione internazionale e frode fiscale, arriva dopo 5 anni, ha detto: "Con tutto il danno che è stato fatto all'azienda, il danno fatto a noi conta meno". In aula era presente anche Orsi che con i legali ha manifestato la sua soddisfazione per l'assoluzione.

"Non si è mai dimostrato - ha aggiunto il legale Amodio - che i funzionari indiani abbiano in qualche modo interferito nella gara. Si riafferma così - ha aggiunto - che quella fornitura altro non è stata che la manifestazione di un successo dell'industria elicotterista italiana che aveva offerto all'India una delle sue macchine di maggiore efficienza, tanto da essere acquisita anche dall' amministrazione statunitense per i viaggi del presidente Obama".

Fonte: qui
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L’oro statunitense è invendibile


Secondo Ronan Manly, esperto di lingotti del BullionStar di Singapore, gli Stati Uniti non permettono a nessuno di esaminare le proprie riserve auree. 
Anche se il Tesoro USA avesse i miliardi che dichiara di avere, questo oro non è vendibile. Il governo degli Stati Uniti afferma di detenere 8133,5 tonnellate di metallo dorato nelle riserve ufficiali. Il cinquantotto percento si troverebbe a Fort Knox, nel Kentucky, il 20 percento a West Point, a New York, il 16 percento a Denver Mint in Colorado e il 5 percento presso la Federal Reserve di New York. 
L’intera faccenda delle riserve auree degli Stati Uniti è opaca e segretaQueste riserve non sono mai state oggetto di una completa revisione indipendente, e i loro guardiani della Zecca e della FED di New York non lasceranno che nessuno entri nei caveau per vederli e contarli”, diceva Manly a RT. 
In ogni caso, secondo l’esperto, anche se il Tesoro statunitense è stato accusato molte volte di possedere molto meno oro di quanto sostiene, c’è un altro motivo: l’oro statunitense è di scarsa qualità. “Anche i dettagli forniti sulle presunte riserve auree degli Stati Uniti mostrano che la maggior parte dei lingotti ha poco oro e il loro peso non soddisfa le specifiche del lingotto d’oro standard ‘di buona lega’”.
 “Ecco perché, anche se gli Stati Uniti avessero la quantità di oro che affermano di avere, la maggior parte è invendibile sul mercato internazionale e può essere utilizzata solo nel commercio con altre banche centrali che vogliano scambiare lingotti d’oro di buona qualità con quelli di qualità inferiore e dal peso insolito degli Stati Uniti“, aggiungeva. 
Se è vero che le riserve auree degli Stati Uniti sono inferiori a quanto affermato, si riconfigurerebbe completamente l’economia globale, predice Manly. Ciò non influenzerebbe direttamente il dollaro USA, né comporterebbe un cambio immediato nell’uso del dollaro USA nel commercio internazionale, ma le conseguenze sarebbero considerevoli. “In primo luogo, la prova che le riserve auree degli Stati Uniti sono inferiori a quelle dichiarate aumenterebbe la pressione per un controllo indipendente completo di tutte le riserve auree degli Stati Uniti. Punterebbe anche sulle riserve auree di altri importanti blocchi commerciali, come eurozona, Cina e Russia, e aprirebbe il dibattito sul ruolo dell’oro nel sistema monetario internazionale. Qualcosa che il governo degli Stati Uniti cerca sempre di evitare“, dice l’esperto. 
Poi dovremmo spostare l’attenzione verso i detentori internazionali di dollari USA prima dell’agosto 1971, quando Nixon chiuse il mercato commerciale dell’oro perché in fin dei conti quei dollari fluttuanti per le liquidazioni, detenuti all’epoca dalle banche centrali estere, sono ancora tecnicamente convertibili in oro al prezzo ufficiale dell’epoca“, aggiungeva. 
E per di più, se l’oro detenuto dal Tesoro degli Stati Uniti è denaturato, si avrà ulteriore pressione sulle altre banche centrali il cui oro si trova negli Stati Uniti. Un serio controllo delle riserve auree degli Stati Uniti dovrebbe includere la pesatura di tutti i lingotti, la verifica del loro contenuto in oro e pubblicazione del peso totale; la verifica dovrebbe essere effettuata da un revisore completamente indipendente. Secondo Manly, Washington non lo permetterà mai.
RT – Reseau International 1 gennaio 2018
Traduzione di Alessandro Lattanzio

«La vita è fragile, concentratevi su ciò che amate»: l'ultimo post prima di morire a 27 anni

Holly Butcher è morta pochi giorni fa. Aveva 27 anni, era australiana del New South Wales, ed era affetta dal sarcoma di Ewing (rara forma di tumore osseo). Prima di morire ha deciso di postare una lettera di addio su Facebook che è subito diventata virale: quasi 70mila like. Un appello alla vita e alla gioia di viverla che ha fatto il giro del mondo. «È strano realizzare, quando hai solo 26 anni, che il tempo a tua disposizione sta per scadere - scrive Holly - Ho sempre immaginato di diventare grande, che un giorno avrei avuto le rughe e i miei capelli sarebbero diventati bianchi. Ho sognato di fare una famiglia con l’uomo che amo. L’ho desiderato così tanto da far male».
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«La vita è così. Fragile, preziosa e imprevedibile. Ogni giorno che passa non è un nostro diritto, ma un dono che ci viene dato», dice la 27enne nel post. « Ora ho 27 anni e non voglio morire: amo la mia vita, sono felice e in debito coi miei cari. Ma non ho il controllo della mia vita tra le mani». Holly ha voluto rompere il tabù della morte, soprattutto nel caso di persone giovani come lei: «Voglio che le persone smettano di preoccuparsi riguardo alle piccole cose stressanti e senza senso che capitano quotidianamente. Ricordate che tutti abbiamo lo stesso fato ad attenderci, per cui concentratevi su ciò che vi fa sentire utili. Quando vi lamentate riguardo a cose ridicole, pensate a chi affronta i veri problemi. Siate grati che i vostri non siano così grandi e passate oltre. Una volta fatto, prendete un bel respiro e alzate gli occhi al cielo blu e verso gli alberi verdi: il mondo è meraviglioso. Pensate a quanto siete fortunati per riuscire ancora a respirare».
Poi conclude con un invito alla vita, e a viverla nel migliore dei modi: «Ascoltate la musica, ascoltatela davvero. La musica è terapia. Accarezzate il vostro cane. Parlate ai vostri amici e mettete giù quel telefono. Viaggiate, se vi piace, altrimenti non fatelo. Lavorate per vivere, non vivete per lavorare. Mangiate le torte senza rimorsi. Non fate ciò che gli altri credano che valga la pena fare. Dite ai vostri cari che li amate. E se qualcosa vi rende tristi, sappiate che avete il potere di cambiarlo». 
Fonte: qui