9 dicembre forconi: 03/23/18

venerdì 23 marzo 2018

STAZIONE SPAZIALE CINESE ALLA DERIVA, I FRAMMENTI POTREBBERO COLPIRE LE REGIONI A SUD DELL’EMILIA TRA IL 28 MARZO E IL 4 APRILE

L’ALLARME DELLA PROTEZIONE CIVILE 

LA NAVICELLA E’ FUORI CONTROLLO GIA’ DAL 2016



Valentina Errante per il Messaggero

Solo un giorno prima sarà possibile stabilire esattamente, o almeno un raggio di circa 100 chilometri, dove avverrà l'impatto dei frammenti. Ma intanto la Protezione civile ha istituito un tavolo tecnico e ha trasmesso ieri una circolare, perché non è escluso che la caduta libera della stazione spaziale cinese Tiangon 1, prevista tra il 28 marzo e il 4 aprile, «possa interessare il territorio nazionale».

L'area presunta è a sud dell'Emilia Romagna, per questo la nota è stata trasmessa a tutte le regioni che secondo i monitoraggi sono potenzialmente coinvolte: dal Lazio alla Sardegna. Poi a tutti i ministeri e persino a Bankitalia. La protezione civile ha anche istituito un tavolo tecnico per le valutazioni e per definire i possibili scenari di rischio Partecipa l'Agenzia spaziale italianasi, il consigliere militare di Palazzo Chigi, il dipartimento dei Vigili del fuoco, il ministero della Difesa, il ministero degli Esteri, Enac, Enav e Ispra, commissione speciale di Protezione civile.

tiangong 1TIANGONG 1
LA CIRCOLARE«Questo dipartimento - si legge nella circolare - è stato informato dall'Asi, in qualità di centro di competenza, che il rientro incontrollato in atmosfera della stazione spaziale Tiangong 1 potrebbe interessare il territorio nazionale». Secondo l'Asi, «la caduta dei frammenti è al momento prevista nel periodo tra il 28 marzo e il 4 aprile all'interno della fascia di dispersione nelle regioni a sud dell'Emilia Romagna inclusa. La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo, potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro». 

I RISCHI L'altezza orbitale del Palazzo Celeste, nome assai evocativo che corrisponde alla traduzione in italiano di Tiangopng 1, a metà gennaio 2018 si aggirava intorno ai 270 chilometri di quota. La navicella, fuori controllo dal 2016, ha perso molto del peso iniziale (8,5 tonnellate) e non è affatto detto che i suoi frammenti arrivino in Italia. Attualmente i rischi riguardano una fascia enorme: 42,7 gradi di latitudine a Nord e 42,7 gradi a Sud. 

Ossia New York, Barcellona, Beijing, Chicago, Istanbul, Rome e Toronto. Di certo i frammenti, che precipiteranno a circa 300 chilometri orari, non genereranno un cratere sia per la bassa velocità, sia per la massa. Il rischio, seppure remoto, è che le scorie possano contenere idrazina, un composto dell'azoto che può provocare danni al sistema nervoso in caso di contatto. Ma la maggior parte dei detriti sarà bruciata mentre rientra nell'atmosfera.

TIANGONG 1TIANGONG 1
Finora sulla terra sono cadute 30mila tonnellate di materiale analogo e non si sono mai verificati incidenti. Secondo gli studi degli esperti, la possibilità che qualcuno venga realmente colpito è davvero minima. 

Gli eventi di questo tipo sono così rari che non esistono comportamenti di autotutela codificati. Il sito della protezione civile, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, fornisce comunque alcune «indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all'impatto». 

tiangong 1TIANGONG 1
IL CONSIGLIO Il primo consiglio è quello di stare lontani da finestre e porte vetrate, all'interno degli edifici, i posti strutturalmente più sicuri dove rifugiarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti». Infine si raccomanda: «Chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti».

Fonte: qui

VITTORIO FELTRI: “IL MONTE DEI PASCHI È SUL PUNTO DI TIRARE LE CUOIA. MESI FA IL GOVERNO LO SOSTENNE CON 7 MILIARDI DI EURO PROLUNGANDONE L'AGONIA, E OGGI, NONOSTANTE I SOLDI DEI CITTADINI, È DI NUOVO CON L'ACQUA ALLA GOLA”

SUL CROLLO DEL TITOLO PESA LA FUGA DEL FONDI STRANIERI, SOPRATTUTTO DI QUELLI SPECULATIVI COME CARLSON E PAULSON CHE TEMONO L'ALLEANZA FRA LEGA E M5S (CHE VORREBBERO MPS NAZIONALIZZATA)

Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”

Ci risiamo. Il Monte dei Paschi di Siena è in coma e sul punto di tirare le cuoia.
vittorio feltriVITTORIO FELTRI
Mesi fa il governo lo sostenne regalandogli 7 miliardi di euro prolungandone l' agonia, e oggi, nonostante la cospicua donazione, avvenuta grazie ai soldi dei cittadini, è di nuovo con l' acqua alla gola.

Cosa abbia fatto con i finanziamenti pubblici non è dato sapere. Si sa soltanto che questa banca non è capace di stare in piedi, forse per asineria di chi l' ha malamente amministrata, e merita di crepare evitando atroci tormenti ai contribuenti italiani.
i grandi debitori mpsI GRANDI DEBITORI MPS

Non c' è verso di ottenere delle spiegazioni a riguardo del suo sostanziale fallimento. Tutti tacciono sui veri motivi dello sfascio e soprattutto non vengono castigati coloro che l' hanno provocato. I buzzurri del governo, che al momento non vengono sostituiti, non hanno fornito spiegazioni sulle ragioni del crac e si sono limitati a versare quattrini in quantità mostruosa nella palude, senza combinare alcunché.

In sostanza il Monte ha incassato una fortuna e si ignora a quale fine l' abbia usata, visto che esso seguita ad essere in perdita e a navigare in alto mare. Siamo di fronte a un fitto mistero e cresce il sospetto che l' istituto di credito sia assediato da ladri patentati o da avvoltoi. Non esiste anima che abbia svelato le cause di un simile patatrac. È noto solo che lo Stato ha sganciato alla banca 7 miliardi a capocchia per salvare l' insalvabile.

padoan montepaschiPADOAN MONTEPASCHI
Capitali sottratti ai contribuenti con la finalità di far sopravvivere provvisoriamente un organismo morto di cronica imbecillità. I responsabili dell' orribile pasticcio non hanno pagato di tasca e neppure sono stati penalmente perseguiti, a dimostrazione che i farabutti dai colletti bianchi non subiscono mai alcuna sanzione, mentre i poveracci soffocati dal fisco sono condannati a chiudere le loro attività. Siamo disgustati da questo andazzo e pretendiamo invano un minimo di chiarezza che non ci sarà.

Chi ha ottenuto dal Monte ricchi prestiti e non ha restituito un euro l' ha fatta franca. 

Perché? 

Che senso ha imbottire di liquidi gente insolvente e massacrare con folli imposte artigiani e piccole aziende in difficoltà? 

L' esecutivo, in pratica, aiuta i farabutti e distrugge le persone perbene, lavoratrici indomite. 

La obiezione è rivolta a Padoan e ai suoi scherani.
Un' ultima osservazione.
IL TITOLO MPS MONTEPASCHI DA LUGLIO 2015 A GENNAIO 2016IL TITOLO MPS MONTEPASCHI DA LUGLIO 2015 A GENNAIO 2016

Il bordello dei Paschi di Siena è stato esaminato recentemente dalla Commissione parlamentare presieduta da Pierfurbi Casini, che ha sfogliato carte mesi per fare chiarezza sulla nefanda vicenda e cercarne i colpevoli. Risultato: nessuna soluzione e tutti assolti. Sette miliardi buttati nel cesso del Monte non scandalizzano i nostri politici, sempre pronti a mettere mano al portafogli allo scopo di agevolare i mascalzoni.

Casini intanto è passato dalla Democrazia cristiana all' Udc berlusconiana per finire nei postcomunisti del Pd. Così, allegramente, è ancora in Parlamento.
L' indennità se l' è garantita. Delle porcate bancarie le cui spese gravano su di noi, chissenefrega.

2 - I FONDI STRANIERI SCENDONO DAL MONTE
Camilla Conti per il Giornale

mpsMPS
I broker di Borsa la chiamano «spirale ribassista» che per i non addetti ai lavori può tradursi in «caduta libera». È quello che sta succedendo a Mps: il titolo dell' istituto di Rocca Salimbeni ieri lasciato sul terreno un altro 3,36% sprofondando a 2,78 euro. Solo nell' ultimo mese il calo è stato del 18,3 per cento.

Ma cosa è cambiato negli ultimi giorni per destabilizzare il titolo? Certo, l' uscita dal guado è lunga e complicata, come ha detto a più riprese lo stesso ad Marco Morelli. Il Monte è tornato in Piazza Affari lo scorso 25 ottobre a 4,55 euro ad azione, una cifra già inferiore ai 6,49 euro pagati dal Tesoro, azionista di controllo con quasi il 70%, per ricapitalizzare la banca ed evitarle il fallimento. Lo Stato ora fa i conti con una perdita potenziale (ovvero se dovesse vendere oggi) di oltre tre miliardi a fronte di un investimento complessivo di circa 5,4 miliardi.

montepaschi viola profumoMONTEPASCHI VIOLA PROFUMO
Negli accordi presi con l' Europa l' ultimo atto del salvataggio 2017 passa per una fusione che permetta al Tesoro di Pier Carlo Padoan - per altro eletto in quota Pd proprio nel collegio di Siena all' ultime elezioni - di uscire senza farsi troppo male. Ma più in Borsa il prezzo va giù, più sale il conto da pagare per il disturbo. Nelle sale operative si teme, inoltre, che la Bce possa alzare l' asticella di tagli e risparmi da chiedere alla banca senese che ha chiuso il bilancio dell' anno scorso con un rosso di 3,5 miliardi. E che quindi serva un altro aumento di capitale entro la fine dell' anno.

Chi ci metterà i soldi? In quel caso andrà trovata o con una soluzione di mercato, ma di cavalieri bianchi al momento non se ne vedono, o «alla Santander» commenta un analista riferendosi al salvataggio «di sistema» in Spagna del Banco Popular arrivato a un passo dal bail in.

montepaschi mussariMONTEPASCHI MUSSARI
Altre fonti finanziarie spiegano il crollo del titolo con la fuga del fondi stranieri, soprattutto di quelli speculativi come Carlson e Paulson (il manager che aveva costruito la posizione su Mps è rientrato nei tagli allo staff dell' hedge fund decisi la settimana scorsa) che si starebbero liberando delle azioni senesi. Il motivo non va cercato solo nello stato di salute del Montepaschi, ancora precario. Ma anche nel risultato delle ultime elezioni: l' eventuale alleanza fra Lega e Cinque Stelle vedrebbe al governo due forze politiche che vorrebbero Mps nazionalizzata, così il cda tornerebbe a parlare senese.

Uno scenario che fa tremare i fondi contro i quali, per altro, i grillini si erano scagliati al tempo dell' approvazione del decreto sulla conversione dei bond subordinati. Preoccupati anche per l' effettiva mole dei cosiddetti Utp (unlikely to pay) ovvero i crediti per i quali la banca ritiene improbabile un rimborso integrale che possono poi diventare sofferenze.
RENZI MPSRENZI MPS

In testa alle «principali svalutazioni cumulate relativi a titoli di capitale emessi da soggetti classificati tra le inadempienze probabili; si legge nel bilancio 2017, c' è la Sorgenia della famiglia De Benedetti (43,6 milioni) che compare anche in testa all' elenco delle principali svalutazioni effettuate nel corso dell' esercizio con (2,9 milioni). Alla data di chiusura del bilancio il Monte ha 408 posizioni relative a creditori che hanno fatto domanda di concordato in «bianco» per un' esposizione netta di 242,4 milioni e 9 posizioni relative a creditori che hanno fatto ricorso all' istituto del concordato con continuità aziendale per un' esposizione netta di circa 3,4 milioni.

Fonte: qui

ROMA SPROFONDA! – UNA VORAGINE SI APRE SULL’APPIA: QUASI INGHIOTTITE DUE AUTO

IL CEDIMENTO PROVOCATO DA INFILTRAZIONI D’ACQUA DOPO LA PIOGGIA DEI GIORNI SCORSI 

Il 13 MARZO UN’ALTRA BUCA SI ERA APERTA SU CIRCONVALLAZIONE GIANICOLENSE 

UN MESE FA LA VORAGINE ALLA BALDUINA - VIDEO


Rinaldo Frignani per www.corriere.it
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Ancora voragini a Roma. L’ultima si è aperta alle 15 di giovedì pomeriggio sulla circonvallazione Appia 97 e ha quasi inghiottito due auto. Sul posto vigili del fuoco e polizia insieme con i vigili urbani che hanno chiuso gli accessi alla zona.


Strada chiusa
A provocare la voragine, poco più di un mese dopo il crollo del cantiere alla Balduina, sarebbero state le infiltrazioni d’acqua seguite alla pioggia dei giorni scorsi. Non ci sarebbero feriti ma quella parte di circonvallazione è adesso isolata. La grossa buca è larga tre metri per cinque e profonda 6 metri. Il 13 marzo scorso un’altra voragine si era aperta su circonvallazione Gianicolense, coinvolgendo due auto in sosta. Sul tema buche e strade dissestate, sempre giovedì, dall’assessorato ai Lavori pubblici del Campidoglio fanno sapere che «sono già partite le gare e la presentazione delle domande si chiuderà la prossima settimana. Più o meno dopo Pasqua le gare saranno assegnate e verranno quindi programmati i lavori secondo le criticità rilevate, in raccordo con i Municipi».
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La messa in sicurezza
Dalle 15 le squadre del Comando di Roma dei vigili del fuoco sono intervenute all’altezza del civico 97 e hanno iniziato l’opera di recupero delle due autovetture, una Fiat Panda e un’Alfa Romeo, rimaste in bilico sulla voragine. Sul posto anche personale Speleo alpino fluviale dei vigili del fuoco e il funzionario di servizio sempre dei pompieri. 

Fonte: qui

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Baby gang armata, bloccati 19 minorenni

(ANSA) - SAN GIORGIO A CREMANO (NAPOLI), 22 MAR - Una baby gang composta da diciannove minori si era data appuntamento alla stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano con l'intento di compiere atti criminali nel vicino comune di Sant'Anastasia: l'intervento tempestivo degli agenti della Polizia Municipale, con il supporto della Polizia di Stato, ha consentito che si evitasse il peggio. Ai ragazzini sono stati sequestrati due coltelli a serramanico, due tirapugni, manganelli, una spranga, una mazza da baseball e perfino una fiocina modificata a cinque punte. Dagli interrogatori è emerso anche che utilizzavano un gruppo whatsapp per organizzare i raid armati: qui concordavano i luoghi di incontro, i territori, i coetanei da prendere di mira e le armi da utilizzare.
Dei passanti, nei pressi della stazione Circum, hanno notato un folto gruppo di giovani, alcuni con il volto coperto da passamontagna, che si intratteneva con atteggiamenti sospetti, brandendo armi. Immediato l'allarme alla Polizia Municipale.

Fonte: qui