Secondo Ronan Manly, esperto di lingotti del BullionStar di Singapore, gli Stati Uniti non permettono a nessuno di esaminare le proprie riserve auree.
Anche se il Tesoro USA avesse i miliardi che dichiara di avere, questo oro non è vendibile. Il governo degli Stati Uniti afferma di detenere 8133,5 tonnellate di metallo dorato nelle riserve ufficiali. Il cinquantotto percento si troverebbe a Fort Knox, nel Kentucky, il 20 percento a West Point, a New York, il 16 percento a Denver Mint in Colorado e il 5 percento presso la Federal Reserve di New York.
“L’intera faccenda delle riserve auree degli Stati Uniti è opaca e segreta. Queste riserve non sono mai state oggetto di una completa revisione indipendente, e i loro guardiani della Zecca e della FED di New York non lasceranno che nessuno entri nei caveau per vederli e contarli”, diceva Manly a RT.
In ogni caso, secondo l’esperto, anche se il Tesoro statunitense è stato accusato molte volte di possedere molto meno oro di quanto sostiene, c’è un altro motivo: l’oro statunitense è di scarsa qualità. “Anche i dettagli forniti sulle presunte riserve auree degli Stati Uniti mostrano che la maggior parte dei lingotti ha poco oro e il loro peso non soddisfa le specifiche del lingotto d’oro standard ‘di buona lega’”.
“Ecco perché, anche se gli Stati Uniti avessero la quantità di oro che affermano di avere, la maggior parte è invendibile sul mercato internazionale e può essere utilizzata solo nel commercio con altre banche centrali che vogliano scambiare lingotti d’oro di buona qualità con quelli di qualità inferiore e dal peso insolito degli Stati Uniti“, aggiungeva.
Se è vero che le riserve auree degli Stati Uniti sono inferiori a quanto affermato, si riconfigurerebbe completamente l’economia globale, predice Manly. Ciò non influenzerebbe direttamente il dollaro USA, né comporterebbe un cambio immediato nell’uso del dollaro USA nel commercio internazionale, ma le conseguenze sarebbero considerevoli. “In primo luogo, la prova che le riserve auree degli Stati Uniti sono inferiori a quelle dichiarate aumenterebbe la pressione per un controllo indipendente completo di tutte le riserve auree degli Stati Uniti. Punterebbe anche sulle riserve auree di altri importanti blocchi commerciali, come eurozona, Cina e Russia, e aprirebbe il dibattito sul ruolo dell’oro nel sistema monetario internazionale. Qualcosa che il governo degli Stati Uniti cerca sempre di evitare“, dice l’esperto.
“Poi dovremmo spostare l’attenzione verso i detentori internazionali di dollari USA prima dell’agosto 1971, quando Nixon chiuse il mercato commerciale dell’oro perché in fin dei conti quei dollari fluttuanti per le liquidazioni, detenuti all’epoca dalle banche centrali estere, sono ancora tecnicamente convertibili in oro al prezzo ufficiale dell’epoca“, aggiungeva.
E per di più, se l’oro detenuto dal Tesoro degli Stati Uniti è denaturato, si avrà ulteriore pressione sulle altre banche centrali il cui oro si trova negli Stati Uniti. Un serio controllo delle riserve auree degli Stati Uniti dovrebbe includere la pesatura di tutti i lingotti, la verifica del loro contenuto in oro e pubblicazione del peso totale; la verifica dovrebbe essere effettuata da un revisore completamente indipendente. Secondo Manly, Washington non lo permetterà mai.
RT – Reseau International 1 gennaio 2018
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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