9 dicembre forconi: COME CAMBIERÀ (FORSE) LA MANOVRA DEL GOVERNO DOPO LA SBERLA DI BRUXELLES

venerdì 23 novembre 2018

COME CAMBIERÀ (FORSE) LA MANOVRA DEL GOVERNO DOPO LA SBERLA DI BRUXELLES

C’È CHI VUOLE TENERLA ESATTAMENTE COM’È E CHI, COME SAVONA, VUOLE SPINGERE SUGLI INVESTIMENTI COSÌ DA SFIDARE DAVVERO L’UE A BOCCIARE UN PROGRAMMA DI CRESCITA CHE L’ITALIA ASPETTA DA ANNI 

LA MALFA, VICINO A SAVONA: ‘IL GOVERNO STENDA IN TEMPI BREVISSIMI UN PROGRAMMA TRIENNALE DI OPERE PUBBLICHE. MA PER ORA NON SI METTONO D’ACCORDO…’

COME CAMBIERÀ (FORSE) LA MANOVRA DEL GOVERNO DOPO LA SBERLA DI BRUXELLES
Michele Arnese per www.startmag.it

Che cosa farà il governo dopo che la Commissione europea ha bocciato la manovra? Ossia: se e cosa cambierà l’esecutivo dopo la sberla ricevuta da Bruxelles.
Al di là delle dichiarazioni pubbliche del presidente del Consiglio e dei vicepremier, ci sono due linee che solcano la maggioranza di governo.

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONAGIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA
C’è chi ritiene che l’impostazione della legge di Bilancio non deve cambiare, salvo ritocchi secondari e di limitato impatto. E c’è chi pensa di poter e voler rimodulare l’assetto della manovra per venire incontro ad alcune delle indicazioni giunte da Bruxelles.

Il ministro degli Affari europei, Paolo Savona, secondo le indiscrezioni di Start Magazine, è alla ricerca di soluzioni dal lato degli investimenti. Nel solco di sue recenti proposte illustrate pubblicamente.

In sostanza, la seconda linea all’interno della maggioranza di governo prevede un riequilibrio di risorse tra spese correnti e spese per gli investimenti.

Resta da vedere se i 5 Stelle di Luigi Di Maio saranno disposti a sacrificare una parte delle spese correnti previste per il reddito di cittadinanza. Ma può essere una soluzione utile anche per implementare con più accortezza e senza fretta uno strumento dalla realizzazione non semplice, come hanno rimarcato diversi osservatori e come ha approfondito ieri con Start Magazine l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.

PAOLO SAVONAPAOLO SAVONA
Nell’entourage del dicastero degli Affari europei si vede con favore quanto auspicato oggi in un editoriale su Quotidiano Nazionale da Giorgio La Malfa, economista, già ministro delle Politiche comunitarie e amico di Savona da anni.

Ha suggerito La Malfa direttamente al premier Conte: “Il governo stenda in tempi brevissimi un programma triennale di opere pubbliche; stabilisca quanta parte del programma è già finanziario nel bilancio attuale e quanto invece deve essere spesa aggiuntiva. Rinunzi, in conseguenza di questo, ad alcune delle spese correnti che erano contenute nel progetto del bilancio attualmente in Parlamento”.

Una proposta che tocca anche la parte della manovra sulle pensioni voluta dalla Lega di Matteo Salvini.
PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINIPAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
La parola, ora, a Di Maio e Salvini.



GIORGIO LA MALFA SU QN DEL 22 NOVEMBRE 2018 ”LA CRESCITA CHE NON C’È”

Cari amici,
In questo articolo pongo soprattutto al leader della Lega il problema politico che nasce non tanto dal giudizio europeo sulla manovra ma dai dati oggettivi sulle prospettive dell’economia italiana che scaturiscono dall’ISTAT, dall’OCSE, dal FMI etc.

Il problema è che  la politica economica del governo non è in grado di realizzare l’obiettivo di sostenere l’economia italiana in un momento in cui la congiuntura sta peggiorando. Serve una manovra diversa nella sua composizione. I due partner di governo sono in un tale contrasto fra loro proprio sul tema degli investimenti che mantenere il governo significa NON fare la politica economica necessaria.  Fra qualche mese, quando tutto questo sarà evidente, l’opinione pubblica, specialmente quella del Nord, dove la Lega è più radicata, concluderà che Salvini ha fallito.

Naturalmente per uscire dall’impasse in cui si trova ci vuole molta determinazione. C’è tale determinazione?
paolo savona e giorgio la malfa (3)PAOLO SAVONA E GIORGIO LA MALFA

Giorgio La Malfa


A ottobre, nel presentare la manovra economica, il governo ammise che essa violava gli accordi europei, ma spiegò che si trattava di un complesso di misure capaci far ripartire l’economia italiana. Se fosse così, se cioè la politica italiana violasse le regole europee ma fosse efficace nel far ripartire reddito e occupazione, sarebbe legittimo non tener conto dell’Europa e dichiarare che l’Italia va avanti comunque.

Il vero problema  per il governo è che non è così: l’economia non riparte; anzi, si moltiplicano i segni di crisi, Di conseguenza diventa legittimo temere che anche il deficit possa schizzare oltre il 2,4%.
giorgio la malfaGIORGIO LA MALFA
Dunque il problema non è solo –anzi non è più- il fatto che l’Italia viola i limiti previsti dall’Europa, ma quello che praticamente nessuno crede che la politica del governo sia in grado di contrastare il rallentamento dell’economia e di tenere il deficit sotto controllo. Non lo crede la Commissione Europea, non lo crede l’Ocse, non lo crede il fondo monetario, non  lo crede l’Istat.
Del resto, nessuno nel governo sostiene che l’Italia stia ripartendo. Quindi, nell’interesse dell’Italia, bisogna cambiare immediatamente rotta.

Stamane uno dei ministri più autorevoli ha scritto esplicitamente che <<la strada intrapresa è la sola possibile, purché venga integrata al rilancio degli investimenti pubblici>>. Aumentare la spesa per investimenti mantenendo il bilancio sotto controllo vuol dire ridurre le spese correnti. Cioè riscrivere integralmente la manovra.

Ma è proprio su questo che sta emergendo il problema politico in seno alla maggioranza, perché non vi è accordo sugli investimenti e forse neppure sulla correzione della spesa corrente.
conte e triaCONTE E TRIA
Ma se fra le due componenti del governo non vi è un comune sentire, serve un chiarimento immediato prima che la paralisi politica aggravi la crisi. Conviene che qualcuno nei due partiti di maggioranza cominci a pensare che, come Macron è crollato dal 60 al 25 percento di consensi in 6 mesi, la stessa cosa può avvenire anche agli attuali protagonisti della vita italiana.

Fonte: qui

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Gentilissimo Primo Ministro Dott. Giuseppe Conte

Lettera aperta


Siamo i rappresentanti dell'area politico-programmatica di coloro che i media e l'opinione pubblica identifica ancor'oggi come il “Movimento dei Forconi” che mobilitarono l'intero Paese nel gennaio 2012 ed il dicembre 2013 per evidenziare il disagio di milioni di italiani e opporsi al far-west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro di milioni di italiani, contro questo modello di Europa, per riprendersi la Sovranità popolare e monetaria, per il rispetto della Costituzione contro un Governo di nominati e per difendere la Dignità di tutti gli italiani.

Sosteniamo e apprezziamo quindi ufficialmente le azioni di governo ed i principi che stanno tenacemente cercando di affermare in Europa.
I “Forconi”, sono pronti a sostenerVi con tutti i propri mezzi mettendo a disposizione la nostra “disorganizzazione”, la credibilità e la purezza di valori che ancora oggi l'opinione pubblica ci riconosce e PRONTI COME SEMPRE A SCENDERE NELLE PIAZZE contro queste ignobili, disumane ed usuraie politiche economiche che vengono dettate dalla Commissione Europea e dalla BCE.
La repressione dei mercati finanziari e delle elites neoliberiste, globaliste, predatorie e speculative contro di noi italiani, sarà sempre più feroce! Siamo ad uno scontro epocale tra una visione del mondo basata sulla finanza ed il capitale ed una visione del mondo basata sull'uomo ed il suo diritto.


Con un atteggiamento critico ma nello stesso tempo costruttivo che possa far si che il nostro Paese torni ad essere libero e sovrano con proposte frutto di anni di analisi e valutazioni non dettate da esigenze propagandistiche a scopo elettorale o di visibilità,

La invitiamo a modificare la manovra di bilancio ed utilizzare le somma da spendere per il reddito di cittadinanza (in toto) ed in parte quelle accantonate per la riforma della legge Fornero, per finanziare investimenti e creare lavoro utile e dignitosamente remunerato , in modo da finanziare il processo di crescita economica, in una serie di importanti investimenti e nazionalizzazione di tutti i settori strategici e di interesse nazionale per il Paese con la creazione di necessari e vitali posti di lavoro e non di mero assistenzialismo;
Fornisca direttamente, senza intermediari, servizi di base necessari alla vita del singolo cittadino e che tuteli, in tutte le sue forme il risparmio, rilanciando nel contempo, attraverso la spesa pubblica – un ciclo espansivo per l'economia, che permetta di sviluppare un processo di riallocazione e di rilocalizzazione (no alla globalizzazione e allo sfruttamento degli esseri umani) delle attività produttive, tutelando sia il libero mercato che la piccola e media impresa. Pertanto indichiamo alcuni percorsi fondamentali da seguire nell'immediato:
-Un piano ventennale di investimenti per la ricerca, produzione, immagazzinamento e distribuzione di energie rinnovabili per coprire almeno l'80% del fabbisogno nazionale anche attraverso il nucleare;

-Una rilocalizzazione pianificata e sistematica di tutte le attività (agricoltura, industria, ecc ... ); e la riconversione progressiva di quelle non più utili e nocive con bonifica dei tanti territori inquinati.

-Investimenti diretti da parte dello Stato in tutti i settori strategici del Paese come infrastrutture, trasporti e comunicazioni.

-L'informatizzazione centralizzata della P.A. e lo sviluppo delle "autostrade digitali";

-Attuare un piano di salvaguardia, manutenzione e di riqualificazione energetica, ambientale ed antisismica, degli edifici pubblici e privati con incentivazione agli agricoltori per la manutenzione ordinaria dei terreni e dei territori a rischio idrogeologico;

-Attuare un piano di salvaguardia e di manutenzione straordinario del patrimonio storico, culturale ed artistico;

-Messa a sistema di tutto il comparto collegato all'internazionalizzazione del sistema Italia con la creazione di un'unica regia che dia un indirizzo comune, coordini e supporti le
iniziative di Fiere, Camere di Commercio, Ambasciate, Consolati, ICE, …

-Attuare un piano per il potenziamento del trasporto locale su ferrovia, dei servizi sanitari, della giustizia, della sicurezza e dell'istruzione pubblica;

-Avviare un piano di investimenti per l'educazione alla salute alimentare prima causa di patologie degenerative e tumorali. Priorità nella ricerca della cause delle malattie e non della loro cura. Particolare attenzione alla ricerca farmaceutica per la tutela del cittadino vittima del conflitto di interessi delle aziende farmaceutiche con la verifica di delle proprietà curative di quei farmaci derivati direttamente da prodotti naturali, e pertanto non brevettabili.
Nella speranza di un positivo riscontro per il bene del Paese e delle
nostre future generazioni salutiamo cordialmente,

Martino Morsello
Presidente
Movimento dei Forconi

Adolfo Bottiglione
Segretario Politico
Partito Nazionale 9 Dicembre Forconi per la Sovranità


Francesco Puttilli
Presidente
Partito Nazionale 9 Dicembre Forconi per la Sovranità


Fonte: qui


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