Qualche giorno fa, il Cicciobomba ha lanciato un altro dei suoi meravigliosi petardi, questa volta più in alto di sempre, in grado di raggiungere Washington dicono gli americani, non si capisce perché non direttamente su Wall Street, la più grande bisca clandestina al mondo, che non scende neppure se l’atomica cade direttamente “over the counter”.
Pensa che l’altroieri qualche buontempone era preoccupato per il crollo dei tecnologici, roba da ridere per un anno intero, ieri invece, qualche analista o giornalista prezzolato, ha scritto che il rialzo record è stato alimentato dalla speranza per la riforma fiscale che verrà approvata, come se un rialzo di oltre il 25 % in un anno fosse stato alimentato da Babbo Natale. La Casa Bianca ha ribadito che grandi progressi sono stati fatti e che la riforma verrà approvata entro fine anno.
Qualche giorno fa, quelli del Census Bureau, hanno riferito che il deficit commerciale è salito per l’ennesima volta, ora siamo di ben 4 miliari di dollari circa, più in alto del settembre dello scorso anno, il bello è che l’esport è sceso di di circa il 5,5 % complessivamente e le importazioni sono salite del 7,1%, e meno male che il dollaro era debole, segnale negativo per il pil e il pretesto per Trump di urlare la prossima guerra commerciale.
La commissione Bilancio del Senato, ha approvato la più spettacolare presa per i fondelli della classe media mai realizzata nella storia in America, una riforma che, secondo il Center on Budegt and Policy Priorities,se approvata e qui ho i miei dubbi, ridurrebbe le tasse per quasi la metà solo a chi ha redditi sopra i 500 mila dollari all’anno, ovvero meno del 1 % dei contribuenti americani, mentre per il 38 % andrà a vantaggio solo di chi guadagna oltre un milione di dollari.
Italiani popolo di fessi scriviamo spesso, ma gli americani, la classe media, sono dei perfetti idioti ad avere votato mister Polenta.
Per non parlare dell’esplosione del debito che verrà, esplosione che i repubblicani vogliono arginare tagliando la spesa sanitaria e la previdenza sociale, la spesa pubblica tranne quella militare ovviamente.
C’è più ottimismo per l’approvazione da parte dei repubblicani al Senato Usa della loro bozza di riforma fiscale. La commissione Bilancio di quest’aula del Parlamento americano ha approvato il testo della legislazione, un passo procedurale chiave affinché la bozza possa essere messa al voto al Senato intero.Con 12 sì e 11 no, il Gop ha così superato un ostacolo. Il via libera c’è stato grazie a due senatori repubblicani, il cui “Sì” non era certo. Si tratta di Bob Corker e Ron Johnson.Al Senato, il Gop ha 52 seggi quindi può permettersi solo due defezioni dando per scontato che i democratici e gli indipendenti votino contro la riforma che ridurrebbe temporaneamente le aliquote per le persone e in modo permanente quelle per le aziende. (America24)
Chi vivrà vedrà, ma al senato Lisa Murkowski (Alaska), Susan Collins (Maine), John McCain (Arizona) e Jeff Flake (Arizona) hanno tutti ampie riserve e Trump può permettersi solo due defezioni.
McCain il guerrafondaio, sembra che sia passato di la, probabilmente hanno promesso qualche nuova guerra o un aumento della spesa militare.
Mentre il Senato, forte del sì promesso da John McCain, si prepara a mettere al voto la proposta di riforma fiscale messa a punto dai repubblicani, sono arrivate nuove stime poco entusiasmanti sui suoi effetti sui conti pubblici americani.Secondo il Joint Committee on Taxation – l’organismo che ufficialmente calcola l’impatto delle misure fiscali – quella bozza farebbe aumentare il deficit federale di oltre mille miliardi di dollari in dieci anni anche tenuto conto della crescita economica che il provvedimento innescherebbe.L’analisi rappresenta un problema per l’amministrazione Trump e il Gop, che hanno sembre cercato di vendere la riforma sostenendo che si finanzierà con la crescita economica; con essa – è la loro tesi – si coprirà il buco che si creerà con la mancanza di entrate dovuta al taglio delle aliquote. America 24
Quello che è certo, è che con l’uomo del nuovo miracolo americano per fessi contribuirà a far esplodere il deficit USA e di conseguenza il debito complessivo, un potente narcotico per l’inflazione, lunga vita alla deflazione da debiti e cieli blu perenni per i nostri tesorucci in attesa della prossima crisi, senza fretta però, lo spettacolo deve continuare.
Ieri Ichan uno speculatore, caro amico di Trump, ha fatto finta di non capire questa improvvisa euforia dei mercati, di essere sorpreso,
Carl Ichan: I am surprised by the euphoria in stock markets
- Sono sorpreso dall’euforia nei mercati azionari
- È molto difficile prevedere cosa succederà nei mercati azionari
- … penso che ci sia un po ‘di esuberanza
- Quando ci sono dinamiche di queste dimensioni, devi essere cauto perché arrivano le correzioni
- È difficile trovare titoli sottovalutati
Tu pensa che questo volpone oltre due anni fa suggeriva che il suo amico Trump aveva ragione a dire che i mercati americani erano in una bolla mai vista prima, mentre ora dopo un rialzo di oltre il 40 % suggerisce che c’è un po di esuberanza…
Nulla cambia, le volpi fanno festa, i polli si preparano ad essere arrostiti!
Fonte: qui
Usa, il Senato approva la riforma fiscale di Trump
Con 51 voti a favore contro 49 il Senato approva la riforma fiscale. Primo grande successo per Trump. Previste riduzioni delle tasse per le imprese
Di un soffio ma ce l'ha fatta. Nel pieno del ciclone per il Russiagate, con l'ex segretario alla Sicurezza Flynn che ha ammesso di aver mentito all'Fbi, il presidente Trump porta a casa la riforma fiscale da 1500 miliardi di dollari. La prima grande riforma targata "The Donald" da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca.
Il Senato degli Stati Uniti l'ha approvato con 51 voti a favore e 49 contrari. La prossima settimana inizieranno i colloqui tra il Senato e la Camera dei Rappresentanti, che ha già approvato la propria legge fiscale. Le due camere ora devono mettere nero su bianco un unico disegno di legge da inviare a Trump per la firma. Il presidente preme affinché il capitolo si chiuda presto, entro la fine dell'anno. Intanto esulta: "La più grande legge fiscale e il più grande taglio di tasse della storia è appena passato al Senato - scrive su Twitter -. Ora questi grandi Repubblicani andranno al passaggio finale. Grazie Camera e Senato repubblicani per il vostro grande lavoro e impegno".
La riforma fiscale era ed è un tema cruciale per i repubblicani, in vista delle elezioni di medio termine del novembre 2018, quando dovranno difendere la loro maggioranza al Congresso. Appuntamento che sarà anche il primo vero test importante per la presidenza Trump. Nessuno tra i democratici ha votato per il disegno di legge, ma il partito dell'asinello non aveva i voti per bloccarlo poiché il Gop al Senato gode di una maggioranza di 52 contro 48. E' mancato un voto ai repubblicani, quello del senatore Bob Corker, presidente della Commissione Esteri, che da settimane è in polemica con Trump su diversi temi, dal taglio delle tasse alla politica estera. Alla vigili del voto, però, si temevano altre defezioni, viste le perplessità (poi rientrate) espresse dai senatori Jeff Flake e Susan Collins. Alla fine non è stato neanche necessario il voto del vicepresidente Usa Mike Pence, che in casi di perfetta parità può esprimere la propria preferenza nella veste di presidente del Senato.
Il senatore Bill Cassidy ha elogiato il disegno di legge: "Le famiglie lavoratrici e le famiglie a reddito medio in tutta la nazione staranno meglio. Le famiglie che negli ultimi otto anni non hanno fatto bene inizieranno a fare meglio". Come dicevamo Trump è soddisfatto, e vuole chiudere al più presto la sua prima importante riforma.
Con 51 voti a favore contro 49 il Senato approva la riforma fiscale. Primo grande successo per Trump. Previste riduzioni delle tasse per le imprese
Di un soffio ma ce l'ha fatta. Nel pieno del ciclone per il Russiagate, con l'ex segretario alla Sicurezza Flynn che ha ammesso di aver mentito all'Fbi, il presidente Trump porta a casa la riforma fiscale da 1500 miliardi di dollari. La prima grande riforma targata "The Donald" da quando il tycoon si è insediato alla Casa Bianca.
Il Senato degli Stati Uniti l'ha approvato con 51 voti a favore e 49 contrari. La prossima settimana inizieranno i colloqui tra il Senato e la Camera dei Rappresentanti, che ha già approvato la propria legge fiscale. Le due camere ora devono mettere nero su bianco un unico disegno di legge da inviare a Trump per la firma. Il presidente preme affinché il capitolo si chiuda presto, entro la fine dell'anno. Intanto esulta: "La più grande legge fiscale e il più grande taglio di tasse della storia è appena passato al Senato - scrive su Twitter -. Ora questi grandi Repubblicani andranno al passaggio finale. Grazie Camera e Senato repubblicani per il vostro grande lavoro e impegno".
La riforma fiscale era ed è un tema cruciale per i repubblicani, in vista delle elezioni di medio termine del novembre 2018, quando dovranno difendere la loro maggioranza al Congresso. Appuntamento che sarà anche il primo vero test importante per la presidenza Trump. Nessuno tra i democratici ha votato per il disegno di legge, ma il partito dell'asinello non aveva i voti per bloccarlo poiché il Gop al Senato gode di una maggioranza di 52 contro 48. E' mancato un voto ai repubblicani, quello del senatore Bob Corker, presidente della Commissione Esteri, che da settimane è in polemica con Trump su diversi temi, dal taglio delle tasse alla politica estera. Alla vigili del voto, però, si temevano altre defezioni, viste le perplessità (poi rientrate) espresse dai senatori Jeff Flake e Susan Collins. Alla fine non è stato neanche necessario il voto del vicepresidente Usa Mike Pence, che in casi di perfetta parità può esprimere la propria preferenza nella veste di presidente del Senato.
Il senatore Bill Cassidy ha elogiato il disegno di legge: "Le famiglie lavoratrici e le famiglie a reddito medio in tutta la nazione staranno meglio. Le famiglie che negli ultimi otto anni non hanno fatto bene inizieranno a fare meglio". Come dicevamo Trump è soddisfatto, e vuole chiudere al più presto la sua prima importante riforma.
Ecco cosa prevede la riforma fiscale
Per sostenere il taglio delle tasse previsto un aumento del debito pubblico pari a 1,5 miliardi di dollari nel corso di un decennio. L'obiettivo, come ripetuto decine di volte da Trump, è quello di rivitalizzare l'attività economica e accelerare la crescita sopra il 3%. L'asse della riforma è la riduzione delle tasse alle imprese, dal 35% al 20%, che il Senato prevede per il 2019 e la Camera vuole sia immediata. Inoltre si riducono le aliquote fiscali ai privati, passando da sette a quattro: del 12%, 25%, 35% e 39,6%.
Previsti tagli alle tasse per famiglie e persone, anche se il Congressional Budget Office ha già messo le mani avanti, dicendo che solo il 44% degli americani otterrà una riduzione annuale di più di 500 dollari. Lo speaker della Camera Paul Ryan, invece, si è detto convinto che la riforma farà risparmiare ad una famiglia media almeno 1.182 dollari all'anno. Un emendamento inserito nella riforma cancella l'obbligo di acquistare un'assicurazione medica, come previsto dall'Obamacare.
Quella di Trump è la riduzione fiscale di maggiore entità che sia mai stata varata negli ultimi trent'anni in America. Per trovarne una così importante bisogna risalire, infatti, al 1986, con l'allora presidente Ronald Reagan (Tax Reform Act).
Fonte: qui
Per sostenere il taglio delle tasse previsto un aumento del debito pubblico pari a 1,5 miliardi di dollari nel corso di un decennio. L'obiettivo, come ripetuto decine di volte da Trump, è quello di rivitalizzare l'attività economica e accelerare la crescita sopra il 3%. L'asse della riforma è la riduzione delle tasse alle imprese, dal 35% al 20%, che il Senato prevede per il 2019 e la Camera vuole sia immediata. Inoltre si riducono le aliquote fiscali ai privati, passando da sette a quattro: del 12%, 25%, 35% e 39,6%.
Previsti tagli alle tasse per famiglie e persone, anche se il Congressional Budget Office ha già messo le mani avanti, dicendo che solo il 44% degli americani otterrà una riduzione annuale di più di 500 dollari. Lo speaker della Camera Paul Ryan, invece, si è detto convinto che la riforma farà risparmiare ad una famiglia media almeno 1.182 dollari all'anno. Un emendamento inserito nella riforma cancella l'obbligo di acquistare un'assicurazione medica, come previsto dall'Obamacare.
Quella di Trump è la riduzione fiscale di maggiore entità che sia mai stata varata negli ultimi trent'anni in America. Per trovarne una così importante bisogna risalire, infatti, al 1986, con l'allora presidente Ronald Reagan (Tax Reform Act).
Fonte: qui