9 dicembre forconi: Germania: attacco ad Halle, due morti.

giovedì 10 ottobre 2019

Germania: attacco ad Halle, due morti.

L'attacco del killer in diretta web

La Germania è sotto shock dopo l'attacco contro la sinagoga a Halle tentato da un giovane neonazista. Vestito con la mimetica, elmetto e mascherina, il 27enne Stephan Balliet ha attaccato il luogo di culto ebraico nella città del Land orientale della Sassonia-Anhalt con armi automatiche e granate: l'obiettivo era di mettere in atto una strage nel giorno di Yom Kippur, la maggiore festività ebraica.
Lettore video di: Corriere Tv (Informativa sulla privacy)
Non solo: esattamente come il suprematista della strage di Christchurch, in Nuova Zelanda, al grido di "gli ebrei sono la causa di tutti i mali", ha filmato tutta la sua azione con una telecamera piazzata sull'elmetto, assassinii compresi, per poi pubblicare un video di 35 minuti in rete, sulla piattaforma Twitch. L'uomo è stato arrestato mentre era in fuga, intercettato dalla polizia sull'autostrada in direzione Monaco. In serata il ministro dell'Interno Horst Seehofer ha mostrato di non avere dubbi: si è trattato di un attacco di matrice antisemita e di estrema destra.

La dinamica dell'attacco

Ma per molte ore la dinamica dell'attacco non era affatto chiara. Una prima segnalazione era arrivata alla polizia di Halle intorno alle 12: spari nei pressi della Humboldstrasse, la via che ospita la sinagoga. Si parla di due morti e alcuni feriti. Quel che è successo appare in tutta la sua chiarezza con il video finito su Internet: il killer - giunto sul posto con un'automobile carica di armi - che prova ad assaltare la sinagoga, posizionando dell'esplosivo apparentemente fabbricato in casa davanti all'ingresso, per poi sparare sul portone nel tentativo di aprirlo, senza riuscirci, forse anche grazie al prontezza delle persone che si trovavano all'interno. 
Dopodiché il video mostra l'uccisione di una donna passata per caso poche centinaia di metri oltre: il killer le spara alle spalle. Dato che l'assalto alla sinagoga si era rivelato un fallimento, Stephan Balliet prosegue fino a un ristorantino di kebab, dove uccide a sangue freddo un'altra persona, un uomo.
Lascia il locale, ma fa quasi subito ritorno per sparare nuovamente sul corpo della vittima riversa a terra. Tra l'altro fa esplodere anche un piccolo ordigno sulla facciata del locale, che fortunatamente non fa feriti. Un'altra granata è stata lanciata dentro il cimitero ebraico. Due feriti gravi sono stati ricoverati in ospedale per essere operati d'urgenza. 
Nella sinagoga, come confermato dallo stesso presidente della comunità ebraica di Halle, c'erano - proprio per festeggiare lo Yom Kippur - dalle 70 alle 80 persone. "Grazie alle telecamere della sinagoga abbiamo visto un uomo armato sparare sul nostro portone". In qualche modo i fedeli sono riusciti a tenere l'ingresso sbarrato, evitando quella che quasi certamente sarebbe stata una strage. 
Per ore gli inquirenti avevano parlato di "diversi attentatori", anche se avevano cominciato a circolare le immagini di un solo uomo, armato fino ai denti, ad aggirarsi nelle strade di Halle. Questo mentre le stesse forze dell'ordine avevano dato notizie di una sparatoria nella località di Landsberg, a 15 chilometri da Halle, senza fornire pero' ulteriori dettagli.
In serata la conferma dell'identità dell'assassino, "un tedesco bianco", e della matrice neonazista: lui stesso, all'inizio del video, si presenta come una persona che che di se' dice "io credo che l'Olocausto non sia mai avvenuto". Non è un caso che in alcuni siti di estrema destra - come segnalato da Rita Katz del portale di monitoraggio "Site" - l'attentatore venga definito "santo", proprio come precedentemente era stato chiamato Brenton Tarrant, il killer delle moschee di Christchurch. Proprio oggi, come rilevato da diversi osservatori, erano state effettuate perquisizioni in più Laender in ambienti considerati eversivi. 
Di sicuro è un attentato senza precedenti in Germania, per le modalità e per le caratteristiche quasi militari di un'azione compiuta nella festa di Yom Kippur, il giorno dell'espiazione. La Procura federale di Karlsruhe ha aperto subito un'indagine per terrorismo, avvertendo che la vicenda "riguarda la sicurezza interna di tutta la Germania". 

Merkel visita la grande sinagoga di Berlino

La cancelliera Angela Merkel "in segno di solidarietà" con la comunità ebraica in serata si è recata alla grande sinagoga di Orianienburger Strasse a Berlino. "Dobbiamo contrapporci in maniera decisa e unita ad ogni forma di antisemitismo", ha dichiarato attraverso il portavoce. Il presidente Frank-Walter Steinmeier ha lanciato un appello alla "solidarietà a favore dei concittadini ebraici". 
Il presidente del consiglio centrale della comunità ebraica in Germania, Josef Schuster, a manifestare "il profondo shock per tutti gli ebrei" rappresentato dai fatti di Halle: "La brutalità di questo attacco supera tutto quello che abbiamo visto negli ultimi anni", ha detto Schuster. Che ha anche criticato le forze dell'ordine: "È uno scandalo che la sinagoga di Halle in giorno di festa come Yom Kippur non fosse sorvegliata dalla polizia".
L'attacco compiuto da Balliet - che non risultava noto alle forze di polizia come estremista di destra - ha lasciato una profonda impressione nel Paese. Due comici, Joko Winterscheidt und Klaas Heufer-Umlauf, hanno annullato le loro trasmissioni previste in serata. Con durezza e preoccupazione si esprimono gli editoriali dei giornali. "Quello che è successo a Halle", scrive la Welt, "è un attacco terroristico antisemita. Tutto questo succede in Germania nell'autunno 2019. Ora basta. La migliore Germania che abbiamo mai avuto è in grande pericolo". Fonte: qui

“MIO FIGLIO ERA UN PERDENTE” 
PARLA IL PADRE DI STEPHAN BALLIET, IL NEONAZISTA CHE VOLEVA FARE UNA STRAGE A HALLE, IN GERMANIA: “NON AVEVA AMICI, HA SEMPRE CONCLUSO POCO MA DAVA AGLI ALTRI LA COLPA DEI SUOI FALLIMENTI” 
IL RAGAZZO AVEVA CON SÉ QUATTRO CHILI DI ESPLOSIVO ED ERA PERVASO, COME SCRIVONO I MAGISTRATI, “DA UNA FORMA SPAVENTOSA DI ANTISEMITISMO CHE LO AVEVA PORTATO A PIANIFICARE UN MASSACRO CON GRANDE DETERMINAZIONE…”
Marco Imarisio per il “Corriere della sera”

STEPHAN BALLIETSTEPHAN BALLIET
La distanza tra la sinagoga dell' attentato e lo spirito del tempo si misura in sei parole. In una piccola frase, questa. «Forse ha sbagliato, ma lo capisco». A pronunciarla, prima di essere trascinato via dai suoi compagni, è un ragazzo che avrà al massimo quindici anni. Testa rasata, giubbotto attillato, come tutti gli altri. Sta entrando negli spogliatoi.

Alle pareti della palestra è appesa la bandiera della Germania e in un corridoio c' è un altro stendardo con l' aquila imperiale. L' associazione di arti marziali è all' interno di un centro sportivo in fondo alla Lutherstrasse di Eisleben.
Stephan Balliet 10STEPHAN BALLIET 

Non gode di buona fama. La stampa locale l'ha spesso indicata come un ritrovo di simpatizzanti neonazisti. Un sito specializzato elenca le partecipazioni a manifestazioni xenofobe e le frasi pronunciate in quelle occasioni da istruttori e allievi. «Tutte fesserie, inventate da qualche paranoico di sinistra», taglia corto il più grande del gruppo, quello che dà istruzioni agli altri.

Stephan Balliet killer sinagogaSTEPHAN BALLIET KILLER SINAGOGA
La città che ha dato i natali a Lutero è l' ultima tappa del piccolo viaggio intorno a Stephan Balliet, il neonazista che voleva fare una strage impedita solo dalla sua impreparazione. Non c' è nulla che dimostri la sua frequentazione, ma la palestra di Combat&defense, disciplina pubblicizzata dai gestori con uno stemma che raffigura un teschio e pugnali incrociati, rappresenta un esempio di propaganda a cielo aperto, se non di reclutamento, a voler dare credito alle denunce dei siti antifascisti e alle impressioni da cronista, come se ne vedono tanti in queste campagne della Sassonia-Anhalt.

Stephan Balliet 11STEPHAN BALLIET 11
La prima fermata è alla casa del padre, che intervistato dalla Bild ha messo un comodo sigillo sul figlio, definendolo un perdente, «uno che non aveva amici, ha sempre concluso poco ma dava agli altri la colpa dei suoi fallimenti». Aveva lasciato il corso di chimica all' università dopo solo sei mesi, anche a causa di un intervento chirurgico allo stomaco. Non lo vedeva da tempo, precisa, ma dice che «viveva online».

Il papà del mancato stragista abita in una piccola casetta davanti al cimitero di Helbra, nelle abitazioni costruite per gli ex operai della Ddr che lavoravano nei cementifici sulla Parkstrasse. Le parole del genitore sembrano il fiocco sul pacchetto preconfezionato del lunatico, solitario e pure incapace. Peccato che poi il procuratore federale rovini questo quadro quasi rassicurante rivelando come Balliet avesse con sé quattro chili di esplosivo, e fosse pervaso «da una forma spaventosa di antisemitismo che lo aveva portato a pianificare un massacro con grande determinazione».
Stephan Balliet killer sinagoga 1STEPHAN BALLIET KILLER SINAGOGA 

Forse la verità su Stephan Balliet sta a metà strada, come spesso succede. La casa dove ha vissuto gli ultimi 14 anni con la madre, maestra di scuola elementare, si trova a Klostermannsfeld, un sobborgo di Benndorf, equidistante, una ventina di chilometri, da Helbra e da Halle.

«Non è vero che non usciva mai», dice Sepp Zobel, che abita nell' appartamento accanto. «Aveva lavorato per qualche anno come tecnico tv», racconta. Faceva lavoretti, anche il baby sitter per le coppie del condominio. «Andava e veniva, frequentava gente della sua età». Siamo quasi al classico «salutava sempre», che questa volta però assume un significato di smentita al luogo comune dell' introverso malato di Internet.

Tra queste modeste e dignitose palazzine a due piani, sovrastate dall' altra parte della strada da complessi di edilizia sovietica, Balliet non era certo un' ombra. Entrava e usciva da casa, si fermava a chiacchierare. «Sugli ebrei non ha mai detto nulla, anche perché è sempre un argomento tabù», racconta Franz Schade, impiegato di banca ad Halle, suo coetaneo.
Stephan BallietSTEPHAN BALLIET

«Ma sugli stranieri era netto, e non nascondeva la sua esasperazione». Intanto, anche i ragazzi della palestra di Eisleben si stanno producendo in sottili distinzioni tra ebrei e immigrati. Il loro allenatore li ha riuniti in cerchio. Parlano dell' attentato di Halle. Ma non è possibile ascoltare, gli estranei non sono ammessi, e l' aria si è fatta pesante, meglio andare.
Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento