9 dicembre forconi: MES UNA PISTOLA ALLA TEMPIA

sabato 23 novembre 2019

MES UNA PISTOLA ALLA TEMPIA

Come scritto ieri ormai è palese che la guerra commerciale è diventato un campo di battaglia dove la stampa mainstream si diverte a diffondere “fake news” al solo scopo di inventare qualche notizia dando indirettamente lavoro agli psychopath algorithm, qui sotto avete una sintesi delle ultime due giornate via Zero Hedge, senza dimenticare che 15 senatori bipartisan hanno chiesto a Trump di negare le autorizzazioni a Huawei…
Thanks to ZeroHedge
Prima di iniziare a parlare di questo misterioso MES, fratello del bail-in, cugino del pareggio in bilancio, si quella fesseria che in piena crisi economica è in grado di destabilizzare un intero Paese, incominciamo con il dire che no di Icebergfinanza siamo stati tra i primi in assoluto in tempi non sospetti a raccontarvi come i soldini del primo MES, il MES originario, siano finiti ad ingrassare e salvare le banche tedesche, mentre gli ingenui credevano che fossero diretti a salvare il popolo greco.
Noi siamo stati i primi ed unici, è tutto documentato che ancora nell’agosto del 2011, quando in Italia si pettinavano le bambole o si faceva la ceretta allo Yeti, gli unici a raccontarvi come il soldi del MES o ESM come preferite, di cui noi eravamo uno dei principali contributori, sarebbero finiti a salvare le banche tedesche, principali responsabili della terribile crisi europea iniziata nel 2010…
Ma ascoltate ora perchè viene il bello di tutto ciò che sta accadendo…
(…) un punto di vista sulla crisi del debito europeo e la crisi greca, è che si tratti di un tentativo elaborato dal governo tedesco per conto delle sue banche per ottenere indietro i loro soldi senza richiamare l’attenzione su ciò che stanno facendo.
Il governo tedesco dà i soldi al fondo di salvataggio dell’Unione europea in modo che possa dare i soldi al governo irlandese in modo che il governo irlandese può dare indietro denaro alle banche irlandesi così le banche irlandesi possono rimborsare i loro prestiti alle banche tedesche.
Ovviamente il bello si è verificato con le banche greche, ma anche quelle spagnole e portoghesi non scherzavano, le nostre invece stranamente sono rimaste indenni, ai margini di questa orgia finanziaria.
Peccato che i soldini versati dal governo tedesco erano insufficienti per salvare le loro banchette, figurarsi neanche ora sono in grado di tenerle in piedi, hanno le due principalli banche sull’orlo del fallimento e mezzo sistema finanziario pubblico sull’orlo del collasso.
E’ di ieri la notizia che Moody’s ha tagliato le prospettive di  tutte le banchette tedesche da stabili a negative, ce ne hanno messo di tempo, ma si sa le agenzie del senno di poi arrivano sempre sul luogo del delitto quando ormai il cadavere è stato portato via…
Immagine
Immagino che vi ricordate di come noi italiani abbiamo salvato le banche francesi e tedesche…
Risultati immagini per Fondo salvastati 2012 sole 24 ore
Ma veniamo alla vicenda MES, il famigerato fondo salvastati, è necessario scrivere un post, visto che in questi giorni, sulla stampa mainstream dotti, medici e sapienti pilotati ad arte fanno a gara per raccontare le loro verità e lodare il magnifico intento dell’Europa unita.
Basterebbe dire che l’idea è partira dalla premiata ditta Francia e Germania, per stare in campana, la doppia M, Merkel e Macron, ovvero i paesi nei quali il sistema finanziario è in condizioni davvero pietose, altro che Italia.
Risultati immagini per ESM cartoons
Gli amici di Machiavelli conoscono a memoria il nostro strepitoso modellino, quello che ha previsto ben nove delle prime dieci banche fallite, nazionalizzato o incorporate durante la crisi subprime, ma ora sappiamo che nessuno può più fallire, come vedremo nell’outlook 2020 “La profezia”, ma almeno grazie a questo strepitoso modellino sappiamo quali sono le banche dalle quali stare alla larga.
Prima di iniziare, facciamo chiarezza su questo fondo salvastati europeo, MES meccanismo di esproprio sistematico, usando le parole di un certo Galli, uno che ha lavorato tutta la sua vita in mezzo alle istituzioni finanziarie mainstream, uno capace di dire tutto la sera prima e il contrario di tutto la sera dopo…
 Il 15 giugno scorso, il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk in cui lo ragguaglia sui risultati ottenuti, frutto delle modifiche concordate nell’Eurogruppo di due giorni prima. Qui emergono le questioni che potrebbero rivelarsi per l’Italia una “pistola” alla tempia, per usare una metafora usata da Giampaolo Galli, economista dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli. Anzi è forse utile rileggere alcuni stralci dell’audizione di Galli alla V e XIV Commissione della Camera del 6 novembre scorso, per capire come la riforma su cui si sta lavorando vincoli l’intervento del Mes a una ristrutturazione ex-ante del debito di un Paese che ne chiede l’aiuto, con potenziali effetti devastanti per il tessuto sociale, economico e finanziario di quel Paese legati già solo all’effetto annuncio.
“La riforma in itinere sposta decisamente l’asse del potere economico nell’Eurozona dalla Commissione al Mes”. Poi passa alla “pistola”: “Il punto fondamentale è che nella riforma emerge l’idea che un Paese che chiede aiuto al Mes debba ristrutturare preventivamente il proprio debito, se questo non è giudicato sostenibile dallo stesso Mes. Si noti che la novità non sta tanto nella possibilità che un debito sovrano venga ristrutturato ma nell’idea che che la ristrutturazione diventi una precondizione pressoché automatica per ottenere i finanziamenti”. Idea che è figlia delle perorazioni portate avanti dall’establishment tedesco e dell’Europa del Nord, in primis il Governatore della Bundesbank Jens Weidmann.
E qui basterebbe per chiudere la questione e suggerire ai tedeschi di arrangiarsi a salvare le loro banche, noi non abbiamo bisogno del MES!
Al Mes – organo formato da 160 tecnocrati, collocato al di fuori dell’ordinamento Ue e quindi basato su rapporti di forza intergovernativi…
160 tecnocrati in stile TROIKA collocati all’infuori dell’ordinamento e me li immagino già!
Continua Galli…
 “Al Mes si attribuiscono tutti i poteri che ha oggi la Commissione sulla prevenzione e la gestione delle crisi”, lasciando all’organo tecnico il coltello dalla parte del manico. E poi: “Il Punto 10 del preambolo” introduce “la novità che Commissione e Bce non possano agire senza una decisione del Mes”.
Poi c’è l’introduzione delle Cac single limb –  delle clausole d’azione collettiva che dovrebbero facilitare le ristrutturazioni del debito, a potenziale danno di Paesi esposti come l’Italia – e sul rafforzamento dei prestiti precauzionali, concessi a condizioni più stringenti, specificando che  vengono erogati a paesi il cui debito è sostenibile…
Se il debito è sostenibile lo decidono loro i 160 tecnocrati nominati da non si sa chi!
In sintesi, nota l’economista, la precondizionalità della ristrutturazione del debito è la vera “pistola” alla tempia dell’Italia: “Una ristrutturazione preventiva sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di persone che hanno dato fiducia allo Stato comprando titoli del debito pubblico. Sarebbe un evento di gran lunga peggiore di ciò l’Italia ha vissuto negli ultimi anni a causa dei fallimenti di alcune banche”.
Ma non è finita qui, perchè dopo aver dormito sul “bail-in” che tanti danni ha provocato al nostro Paese, guardate chi arriva…
Le critiche al progetto di riforma del Mes sono arrivate anche dal governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco, che ha avvertito sulla necessità di gestirlo “con attenzione” perché comporta potenzialmente “rischi enormi”. Parlando al seminario congiunto OMFIF-Banca d’Italia il 15 novembre scorso, Visco ha avvertito che “i piccoli e incerti benefici di una ristrutturazione del debito devono essere ponderati rispetto all’enorme rischio che il mero annuncio di una sua introduzione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default”.
Ops, le considerazioni di Bankitalia avvengono sempre e solo in qualche seminario, mai che si vada nelle sedi comunitarie a suggerire queste criticità o almeno sembra.
Il riferimento all’effetto annuncio non è casuale, e riporta alla mente la fase acuta della crisi greca, quando passeggiando con i cappotti sbottonati lungo la costa della Normandia sulla spiaggia di Deauville, il 18 ottobre 2010 il presidente francese Sarkozy e la cancelliera Merkel usarono la formula “private sector involvement” per avvisare i mercati che un Paese dell’area euro poteva fallire e, in tal caso, ci avrebbero rimesso anche loro: fu allora che la crisi dei debiti sovrani precipitò verso il baratro.
Sempre loro, Germania e Francia!
Probabilmente dopo l’audizione qualcuno ha suggerito a Galli di fare attenzione quando usa le metafore, infatti qualche giorno dopo il nostro scienziato ha fatto un triplo salto mortale in avvitamento indietro…
ROMA. “Diciamo che la responsabilità è in gran parte di Salvini e della Lega, a giugno quando si fece l’accordo sull’Esm, cioè lo European stability mechanism che chiamiamo fondo salva stati, erano al governo i gialloverdi e la polemica con l’Europa era assai alta. Di conseguenza Tria trattò con un braccio legato dietro la schiena e non potemmo far valere le nostre ragioni”.
Ma tu pensa, Germania e Francia cercano di nuovo di fregarti come hanno fatto per anni, uno dice che non vuole saperne di firmare un simile trattato, Lega e M5S dicono chiaro e tondo all’avvocato del diavolo che non deve firmare nulla, non si deve impegnare o fare accordi senza che il PARLAMENTO non ne sia a conoscenza e la colpa è di chi giustamente non si fida della Merkel e Macron, perchè la polemica ha costretto Tria a promettere qualcosa che non sappiamo con le braccia dietro la schiena, senza poter far valere le proprie ragioni.
Ma quali ragioni, che in otto anni di governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, abbiamo detto di si a tutto, inchinandoci rispettosamente dalla mattina alla sera, ma quali ragioni che il Partito Democratico di cui fa parte Galli, ha ossequiato quotidianamente Francia e Germania, senza fiatare!
Infatti l’attuale ministro dell’economia Gualtieri altri piddino tanto per cambiare subito a dire…
Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche scoppiate sulla riforma del fondo Salva-Stati (Mes): “L’esistenza del Mes è un potente elemento di stabilizzazione dei mercati finanziari e una difesa contro possibili crisi e deve pertanto essere considerato come un nostro alleato, non come un nemico, anche perché l’Italia è tra i suoi principali azionisti e ha un forte peso nella sua governance. Anche se da questo punto di vista è sempre bene ripetere che l’Italia non ha avuto, non ha e non avrà bisogno dei prestiti Mes: il debito italiano è sostenibile, ha una dinamica sotto controllo anche grazie alla politica fiscale prudente e a sostegno della crescita che il paese porta avanti”, ha scritto in un comunicato il responsabile dell’Economia. (Milano Finanza)
L’Italia è tra i suoi principali azionisti, nostro alleato? Certo l’Italia in passato ha tirato fuori miliardi di euro tra soldi versati e garanzie che sono andati a sostenere le banche tedesche e francesi, le banche inglesi e non come qualche ingenuo crede i Paesi europei.
Ora un piccolo ripasso sulle cifre, visto che in circolazione ci sono molti scienziati che mettono in dubbio la realtà! Il nostro Paese ha firmato una cambiale in bianco per oltre 125 miliardi di euro
Secondo Bankitalia e non qualche sito telebano, l’Italia ha effettivamente “buttato via” 14 miliardi di euro in questo fondo.
Se poi qualche scienziato si vuole illudere sulla garanzia dei depositi, che la Germania, firmi un simile accordo, tanti auguri, il resto delle analisi e favole sull’unione bancaria le lascio a Voi.
Da dove vengono questi soldi, dall’aumento del debito pubblico, sul quale noi paghiamo interessi. Se aggiungiamo altri prestiti via EFSF o bilaterali tra Stati arriviamo a quasi 60 miliardi. C’è chi dice che si tratta di prestiti, qualche ingenuo crede ancora che torneranno a casa. Da quando è diventato operativo il MES ha erogato in giro per l’Europa oltre 254 miliardi di euro e ben altri dovrà erogarne nel corso della prossima crisi.


E statene certi la prossima crisi riguarderà principalmente Francia e Germania, peccato che come sempre al governo ci sarà il Partito Democratico con ciò che resta del povero Movimento Cinque Stelle!

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