9 dicembre forconi: La Turchia invade la Siria: vittime fra i civili nei raid contro le milizie curde

giovedì 10 ottobre 2019

La Turchia invade la Siria: vittime fra i civili nei raid contro le milizie curde


La Turchia attacca i curdi nel nord-est della Siria: i jet F-16 di Ankara hanno dato ufficialmente il via all'operazione ribattezzata "fonte di pace" bombardando obiettivi delle milizie Ypg a Ras al-Ayn, seguiti poco dopo dai colpi d'artiglieria su Tal Abyad. Raid che, secondo i curdi, hanno già provocato la morte di diversi "civili". Le truppe della Turchia hanno poi oltrepassato il confine, dando il via all'offensiva di terra.
Ma le forze democratiche siriane guidate dai curdi affermano di aver respinto l'offensiva di terra turca sul confine settentrionale della Siria. "L'attacco a terra da parte delle forze turche è stato respinto dai nostri combattenti nella regione di Tal Abyad", ha dichiarato il portavoce dell'Fds, Mustefa Bali, su Twitter.
Il governo di Erdogan non ha indicato, al momento, il numero dei combattenti mandati oltre frontiera. Ma al confine le forze di terra erano già ammassate con decine di blindati, almeno 5mila soldati delle forze speciali d'assalto, che possono contare su 18mila combattenti arabi e turcomanni dell'esercito siriano libero cooptati da Ankara.
Secondo i curdi, i raid aerei hanno già provocato la morte di diversi "civili" nei villaggi frontalieri, dove si è scatenato "il panico". Almeno 15 i morti, di cui 8 civili, hanno riferito fonti locali. E la risposta curda, per ora, si è limitata ad alcuni colpi di mortaio sparati verso la frontiera turca. 
Immediata è giunta la condanna internazionale, dall'Ue all'Onu fino a Russia e Iran, i partner turchi nei negoziati di Astana sulla Siria. E anche Donald Trump, pur ribadendo il disimpegno Usa da queste "stupide guerre", ha definito l'offensiva "una cattiva idea". il presidente Usa spera che Erdogan "agisca in modo razionale" e umano. Vedremo come conduce questa operazione, se lo fa in modo ingiusto pagherà un prezzo economico enorme". 
Ma Erdogan brinda all'intervento contro il​​​​​​ Rojava, da anni un suo chiodo fisso. "La nostra missione è evitare la creazione di un corridoio del terrore ai nostri confini meridionali e di portare pace nell'area" e condurrà "alla creazione di una zona di sicurezza, facilitando il ritorno a casa dei rifugiati siriani", ha scritto su Twitter il presidente turco annunciando l'offensiva.
Le condanne dell'azione si susseguono di ora in ora. A fermare Erdogan ci aveva provato l'amico Vladimir Putin, ultimo leader straniero a parlargli prima dell'attacco. Il suo invito a "non compromettere gli sforzi congiunti per risolvere la crisi siriana" è caduto nel vuoto, come l'appello poco prima del presidente iraniano Hassan Rohani a risolvere le "legittime preoccupazioni" sui curdi affidandosi a Bashar al Assad.
Ankara ha informato sui primi sviluppi dell'operazione gli ambasciatori dei Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che dovrebbe indire al più presto una riunione d'emergenza. Rassicurazioni che però non sono bastate. "Molto preoccupato" si è detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, secondo cui non può esserci "alcuna soluzione militare al conflitto in Siria".
Dura la condanna dell'Ue, con il presidente uscente della Commissione Jean-Claude Juncker che ha lanciato un "appello alla Turchia affinché blocchi l'operazione militare" e ha avvertito: "Non aspettatevi che l'Ue finanzi una cosiddetta zona di sicurezza". Per il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, Ankara rischia di "causare un'ulteriore catastrofe umanitaria e un nuovo movimento di profughi".

Anche l'Italia condanna l'intervento militare. "Preoccupazione" per "iniziative che possono portare ad un'ulteriore destabilizzazione della regione" è stata espressa dal premier Giuseppe Conte, mentre per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio "nessuna risposta militare può rappresentare una soluzione alla crisi in corso" e "azioni unilaterali rischiano solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica, a cui l'Italia ha dato un significativo contributo nell'ambito della Coalizione anti-Isis". Condanne anche dall'Arabia Saudita e dall'Egitto, che ha chiesto una riunione urgente della Lega Araba. 
Fonte: qui

La Turchia attacca, raid in Siria. I curdi: 'Morti tra i civili'

Putin a Erdogan, non compromettete sforzi per la pace


Ansa - La Turchia attacca, raid in Siria. L'operazione militare della Turchia contro le forze curde nel nord-est della Siria è cominciata: lo ha annunciato su Twitter il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. L'offensiva ha provocato finora almeno 11 morti, di cui otto civili, secondo fonti locali. Anche le truppe della Turchia hanno oltrepassato il confine e sono penetrate nel nord della Siria, dando il via all'offensiva di terra, come spiega il ministero della Difesa turco citato dall'agenzia Anadolu.
"L'offensiva terrestre delle forze turche è stato respinto dai combattenti dell'Sdf a Tal Abyad"ì, ha su Twitter il portavoce dell'Sdf, le Forze democratiche siriane dominate dalle milizie curde Ypg, Mustafa Bali, poco dopo l'annuncio di Ankara dell'inizio dell'offensiva di terra.

The Turkish Armed Forces, together with the Syrian National Army, just launched against PKK/YPG and Daesh terrorists in northern Syria. Our mission is to prevent the creation of a terror corridor across our southern border, and to bring peace to the area.
will neutralize terror threats against Turkey and lead to the establishment of a safe zone, facilitating the return of Syrian refugees to their homes.


We will preserve Syria’s territorial integrity and liberate local communities from terrorists.





"Caccia turchi hanno lanciato raid su aree civili. C'è grande panico fra la popolazione nella regione", ha twittato un portavoce dei combattenti curdi nel nord della Siria. I raid dei jet turchi sull'area di Ras al-Ayn sono confermati anche da fonti militari di Ankara, che sostengono di prendere di mira obiettivi delle forze curde dell'Ypg.
Diverse esplosioni sono avvenute nella località siriana di Ras al-Ayn, alla frontiera con la Turchia, nell'area in cui è iniziata l'operazione militare turca contro le forze curde. Lo riferiscono le tv locali, mostrando le immagini di una fitta coltre di fumo che si leva dalla parte siriana del confine.


L'artiglieria turca ha iniziato a colpire obiettivi delle forze curde dell'Ypg a Tal Abyad, l'altro punto da cui l'esercito di Ankara intende entrare in Siria oltre a Ras al-Ayn, già bombardata dai caccia nei minuti scorsi. Lo riferisce l'agenzia statale turca Anadolu.

Si registrano le prime vittime civili dei raid aerei e di artiglieria turchi nel nord-est della Siria nell'ambito della nuova campagna militare di Ankara contro le forze curdo-siriane a est dell'Eufrate e a ridosso della frontiera turca. Lo riferisce il comando delle operazioni delle forze curdo-siriane, senza fornire ulteriori dettagli. Non è possibile verificare in maniera indipendente le informazioni sul terreno.

Siria, iniziata l'operazione militare turca
Trump, Usa non appoggiano attacco turco in Siria - "Gli Stati Uniti non appoggiano l'attacco turco in Siria e hanno detto chiaramente alla Turchia che questa operazione è una cattiva idea", ha affermato il presidente Donald Trump in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca. Trump si aspetta che la Turchia, dopo aver "invaso" la Siria, rispetti "tutti i suoi impegni", tra cui "proteggere i civili, le minoranze religiose, inclusi i cristiani, e assicurare che non ci sarà alcuna crisi umanitaria". "Inoltre la Turchia è ora responsabile nel garantire che tutti i combattenti dell'Isis catturati restino in prigione e che l'Isis non rinasca in nessun modo o forma", aggiunge. "Noi li richiameremo ai loro impegni", afferma il tycoon, e "monitoreremo strettamente la situazione".
Boris Johnson e Donald Trump condividono "una seria preoccupazione per l'invasione della Turchia nel nord est della Siria", sottolinea Downing Street in una nota in cui dà conto di una telefonata fra il premier britannico e il presidente americano. Telefonata nella quale, secondo Londra, è stato evidenziato anche "il rischio di una catastrofe umanitaria" a causa dell'azione di Ankara contro le milizie curde. I leader hanno discusso pure di dazi e del caso d'una diplomatica Usa sfuggita alla giustizia britannica.
Gli ambasciatori in Turchia dei Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu sono stati invitati al ministero degli Esteri di Ankara per essere aggiornati sugli sviluppi dell'operazione militare lanciata oggi dalla Turchia nel nord-est della Siria.
E le autorità curdo-siriane annunciano una mobilitazione e allerta generali in tutto il Nord-Est siriano per difendersi dalle "minacce dell'esercito turco e dei suoi mercenari di attaccare la regione frontaliera siriana nord-orientale".
Intanto l'Isis ha rivendicato una serie di attacchi compiuti contro forze curdo-siriane nel nord-est della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui lo 'Stato islamico' ha ammesso tramite i suoi canali sui social network la responsabilità di attacchi compiuti nelle ultime 24 ore contro basi e postazioni curde e Raqqa e nella città di Tabqa, sull'Eufrate.

ERDOGAN NON HA FRETTA E DOPO AVER TERMINATO I PREPARATIVI PER L’ASSALTO AI CURDI, PRENDE TEMPO 
IL RITIRO DELLE TRUPPE USA DALLA SIRIA È L’OCCASIONE PER INVADERE IL ROJAVA E STRONCARE OGNI VELLEITÀ DI INDIPENDENZA 

LA COSA CI RIGUARDA: I CURDI CI HANNO PARATO IL CULO CONTRO L’ISIS, E DA QUELLE PARTI HANNO IMPRIGIONATO 2MILA FOREIGN FIGHTERS, CHE IL DITTATORE TURCO POTREBBE RISPEDIRCI INDIETRO…


ANKARA E L' ASSALTO AI CURDI IN TRE FASI RISCHIO SCONTRO CON ASSAD SULL' EUFRATE
Giordano Stabile per “la Stampa”

combattenti curde 1COMBATTENTI CURDE 1
Le basi al confine che gli americani hanno abbandonato in tutta fretta all' alba di lunedì sono rimaste vuote. L' esercito turco «ha terminato i suoi preparativi», ha dichiarato il ministro della Difesa Hulusi Akar, ma i soldati sono per ora fermi al di là della frontiera. Con lo spazio aereo sigillato dall' aviazione statunitense, Ankara ha usato l' artiglieria per colpire le postazioni curde.
truppe turche in siriaTRUPPE TURCHE IN SIRIA

erdogan annette la siria del nordERDOGAN ANNETTE LA SIRIA DEL NORD
Dopo il raid di lunedì notte vicino a Semalka, ieri è stata colpita una base nell' area di Tall Abyad. È il preludio dell' operazione Fontana di Pace. Recep Tayyip Erdogan non ha fretta. Come già ad Al-Bab, ad Afrin, l' invasione procederà per fasi, a meno che da Washington non arrivi uno stop senza ambiguità. Ieri il Pentagono ha specificato che il ritiro riguarda soltanto «50-100 soldati». Ma per i curdi, così come per la Turchia e il governo siriano, resta difficile interpretare le intenzioni di Donald Trump. Questo spiega la prudenza.

combattenti curde 2COMBATTENTI CURDE 2truppe americane in siriaTRUPPE AMERICANE IN SIRIA
L' esercito turco prima occuperà un fascia profonda cinque chilometri nella parte centrale della zona cuscinetto. Poi attaccherà la frontiera con il Kurdistan iracheno, essenziale per bloccare i rifornimenti ai curdi, che passano su un ponte provvisorio attraverso il Tigri a Semalka. L' ultima fase riguarderà l' area di Kobane, a più alta concentrazione di popolazione curda. L' obiettivo è arrivare fino all' autostrada M4, che corre parallela al confine a 30-40 chilometri di profondità. Quella è però anche la linea rossa di Assad.
trump erdoganTRUMP ERDOGANcombattenti curde in siria 2COMBATTENTI CURDE IN SIRIA 2

L' esercito siriano ha inviato contingenti lungo la riva dell' Eufrate, pronti ad attraversare il fiume. I russi hanno costruito un ponte di barche a monte della città di Deir ez-Zour. Damasco ha anche mantenuto una presenza nel Nord-Est. A Qamishlo c' è un contingente governativo: potrebbe trasformarsi in un avamposto in grado di ostacolare le manovre turche. Le trattative con i curdi sono in corso, condotte dal comandante delle Forze democratiche siriane Mazlum Abdi, che «sta considerando» un accordo con Bashar al-Assad. Non sarebbe un novità. I curdi delle milizie Ypg hanno collaborato fra il 2012 e il 2016 con il regime, contro ribelli jihadisti ad Aleppo.
combattenti curde in siriaCOMBATTENTI CURDE IN SIRIA

militari turchi e americaniMILITARI TURCHI E AMERICANI
I curdi sono così di nuovo la chiave del duello fra Assad ed Erdogan, ossessionati da due opposte sindromi. Per il raiss siriano è «la sindrome di Alessandretta», la città sulla costa del Mediterraneo che i francesi, durante il mandato della Società delle Nazioni, prima trasformarono in uno Stato indipendente e poi cedettero alla Turchia nel 1939. Assad teme che, alla lunga, anche il Nord della Siria faccia la stessa fine. Per il leader turco invece si tratta della «sindrome di Sèvres», il Trattato che nel 1920 aveva ritagliato un esteso Stato curdo, in gran parte su territori oggi di Ankara.
combattente curdaCOMBATTENTE CURDA

Con il Kurdistan iracheno semi-indipendente e protetto dagli Usa, il Rojava che potrebbe seguire la stessa strada, Erdogan ha come priorità strategica stroncare ogni velleità di indipendenza curda. In questo senso va anche il piano di reinsediare milioni di profughi siriani arabo-sunniti al confine fra Turchia e Siria, per mettere i curdi in minoranza.
putin assadPUTIN ASSAD

2 - DUEMILA JIHADISTI DETENUTI SPAVENTANO L'EUROPA L'ULTIMA SFIDA AL CONFINE
Marco Ventura per “il Messaggero”

Sono oltre 2mila i foreign fighters, molti europei, nei campi di prigionia curdi in Siria, e 12mila i jihadisti del Califfato siriani e iracheni. Con le loro famiglie la popolazione del solo campo di Al Hol raggiunge la cifra di 70mila. Senza contare che stando ai reportage dei pochi inviati che in quel campo sono entrati per raccontarne le condizioni di vita disumane, oggi il controllo e il reclutamento a favore di un Isis mai totalmente annientato è gestito da donne musulmane radicali. Tunisine, somale, e russe.

L'EMERGENZA
CECCHINI CURDI IN SIRIACECCHINI CURDI IN SIRIA
Adesso che i curdi, senza più la protezione americana, si preparano a contrastare l'avanzata turca volta a creare una fascia di sicurezza alla frontiera, e a trasferire centinaia di migliaia di profughi fra gli oltre due milioni che vivono in Turchia, la presenza di quei foreign fighters e delle loro famiglie diventa una bomba a orologeria.

C'è il rischio di un finora improbabile risorgere dell'Isis, e si profila l'incubo legale di fighters che dovrebbero forse essere estradati e perseguiti in Occidente, ma per crimini che sarà praticamente impossibile dimostrare, commessi all'estero. Un'emergenza, alla quale né Onu né tanto meno l'Europa, sono riusciti a porre rimedio.

convoglio misto curdo americano raqqaCONVOGLIO MISTO CURDO AMERICANO RAQQAERDOGAN TRUMPERDOGAN TRUMP
I curdi, da parte loro, traditi dagli Stati Uniti e abbandonati dagli europei, potrebbero non prendersi più cura dei detenuti jihadisti, che oltretutto costano. E, anzi, potrebbero portarli alla frontiera e liberarli. Un'ipotesi non peregrina, se è vero che un alto ufficiale curdo nella Siria nord-orientale ha già ricordato al Guardian che dopo aver catturato e internato oltre 2mila combattenti stranieri dell'Isis e migliaia di altri terroristi iracheni e siriani, ora queste prigioni «non saranno più sicure, dovendo noi combattere l'esercito turco.
curdi a RaqqaCURDI A RAQQA

Il che non significa puntualizza che stiamo minacciando di liberare i criminali, ma che non è realistico chiederci di combattere su due fronti: i turchi e l'Isis». Anche Erdogan avverte che non sarà la Turchia a prendersi carico dei foreign fighters francesi, tedeschi e di altri Paesi europei. «Che cosa abbiamo a che farci noi?»
famiglia curdaFAMIGLIA CURDA

CONDIZIONI
In quei campi di detenzione, peraltro, le condizioni di vita sono al di sotto della soglia accettabile dei diritti umani. Per l'HRW (Human Rights Watch), è urgente che i Paesi di provenienza mettano fine a questa attesa e prendano misure contro il sovraffollamento facendo tornare a casa «i loro cittadini imprigionati per la riabilitazione, reintegrazione e procedimenti giudiziari adeguati, in linea con gli standard internazionali».
unita femminile curdaUNITA FEMMINILE CURDA

combattenti curdi in siriaCOMBATTENTI CURDI IN SIRIA

 L'Isis, per inciso, non faceva prigionieri. La SDF, la forza di difesa curda della Siria nord-orientale, fa sapere che i centri di detenzione sono sette. Gli unici che hanno seriamente attivato procedure per il rimpatrio sembrano essere Kosovo, Kazakhstan, Russia, Bosnia, Tunisia e Macedonia. Gli occidentali, invece, non hanno strumenti legali per farlo. E la Gran Bretagna deve sostenere cause internazionali anche solo per avere tolto la cittadinanza a un paio di questi combattenti o ai loro familiari. «In Italia c'è una legge che punisce il reclutamento di foreign fighters, paradossalmente non ce n'è una che punisca chi combatte per l'Isis in Siria», è la sintesi surreale di Alfredo Mantici, professore di sicurezza e geopolitica all'Università degli studi internazionali di Roma. Fonte: qui

MENTRE PROSEGUONO I RAID AL CONFINE CON LA SIRIA, IL PRESIDENTE TURCO MINACCIA L’EUROPA: “VI MANDO MILIONI DI PROFUGHI”
LA NATO: “VANNO EVITATE VITTIME CIVILI” 
STOLTENBERG, SEGRETARIO DELL'ALLEANZA ATLANTICA DI CUI FA PARTE ANKARA, OGGI VEDRÀ ERDOGAN 
DI MAIO CONVOCA L’AMBASCIATORE
MONICA RICCI SARGENTINI per il Corriere della Sera

l'offensiva turca contro i curdi in siria 3L'OFFENSIVA TURCA CONTRO I CURDI IN SIRIA
Incurante degli appelli di gran parte del mondo a fermarsi, la Turchia avanza in territorio siriano e conquista i primi villaggi. Ieri sera Tall Abyad e Ras al Ayn erano state circondate dalle forze turche e sarebbero già stati 174 i «terroristi» uccisi. Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha ribadito che l' operazione «Pace di primavera» proseguirà fino a quando «tutti i terroristi saranno neutralizzati», anche a Kobane, città simbolo della resistenza curda all' Isis ma ha anche assicurato che le truppe turche non si spingeranno oltre i 30 chilometri dal confine. Intanto ci sono già decine di migliaia di sfollati e vittime civili su entrambi i fronti.
l'offensiva turca contro i curdi in siria 1L'OFFENSIVA TURCA CONTRO I CURDI IN SIRIA

Sul fronte diplomatico la situazione è molto tesa. Il presidente turco ha respinto al mittente gli inviti a tornare sui suoi passi. Ed è arrivato a minacciare di «aprire le porte ai 3,6 milioni di rifugiati» che sono attualmente in Turchia e di farli partire per l' Europa.

Parole che non sono affatto piaciute al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Non possiamo accettare che ci possa essere un ricatto tra l' accoglienza fornita dalla Turchia ai rifugiati, meritevole ma con fondi europei, e l' offensiva in Siria». Ieri sera l' Ambasciatore turco in Italia Murat Salim Enseli è stato convocato e ricevuto alla Farnesina dalla viceministra degli Esteri Marina Sereni, su indicazione del ministro Di Maio: «Il governo italiano ha espresso una ferma condanna per l' iniziativa militare unilaterale della Turchia».
carri armati turchiCARRI ARMATI TURCHI

Anche Donald Trump, incalzato dalle critiche in patria per aver ritirato le truppe Usa, è tornato a dire che colpirà «la Turchia molto duramente con sanzioni se non rispetta le regole». Ma Cavusoglu ha risposto che, nel caso, Ankara risponderà allo stesso modo.

Al termine della riunione del Consiglio di Sicurezza dell' Onu i cinque membri europei, cioè Francia, Germania, Regno Unito, Belgio e Polonia, hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui chiedono alla Turchia di fermare l' offensiva. Ma Russia e Stati Uniti non l' hanno condivisa. Per il presidente francese Emmanuel Macron Ankara «deve porre fine all' operazione il prima possibile, rischia di aiutare l' Isis a ricostruire il suo Califfato». Anche se Erdogan ha assicurato che i 12mila combattenti islamici rimarranno nelle carceri siriane, alcuni sarebbero già fuggiti.

erdogan felice mentre bombarda i curdiERDOGAN FELICE MENTRE BOMBARDA I CURDI

L'IMBARAZZO DELLA NATO
Maurizio Caprara per il Corriere della Sera

«Quanto succede in Siria dimostra ancora una volta la necessità di una soluzione politica», diceva ieri al Corriere della Sera il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. In altre parole sarebbe meglio far tacere le armi, tuttavia non può avvenire subito. Nell' agenda dell' ex primo ministro norvegese che ha il difficile compito di coordinatore per un' alleanza politico-militare tra 29 Paesi oggi è in programma un incontro a Istanbul con Recep Tayyp Erdogan, il presidente turco al quale si deve lo scatenamento di aerei e artiglieria contro i curdi fuori dai propri confini nazionali.

la turchia bombarda i curdi in siriaLA TURCHIA BOMBARDA I CURDI IN SIRIA
«Riconoscerò che la Turchia è l' alleato contro il quale è stato compiuto il numero più alto di attacchi terroristici, che ha alcune legittime preoccupazioni di sicurezza. Ma allo stesso tempo darò risalto all' importanza del contenersi e di evitare perdite civili», ha risposto Stoltenberg alla domanda su quale messaggio riserverà a Erdogan sulla campagna nel Nord della Siria. Evocare il contenimento in italiano suona blando se ci si riferisce ad azioni di fuoco. Di fatto è ciò che ritiene di poter spingersi ad affermare il segretario generale alle prese con una guerra particolare. Che coinvolge alleati e accentua divergenze nell' alleanza.

«Le tensioni aumentate in Siria non facciano tornare liberi i foreign fighter , combattenti stranieri, adesso prigionieri», ha aggiunto Stoltenberg durante l' intervista. Cornice della conversazione, un posto tipico del suo peculiare mestiere globalizzato di viaggiatore costantemente seguito da notizie su crisi e scontri.

Una suite di albergo, il Baglioni Hotel Regina in via Veneto a Roma, con valigie pronte per raggiungere Atene e poi la Turchia.«Come riduciamo le spese per la difesa quando le tensioni calano, dobbiamo aumentarle mentre salgono.

l'offensiva turca contro i curdi in siria 4L'OFFENSIVA TURCA CONTRO I CURDI IN SIRIA 4
Ed è ciò che accade attualmente. Faccio affidamento anche sull' Italia», ha aggiunto Stoltenberg sugli incrementi delineati nell' Alleanza atlantica per i fondi nazionali da assegnare a militari e armamenti. Mercoledì era stato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Quando fu nominato segretario generale della Nato, nel 2014, avrebbe immaginato un' offensiva di uno Stato dell' alleanza contro milizie aiutate fino a poco prima dagli Usa? Per di più con una sorta di assenso del presidente americano? Questo accade mentre artiglieria e aerei turchi colpiscono le milizie delle «Forze democratiche siriane», compresi curdi utili nella lotta agli integralisti islamici di Daesh (Isis).

combattenti curdeCOMBATTENTI CURDE
«Nel 2014 tutti gli alleati erano preoccupati perché Daesh controllava un territorio grande come il Regno Unito.

Poi abbiamo formato una coalizione che comprende Stati Uniti e Turchia. Forze sul terreno hanno portato progressi enormi. La lotta a Daesh non è finita, anche se ha ottenuto il buon risultato di privarlo del dominio su terre».

Ma adesso? Il senatore americano Mitt Romney, repubblicano, ha scritto che i curdi sono stati «abbandonati vergognosamente». È solo una delle tante condanne dell' offensiva turca. La Nato manterrà rapporti con le «Forze democratiche siriane» e i curdi?
«In Siria la Nato non è sul terreno. Lo sono alleati della Nato, non noi. È pubblico, si legge sui giornali, che esistono differenze tra varie nazioni su come trattare la situazione nel Nord della Siria. Per me sottolinea l' importanza del contenersi e appoggiare un progetto politico».

Che altro dirà a Erdogan?
la turchia bombarda i curdi in siria 5LA TURCHIA BOMBARDA I CURDI IN SIRIA 5
«Innanzitutto è importante incontrarci: rientra in una visita programmata, non nata dai fatti recenti. Discuteremo un ampio ventaglio di temi, e certo mi aspetto che parleremo anche di Siria settentrionale, affrontato in incontri precedenti. Come ho sottolineato con Conte, è rilevante che la Turchia assicuri azioni proporzionate e misurate».

Le pare che agisca così?
«La Nato appoggia gli sforzi guidati dalle Nazioni Unite.L' escalation dimostra l' esigenza che la comunità internazionale favorisca il creare condizioni per soluzioni politiche. E occorre attenzione sui foreign fighter ».

Ossia sugli stranieri di Daesh prigionieri di milizie rivali nei territori che vengono attaccati dalla Turchia.
«Va evitato che con le tensioni nel Nord della Siria tornino in libertà. Parliamo di migliaia di combattenti colpevoli di tremende violenze contro gente innocente».

Per lottare contro il terrorismo, in altre parole, non andrebbero messi in circolazione terroristi?
«Sì, perché liberi costituirebbero una minaccia contro tutti noi. Allo stesso tempo va cercata una soluzione di lungo termine da più Paesi».

Prendendo i prigionieri in Europa?
«Non entro nei dettagli. Dico che abbiamo bisogno nella comunità internazionale di uno sforzo coordinato». 
Fonte: qui

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