9 dicembre forconi: 12/02/17

sabato 2 dicembre 2017

ESPLODE LA RIFORMA FISCALE DI TRUMP!

Qualche giorno fa, il Cicciobomba ha lanciato un altro dei suoi meravigliosi petardi, questa volta più in alto di sempre, in grado di raggiungere Washington dicono gli americani, non si capisce perché non direttamente su Wall Street, la più grande bisca clandestina al mondo, che non scende neppure se l’atomica cade direttamente “over the counter”.
Pensa che l’altroieri qualche buontempone era preoccupato per il crollo dei tecnologici, roba da ridere per un anno intero, ieri invece, qualche analista o giornalista prezzolato, ha scritto che il rialzo record è stato alimentato dalla speranza per la riforma fiscale che verrà approvata, come se un rialzo di oltre il 25 % in un anno fosse stato alimentato da Babbo Natale. La Casa Bianca ha ribadito che grandi progressi sono stati fatti e che la riforma verrà approvata entro fine anno.
Qualche giorno fa, quelli del Census Bureau, hanno riferito che il deficit commerciale è salito per l’ennesima volta, ora siamo di ben 4 miliari di dollari circa, più in alto del settembre dello scorso anno, il bello è che l’esport è sceso di di circa il 5,5 % complessivamente e le importazioni sono salite del 7,1%, e meno male che il dollaro era debole, segnale negativo per il pil e il pretesto per Trump di urlare la prossima guerra commerciale.
La commissione Bilancio del Senato, ha approvato la più spettacolare presa per i fondelli della classe media mai realizzata nella storia in America, una riforma che, secondo il Center on Budegt and Policy Priorities,se approvata e qui ho i miei dubbi, ridurrebbe le tasse per quasi la metà solo a chi ha redditi sopra i 500 mila dollari all’anno, ovvero meno del 1 % dei contribuenti americani, mentre per il 38 % andrà a vantaggio solo di chi guadagna oltre un milione di dollari.
Italiani popolo di fessi scriviamo spesso, ma gli americani, la classe media, sono dei perfetti idioti ad avere votato mister Polenta.
Per non parlare dell’esplosione del debito che verrà, esplosione che i repubblicani vogliono arginare tagliando la spesa sanitaria e la previdenza sociale, la spesa pubblica tranne quella militare ovviamente. 
C’è più ottimismo per l’approvazione da parte dei repubblicani al Senato Usa della loro bozza di riforma fiscale. La commissione Bilancio di quest’aula del Parlamento americano ha approvato il testo della legislazione, un passo procedurale chiave affinché la bozza possa essere messa al voto al Senato intero.
Con 12 sì e 11 no, il Gop ha così superato un ostacolo. Il via libera c’è stato grazie a due senatori repubblicani, il cui “Sì” non era certo. Si tratta di Bob Corker e Ron Johnson.
Al Senato, il Gop ha 52 seggi quindi può permettersi solo due defezioni dando per scontato che i democratici e gli indipendenti votino contro la riforma che ridurrebbe temporaneamente le aliquote per le persone e in modo permanente quelle per le aziende. (America24)
Chi vivrà vedrà, ma al senato Lisa Murkowski (Alaska), Susan Collins (Maine), John McCain (Arizona) e Jeff Flake (Arizona) hanno tutti ampie riserve e Trump può permettersi solo due defezioni.
McCain il guerrafondaio, sembra che sia passato di la, probabilmente hanno promesso qualche nuova guerra o un aumento della spesa militare.
Mentre il Senato, forte del sì promesso da John McCain, si prepara a mettere al voto la proposta di riforma fiscale messa a punto dai repubblicani, sono arrivate nuove stime poco entusiasmanti sui suoi effetti sui conti pubblici americani.
Secondo il Joint Committee on Taxation – l’organismo che ufficialmente calcola l’impatto delle misure fiscali – quella bozza farebbe aumentare il deficit federale di oltre mille miliardi di dollari in dieci anni anche tenuto conto della crescita economica che il provvedimento innescherebbe.
L’analisi rappresenta un problema per l’amministrazione Trump e il Gop, che hanno sembre cercato di vendere la riforma sostenendo che si finanzierà con la crescita economica; con essa – è la loro tesi – si coprirà il buco che si creerà con la mancanza di entrate dovuta al taglio delle aliquote. America 24
Quello che è certo, è che con l’uomo del nuovo miracolo americano per fessi contribuirà a far esplodere il deficit USA e di conseguenza il debito complessivo, un potente narcotico per l’inflazione, lunga vita alla deflazione da debiti e cieli blu perenni per i nostri tesorucci in attesa della prossima crisi, senza fretta però, lo spettacolo deve continuare.
Ieri Ichan uno speculatore, caro amico di Trump, ha fatto finta di non capire questa improvvisa euforia dei mercati, di essere sorpreso,

Carl Ichan: I am surprised by the euphoria in stock markets

  • Sono sorpreso dall’euforia nei mercati azionari
  • È molto difficile prevedere cosa succederà nei mercati azionari
  • … penso che ci sia un po ‘di esuberanza
  • Quando ci sono dinamiche di queste dimensioni, devi essere cauto perché arrivano le correzioni
  • È difficile trovare titoli sottovalutati
Tu pensa che questo volpone oltre due anni fa suggeriva che il suo amico Trump aveva ragione a dire che i mercati americani erano in una bolla mai vista prima, mentre ora dopo un rialzo di oltre il 40 % suggerisce che c’è un po di esuberanza…
Nulla cambia, le volpi fanno festa, i polli si preparano ad essere arrostiti!
Fonte: qui

Usa, il Senato approva la riforma fiscale di Trump

Con 51 voti a favore contro 49 il Senato approva la riforma fiscale. Primo grande successo per Trump. Previste riduzioni delle tasse per le imprese
Di un soffio ma ce l'ha fatta. Nel pieno del ciclone per il Russiagate, con l'ex segretario alla Sicurezza Flynn che ha ammesso di aver mentito all'Fbi, il presidente Trump porta a casa la riforma fiscale da 1500 miliardi di dollari. La prima grande riforma targata "The Donald" da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca.

Il Senato degli Stati Uniti l'ha approvato con 51 voti a favore e 49 contrari. La prossima settimana inizieranno i colloqui tra il Senato e la Camera dei Rappresentanti, che ha già approvato la propria legge fiscale. Le due camere ora devono mettere nero su bianco un unico disegno di legge da inviare a Trump per la firma. Il presidente preme affinché il capitolo si chiuda presto, entro la fine dell'anno. Intanto esulta: "La più grande legge fiscale e il più grande taglio di tasse della storia è appena passato al Senato - scrive su Twitter -. Ora questi grandi Repubblicani andranno al passaggio finale. Grazie Camera e Senato repubblicani per il vostro grande lavoro e impegno".
La riforma fiscale era ed è un tema cruciale per i repubblicani, in vista delle elezioni di medio termine del novembre 2018, quando dovranno difendere la loro maggioranza al Congresso. Appuntamento che sarà anche il primo vero test importante per la presidenza Trump. Nessuno tra i democratici ha votato per il disegno di legge, ma il partito dell'asinello non aveva i voti per bloccarlo poiché il Gop al Senato gode di una maggioranza di 52 contro 48. E' mancato un voto ai repubblicani, quello del senatore Bob Corker, presidente della Commissione Esteri, che da settimane è in polemica con Trump su diversi temi, dal taglio delle tasse alla politica estera. Alla vigili del voto, però, si temevano altre defezioni, viste le perplessità (poi rientrate) espresse dai senatori Jeff Flake e Susan Collins. Alla fine non è stato neanche necessario il voto del vicepresidente Usa Mike Pence, che in casi di perfetta parità può esprimere la propria preferenza nella veste di presidente del Senato.
Il senatore Bill Cassidy ha elogiato il disegno di legge: "Le famiglie lavoratrici e le famiglie a reddito medio in tutta la nazione staranno meglio. Le famiglie che negli ultimi otto anni non hanno fatto bene inizieranno a fare meglio". Come dicevamo Trump è soddisfatto, e vuole chiudere al più presto la sua prima importante riforma.

Ecco cosa prevede la riforma fiscale

Per sostenere il taglio delle tasse previsto un aumento del debito pubblico pari a 1,5 miliardi di dollari nel corso di un decennio. L'obiettivo, come ripetuto decine di volte da Trump, è quello di rivitalizzare l'attività economica e accelerare la crescita sopra il 3%. L'asse della riforma è la riduzione delle tasse alle imprese, dal 35% al 20%, che il Senato prevede per il 2019 e la Camera vuole sia immediata. Inoltre si riducono le aliquote fiscali ai privati, passando da sette a quattro: del 12%, 25%, 35% e 39,6%.
Previsti tagli alle tasse per famiglie e persone, anche se il Congressional Budget Office ha già messo le mani avanti, dicendo che solo il 44% degli americani otterrà una riduzione annuale di più di 500 dollari. Lo speaker della Camera Paul Ryan, invece, si è detto convinto che la riforma farà risparmiare ad una famiglia media almeno 1.182 dollari all'anno. Un emendamento inserito nella riforma cancella l'obbligo di acquistare un'assicurazione medica, come previsto dall'Obamacare.
Quella di Trump è la riduzione fiscale di maggiore entità che sia mai stata varata negli ultimi trent'anni in America. Per trovarne una così importante bisogna risalire, infatti, al 1986, con l'allora presidente Ronald Reagan (Tax Reform Act).
Fonte: qui


LA RUSSIA VARA UN PIANO DA 7,2 MILIARDI PER TRE ANNI PER FRONTEGGIARE LA CRISI DEMOGRAFICA

SI TRATTA DI UN BONUS BEBE’ DI 150 EURO AL MESE PER LE FAMIGLIE PIU’ POVERE 

LO STATO VERSERA’ ANCHE 6500 EURO ALLE DONNE CHE DANNO ALLA LUCE IL SECONDO O TERZO FIGLIO

Giuseppe Agliastro per “la Stampa”

PUTIN E IL BACIO ALLA BIMBAPUTIN E IL BACIO ALLA BIMBA
La Russia scivola di nuovo verso una graduale quanto inesorabile riduzione della sua popolazione. Vladimir Putin vuole cercare di metterci una pezza con una serie di misure a sostegno delle nascite che costeranno allo Stato 7,2 miliardi di euro nel prossimo triennio.
Ma per molti quello del leader del Cremlino non è altro che populismo pre-elettorale.
La maggiore novità è un bonus bebè di circa 150 euro al mese per i genitori meno abbienti che hanno il loro primo figlio.

L' assegno sarà pagato fino a quando il bambino avrà raggiunto un anno e mezzo e alle casse dello Stato costerà due miliardi di euro in tre anni. Gli aiuti prevedono però anche il prolungamento fino alla fine del 2021 del versamento di 6500 euro per le madri che danno alla luce il loro secondo o terzo bambino, e persino aiuti statali per pagare gli interessi sul mutuo per la casa.

PUTIN BACIA LA MANO A UN BIMBOPUTIN BACIA LA MANO A UN BIMBO
Ma si tratta davvero di misure efficaci? Su questo punto non tutti sono d' accordo. E molti esperti ritengono che quella di Putin sia in realtà l' ennesima - e azzeccata - mossa elettorale in vista delle presidenziali di marzo. «In quanto a propaganda, Putin ha già vinto la campagna elettorale», ha commentato il politologo Valery Solovey, professore dell' Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, che evidentemente non ha alcun dubbio sul fatto che l' attuale presidente russo intenda correre per un altro mandato di sei anni, anche se ufficialmente non si è ancora candidato.

PUTIN E L ABBRACCIO ALLA BIMBAPUTIN E L ABBRACCIO ALLA BIMBA
Il nuovo pacchetto di aiuti alle famiglie con bambini stona innanzitutto con i recenti tagli alla spesa pubblica in un paese in cui la povertà è in aumento, e con il mancato adeguamento all' inflazione delle già troppo spesso misere pensioni. «Non ci sono soldi, ma lei resista», aveva detto un anno e mezzo fa il premier Medvedev a una vecchietta che si lamentava per le basse pensioni.

Parole che avevano scatenato ilarità e indignazione. Ma se la patria ha bisogno di figli, i soldi improvvisamente saltano fuori. Secondo Tatyana Maleva, direttrice dell' Istituto di Analisi e previsioni sociali dell' Accademia nazionale dell' Economia, la situazione demografica non è delle migliori non solo a causa della bassa natalità ma anche e soprattutto per l' alta mortalità.
PUTIN IN POSA CON UN BIMBOPUTIN IN POSA CON UN BIMBO

Anche se la speranza di vita in Russia è aumentata - spiega - per risolvere il problema demografico bisognerebbe prima di tutto migliorare la qualità dei servizi medici e promuovere stili di vita più sani. Anche perché - dice con sarcasmo - non hanno ancora inventato sussidi per lottare contro la morte.

Anche il direttore dell' Istituto di demografia della Scuola superiore di economia, Anatoly Vishnyevsky, nutre seri dubbi sull' efficacia del nuovo pacchetto per aumentare la natalità. La recente riduzione delle nascite - spiega - è dovuta al calo delle donne in età fertile: a sua volta una diretta conseguenza del crollo della natalità nei terribili Anni Novanta. Insomma, se 25 anni fa la tremenda crisi economica seguita al disfacimento dell' Urss portò le coppie ad avere meno figli, adesso logicamente ci sono meno donne che hanno l' età per diventare madri.
«Se ci sono meno mamme ci sono meno bambini e non è possibile aumentare il tasso di natalità al punto da compensare questa riduzione», dice ancora Vishnyevsky criticando i nuovi provvedimenti.
PUTIN E IL BACIO SULLA PANCIA A UN BAMBINOPUTIN E IL BACIO SULLA PANCIA A UN BAMBINO

Tra gennaio e ottobre, in Russia sono nati un milione e 420 mila bambini, il 10,7% in meno rispetto allo stesso periodo dell' anno scorso. La riduzione naturale della popolazione in 10 mesi è stata pari a 115.000 persone. In pratica così è stata subito cancellata tutta la crescita del triennio 2013-2015, di cui andava tanto fiero il governo russo. «La riduzione andrà avanti forse per 15 anni», sostiene Vyshnyevsky. Il motivo? Le donne tra i 18 e i 35 anni - ovvero l' età in cui si concentra il 90% delle maternità - erano 18,9 milioni nel 2016, saranno 16,9 milioni nel 2018 e scenderanno a 15 milioni nel 2024.
PUTIN GIOCA A FILOTTO E PERDE CONTRO I BAMBINIPUTIN GIOCA A FILOTTO E PERDE CONTRO I BAMBINI

Non tutti però nutrono perplessità sulle misure per incentivare le nascite. Secondo l' economista Nikita Krichevsky, si tratta di «aiuti molto sostanziosi» per le famiglie, che possono servire a «raggiungere risultati efficaci». «Dal punto di vista materiale - dice - lo Stato fa quello che può, e per questo non possiamo che ringraziarlo».
PUTIN E IL BEBEPUTIN E IL BEBE

Il rischio per la Russia è che la popolazione in età lavorativa si riduca di 600.000 persone l' anno nei prossimi sei anni. Eppure Mosca non fa che abbassare il numero di immigrati che possono entrare nel paese con un permesso di soggiorno temporaneo: nel 2016 erano 126.000 l' anno, nel 2018 saranno appena 90.000. Gli immigrati forse fanno bene all' economia, ma non portano voti.

Fonte: qui

ECCO LA GIUSTIZIA IN ITALIA - A FIRENZE UN UOMO CON DUE FIGLIE FEMMINE RIENTRA A CASA E TROVA UN LADRO ...

PER DIFENDERSI LUI E I SUOI FAMILIARI, PRENDE A PUGNI IL CRIMINALE 

E COSA SUCCEDE? FINISCE A PROCESSO E ALLA FINE LO CONDANNANO 

E AL LADRO? NULLA, E’ LIBERO DI RAPINARE ANCORA…

Giuseppe Cruciani per “Libero Quotidiano”

Dicono che la legge sulla legittima difesa funzioni così com'è e non sia necessario fare nulla per cambiarla. Dicono pure, a sinistra, che alla fine il negoziante (o il semplice cittadino) che spara al ladro e magari lo ammazza se la cavi con poco, al massimo il disturbo di qualche comparsata in tribunale. Balle.

Andatelo a raccontare a Simone P., un cinquantenne fiorentino di professione magazziniere. La sua storia è incredibile, e viene fuori soltanto adesso per la volontà dell'interessato di proteggere la figlioletta, rimasta traumatizzata da quell' episodio.

FURTOFURTO
Racconta dunque Simone: «Era il 17 agosto del 2015, due anni fa. Tornavo dal mare con la mia bambina, che allora aveva dieci anni, e dopo aver preso un gelato in piazzale Michelangelo intorno a mezzanotte arriviamo a casa. Entriamo, lei va verso il bagno e improvvisamente comincia a urlare. C'era una persona, un ladro, avrà avuto tra i venti e i venticinque anni. Un rom. Lui mi spinge per scappare, e io non ci ho più visto. Ho pensato solo alla ragazzina, ai pericoli che poteva correre».

BIMBA TRAUMATIZZATA
tribunaleTRIBUNALE
Continua Simone, nella testimonianza che io stesso ho raccolto alla radio: «Sono un ex calciante, cioè un giocatore di calcio storico fiorentino, e ho fatto vent' anni di pugilato. Dunque sono messo bene. Devo dire la verità: gli ho menato davvero. E d' altronde che cosa ne so di quello che poteva avere in mano? Allora sono partito col sinistro, poi con il destro, gli ho spaccato subito il setto nasale, gli ho buttato giù un paio di denti e lui è finito per terra. Intanto i vicini stavano chiamando la polizia».

«È vero - dice ancora - ci sono andato giù pesante. Lo insultavo e lo picchiavo, lui ha sbattuto pure la testa per terra. Ma che cosa dovevo fare? C' era la mia piccoletta e pensavo soltanto a quello». «Mia figlia - prosegue - è rimasta traumatizzata. Per mesi non è riuscita a dormire da sola, non riusciva a stare senza di noi. Anche adesso è seguita da uno psicologo dell'ospedale Meyer, e quando vede un extracomunitario, uno straniero, scappa subito...».

LADRO IN AZIONELADRO IN AZIONE
Poi Simone torna a quella notte di agosto: «Ho subìto un processo per lesioni aggravate, il rom si è presentato in carrozzina in tribunale per intenerire il giudice, e in effetti ci è riuscito. Alla fine mi sono beccato una condanna di un anno e sei mesi con la condizionale, e sette mesi li ho passati agli arresti domiciliari. Oltre a questo, tremila euro di danni, e per fortuna il mio avvocato è riuscito a ridurre il risarcimento a 1500 euro. Che comunque gli ho dovuto dare».

E l'altro, il ladro? «Lui nulla, non ha subito nulla. Nessuna condanna. Nessun giorno di galera. Ve lo posso giurare sulla mia famiglia, l'ho visto girare in centro a Firenze tranquillo, come se nulla fosse. Questa è la legge, questa è la giustizia italiana. Io ho pagato, il bandito no».

LEGGE ASSURDA
tribunaleTRIBUNALE
Peraltro, dopo la condanna in primo grado Simone dice di aver rinunciato a presentare appello: «Non volevo più avere a che fare con questa storia, volevo buttarmi tutto alle spalle. È una cosa mia, la bambina era rimasta sconvolta. Non ho fatto più nulla. Però - aggiunge - se mi ritrovassi nelle stesse condizioni, solo in casa con la bambina, farei esattamente le stesse cose. Toccatemi la famiglia e divento una belva».

Per riassumere: un onesto lavoratore con due figlie femmine rientra a casa, trova un malvivente che certo non è lì per offrire pasticcini e bevande, lo picchia per difendersi e difendere i suoi familiari, lo mettono sotto processo e alla fine lo condannano pure. Il ladro? Libero di rapinare ancora. Sì, la legge funziona. Proprio alla grande.

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PIGNATONE RICORRE IN APPELLO CONTRO LA SENTENZA DEL PROCESSO “MONDO DI MEZZO” CULMINATO NELLE CONDANNE A 20 ANNI PER CARMINATI E 19 PER BUZZI

PER LA PROCURA DI ROMA L’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE ERA “DI STAMPO MAFIOSO”

(ANSA) - La procura di Roma ha depositato oggi l'appello contro la sentenza emessa il 20 luglio scorso dai giudici della X sezione del tribunale a conclusione del processo cosiddetto Mondo di Mezzo culminato nelle condanne, tra gli altri, di Massimo Carminati a 20 anni di reclusione, e Salvatore Buzzi a 19 anni. Nell'impugnazione la procura ribadisce che l'oggetto del processo è stata una organizzazione di stampo mafioso.

Nel ricorso, firmato dal procuratore Giuseppe Pignatone, gli aggiunti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini ed il sostituto Luca Tescaroli, la procura ribadisce il proprio impianto con particolare riferimento all'esistenza di una sola organizzazione di stampo mafioso guidata da Carminati e Buzzi. I giudici di primo grado hanno invece riconosciuto l'esistenza di due distinte associazioni per delinquere semplici, annullando l'aggravante della matrice mafiosa.

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SI DIMETTE IL SOTTOSEGRETARIO AL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, LA SENATRICE ANGELA D’ONGHIA

‘PRENDO ATTO DEL FALLIMENTO DEL MIO PROGETTO DI RIFORMA NEI SETTORI ARTE, MUSICA E DANZA. SONO DELUSA E AMAREGGIATA’
valeria fedeli 4VALERIA FEDELI 4

La Senatrice Angela D'Onghia (prima Scelta Civica, poi indipendente) ha rassegnato le dimissioni da sottosegretario al Ministero dell'Istruzione e Università (MIUR) e continuerà a svolgere il mandato parlamentare affidatole dagli elettori fino alla naturale scadenza della legislatura. A darne l'annuncio in una nota la stessa sottosegretaria: "Le ragioni di queste dimissioni sono nella presa d'atto del fallimento dell'impegno assunto oltre tre anni fa - si legge - in forza della delega conferita dalla Ministra Giannini e successivamente confermata dalla Ministra Fedeli, di completare la riforma del sistema AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica: ossia le Accademie di Belle Arti, i Conservatori e le Accademie di danza) introdotta in ordinamento dalla legge n.508/99 e rimasta inattuata per 17 anni".
angela d onghia 2ANGELA D'ONGHIA 

"Nonostante il cantiere aperto nel lontano 2014 sotto la guida della sottosegretaria D'Onghia , con il titolo beneagurante di "Chiamata alle arti" e tre lunghi anni di discussione sulle proposte normative avanzate dal tavolo tecnico appositamente costituito sulle diverse aree delegate dalla legge del '99 - prosegue la nota - nulla di concreto è stato realizzato, la montagna ha partorito il solito topolino. L'unico risultato, infatti, è rappresentato dall'emendamento alla finanziaria, in corso di approvazione, per il finanziamento degli Istituti musicali pareggiati e delle Accademie non statali, che rischierebbero il collasso finanziario"

angela d onghia 1ANGELA D'ONGHIA 
"Questo - sottolinea D'Onghia - nel mondo da cui provengo, che è quello della società civile e produttiva del nostro Paese, significa un nulla di fatto, una ulteriore proroga per procrastinare problemi irrisolti". Tre anni perduti nel rincorrere una riforma, doverosa, avvertita come necessaria dagli operatori del sistema e indispensabile per far crescere i musicisti e gli artisti di domani. Una riforma per la valorizzazione delle eccellenze italiane, che nel mondo danno voce alla nostra identità nazionale, promuovendo il sistema Paese e il made in Italy.

valeria fedeli 2VALERIA FEDELI 
"Sono delusa e amareggiata, non accetto la rassegnazione che prevale negli ambienti ministeriali nonostante le mie continue sollecitazioni. La mia candidatura e il mio impegno politico sono stati guidati dalla volontà di poter contribuire al cambiamento e al miglioramento di questo Paese. Sarebbe necessario un impegno comune, un lavoro di squadra costante, delle sinergie che non possono essere garantite da singole personalità, nemmeno dalle più carismatiche e volitive. Mi auguro - conclude - che le mie dimissioni possano risvegliare la politica del fare"

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Which Snowflake Will Trigger the Financial Avalanche?

Loose monetary policy has dumped billions of dollars of easy money into the world’s financial systems over the last eight years, pumping up a whole slew of bubbles. We are still on the upside of the business cycle, with stock markets hitting record levels it seems like on a daily basis. But if history serves as any kind of indicator, a crisis is on the horizon.
What will precipitate it? That’s the proverbial $64,000 question.
Jim Rickards has compared financial crises to an avalanche. Snow piles up becoming increasingly unstable. Eventually, it reaches the point when all it takes is one more snowflake to set off an avalanche.
Credit Crisis in China
Earlier this month, Mint Capital strategist Bill Blain predicted that “the great crash of 2018 is going to start in the deeper, darker depths of the credit market.” Hearing this, most Americans will immediately think of debt piling up in the US. But Rickards says China is actually in an even bigger credit bubble. He uses an anecdotal story to illustrate this point.
I was out in the countryside south of Nanjing not too long ago, visiting some of China’s famous ghost cities. I was with some Communist Party officials and provincial officials who were behind it all. Everything I saw, construction as far as the eye can see, magnificent in scope, was all empty. I’ve seen it firsthand. I turned to one of these officials and said, ‘This is all debt finance. This is all empty, so you have no revenue to pay the debt. So how are you gonna pay the debt?’ And he said, ‘Oh, we can’t. But Beijing’s going to bail us out.’ Not we hope Beijing will bail us out — but Beijing will bail us out.
“That isn’t an isolated viewpoint. It’s widespread.”
Rickards points out that Beijing has its own issues. It’s not going to be able to provide the expected bailout. The credit bubble will burst and the Chinese have no idea about how to deal with it.
Failure to Deliver Gold
A large portion of the gold market is “paper gold.” Rickards contends the paper gold market is so manipulated that we don’t even have to speculate about it anymore. It’s well documented that the whole thing rests on a very small base of physical gold.
I describe the market as an inverted period with a little bit of gold at the bottom and a big inverted pyramid of paper gold resting on top.”
Rickards explains that even though the total amount of gold in the world is growing, the amount of available gold (floating gold) to back paper transactions is actually shrinking. Meanwhile, you have bullion banks like USB selling an ounce of gold 10 times over. That means you have 10 claims for every ounce of gold. What happens when a large number of people show up and say, “I want my gold, please. “?
The custodian won’t be able to give it to them. What if a major institution wants its gold but can’t get it? That would be a shock wave. It would set off panic buying in gold, and inflation expectations — now subdued — could spiral out of control.”
Geopolitical Shock
We’ve been saying geopolitical risk is the new normal. The focus has primarily been on tensions between the US and North Korea in recent months. But it’s gotten to the point where people just kind of shrug when Pres. Trump and Kim Jong Un start blustering at each other.
Earlier this week, the North Koreans launched another ICBM. Some reports say Kim Jong Un can now target anyplace in the US. It hardly registered as a blip in the financial markets. As we get used to living with a certain level of uncertainty and turmoil, it becomes normal – like background noise. But as Rickards points out, that doesn’t mean the risk suddenly ceases to exist. Things could easily spin out of control.
When a rogue North Korea builds a nuclear program capable of targeting the world’s sole superpower, that’s a snowflake. When China asserts territorial dominion over the South China Sea that pits it against key US allies, that’s a snowflake. When Saudi Arabia is roiled by internal strife and seems on a collision course with Iran throughout the entire Middle East, that’s a snowflake.”
Which Snowflake?
So, which snowflake will trigger the avalanche? Nobody knows. It’s impossible to predict exactly which snowflake will be the last snowflake – the one that sets the avalanche in motion. Most snowflakes fall harmlessly, but as Rickards says, they ultimately make the avalanche worse by building up the snowpack.
The way to think about it is that the triggering snowflake might not look much different from the harmless snowflake that preceded it. It’s just that it hit the system at the wrong time, at the wrong place. To switch metaphors, it’s like the straw that breaks the camel’s back. You can’t tell in advance which straw will trigger the collapse. It only becomes obvious afterward. But that doesn’t mean you can’t have a good idea when the threat can no longer be ignored. The system is getting more and more unstable, and it might not take that much to trigger the avalanche.”
Fonte: qui

Entro il 2027 la Russia avrà Rudolph, il sistema in grado di abbattere satelliti

La Russia nell'ambito del nuovo programma di governo per le armi negli anni 2018-2027 svilupperà il complesso militare anti-satellite Rudolph.
Lo ha comunicato il dirigente del Ministero della Difesa Oleg Achasov, che ha letto la relazione del nuovo programma al Consiglio della Federazione.
In precedenza alcune imprese attive nel settore della difesa e dei rappresentanti del Ministero avevano ripetutamente annunciato lo sviluppo di armi anti-satellite, in particolare il progetto Bylina del gruppo KRET.
Del complesso Rudolph, Achasov ha parlato pubblicamente per la prima volta, aggiungendo che oltre a questo del complesso, la Russia creerà il complesso terrestre e mobile di distruzione radioelettronica dei satelliti di comunicazione "TIRADA —2S".
Inoltre nel nuovo piano statale di dotazioni belliche figurano anche la realizzazione del sistema missilistico strategico "Sarmat", del caccia multifunzionale Su-35 C, di missili ipersonici, dei sistemi anti-missile S-500 e di altri tipi di armi.
Il nuovo piano statale di armamento fino al 2027 è all'esame del governo e non oltre il 15 dicembre sarà trasmesso all'amministrazione presidenziale.
Fonte: qui

A FOGGIA DON GIOVANNI TROTTA FILMAVA I BAMBINI MENTRE LI VIOLENTAVA

AL PROCESSO DUE 15ENNI E UN 16ENNE HANNO RACCONTATO I PARTICOLARI DEGLI ABUSI, DALLE FOTO NUDI SCATTATE A CASA DEL RELIGIOSO AGLI ATTI SESSUALI CUI ERANO OBBLIGATI 

IL PRETE E’ STATO GIA’ CONDANNATO A 8 ANNI PER UN ALTRO ABUSO -VIDEO


Davide Falcioni per https://www.fanpage.it

DON GIOVANNI TROTTADON GIOVANNI TROTTA
Tre ragazzini, due di 15 anni e uno di 16, hanno raccontato ieri in aula, di fronte ai giudici, gli abusi sessuali subiti fino a qualche anno fa dall'ex sacerdote Giovanni Trotta, 56enne che all'epoca dei fatti era allenatore di quei giovani in una squadra di calcio giovanile della provincia di Foggia.

Nel processo che si sta svolgendo dinanzi al Tribunale di Foggia, il prete è imputato per violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori. I tre minorenni sono stati chiamati a testimoniare sugli abusi subiti.

DON GIOVANNI TROTTADON GIOVANNI TROTTA
Replicando alle domande dei pubblici ministeri baresi, competenti su Foggia per il reato di pedopornografia, che hanno coordinato le indagini, Simona Filoni e Domenico Minardi, i tre hanno confermato ogni particolare, dalle foto nudi scattate a casa del sacerdote agli atti sessuali a quali erano sottoposti, mimando gesti e raccontando episodi. Hanno chiesto che i loro genitori potessero restare fuori dall'aula e, per ore, tra lacrime e imbarazzo, hanno ricordato quei momenti.

Giovanni Trotta, già condannato in primo grado ad otto anni di reclusione per violenza sessuale di un 11enne, è accusato in questo procedimento penale di altri nove presunti casi di violenze nei confronti di altrettanti minorenni di età compresa, all'epoca, fra i 12 e i 13 anni. I fatti risalgono a tre anni fa.
PRETI PEDOFILIPRETI PEDOFILI

Trotta avrebbe violentato cinque giovanissimi affidati alla sua custodia, in quanto dirigente e allenatore della squadra di calcio frequentata dai bimbi, nonché loro docente di lezioni private, e ne avrebbe abusato nella sua casa singolarmente o in gruppo, fotografandoli durante gli atti sessuali. Il sacerdote inoltre è accusato di pornografia minorile e divulgazione di materiale pornografico e adescamento di altri quattro 12enni attraverso le chat di Whatsapp e Facebook.

Fonte: qui

A CATANIA PADRE PIO GUIDOLIN COSTRINGEVA I RAGAZZINI A COMPIERE ATTI SESSUALI COSPARGENDO I LORO CORPI DI OLIO SANTO 

ALLE VITTIME RACCONTAVA CHE ERANO “RITI DI PURIFICAZIONE PER LENIRE LE SOFFERENZE INTERIORI” 

UNO DEI MINORI CHE SI ERA RIFIUTATO E AVEVA RACCONTATO TUTTO ERA STATO ISOLATO DALLA COMUNITÀ DEI FEDELI, DEVOTI AL SACERDOTE

Fabio Albanese per www.lastampa.it

Padre Pio GuidolinPADRE PIO GUIDOLIN
Per almeno tre anni un sacerdote che operava nella parrocchia del popolare quartiere Villaggio Sant’Agata, alla periferia sud di Catania, avrebbe abusato di ragazzini che gli venivano affidati dalle famiglie, impaurendo quelli che non volevano sottostare ai suoi «riti», compiuti con tanto di olio santo. I carabinieri lo hanno arrestato questa mattina dopo una indagine della Procura Distrettuale di Catania: Padre Pio Guidolin è accusato di violenza sessuale aggravata su minori.
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Secondo le indagini il sacerdote, che è già da tempo sosttoposto a provvedimenti cautelari anche da parte della Curia di Catania, sfruttava il suo ruolo e, «approfittando della condizione di particolare fragilità di diversi ragazzini (minori degli anni 14), provati da vicende personali che li avevano turbati, li aveva costretti a subire e compiere atti sessuali, cospargendoli con l’olio santo (prelevato dai locali della Chiesa), ammantando i suoi gesti di una valenza spirituale e proponendoli ai minori quali “atti purificatori”, in grado di lenire le loro sofferenze interiori», come informa una nota della procura di Catania.
Padre Pio GuidolinPADRE PIO GUIDOLIN

L’inchiesta ha accertato che uno dei ragazzini si era rifiutato di sottostare a questi «riti» e aveva rivelato gli abusi ma per questo motivo era stato isolato dalla comunità dei fedeli, molto devoti al sacerdote. Anzi, quando le voci si sono trasformate in forti sospetti da parte di alcuni genitori pronti a denunciare, per fermarli padre Pio avrebbe millantato conoscenze nell’ambito della mafia, per intimorirli e farli desistere. Uno di questi genotori però è stato denunciato per favoreggiamento personale perchè, dopo che il figlio era stato sentito dagli investigatori, aveva informato dell’inchiesta il sacerdote. 
Padre Pio GuidolinPADRE PIO GUIDOLIN

Padre Pio Guidolin, molto noto in città per il suo atteggiamento molto affabile e amichevole nei confronti dei fedeli, era già stato allontanato dalla sua parrocchia e trasferito dalla Curia in un’altra chiesa, senza alcun incarico. C’è in corso anche un processo canonico a suo carico. In primo grado, al Tribuale ecclesiastico di Catania, è stato condannato alla «riduzione in stato laicale». Adesso è in corso il processo d’appello davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

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