FACCI: “LA PRESENTAZIONE DELLE LINEE PROGRAMMATICHE DI BONISOLI SEMBRAVA UN TEATRO DELL’ASSURDO”
“SAPEVATE CHE IL NOSTRO PAESE È CONOSCIUTO PER LA SUA CULTURA? ROBA FORTE, MAI VISTA E SENTITA…”
Filippo Facci per "Libero Quotidiano"
Ma sì, l' unica è prenderla sul ridere, l' unica è smetterla di fare spallucce, l' unica è piantarla di fare del fatalismo e di alzare gli occhi al cielo come a mormorare «che tempi, signora mia».
Oppure, al contrario, l' unica è fingere di prenderla molto sul serio, sul serissimo, e quindi fingere di sentirsi nel bel mezzo della teoria del ritardo culturale di William Ogburn, ossia incapaci di riconoscere i mutamenti della cultura non materiale: dunque le idee, l' arte, la religione, i costumi, gli ordinamenti sociali, la filosofia di questo tempo.
E tutto questo per che cosa? Che cosa ci ha reso così alieni al presente? Risposta: che è arrivato Beppe Grillo, un ex comico. E che ai Beni culturali è andato un certo Alberto Bonisoli, ex presidente della Naba, una specie di Accademia di Belle Arti di serie B.
Bene: questo ministro neanche tanto giovane (classe 1961) ieri ha presentato alle commissioni Cultura di Camera e Senato le linee programmatiche che vuole adottare per valorizzare il nostro patrimonio culturale. E noi ridiamo, perché una risata non ci seppellirà: ci ha già seppellito.
LA RISATA
Cioè: solo una finta rivoluzione culturale poteva partorire un ministro indicato come «tecnico» e tuttavia incapace di fornire un dato che sia uno, un' angolatura diversa, uno studio programmatico e realista: e invece niente.
Bonisoli, indicato genericamente come «esperto nel settore dell' alta formazione e del design» nonché «sviluppatore di progetti internazionali» (e che vuol dire?) ieri ha detto una quantità di banalità e ovvietà che neanche su Scherzi a parte, sembrava un Teatro dell' assurdo.
Sapevate che il nostro Paese è molto conosciuto all' estero soprattutto per la sua cultura? Sapevate che la cultura, se utilizzata con intelligenza, può produrre occupazione e quindi posti di lavoro? Sapevate che - testuale- «la cultura può giocare un ruolo molto importante per riannodare, sanare e fortificare un tessuto sociale che rischia di strapparsi»?
Sapevate, soprattutto, che una bella soluzione ai cronici problemi della cultura nel nostro Paese corrisponde a «migliaia di assunzioni a tempo indeterminato» per archivi, biblioteche, musei e soprintendenze?
E sapevate che l' idea strabiliante per reclutare queste «migliaia» di persone sono nientemeno che dei «concorsi pubblici»? Avevate mai sentito dire - è la rivelazione finale - che «il patrimonio culturale che l' Italia possiede è ineguagliabile e la nostra priorità deve essere valorizzarlo»?
Roba forte, roba mai vista e mai sentita, conigli dal cappello di un «manager» che come ambizione massima a futuristica - le rivoluzioni, sapete - ha quella di «continuare il processo avviato da Dario Franceschini», giacché «devo riconoscere che chi è venuto prima di me ha già fatto parecchio e ha già aumentato il bilancio del ministero... da parte nostra c' è la volontà di continuare in questa operazione.
Oggi non darò numeri ma, quando li vedrete, vi accorgerete che l' ambizione è alta». Oggi, cioè ieri, non ha dato numeri. È andato a parlare a due commissioni congiunte delle Camere, ma non ha portato un dato. Niente. E se non capiamo è colpa nostra: siamo in ritardo culturale. Non capiamo l' ambizione di Bonisoli.
LE VACCHE MAGRE
In effetti non avevamo capito, noi, che «sono finiti gli anni dei tagli sulla cultura», come ha detto Bonisoli. E basta dirlo. Nella prossima Finanziaria ci saranno più risorse per la Cultura: basta dire anche questo.
Orsù, le vacche magre sono finite: «Percepisco un po’ di abbacchiamento nei colleghi del ministero, ma se riusciamo a dare l' 1% in più di autostima a chi lavora nella macchina dello Stato, è una gran bella cosa».
Eh sì, è proprio una bella cosa. Ci vuol poco per tirarli su, i ministeriali: basta sparare cazzate completamente a caso e fantasticare di soldi, di migliaia di assunzioni, di neo centralità di un ministero da sempre considerato di ripiego, e basta farlo senza portare mezzo dato che sia uno: ma vuoi mettere la parola di un grillino? Ve ne accorgerete.
La vostra autostima andrà a mille.
«Devono essere finiti gli anni in cui si è fatta spending review, ovvero si sono messi a posto i conti pubblici tagliando la cultura». Che poi: magari. Perché i tagli sì, ci sono stati alla Cultura come altrove: ma i conti non sono a posto per niente.
Però dài, nel nostro Paese - sappiamo tutti anche questo- tornare a guadagnare riqualificando il Turismo non dovrebbe essere difficile: turismo e cultura vanno a braccetto, i soldi e la valuta straniera vengono spesso da lì. Giusto? Sbagliato.
Il manager grillino ha detto così: «Sono contento che ci abbiano tolto il turismo... ora c' è possibilità di focalizzare meglio le politiche culturali dove quelle legate al turismo sono solo una delle tante». Una delle tante. E che sarà mai il turismo, in Italia? E' sopravvalutato.
Ci sono ben altre politiche culturali. Quali? Abbiate fiducia, aumentate la vostra autostima.
Poi, durante l' audizione, sono piovute nuove perle dirompenti, tipo: «Il settore dell' audiovisivo corre velocemente e ci poniamo il problema di come stare al passo. La mia impressione è che l' industria in Italia non abbia una risposta a queste sfide».
Ha studiato, Bonisoli: tutti gli italiani, viceversa, pensavano che il nostro Paese, nell' audiovisivo, fosse un' avanguardia mondiale. Anche la sintassi e la logica di Bonisoli dev' essere un' avanguardia mondiale, secondo quanto riportato dai giornalisti: «Ho scoperto che i fondi del cinema che distribuiamo sono meno di quelli che diamo.
Ci sono più soldi che possiamo nel 2019 perchè il 2018 ormai è andato». Chiaro. I giornalisti intanto prendevano appunti. E di Matera 2019, capitale europea della cultura, non diciamo niente? Ma certo: «Matera appresenta un' opportunità per rilanciare il tesori e la storia del Belpaese. Il patrimonio culturale del nostro stivale è unico al mondo, dunque va tutelato, conservato e anche valorizzato».
SULLA SIAE
Parole per niente ovvie: anche qui si temeva che Bonisoli potesse indicare Matera 2019 come un' opportunità per oscurare i tesori e la storia del Belpaese, e che potesse dire, Bonisoli, che il nostro patrimonio culturale è lo stesso del Montenegro o della Martinica.
Il neo ministro della Cultura non teme dubbi e domande della stampa, ergo risponde e spiega con la stessa dettagliata chiarezza di cui sopra. «Sulla Siae», ha detto, «stiamo lavorando con Vito Crimi e la presidenza Consiglio».
E siamo in una botte di ferro, quando al tuo fianco c' è Vito Crimi. E le domeniche gratuite ai musei? «Rimangono fino a settembre, a ottobre non so, a novembre vedremo». Ah, ecco. Secondo un' altra agenzia di stampa, però, il pensiero di Bonisoli sui musei sarebbe più articolato: «Le domeniche gratuite rimangono per i turisti che ad agosto entreranno gratuitamente la prima domenica del mese, così come a settembre e probabilmente a ottobre. A novembre non lo so, vedremo». E non è mica la stessa cosa. Ma abbiate fiducia.
Fonte: qui
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