9 dicembre forconi: 11/08/17

mercoledì 8 novembre 2017

A UDINE UN UOMO E’ STATO MULTATO PER AVER LASCIATO APERTO IL FINESTRINO DEL SUO FURGONE PARCHEGGIATO

PER GLI AGENTI IL SUO GESTO AVREBBE POTUTO FAVORE L'AZIONE DI EVENTUALI BANDITI 

“CERCANO DI SCONGIURARE I REATI CONTRO IL PATRIMONIO E INTANTO MI SPILLANO 57 EURO!”

Claudio Cartaldo per il Giornale.it

AUTOMOBILISTA MULTAAUTOMOBILISTA MULTA
Una multa salatissima, per aver lasciato il finestrino dell'auto aperta. Vi direte: impossibile. E invece è successo a Tavagnacco, in provincia di Udine. 

Dove Renato Garibaldi aveva parcheggiato il suo furgone di fronte ad un centro commerciale lasciando aperto il finestrino. 

Eccesso di sicurezza? Forse.

Di certo c'è che i poliziotti lo hanno multato perché in questo modo ha favorito l'azione di eventuali banditi. Tutto accade ai primi di ottobre, come racconta la Stampa. La temperatura esterna è ancora molto calda e nel furgone c'erano alcuni minori italiani e stranieri che il signor Garibaldi ospita nella sua cooperativa.

ATTENTI AL FINESTRINO APERTOATTENTI AL FINESTRINO APERTO
Prima di scendere attiva l'antifurto ma lascia aperto il finestrino del guidatore: non l'avesse mai fatto. Infranto l'art. 158 del codice della strada, che impone a tutti gli autisti e proprietari di mezzi ad "adottare le opportune cautele atte a evitare incidenti ed impedire l'uso del veicolo senza il suo consenso". Alla fine della fiera, la multa è stata di 57 euro. Ma poteva andargli peggio.

"Cercano di scongiurare i reati contro il patrimonio e intanto sottraggono dalle mie tasche 57 euro (16 sono le spese di notifica, ndr) - ha detto alla Stampa Garibaldi -: ho già fatto ricorso al Giudice di Pace contro la multa perché ciò che è accaduto è inaudito. Per quanto riguarda la deterrenza al furto del mezzo, dispongo di un apposito dispositivo, mentre per il suo contenuto preferisco risparmiare i soldi del finestrino rotto.
MULTA AUTOMULTA AUTO

Nel Ducato precedente lo hanno distrutto tre volte, per rubare un' autoradio che non valeva nulla". Garibaldi ha pensato a tutto. 

Per evitare che gli distruggano ogni volta il finestrino, lo lascia aperto e attiva l'antifurto per evitare che si portino via l'auto. Ma alla polizia non va bene. Per la dirigente della sezione della Polizia Stradale di Udine Anna Lisa Mongiorgi, tutto è stato fatto correttamente.

MULTA 1MULTA 
Legge applicata alla lettera e senza sbavature. "Il mezzo era posteggiato in quella zona da oltre due ore - ha detto - Lavoriamo con buon senso e non vogliamo essere rigidi: capita di allontanarsi per qualche istante, ma non era questa la circostanza. Stiamo parlando dell' uscita da un casello autostradale, dove gli episodi criminosi sono in aumento. Certamente meglio una sanzione da pochi euro, 28 se avesse pagato entro cinque giorni dalla notifica, sfruttando il 30% di riduzione prevista dalla legge, che il furto del mezzo".

Fonte: qui

IL BALLO FA BENE AI MUSCOLI, PREVIENE L’ALZHEIMER, FA DIMAGRIRE, AIUTA LA SOCIALITÀ ED È PURE INSERITO NEI PROTOCOLLI DI RIABILITAZIONE CARDIOLOGICA.


Ballare è solo una divertente attività fisica o può diventare anche una prescrizione medica?

In realtà il ballo esercita sull’organismo molteplici effetti benefici: migliora il tono muscolare aumentando la resistenza alla fatica. Giova alla funzionalità delle articolazioni, contrasta l’osteoporosi, migliora la postura.

Durante il ballo la respirazione diventa più profonda con conseguente aumento della ossigenazione di tutti i tessuti. Migliora la condizione cardiovascolare tanto da essere inserito nei protocolli di riabilitazione cardiologica.

tutti a ballare con i bolly masala (1)TUTTI A BALLARE CON I BOLLY MASALA
Ne trae beneficio la pressione che si regolarizza al punto che in molti casi le misure igienico dietetiche associate al ballo evitano il ricorso ai farmaci. I livelli di colesterolo e di trigliceridi si abbassano. I diabetici ne traggono giovamento perché l’attività muscolare metabolizza gli zuccheri.

Tutti a BallareTUTTI A BALLARE
Ovviamente il ballo è un ottimo antidoto all’eccesso ponderale. La coordinazione motoria e soprattutto l’equilibrio vengono stimolati e rafforzati con importanti riflessi soprattutto negli anziani nei quali si riduce così il rischio di cadute e talora di fatali fratture.
Tutti a ballareTUTTI A BALLARE

La memoria viene esercitata perché ogni ballo richiede proprie e diverse sequenze da dover ricordare. E’ stato dimostrato che durante il ballo si producono endorfine così importanti nel contrastare gli effetti negativi dello stress, ma si normalizzano anche i livelli di serotonina e dopamina con effetti positivi sull’ansia e sulla depressione.
TUTTI A BALLARETUTTI A BALLARE

E questi sono solo gli aspetti puramente fisici perché il ballo coinvolge anche la sfera psichica, quella emozionale e relazionale. Favorisce la socializzazione, sollecita il rispetto delle regole e soprattutto degli altri.

ballare a taoranting parkBALLARE A TAORANTING PARK




L’Albert Einstein College of Medicine di New York ha dimostrato che ballare riduce il rischio di Alzheimer perché  le sequenze del ballo comportano la creazione di nuove connessioni tra le cellule cerebrali.

L’Università di Glasgow ha dimostrato un aumento della mineralizzazione dell’osso. L’Istituto Nazionale di Cardiologia di Città del Messico considera la danza una vera e propria terapia per il cuore. Alla Houston University uno studio ha dimostrato che il ballo riduce le probabilità di infarto cardiaco.
balli al golden gate parkBALLI AL GOLDEN GATE PARK

Il reparto di Riabilitazione del San Giuseppe di Milano ha inserito con successo corsi di tangoterapia nei protocolli riabilitativi. Ma anche tanti altri centri impiegano la tangoterapia nelle sequele dell’ictus, nella sclerosi multipla, nella riabilitazione cardiologica, respiratoria, nei disturbi dell’equilibrio.

Non ci sono limiti di età per entrare nel mondo del ballo: nei bambini facilità l’apprendimento, migliora la memoria di fissazione, aumenta l’autostima e favorisce una sana e corretta socializzazione. Negli adulti la danza può essere praticata fino a tarda età compatibilmente con le proprie possibilità e capacità.

Il ballo può essere praticato senza particolari restrizioni perché si tratta di una attività fisica aerobica effettuata in maniera armonica senza particolari sforzi, non  comporta stress perché non è competitivo e coinvolge positivamente sia la sfera fisica che quella psicologica.

Massimo Finzi per Dagospia

SQUALO - AVVISTATO NELL'ADRIATICO UN ESEMPLARE DI 7 METRI TRA ROMAGNA E MARCHE

UNO DEGLI INCONTRI RAVVICINATI SEGNALATO DA DUE SUB CHE SI PREPARAVANO A UN’IMMERSIONE AD APPENA 350 METRI DALLA TERRA 

LA GUARDIA COSTIERA: “NO A BALNEAZIONE E SPORT IN MARE” - FOTO E VIDEO

 

Claudio Del Frate per Corriere.it

SQUALO AVVISTATO NELL ADRIATICOSQUALO AVVISTATO NELL ADRIATICO
La pinna triangolare che emerge dal mare, la sagoma del «bestione» che nuota minaccioso attorno a una barca e sotto il pelo dell’acqua: l’incubo del film di Steven Spielberg «Lo squalo» si è materializzato per due volte nel giro di pochi giorni davanti alle coste del mare Adriatico a cavallo tra la Romagna e le Marche.

In entrambe le circostanze è stata avvistata la presenza del predatore a poca distanza dalla costa. Le segnalazioni sono state ritenute sufficientemente attendibili, tanto che la Guardia Costiera ha emesso un’allerta raccomandando di ridurre al minimo le attività sportive e ricreative in acqua in tutta la zona.

SQUALO AVVISTATO NELL ADRIATICO 2SQUALO AVVISTATO NELL ADRIATICO 
Il primo avvistamento risale al 31 ottobre ed è avvenuto 15 miglia al largo di Rimini : qui alcuni pescatori hanno visto emergere dalla superficie dell’acqua la pinna dorsale di un grande squalo che è rimasto nei paraggi prima di allontanarsi e scomparire. I pescatori sono riusciti a girare anche un breve video con uno smartphone.

Secondo la loro testimonianza lo squalo era lungo circa 7 metri, una dimensione inusitata e comunque molto rara per questa zona di mare. Pochi giorni dopo «Jaws» ha concesso il bis, questa volta un poco più a sud nelle acque antistanti Fano, in provincia di Pesaro. Questa volta l’incontro è stato segnalato da due diportisti che si preparavano a un’immersione subacquea ad appena 350 metri da terra.

squalo bianco 5SQUALO BIANCO 
Identica la scena raccontata dai due testimoni, identiche anche le dimensioni segnalate: si presume che l’esemplare sia lo stesso. Non è stato possibile in questo caso documentare la presenza dell’animale ma l’episodio è stato immediatamente riferito alla capitaneria di Porto a Fano. La capitaneria a sua volta conferma l’accaduto.

«Riteniamo il racconto attendibile - raccontano al telefono dalla località marchigiana - e abbiamo diramato un allerta con alcune raccomandazioni per chi va per mare». «La Guardia Costiera chiede la massima prudenza ai cittadini - si legge nella nota - restano valide le raccomandazioni di rito sconsiglianti la balneazione nonché la pratica di attività ludico-sportive in mare di qualsiasi tipo, in solitaria e con indebito e inopportuno allontanamento dalla costa».

guardia costieraGUARDIA COSTIERA
Ma che tipo di squalo può essere quello che si aggira per l’Alto Adriatico? E la presenza è da ritenere così inusuale? Alcuni esperti si sono spinti a identificare il predatore, in base alle dimensioni, in uno «squalo bianco», cioè la specie più feroce. Un avvistamento analogo era già avvenuto nel mare di Rimini ma si tratta di un fatto risalente al 2002 e ripetutosi sporadicamente.

Mai però l’incontro ravvicinato con l’uomo era avvenuto così sottocosta. Esemplari di quella grandezza si aggirano invece più a sud, nelle acque della Sicilia e anche nel Tirreno. Dal punto di vista dei biologi marini gli avvistamenti sono una buona notizia: significa che la specie è in salute anche nel Mediterraneo e che si è spinta in questa zona alla ricerca di cibo.

Fonte: qui

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Sicilia, arrestato per evasione fiscale il deputato regionale De Luca


Era appena stato eletto nello schieramento di centrodestra che sostiene Musumeci. Avrebbe messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere per evadere un milione e 750mila euro. Altri 8 denunciati a piede libero




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MESSINA - Una bufera politica si abbatte sulla nuova geografia politica siciliana venuta fuori dal voto di domenica perché a Messina, due giorni dopo lo spoglio, è finito agli arresti domiciliari uno dei 70 deputati appena eletti, Cateno De Luca, 5.418 voti conteggiati nelle file dell’Udc. 

Titolare di alcune aziende edili a Fiumedinisi, il paesino dove era sindaco e dove era stato già arrestato tre anni fa per appalti sospetti, De Luca è accusato stavolta per una storia di fatture false prodotte con un meccanismo di scatole cinesi finalizzato ad evadere le tasse per un milione e 750 mila euro. Il tutto insieme a un complice, Carmelo Satta, anch’egli ai domiciliari.

Lo spogliarello a Palazzo dei Normanni

La Guardia di finanza ha notificato il nuovo provvedimento all’alba su disposizione della Procura di Messina diretta dal neo procuratore Maurizio De Lucia. «Stavolta non si potrà parlare di bomba da orologeria», si limita a commentare l’aggiunto Sebastiano Ardita. L’inchiesta era infatti già definita nelle scorse settimane, quando De Luca faceva campagna elettorale per rientrare a Palazzo dei Normanni, nella sede del parlamento siciliano dove aveva avuto un suo momento di notorietà nel 2007 mettendo in scena uno spogliarello di protesta contro l’allora presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè che aveva deciso di estrometterlo dalla commissione Bilancio. Avvolto solo da una bandiera sicula mostrò in aula i tre regali per Miccichè: un piccolo Pinocchio «per le bugie che ha detto sulla commissione», una coppola «perché ho subito un sopruso mafioso» e addirittura una Bibbia tesa allo stesso Miccichè «per convertirsi ai sani principi della politica». E sul profilo Facebook continuava a descriversi come vittima: «Su di me parlano i fatti».

Candidato a sindaco di Messina

Stavolta era pronto per il grande ritorno all’Ars con il centrodestra ricompattato proprio da Miccichè, il leader azzurro bersagliato per settimane sulla presenza nelle liste di tanti «impresentabili». De Luca, pur con la richiesta di condanna a 5 anni per il primo processo, aveva comunque deciso di sfidare tutti, proponendosi addirittura come candidato per la prossima tornata elettorale sullo Stretto, deciso a sostituire l’uscente Renato Accorinti come sindaco di Messina. Progetti adesso ostacolati dalla nuova mazzata che blocca la sua carriera e ripropone ombre imbarazzanti su Palazzo dei Normanni.
Altri 8 indagati

Le indagini ruotano attorno a un reticolo societario che ha al vertice un raggruppamento di imprese, la Fenapi (Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori), in collegamento con un’altra «scatola», la Caf Fe.Na.Pi srl, riconducibile secondo gli inquirenti, direttamente o indirettamente, a De Luca e Satta. Il primo direttore generale di Fenapi, il secondo presidente nazionale della Federazione con sede a Roma in corso Italia, sede inaugurata nell’aprile 2017 con un convegno dal tema emblematico: «Etica del lavoro e famiglia». 

Lo schema prevedeva, stando all’accusa, la creazione di costi inesistenti, trasferendo materia imponibile dal Caf alla Federazione, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima

Di qui un presunto notevole risparmio di imposta. Oltre a De Luca e Satta, sono state denunciate a piede libero altre otto persone. Disposto anche il sequestro preventivo di somme e beni fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf.
La polemica politica

Esplode la polemica politica sull’arresto di De Luca, deputato di “Sicilia Vera”, eletto sotto le insegne Udc. Polemica che si abbatte su un pezzo della coalizione del neo eletto governatore Nello Musumeci. Con Beppe Grillo pronto a tuonare via Facebook: «Non sono passate manco 48 ore e... taaac: primo arrestato negli eletti di Musumeci». Prova a replicare l’Udc assicurando con una nota dell’ufficio stampa nazionale di aver avuto «la massima diligenza nella formazione delle liste elettorali a tutela del partito e dei cittadini-elettori». Ed ancora: «Abbiamo chiesto a candidati e movimenti associati, tra cui anche ‘Sicilia Vera’, il certificato del casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti a tutela dei cittadini e della onorabilità del partito». Risibile spiegazione per il diretto avversario di Musumeci, il deputato regionale M5s Giancarlo Cancelleri, arrivato secondo con 5 punti di distacco, deciso nel rilanciare la sferzata di Grillo: «Da oggi la maggioranza di Musumeci si regge su un arrestato ai domiciliari per evasione fiscale. Senza di lui infatti la maggioranza non c’è. De Luca dovrebbe avere la dignità di dimettersi subito assieme a tutti gli altri impresentabili eletti. Musumeci chieda scusa ai siciliani per quest’onta indelebile». Molto dura anche la presa di posizione di uno degli esclusi eccellenti dalla corsa a Palazzo dei Normanni, il presidente uscente dell’Assemblea regionale Giovanni Ardizzone bloccato, nonostante i suoi 8 mila voti, dal mancato superamento del 5 per cento di sbarramento dei centristi di Alfano e Casini. Penalizzato anche dal successo del giovane Luigi Genovese e dello stesso De Luca, Ardizzone contrattacca ricordando la sua battaglia in parlamento: «La notizia dell’arresto del primo deputato eletto non mi meraviglia. Purtroppo avevo chiesto, inutilmente, che i partiti verificassero gli impresentabili, gente nota all’opinione pubblica, che non risparmia nessun partito. I partiti avevano questo dovere, ma i candidati presidenti dovevano avere la forza e il coraggio di imporre ciò nella formazione delle liste. In questi anni ho tenuto lontana dal Palazzo la mafia, che c’è e resiste e, purtroppo, è tornata. Perché la corruzione è mafia. Mi auguro che Musumeci, che ne ha le qualità, sappia resistere alle sollecitazioni che gli impresentabili sicuramente gli faranno. Se, per necessità, Musumeci si è fatto carico in queste elezioni del loro voto, una volta eletto, dovrà avere il coraggio, che non gli manca, di tenerli fuori».

Fonte: qui

FOIA Documents: FBI Scrambles To Preserve Records In Clinton ‘Uranium One’ Scandal


New FOIA documents are showing proof that the FBI was investigating the “Uranium One” scandal back in 2015. Now, internet sleuths are doing the job of the mainstream media, and have discovered Hillary Clinton’s IT guy trying to strip the former presidential candidate’s name from emails – and that isn’t all.
Months after the Peter Schweizer book Clinton Cash exposed the Russian collusion scheme, along with an article in the New York Times which laid out allegations of criminal malfeasance by the Clintons, their charitable foundation, and several associates, new FOIA documents are shedding light on the scandal being ignored by the mainstream media.
Twitter user Katica (@GOPPollAnalyst) – who notably discovered Hillary Clinton’s IT guy “Stonetear” asking Reddit users how to strip Clinton’s name from archived emails – discovered several Preservation and Records requests sent by an FBI special agent to various agencies involved in the approval of the Uranium One deal on August 28th, 2015, as first published by The Conservative TreehouseKatica found the requests buried in an FBI file released via the Freedom of Information Act (FOIA).
While the Clinton email investigation was launched in March of 2015 after it was revealed that Secretary of State Hillary Clinton used a personal server and non-approved email accounts to conduct government business, reports from August, 2015 revealed that the FBI investigation was actually a criminal probe – though most assumed it was simply covering Clinton’s mishandling of classified information and not the content of her emails.
What Katica discovered is that weeks after the criminal probe began, the FBI sent notices to nearly every agency involved in the Uranium One approval process to preserve records. –iBankCoin
This is very important, and a big deal, considering the agencies who received the request included the Nuclear Regulatory Commission, the U.S. Department of Treasury, the Office of Director of National Intelligence (ODNI James Clapper), The National Counter Terrorism Center, and the U.S. Department of Energy (DOE).

Five days after the initial requestthe same FBI agent sent another round of notifications to the same agencies, adding the National Security Agency (NSA) and the U.S. Secret Service (USSS) to the list.  The next day, September 3rd, 2015, three more agencies were added to the preservation request. Those were: The CIA, the Defense Intelligence Agency (DIA) and the Department of Defense (DOD)
At this point, every single member of the Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS) which signed off on the Uranium One deal was served with a notice to preserve the records. 
The sequence of events highlights a criminal probe starting in early August 2015, followed by notifications to the “Uranium One” CFIUS participants in late August 2015. If you consider the larger Clinton timeline; along with the FBI special agent requests from identified participants; and overlay the Nuclear Regulatory Commission as the leading entity surrounding the probe elements and the fact that the CFIUS participants were the recipients of the retention requests, it seems like too much to be coincidental, and to think this is unrelated to the Uranium One scandal and the more alarming implications.
While the FBI investigation into Hillary Clinton was sold as a simple matter of mishandling of classified material, we now have proof that the FBI set their sights on the Uranium One scandal weeks after they began looking into Hillary Clinton’s emails. It is also known that five FBI field offices and the IRS have been investigating the Clinton Foundation on accusations of pay-to-play and other criminal acts.
Wallace Says HARD NEW PROOF Hillary Clinton Foundation/Bill & State Colluded 4PAY4PLAYS via Doug Band  's 
No wonder the leftist mainstream media is more worried about what Donald Trump feeds koi fish than the major scandal unfolding right before our eyes.


Fonte: qui

LE BUGIE ONG SONO STATE SMACHERATE, NIENTE POLIZIOTTI A BORDO MA ORA LAVORANO CON LA NATO…

Ong e organizzazioni internazionali che hanno fatto fuoco e fiamme sullo stop ai migranti dalla Libia imposto dal Viminale adesso collaborano con la Nato sulla stessa spinosa questione.
Non volevano i poliziotti italiani a bordo delle navi recupera-migranti, ma fanno parte delle rete di collegamenti del nuovo hub Nato a Napoli per la raccolta di informazioni e l’analisi, in Africa e Medio oriente, a cominciare dal terrorismo e dalle migrazioni.
Al punto che Save the children, Oxfam, Care, Intersos, oltre all’Onu, compaiono sul sito ufficiale della direzione strategica dell’Alleanza atlantica per il Sud del Mondo (Nsds Hub) inaugurato lo scorso settembre. Un centro innovativo che per la Nato «raccoglierà, analizzerà e diffonderà informazioni», anche sui flussi migratori.
Sul sito del centro si spiega con chiarezza che «l’hub svilupperà nuovi rapporti con le Organizzazioni Internazionali e le Entità non Nato» ovvero Ong, università e centri studi. Una sezione specifica si occuperà del «coordinamento e rispetto reciproco con le Organizzazioni internazionali e non governative».
Non a caso l’inaugurazione è passata sotto silenzio, ma di fatto si tratta di un importante avamposto di intelligence dell’Alleanza sui temi più caldi. Il 5 settembre, al taglio del nastro, il tenente colonnello Massimo Zaccheroni, che fa parte della struttura ha confermato sulle pagine locali di Repubblica, che «il ruolo delle organizzazioni non governative sarà quello di condividere informazioni e renderle disponibili, un’attività di sharing dei report fatti sul posto dalle ong che però potranno venire anche qui alla base Nato e lavorare con noi: ci sarà una cellula per tutti gli enti non-Nato». E il comandante americano, Alex Bush, ha sottolineato che le informazioni raccolte saranno pubblicate «sul nostro sito tranne ovviamente quelle segrete, che condivideremo solo nella rete interna».
Una buona idea per fronteggiare terrorismo e traffico di esseri umani, ma paradossale rispetto alla levata di scudi delle Ong coinvolte che non volevano neppure i poliziotti italiani sulle loro navi. Una di queste è Oxfam. Il suo rappresentante in Italia, Francesco Petrelli, si è sempre schierato contro gli agenti armati a bordo.
Non solo: cliccando sul link della Ong dal sito del nuovo centro Nato si arriva dritti al dossier di denuncia per «l’inadeguatezza delle politiche europee e le sue conseguenze sulla vita di centinaia di migliaia di migranti e rifugiati». Oxfam si scaglia anche contro l’Italia e il parziale stop dei flussi dalla Libia, però collabora con il centro di raccolta informazioni della Nato. Save the children è un’altra Ong che compare sul sito dell’hub militare.
Pur avendo firmato il codice di condotta del Viminale, la procura di Trapani indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina il comandante della nave Vos Hestia, che l’organizzazione umanitaria ha utilizzato al largo della Libia. E il direttore generale Valerio Neri, appena firmato il codice, riferendosi all’arrivo a bordo di poliziotti italiani, aveva ribadito che «probabilmente non accadrà mai».
Per non parlare del paradosso delle Nazioni unite, che da una parte collaborano con l’hub di Napoli, che raccoglierà informazioni sul traffico di esseri umani, ma dall’altra hanno ripetutamente attaccato l’Italia sul piano per arginare l’arrivo dei barconi dalla Libia appellandosi al sacro totem dei diritti umani.
Fonte: qui