9 dicembre forconi: 07/10/18

martedì 10 luglio 2018

NEGLI OSPEDALI ITALIANI MANCANO 14 MILA MEDICI E 60 MILA INFERMIERI

TRA BLOCCO DEL TURNOVER, RIDUZIONE DEI FINANZIAMENTI E ASSUNZIONI CHE PROCEDONO A RILENTO, CON LE FERIE ESTIVE SALTA IL 30% DELLE ATTIVITÀ DEI REPARTI

Veronica Passeri per “il Giorno”

ospedale medici barellaOSPEDALE MEDICI BARELLA
Mancano complessivamente 14 mila medici negli ospedali italiani, di cui 4 mila anestesisti. E anche 60 mila infermieri. Sul banco degli imputati c' è soprattutto il blocco del turn over ma anche disorganizzazione e riduzione dei finanziamenti alla sanità. D' estate, poi, è il dramma.

All' ospedale pediatrico Gaslini di Genova per la scarsità di anestesisti e infermieri decine di interventi chirurgici programmati fra giugno e agosto saranno rinviati. Assicurati nello stesso periodo solo le operazioni d' urgenza e gli interventi ai pazienti oncologici. Gli ospedali del centro di Napoli sono con gli organici al collasso, non va meglio nel Lazio.

OSPEDALE GASLINIOSPEDALE GASLINI
Garantire ai medici ospedalieri e al personale infermieristico il diritto alle ferie rischia di far saltare almeno il 30% dell' attività di diversi reparti. Insomma, ammalarsi d' estate, avere bisogno di un ricovero o di un intervento - al di là dell' emergenza - è caldamente sconsigliato.

Secondo le stime di alcuni sindacati dei medici a causa della carenza di anestesisti non potranno essere effettuati almeno quattromila interventi chirurgici al giorno, mentre il tempo che si aspetta tra la prenotazione e la prestazione aumenterà del 30 per cento nelle strutture più in sofferenza.

mediciMEDICI
In pratica, al paziente sarà fissato un appuntamento dopo quattro mesi anziché tre o tredici mesi invece di dieci, ma il dato varia in ogni struttura, in base alle patologie e all' urgenza. A Genova è il direttore sanitario del Gaslini Silvio Del Buono a spiegare che «Siamo stati costretti a rinviare molti interventi programmati da giugno in poi e già tutti riprogrammati dopo il 24 settembre perché le procedure per assumere 8 anestesisti e 8 infermieri avviate da tempo stanno procedendo più lentamente di quanto previsto».

sala operatoriaSALA OPERATORIA


Secondo alcune mamme in un solo giorno «sono stati riprogrammati 25 interventi» e Sandro Alloisio, tecnico di laboratorio del Gaslini e responsabile Cgil Funzione pubblica dell' ospedale pediatrico, aggiunge che, oltre alle lentezze burocratiche, «molti infermieri pediatrici sono residenti al Sud e se possono non vengono al Gaslini», preferendo una sede più vicina a casa.

Gli anestesisti, poi, mancano da tempo. Nel Lazio non va meglio: senza assunzioni si rischia la chiusura o l' accorpamento di interi reparti. Del resto, secondo i dati della Cgil, negli ultimi tre anni, tra pensionamenti e mancate assunzioni, c' è stata una perdita di 2.500 unità, di cui 130 all' ospedale San Camillo.

nicola zingaretti presidente regione lazioNICOLA ZINGARETTI PRESIDENTE REGIONE LAZIO
«Le poche assunzioni programmate nel 2018 procedono lentamente. Troppo lentamente - denuncia la Fp-Cgil - per impedire che si verifichino le croniche emergenze nel periodo estivo dovute alla carenza di personale, chiedendo sacrifici ai lavoratori in servizio, la cui età media sfiora i 53 anni.

Nonostante le 1000 stabilizzazioni e l' annuncio della legge sul ricambio generazionale nel Ssr da parte del presidente Nicola Zingaretti e dall' assessore D' Amato, servono tempi più rapidi e un piano assunzionale che riesca a compensare la fuoriuscita di personale».
Insomma, nei prossimi 5 anni si prevedono almeno 7.500 pensionamenti, che arriveranno a 17.500 in 10 anni: secondo i sindacati servono almeno 10 mila assunzioni, il doppio di quanto annunciato dalla Regione.
ospedale del mare napoli 4OSPEDALE DEL MARE NAPOLI

Quadro a tinte ancora più fosche al Sud. Emblematico il caso il Napoli dove gli organici già molto risicati rischiano di essere ancora più sguarniti d' estate.

«Siamo molto preoccupati per le condizioni di tutti gli ospedali del centro storico di Napoli, già in questi giorni molti nostri pazienti si trovano spaesati - avvertono Luigi Sparano e Corrado Calamaro, rispettivamente segretario provinciale e segretario amministrativo della sezione partenopea della Fimmg, la Federazione medici di medicina generale - per l' assenza di servizi ambulatoriali e per il blocco di molte attività chirurgiche di elezione».

Ciliegina sulla torta: la riduzione del personale potrebbe trascinare una ulteriore riduzione dei posti letto - già oggi tra le più basse nel panorama europeo - fino a 40.000 posti letto portando il rapporto al di sotto del 2,5 per mille abitanti, che collocherebbe l' Italia all' ultimo posto in Europa. Fonte: qui

L’ACIDO ACETILSALICILICO, IL PRINCIPIO ATTIVO DELL’ANTINFIAMMATORIO, RIDUCE LE PLACCHE NELLE REGIONI CEREBRALI COLPITE DALL’ALZHEIMER

Viola Rita per www.repubblica.it

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Non solo mal di testa, febbre, influenza e altri stati infiammatori, l'acido acetilsalicilico – l'antinfiammatorio noto come aspirina – potrebbe essere utile anche nell'Alzheimer. Ad affermarlo è un nuovo studio neuroscientifico, guidato dalla Rush Medical University: la ricerca, su modello animale di topo, mostra che il popolare farmaco favorisce lo smaltimento di sostanze tossiche per il cervello, come le placche amiloidi, accumuli che distruggono le connessioni fra cellule nervose e che rappresentano una delle principali manifestazioni dell'Alzheimer. I risultati sono pubblicati su The Journal of Neuroscience.
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LO STUDIO
I ricercatori hanno somministrato acido acetilsalicilico orale a basse dosi in un campione di topi con Alzheimer per un periodo di un mese. In seguito hanno valutato la quantità di placche amiloidi nelle regioni cerebrali maggiormente colpite dall'Alzheimer.

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In base ai risultati, dopo il trattamento con l'aspirina, tali placche erano diminuite. Gli autori hanno anche individuato il possibile interruttore di questo fenomeno. Al centro del meccanismo c'è una proteina, chiamata TFEB, considerata il principale controllore della rimozione degli “scarti”, come gli accumuli di beta amiloide.

Per svolgere questo ruolo la proteina TFEB stimola la produzione di altre sostanze, dette lisosomi, che sono vescicole presenti nelle cellule preposte all'eliminazione dei rifiuti, come veri e propri “spazzini biologici”.
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In pratica, l'acido acetilsalicilico aumenta i livelli della proteina TFEB e dunque la produzione di lisosomi: un processo a cascata che porterebbe alla riduzione delle placche, secondo i risultati dello studio.

Questo fenomeno è stato osservato soprattutto nell'ippocampo, un'importante regione del cervello associata alla memoria. L'attivazione di questo meccanismo cellulare per la rimozione di elementi nocivi per il cervello, spiegano gli autori, potrebbe essere una strategia promettente per rallentare la malattia.

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“Lo studio, pubblicato su una rivista prestigiosa come The Journal of Neuroscience, è interessante - commenta Gianfranco Spalletta, responsabile del Centro per i Disturbi cognitivi e le Demenze dell'IRCCS Santa Lucia, non coinvolto nello studio - perché identifica un meccanismo con cui l'acido acetilsalicilico agisce, in cellule di topo, sul precursore della beta amiloide, riducendo le placche caratteristiche”.

Il risultato è preliminare e su cellule animali, sottolinea l'esperto, ma fornisce un nuovo elemento di comprensione della malattia.

L'ACIDO ACETILSALICILICO
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Che questo composto faccia bene anche al cervello era noto già da vari anni, sottolinea Spalletta: l'acido acetilsalicilico, assunto e indicato per patologie diverse dall'Alzheimer, ha effetti collaterali benefici anche nel prevenire la demenza.

Il composto fluidifica il sangue ed è prescritto in vari pazienti a rischio cardio e cerebrovascolare – spiega l'esperto –. In particolare la fluidificazione del sangue previene la formazione di micro-lesioni cerebrovascolari, che sono potenzialmente dannose sia per l'insorgenza di eventi cardiovascolari come l'ictus, sia, a livello collaterale, per lo sviluppo di malattie neurodegenerative, come le demenze, in pazienti che hanno fattori di rischio per queste patologie”.
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Un altro aspetto interessante, prosegue l'esperto, è che l'acido acetilsalicilico blocca l'azione di un enzima, chiamato GAPDH, che favorisce lo stress ossidativo delle cellule – aggiunge l'esperto.

Bloccando questo enzima – conclude Spalletta – il farmaco svolge un effetto preventivo rispetto alla morte cellulare, l'effetto finale con cui si manifesta l'Alzheimer”.

Così, la strada dell'aspirina potrebbe portare vantaggi non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per le demenze, che colpiscono più di un milione di italiani.

Ad oggi, esistono terapie per rallentare la progressione di queste malattie, ma non c'è una cura risolutiva: in questo quadro, conoscere i fattori di rischio e studiare nuovi percorsi per prevenire o trattare ancora meglio la malattia può essere un elemento chiave. Fonte: qui

DOPO LE DIMISSIONI DI DAVID DAVIS E DI BORIS JOHNSON (CHE SCALDA I MOTORI PER PRENDERSI DOWNING STREET), LA CREDIBILITÀ INTERNAZIONALE DELLA GRAN BRETAGNA È A BRANDELLI

L'EX SINDACO DI LONDRA: "DIVENTEREMO UNA COLONIA" 

ANCHE SE THERESA RIMANESSE, FAR DIGERIRE LA “SOFT BREXIT” A BRUXELLES SARÀ IMPOSSIBILE 

E ANDARE ALLE URNE SENZA UN ACCORDO PORTEREBBE AL CAOS FINANZIARIO…

THERESA MESSA ALLE CORDE E BRUXELLES NON LA SALVERÀ
Francesco Guerrera per “la Stampa”

theresa mayTHERESA MAY
La Brexit ha spinto la Gran Bretagna al centro di una bufera molto «italiana»: un primo ministro che vacilla, nel mirino del proprio partito più che dell' opposizione, con un governo alle corde e una credibilità internazionale a brandelli.

«Tutte cose in cui l' Italia è leader mondiale», mi ha detto un capitano d' industria britannico che si stava strappando gli ultimi capelli dopo l' ennesimo tentativo di suicidio politico della premier Theresa May.

Ricapitoliamo. La May ha iniziato il weekend sulla cresta di un venerdì trionfale in cui sembrava aver imposto agli euroscettici del suo partito l' idea di una «soft Brexit» - un divorzio morbido dall' Unione Europea. «Il primo ministro ha fatto un colpo fantastico» strillava il titolo del «Financial Times», organo normalmente sobrio su tali questioni.
boris johnson 3BORIS JOHNSON 

Sono bastate 48 ore per trasformare il «colpo fantastico» in «autogol clamoroso».
Due giorni prima che le forze ataviche dell' anti-europeismo cominciassero a dilaniare il partito conservatore, come fanno ormai da decenni.

Il primo ad abbandonare il veliero traballante della May è stato David Davis, ministro per la Brexit e veterana testa calda dell' euroscetticismo.

david davisDAVID DAVIS






Davis si è dimesso domenica notte sostenendo che l' approccio soft della May era una presa in giro della volontà popolare pro-Brexit. L' uscita di Davis era mossa prevista ma il «Grande Strappo» è arrivato ieri pomeriggio quando l' istrionico ministro degli Esteri Boris Johnson ha annunciato le dimissioni.

boris johnson 2BORIS JOHNSON 2
Fino a quel momento, Johnson, biondo, rotondo e un po' volgare, era stato una figura tragicomica, a metà tra il giullare di corte e lo studente monello. Fu lui venerdì sera a dire, con stile non proprio anglosassone, che difendere il piano-Brexit della May era come «lucidare un pezzo di cacca».

Per mesi, la May aveva tollerato attacchi come questi per perpetrare un atto di equilibrismo politico: tenersi vicina uno dei suoi più accaniti nemici. Non più. La decisione di lasciare uno dei ministeri più prestigiosi di Westminster ha trasformato Johnson nel leader degli euroscettici.

Cosa succederà adesso?
le dimissioni di boris johnsonLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON
Dopo mesi di negoziati con l' Europa, guerre fratricide tra conservatori e tentennamenti della May, le scelte sono tutte binarie. Sul fronte interno, c' è la possibilità che la May debba affrontare un voto di sfiducia da parte del proprio partito.

Successe a Margaret Thatcher nel 1990 e, come la sua illustre predecessora, la May potrebbe vincere il voto ma essere costretta ad andarsene se la maggioranza non fosse considerata ampia.

brexitBREXIT




La caduta della premier porterebbe quasi certamente a elezioni in cui i laburisti/populisti di Jeremy Corbyn farebbero molto bene. Andare alle urne renderebbe impossibile un accordo con l' Ue sulla Brexit prima della scadenza di aprile del 2019, creando un enorme caos economico-finanziario. Il crollo della sterlina di ieri è solo il trailer del film dell' orrore della Brexit senza accordo.
brexit boris johnsonBREXIT BORIS JOHNSON

L' alternativa è esattamente il contrario: una May che esce rafforzata dagli ultimi travagli e che finalmente governa come vuole. In questo caso, la partita più importante si giocherebbe a Bruxelles e nelle capitali europee.

Al momento, la Commissione europea non ha alcuna intenzione di accettare il compromesso della May. I burocrati europei deridono il piano britannico come «Brexit a buffet» perché permette al Regno Unito di scegliere le regole che vuole seguire e le merci e servizi che vuole esportare all' Ue.

Anche se la May rimane in sella, sarà difficile persuadere Bruxelles a firmare il trattato scritto dai britannici. Le fonti di Downing Street rispondono che la decisione verrà presa non dalla Commissione ma da Berlino, Parigi, Roma e le altri capitali.

uk jeremy corbyn 1UK JEREMY CORBYN 1

Secondo i diplomatici britannici, il governo di Sua Maestà sarà in grado di sfruttare le tante, troppe, divisioni dell' Ue a proprio favore. Ma non siamo vicini al momento della verità. Per il momento, il Regno Unito deve cercare di rimanere unito dietro ad un primo ministro che non è amato nemmeno dai suoi compagni di partito.

Erano in molti, ieri nelle stanze dei bottoni di Londra, a condividere l' amarezza di Carl Bildt, ex-primo ministro svedese e diplomatico di rango: «Questo era un Paese che guidava il mondo. Ora non sa nemmeno guidare se stesso».

JOHNSON, ADDIO AL VELENO "LA BREXIT STA MORENDO" ORA VACILLA IL GOVERNO MAY
Alessandra Rizzo per “la Stampa”

boris johnsonBORIS JOHNSON
Un terremoto nel governo britannico: nel giro di 24 ore si sono dimessi il ministro per la Brexit David Davis e quello degli Esteri Boris Johnson, peso massimo dei Conservatori e volto della campagna per lasciare l' Unione europea.

Una vera e propria ribellione contro la linea morbida imposta da Theresa May nelle trattative per la Brexit che non solo getta nel caos la strategia di Londra, ma minaccia la sopravvivenza stessa della premier. «Il sogno della Brexit sta morendo, soffocato da incertezze inutili», ha scritto Johnson nella sua lettera di dimissioni.
proteste brexit 2PROTESTE BREXIT

Assedio a Downing Street
L' ala euroscettica del partito sta valutando l' ipotesi di un assalto alla leadership di May, con Johnson in prima fila per prenderne il posto.

boris johnson 1BORIS JOHNSON







E le opposizioni le chiedono di fare un passo indietro. «É una nave che affonda», ha detto Jeremy Corbyn, il leader the partito laburista che intravede, magari attraverso elezioni anticipate, la porta di Downing Street.

E Nigel Farage, l' ex leader dei nazionalisti Ukip e uno dei maggiori artefici del referendum sulla Brexit di due anni fa, incalza: «Adesso liberiamoci della pessima Theresa May e rimettiamo la Brexit sul binario giusto».

Il tracollo e l' arrivo di Trump
jeremy huntJEREMY HUNT

Il caos in cui è precipitato il governo arriva quando mancano tre mesi al vertice di ottobre, in cui Londra e Bruxelles dovrebbero in teoria sancire l' intesa, e meno di nove mesi alla data ufficiale della Brexit a fine marzo 2019.

Donald Trump - che anche ieri ha criticato gli alleati Nato per le spese della Difesa - è atteso nel Paese questa settimana, una visita confermata dalla Casa Bianca nonostante il clima a Westminster.

Solo venerdì scorso, May sembrava essere riuscita a ricompattare l' esecutivo intorno al suo piano per i rapporti futuri con la Ue, una «terza via» che prevede un «regolamento comune» per un' area di libero scambio per i beni industriali e il settore agricolo, con possibile supervisione almeno parziale della Corte Europea di Giustizia.

brexit 6BREXIT
In pratica una Brexit morbida. Dopo una riunione fiume nella residenza di campagna di Chequers, il governo aveva sottoscritto il piano e May aveva imposto la «responsabilità collettiva» dei ministri. Ma sono bastate 24 ore perché la conclamata unità andasse in fumo.

La rivolta
Nella notte di domenica sono arrivate le dimissioni di Davis, l' uomo che da due anni gestisce il negoziato, e del suo vice Steve Baker. «Abbiamo concesso troppo e troppo facilmente», ha detto Davis alla Bbc.

theresa may firma la richiesta secondo l articolo 50THERESA MAY FIRMA LA RICHIESTA SECONDO L ARTICOLO 50
«Ora temo che Bruxelles prenderà tutto quello che offriamo e chiederà di più, perché fa sempre così». Davis non ha nascosto il risentimento per essere stato messo sempre più da parte nella trattativa, ormai in larga parte condotta da Downing Street.

A distanza di poche ore sono arrivate le dimissioni, ben più pesanti, di Johnson, con parole durissime verso la «semi-Brexit» della May. «Ci stiamo apprestando a diventare una colonia», ha detto. La sua presa di posizione a favore dell' uscita prima del referendum del giugno 2016 era stata decisiva.
THERESA MAYTHERESA MAY





Adesso le sue dimissioni potrebbero determinare il futuro del governo, tanto più che Johnson aspira alla leadership del partito e questa potrebbe essere la sua ultima occasione.

Laburisti a Westminster
May ha rimpiazzato Davis con Dominic Raab, un altro paladino della Brexit; Raab, finora al dicastero per l' Edilizia, ha poca esperienza, ma mantiene inalterato l' equilibrio di governo tra Brexiteers e Remainers. Al posto di Johnson va Jeremy Hunt.
la diplomazia di boris johnsonLA DIPLOMAZIA DI BORIS JOHNSON

La premier è poi intervenuta ai Comuni per difendere, l' accordo di venerdì. In una seduta a tratti drammatica, è stata interrotta ripetutamente e attaccata da Corbyn, ma ha mantenuto il punto dicendo, «questa è una buona Brexit». Ma è sempre più in bilico.

A Westminster potrebbe essere costretta a cercare una sponda laburista facendo appello ad un' unità nazionale di cui non si vede l' ombra. L' ala euroscettica del partito sta lavorando per trovare i 48 deputati di cui ha bisogno per cercare di deporla.

May paga la storica e mai risolta spaccatura nel partito conservatore nei confronti della Ue, ma anche i suoi tentennamenti, errori e passi falsi. Finora è riuscita a sopravvivere, anche grazie ad un partito laburista che sulla Brexit manca l' affondo, ma non è detto che ci riuscirà anche stavolta. E questo è solo il fronte interno.

Fonte: qui

The $1 Trillion Market Cap Race Is A Zero Sum Game

The stock market values of a few technology companies are increasing at the expense of legacy businesses.
Amazon.com Inc. said Thursday that it bought online pharmacy company PillPack. It also said it was starting a program to recruit local entrepreneurs to make “last mile”package deliveries. Amazon’s share price promptly soared, pushing its stock market value up by $20 billion to $825.6 billion on the day. Alternatively, Walgreens Boots Alliance Inc., Rite-Aid Corp., Cardinal Health Inc., AmerisourceBergen Corp., CVS Health Corp. and Walmart Inc. saw their values drop by a collective $17.5 billion, while FedEx Corp. and United Parcel Service Inc. declined $3 billion.
This seemingly zero-sum outcome underscores how disruptive technology companies are taking market capitalization away from legacy businesses and adding it to their own. They have been so successful that a handful of these technology companies are rapidly closing in on becoming the first to reach $1 trillion in market capitalization on a sustainable basis. Nothing in the last 50 years has seen a period like the current one. As the chart below shows, Petro China briefly became the first company with a $1 trillion stock market value a decade ago, but that was a unique situation.
The next chart shows the impact the so-called FAANMG stocks — Facebook Inc., Apple Inc., Amazon, Netflix Inc., Microsoft Corp., and Google parent Alphabet Inc. — have had on the S&P 500 Index since November 2017. These six stocks alone pushed the S&P 500 up 2.66 percent. The other 494 stocks were collectively down 0.40 percent. Overall, the S&P 500 was up 2.26 percent.
This is not just a U.S. phenomenon. The next chart adds Twitter Inc., Tesla Inc., Alibaba Group Holding Ltd., Baidu Inc., Nvidia Corp. and Tencent Holdings Ltd. to the FAANMGs to form a group we call “The Disruptors.” Since the start of November, this group pushed up the MSCI World Stock Index by 1.61 percent. Every other stock on the planet was collectively down 1.07 percent. Overall the MSCI was up just 0.54 percent.
How big are these 12 stocks? They have a combined market cap of more than $5 trillion and are approaching the size of the Japanese stock market, the third-largest in the world behind the U.S. and Chinese markets. The six FAANMG stocks are just under $4 trillion in value, more than the U.K. stock market, which is the fifth-largest in the world.
It’s unusual for a handful of stocks to get this big and have this much influence on the major averages. In other ways it is not. The next chart shows the percentage of the S&P 500’s market cap that is due to the five largest stocks. In 1964, the top five stocks accounted for more than 25 percent of the index. That percentage fell steadily into the early 1990s, bottoming at 10 percent.
In that light, it would not have been unusual for the top five stocks to account for a large portion of the move in the overall index. As the next chart shows, the largest stock regularly accounted for as much as 9 percent of the market in the late 1960s. For comparison, today’s largest stock, Apple, accounts for 4.2 percent of the S&P 500.
Until recently, the five largest stocks were often in vastly different industries. As the chart below shows, prior to the recent Disruptor explosion, the five largest stocks of a single industry never accounted for more than 9 percent of the S&P 500. That changed after 2013, probably due to the mass adoption of fast LTE mobile phones. The Disruptors account for a record industry concentration of 15.4 percent of the S&P 500.
Many on Wall Street joke that if Amazon sets its sights on your industry, get out while you can. And if Amazon is not involved in your industry, it must not be worth their time. There is an element of truth to any good joke. In more than 50 years of data, we have not seen this kind of zero-sum trading pattern in markets. The 12 Disruptor stocks are growing by leaps and bounds while the rest of the market treads water.