9 dicembre forconi: MENTRE SALVINI E LA CASTELLI SI APPELLANO AI CITTADINI PER FAR COMPRARE I BTP, LE BANCHE LI VENDONO

sabato 13 ottobre 2018

MENTRE SALVINI E LA CASTELLI SI APPELLANO AI CITTADINI PER FAR COMPRARE I BTP, LE BANCHE LI VENDONO

I TITOLI DI STATO NEI PORTAFOGLI DEGLI ISTITUTI DI CREDITO CALANO. E TE CREDO, PIÙ SALE LO SPREAD, PIÙ DIVENTANO ZAVORRA 

SOLO DA LUGLIO AD AGOSTO SONO SCESI DI 9 MILIARDI…

Camilla Conti per “il Giornale”
Mentre Salvini invita gli italiani a fare incetta di Btp, le banche italiane si sono alleggerite di una parte del debito pubblico acquistato. 
Tornano, infatti, a calare i titoli di Stato nei portafogli degli istituti credito. Perché più sale lo spread, più zavorrano i bilanci.
Le grandi manovre sono partite in estate: scorrendo le tabelle della Banca d' Italia relative al mese di agosto sono scesi a 364 miliardi contro i 373 miliardi di luglio quando erano saliti rispetto ai 370 di giugno. 
I soli Btp sono passati ad agosto dai 265 miliardi ai 256 miliardi. Il calo arriva dopo sette mesi di rialzi.
BTPBTP
Fra novembre e dicembre 2017 le banche avevano ridotto i titoli di Stato in portafoglio dai 336 a 323 miliardi per poi fare dietrofront e passare, a gennaio, a 334 miliardi inanellando quindi una serie di aumenti. Il livello di agosto torna così a quello del settembre 2017 (363 miliardi).
SPREAD DI CITTADINANZASPREAD DI CITTADINANZA
Il circolo vizioso debito-banche in Italia preoccupa anche il Fondo Monetario Internazionale che da Bali ha lanciato l' allarme su un possibile contagio per l' Eurozona. Nel Global Financial Stability Report (Gfsr), infatti, si indica il nostro Paese tra i fattori di rischio per il sistema finanziario globale, insieme alla Brexit e all' escalation delle guerre commerciali.
«In Italia le incertezze politiche hanno riportato all' attenzione il legame tra banche e debito sovrano», avverte l' FMI, sottolineando la necessità di trovare un compromesso che possa essere giudicato sostenibile dai mercati. «I recenti avvenimenti in Italia suggeriscono che il vincolo fra banche e debito sovrano rimane un importante canale di trasmissione del rischio», allertano gli economisti del Fondo guidato da Christine Lagarde, segnalando come la presenza nei bilanci delle banche di ingenti quantitativi di bond emessi da Paesi fortemente indebitati rappresenti «una potenziale vulnerabilità».

spread btp bundSPREAD BTP BUND
E in tale scenario, «le tensioni di mercato potrebbero diffondersi ad altri mercati dei titoli di stato in Europa, come accaduto nella crisi dell' area dell' euro e, in misura limitata, a maggio» scorso, rimarca l' FMI. La cui ricetta resta quella di costruire «cuscinetti di bilancio» durante la fase espansiva.
Nel frattempo, lo spread ieri si è assestato a quota 296 punti mentre nell' asta di ieri del Tesoro è volato il tasso dei Bot a un anno. Via XX Settembre ha venduto 6 miliardi di euro di titoli annuali, pagando agli investitori un rendimento dello 0,949%, contro lo 0,436% dell' asta dello scorso 12 settembre.
Per trovare un tasso più alto di quello di oggi bisogna risalire all' asta del 10 ottobre 2013 quando il rendimento si attestò allo 0,999 per cento. Il ministro dell' Economia ha messo quasi 30 milioni di euro (per la sola asta di ieri) nel conto da sborsare in più per interessi dopo che, nel collocamento dei BoT annuali, i rendimenti sono schizzati di oltre mezzo punto percentuale.
BANCHEBANCHE
L' onere complessivo per il servizio del debito, che riflette l' andamento dei mercati, particolarmente tesi in questa fase nei confronti dell' Italia, è destinato a lievitare ulteriormente, visto che oggi è in agenda un collocamento di Btp per massimi 6,5 miliardi e i rendimenti sono attesi in netto rialzo: in area 2,30% per il Btp benchmark a 3 anni (dall' 1,25% dell' asta di settembre) e in area 3,20% per il BTp a 7 anni (al 2,55% nell' asta di settembre). Già nel solo mese di settembre il Tesoro ha registrato una crescita della spesa per interessi pari a circa 400 milioni.
Fonte: qui
P.S. il consiglio di acquistare titoli di Stato italiani è sostanzialmente corretto, solo il timing è errato, troppi mesi(bisogna attendere le decisioni su un'inversione sulla politica monetaria della FED, che continua ad aumentare i tassi di interesse e restringere la liquidità dei dollari in anticipo.


LE BANCHE ITALIANE RIPETONO IL COPIONE DEL 2011: SEMPRE PIU’ BTP IN PANCIA PER COMPENSARE LA FUGA DEGLI STRANIERI.

POI NON CI STUPIAMO SE IL CAPITALE VIENE EROSO E I PRESTITI TORNANO A CONGELARSI

Estratti dall’articolo di Fabio Pavesi per il Fatto quotidiano



Cinquanta miliardi in più. Cinquanta miliardi, oltre due volte una manovra finanziaria, di troppo e che oggi pesano come un macigno sui destini dell’industria del credito. Il tutto in soli sette mesi. Le banche italiane sono tornate a imbottirsi di titoli del nostro debito pubblico proprio quando sembrava che non ce ne fosse più bisogno.
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A luglio i titoli di Stato in pancia al sistema bancario italiano sono saliti a 373 miliardi di euro. Con agosto c’è stata una flessione del 3% ma non sufficiente a ridimensionare l’escalation dello shopping compulsivo. Solo a dicembre del 2017 lo stock di debito pubblico nei portafogli era di 323 miliardi. Un exploit pericoloso…..

Riacquisti partiti a maggio sull’onda dell’avvio della fuga degli investitori esteri dal nostro debito, per le preoccupazioni legate al governo del deficit spending. Di fatto con i loro acquisti le banche italiane hanno rimesso in moto il triste copione della crisi del debito sovrano del 2011.

Lo spread volato sopra i 500 punti indusse infatti molti detentori esteri a liberarsi delle posizioni sull’Italia e il nostro sistema finanziario, banche e assicurazioni, finì per immolarsi sull’altare della stabilità…..

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….. Un ruolo improprio che ha fatto di necessità virtù ma con un contraccolpo feroce: appaiare sempre più il rischio sovrano a quello bancario. Come in un’osmosi perfetta. E pericolosa. Come non ricordare che al picco della crisi post 2011 il sistema bancario era arrivato a superare i 400 miliardi di titoli di Stato nei bilanci. Il doppio dei livelli abituali pre-crisi. Consegnando mani e piedi delle banche ai capricci dello spread. Un legame vizioso e perverso che se da un lato ha evitato il crac del Paese ha reso le banche vulnerabili…

Del resto non pare esserci molte alternative. Chi può sostituire i fondi d’investimento stranieri in fuga? Le famiglie forse? Ora, ogni volta che lo spread prende il volo verso l’alto le banche segnano perdite sul loro patrimonio.

Gli analisti stimano che per ogni 100 punti base di rialzo del differenziale di rendimento le banche accusino svalutazioni del loro capitale di base per 30 punti base. E se il capitale viene eroso accadono due cose: le banche potrebbero essere costrette a una nuova tornata di aumenti di capitale e soprattutto si creano le premesse per un nuova stretta creditizia su imprese e famiglie.
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TITOLI DI STATO IN PANCIA ALLE BANCHE? SONO DUE VOLTE IL CAPITALE
…..Se rapportato al capitale ci racconta che gli oltre 370 miliardi di titoli di Stato valgono come aggregato quasi 2 volte il patrimonio degli istituti. Un peso notevole che le espone molto ai capricci del rialzo dei rendimenti che svaluta i titoli e intacca il patrimonio. Solo le prime 5 banche italiane possedevano a fine giugno quasi la metà dello stock complessivo. Intesa la prima banca italiana per redditività e solidità ha tra portafoglio bancario e assicurativo 82 miliardi di titoli del debito italiano.

UniCredit ne ha per 55 miliardi; Mps ne vanta 21 miliardi in crescita sui 17,6 miliardi di fine 2017; Ubi ha 9,9 miliardi e BancoBpm ne possiede per 19 miliardi. Le due grandi banche hanno mantenuto nel primo semestre più o meno identici i pesi, mentre Mps ha incrementato di 3,5 miliardi gli acquisti e Ubi e BancoBpm hanno alleggerito di un 10% entrambe l’esposizione.

JEAN PIERRE MUSTIERJEAN PIERRE MUSTIER
Il tema di fondo non è il peso in sé ma il suo rapporto con l’attivo di bilancio e il capitale soprattutto. Mps che non a caso è banca pubblica ha il rapporto più sbilanciato: i 21 miliardi di bond governativi italiani in portafoglio valgono il 230% del capitale e il 15% dell’intero attivo di bilancio. Ovvio che la banca di Siena finisce per essere la più esposta ai rialzi dello spread.

LA CONSEGUENZA? OCCHIO A UN NUOVO CREDIT CRUNCH

Le banche, come fatto in tutte le precedenti crisi, possono a fronte di incertezze future sul capitale stringere i cordoni del credito. Fare delevereging come si dice in gergo. Un nuovo credit crunch potrebbe riapparire sulla scena. Non che quello vecchio sia passato. …

Tuttora mancano all’appello 70 miliardi di stock di prestiti a imprese e famiglie. Il monte crediti era nel 2013 di 1.414 miliardi.

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENASEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA
A fine 2017 siamo fermi a 1.347 miliardi. In caduta i prestiti alle imprese per almeno 100 miliardi compensati in parte dal buon andamento dei mutui alle famiglie. Solo per dare un’idea UniCredit ha ridotto dal 2013 al 2017 i crediti alla clientela per 55 miliardi; Mps per 40 miliardi su uno stock di 131 miliardi (-30% in 5 anni). Solo Intesa è andata controcorrente incrementando del 19% il suo stock di crediti passato da 344 miliardi del 2013 a 411 miliardi di fine 2017. Una nuova stretta del credito per un Paese che sta frenando sulla crescita può aprire le porte a una nuova recessione.

Fonte: qui



JAMIE DIMON, IL CAPO DI JP MORGAN, PARLA DI ''SITUAZIONE ESPLOSIVA'', CON L'ITALIA TRA LE PREOCCUPAZIONI. 


MA I SUOI BANCHIERI STANNO FACENDO INCETTA DI BTP PERCHÉ RENDONO BENE E PERCHÉ IL DEFICIT AL 2,4% ''NON È NIENTE DI STRANO''


DIMON,PREOCCUPATO PER TENSIONI IN EUROPA DA ITALIA A TURCHIA
 (ANSA) - Il numero uno di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, si e' detto preoccupato per le crescenti tensioni in Europa, a partire dalla Brexit e dalla situazione in Italia e in Turchia. Lo riportano i media Usa dopo la conference call in cui Dimon ha illustrato i conti trimestrali del suo gruppo. Dimon ha affermato come a preoccupare sono anche gli sviluppi in Medio Oriente e in America Latina.
jamie dimon jpmorganJAMIE DIMON JPMORGAN

"Brexit, Italia, commercio, ritiro del Quantitative Easing, Turchia, Argentina, Arabia saudita. E' una lunga lista di cose", ha affermato Dimon. "In generale - ha aggiunto - queste cose non necessariamente mettono a rischio una economia Usa forte, ma possono avere un effetto".


DIMON LANCIA L'ALLARME MERCATI, SITUAZIONE ESPLOSIVA
 (ANSA) - Il numero uno di JPMorgan, Jamie Dimon, suona il campanello d'allarme: "Le questioni geopolitiche stanno esplodendo ovunque", ha affermato dopo aver presentato i conti del suo gruppo, esprimendo forti preoccupazioni per l'aumento dell'inflazione e per le turbolenze sui mercati finanziari.

Per Dimon l'aumento dei tassi di interesse e le crescenti tensioni geopolitiche - non solo la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ma anche le tensioni in Europa e in America Latina, compresi gli sviluppi in Italia - potrebbero "far deragliare" l'economia americana. "La crescita e' ancora molto forte - ha spiegato - e questo porta a salari piu' alti, creazione di posti di lavoro, spese per investimenti, piu' credito ai consumatori.
jamie dimonJAMIE DIMON

Una situazione generalizzata che non cambiera' immediatamente"."Ma - ha aggiunto il numero uno di JPMorgan Chase - ci sono altri fattori che vanno presi in considerazione. Se i tassi vanno su perche' c'e' inflazione questo non e' un vantaggio, ma una cosa negativa. Cosi' come non lo sono le questioni geopolitiche che stanno divampando dappertutto". "E' una lunga lista, e nessuno dovrebbe sorprendersi se poi succede qualcosa lungo la strada".


MA JAMIE DIMON HA DETTO CHE: TRUMP NON AVRÀ UN SECONDO MANDATO, LE SUE POLITICHE CON LA CINA RISCHIANO DI FAR DERAGLIARE LA LOCOMOTIVA AMERICANA (CHE INVECE PARE INARRESTABILE) 


23 NOVEMBRE 2017 - JAMIE DIMON: TRUMP NON AVRA’ SECONDO MANDATO

jamie dimon primo da destraJAMIE DIMON PRIMO DA DESTRA
Donald Trump potrebbe essere un presidente da un solo mandato, sempre che il partito Democratico riesca a presentare un candidato credibile da qui a tre anni. Lo sostiene il Ceo di Jp Morgan Chase, Jamie Dimon, aggiungendo che Trump potrebbe restare alla Casa Bianca “altri tre anni e mezzo” (ossia sino alla scadenza dell’attuale mandato), ma “i Democratici dovranno trovare un candidato ragionevole, o Trump vincerà di nuovo”.

DIMON DESCRIVE LO SFIDANTE IDEALE

Per Dimon, che in passato si era definito “a malapena” un Democratico, un candidato ragionevole sarà solo un candidato in grado di portare avanti un’agenda “a favore della libera concorrenza”, del lavoro e della crescita economica. Dimon, che ha parlato nel corso di una cena al Economic Club of Chicago, è sempre più di frequente a Washington da quando è stato eletto Trump, per fare azione di lobbying su temi quali la modifica della tassazione aziendale, le politiche di immigrazione e i finanziamenti legati ai mutui.


23 LUGLIO 2018: BANCHE D’AFFARI USA CONTRO TRUMP: “FARÀ DERAGLIARE LOCOMOTIVA USA”

jamie dimon jp morganJAMIE DIMON JP MORGAN
La politiche protezionistiche messe in atto da Donald Trump nel commercio internazionale rischiano di far saltare il boom economico americano. L’avvertimento arriva da uno dei banchieri più noti a Wall Street, ovvero Jamie Dimon, numero uno di Jp Morgan. Che in un’intervista alla Cnn Money non nasconde le sue preoccupazioni sul futuro dell’economia a stelle a strisce.

“Se si alzano le barriere su altri 200 miliardi di dollari di merci e si aumentano i dazi sulle auto, il rischio di far deragliare la crescita è alto” ha spiegato Dimon.


13 SETTEMBRE 2018: JAMIE DIMON (JP MORGAN) SFIDA TRUMP
Dal ''Sole 24 Ore''

jamie dimon in famigliaJAMIE DIMON IN FAMIGLIA
Nel giorno in cui Jamie Dimon ha ceduto parte dei suoi poteri ai suoi vice Daniel Pinto e Gordon Smith, il manager americano da 13 anni alla guida di Jp Morgan, ha pensato di misurarsi con il presidente degli Stati Uniti d’America: «Penso che potrei battere Trump, perché sono tenace come lui ma sono più intelligente di lui», ha detto Dimon.

Certo, anche per uno dei pochi grandi banchieri sopravvissuti al crack di Lehman Brothers, gli anni passano e oggi esclude di voler correre per la Casa Bianca nel 2020. Dimon resterà amministratore delegato di JP Morgan per altri cinque anni ma si prepara alla successione anche in banca e ieri ha annunciato che sta cedendo la gestione giornaliera del gruppo ai due co-presidenti, Daniel Pinto e Gordon Smith, rispettivamente 55 e 60 anni.



JP MORGAN SNOBBA IL DEFICIT E COMPRA PIÙ BTP
Daniele Capezzone per “la Verità

I nemici italiani del governo avevano calcolato, usato e arruolato un po' di tutto, dalla Commissione Ue alle agenzie di rating, ma avevano dimenticato un dettaglio: la volontà degli Usa di offrire una sponda all' Italia. E così ieri ha parlato Nick Gartside, uno degli uomini al vertice di Jp Morgan: «Stiamo aumentando l' esposizione in Btp.

Donald TrumpDONALD TRUMP
Crediamo che l' incertezza politica in Italia sia adeguatamente remunerata. Il deficit al 2,4%? Nulla di strano». I nemici italiani del governo avevano calcolato, usato e arruolato un po' di tutto: giornaloni, moniti del Fondo Monetario Internazionale, raffiche di attacchi dalla Commissione europea (sempre a Borse aperte), punture di spillo dell' Ufficio parlamentare di bilancio, giù giù fino alle sortite ormai settimanali del presidente dell' Inps, Tito Boeri. Ma avevano dimenticato un «dettaglio» (si fa per dire): e cioè Donald Trump, e la precisa volontà politica della Casa Bianca di offrire una sponda all' Italia in ogni forma possibile (diretta, indiretta, in termini di influenza, eccetera).
I banchieri Lloyd Blankfein Jamie Dimon John Mack e Brian Moynihan alla Commissione d inchiestaI BANCHIERI LLOYD BLANKFEIN JAMIE DIMON JOHN MACK E BRIAN MOYNIHAN ALLA COMMISSIONE D INCHIESTA


Unica nel panorama della stampa italiana, La Verità aveva riferito esattamente in questi termini i colloqui e i retroscena dell' incontro del 30 luglio scorso a Washington tra Trump e il primo ministro Giuseppe Conte: incoraggiamento all' Italia nella linea dura sull' immigrazione illegale, no alla pretesa egemonica francese su Libia e Nord Africa, in Europa supporto a un riequilibrio rispetto allo strapotere dell' asse francotedesco (con sostegno politico Usa all' Italia, all' Austria e ai Paesi del Gruppo di Visegrad), e anche un ombrello aperto sui mercati per proteggerci in caso di pioggia. A poco a poco, su ognuno di quei dossier, la mano americana sulle nostre spalle comincia a farsi sentire.

Si pensi solo alla Libia: il piano del presidente francese Emmanuel Macron, volto a imporre elezioni-lampo, è stato fatto saltare in sede Onu proprio grazie agli Usa; sarà invece centrale una conferenza che si svolgerà in Italia; e grazie a una positiva triangolazione con il mondo anglosassone (in questo caso, con gli inglesi di Bp), Eni sembra consolidare il suo ruolo rispetto alla francese Total nei nuovi accordi petroliferi nella regione.

Ieri si è avuto un altro segnale anche più importante: certo non deriva da una direttiva della Casa Bianca (non sarebbe ovviamente possibile), ma corrisponde al clima, all' atmosfera di sostegno a noi creata dall' amministrazione Trump. Proprio nei giorni dei più duri attacchi verso l' Italia, ha parlato (intervista al Sole 24 Ore) Nick Gartside, uno degli uomini al vertice della banca americana Jp Morgan.

Ed è stato chiarissimo: «Alcuni dei nostri fondi stanno aumentando l' esposizione in Btp». Avete letto bene: non mantenendo, ma aumentando. E ancora: «Ad oggi crediamo che l' incertezza politica in Italia sia adeguatamente remunerata». E anche quando interrogato sul deficit al 2,4%, Gartside nega di essere preoccupato: «Non eccessivamente.

Tanti governi, a partire da quello americano, stanno facendo deficit spending. Non vedo nulla di strano nel fatto che anche l' Italia faccia altrettanto
».


Jamie dimon - copertina FortuneJAMIE DIMON - COPERTINA FORTUNE
E pure sul debito, il rappresentante di Jp Morgan è netto: «Allo stato attuale, la sostenibilità del debito italiano non è in discussione». Gartside dà per «scontata» una bocciatura da parte di Moody' s, ammette che «c' è da aspettarsi molta volatilità in vista delle decisioni delle agenzie di rating», ma aggiunge anche che bisognerà farci l' abitudine, è già successo con Brexit e con le presidenziali francesi, e che potrà addirittura essere «un' opportunità: altrimenti non compreremmo Btp». In serata, lo stesso premier Conte dà mostra di aver ricevuto il messaggio con un post su Facebook che accosta due segnali: «Steve Mnuchin, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d' America, ha dichiarato che l' Italia non rappresenta un fattore di rischio. Stesso concetto lo ha espresso oggi anche Nick Gartside, capo della divisione reddito fisso di JP Morgan, e quindi non certo una fonte vicina al governo».

Ma a mandare di traverso il caffè a chi partecipa alle campagne di creazione del panico, oltre a Mnuchin e Jp Morgan, ha contribuito anche Klaus Regling, managing director dell' Esm, il fondo salvastati, parlando da Bali: «Non c' è un pericolo immediato che l' Italia perda l' accesso ai mercati, né che il suo rating scenda sotto l' investment grade». Regling ha ricordato che l' Italia non ha mai perso l' accesso ai mercati, nemmeno nelle fasi più acute delle crisi passate, e che è assolutamente scorretto ogni paragone tra Italia e Grecia, aggiungendo che attende di leggere i dettagli della manovra.

A questo punto ci sono due conseguenze. La prima è che, nel momento in cui qualcuno ti offre un ombrello, devi aprirlo e saperlo usare. È dunque auspicabile che, nel dosaggio della manovra (che sarà consegnata il 15 a Bruxelles e il 20 alle Camere), il Governo valorizzi gli elementi (tagli di tasse) più capaci di irrobustire la crescita. Investitori importanti sono e resteranno al fianco dell' Italia: ma è evidente che la loro fiducia occorre meritarsela. Mercati e investitori valutano due cose: la stabilità di un governo (e i numeri di Lega e M5S in Parlamento sono blindati) e le prospettive di crescita di un Paese.
JP MORGANJP MORGAN

La partita è tutta qui, e nell' allocazione delle risorse il Governo farà bene a considerarlo.
La seconda conseguenza è di carattere geopolitico. Il governo italiano ha tutto l' interesse a mostrarsi leale e credibile con Washington, sia nella collocazione internazionale complessiva, sia negli investimenti su sicurezza e difesa, nell' ambito dell' Occidente e della Nato. E ogni segnale sarà valutato: per capirci, non è certo il momento per tagli o ridimensionamenti dei programmi per gli F35 e dei relativi acquisti e investimenti. 

Fonte: qui

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