Ieri è uscito il libricino della Federal Reserve e all’improvviso sono tornati in augue i teorici dell’inflazione di mia nonna…
Fed: Beige Book, economia continua a espandersi, crescita salari solo modestaL’economia statunitense ha continuato a espandersi a un passo tra il “modesto” e il “moderato” tra marzo e l’inizio di aprile. Lo ha reso noto la Federal Reserve nel suo Beige Book, il rapporto pubblicato ogni sei settimane sullo stato di salute dell’economia statunitense e condotto nei 12 distretti in cui opera la banca centrale. Il documento è stato elaborato tenendo conto di informazioni raccolte fino al 9 aprile e sarà utilizzato nella prossima riunione della Fed, in programma i prossimi 1 e 2 maggio. …America 24
Ovviamente oggi l’ignoranza impera, basta che uno dica che aumentano i prezzi dell’acciaio e tutti a gridare all’inflazione…
Fed: Beige Book, atteso rialzo prezzo acciaio, segnali di costi scaricati su consumatoriSulla base delle informazioni raccolte nei 12 distretti in cui opera, la Federal Reserve ha registrato un “generalizzato” aumento dei prezzi dell’acciaio, “talvolta notevole”, per via dei dazi imposti dall’amministrazione Usa sul metallo importato nella prima economia al mondo. E’ quanto emerge dal Beige Book, il rapporto pubblicato ogni sei settimane sullo stato di salute dell’economia statunitense. (…) Dal rapporto emerge che le aziende Usa “si aspettano un ulteriore aumento dei prezzi nei mesi a venire, specialmente per l’acciaio e i materiali per le costruzioni”. Non solo. La Fed ha osservato segnali “sparsi” di aziende che “con successo stanno passando l’aumento dei prezzi ai consumatori nei settori manifatturiero, IT, dei trasporti e delle costruzioni”.
Con successo? Ma fatemi un piacero, andate a guardarvi i dati degli ultimi quattro mesi delle vendite al dettaglio, ma quale successo, ma finiamola di scrivere fesserie.
Fed: Beige Book, aziende preoccupate da dazi Trump, “stanno uccidendo” lavoroSaranno anche “in generale ottimisti” sull’outlook americano, ma le aziende americane sembrano temere l’effetto negativo dato dai dazi che l’amministrazione Trump ha introdotto (su pannelli solari, lavatrici, acciaio e alluminio) o che si prepara a fare scattare su una vasta gamma di prodotti Made in China. E’ quanto emerge dal Beige Book della Federal Reserve. Il rapporto, redatto raccogliendo informazioni nei 12 distretti in cui la banca centrale Usa opera, vengono citate due fonti secondo cui le tariffe doganali ventilate contro la Cina “rappresentano un rischio notevole”. In un caso a lamentarsi è stato un produttore di giocattoli la cui produzione dipende per il 75% dalla Cina. In un altro “i dazi punitivi” sull’alluminio cinese hanno già avuto un forte effetto sui prezzi. Questo contatto, riferisce la Fed, ha detto che “questi dazi stanno uccidendo aziende e lavori manifatturieri ben pagati in America”. L’esatto opposto di quanto sostenuto dal presidente americano Donald Trump.
Questo è naturale, sono mesi e mesi che vi scriviamo che l’amministrazione Trump, non ha la più pallida idea di quello che sta combinando, con i dazi e la guerra commerciale, nessuna analisi reale, ma come vi abbiamo raccontato nell’ultimo manoscritto, la storia insegna che il protezionismo non porta necessariamente al rialzo dell’inflazione, figurarsi oggi in mezzo alla più colossale deflazione da debiti della storia.
Ogni cosa a suo tempo sotto il cielo aspettate che crolli l’economia e la finanza si disintegri nuovamente, aspettate che esplodano le bolle immobiliari in circolazione a livello globale di cui parleremo insieme a Machiavelli e poi vedrete dove finirà l’inflazione.
Ripeto lasciate perdere la parola inflazione, guardate quello che è accaduto ieri in Inghilterra dopo che le sirene dei mercati hanno ripreso a cantare la solita nenia, vedrai ora la Bank of England, alzerà i tassi…
Gb, inflazione frena a minimo da un anno, dubbi su stretta tassi a …
LONDRA (Reuters) – Inatteso raffreddamento in Gran Bretagna per l’inflazione, che a marzo ha toccato il minimo da un anno, secondo i numeri resi noti oggi, che potrebbero smontare le scommesse su un nuovo ritocco verso l’alto dei tassi da parte di Banca d’Inghilterra il mese prossimo.
Deflazione da debiti, questa è la parola regina oggi per comprendere la crisi, studiate Fisher, studiate Minsky, lasciate perdere altre fesserie.
Se il fantasma dell’inflazione bussa a Wall Street
E ricomincia la solita nenia, sui rischi inflattivi, sai cara bisogna fare attenzione al petrolio, può fare esplodere i prezzi, sai anche il protezionismo, sta facendo salire i prezzi ovunque, peccato che alla fine dipende tutto dai consumatori se saranno disposti a seguire questi aumenti. La solita nenia, un’altra occasione per continuare ad acquistare i nostri tesorucci.
Lo scorso settembre, la Bank for International Settlements ha stimato che esistevano ben 25.000.000.000.000, 25 trilioni di dollari in debiti e derivati denominati in dollari nel sistema finanziario offshore.
Come scrive SaxoBank, il mondo non può permettersi un altro incidente nel finanziamento in dollari, una vagala che è già stata parzialmente messa in moto dai tagli alle imposte societarie di Trump, che stanno incoraggiando le società statunitensi a rimpatriare centinaia di miliardi di dollari dagli Stati Uniti e contemporaneamente sta prosciugando liquidità dal sistema offshore in dollari.
Fmi: allarme debito, record di 164mila mld $ nel 2016, oltre picco 2009Il Fondo monetario internazionale ha lanciato l’allarme debito: nel mondo ha raggiunto “massimi storici, essendo arrivato al picco record di 164mila miliardi di dollari nel 2016, equivalente al 225% del Pil mondiale”. Nel suo Fiscal Monitor, il rapporto pubblicato oggi nell’ambito degli Spring Meetings in corso a Washington, l’istituto guidato da Christine Lagarde spiega che “attualmente il mondo è più indebitato del 12% del Pil rispetto al picco precedente raggiunto nel 2009, con la Cina che fa da capofila”.
Pur prevedendo che “il rapporto debito/Pil in generale scenderà nel corso dei prossimi cinque anni in circa due terzi delle nazioni”, Gaspar avverte: ciò succederà solo se i Paesi manterranno fede ai loro impegni. “Non c’è spazio per compiacersi”. E nell’anticipare che quasi tutte le economie avanzate il debito scenderà, l’esperto ha posto l’accento su una eccezione: gli Stati Uniti. Per lui e per il Fondo “è meglio evitare stimoli inutili quando l’attività economica sta già accelerando”. Gaspar ha concluso dicendo che “nessuno può prevedere con precisione l’andamento delle economie dei Paesi. Ma l’esperienza dimostra che i governi di successo sono quelli che si preparano in vista di tempeste all’orizzonte”.
Ma quale discesa del debito, il rapporto debito/Pil non scenderà mai nei prossimi cinque anni, una nuova crisi globale sta per arrivare, un’autentica bomba deflattiva, ci sono troppe bolle economico/finanziarie ed immobiliari in circolazione, nessuno che studi davvero cosa è una deflazione da debito e le sue dinamiche storiche ed empiriche. l’unica ed ultima opzione rimasta in piedi è la ristrutturazione e i default di massa…
DEFLAZIONE DA DEBITI: COSA POTREBBE ACCADERE …
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